Antico Regime
Antico Regime
- la borghesia: comprendeva gli imprenditori, i funzionari pubblici, i liberi professionisti. Avevano un grande potere
economico ma uno scarso potere politico.
- il popolo: non era una categoria uniforme; infatti, comprendeva persone socialmente diverse: contadini, garzoni,
lavoratori ed anche gli emarginati
Erano l'unica parte della popolazione che pagavano le tasse, in quanto i nobili e il clero ne erano esonerati, ma
covavano un rancore verso i ceti privilegiati. Il terzo Stato è una nazione completa in sé stessa, svolge tutte le
attività produttive, e “può fare a meno della Nobiltà e senza di essa starebbe meglio”. Il terzo stato non ha avuto
mai alcun peso politico, ma ora rivendica il peso che gli spetta E le sue finalità sono: abolire i privilegi nobiliari e
redigere una costituzione che metta fine all'assolutismo.
2. Quando parliamo di Terzo Stato ci riferiamo alla classe sociale costituita dalla maggioranza della popolazione,
possiamo definirla soggetto dell’azione perché era responsabile della produzione di beni e servizi e sostenne il peso delle
tasse e dei doveri nei confronti dello Stato e delle classi privilegiate. Il terzo stato però subisce un'ingiustizia da parte dei
due Stati privilegiati, il clero e la nobiltà, perché mentre loro godevano di diritti privilegiati sia fiscali che politici perché ne
erano esonerati, tutto ciò si appoggiava sulle spalle del terzo stato che veniva sfruttato.
3. In Francia.
5. - L'economia francese subì una nuova crisi finanziaria che portò le finanze dello Stato al limite della bancarotta a
causa delle spese militari e dei costi della Corte e dei nobili. Jacques Necker, era un banchiere di Ginevra che fece una
rapida carriera e nel 1774 fu nominato direttore generale delle Finanze, con gli stessi poteri di un ministro. Propose
misure di riforma fiscale e finanziaria e per cercare di risanare le casse, i ministri (Turgot, Calonne, Lomerie de Brienne)
insieme a Necker imposero più tasse e ricorsero ai prestiti dei cittadini. Per salvare l'economia venne proposto di
estendere la tassazione anche alla nobiltà e al clero. Solo Gli Stati generali, l'assemblea che riuniva i rappresentanti del
clero, della nobiltà e del terzo stato, potevano approvarlo. Luigi XVI li convocò nel 1789. La prima questione che si toccò
fu il sistema elettorale all'interno dell'assemblea perché il terzo stato chiese un numero doppio di deputati rispetto a clero
e nobiltà e questo portò a sfociare verso una rivoluzione borghese perché questa iniziativa politica sfugge di mano alla
nobiltà e passa la borghesia, che raccoglieva gli esponenti più colti e più ricchi del Terzo Stato. Il re alimentò il clima di
tensione e sottolineo privilegi esistenti: - scelse come sede Versailles; - obbligò il terzo stato a vestirsi con un abito nero,
mentre gli altri due ordini si presentarono con i loro abiti sfarzosi.
- Nel 1789 la crisi dell'antico regime sfociò in una rivoluzione che coinvolse tutti gli ordini della società francese, ed è per
questo che viene chiamata “Rivoluzione Francese” ma anche “La rivoluzione del Terzo Stato”. Le cause ideologiche e
sociali erano quelle di cancellare i privilegi, gli abusi e le disuguaglianze tra i ceti; l'influenza del pensiero illuminista e
della rivoluzione americana; l'affermazione dei valori di libertà, uguaglianza e rappresentanza politica.
I Cahier de doléances (raccolta delle lamentele) voluti dal Re, raccolsero le richieste e problemi della nazione,
esprimendo liberamente le proprie lamentele e rimostranze e potevano anche suggerire soluzioni: erano il materiale di
lavoro degli Stati generali. Le loro richieste furono: una costituzione che limitasse il potere del re, stabilendo una
rappresentanza nazionale, un'equità fiscale, e la parità di diritti.
- Il 14 luglio 1789, quando il Re non accettò pienamente la sconfitta, ordinò ad alcuni reggimenti fedeli “La Fayette” di
marciare su Parigi per restaurare l'ordine, dopo che nella capitale la popolazione affamata si era ribellata per protestare
contro l'aumento del prezzo del pane. Quando si diffuse la voce che le truppe fedeli stavano marciando su Parigi, la città è
esplosa in un grande tumulto e una folla di manifestanti diede l'assalto alla Bastiglia, uccidendo il comandante e
portando la sua testa in giro per Parigi.
- Rivolta contadina: anche nelle campagne scoppiarono gravi disordini: i contadini attaccavano i castelli dei nobili e
bruciavano gli archivi in cui signori conservavano memoria dei diritti feudali e si diffuse il fenomeno della “Grande Paura”,
i contadini si armavano per respingere dei briganti immaginari e se la prendevano con intendenti, esattori, funzionari reali.
- Nella notte tra il 4 e il 5 agosto 1789 l'Assemblea Nazionale decise di venire incontro ad alcune delle rivendicazioni dei
contadini e decreta la fine dei privilegi di nobiltà e del clero e quindi ci fu l'uguaglianza fiscale, l'abolizione dei diritti
signorili sulla persona, possibilità per tutti di accedere alle cariche, ci fu l'abolizione della decima, l'abolizione dei diritti
signorili sulla terra solo attraverso il pagamento di un riscatto: questi provvedimenti dichiararono la fine dell'Ancien
régime.
6. Tutto ciò possiamo racchiuderlo ad un processo più generale che viene denominato “Assemblea nazionale”, in
cuivenne dichiarato che qualsiasi imposta che non avesse avuto l'autorizzazione del terzo stato sarebbe stata nulla. Il
terzo stato sì considerò l'unico e vero rappresentante della nazione. Proclamò il giuramento della pallacorda (20 giugno
1789) con l'obiettivo di emanare alla Francia una costituzione. Inoltre, il terzo stato volle dichiarare una
rappresentazione più equa: un'assemblea dove a contare sarebbero stati i voti singoli “per testa” e non più “per ordine”.
Questo, ovviamente, andava contro gli interessi della nobiltà, non intenzionata ad abbandonare i privilegi di cui godeva
tradizionalmente. Il 27 giugno 1789, Luigi XVI invita tutti i deputati a unirsi all'assemblea nazionale per scendere a patti e
per deliberare la seduta, diventando così Assemblea Costituente, che era messa sotto pressione da alcuni gruppi: i
foglianti; i giacobini; gli ordiglieri e i girondini.
7. Il paradigma concettuale che racchiude questi eventi è la COSTITUZIONE. Come sappiamo, la costituzione è la legge
fondamentale dello Stato in cui sono stabiliti: i principi fondamentali di un ordinamento giuridico; i diritti e i doveri dei
cittadini; i poteri dello Stato. Non sempre, però, uno stato possiede una costituzione scritta e possiamo far riferimento al
Terzo stato, che, quando volevano dare alla Francia una costituzione avevano due intenti complementari, anche se
diversi: da una parte volevano cancellare l'assolutismo e introdurre un sistema politico basato sul principio della
separazione dei poteri, dall'altro lato volevano una costituzione scritta e rigida, che era superiore a qualsiasi legge
ordinaria.
8. In che modo le idee dell’illuminismo hanno influenzato le tre rivoluzioni del 1789?
9. Nel 1789, la Francia è una monarchia assoluta. Lo stato francese è formato da tre classi sociali: la nobiltà, il clero, il
popolo. In questo stesso anno, la Francia subì una crisi poiché nelle casse dello Stato non c'erano più soldi. Il re Luigi XVI
riunisce gli Stati generali, cioè la riunione delle tre classi sociali, per risolvere la crisi. Negli Stati generali, la nobiltà sa di
vincere, ma il popolo vuole cambiare il modo di votare. Per legge, ogni classe sociale ha diritto a un solo voto (nobiltà: 1
voto; clero: 1 voto; popolo: 1 voto), in questo modo, nobiltà e clero, grazie ad un accordo tra loro, vincono sempre contro il
popolo. Il popolo, però, vuole un altro modo di votare dove il voto non viene dato alla classe sociale, ma ad ogni persona.
Nobiltà e clero non accettano la scelta del popolo. Il popolo abbandona gli Stati generali e forma un'assemblea senza
nobiltà e clero: Assemblea costituente. A Parigi, il 14 luglio 1789, inizia la Rivoluzione francese. Il popolo attacca la
prigione della Bastiglia, simbolo del potere del re; i rivoluzionari liberano molte persone rinchiuse nella prigione; anche i
contadini combattono contro i nobili e il clero. Il 4 agosto i rivoluzionari aboliscono, ovvero cancellano, il sistema
dell'antico regime e scrivono la dichiarazione dei diritti dell'uomo del cittadino.
L’ATTIVITA LEGISLATIVA DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE (30-36)
1. Il 26 agosto 1789, l'Assemblea promulga la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, l'atto più importante della
rivoluzione. Il testo è diviso in 17 articoli, dove vengono diffusi ideali illuministi, che riguardano sia l'individuo che la
nazione: libertà della persona, libertà politica, uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e al fisco, sovranità della
nazione e il diritto di proprietà. Questi ideali possiamo racchiuderli negli ideali rivoluzionari: Libertà, Uguaglianza,
Fraternità.
2. Il soggetto della dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino è l'essere umano in generale, poiché stabilisce i diritti e
le libertà fondamentali che spettano ad ogni individuo, indipendentemente dalla sua nazionalità, sesso, religione o status
sociale. Il bersaglio di questo testo è l'Antico Regime, che con questa dichiarazione, tutti i privilegi di cui godeva, vengono
aboliti.
5. Tra il 4 e il 5 agosto 1789, ci fu l'abolizione dei privilegi dell'Antico Regime, e per questo i membri dell'Assemblea
Nazionale trovarono doveroso scrivere una Costituzione dove veniva abolito l’Ancien Regime e dove c'era scritto che il
principio della sovranità risiede nella nazione e questo significa che le leggi sono un'espressione della volontà generale e
non un'imposizione dall'alto. I francesi da quel momento in poi sarebbero stati uguali dinanzi alla legge, ma anche liberi di
esprimere i propri pensieri grazie al senso di una fraternità generale. La dichiarazione afferma che “tutti gli esseri umani
nascono liberi e uguali in dignità e diritti”. Dice che devono agire gli uni verso gli altri in uno spirito di fratellanza e che non
ci sono distinzioni né di razza, né di colore, né di sesso, né di lingua, né di religione ecc. Ma dice che “ogni individuo ha
diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona” e che “nessun individuo può essere tenuto in stato di
schiavitù”. Grazie alla nascita di questo testo, la sovranità diventò democratica, e ci fu una ribellione legittima di fronte ad
uno Stato Tirannico.
6. I diritti umani: sono diritti che spettano a ciascun individuo in quanto essere umano, sono tutelati dall'UNICEF e
dall’Amnesty International e sono scritti in alcuni documenti come: la costituzione della Repubblica italiana, la
convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Quali sono?
- il diritto alla pace: ogni persona ha il diritto di vivere in libertà e in condizioni di sicurezza;
- diritto alla cultura e alla tutela del territorio: ogni persona può partecipare alle attività artistiche e scientifiche del territorio;
- diritto alla libertà di pensiero e di opinione: ogni persona può esprimere le proprie idee senza essere perseguitata;
- diritto alla salute: ogni persona deve poter avere cure, medicine, cibo, acqua..;
- diritto all'istruzione: ogni persona deve poter andare a scuola indipendentemente dal genere, dalla religione e dal Paese
da cui proviene;
- diritto all'uguaglianza: ogni persona è diversa, ma tutte appartengono al genere umano;
- diritto al gioco e al tempo libero: le persone non devono essere sfruttate e i bambini non devono lavorare;
- diritto alla famiglia: ogni persona deve avere qualcuno a cui voler bene e da cui ricevere affetto e protezione;
- diritto alla vita: ogni persona ha il diritto di vivere, nessuno può renderla schiava o farla soffrire.
7. Multiculturalismo: indica una società, dove più culture, anche molto differenti, convivono rispettandosi reciprocamente
fra loro.
10. Riguardo ai diritti umani e al diritto all’istruzione, Malala Yousafzai dice: “Un bambino, un'insegnante, un libro e una
penna possono cambiare il mondo”. Queste parole le ha pronunciate Malala nell'assemblea delle Nazioni Unite il 12 luglio
2013, giorno del suo sedicesimo compleanno. L'anno successivo, le fu assegnato il premio Nobel per la pace. Secondo
lei, chi studia non migliora solo le sue capacità e le sue potenzialità, ma migliora la propria personalità, imparando a
confrontarsi e a dialogare con gli altri, e imparando a conoscere sempre di più i propri diritti e le proprie responsabilità. In
effetti, chi studia ha maggiore possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro e di cambiare la propria vita da adulto. Noi
crediamo che andare a scuola e studiare sia solo un dovere, non pensando che dall'altra parte del mondo può esserci un
bambino, una ragazzina, che desidera solo studiare e andare a scuola. Malala, invita tutti a prendere penne e libri perché
sono le armi più potenti che servono, principalmente a noi ragazzi, per portare avanti le nostre idee e lottare per ciò in cui
crediamo. La scuola è un diritto fondamentale per noi ragazzi, perché non impariamo solo a leggere e a scrivere, ma
impariamo a vivere in una società e a confrontarci con gli altri.
Inoltre, parlando dei diritti all'uguaglianza, mi sono venuti in mente Martin Luther King e Rosa Park che sono stati vittima
di razzismo e hanno combattuto per avere gli stessi diritti dei bianchi. Anna Frank, è stata una delle vittime
dell'antisemitismo nazista.
11. Secondo il mio pensiero bisogna sempre tutelare i diritti umani. Sono diritti perché sono cose che è permesso essere,
fare o avere. Esistono per proteggerci da persone che vogliono danneggiarci o farci del male e ci aiutano ad andare
d'accordo tra di noi e vivere in pace. Noi sappiamo di avere diritto al cibo e ad un luogo sicuro in cui vivere. Sanno di
avere il diritto di essere pagate per il proprio lavoro. Ma dobbiamo sapere che ci sono tanti altri diritti e quando la gente
non conosce bene i diritti umani, si possono avere abusi come la discriminazione, l'intolleranza, l'ingiustizia, la schiavitù.
Se la società rispettasse un quarto dei diritti umani, potrebbe diventare una società molto più stabile e molto più pacifica,
poiché quando violiamo i nostri diritti arriviamo alle tensioni sociali, ai conflitti e all'instabilità.
5. - Il 3 settembre 1791 fu approvata la Monarchia Costituzionale che stabiliva la divisione dei poteri: il potere esecutivo
era nelle mani del re e del governo; il potere legislativo era nelle mani dell’Assemblea legislativa; il potere giudiziario era
nelle mani dei magistrati eletti dal popolo. Si fissa il criterio di suffragio censitario: sulla base dei soldi, per accedere al
voto serve un reddito minimo, e quindi la cittadinanza viene divisa in due fazioni: 1) cittadinanza passiva: esclusa dal voto,
senza ricchezza; 2) cittadinanza attiva: poteva votare ma non essere eletto.
- Il 20 aprile 1792, la Francia dichiarò guerra all’Austria e alla Prussia, accusate di proteggere gli aristocratici emigrati, che
avrebbero voluto schiacciare la Rivoluzione e ripristinare l'Antico regime.
- Le fazioni rivoluzionarie erano divise in “club”, ossia associazioni di interesse politico nate per contrastare l’impostazione
non democratica della Costituzione, che si distinguono in: FOGLIANTI, moderati e sostenitori della monarchia
costituzionale; CORDIGLIERI, repubblicani che rivendicano forme sociali in senso egualitario e con suffragio universale;
GIRONDINI, volevano la repubblica ma con un suffragio censitario, chiedevano una guerra contro le potenze straniere.
- Come ho già detto prima, tra il 20 e il 21 giugno 1791 il re Luigi XVI fugge da Parigi (fallendo, viene catturato): scappa
perché stava organizzando una sorta di restaurazione armata (controrivoluzione), sarebbe andato in Austria e avrebbe
convinto Austria e Prussia a fare guerra ai rivoluzionari per poi tornare all'assolutismo. Ma quando la Francia dichiarò
guerra all’Austria e alla Prussia, essa si sentiva minacciata. Dopo l'arresto di Luigi, ci furono delle manifestazioni di
protesta antimonarchiche: la rivoluzione diventa popolare, quindi tutto il popolo, compresi i poveri, manifestano e
ottengono poi quello che chiedono, ma ebbero la peggio: nell'area di campo Marte, costituita dai sanculotti, il 17 luglio
1791, ci furono una cinquantina di morti e feriti, questo possiamo definirlo “il massacro di campo Marte”.
- Dopo il massacro di campo Marte, dal gruppo dei giacobini, si stacca il gruppo dei foglianti.
- Allo scoppio della guerra, molti generali di origine nobile non approvano la rivoluzione e si accordano con gli austriaci o
si ritirano senza combattere.
6. La costituzione del 1791 può essere collegata al processo più generale della Rivoluzione francese. La Rivoluzione
francese fu un periodo di profondi cambiamenti politici e sociali: nasce il modo di fare e intendere la politica che
conosciamo ora; nascono i partiti, trasforma il sistema di potere, i contenuti e i metodi della politica. In questo periodo,
viene spazzato via l'antico regime che aveva un sistema fondato su tre ordini e sui privilegi. La costituzione del 1791 fu
adottata durante la fase costituzionale della Rivoluzione francese, dopo la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
nel 1789. Questo permise di fare un passo avanti nella società per l'affermazione dei principi di uguaglianza, fratellanza,
libertà e diritti civili, che erano al centro della Rivoluzione francese.
7. Oltre alla Rivoluzione Francese, quando parliamo della Costituzione del 1791, ci viene in mente la corrente
dell’Illuminismo. L'illuminismo fu uno dei più importanti fenomeni della storia mondiale, fu presentato, come lo stesso Kant
affermò, come “l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole”. In questo periodo, emersero nuove
idee sulla natura del governo e dei diritti umani. Infatti, gli intellettuali illuministi, promuovevano l'idea che il potere politico
dovesse essere limitato e controllato attraverso un sistema di leggi fondamentali che garantissero i diritti individuali. E
come abbiamo notato, la costituzione del 1791, ha messo in gioco molti dei principi illuministi, tra cui la separazione dei
poteri, la limitazione del potere del sovrano e la protezione dei diritti individuali.
9. APPROFONDIMENTO: quando tra società civile e monarchia si crea un abisso incolmabile, l'Assemblea cambia nome
in Convenzione Nazionale: l’Assemblea costituente era stabilita dalla costituzione del 1791 e ora cambia costituzione e
quindi cambia nome. Era composta da 749 deputati tra cui: i girondini, che facevano parte della destra (nascono a
Bordeaux, Gironda è un quartiere di Bordeaux); i cordiglieri e i giacobini, che facevano parte della sinistra, e venivano
chiamati anche “montagnardi”, “della montagna” perché sedevano in cima al Parlamento e gli avversari, che erano del
centro e venivano chiamati anche “della pianura”, perché erano in basso, e non hanno un preciso orientamento politico,
ma si schierano a seconda delle circostanze.
Ci furono però, delle questioni più pressanti durante questo tempo:1) il ruolo da affidare ai sanculotti e 2) il processo a
Luigi XVI.
1. I girondini non vogliono dare troppo spazio al popolo, mentre la sinistra e il centro pensano che la sovranità è del
popolo e quindi devono essere accontentati.
2. Luigi XVI va processato, qui il popolo interferisce e ha una voce ma non va sempre assecondato; la sinistra e il centro
vengono condannati, se ci fosse stato un processo si rischierebbe di assolverlo e in quel caso si sovvertirebbe la volontà
del popolo.
Quando Luigi XVI viene processato e poi giustiziato, ci furono dei gesti importanti: l'Europa si scandalizza perché viene
interpretato come una sfida di principio millenario, secondo il quale i re governano i popoli per grazia di Dio e solo a Dio
devono rendere conto; e poi, ci fu il primo atto della convenzione nazionale: abolizione della monarchia e la
proclamazione della Repubblica.
10. DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELLA DONNA E DELLA CITTADINA (Educazione Civica):
In seguito, Robespierre proibì le associazioni femminili, chiuse i loro clubs ed i loro giornali, mentre Olympe de Gouges
veniva ghigliottinata “per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso” ed “essersi immischiata nelle cose della
Repubblica”.
Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della nazione, domandano di costituirsi in assemblea nazionale, ricordando i
loro diritti e i loro doveri. Olympe de Gouges è colei che prende parte a tutti gli episodi della rivoluzione. Si batte per le sue
varie proposte sociali, morali e filosofiche. Lei si propone di difendere il re Luigi XVI al suo processo. Sospettando, che
Robespierre aspiri alla dittatura, lo interpella con numerosi scritti che le valgono come una denuncia al club dei giacobini.
Il 2 giugno 1793, indirizza una lettera piena di energie e di coraggio indignandosi di una misura presa contro i principi
democratici, dove denuncia il fatto che essa confligge con i principi repubblicani. Viene arrestata e messa sotto accusa
per le posizioni assunte. Nonostante ottenne un trasferimento in una prigione per ricchi dove il regime carcerario era più
tollerante, viene condannata a morte. Il 3 novembre Olympe sale al patibolo perché si era opposta all'esecuzione di Luigi
XVI e pare avesse attaccato il comitato di salute pubblica. Sul carro che la condusse alla ghigliottina, lei riaffermò:
” Le donne avranno pur diritto di salire alla tribuna, se hanno quello di salire al patibolo”.
11. La donna è sempre stata emarginata, sottomessa e considerata inferiore all'uomo. Nel corso della storia la donna ha
dovuto lottare per vedersi riconosciuti alcuni dei diritti dai quali era esclusa, come il diritto di voto. Nonostante le conquiste
siano state tante, la strada, ad oggi, sembra ancora lunga perché la donna in alcune zone del mondo e in alcuni ambiti
della vita quotidiana viene ancora emarginata. Al giorno d'oggi si sente parlare sempre dei “Femminicidi”. È un termine
che è stato coniato proprio per identificare un omicidio commesso da uomini nei confronti di donne, proprio perché Donne.
Si pensi che in Italia nella maggior parte dei casi, le donne che vengono assassinate sono state uccise da conoscenti,
familiari, ma soprattutto da ex fidanzati, che non sopportano il loro essere donne, il loro essere libere, e i loro diritti. Giulia
Cecchettin, era una ragazza che si stava preparando per l'evento della sua laurea, ma purtroppo al suo fianco aveva
un'anima nera, invidiosa, cattiva, manipolatrice, pronta a soffocarla e a toglierle completamente la vita. Ma come si fa ad
uccidere la persona che si dice di amare? Allora non possiamo parlare di amore, non possiamo parlare di passione, non
possiamo parlare di bene. Perché quello non è amore, è soltanto una disgrazia, che non sappiamo di avere, e che prima
o poi ci ucciderà. Non è amore se ci fa male, non è amore se ci controlla e se ci fa paura di essere ciò che siamo. Non è
amore se ci picchia, se ci umilia o se ci proibisce di indossare i vestiti che ci piacciono. Non è amore se non rispetta la
nostra volontà, se dubita costantemente la nostra parola, o se ci impedisce di studiare o di lavorare. Noi meritiamo amore,
molto amore, per tutte le volte che ci sono stati sottratti i nostri diritti. Giulia, purtroppo, è stata vittima, di quella disgrazia,
che aveva al suo fianco, che non sapeva di avere, e l'ha uccisa.
5.
Nel periodo successivo a questi eventi, ci fu un clima di paura: i moderati erano terrorizzati dalle manifestazioni
popolari, i cordiglieri e giacobini invece dai possibili complotti contro rivoluzionari. Vennero creati dei tribunali di
vigilanza con il compito di soffocare ogni iniziativa che potesse minacciare le nuove istituzioni. Il 2 settembre 1792
però, con la presa di Verdun da parte dei prussiani (che apriva una via verso la capitale) ci fu un'ondata di panico
nella città: si diffuse la voce che fosse stata organizzata una cospirazione contro rivoluzionaria con i nobili e i preti
refrattari, detenuti nelle carceri parigine; i sanculotti presero così di mira le prigioni, uccidendo dai 1100 ai 1400
persone, La maggior parte delle vittime appartenevano alla categoria dei poveri, di vagabondi reclusi, e di
detenuti per reati comuni, questi vennero definiti i cosiddetti “massacri di settembre” (manifestazione del terrore
giacobino).
Dopo la presa di Verdun, erano arrivate buone notizie anche sul fronte della guerra, in quanto erano riusciti a
bloccare l'avanzata nemica nei pressi di Valmy. Questa battaglia ebbe un grande valore simbolico in quanto gli
“straccioni di Valmy” (esercito di volontari con poca esperienza) sconfissero un esercito ben addestrato e
professionale (Prussia). Quando parliamo della vittoria di Valmy, parliamo della vittoria francese che spinse
Austria e Prussia a ritirarsi dalla Francia. La Francia vinse questa guerra perché aveva un esercito ideologizzato
al nazionalismo, consapevole di star difendendo la propria patria, a differenza di quello prussiano, composto da
professionisti della guerra ma privi di ideali.
Esercito Prussiano: esercito tipico settecentesco, composto da individui che combattevano per denaro o che erano stati
reclutati a forza; nei maggiori dei casi i soldati che componevano questi eserciti provenivano dai ceti sociali più bassi e
non avevano una motivazione seria per combattere, e quindi non lo facevano né per soldi e tantomeno avevano paura
delle punizioni.
Esercito Francese: tentava di essere la nazione in armi, che difendeva la propria libertà e la propria rivoluzione. Era un
esercito ideologico, composto da soldati volontari e quindi erano sostenuti da un'altissima motivazione a combattere. Ciò
che li univa era anche un fattore psicologico, perché miravano a restare uniti, posizionando l'autocontrollo come un loro
punto di forza.
La vittoria di Valmy contribuì a dare nuova forza alla rivoluzione e a creare il clima ideologico nuovo in cui si
inserisce il nuovo atto della convenzione: l'abolizione della monarchia e la proclamazione della Repubblica. Si
trattava ora di decidere la sorte del re e l'assemblea allestì un vero e proprio processo.
I girondini, che erano diffidenti nei confronti delle masse popolari della loro mobilitazione, cercavano di ritardare il
più possibile il processo poiché prevedevano la condanna del re e quindi il rafforzamento dei sanculotti e dei
controrivoluzionari.
I giacobini, disponibili a una temporanea alleanza con i sanculotti per mantenere l'appoggio delle masse popolari,
pretesero che bisognava giustiziarlo senza processo.
Furono presi in considerazione dei movimenti che dimostravano che il re avesse favorito l'immigrazione di molti
aristocratici e quindi la convenzione votò per ghigliottinare il re Luigi XVI il 21 gennaio 1793; 9 mesi dopo viene
condannata a morte anche la regina Maria Antonietta. Con la morte del re, la patria divento sacra, poiché la
sacralità della sua figura passò alla nazione.
(Maria Antonietta sposò all'età di 14 anni Luigi XVI. Divenne nemica molto presto della Corte e del popolo per i suoi
atteggiamenti definiti molto spesso capricciosi. Venne accusata di sperperare i soldi dello Stato in spese futili e in
divertimenti.)
Nel 1793 il conflitto fra girondini e giacobini si fece inconciliabile, la convenzione adottò alcuni provvedimenti:
venne istituito un tribunale rivoluzionario per giudicare i sospetti e fu fissato il prezzo massimo per i cereali e la
farina. Queste misure andavano incontro alla richiesta di sanculotti, anche perché la convenzione cercava
un'alleanza con il movimento popolare per i girondini, però questo era un vero e proprio attentato alla libertà e
soprattutto all'economia. Il 2 giugno 1793 i sanculotti insorsero e la convenzione venne circondata per richiedere
l'arresto dei girondini, da quel momento la convenzione fu dominata dai giacobini.
Il 24 giugno 1793 ci fu l'approvazione della nuova costituzione democratica: la forma di governo non era più la
monarchia ma la Repubblica, il potere legislativo veniva affiancato a un'assemblea eletta dai cittadini, per le
elezioni veniva istituito il suffragio universale maschile.
Dopo l'uccisione del re francese, le armate francesi invasero i Paesi Bassi; la Gran Bretagna divenne il centro
della prima coalizione antifrancese, alleata con Austria, Russia, Russia, Portogallo, Regno di Sardegna, Regno di
Napoli e altri vari stati. La Francia venendo assalita da più fronti è costretta a retrocedere. Non vedendo via
d'uscita, il generale Dumouriez prima tenta un colpo di Stato antirivoluzionario, successivamente si allea col
nemico ed il suo tradimento portò all'instabilità del paese.
Per fronteggiare le difficoltà, la convenzione impose una leva di massa di 300.000 uomini e il prestito forzosa e
ricchi. Nelle campagne si poteva parlare di una vera e propria guerra civile tra borghesi repubblicani e contadini
“sanfedisti”.
Un altro fattore pesante della crisi francese fu la rivolta della Vandea. Le popolazioni della vandea, regione
molto cattolica e fortemente leale al re, insorgono contro il governo rivoluzionario, per ristabilire la monarchia
assoluta dei Borboni e opporsi alle misure restrittive imposte al culto cattolico. Il modello dei guerrieri vandeani fu
la cristiana e monarchica Giovanna D’Arco, eroina del trono e dell'altare è vista come una Santa combattente.
L'insurrezione fu sostenuta anche da nobili e preti refrattari. Era inoltre animata da forti sentimenti antiborghesi,
ritenevano infatti che la borghesia fosse impositrice di laicismo, d’ideali illuministi e patriottici che di scordavano
con gli ideali dell'antico regime in cui confidavano. La guerra fu inoltre causata da costrizione obbligatoria, che
avrebbe lasciato le campagne deserte; una forte politica anticristiana da parte della Repubblica come carestie,
fame e aumento di imposte.
A questo punto, la rivoluzione era in pericolo, e il potere fu assunto dal Comitato della Salute pubblica tra il 5 e
il 6 Aprile 1793, il quale concentro su di sé il comando politico, militare ed economico che portò al rafforzamento
del potere esecutivo sugli altri due e da qui ebbe inizio il fenomeno della “dittatura dell'esecutivo” che diventerà
tipico in tutta la storia contemporanea.
Il comitato di salute pubblica aveva funzioni di governo d'emergenza dovuto alla critica situazione militare e alle
rivolte scoppiate nel paese. Questo porto all'arresto dei girondini (come ho già citato prima), poiché si accusa i
girondini di non saper gestire la guerra, la carestia, e di essere incapaci di adottare misure di emergenza che
andavano contro i principi liberali della borghesia.
Il comitato di salute pubblica venne istituito nel 1793 e fu criticato dai girondini con l'accusa di essere
un'istituzione a base di dittatoriale. Il potere era accentrato nelle mani di Robespierre, definitosi “Leader del
comitato di salute pubblica”, coinvolse anche i sanculotti, a cui chiese sostegno ma contemporaneamente ne
voleva limitare gli accessi. Gli ideali sociali di Robespierre erano incentrati sulla proprietà privata, che non doveva
essere abolita, e indirizzata alla democrazia, che doveva prestare attenzione al bisogno dei poveri. Il comitato di
salute pubblica portò alla dittatura giacobina, che durò dal giugno 1793 al luglio 1794; i Giacobini, guidati da
Robespierre vinsero la lotta per il potere, finirono per essere un organo permanente con numerosi poteri.
Robespierre sostenendo una politica a favore delle classi meno agiate tolse le terre ai nobili e le ha divise in lotti
per darli ai contadini. Per questo aveva molti nemici, tra cui i girondini, i controrivoluzionari contadini e le potenze
straniere, al che Robespierre accentra maggiormente il potere su di sé, avviando “la legge dei sospetti”: chi ha un
sospetto su qualcuno contro la rivoluzione lo può denunciare e viene ghigliottinato.
Ci furono però, dei nuovi disordini, perché i girondini iniziano a prevalere sui giacobini. La convenzione promulgò
una nuova Costituzione detta anche “Costituzione dell'anno I” o “Costituzione del 1793”, che sottolineava il
diritto all'uguaglianza, era molto più radicale rispetto a quella del 1971, e inaugurava un sistema di carattere
repubblicano e democratico: lo stato aveva il dovere di promuovere lo sviluppo e la felicità dei cittadini, regolando
comunque le attività economiche. A differenza della costituzione del 1791 non si basava su suffragio censitario,
ma su suffragio universale maschile. Ma non entrò mai in vigore, servì infatti soltanto per dare un contentino alle
masse popolari.
6-7.
Repubblica: è una forma di governo in cui il potere politico è detenuto dai cittadini o dai loro rappresentanti attraverso un
sistema di governo basato sulla legge. In una Repubblica, la sovranità risiede nel popolo, che elegge i propri
rappresentanti per prendere decisioni politiche e governare il paese. Si basa sulla separazione dei poteri, che è un
principio fondamentale nel sistema repubblicano. Il potere esecutivo, legislativo e giudiziario sono distinti e indipendenti
l'uno dall'altro, per evitare l'accumulo di potere nelle mani di una singola persona o di un solo gruppo.
Democrazia: è un sistema di governo in cui il potere politico deriva dal popolo; quindi, promuove la partecipazione e
l'inclusione di tutti i cittadini nell'ambito decisionale, garantendogli diritti e libertà fondamentali. Uno dei principi
fondamentali della democrazia è il rispetto dei diritti individuali e delle libertà civili. Un sistema democratico deve
proteggere tutti i diritti dell'uomo e deve garantire che tutte le persone siano trattate in modo equo e uguale davanti alla
legge.
Potere: è la capacità di ottenere degli effetti, di produrre dei cambiamenti o di esercitare un'influenza. Il concetto di potere
presenta una duplice natura: può essere un comando impartito da una persona o da un gruppo a un'altra persona o
gruppo; può essere un semplice poter fare, essere in grado di.
Popolo: è l'insieme dei cittadini che hanno una cittadinanza (chi non la ha è un apolide), possedere la cittadinanza è un
legame giuridico che unisce stato e cittadino, e proprio per questo il popolo è lo Stato.
Democratizzazione: è il processo di diffusione dei principi democratici e dei diritti fondamentali in una società,
promuovendo il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni politiche e garantendo l'uguaglianza e la giustizia sociale.
8. Ci sono state critiche o controversie riguardo alla costituzione del 1973? Se sì, quali sono state le principali questioni
sollevate? Ci sono state modifiche significative alla costituzione del 1973 nel corso degli anni?
9. La costituzione del 1793 introduce il suffragio universale maschile: tutti i maschi adulti francesi partecipano all'elezione,
non c'è più il voto censitario; tutti hanno diritto a partecipare alla vita politica. I cittadini pongono alla base della propria vita
la propria libertà e la propria felicità. La libertà e il potere che appartiene all'uomo di fare tutto ciò che non nuoce ai diritti
degli altri: essa ha per principio la natura, per regola la giustizia, per salvaguardia la legge. Ricordiamo la massima “Non
fare ad un altro ciò che non vuoi che sia fatto a te”; lo scopo della società è la felicità comune. Ad oggi, la nostra società,
vive una vita di infelicità: sono aumentati i suicidi; la crisi delle famiglie, poiché molti uomini non trovano più nel
matrimonio e nella famiglia uno dei luoghi possibili della propria realizzazione della propria felicità; l'aumento dei casi di
patologie psichiche, molte delle quali sono il risultato di profonde delusioni da parte della vita.
10. Stoicismo (possiamo collegarlo anche a Seneca): per gli stoici il fine dell'uomo è raggiungere la felicità, che si può
raggiungere attraverso la virtù. Vivere secondo virtù significa vivere secondo ragione, secondo il logos, cioè, vivere in
armonia e in accordo con le leggi naturali stabilite dal logos che regola tutto l'universo. Mentre l'animale raggiunge
l'accordo con la natura attraverso l'istinto, l'uomo vi giunge mediante l'uso della ragione. Essendo che l'anima dell'uomo
deriva dal logos, dalla ragione universale che è dentro il mondo e che lo governa e che gli dà ordine, allora tutti gli uomini,
avendo la loro anima una medesima origine, sono uguali fra loro, anzi tutti i fratelli. Tutti gli uomini costituiscono un'unica e
generale comunità-società: tutti sono ugualmente “cittadini del mondo”. Questa è la concezione cosmopolita degli stoici.
Per tutti gli uomini vale la medesima legge di natura e tutti devono essere amici tra loro (filantropia). (Collegamento
scienze umane- globalizzazione, multiculturalità, multiculturalismo).
Dewey: parla di democrazia ed educazione, l'educazione non è mai individuale ma è un fatto sociale in cui si ereditano i
valori democratici. La scuola deve essere organizzata come una grande democrazia, bisogna essere cittadini attivi e
partecipare in maniera solidale; lo scopo della scuola è appunto quello di formare cittadini attivi e le decisioni vanno prese
a maggioranza, quindi, è fondamentale la partecipazione. La scuola deve essere aperta a tutti, tutti devono poter
esprimere le proprie potenzialità e tutti devono avere diritto di raggiungere il successo formativo.
5. - A causa del periodo del terrore furono giustiziati centinaia di francesi imputati di tradimento della rivoluzione. E ci
furono numerose perquisizioni e numerosi arresti compiuti sulla base di denunce e processi sommari conclusi con
sentenze durissime come ad esempio la ghigliottina, che fu il principale strumento di esecuzione usato durante il Terrore.
Chi si opponeva alla politica subiva violenza e morte fisica, poiché non era possibile trovare un compromesso. Quindi, chi
la pensava diversamente o dichiarava la propria politica e moriva, o cambiare idea e si conformava l'ideologia che
dominava.
- gruppi radicali come gli Hebertisti capitanati da Hébert promossero una politica di scristianizzazione: le chiese furono
chiuse e adibite al culto della “Dea Ragione”, fu un’espressione di deismo e di pensieri illuministici, le feste religiose
furono soppresse e i preti furono incentivati a sposarsi. Il 5 ottobre 1793 venne introdotto un nuovo calendario, chiamato
calendario repubblicano, in cui i giorni vennero contati a partire dal 21 settembre 1792, giorno in cui fu proclamata la
Repubblica e i mesi prendevano il nome del ciclo naturale del lavoro nei campi, da cui si poteva ricavare il tipo di stagione
in cui ci si trovava, la temperatura e lo stato della vegetazione; furono abolite le settimane (sostituite da 10 giorni) e la
domenica, e furono istituite festività laiche.
- assassinio del cordigliere Marat: Marat venne ucciso il 13 luglio 1793 e la sua morte fu presentata dal governo
giacobino come un martirio laico in nome di una fede rivoluzionaria. Infatti, l'evento fu preso come necessità di
intraprendere provvedimenti severi nei confronti dei nemici della costituzione.
- la pacificazione della vandea e la difesa della patria: la vittoria contro gli eserciti controrivoluzionari era lo scopo
supremo del governo dittatoriale giacobino. La costituzione del 1793 non entrò in vigore proprio per dare priorità alla
difesa militare della patria in pericolo dall'esterno e dall'interno. La vandea venne pacificata alla fine del 1793, mentre tra il
novembre 1793 e il Marzo 1794 tutto il territorio nazionale venne liberato e le armate rivoluzionarie spinsero gli austriaci
oltre il Reno riconquistando la Savoia.
- IL GRANDE TERRORE: per rispondere alle esigenze di interessi borghesi e popolari, Robespierre si mosse contro gli
Hébert e gli Hebertisti che furono processati e giustiziati: contemporaneamente, anche chi si professava moderato e
indulgente costituiva un pericolo per la società, di conseguenza Robespierre fa ghigliottinare Danton, il quale aspirava
all'abbandono del terrore.
- il periodo del terrore fu giustificato da una situazione d'emergenza, in cui la Francia necessitava di contrastare potenze
straniere. Nel momento in cui la Francia vinse nella battaglia di Fleurus, In Belgio, dove era venuto meno il pericolo di
un'invasione straniera, le misure eccezionali, emanate durante il Terrore, iniziarono a sembrare eccessive e i loro
responsabili a essere malvisti, anche perché il crescente clima di terrore faceva sì che chiunque si sentisse un possibile
bersaglio e futura vittima, soprattutto in seguito alla ghigliottina di Danton.
-gli oppositori dei giacobini fanno arrestare Robespierre e lo fanno ghigliottinare il 28 luglio 1794.
-coloro che avevano rovesciato Robespierre non volevano il ripristino della monarchia e del feudalesimo, non volevano
restituire le terre confiscate, avevano appoggiato la violenza del terrore fino a quando era funzionale ai loro interessi,
vollero il ritorno della separazione tra stato e chiesa, volevano l'abolizione del controllo sui prezzi e del calmiere sui generi
di prima necessità, organizzarono il “terrore bianco” contro i giacobini e volevano l’ascesa economica degli uomini
dell'Alta borghesia.
- nel 1795 la convenzione approvò la costituzione dell'anno III (comincia la fase della rivoluzione più moderata) e si affidò
il potere esecutivo al Direttorio, composto da 5 membri, la cui autorità posava su basi fragili: essa, infatti, fu indebolita
dalla Congiura degli uguali (attuata da un gruppo di giacobini radicali che volevano abolire la proprietà e ridistribuirla in
parti uguali) e della formazione della seconda coalizione antifrancese.
-di queste debolezze ne approfittò Napoleone Bonaparte, che fu un noto generale emerso dal direttorio che con un colpo
di Stato instaurò un nuovo governo, detto Consolato e composto da 3 Consoli.
La Rivoluzione francese ha segnato la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra (età moderna e età contemporanea).
6-7. Ghigliottina: è un dispositivo utilizzato per la decapitazione degli individui condannati alla pena di morte.
Giustizia: è la qualità che ci fa mostrare rispetto per i diritti degli altri, e quel valore che ci fa agire secondo bontà e verità;
la volontà di riconoscere il diritto di ognuno attraverso l'attribuzione di quello che gli spetta
Comunismo: è quel tipo di relazione sociale che ha come suo principio fondamentale la comunanza dei mezzi di
produzione e anche l'organizzazione collettiva del lavoro, con l'obiettivo di costituire una società di persone uguali senza
che si creino i presupposti per dei conflitti di natura sociale, politica e per delle guerre tra i vari stati.
9. La costituzione del 1795, chiamata anche “Costituzione dell'anno III”, abolisce il suffragio universale e si ritorna al
suffragio censitario che concedeva il diritto di voto solo ai cittadini che potevano pagare imposte dirette e il diritto di essere
votati solo da cittadini benestanti. Il potere legislativo venne conferito a due assemblee: il Consiglio dei 500, che
presentava e discuteva le leggi, e il Consiglio degli anziani (250 membri) che doveva approvare o respingere le leggi. Il
potere esecutivo spettava al Direttorio, composto da 5 membri, che nomina i ministri, controllava l'esercito e gestiva la
politica estera.
10. Nel corso del 700, il secolo dell'illuminismo, molti letterati denunciarono il ricorso alla tortura e la sproporzione delle
pene i privilegi dell'aristocrazia. Ricordiamo Voltaire per il “Trattato sulla tolleranza” e Cesare Beccaria con “Dei delitti e
delle pene” (collegamento italiano). Entrambe le opere avrebbero ispirato le iniziative dei rivoluzionari francesi: una delle
prime imprese che impegnarono nell'Assemblea Nazionale Costituente fu l'elaborazione di un Codice penale in accordo
con i principi del diritto naturale, e fu in questo contesto che si tenne il dibattito sulla pena di morte.
11. Attualmente la pena di morte è ancora in vigore in 58 stati del mondo e in 56 di questi viene ancora praticata e nella
maggior parte dei casi si tratta di paesi governati da regimi dittatoriali. In Europa, la pena capitale rimane effettivamente in
vigore solo in Bielorussia, ma anche in alcuni paesi dell'Africa e della Russia ma non viene applicata da molti anni. Alcuni
pensano che la pena di morte sia giusta e che non dovrebbe essere abolita, perché ritengono che sia uno strumento per
abbassare il tasso di criminalità. Ma come sappiamo, ad oggi, nessuno studio ha dimostrato che la pena di morte abbia
una funzione positiva sui tassi di omicidio. Io penso che nel momento in cui le persone commettono reati, come l'omicidio,
non hanno la capacità di ragionare e quindi le emozioni hanno il sopravvento sulla ragione. In alcuni casi sono addirittura
sotto effetto di droghe o alcool. Per altre persone, la pena di morte è una punizione che non ha rimedio e che può essere
condotta anche a persone innocenti ma bisogna considerare l'importanza del diritto alla vita, che è un principio
fondamentale su cui si basa, appunto, la nostra società.