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Firenze: S.

Maria Novella, chiesa domenicana, 1279


Il progetto, secondo fonti documentarie molto controverse, si deve a due frati
domenicani. La facciata fu completata da Leon Battista Alberto nel XV secolo
In fondo alla navata principale, ad
un'altezza di 45 metri, è stato ricollocato
dal 2001 il Crocifisso di Giotto (databile
verso il 1290), dopo dodici anni di restauro

Pianta a croce commissa suddivisa


in tre navate con sei ampie
campate che si rimpiccioliscono
verso l'altare dando la sensazione
di una lunghezza maggiore di
quella reale.
Coperta da volte a crociera
costolonate a sesto acuto. I
costoloni sono decorati da pitture
parietali bicrome bianco-verdi e
sostenute da pilastri polistili.
Firenze: S. Croce, francescana, 1294. Architetto Arnolfo di Cambio
L'interno è semplice monumentale al
tempo stesso.
Pianta a croce latina commissa con
cappelle lungo il transetto. Divisa in tre
navate. Le colonne hanno fusto ottagonale
e sostengono archi a sesto acuto. Il soffitto
a capriate, richiese un complicato
congegno strutturale data l'enorme luce
libera e il peso che rischiava di soverchiare
le sottili murature.
Arnolfo, rispettando in qualche modo lo
spirito francescano, disegnò una chiesa
con una pianta volutamente spoglia, con
ampie aperture destinate all'illuminazione
delle pareti sulle quali, dovevano essere
affrescati grandi cicli figurativi destinati a
narrare al popolo analfabeta le Sacre
scritture.

Nota come Tempio dell'Itale glorie per le numerose sepolture di sommi artisti,
letterati e scienziati che racchiude. La definizione risale al carme Dei
Sepolcri di Ugo Foscolo in un passo in cui l'autore definisce Firenze: ma più
beata che in un tempio accolte
serbi l'itale glorie
Duomo di Firenze / Santa Matia Novella 1296/1436. Arnolfo di
Cambio/Talenti
Si trova nel cuore della città in asse con il battistero. La facciata è
ottocentesca
Duomo di Firenze (Santa Maria in Fiore)
pianta 1296 Architetto Arnolfo di Cambio
progettata in sostituzione della piccola chiesa di Santa Reparata

La pianta è data dalla


fusione di uno schema
longitudinale (rettangolo) con
uno centrale (ottagono)
triabsidato. Al centro una
grande cupola ma causa
della morte prematura di
Arnolfo,Talenti completò
l’opera ingrandendo la pianta
non tenendo conto
dell’impossibilità di costruire
una cupola con i mezzi
tradizionali (centine)
Arnolfo quindi doveva aver
già pensato a una chiesa
dotata di una grande cupola,
ispirata al modello romano
di Santa Maria della Rotonda
(il Pantheon), e con l'intento
di superare le dimensioni del
Battistero.
Il campanile di Giotto 1298/1359
L'impronta di Giotto è evidente nel pittoricismo del
rivestimento in marmi (bianchi, verdi e rossi) e dal
ciclo figurativo del basamento del campanile. Alla
morte di Giotto nel 1337 solo il primo dado era
compiuto, e già si erano evidenziate le carenze
strutturali del progetto, Si riferisce la leggenda che
Giotto fosse morto di dolore per avere dato al
campanile poco ceppo da pie'... .
Alla sua morte subentrò prima Pisano che si
occupò dei problemi statici irrobustendo le mura e
poi Talenti che vi lavorò dopo l'interruzione dei
lavori dovuti alla Peste nera, intervenne negli ultimi
tre settori modificando la parte terminale che Giotto
aveva pensato a Cuspide
L’edilizia Civile
Dopo l’anno mille si assiste ad una repentina
crescita delle città. Si diffondono accanto alle
chiese:
•Case-torri: abitazioni private di nobili e ricchi
borghesi
•Palazzo pubblico: sede di rappresentazione del
governo del Comune

Case-torri
Palazzo pubblico
Le case torri
• Abitazioni a pianta quadrata che si sviluppano in
altezza assumendo l’aspetto di una torre.
• L’altezza della torre indica l’importanza della
famiglia
• Sono in pietra o mattoni con parti lignee (SPORTI)
• Hanno poche e piccoli finestre
I palazzi pubblici

• E’ il simbolo del
governo dei Comuni
• Aspetto sobrio
• Affaccia sulla piazza
principale
• Piano terra aperto per
lasciare spazio a
mercati o incontri
pubblici o presenta
botteghe
• Piano superiore ha
un’unica ampia sala
per le riunioni civiche
FIRENZE
Palazzo Vecchio, Firenze. Arnolfo di Cambio,1299.
Chiamato Palazzo dei Priori poi della Signoria poi Ducale

Alla fine del XIII secolo la città di Firenze decise


di costruire un palazzo in modo da assicurare ai
magistrati un'efficace protezione e a celebrarne
l'importanza.
Palazzo dei Priori fu costruito sulle rovine di due
palazzi preesistenti di una famiglia ghibellina e
Incorporò l'antica torre della Vacca utilizzandola
come parte bassa della torre nella facciata.
Questa è la ragione per cui la torre rettangolare
(94 m) non è nel centro dell'edificio.
La facciata
dà l'impressione di solidità grazie alla finitura esterna
di bugnato rustico in pietraforte.
È divisa in tre piani principali da cornici marcapiano, che
sottolineano due file di bifore marmoree neogotiche con
archetti trilobati, aggiunte nel Settecento in sostituzione
di quelle originarie.
La parte antica è coronata da un ballatoio aggettante
sostenuto da beccatelli su archi a tutto sesto e
caratterizzato da una merlatura di tipo guelfo (con la
sommità squadrata), mentre la torre ha una
merlatura ghibellina ("a coda di rondine").
Particolare dei BECCATELLI di Palazzo Vecchio caditoia

Statua bronzea

Ciascun beccatello era decorato da una testa scolpita, umana o animale, delle quali rimangono ancora visibili
alcuni esemplari in bronzo.
Alcuni di questi archi sono dotati di caditoie che potevano essere utilizzate, a scopo difensivo, per gettare su
eventuali invasori olio bollente o pietre.
SIENA
SIENA
La facciata è sterometrica
Segue il rapporto aureo

Malgrado queste anomalie, il palazzo ha un aspetto


perfettamente equilibrato, perchè corrisponde a leggi
armoniche non appariscenti ma più complesse di quelle della
semplice simmetria.
La torre divide la linea orizzontale del ballatoio in due segmenti
calcolati in sezione aurea, ossia in media proporzionale, per
questo il rapporto geometrico tra la posizione della torre rispetto
alle dimensioni dell'edificio è una delle più interessanti invenzioni
di Arnolfo
Inoltre la forma del palazzo è stereometrica: la sua posizione
obbliga lo spettatore a percepirne contemporaneamente le tre
dimensioni. Gli spigoli ben delineati le ombre che si addensano
sotto i ballatoi sottolineano la precisione geometrica e l'equilibrio
delle proporzioni.
Sulla torre, i merli a coda di rondine alleggeriscono la massa e
ne accompagnano lo sviluppo verticale.
Palazzo Vecchio Firenze
interno
Palazzo Pubblico Siena 1297/1310
Voluto dal Governo dei Nove della Repubblica di Siena, come propria sede. Tale
funzione si riflette anche oggi, come sede dell'amministrazione comunale, oltre che del
Museo civico. Sorge sulla piazza del Campo ed è affiancato dalla snella Torre del
Mangia.

La facciata è composta di quattro ordini nel corpo


centrale e tre ordini nelle due ali laterali.
Nell'ordine inferiore con paramento marmoreo si
aprono una serie di archi (arco sbarrato) in
corrispondenza all'ingresso della torre troviamo
una struttura a edicola.
L’ordine superiore in pietra rossa ha una
successione di aperture trifore a sesto acuto
Il corpo centrale è rialzato di un piano rispetto
alle due ali laterali.
Sulla sommità, si presenta un coronamento
merlato di tipo guelfo.
I fori che costellano la facciata sono buche pontaie,
usate dai costruttori medievali per alloggiare le
travi in legno delle impalcature necessarie al
cantiere.
Al centro della facciata un grande disco presenta
il trigramma di Cristo ideato da san Bernardino da
Siena-Il simbolo bernardiniano meglio conosciuto
come "IHS" è dato dal trigramma che si viene a
formare con le lettere iniziali del nome di Gesù in
greco, poi adattato al latino
Palazzo Pubblico Siena
FEDERICO II (1197-1250)
il recupero dell’arte classica
Federico II re di Sicilia e imperatore da’ una forte
impronta all’arte e all’architettura dell’Italia meridionale
Proprietario di una ricchissima biblioteca e
collezionista di antichità promuove IL RECUPERO
DELL’ARTE CLASSICA.
Rinasce la trattatistica ispirata ai modelli romani
Fa costruire numerose residenze fortificate a scopo
difensivo
Queste sono caratterizzate da una rigorosa pianta Busto di Federico II,
geometrica e da volumi semplici Barletta Museo Civico
Castel del Monte Andria (Puglia)
ha una forma semplice e regolare inserita nel sistema di
fortificazioni volute da Federico II per difendere il suo regno
meridionale

Enrico VI DI Svevia (figilio di


Barbarossa) sposa
Costanza di Altavilla e
diviene imperatore e re di
Sicilia morì lasciando il figlio
Federico di soli 3 anni. Il
monarca, soprannominato
“Stupor Mundi” per
l’eclettismo e la vastità della
sua cultura, lasciò in eredità
al suo Castello tutto
il mistero che ne circondava
la figura. L’uomo risiedeva a
Palermo e promosse diverse
iniziative culturali (fondò
l’Università di Napoli, fece
tradurre dal latino le opere di
Aristotele ecc)
Castel del Monte Andria
• Rivestito con tre materiali da
costruzione:
• pietra calcarea locale, bianca o rosata
a seconda dei momenti del giorno e
delle situazioni meteorologiche.
Preponderante perché interessa le
strutture architettoniche nel loro insieme
ed alcuni particolari decorativi;
• il marmo, bianco o leggermente
venato, oggi superstite nelle preziose
finestre del primo piano e nella
decorazione delle sale, ma che in
origine doveva costituire gran parte
dell’arredo del castello;
• infine la breccia corallina, nota di
colore usata nella decorazione delle
sale al piano terra e nelle rifiniture di
porte e finestre, interne ed esterne.
Castel del Monte Andria
Pianta: ottagono regolare con 8 torri
sugli spigoli che fungono da scale. Al
centro cortile ottagonale. Gli ambienti
sono coperti da volte a crociera
costolonate ad ogiva
Il rigore matematico e astronomico della
sua planimetria, basata sull’otto come
numero guida e il suo posizionamento,
studiato in modo da creare particolari
simmetrie di luce nei giorni
di solstizio ed equinozio, creano
un simbolismo che appassiona da
secoli gli studiosi, lasciando ai visitatori
una sensazione di piacevole enigma.
In aggiunta a questo l’impianto militare
Castel de Monte curiosamente manca
degli elementi che caratterizzano la
maggior parte dei monumenti
militari del periodo come le mura di
cinta, il fossato e le stalle.
La ricorrenza del numero 8
Otto sono i lati della pianta del Castello, l'otto, sette + 1, esprime la perfezione
otto le sale del piano terra e del primo assoluta perchè non solo è il simbolo
piano a pianta trapezoidale disposte in dell'infinito capovolto e quindi
modo da formare un ottagono, e otto dell'eternità, ma rappresenta la nuova
sono le torri, ovviamente a pianta creazione. Mentre la vecchia creazione
ottagonale, disposte su ognuno degli otto di Dio si è svolta in sette giorni, la
spigoli. nuova creazione partirebbe dall'ottavo,
Si ritiene che nel cortile interno fosse che in questo caso viene rappresentata
presente una vasca anch’essa dalla rinascita battesimale.
ottagonale.
Di particolare interesse è l’installazione
idraulica per i servizi igienici, di origine
orientale.
La corte di Federico riuniva i migliori matematici, architetti,
musici, letterati, astronomi del tempo. Lo stesso sovrano era
ossessionato da ogni forma di sapere e dagli esperimenti che ne
poteva trarre. Passava più tempo che poteva a studiare e si
faceva tradurre un'infinità di testi antichi. L'università era la sua
seconda casa. Castel del Monte poteva dunque essere il risultato
di questi esperimenti, un grosso risultato di una complessa
formula matematica.
interpretazioni

Molte sono state le interpretazioni di Castel


del Monte:
• Un percorso iniziatico
• Il Graal
• Lo scrigno che conteneva il Graal
• La corona imperiale di Federico II
• Un osservatorio astronomico
• Un enorme congegno matematico
• Una dimora di caccia
Castel del Monte Andria

Giungendo nel cortile si è investiti da una sensazione di trovarsi fuori dal mondo. E' come se ci si
trovasse all'interno di un immenso pozzo, senza via d'uscita, senza alcuna possibilità di fuga. Un
tempo è sicuro che ci fosse una vasca ottagonale al centro del cortile, l'iniziato, dopo essersi
purificato con l'acqua poteva cominciare l'avventura mistica tra le stanze del castello, come un
cavaliere dopo essersi purificato con l'acqua del Graal, anzi la sensazione era quella di trovarsi
addirittura all'interno del sacro calice, dato che l'impressione, a guardare in alto, è proprio quella di
essere dentro un'enorme bicchiere!
Castel del Monte Andria

Tutte le stanze sono uguali tranne una, la


"stanza magica".
E' al piano terra ed è cieca, ma rispetto
alle altre è diversa per le decorazioni del
pavimento a stella di Davide. Si pensava
fosse una stanza magica, utilizzata per
rituali particolari, o per la fine del viaggio.
Duomo di Siena 1220/1370 stile romanico-gotico

Pianta a croce latina con tre


navate e cupola poligonale
Coperta da una serie di volte
costolonate a sesto acuto
Duomo di Siena, facciata. G.Pisano, Tino da Camaino
Giovanni Pisano fece solo ordine inferiore, lasciò
l’incarico per le critiche che ebbe.
Egli realizzò tre portali strombati cuspidati decorati
da foglie rampanti e i due torrioni laterali. Il portale
centrale con un arco a tutto sesto, quelli laterali
leggermente ogivali. Sopra le cuspidi tre statue
con Angeli ai lati e una statua della Vergine al centro
alla quale il grande oculo sembra fare da aureola. I
torrioni laterali esterni sono tozzi e robusti, alleggeriti
solo da slanciate finestre, che si aprono negli
incassi, e da edicole cuspidate con
statue, doccioni e coronamenti gotici. Giovanni
Pisano curò anche la decorazione scultorea, e
corredò la facciata di un sorprendente ciclo di statue
gotiche. La parte superiore è di Tino da Camaino
tricuspidata.
Nel complesso la facciata superiore è in stile gotico
fiorito.
Rispetto a quella di Orvieto prevale l’approccio
scultoreo (essendo Pisani scultore/architetto)
Duomo di Siena
Duomo di Siena
interno

Interno è
interamente
decorato a fasce
bicrome
Duomo di Siena
pulpito
Duomo di Orvieto
facciata
Duomo di Siena - Duomo di Orvieto
Duomo di Orvieto. Disegnato in stile romanico da un artista sconosciuto
(forse Di Cambio)
La facciata tricuspidata è armoniosa ed
equilibrata, uniforme nello stile. Quattro
contrafforti verticali a fasci, terminanti
ciascuno con una guglia, dividono la
facciata in tre settori. Al centro un rosone.
Parte inferiore tre portali strombati
cuspidati. Il primo architetto-scultore che vi
lavorò è sconosciuto, ma probabilmente
non fu Lorenzo Maitani che inserì elementi
gotici, decorò a bassorilievo tutta la parte
inferiore della facciata, cambiò il progetto
da monocuspidato a tricuspidato e dette
alla facciata l'aspetto che vediamo ancora
oggi, pressoché rispettato dai numerosi
capomastri che gli succedettero negli anni.
I bassorilievi che decorano i 4 piloni della parte
inferiore della facciata sono uno degli esempi più
mirabili di scultura gotica in Italia, se non in Europa.
Essi descrivono il destino dell'uomo,
dalla Creazione al Giudizio finale. Sui 4 piloni
abbiamo, da sinistra e destra:
Storie del Vecchio testamento, con particolare
riferimento alla Genesi
Storie del Vecchio testamento, con particolare
riferimento agli Eventi Messianici
Storie del Nuovo Testamento
Giudizio Finale
Il primo e l'ultimo dei bassorilievi (quelli esterni)
sono stati realizzati proprio da Lorenzo Maitani,
subentrato a maestranze straniere non identificate
che probabilmente avevano lavorato
precedentemente ai bassorilievi interni.
Duomo di Orvieto
pianta 1299

Pianta a croce
latina immissa
Navata centrale
coperta da
capriata lignea
Duomo di Orvieto
interno
Duomo di Siena; Duomo di Orvieto
Duomo di Orvieto
portale strombato

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