Secondo Modulo Tpfa 2
Secondo Modulo Tpfa 2
X0 potrebbe essere S0, ossia il prezzo corrente dell’attività sottostante in t0 = 0, quindi X0 = X ossia è noto,
non è però noto X1, ossia il valore finale di questa variabile aleatoria, ossia in t1 = 1, quindi modelliamo
questo valore futuro come una variabile aleatoria non più continua ma discreta, abbiamo quindi tempo
discreto e variabile aleatoria discreta (diverso dal modello BSM dove avevamo tempo continuo e variabile
aleatoria continua). In questo caso la variabile è dicotomica, in cui nel primo nodo fa un movimento verso
l’alto X1u (u = upper) dove X1u = X0u, mentre nel secondo nodo fa un movimento verso il basso X1d (d =
down) dove X1d = X0d; quindi, si ha o un incremento o un decremento, inoltre X1u > X1d. In questo modello,
che è il più semplice, abbiamo una variabile aleatoria che può assumere due valori, quello che assume nello
stato up e quello che assume nello stato down, rispettivamente con probabilità p e 1-p quindi:
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Cox, Ross e Rubinstein sono gli autori del modello binomiale che si sono chiesti come fissare i parametri 𝑢 e
𝑑 affinché il modello binomiale vada a convergere al modello di Black-Scholes-Merton. Vi sono 3 parametri
da stimare nel modello, e i 3 autori hanno scritto 3 equazioni per costruire un modello binomiale che,
utilizzando un numero di intervalli elevato che tende a +∞ (ogni secondo il prezzo può andare up o down),
tende appunto al modello BSM.
In particolare, per le opzioni europee la distribuzione di probabilità del titolo sottostante nei nodi finali (ST)
deve convergere alla distribuzione di probabilità prevista dal modello di Black-Scholes-Merton:
distribuzione log-normale (se calcolo il logaritmo viene fuori una normale). A scadenza, la distribuzione di
probabilità nei nodi è una binomiale dove up è successo e down è insuccesso su n prove. Dunque, CRR
effettuano il logaritmo e si calcolano la media e la varianza sia per la distribuzione log-normale sia per la
distribuzione binomiale e le pongono uguali in modo che convergano alla stessa media e varianza.
• Prima equazione: E(X) Log Normale = E(ST)
• Seconda equazione: 𝑙𝑖𝑚 𝑉𝑎𝑟(𝐵𝑖𝑛𝑜𝑚𝑖𝑎𝑙𝑒) = 𝑉𝑎𝑟(𝐿𝑜𝑔 − 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑎𝑙𝑒)
!→#$
'
• Terza equazione: 𝑑 = 𝑢&' = (
Queste sono le 3 equazioni che hanno impostato, dalle quali ricaviamo direttamente i risultati teorici del
modello CRR: i due parametri u e d. (Nel modello ci sarebbe poi anche un terzo parametro p che però è uguale
) !△# & *
alla formula già illustrata 𝑝 = (&*
.) I due parametri sono:
1. 𝑢 = 𝑒 +√-.
2. 𝑑 = 𝑒 &+√-.
Dove:
● σ è la volatilità stimata nel tempo reale;
● Δt è la lunghezza dell’intervallo temporale.
Se noi adottiamo questi valori dei parametri troviamo che il modello binomiale diventa un’ottima
approssimazione del modello log-normale con un numero di intervalli elevato. Il vantaggio è che il modello
binomiale ci dà la possibilità di valutare anche le opzioni americane, cosa che non era possibile con il modello
di Black-Scholes-Merton. Diventa dunque fondamentale, per effettuare questa stima, la volatilità 𝜎 del titolo
sottostante che è anche un parametro fondamentale per il calcolo dei prezzi di Black-Scholes-Merton.
L’argomentazione di assenza di opportunità di arbitraggio è fondamentale per la valutazione delle opzioni
utilizzando il modello binomiale, in quanto in un mercato finanziario efficiente e privo di arbitraggio non ci
sono possibilità di ottenere profitti senza rischio, ciò consente di determinare il valore equo di un’opzione
replicando il suo play-off attraverso un portafoglio composto dall’asset sottostante e da strumenti privi di
rischio.
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Al tempo T il valore di un portafoglio Long su Δ Azioni e Short su un derivato è dato da:
Questo significa che, se il portafoglio voglio che sia privo di rischio, i due pay-off alla scadenza devono
/( & /*
risultare uguali quindi: 𝑆0𝑢Δ − 𝑓𝑢 = 𝑆0𝑑Δ − 𝑓𝑑, da cui isolando l’incognita Δ troviamo: Δ = 01 ∗ (( & *).
Il valore del portafoglio all’epoca 𝑇 è uguale tra caso up e down, basta sceglierne uno e sarà: 𝑆0𝑢Δ – 𝑓𝑢, che
una volta calcolato è possibile calcolare il valore del portafoglio privo di rischio 𝑊0 (quindi in 𝑡 = 0)
attualizzandolo con il tasso 𝑟 risk-free: 𝑊0 = (𝑆0𝑢Δ − 𝑓𝑢)𝑒−𝑟𝑇, un altro modo di scrivere il valore del
portafoglio in 𝑇 = 0 è 𝑊0 = 𝑆0Δ – 𝑓, ma dato che siamo sotto ipotesi di assenza d’opportunità di arbitraggio
questi due valori devono essere uguali, quindi: (𝑆0𝑢Δ − 𝑓𝑢)𝑒−𝑟𝑇 = 𝑆0Δ – 𝑓 e isolando l’unica incognita 𝑓
risulterà pari a: 𝑓 = 𝑆0Δ − (𝑆0𝑢Δ − 𝑢)𝑒−𝑟𝑇 che sarà il valore dell’opzione in 𝑡 = 0. Raccogliendo 𝑆0Δ,
/( & /* ) $!% ) $!% & * (( & ) $!% )
sostituendo Δ = 01(( & *) e raccogliendo (&*
otteniamo: 𝑓 = 𝑒 &56 [𝑓𝑢 (&*
+ 𝑓𝑑 (&*
dove:
) $!% & *
● p=
(&*
(( & ) $!% )
● 1-p= (&*
.
con S0 > 0.
Dove:
● St è una LogNormale;
● W = (Wt)t≥ 0 è il processo di Wiener o moto browniano standard e Wt è la componente aleatoria in t.
W0 = 0 a.s, ossia è un processo che parte da 0 con probabilità 1, vuol dire che tal volta, ma con probabilità
zero, potrebbe partire e saltare da un’altra parte in partenza ma quasi certamente, con probabilità 1, parte da
0. È un processo che ha incrementi stazionari e indipendenti. Inoltre, data la distribuzione Wt ~ N(0,t), la
varianza t ci fa capire che più si lascia passare il tempo maggiore sarà la varianza questa caratteristica si
trasferisce anche al moto browniano geometrico, ossia ai prezzi con traiettorie continue bisogna lasciare un
po’ di tempo perché possano variare di molto rispetto al punto in cui sono partiti, si arrivò alla seguente
formula:
Dove:
● z ~ N(0,t) è una normale standard; quindi, √𝑡*z ha la stessa distribuzione di Wt;
● r è il tasso risk-free;
● σ è la volatilità ed è strettamente positiva.
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2. DESCRIVERE L’ESTENSIONE DEL MODELLO DI CRR A PIÙ STADI.
Il modello Binomiale viene applicato al prezzo di un titolo sottostante l’opzione e prevede due possibilità:
che il prezzo salga o che il prezzo scenda, tra un periodo all’altro, di un numero preciso. Da un punto di vista
grafico, si chiama albero perché si ramifica come i rami di un albero, mentre si parla di binomiale perché nel
modello da ogni nodo si biforcano esattamente due rami (esistono alberi a più nodi anche).
Partendo dal modello binomiale a 1 passo, possiamo definire una variabile aleatoria la quale ha un'evoluzione
nel tempo, ossia un processo aleatorio a tempo discreto. In questo modello, che è il più semplice, quindi
abbiamo una variabile aleatoria che può assumere due valori, quello che assume nello stato up e quello che
assume nello stato down, rispettivamente con probabilità p e 1-p quindi:
Si può estendere il modello binomiale a n passi perchè se ripetiamo questa struttura più e più volte vediamo
che:
Come si vede da qua, il primo step è uguale al modello a 1 passo, poi dal primo step nello stato up si può avere
un salto in alto e un salto in basso, stessa cosa dallo stato down. In questo caso sono stati riportati 4 passi e i
nodi finali sono 5 (n+1). Alla fine, in alto abbiamo lo stato X4,4 in cui arriviamo avendo fatto quattro rialzi,
segue poi X4,3 ossia quattro rialzi e tre ribassi, ecc fino a X4,0 ossia quattro ribassi, per questi indici si usa la
notazione Xi,j = X0ujdi-j dove i=numero di passi e j=numero di “up” (rialzi) con j ≤ i.
Il modello a 1 passo è una distribuzione dicotomica mentre la distribuzione dei nodi finali nel modello a n
passi è una distribuzione binomiale la quale deriva dall’aver ritenuto n prove indipendenti di tipo bernoulliano,
ossia il fatto di avere, all’epoca successiva, un rialzo o un ribasso è indipendente dall’aver avuto
precedentemente un rialzo o un ribasso. Abbiamo, quindi, degli incrementi che sono indipendenti, lo stato
invece dipende da dove parto e dal valore iniziale. In questo caso abbiamo n incrementi indipendenti e il
numero di traiettorie che permette di raggiungere i nodi finali è il coefficiente binomiale di n/j perché è il
numero di combinazione di n elementi presi j alla volta.
L'estensione del modello binomiale a più stadi permette di valutare opzioni in modo più accurato, riflettendo
meglio le fluttuazioni del prezzo dell'attività sottostante. Questo approccio consente di considerare la
complessità dei mercati finanziari reali e fornisce un metodo robusto per la valutazione delle opzioni.
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3. DISCUTERE BREVEMENTE UNA GENERALIZZAZIONE DEL MODELLO A N PASSI PER LA
VALUTAZIONE DELLE OPZIONI DI TIPO EUROPEO.
Il modello binomiale a n passi è un modello di tipo ricombinante, ovvero che per arrivare al secondo nodo
finale si può passare per due vie che sono equivalenti:
● Prima 𝑢 e poi 𝑑;
● Prima 𝑑 e poi 𝑢.
Questo fa sì che l’albero non esploda e che la probabilità nell’arrivare nei tre nodi finali non sia la stessa. La
generalizzazione del modello a due passi è la seguente:
Dato che il metodo tramite probabilità neutrali al rischio è equivalente al metodo tramite il portafoglio privo
di rischio e più semplice da utilizzare, verrà usato per calcolare il valore delle opzioni. Quindi per le opzioni
europee si possono utilizzare due metodi:
Primo metodo:
Ricordando il metodo con probabilità neutrali al rischio nel modello ad un passo, quello che si va a fare è:
1. Calcolare p
2. Calcolare il valore atteso del payoff dell’opzione a scadenza 𝐸[𝑓 𝑇] = 𝑝 ∗ 𝑓𝑢 + (1 − 𝑝) ∗ 𝑓𝑑
3. Attualizzarlo in 𝑡 = 0 con il fattore di sconto 𝑒−𝑟𝑇 à 𝐸[𝑓 𝑇]𝑒−𝑟𝑇
Questo metodo vale solo per le opzioni europee perché si attualizza tutto dalla scadenza T all’epoca 0, quindi
ignora che le opzioni americane potrebbero essere esercitate nei nodi intermedi.
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Se lo applichiamo al modello generalizzato a due stadi, il procedimento si svolge nel seguente modo:
1. Calcolare le probabilità neutrali al rischio
2. Calcolare i pay-off dell’opzione:
● Call → max(0, 𝑆𝑇− 𝐾)
● Put → max(0, 𝐾 − 𝑆𝑇)
→ 𝐸[𝑓𝑇] = 𝑓𝑢𝑢𝑝2 + 2𝑝(1 − 𝑝)𝑓𝑢𝑑 + (1 − 𝑝)2𝑓𝑑𝑑
3. Calcolare il valore attuale del pay-off in 𝑡 = 0 → 𝑓 = 𝑒−𝑟𝑇 ∗ 𝐸[𝑓𝑇]
Secondo metodo:
Il secondo metodo consiste nel seguente procedimento:
1. Costruire l’albero esattamente come prima;
2. Trovare il pay-off dell’opzione alla scadenza in ciascun nodo;
3. Calcolare 𝑝 → probabilità neutrale al rischio che il prezzo venga moltiplicato per 𝑢;
4. I calcoli dei valori delle opzioni si parte a farli dalla scadenza.
Dove:
● Per la parte in rosso si applica il modello a un passo → 𝑓 𝑢 = 𝑒−𝑟𝑇 2[𝑝𝑓𝑢𝑢 + (1 − 𝑝)𝑓𝑢𝑑]
● Per la parte in verde si applica il modello a un passo → 𝑓 𝑑 = 𝑒−𝑟𝑇2[𝑝𝑓𝑢𝑑 + (1 − 𝑝)𝑓𝑑𝑑]
● Per la parte in blu, una volta calcolati i due precedenti, applico ancora il modello ad un passo → 𝑓 =
𝑒−𝑟𝑇2 [𝑝𝑓 𝑢 + (1 − 𝑝)𝑓𝑑]
Quindi sostanzialmente vado a dividere il modello a due passi in tre modelli ad un passo calcolandoli con le
formule note, arrivando allo stesso identico risultato del metodo precedente per le opzioni europee.
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4. DISCUTERE BREVEMENTE UNA GENERALIZZAZIONE DEL MODELLO A N PASSI PER LA
VALUTAZIONE DELLE OPZIONI DI TIPO AMERICANO.
Il modello binomiale a n passi è un modello di tipo ricombinante, ovvero che per arrivare al secondo nodo
finale si può passare per due vie che sono equivalenti:
● Prima 𝑢 e poi 𝑑;
● Prima 𝑑 e poi 𝑢.
Questo fa sì che l’albero non esploda e che la probabilità nell’arrivare nei tre nodi finali non sia la stessa. La
generalizzazione del modello a due passi è la seguente:
Dato che il metodo tramite probabilità neutrali al rischio è equivalente al metodo tramite il portafoglio privo
di rischio e più semplice da utilizzare, verrà usato per calcolare il valore delle opzioni. Quindi per le opzioni
americane, dato che il modello binomiale prevede 𝐷 = 0, l’opzione Call americana non viene mai esercitata
prima della scadenza, quindi è equiparabile a una Europea, per quanto riguarda le Put americane il
procedimento è il seguente:
1. Costruire l’albero e calcolare il pay-off alla scadenza come per le opzioni europee;
2. Applicare il secondo metodo (blocco per blocco), quindi sostanzialmente vado a dividere il modello a
due passi in tre modelli a un passo e i calcoli del valore delle opzioni si parte a farli dalla scadenza
utilizzando le formule note per calcolare fu, fd e f;
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3. Calcolare il valore di continuazione del nodo intermedio → il valore dell’opzione se non viene
esercitata in quel nodo ma la si mantiene, si calcola esattamente come per le opzioni europee;
4. Calcolare il valore intrinseco del nodo intermedio → valore dell’opzione in caso di esercizio
immediato max(0, 𝐾 − 𝑆𝑡) dove 𝑆𝑡 è il valore del titolo nel nodo;
5. Scegliere il più alto tra il valore di continuazione e il valore intrinseco e indicarlo come valore
dell’opzione in quel nodo intermedio.
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Nel caso di una call europea scritta su un titolo che non paga dividendi, il delta derivante dalla formula di BSM
è N(d1). Quindi per coprire una posizione corta su una call europea serve avere una posizione lunga su un
quantitativo pari a N(d1) unità dell’attività sottostante. Per una call, il delta varia tra 0 e 1 ed è positivo, esso
corrisponde alla posizione di acquisto di un’unità di attività sottostante per coprire una posizione di vendita
nel caso in cui l’opzione venga esercitata. In particolare, nel caso di una call venduta ITM, al momento di
emissione finché i prezzi sono al di sopra del valore d’esercizio (K) è molto probabile che l’opzione scadrà
ITM. Nel momento in cui si osserva una discesa dei prezzi del sottostante rispetto al prezzo d’esercizio, è
probabile che l’opzione non verrà esercitata e si potrebbe decidere di vendere alcune unità di sottostante.
Nel caso di una put europea scritta su un titolo che non paga dividendi il delta della formula di BSM è N(d1)-
1, il quale è un valore negativo compreso tra 0 e -1. Per questo motivo, per coprire una posizione corta su
un’azione put, si deve assumere una posizione corta sulle unità di sottostante. Poiché con una posizione corta,
su un’opzione put, se viene esercitata si assume una posizione d’acquisto, per coprirsi si devono vendere nel
mercato le unità di sottostante.
Il delta hedging è una strategia che permette di aggiustare il portafoglio in base alla probabilità che l’opzione
venga esercitata.
Per quanto concerne i vantaggi sono i seguenti:
• Riduzione del Rischio: Riduce significativamente il rischio di prezzo dell'opzione.
• Gestione della Volatilità: Protegge il portafoglio dalle oscillazioni improvvise del mercato.
Mentre gli svantaggi sono:
• Costi di Transazione: Gli aggiustamenti frequenti possono comportare costi di transazione elevati.
• Complessità Operativa: Richiede monitoraggio e aggiornamenti continui.
• Rischio Residuo: Non elimina completamente il rischio, specialmente in caso di movimenti molto
rapidi o di grandi entità del prezzo del sottostante.
- Esempio di Delta-Hedging per un'Opzione Call:
Supponiamo di possedere una call con un delta di 0.6, il prezzo dell'attività sottostante SS è $100 e si
possiedono 100 opzioni call.
1. Calcolo della Posizione nel Sottostante:
Posizione nel Sottostante = −Δ × Numero di Opzioni = −0. 6× 100 = −60
Questo significa che dovremmo vendere 60 unità dell'attività sottostante.
2. Aggiornamento della Posizione: Se il prezzo del sottostante aumenta a €110 e il nuovo delta diventa
0.65, la nuova posizione sarà:
Nuova Posizione nel Sottostante = −0.65 × 100 = −65
Bisognerà vendere altre 5 unità del sottostante.
- Esempio di Delta-Hedging per un'Opzione Put
Supponiamo di possedere una put con un delta di -0.4, il prezzo dell'attività sottostante SS è $100 e si
possiedono 100 opzioni put.
1. Calcolo della Posizione nel Sottostante:
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Posizione nel Sottostante = −Δ × Numero di Opzioni = −(−0.4) × 100 = 40
Questo significa che dovremmo comprare 40 unità dell'attività sottostante.
2. Aggiornamento della Posizione: Se il prezzo del sottostante diminuisce a $90 e il nuovo delta diventa
-0.45, la nuova posizione sarà:
Nuova Posizione nel Sottostante = −(−0.45) × 100 = 45
Bisognerà comprare altre 5 unità del sottostante.
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esempi per questo caso: perdita totale di un carico
- POSSIBILE PERDITA CON IMPORTO CASUALE
-
es. danno parziale di un carico durante il trasporto. Potrebbe non verificarsi nessun incidente o al
massimo una volta, ma se si verifica la perdita non è predeterminata ma di importo casuale. In questo
caso non è facile assegnare una distribuzione di probabilità del verificarsi dell’evento. Possiamo
dunque dire che da un punto di vista di perdita non abbiamo un limite, mentre da un punto di vista di
contratto di assicurazione nelle clausole viene imposto un limite massimo di assicurazione (massimale
di copertura). Si va a legare il premio di assicurazione ad alcuni indici statistici (valore atteso e
varianza), si andrà dunque a stimare il valore atteso dalla serie storica dei dati passati.
- IMPORTO FISSO E NUMERO CASUALE DI EVENTI
qui prendiamo come esempio le prestazioni di invalidità in cui un datore di lavoro si assume il rischio
di versare ai dipendenti un’indennità forfettaria in caso di invalidità permanente dovuta a infortunio.
Qui si ha: orizzonte temporale di 1 anno, N dipendenti, per ogni dipendente importo della
prestazione = C.
dove K è il numero casuale di incidenti in un anno e X è l’indennità totale erogata dal datore di lavoro.
Bisognerà dunque determinare la distribuzione di probabilità del numero di incidenti K. Si dovrà
leggere l’incidente come “successo” e gli n lavoratori come numero di prove; dunque, la distribuzione
di probabilità sarà una binomiale con K successi su n prove.
Indichiamo ora con j il lavoratore dipendente e con Cj l’importo della prestazione. Avremo:
abbiamo poi il valore atteso dei sinistri E[N] e gli importi casuali dei danni E[Xk]. Il valore atteso del
danno totale sarà E[X]=E[N]E[X1]. questo valore atteso può essere ricavato su base storica.
Per calcolare il premio equo si parte dal calcolo del valore atteso delle prestazioni previste nella polizza.
Il valore atteso della prestazione è dato da E[X]. Da qui il risultato casuale (profitto netto dell’assicuratore) è
Z=P-X e il suo valore atteso dipenderà da E[X]. il valore atteso di E[Z] sarà =0 quando P=E[X], questo
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rappresenta il principio di equità e il premio risultante sarà esattamente il premio equo. In tutto ciò P è il
premio.
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8. ILLUSTRARE GLI ELEMENTI FONDAMENTALI DELLE ASSICURAZIONI SULLA VITA A CASO
MORTE A VITA INTERA
I prodotti assicurativi caso morte offrono prestazioni in caso di decesso. Questi prodotti mirano a coprire il
rischio di morte e le relative conseguenze finanziarie, la prestazione è di solito una somma forfettaria versata
al beneficiario. Abbiamo in questa categoria l’assicurazione a caso morte temporanea e il caso morte a vita
intera (whole life insurance). Per quest’ultimo caso il valore attuale del capitale differito unitario è:
dove:
● Ax indica il valore attuariale di un’assicurazione caso morte per un assicurato di età x
● h1Ax è il valore attuariale dell’assicurazione caso morte legata all’anno tra h e h+1.
Per ovvi motivi il beneficiario non può coincidere con l’assicurato. Inoltre, nel caso di premi periodici, bisogna
tenere conto anche della possibilità che l’assicurato rimanga in vita per pagare i premi.
L'assicurazione a vita intera paga la somma assicurata C alla fine dell'anno di decesso, in qualsiasi
momento si verifichi il decesso:
Il principale scopo storico dell'assicurazione a vita intera era il finanziamento delle imposte di
successione. Attualmente, un obiettivo tipico di questo prodotto assicurativo è:
● coprire il rischio di morte fino ad una certa età;
● fornire all'assicurato una somma forfettaria a una certa età, chiedendo il riscatto della polizza.
Questo tipo di polizza include alcuni elementi fondamentali che la distinguono da altre forme di assicurazione
sulla vita. Considerando il caso di copertura in caso di morte:
1. importo del beneficio à La somma di denaro che viene pagata ai beneficiari in caso di morte
dell'assicurato. Questo importo è concordato al momento della stipula del contratto e può essere
utilizzato per coprire spese come il pagamento di debiti, le spese funebri o per fornire un supporto
finanziario ai beneficiari.
2. pagamento dei premi à L'assicurato paga premi periodici per mantenere attiva la polizza. I premi
possono essere annuali, semestrali o mensili. Il mancato pagamento dei premi può portare alla
cancellazione della polizza.
3. Le assicurazioni sulla vita a vita intera spesso includono un elemento di risparmio noto come "valore
in contanti". Parte dei premi pagati contribuisce a un fondo accumulativo che può essere prelevato
dall'assicurato o utilizzato per pagare i premi futuri. Questo valore in contanti può crescere con il
tempo, soggetto a interessi e spese.
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4. Alcune polizze a vita intera partecipano agli utili dell'assicurazione. Se l'assicurazione ha un
rendimento eccedente rispetto ai costi previsti, possono essere pagati dividendi agli assicurati. Questi
dividendi possono essere incassati, utilizzati per ridurre i premi o per aumentare il valore in contanti.
5. L'assicurato può avere l'opzione di riscattare parte del valore in contanti o di richiedere un prestito
contro il valore accumulato della polizza.
6. Le assicurazioni sulla vita comportano spese, inclusi i costi di gestione e le commissioni
dell'assicuratore.)
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assicurazione sulla vita avviene a scadenza del contratto stesso o al decesso dell’assicurato, ma l’assicurato ha
il diritto di ricorrere alla cessazione anticipata o alla conversione.
Le assicurazioni caso vita sono molteplici.
- ASSICURAZIONE DI CAPITALE DIFFERITO (pure endowment insurance): il valore attuariale di
1 unità monetaria pagabile al tempo m se l’assicurato (di età x) è vivo in quel momento è:
con E che è l’assicurazione di capitale differito, x età assicurato, m epoca in cui otterrà il capitale
unitario se sarà ancora in vita.
Anticipata: Posticipata:
Distinguiamo dunque le anticipate dalle posticipate.
ANTICIPATE
1) WHOLE LIFE ANNUITY
(se la rendita è anticipata viene aggiunto un pagamento all’epoca 0)
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con:
4) TEMPORARY AND DEFERRED LIFE ANNUITY INSURANCE
il valore attuariale unitario di una rendita anticipata vitalizia, temporanea fino a m pagamenti
e differita di r anni.
POSTICIPATE
1) WHOLE LIFE ANNUITY
Qui andiamo a togliere il primo pagamento rispetto all’anticipata. Il premio equo sarà:
con:
4) TEMPORARY AND DEFERRED LIFE ANNUITY INSURANCE
rendita posticipata vitalizia, temporanea fino a m pagamenti e differita di r anni
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con E che è l’assicurazione di capitale differito, x età assicurato, m epoca in cui otterrà il capitale
unitario se sarà ancora in vita.
Anticipata: Posticipata:
I vantaggi delle Polizze Caso Vita sono i seguenti:
• Risparmio e Investimento: Consentono di accumulare un capitale che può essere utilizzato per
progetti futuri o come fonte di reddito durante la pensione.
• Sicurezza Finanziaria: Offrono una sicurezza finanziaria a lungo termine per l'assicurato e i suoi
familiari.
• Flessibilità: Possono essere strutturate in vari modi per adattarsi alle esigenze specifiche
dell'assicurato.
11. DEFINITO IL PREMIO EQUO (IL PREMIO PURO) ASSICURATIVO. DISCUTETE IN DETTAGLIO
(RIPORTANDO TUTTI I PASSAGGI UTILI ALLA DIMOSTRAZIONE DEI RISULTATI OTTENUTI) IL
CALCOLO DEL PREMIO EQUO NELL’ASSICURAZIONE DANNI IN CUI SIA IL NUMERO DEI
SINISTRI CHE L’AMMONTARE DEL RISARCIMENTO SONO ALEATORI.
Il premio puro assicurativo rappresenta il costo teorico dell’assicurazione basato unicamente sul rischio
specifico associato alla copertura. In altre parole, è la parte del premio che comprende il caricamento di
sicurezza ma non le spese generali: si tratta del costo previsto per coprire le perdite potenziali senza tener conto
di spese amministrative, commissioni e margini di profitto. Il calcolo del premio puro coinvolge
principalmente la probabilità di sinistro e l’ammontare medio del risarcimento.
Il premio equo assicurativo tiene conto del premio puro e aggiunge costi aggiuntivi come spese
amministrative, commissioni dell’agente, costi operativi e margini di profitto della compagnia assicurativa. In
altre parole, rappresenta il costo totale dell’assicurazione, includendo i costi associati alla fornitura del servizio.
Nel caso dell’assicurazione danni con numero di sinistri e ammontare di risarcimento aleatori, la stima del
premio equo nelle assicurazioni non vita, si parte dalla definizione del premio equo che per il principio di
equivalenza si pone uguale al valore medio delle perdite future.
Nel ramo danni tendenzialmente le polizze sono annuali per cui viene ignorato il fattore del tempo, ma il
calcolo del premio è reso più complesso a causa del fatto che
● Il numero di sinistri è una variabile casuale
● L’importo della perdita è anch’esso una variabile casuale
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Prima di arrivare al caso generico andiamo a vedere come calcolare il valore atteso per determinate casistiche
di polizze ramo danni:
● Importo determinato per un solo evento
● Un solo evento e importo casuale che va da 0 a xmax
● Importo determinato e numero di eventi casuali
● Numero casuale di eventi e importi casuali
La prima cosa da fare è trovare la distribuzione di probabilità e quindi le probabilità associate a ciascuna
variabile casuale per ciascun caso. Questa distribuzione può̀ essere studiata in ambito continuo ma assumiamo
di calcolarlo in ambito discreto per facilità di conti.
- NUMERO CASUALE DI EVENTI E IMPORTO CASUALE
es. uno o più incendi in un anno (N) con danno casuale (X)
abbiamo poi il valore atteso dei sinistri E[N] e gli importi casuali dei danni E[Xk]. Il valore atteso del
danno totale sarà E[X]=E[N]E[X1]. questo valore atteso può essere ricavato su base storica.
Per calcolare il premio equo si parte dal calcolo del valore atteso delle prestazioni previste nella polizza.
Il valore atteso della prestazione è dato da E[X]. Da qui il risultato casuale (profitto netto dell’assicuratore) è
Z=P-X e il suo valore atteso dipenderà da E[X]. il valore atteso di E[Z] sarà =0 quando P=E[X], questo
rappresenta il principio di equità e il premio risultante sarà esattamente il premio equo. In tutto ciò P è il
premio.
Per calcolare la perdita attesa X in questo caso bisogna partire dal seguente sistema
quindi la perdita sarà x se si verifica l’evento, mentre sarà 0 se l’evento non si verifica.
Il valore della perdita totale è uguale a E[X]=E[X1]E[N] dunque valore atteso della singola perdita x valore
atteso dei sinistri. Di seguito dimostrazione da imparare a memoria ;)
l’ultima parte (+0 P(N=0)) rappresenta il non verificarsi dell’evento (“altrimenti” nel sistema sopra).
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12. PRESENTATE LE ASSICURAZIONI CASO MORTE.
Term Insurance
Abbiamo visto che è necessario scompattare il calcolo del valore attuariale della rendita caso morte che copre
con cadenza 𝑚 anni, nella somma di 𝑚 termini ciascuno che copre un anno. Il valore attuale del capitale
differito unitario che copre l’ℎ esimo anno è definito come segue: h|1Ax = (1 + 𝑖)−(ℎ+1) ∗ h|1qx. Ovvero per la
morte nell’ℎ esimo anno (tra ℎ e ℎ + 1). Dove:
● 𝐴 è la terminologia che indica il valore attuariale di un’assicurazione caso morte.
● 𝑥 età assicurato
● h|1Ax è il valore attuariale dell’assicurazione caso morte legata all’anno tra ℎ e ℎ + 1.
La persona arriva in vita all’epoca ℎ e muore nell’anno successivo con conseguente pagamento all’epoca ℎ+1.
Utilizzando la definizione precedente, possiamo scrivere il valore attuariale della rendita caso morte che copre
𝑚 anni come:
Dove:
● è il valore attuariale dell’assicurazione caso morte per un assicurato di età 𝑥 che copre da 𝑡 = 0 fino ad
𝑚 anni.
● h|1Ax copre solo un anno è solo un mattoncino, per cui sarà necessario farne la sommatoria per 𝑚 anni.
NB. Come per il caso delle rendite vitalizie, alla domanda teorica non basta mettere la formula ma è
necessario spiegare anche come viene calcolata, cosa rappresentano i mattoncini sotto.
● Può essere scritta come sommatoria che va da 0 a 𝑚 − 1 come sopra perché utilizziamo h|1Ax e quindi
l’ultimo anno parte da 𝑚 − 1 e copre fino a 𝑚. Il modo alternativo di poterlo scrivere è il seguente:
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13. PRESENTATE LE ASSICURAZIONI MISTE.
Endowment Insurance (standard)
L’assicurazione mista semplice prevede sostanzialmente un’assicurazione caso morte ed un'assicurazione di
capitale differito. Tutte e due per lo stesso importo unitario, quindi consiste nella somma dei due premi per le
singole polizze:
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2) Il secondo passo richiede una base statistica adeguata a costruire la distribuzione di probabilità del
valore attuale aleatorio dei benefici, e poi la scelta di valori tipici che riassumono questa distribuzione.
Inoltre, bisogna considerare:
- Spese generali: Le spese che l’assicuratore deve pagare che non sono direttamente connesse al
pagamento delle prestazioni (es. accertamento danni)
- Incremento del premio: quota di spese addebitate da prassi comune
- Margine di profitto
Il premio viene calcolato applicando delle regole chiamate principi di calcolo del premio.
Il calcolo del premio consiste nel calcolo di: Valore attuale delle prestazioni (tasso d’interesse, base statistica,
Caricamento di sicurezza (margine di profitto, Caricamento spese (quota delle spese).
I principi di calcolo spiegano esattamente come calcolare questi elementi per arrivare al premio attuariale.
Questo non è necessariamente il premio finale che pagherà l’assicurato ma è il punto di partenza, a volte
l’assicurazione deve tenere conto anche di altri fattori come la concorrenza sul mercato assicurativo.
Se il mercato è poco concorrenziale la compagnia d’assicurazione può caricare ulteriormente il prezzo,
anche se adesso la concorrenza diffusa abbassa molto i prezzi.
Partiamo calcolando il premio equo. Per calcolare il premio equo si parte dal calcolo del valore atteso delle
prestazioni previste nella polizza.
Il valore atteso della prestazione è dato da E[X]. Da qui il risultato casuale (profitto netto dell’assicuratore) è
Z=P-X e il suo valore atteso dipenderà da E[X]. il valore atteso di E[Z] sarà =0 quando P=E[X], questo
rappresenta il principio di equità e il premio risultante sarà esattamente il premio equo. In tutto ciò P è il
premio.
Abbiamo poi il premio netto che è la parte del premio che comprende il caricamento di sicurezza ma non le
spese generali. Da qui il caricamento di sicurezza. Per mantenere la probabilità di una perdita ad un livello
ragionevole, è necessario richiedere un premio più elevato Π. Π=P+m Dove 𝑚 > 0 è il così detto caricamento
di sicurezza che viene calcolato attraverso i Principi di calcolo. Il risultato netto diventa: 𝑍=Π−X Dove il valore
atteso è: 𝔼[𝑍] = 𝑃 + 𝑚 − 𝔼[𝑋] = 𝑚. Quindi il risultato atteso è pari esattamente a 𝑚 dato che 𝑃 = 𝔼[𝑋]. Questo
caricamento di sicurezza 𝑚 rappresenta il profitto atteso dal contratto e si chiama caricamento di sicurezza
perché: Migliora il livello di sicurezza del portafoglio di rischi dell’assicurazione e può fornire all’assicuratore
un margine di profitto.
Abbiamo visto che per passare dal premio equo al premio puro bisogna aggiungere un caricamento di
sicurezza ma non è ancora noto come viene calcolato questo caricamento 𝑚.
Uno dei principi del calcolo del premio più utilizzato e semplice prevede il calcolo del caricamento con
il seguente procedimento:
1. Calcolo del premio equo (es. 300 euro)
2. Calcolo del caricamento di sicurezza come percentuale del premio equo (es. 10% di 300 euro).
In termini generali questo significa che: Π = (1 + α)𝔼[𝑋].
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Infine, introduciamo la probabilità corretta per il rischio. Si prenda il caso di un sinistri con perdita
deterministica. La perdita attesa in questo caso è 𝔼[𝑋] = 𝑥𝑝 come già visto.
𝑋 = {𝑥 𝑠𝑒 𝜀
0 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖
Il premio pure può essere calcolato secondo il principio precedente come: Π = (1 + α)𝑥𝑝
Se si pone 𝑝′ = (1 + 𝛼)𝑝 si trova che: Π = xp′ Dove 𝑝′ > 𝑝.
Questo risultato può essere interpretato come il valore atteso della perdita aleatoria calcolato in base ad una
probabilità corretta per il rischio 𝑝′. Di fatto questo significa effettuare un caricamento implicito al posto di
fare il caricamento esplicito come in precedenza.
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𝑑𝑋 = Numero di decessi tra l’età X e X+1
𝑞𝑋 = Probabilità di un individuo di età X (che è giunto in vita all’età X) di morire entro 1 anno
𝑝𝑋 = Probabilità di un individuo di età X (che è giunto in vita all’età X) di sopravvivere entro 1 anno
𝑝𝑥 = 1 − 𝑞𝑥
Esistono due modi per calcolare delle tavole di mortalità: le tavole di coorte e le tavole di periodo. Il metodo
più semplice e immediato è quello di coorte.
Per quanto riguarda i principali indicatori che si ricavano dalle tavole come modello probabilistico abbiamo:
1.
1a. Tasso di sopravvivenza e mortalità:
Indichiamo con: 𝑝𝑥 → La probabilità che un individuo di età 𝑥 sia vivo all’età 𝑥 + 1
NB. 𝑝67 indica la probabilità di rimanere in vita fino al 68° anno per un individuo che è arrivato
vivo ai 67 anni. Non indica la probabilità alla nascita di arrivare vivo ai 67 anni.
La probabilità complementare: 𝑞𝑥 = 1 − 𝑝𝑥 → È la probabilità per un individuo che è giunto vivo
all’età 𝑥 di morire l’anno successivo. Per calcolare 𝑝𝑥 (che ci serviranno per il pricing) il modo più
semplice è basarsi sulla colonna dei sopravviventi ℓ𝑥 ed effettuare il seguente calcolo:
Quindi la leggiamo come frequenza dalla tavola di mortalità: il numero di persone sopravvissute fino
all’età 𝑥 + 1 diviso il numero di persone sopravvissute fino all’età 𝑥.
1b. Tasso di sopravvivenza e mortalità generale:
Si definisca poi: Kpx → La probabilità che un singolo individuo che è arrivato vivo all’età 𝑥
sopravviva fino all’età 𝑥 + 𝑘.
Quindi 𝑘 indica dopo quanti anni voglio sapere quale sarà la probabilità che sia ancora in vita.
Per 𝑘 = 1 → 𝑝𝑥
Per 𝑘 = 44 e 𝑥 = 23 → 44𝑝23 è la probabilità che un individuo di 23 anni arrivi vivo all’età di 67
anni (pensione). Come si calcola?
La posizione complementare è:
23
● Kqx→ probabilità che un individuo arrivato vivo all’età 𝑥 muoia prima di raggiungere l’età 𝑥
+𝑘
2. Vita residua:
Si indicherà con: 𝑇 𝑥 → La durata residua di vita (remaining lifetime) di un individuo di età 𝑥. È
ovviamente una variabile casuale perché nessuno conosce la reale durata residua. 𝑇0 è per esempio
la durata residua di un neonato.
𝑇 𝑥 = 𝑇0− 𝑥|𝑇0 > 𝑥
● 𝑇0− 𝑥 è la vita residua di un neonato tolti gli anni che ha già passato l’individuo.
𝑇 𝑥 non è semplicemente 𝑇0− 𝑥 ma è una variabile casuale condizionata al fatto che l’individuo è
arrivato vivo all’età 𝑥 (𝑇0 > 𝑥)
È la probabilità quindi che l’individuo di età 𝑥 sia ancora in vita ℎ anni dopo.
La probabilità complementare è la probabilità che muoia prima di ℎ anni:
La media di tutte le probabilità pesate che l’individuo muoia in ciascun anno successivo a 𝑥 fino a 𝜔.
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16. DOPO AVER BREVEMENTE INTRODOTTO LA DEFINIZIONE DELLA PERDITA
NELL’ASSICURAZIONE RAMO DANNI NEL CASO DI NUMERO ALEATORIO DI SINISTRI E
PERDITA PER CIASCUN SINISTRO DI AMMONTARE ALEATORIO, CALCOLATE LA PERDITA
TOTALE ATTESA (NON LIMITATEVI A RIPORTARE IL RISULTATO FINALE, MA DIMOSTRATE
IL RISULTATO SOTTO OPPORTUNE IPOTESI). ASSUMETE ORA CHE IL NUMERO DI SINISTRI SI
DISTRIBUISCA COME UNA VARIABILE DI POISSON CON PARAMETRO Λ = 0.06 E CHE XK (K =
0,1,2,...) SIA UNA VARIABILE ALEATORIA CONTINUA, A VALORI POSITIVI, CON VALOR MEDIO
10000. CALCOLATE IL PREMIO NETTO, SULLA BASE DELLE IPOTESI E DEI RISULTATI CHE
AVETE GIÀ DISCUSSO. SUGGERITE POSSIBILI CARICAMENTI IMPLICITI ED ESPLICITI.
Nelle assicurazioni ramo danni c’è un rischio che viene assicurato (per esempio un RCA) nel quale prima della
scadenza può accadere l’evento assicurato per cui l’assicurazione dovrà valutare il danno (quindi nominerà un
perito, valuterà la perdita, la ripartizione della responsabilità tra assicurato e assicuratore e le spese dirette e
generali che vengono inserite nel premio. Da qui nasce la responsabilità dell’assicuratore del pagamento di
quanto previsto dalle valutazioni, verrà quindi deciso come e quanto pagare e verranno presi accordi se il
cliente non concorda e infine verrà effettuato il pagamento).
Per calcolare la perdita attesa X in questo caso bisogna partire dal seguente sistema
quindi la perdita sarà x se si verifica l’evento, mentre sarà 0 se l’evento non si verifica.
Il valore della perdita totale è uguale a E[X]= E[X1]E[N] dunque valore atteso della singola perdita x valore
atteso dei sinistri. Di seguito dimostrazione:
l’ultima parte (+0 P(N=0)) rappresenta il non verificarsi dell’evento (“altrimenti” nel sistema sopra).
ESPLICITI: posso aumentare il premio di una certa percentuale alfa del premio oppure caricare il premio
con una certa percentuale beta della varianza o una percentuale gamma della deviazione standard (preferibile
IMPLICITI: non si può lavorare né sul tasso di interesse né sulle probabilità perché non siamo in ramo vita.
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17. INTRODURRE LA DEFINIZIONE DELLA PERDITA NELL’ASSICURAZIONE RAMO VITA
Nell’assicurazione ramo vita, la perdita (o sinistro) è l’evento assicurato che dà origine all’obbligo
assicurazioni ramo danni, dove il sinistro può essere un evento casuale come un incendio o un incidente,
nelle assicurazioni ramo vita la perdita si riferisce principalmente a eventi legati alla vita o alla morte
dell’assicurato. Esistono diversi tipi di eventi che possono causare una perdita nell’assicurazione vita, tra cui:
18. DETERMINATE IL PREMIO PER UNA TERME INSURANCE E PER UNA PURE ENDOWEMENT
(SPIEGARE IN DETTAGLIO, NON SOLO INSERIRE LE FORMULE) FARE UN ESEMPIO PER
CIASCUNA.
Assicurazioni a capitale differito domanda 9 + assicurazioni term insurance domanda 12. Per gli esempi: due
es tipo sulle assicurazioni.
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