Modulo 1 - Standard ISO-OSI
Modulo 1 - Standard ISO-OSI
Daniele Di Filippo
Parte 1: introduzione al modello
Nomenclatura, stack, significato dei livelli
Daniele Di Filippo
MODELLO ISO-OSI
Daniele Di Filippo
LA PILA ISO-OSI
7: APPLICAZIONE
LIVELLI
6: PRESENTAZIONE “APPLICATIVI
”
5: SESSIONE
4: TRASPORTO LIVELLI
3: RETE “DI RETE”
• Ogni livello comunica con quello sopra e quello sotto (se ci sono)
• Salendo nella pila, i livelli diventano sempre più “astratti”
• Quelli di maggiore interesse per noi sono quelli “di rete”
Daniele Di Filippo
Parte 2: livelli
Fisico, Data Link, Rete, Trasporto, Sessione, Presentazione, Applicazione
Daniele Di Filippo
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Livello 1: Fisico 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
Daniele Di Filippo
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Livello 2: Data Link 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
Daniele Di Filippo
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Esercizio: Checksum (1/6) 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
1 0 1 0 0 1 1 0
Daniele Di Filippo
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Esercizio: Checksum (2/6) 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
1 0 1 0 0 0 1 0
• In questo caso, il penultimo bit verde è diventato “0” per via di un errore di
trasmissione.
• Ad esempio, un imprevisto sbalzo di tensione
• Il bit di parità riporta che la somma delle celle verdi è pari (valore “0”), ma
risulta invece dispari (1+1+1=3).
• Per questo motivo, la sequenza di bit sarà scartata, e ne sarà richiesto di nuovo
l’invio.
• Questa è una responsabilità del livello data link.
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Esercizio: Checksum (3/6) 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
1 0 1 0 0 1 1 1
• Cosa succede se l’errore finisce per essere proprio sul bit di parità?
• Siccome ora riporta “1” anziché “0”, si aspetta una somma dispari.
• 1+1+1+1=4, che è pari (infatti, il bit di parità è errato)
• La sequenza è quindi scartata. E’ un errore farlo?
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Esercizio: Checksum (4/6) 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
1 0 1 0 0 1 1 1
• Cosa succede se l’errore finisce per essere proprio sul bit di parità?
• Siccome ora riporta “1” anziché “0”, si aspetta una somma dispari.
• 1+1+1+1=4, che è pari (infatti, il bit di parità è errato)
• La sequenza è quindi scartata. E’ un errore farlo?
• No! Non possiamo sapere dove sia avvenuto l’errore.
• Il bit di parità ci garantisce che, in presenza di *al massimo* 1 errore, sarà
possibile identificarlo - non correggerlo!
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Esercizio: Checksum (5/6) 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
1 1 1 0 1 1 1 0
11000001.11001100.10100001.00000000
11111111.11111111.11111111.00000000
8 4 2 1
• A partire dalla cifra meno significativa (quella più a destra), si associano i valori
decimali: 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128…
• Il successivo è sempre il doppio del precedente, e si parte da 1
• Sono tutte potenze di 2, e si parte da 2^0 = 1.
• Si moltiplicano le cifre decimali con le rispettive binarie, e si effettua la somma
• Ignoro quindi tutte le cifre che nel numero binario valgono 0
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Conversione decimale > binario 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
193
... 0 1 1 0 0 0 0 0 1
• Si cerca la potenza di 2 più alta che sia minore o uguale al numero decimale che
vogliamo convertire
• In questo caso, 128
• Si sottrae tale numero al decimale che si sta convertendo
• In questo caso: 193 - 128 = 65
• Per ciascuna potenza di due inferiore assente si inserisce uno zero
• In questo caso: 32, 16, 8, 4 e 2
• Si procede in questo modo fin quando il numero decimale in conversione risulta 0
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Tabella di routing 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
Destinatario Next Hop Netmask
193.204.161.0 d.c. 255.255.255.0
0.0.0.0 0.0.0.0 193.204.161.1
• Il subnetting è una tecnica che consente di separare una rete in più sottoreti.
• Abbiamo già visto il significato di indirizzo e host-id
• Se vogliamo dividere una rete:
• La parte di indirizzo non può essere toccata, perché la identifica
• Si può però dedicare una porzione di host-id per identificare l’indirizzo delle
sottoreti.
• Ad esempio: suddicidiamo la rete qui di seguito in due sottoreti.
193.204.161.0
11000001.11001100.10100001.00000000
11111111.11111111.11111111.00000000
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Esercizio: subnetting 3: RETE
2: DATA LINK
193.204.161.0 1: FISICO
11000001.11001100.10100001.00000000
11111111.11111111.11111111.00000000
193.204.161.0 193.204.161.128
11000001.11001100.10100001.00000000 11000001.11001100.10100001.10000000
11111111.11111111.11111111.10000000 11111111.11111111.11111111.10000000
• In questo caso, abbiamo separato la rete di partenza in due sottoreti, che hanno
un indirizzo più lungo di 1 bit.
• La netmask è stata prolungata di 1, perché il bit aggiuntivo ora fa parte
dell’indirizzo delle subnet.
• Per ogni ulteriore suddivisione, si dovrà aggiungere un bit all’indirizzo.
7: APPLICAZIONE
6: PRESENTAZIONE
5: SESSIONE
4: TRASPORTO
Livello 4: Trasporto 3: RETE
2: DATA LINK
1: FISICO
● L’ultimo livello della pila consente agli utenti di fare uso dei dati che inviano e
ricevono sulla rete. Funge quindi da interfaccia, sfruttando uno dei tanti linguaggi
per l’organizzazione e la trasmissione dei dati (HTTP, FTP, ecc.)
● Le responsabilità di questo livello sono:
○ Terminale di rete: offrire agli utenti un’interfaccia per l’accesso dei dati
trasmessi in rete
○ Trasferimento dati: offre funzioni e protocolli per il trasferimento dei dati da
host a server (vedi FTP)
○ Servizi di mailing: definisce il protocollo su cui si basano i servizi di invio e
ricezione di email.