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IL VALENTINO
In Italia l’equilibrio politico, sancito dalla pace di Lodi
del 1454, durò sostanzialmente fino all’ultimo decennio del secolo.
Nel 1492 scomparvero due dei protagonisti di quella
fase politica:
1) papa Innocenzo VIII, a cui succedette lo
spagnolo Rodrigo Borgia col nome di Alessandro VI ( 1492 – 1503 ), uomo dalla vita scandalosa, la cui maggiore preoccupazione fu quella di ingrandire politicamente ed economicamente la sua famiglia.
È durante il pontificato di Alessandro VI
che si consuma la parabola politica del duca Valentino. 2) Lorenzo il Magnifico, considerato, per la sua abilità politica ed il suo prestigio, l’ago della bilancia dell’equilibrio italiano.
Il Valentino approfitta, dal punto di vista
politico e militare, di questo vuoto di potere e di questo caos nazionale ed internazionale, per candidarsi come uno dei referenti politici più affidabili della penisola: e cioè, come un politico con cui fosse inevitabile, prima o poi, fare i conti.
Pur di raggiungere i loro scopi, i maggiori soggetti
politici italiani del tempo, e cioè Venezia, Ludovico Sforza duca di Milano ed il papa Alessandro VI erano pronti ad invocare l’aiuto di potenze straniere, come d’altronde era spesso accaduto in passato.
Infatti, quando il re di Francia Carlo VIII scese
in Italia nel 1494, il papa a Roma lo accolse con tutti gli onori. Il duca Valentino è il braccio destro del papa in questo tipo di politica.
Infatti, quelli del pontificato di Alessandro
VI sono gli anni in cui Cesare Borgia, detto il Valentino, uno dei tanti figli naturali del pontefice, grazie al sostegno del padre e del re di Francia, giunse a ritagliarsi un dominio personale, consistente e determinante, nella Romagna e nelle Marche, eliminando i vari signori e tirannelli locali, che pullulavano in quelle regioni, solo nominalmente soggette al papa.
1503: la morte del papa, però, fece abortire l’impresa.
Machiavelli, nel Principe, esalta il
Valentino come esempio di politico di riferimento e modello da imitare: Machiavelli, infatti, teorizza come la politica italiana sarebbe potuta cambiare profondamente, se solo il Valentino non fosse stato così sfortunato.
La sfortuna del Valentino fu quella di
perdere il suo principale alleato, il papa nonché suo padre, proprio nel momento in cui avrebbe potuto fare il salto di qualità e imprimere alla politica italiana una direzione diversa da quella che poi realmente prese.
Estremizzando il dato storico, si potrebbe immaginare -
come ha fatto Machiavelli a suo tempo – come ideale erede politico del Valentino Giovanni dalle Bande Nere, un altro politico che avrebbe potuto cambiare la storia d’Italia, ma che, nel momento decisivo, della sua carriera è morto, o, meglio, è stato fatto morire.