Glottologia
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Capacchione Martina
LA LINGUISTICA
La linguistica generale è una disciplina dove molte delle tematiche
aderiscono alla: grammatica, storia della letteratura, nella filosofia ma le
affronta da un’altra prospettica.
LINGUISTICO: agg> relativo alle lingue, es, liceo linguistico, laboratorio
linguistico, competenza linguistica. Sotto il nome di linguistica generale:
generale vuol dire per ogni disciplina che si associa, una visione generalista,
più ampia, nello specifico generale vuol dire ampia tanto da coprire lo studio
del linguaggio e delle lingue.
GENERALE: prospettiva che si propone di studiare le lingue e il linguaggio.
LINGUISTICA GENERALE: ramo delle scienze umane.
- Studio scientifico del linguaggio e delle lingue del mondo, del
funzionamento dei sistemi linguistici> ha un fine conoscitivo
- Adotta metodi scientifici: si avvale di processi di astrazione (es: dal
generale al particolare) (forma delle ipotesi, queste ipotesi vengono
verificate, così come la chimica e la medicina, le ipotesi adottano dei
metodi di validazione e statistica)
- È descrittiva, non prescrittiva.
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LE AREE DISCIPLINARI:
-Linguistica generale: (o teorica o descrittive) come sono fatte le lingue,
come funzionano
-Linguistica storica: evoluzione storica delle lingue
-Sociolinguistica: rapporti tra lingua e società
-Neurolinguistica: lingua e strutture neuronali, cognitive. Teoria della mente
-Psicolinguistica: rapporti lingua e strutture psicologiche
-Dialettologia: descrivere i dialetti di una lingua
-Aquisizionale: acquisizione e linguaggio come lingua materna e modalità di
lingue secondarie
- Computazionale: modelli matematici applicati a dati linguistici per
elaborazione elettronica
-La tipologia: ricerca tra le lingue del mondo i più frequenti e gli universali
-L’antropologia o etnolinguistica: rapporti lingua e territori e cultura
-Glottodidattica: metodi per insegnamento, tecniche di traduzione
LA RIFLESSIONE LINGUISTICA
La riflessione sul linguaggio è antica e caratterizza tutte le culture (cinese,
indiana, ebraica, araba). In Occidente, i primi ad occuparsi del linguaggio
sono stati i filosofi greci, Platone, Aristotele, gli storici. La linguistica diventa
scienza autonoma solo nel 1800.
I quesiti di fondo
-Cos’è il linguaggio?
*Facoltà umana che predispone l’uomo a parlare (Facoltà del linguaggio)
*Genetica>universale
*Congenita, la facoltà del linguaggio è innata
*Inapprendibile ed incancellabile
*Fondamenti biologici del linguaggio
*Universale
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TEMPO SPAZIO
I NUMERI…
Attualmente, le lingue naturali sono circa 7105 (stima 2016).
-Cosa hanno in comune tutte le lingue per poter essere considerate tali?
*Tutte le lingue sono sistemi di comunicazione, servono a trasmettere
informazioni tra emittenti e riceventi.
*Sono sistemi di segni, cioè codici.
*possiedono delle varietà d’uso. Si modificano nel tempo e nello spazio
I PUNTI IN COMUNE
Tutte le lingue sono diverse solo in superficie, mentre sono sostanzialmente
uguali, poiché rispettano principi universali. Le lingue umane costituiscono un
fenomeno unitario, differiscono tra loro solo superficialmente. Presentano uno
stesso grado di complessità> tutto ciò che viene espresso in una lingua può
essere espresso in un’altra.
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CONCETTI PRELIMINARI
Alcuni concetti preliminari. Gli elementi della Comunicazione. (Jacobson)
attraverso questo sistema ha attivato gli elementi di base.
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ECONOMICITA’/ RICORSIVITA’
°Economicità: tutte le lingue del mondo sono sistemi economici, perché
sfruttano un numero limitato di entrate. Le unità sono di numero limitato ma
ricorrente. (non c’è un principio che vieta che una stessa unità può essere
usata). Il numero delle unità fonologiche è più ristretto di quello della
morfologia.
°Ricorsività: proprietà esclusiva: uno stesso procedimento può essere
applicato più volte. Le lingue sono ricorsive perché gli elementi possono
ricorrere più volte creando messaggi potenzialmente infiniti.
°EX. Suffissazione
°Attuare> attualizzare> attualizzazione
Ricorsività:
Mario dice che Angela sa che Federica suppone che lui sia il più intelligente
della sua classe così come sostengono i suoi genitori…
In realtà, la ricorsività non consiste solo nella possibilità di aggiungere ad una
produzione linguistica altri elementi, a destra o a sinistra. La ricorsività è
correlata alla struttura.
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LA DIPENDENZA
È la capacità delle parole di entrare in relazione con altre parole, creando
coreferenze. EX. L’accordo è genere o di un numero.
I bambini guardano
Il bambino mangia un panino
Ex. Coreferenza pronominale
Quando la vidi, mi accorsi che era una donna alta
Questa dipendenza si manifesta anche a distanza
DIPENDENZA DALLA STRUTTURA
La forma di una parola è determinata da quella di altre parole più distanti.
EX. La donna che hai visto stamattina con madre è polacca
Le frasi NON sono organizzate come semplice successione di parole
*pianoforte il Mario suonava
* dress red mi is
I linguaggi informatici sono indipendenti
LE LINGUE: ECONOMICITA’
Unità
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IL SEGNO
Nella comunicazione verbale intervengo segni “speciali”. Il segno è qualcosa
che sta al posto di qualcosa altro per esprimere qualcosa. Ad esempio:
segnale stradale, strisce pedonali.
Il codice è un insieme di segni come: semiotica e semiologia
Il segno è un’entità complessa
GLI EVENTI SEMIOTICI
Indizi o indici: fenomeni naturali privi di intenzionalità come: sbadiglio, nuvole
Segnali: fatti naturali ma, intenzionali. Ad esempio: Tosse
Icone: intenzionali, ricordano per analogia l’oggetto cui rinviano. Ad
esempio: vietato fumare
Simboli: intenzionali, culturali. Ad esempio: rosso del semaforo, olistici
Segni: intenzionali, convenzionali, discreti, combinabili, vasta portata
semantica, molto ampio rispetto alle icone
IL SEGNO
Simboli e segni: sono entità complesse dotate di significante e significato, privi
di legame convenzionale. La lingua è un codice di comunicazione. Tutte le
lingue sono costituite da segni (unità che trasmettono informazioni).
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Il segno linguistico:
Significante “espressione”
SEGNO Biplanarità
Significato “contenuto “
Il significante è l’espressione grafica o conica del segno stesso.
°inglese: book
°tedesco: Buck
°giapponese: hon
Le lingue sono la più evidente manifestazione.
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Significante Significato
IL TRIANGOLO SEMIOTICO
Significato
Segno
Significante Referente
ARBITRARIETA’ ASSOLUTA
° Onomatopee/ideofoni
° Classi di parole in cui il rapporto di Arbitrarietà è meno solido
° Il significante richiama il loro significato, sono quindi segni prevedibili e
riconoscibili
-es. maio /sussurare / tintannio / din din
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DISCRETEZZA/ CONTINUITA’
°Proprietà fondamentale delle lingue umane
° Una distinzione essenziale tra i codici di comunicazione riguarda il mondo in
cui essi trasmettono e codificano l’informazione
° Dal punto di vista dell’espressione, le lingue sono codici discreti, molti
linguaggio di comunicazione sono invece continui, ad esempio: api
DISCRETO
°I segni linguistici, in primo luogo il significante, è discreto
°Discreto: la differenza tra le unità è assoluta non relativa
°e cioè possibile individuare confini netti
<a> è diverso da <e>
CONTINUO
° E’ continuo tutto ciò che non ha confini netti e precisi, es. colori
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DISCRETO, CONTINUO
-Discreto: livello della forma, livello astratto digitale
Aritmetica, informatica
DISCRETEZZA
Il carattere discreto delle lingue è strettamente collegamento all’arbitrarietà.
Una lingua analogica sarebbe parte iconica. La discretezza serve ad
assicurare alla lingua flessibilità ed efficienza.
FERDINAND DE SAUSSURE
°Corso di linguistica generale, 1916
°Dicotomie essenziali per la definizione di lingua.
- 1) Sincronia, diacronia
- 2) Significante, significato
- 3) rapporti associativi, paradigmatici
- 4) lingue, parole
Secondo gli strutturalisti la lingua è un sistema anzi, è un sistema del sistema,
complesso costituito da più piccoli sistemi. Il concetto di sistema diviene
l’idea di qualcosa di una struttura, fondamentale. La lingua è un insieme
organizzato, unità di processi.
DIACRONIA, SINCRONIA
°dia’ <attraverso> + chronos, tempo
°syn <insieme> +chro/nos, tempo
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ORSO è stretta, UN non può stare in nessun altro posto se non davanti ad un
nome. La relazione sintagmatica è
molto stretta perché questa struttura non può essere interrotta se non da
poche categorie di elementi. La
forza sintagmatica di questi due elementi è molto forte. Considerando
“stamattina” vi è maggiore libertà di movimento.
LA SINTASSI
È apparentemente lineare, in realtà dietro questo ordine lineare ci sono degli
intrecci. Un noto studioso ANDREA MORO afferma che la sintassi è come una ratio,
in superficie vi è la tessitura lineare, se noi guardiamo al di sotto della ratio ci
sono dei fili intrecciati che è tutt’altro convoglia l’idea di ordine e di linearità
vuol dire che quello che è in superficie in realtà nasconde una serie di
dipendenze strutturali. Le grammatiche sono così, la grammatica è un
sistema gerarchico complesso.
RELAZIONE PARADIGMATICA
L’asse paradigmatico ci fa pensare all’asse delle scelte, fa riferimento alle
relazioni dell’unità linguistica e stabilisce tutte quelle altre unità dello stesso
tipo che potrebbero comparire nello stesso identico contesto. Possiamo
definire paradigma come un insieme di elementi che condividono tutte le
proprietà possono essere di varia natura, fisiologiche ,aritmetiche e
linguistiche.
Capacchione Martina
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2) MORFOLOGIA
3) SINTASSI
4) LESSICA E SEMANTICA
È talmente importante che deriva dallo strutturalismo che ancora oggi quasi
tutti i manuali di linguistica generale italiani o anche relativi ad altre lingue
contengono capitoli separati su ciascuno di questi termini, ognuno di questi
livelli assume fasi diverse.
L’origine del linguaggio è materia di ciò che oggi viene chiamato il campo delle
neuroscienze → riguardano la cognizione, sono localizzate
Noi esseri umani siamo dotati di una serie di capacità di processi cognitivi.
→Linguaggio umano è:
-Innato
-Tratto universale della sola specie umana→non c’è un essere vivente che nasca
privo della facoltà del linguaggio
IL LINGUAGGIO
-Mezzo di comunicazione
-Proprietà intrinseca della specie umana
-Ambiente e predisposizione genetica
-Funzione complessa che si attua in tempi brevi (150 parole al minuto uomo
adulto, lessico di circa 20000/40000 parole raggiunto già ai 6 anni di
vita→vuol dire che ci sono due aspetti che sembrano avere pesi diversi, da
un lato una funzione e specificità molto complessa, dall’altra questa
complessità non è restituita da una complessità
PREMESSA; L’essere umano è l’unica specie che ha sviluppato nel corso dei
millenni un sistema evoluto di comunicazione; Le altre specie comunicazione
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SUONO
GESTO
Scegliere uno dei due fattori determina una serie di conseguenze tra cui :
DATAZIONE
TEORIE
LE ORIGINI: DATAZIONE
Molti sono stati i filosofi, religioni e intellettuali che si sono interrogati sull’origine
del linguaggio, molto complesso ma ha spesso contrastato alcuni ideali dei
veri e propri assiomi religiosi intorno al 1815 fu vietato di discutere sull’origine
del linguaggio perché contrastava l’ipotesi del creazionismo→ a scardinare
questo sistema è stato L’evoluzionismo di Darwin (sostenitore
dell’evoluzionismo) ha contrastato apertamente una serie di principi tra cui
anche l’origine del linguaggio. → La ricostruzione dei processi evolutivi
dell’uomo è complessa. →Già Darwin nel 1871 (The
descent of man) affrontava tale argomento) → Confutò
l’ipotesi del creazionismo e propose l’ipotesi dell’evoluzionismo >dimostrare
continuità della specie, derivazione da una specie all’altra.
Problemi; il linguaggio non lascia tracce> impossibilità di ricostruire
l’evoluzione della comunicazione verbale; studi di paleoantropologia
(caratteristiche anatomiche es TVS); Studi di paleoneurologia ( struttura
cranica ); molte ipotesi, ma poche prove; campo di ricerca interdisciplinare
(paleontologia)
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DUE TEORIE
-Teorie innatiste (o non selezioniste )> la funzione del linguaggio è emersa
indipendentemente dalle dinamiche evolutive dell’uomo ( Chomsky 1975,
Ickerton 2003, Lieberman 2000)
Teorie selezioniste ( o linguaggio-evolutive)> la funzione linguistica, per la sua
complessità, non può essere indipendente dai meccanismi di selezione
evolutiva ( Darwin, Klatt 1972)
Le origini:
→ dai primati non umani agli ominidi.
→ grandi scimmie e ominidi; linea di separazione evolutiva> 6/ 7 milioni di
anni fa
→Bipedismo:> quando l’uomo ha cominciato a camminare in posizione retta
questo nuovo comportamento che è scattato da una serie di condizioni ha
predisposto l’uso della parola
→precondizioni biologiche per l’origine del linguaggio, seguite da
abbassamento laringe
→mani libere e disponibili per altre attività> homo Habilis>gesto deittico ,
comincia ad usare le mani per i primi strumenti di caccia, il legno, pian piano
sempre più abile, ma soprattutto le mani serviranno per il gesto deittico
fondamentale perché è un modo di comunicazione gestuale, se è così il
gesto ha preceduto il suono
LA COMUNICAZIONE
→Lo studio delle scimmie antropomorfe costituisce l’anello di giunzione con
l’uomo
→la storia evolutiva dell’uomo è per molti aspetti sovrapponibile a quella
delle scimmie
→Differenza: nell’uomo c’è presenza di linguaggio articolato> che ha dato
origine a una rivoluzione cognitiva che ha posto l’uomo al di sopra di tutte le
specie viventi animali. Tra tutte le specie umane l’uomo è quello
cognitivamente superiore. Tutti gli studiosi sono d’accordo, ed è stato proprio
il linguaggio a far evolvere l’uomo, il linguaggio è stata una funzione rilevante
che ha aperto la nostra condizione verso la serie di altre diffusioni cognitive, il
pensiero, la memoria.
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CERCOPITECHI VERDI
Latrato: tosse: sbuffo:
-leopardo -aquila -serpente
-cercare riparo -guardare in alto -scrutare l’erba
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°Gli studiosi concordano nel ritenere che il linguaggio abbia avuto come
punto di partenza le vocalizzazioni dei primati e non umani
°su come sia avvenuta tale evoluzione, sono state avanzate diverse ipotesi,
spesso contrastanti
Le origini:
→Linea evolutiva dell’uomo: 20 specie di ominini estinti raggruppati in 7
generi
→Più documentati: Australophitecus ( Africa, 4-2 milioni di anni fa),
Parantrophous, Homo (africa centrale 2-1 milione anni fa)
→Homo (2,5 milioni anni): scheletro già bipede cervello più grande, presenza
di fossili di strumenti in pietra, migrazione dall’Africa
→Neanderthalensis, Sapiens
LE LINGUE UMANE
→Pur essendo determinate geneticamente, sono caratterizzate da: Discretezza –
flessibilità – apprendimento per esperienza, referenziali e simboliche
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SPECIFICITA’ ANATOMICO-MORFOLOGICHE
→la produzione del linguaggio richiede strutture altamente specializzate>
componenti periferiche e centrali deputate al linguaggio
(quadro in cui l’uomo preistorico deve arrivare per poter esser parlante)
→Homo sapiens è comparso nella scena evolutiva 120-200.000 anni fa
→i primi Homo Sapiens erano anatomicamente simili all’uomo moderno> ma
non vi sono tracce di attività simbolica, es. pitture rupestri, inumazione morti
→il cervello è già più grande, probabilmente per adattamento a condizioni
ambientali, al bipedismo
Tuttavia…→prima che avvenisse l’abbassamento della laringe doveva essere
già presente una qualche potenzialità neurale per produrre volontariamente
un linguaggio ( si possono sempre usare i gesti = linguaggio dei sordi).
→sappiamo che oltre all’area di Broca e di Wernicke quando parliamo sono
coinvolti “sistemi naturali funzionali” che collegano le attività svolte a
differenti strutture neuroanatomiche.
IL TVS→
La laringe è un tessuto molle che non lascia tracce nei fossili, di conseguenza
bisognare cercare altrove le prove per sostenere quando l’origine del
linguaggio abbia potuto avere inizio. IL TVS non è altro che il tratto vocalico
superiore, che costituisce un discrimine valido tra le scimmie antropomorfe e
l’uomo. Nelle scimmie il TVS è a canna unica> la laringe si
trova in alto vicino la mandibola. -→ ciò permette alle scimmie di ingoiare e
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-La laringe si abbassa 1) a partire dai 3 mesi di vita fino ai 3-4 anni, 2) pubertà.
Ciò consente agli uomini di articolare un numero diversificato di suoni
-Studi comparativi dimostrano che la capacità articolatoria è indispensabile
per il funzionamento del linguaggio (ritmo di apertura e chiusura corde
vocali), meccanismo respirazione.
Per un certo periodo di tempo si è pensato che le scimmie non potessero
realizzare suoni, in quanto avevano un apparato fonico diverso, poi si è
scoperto che questa è solo una delle condizioni negative che ostacolano un
linguaggio articolato.
LA RICOSTRUZIONE DEL TVS
→L’abbassamento della laringe è stato un adattamento necessario
(graduale) determinato, secondo diversi studiosi (Tartabini, Soravia), da una
locomozione bipede, l’abbassamento della laringe sarebbe strettamente
connesso al bipedismo, (Homo Erectus), il quale avrebbe portato l’uomo ad
adattare i propri comportamenti a schermi differenti.
→ E’ possibile stabilire quali ominidi fossero bipedi, analizzando la posizione
del foro occipitale del cranio, un’apertura che si trova alla base del cranio
posta in collegamento della colonna vertebrale nel punto dove si poggia la
testa
→Bipedismo> benefici e vantaggi > hanno determinato lo scatto evolutivo
della specie umana e che sono precondizioni per il linguaggio.
-Minore irradiamento solare.
-Allargamento scatola cranica.
-Liberazione delle mani, che hanno portato l’uomo ad impegnarsi in altre
attività.
-Attitudine alla vita di gruppo, all’allevamento ecc.
Tutto ciò ha anche creato uno SVANTAGGIO EVOLUTIVO
Svantaggio : condivisione di un tratto del canale al passaggio di cibo e aria:
la faringe
→durante la deglutizione, il canale della respirazione viene chiuso
dall’epiglottide per impedire che cibi o residui, dopo aver attraversato la
faringe possano finire nella trachea impedendo la respirazione> errore o
svantaggio evolutivo. →L’uomo (sapiens sapiens). Tale
svantaggio è stato compensato da un notevole vantaggio evolutivo > LA
FONAZIONE. → Il
linguaggio ARTICOLATO è il risultato della mutazione di una struttura
precedente e di uno speciale adattamento della respirazione alla fonazione.
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→ c’è un punto su cui tutti gli studiosi concordano: nessuna specie animale
può adattare “volontariamente” la propria struttura anatomica o le proprie
funzioni per migliorarsi> limiti di tollerabilità, es. carenza ossigeno. Ogni
mutamento è il risultato di un adattamento contestuale, ambientale, di una
modica dei contesti e degli stili di vita l’uomo ha perso la coda, non serve
più, ha assunto una posizione bipede; si è allungato o abbassato il collo a
seconda della necessità.
LA COMPLESSITA’ DEL LINGUAGGIO
Il linguaggio articolato coinvolte più di 100 muscoli ( più di ogni altra attività
umana), è l’attività motoria “discreta” più veloce che l’essere umano può
realizzare; nell’arco di un secondo possiamo produrre fino a 20-30 segmenti
fonetici corrispondenti a 6-9 sillabe; richiede quindi processi percettivi veloci;
richiede un inusuale e complesso controllo della respirazione per produrre
espressioni lunghe in una singola espirazione; non avrebbe senso parlare se
l’uomo non fosse dotato di un sistema uditivo adatto a sentire gli stessi suoni
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[u] e la [a], che formano il triangolo vocalico, e che possono essere realizzati
attraverso una discontinua articolazione della lingua nel tratto sopralaringale
rispetto al punto medio.
→La ‘a’ è una vocale universale, comune tutto il mondo.
A differenza di altre specie animali che producono un repertorio fisso di suoni,
l’uomo è in grado di apprendere, tramite processi imitativi, centinaia di
combinazioni di suoni distinti. Tale capacità è inoltre rafforzata dalla presenza
nello sviluppo infantile di una fase prelinguistica unicamente umana: la
lallazione
IL LINGUAGGIO ARTICOLATO
→Ipotesi 1: Lieberman 1975
→dagli scheletri di Homo Neanderthalensis> si deduce che questa specie
non era in grado di produrre suoni. Dagli scheletri di Homo sapiens (100.000
anni fa)> collo troppo corto per favorire TVS ADEGUATO. Di conseguenza, il
linguaggio articolato compare circa 50.000 anni fa (comparsa
dell’agricoltura). Ipotesi successivamente messa in discussione è l’analisi
dell’osso ioide (indizio indiretto della posizione della laringe)
→Ipotesi 2: (Martinez, Fitch)
→anatomia osso ioide fornisce informazioni sul fatto che anche Homo
Neanderthal avesse una conformazione diversa da quella delle scimmie
(esemplare di Kebara). Inoltre, fornisce informazioni su perdita sacche d’aria,
cavità gonfiabili poste sopra le corde vocali e presenti in tutte le scimmie, ma
non nell’uomo. Le sacche d’aria sono funzionali: permettono di amplificare il
suono> rendere il suono più udibile> maggiore grado di aggressività,
competizione, larghi spazi geografici. La perdita delle sacche d’aria è
avvenuta in un periodo intermedio dell’evoluzione umana, già assente nel
Neanderthal.
L’uomo ad un certo punto perde le sacche d’aria e si dota di una laringe
funzionale, queste erano già assenti nell’uomo di Neanderthal. Le modifiche
del TVS non sono comunque sufficienti a spiegare la presenza del linguaggio.
Il linguaggio, infatti, richiede altre competenze e soprattutto un’affinità
cerebrale e un controllo motorio fine e sincronizzato degli articolatori.
LA RESPIRAZIONE
La capacità articolatorie umani sono il risultato sia della mutazione di una
struttura anatomica precedente, sia di uno speciale adattamento degli atti
respiratori alla fonazione. Durante la respirazione a riposo, il volume del
torace aumenta e diminuisce in modo regolare con le fasi di inspirazione e di
espirazione. Il tempo di ispirazione è di poco più breve rispetto all’espirazione.
Durante la produzione linguistica, il numero degli atti respiratori diminuisce,
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DUE TEORIE:
L’origine del linguaggio continua a sollevare grandi dibattiti
1) Teorie GESTURE-FIRST o UNIMODALI (corbalis, Tomasello)> le prime forme
di comunicazione umana erano gestuali, e traggono fondamento da
quelle delle scimmie. A questo punto la linea evolutiva si separa
nell’uomo il gesto sarà poi associato al suono
2) Teorie MULTIMODALI (McNeill, Kendon)> le prime teorie di
comunicazione sono state gestuali e vocali allo stesso tempo. Nel
tempo. L’impiego dei suoni articolati è andata via via aumentando. Il
fatto che il linguaggio verbale derivasse dal gesto era stato già
preposto
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GESTURE FIRST
È molto probabile che anche i primi ominidi, prima di parlare, usassero
forme di comunicazione gestuale> ipotesi mimetica gesticolatoria. Tra
le prove: esistenza di neuroni specchio nei macachi (area F5) come
pure nell’uomo (area broca). Tale sistema ha costituito una base
comune per l’evoluzione del linguaggio umano.
Prima fase: incremento dei gesti facciali
Seconda fase: produzione dei gesti articolati (non visibili), ma
percepibili, grazie anche alle modifiche anatomiche del TVS
I NEURONI SPECCHIO…
Rizzoletti et al (1995) hanno individuato in un’area del cervello delle
scimmie, omologa all’rea di Broca, gruppi di neuroni che vengono
attivati non solo quando le scimmie eseguono una classe di azioni, ma
anche quando vedono compiere azioni simili da altre scimmie o
dall’uomo: tali neuroni sono stati ribattezzati col nome di neuroni
specchio.
Studi più recenti hanno notato che i neuroni specchio agiscono anche
come sistema audiomotorio: infatti, sempre all’interno della stessa
popolazione, 63 neuroni si sono attivati sia quando la scimmia ha
eseguito una determinata azione, sia quando essa ha udito dei suoni
che erano associati all’azione eseguita.
È plausibile pensare che i neuroni specchio possiedono due funzioni:
1) Reagire alla vista, o al suono di alcune azioni che hanno un
significato
2) L’altra, è rappresentata dalla loro attivazione durante l’esecuzione
delle stesse azioni.
TEORIE MULTIMODALI
→Il protolinguaggio delle scimmie è formato da gesti> se l’origine del
linguaggio fosse stata gestuale>allora il linguaggio dell’uomo sarebbe
stato gestuale come quello delle lingue dei segni. →gesti e suoni sono
invece equiprimordiali e concorrenti- →sistema integrato gesti-parola
Due processi:
immaginativo (gesto) globale, non combinatorio, top-down
Linguistico: (parole) discreto, combinatorio, bottom-up
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BASI GENETICHE
L’universalità della funzione linguistica, la regolarità degli stadi di sviluppo
hanno spinto i ricercatori a ipotizzare la presenza di geni linguistici. I tentativi
di individuare dei geni del linguaggio finora non è stata comprovata,
sebbene di certo l’architettura celebrale è governata da algoritmi genetici.
EMISFERO SINISTRO
→Due sottoaree (19°secolo)
→Broca (anteriore, area della produzione linguistica)
→Wernicke (posteriore, area della comprensione linguistica
AFASIA
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FOXP2
Nel 2001 presso l’istituto Max Planck di Lipsia è stato scoperto un gene del
linguaggio FOXP2 (oggi sppech1). I soggetti con mutazione di FOXP2
mostrano uno specifico deficit linguistico, è un gene dell’articolazione
linguistica>disturbo della parola, disprassia verbale. È implicato nel controllo
oro-moratorio, ma non è l’unico gene del linguaggio.. →le caratteristiche
umane di FOXP2 e di FOXP1 sono simili a quelli degli uccelli canterini. Gli
uccelli canterini, come gli umani, ma non come gli scimpanzé o i roditori,
modificano, plasmano le loro predisposizioni innate alla vocalizzazione.
Durante lo sviluppo gli uccelli canterini, manifestano FOXP2 E FOXP1 nelle
regioni del cervello che sono coinvolte nei processi
apprendimento/imitazione vocale.
FOXP2 è stata ipotizzata esclusività nella specie umana, così come il
linguaggio..ma, FOXP2 è presente negli oranghi e negli scimpanzé e persino
nei topi ( linea evolutiva distante da quella umana)> apparente
contraddizione). Mutazione avvenuta nell’uomo 200.000 anni fa.
Capacchione Martina
→è un sistema di sistemi.
Quando però la lingua è considerata secondo l’uso che ne fanno i parlanti
all’interno di una comunità sociale concreta< appare estremamente variabile
E’ formata da codici e sottocodici che servono a definire e a identificar gruppi di
parlanti
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LA SOCIOLINGUISTICA
La variazione libera non esiste, è sempre legata in maniera consapevole o
inconsapevole a fattori sociali, la componente variazionale di una lingua
appartiene a una comunità. Il concetto di comunità linguistica non è facile da
definire, insieme di tutte le persone che parlano una determinata lingua o
varietà linguistica e ne condividono le norme d’uso ( stratificata ). Gruppo di
parlanti che si riconoscono nell’uso dello stesso codice linguistico: non è mai ne
sociale, ne linguistica, e sempre sociolinguistica. Questo concetto deve essere
integrato dal concetto di :
Repertorio linguistico: insieme dei codici e delle varietà che un parlante è in
grado di padroneggiare nella comunità linguistica di appartenenza. Ognuno di
Capacchione Martina
DIMENSIONI SOCIOLINGUISTICHE
REPERTORIO E COMPETENZA
Il repertorio linguistico è l’insieme dei codici e delle varietà che siamo in grado di
padroneggiare. Persone con un più ricco repertorio hanno accesso a un più
ampio numero di funzioni sociali. La competenza linguistica riguarda la
padronanza del linguaggio, ed è la conoscenza delle regole, della struttura e
dei registri.
Es: l’italiano regionale è una varietà dell’italiano: esistono più italiani regionali.
Capacchione Martina
2) italiani regionali
3) italiani regionali popolari
+
Italiano regionale: cosa sono? Come si estendono? non c’è coincidenza tra
l’italiano geografico e la regione amministrativa. Quali sono le caratteristiche
linguistiche? Es: tratti di pronuncia, geosinonimi
Classificazione:
1) italiani settentrionali ( sottovarietà gallo italiche e nord orientali). 2) italiano
centrale (toscano) 3)italiano romano 4) italiano meridionale ( campano e
pugliese ) 5) italiano meridionale estremo ( siciliano, calabrese,
Capacchione Martina
salentino ) 6) italiano sardo, lingua neo latina e sorella dell’italiano, non deriva
dall’italiano standard.
Diastratia: asse dello spazio sociale. Variazione della lingua in rapporto alla
stratificazione sociale dei parlanti. Considera la variazione nello spazio sociale.
Prende a prestito i parametri della sociologia: grado di istruzione, professione,
età, sesso, reddito e stile di vita> sono dei parametri che si condizionano anche
tra loro e che sono per alcuni versi autonomi. Mentre prima il grado di istruzione
era garanzia, ma negli anni non è sempre stata cosi. La consapevolezza
che non tutti i parlanti parlassero allo stesso modo è una riflessone antica.
➔ Già Cicerone aveva distinto la lingua dei ceti bassi della lingua corrente.
➔ Cherubini: il dialetto di ogni paese si divide in cittadinesco e cittadinesco.
Diafasia: asse della funzione. Variazione della lingua in rapporto al contesto
enunciativo. Situazione comunicativa: presenza di interlocutori che sono in una
determinata relazione tra loro e che parlano di un determinato argomento, in un
determinato ambiente.
Variabili: → grado di attenzione e di controllo, più formale, meno informale
→ maggiore o minore formalità.
Registri: varietà diafasica dipendente dal carattere formale /informale della
situazione comunicativa → italiano formale, colloquiale, trascurato, gergale.
→ ruolo degli interlocutori,
→ argomento,
→ Sottocodici, tecnicismi: linguaggi settoriali. I cosi detti linguaggi speciali,
linguaggio della medicina, dell’economia, della letteratura, della storia, della
botanica, ecc.. dove vi sono termini tecnici.
Italo Calvino si è a lungo occupato della semplificazione dell’italiano: in un
racconto del 3 febbraio 1963, “una pietra sopra”, mette in evidenza
quell’italiano surreale che ha contagiato il nostro linguaggio quotidiano.
➔ “stamattina presto andavo in cantina ad accendere una stufa e ho
trovato tutti questi fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso
un per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra
era stata scassinata.”
➔ “il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali
dello scantinato per eseguire l’avviamento dell’impianto termico, dichiara
d’essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di
prodotti vincoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al
contenimento del combustibile, e di aver effettuato l’asportazione di uno
dei detti articoli nell’intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano,
non essendo a conoscenza dell’avventura effrazione dell’esercizio
soprastante.”
Diamesia: è una dimensione indotta nel 1983 da Alberto Mioni, che analizza e
interpreta il condizionamento operato dal mezzo. Non è ritenuta una dimensione
Capacchione Martina
Capacchione Martina
→Val D’Aosta a statuto speciale: sono riconosciute come lingue ufficiali : italiano
e francese.
Il termine diglossia è stato identificato da Charles Ferguson 1959 che negli Stati
uniti, nell’ambito sociolinguistico, ha prestato attenzione ad una serie di aspetti.
Ha analizzato quattro diversi contesti:
1) Haiti, che ha una situazione linguistica, dove sono parlati francese e creolo
2) Tedesco in cui sono presenti tedesco e svizzero
3) I paesi arabi dove sono presenti arabo classico + arabi regionali + dialetti
arabi diversissimi gli uni dagli altri
4) Grecia moderna con neo greco e greco popolare.
In una condizione diglottica si riconoscono una lingua alta ( A) e una lingua
bassa ( B). Tratti di una condizione di diglossia: quando c’è una condizione di
bilinguismo con diglossia le due lingue sono usate in contesti diversi, una è la
lingua ufficiale l’altra è usata in contesti informali, non ufficiali e familiari. Le due
lingue hanno un livello di prestigio differenti. Hanno diverse eredità letterarie.
Una condizione è presente in Italia: Berruto (95) ha affermato che sia il dialetto
con l’italiano contemporanea sono usati nel quotidiano:
A= dominio e funzioni esclusive;
B= (dialetto) non ci sono domini, classi o situazioni in cui è obbligatorio servirsi del
dialetto.
Comunicazione
Capacchione Martina
Lingue orali
A livello diamesico le lingue scritte e orali utilizzano mezzi differenti, quelle orali
utilizzano l’ARIA, sono dunque caratteristiche per il fatto di essere fondate e
trasmesse per il fatto di essere fondata e trasmesse da un
-innatismo
-Acquisizione spontanea
Lingua orale
→primaria, spontanea, cambia nel tempo, prosodicamente ricca,
→registra le innovazioni più rapidamente,
→rapido, evanescente, ma simultanea (più riceventi)
→Bidirezionale, al contrario dello scritto, recitato e letto (deve garantire la
presenza di almeno un riceventi, esiste un IO e un TU, colui che ascolta e colui
che parla vi è una bidirezionalità dei ruoli.
→non ostacola altre attività
→energie specifica ridotta ( è compresente ad altre attività )
Capacchione Martina
SCRITTURA:
programmazione medio/alta, assenza di prosodia (manca la tonalità e
componenti espressivi i segni paragrafematici sono spesso ambigui, non
rimandano perfettamente all’oralità).
Capacchione Martina
Mentre tutte le lingue sono parlate, solo una parte di queste sono dotate di un
sistema di scrittura. La scrittura in realtà è una pratica che nasce nell’antichità e
si evolve perché ad un certo punto le esigenze di scrittura e le sue finalità
diventano sempre più ingenti, sempre più massicce, di conseguenza sistemi
poco economici, come quelli del passato, non andavano più bene.
Quando?Le prime forme di scrittura si posso far risalire a circa 5000 anni fa (3000
a.C); dove? tendenzialmente le scrittura più antiche si collocano in quell’area
storica denominata Mesopotamia, corrispondente all’attuale Iraq, e l’Antico
Egitto. Su quale supporto? Tavolette argilla, legno, papiri. Chi ? sacerdoti (
proprietà, organizzazione sociale) caratteristiche: Pittogrammi/IDEOGRAMMI
Due tipi:
Si passa dai pittogrammi, agli ideogrammi, e poi agli alfabeti, si verifica una
evoluzione che porterà i segni grafici a passare dal concreto all’astratto, da un
Capacchione Martina
sistema inizialmente iconico a sistemi via via meno iconici più simbolici.
→diventano più astratti perché i concetti da trasmettere erano talmente tanti
che a un certo punto le forme iconiche non bastavano più o erano poco
economiche.
→Le tracce più antiche risalgono a 25000 anni a.C. (America, africa, siberia )
→LIMITI
Capacchione Martina
I geroglifici sono stati decifrati tardivamente, perché in essi esistono due diversi
sistemi di rappresentazione
→Questi rilievi che ci sono giunti hanno permesso di conoscere molta della storia
di questi popoli. Mentre le comunità che non hanno avuto un sistema di scrittura
non hanno potuto trasmettere il loro patrimonio culturale.
Es: cinese moderno ( ha origine dagli ideogrammi ), simboli dipinti con il pennello
Lingue etiopiche
Lingue devanagari ( scrittura nazionale India, utilizzata per scrivere lingua Hindi)
→In Ugarit, regione della Siria, si verifica un passaggio dalla scrittura cuneiforme
sillabica a quella alfabetica. Gli abitanti di questa comunità erano dei pastori, il
che non permise alla loro forma di scrittura di circolare, ma fu presa come
esempio dai fenici che, grazie alla loro vocazione marittimo, la diffusero
viaggiando e venendo in contatto con altri popoli
Capacchione Martina
Capacchione Martina
→in periodo antico si usò la scrittura bustrofedica in cui si alternavano due versi (
come l’andatura del bue che ara);
Memorandum
Se due lingue utilizzano lo stesso sistema di scrittura NON vuol dire che siano
geneticamente imparentate tra loro. Es: italiano e vietnamita: alfabeto latino.
Due lingue imparentate possono usare DIVERSI sistemi di scrittura ( polacco –
russo; lingue slave, ma russo: alfabeto cirillico, polacco, alfabeto latino)..
inoltre…→Romeno: fino alla metà ‘800 usava cirillico poi il latino;
→Turco: fino al 1928 scritto in caratteri arabi poi l’alfabeto latino ( sebbene non
sia né lingua semitica, né romanza).
Il sistema alfabetico latino e anche romano è ad oggi il sistema di scrittura
alfabetica più diffusa al mondo, la scrittura è quindi un fatto culturale,
convenzionale, accidentale.
Capacchione Martina
Un sistema grafico può rimanere inalterato per secoli, es: in latino non si
distingue tra <u> e <v>, inoltre <i> rendeva sia /i/ che /j/
Nel I secolo d. C la pronuncia di /w/ si trasforma passando da semivocale a
labiodentale, <u> a quel punto rappresentava due suoni diversi, ma ciò non
favorì la nascita di un nuovo sistema.
L’imprecisione grafica rimase per secoli, finchè nel 1478 Gian Giorgio Trissino
propose di introdurre un segno apposito per <v>, distinzione che fu accolta in
modo stabile solo dopo decenni (1524).
Di conseguenza, <u> e <v>
Muro, vita, uva
/k/
Capacchione Martina
Trascrizione fonetica:
FONETICA
Alla fine del 1700, William Jones aveva avvertito l’esigenza di un alfabeto
fonetico con cui trascrivere porzioni di parlato di una qualsiasi lingua,
indipendentemente dalla scrittura o dall’ortografia.
Questa esigenza, condivisa da più studiosi, si concretizzò solo un secolo dopo.
In quegli anni furono elaborati diversi tentativi di alfabeto fonetico, ma il più noto
e diffuso è l’IPA.
SCRITTURA DELL’IPA
Capacchione Martina
Ogni suono ha una duplice classificazione sia a livello verticale che orizzontale. I
luoghi di articolazione: si parte dal bilabiale al glottale, va dal più anteriore al
meno anteriore cioè più posteriore, anche questi via via progrediscono e si
spostano verso l’area articolatoria posteriore. Sull’asse bilabiale vi sono i modi di
articolazione = sono ordinati dal più chiuso fino al più aperto e si ha una
immediata visualizzazione delle dinamiche che interessano ciascun modo
articolatorio. Ogni casella è occupata da foni, se i foni sono 2, quello posto più a
sinistra è quello sobrio, quello a destra è il corrispettivo suono. Queste consonanti
sono occlusive e bilabiali e la B è sorda e la P è sonora. Ci sono tuttavia, delle
caselle al cui interno c’è un solo suono: caselle asimmetriche, oppure questa
assenza dell’altro elemento fonico potrebbe essere dettato da una restrizione
articolatoria, tutte le consonanti nasali hanno un solo elemento in casella perché
sono sonore per definizione. Ci sono delle caselle completamente vuote: nelle
lingue del mondo fino ad ora studiate questa combinazione non è stata mai
scontata, vuol dire che sono combinazioni possibili però non ci sono figure
rilevate, se questo è vero queste combinazioni non sono semplici e frequenti da
realizzare. Caselle grigie: sono combinazioni articolatorie possibilità foniche che
l’uomo non riesce ad articolare, sono combinazioni possibili.
Capacchione Martina
Non si ammette:
Capacchione Martina
FONETICA
➔ Ogni atto verbale > emissione di suoni onde sonore che si diffondono
nell’aria
➔ Fonetica articolatoria
➔ Fonetica acustica
➔ Fonetica uditiva
➔ Unità minima (sostanza dell’espressione): fono
UN PO’ DI STORIA….
Le tre dimensioni della fonetica (articolatoria -acustica-uditiva ) si sono
sviluppate in momenti diversi.
La fonetica articolatoria è la più antica, fine XVII sec. è la più semplice, i processi
articolatori possono essere compresi con tecniche di introspezione senza
strumenti tecnici. Essa presuppone le altre due dimensioni ma non viceversa.
I primi esperimenti di fonetica acustica risalgono alla fine del 1800, ma solo dal
1940 in poi questi si estenderanno a gran parte dei fenomeni linguistici
(tecnologie della comunicazione sviluppate per scopi militari).
La fonetica uditiva è la dimensione più recente > l’apparato uditivo è
difficilmente osservabile, difficoltà di distinguere componenti meccaniche da
quelle fisiologiche.
Riguarda la vibrazione
Qualcosa che oscilla in avanti e indietro più o meno velocemente
→propagazione
È invisibile nell’aria
→percezione
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vocale
ANALISI SPETTRO-ACUSTICA
Capacchione Martina
ELETTROPALATOGRAFIA
➔ Scopi linguistici
➔ Linguistica computazionale ( lemmatizzazione automatica )
➔ Giuridiche/ forensi (riconoscimento parlatore)
➔ Ingegneria del suono
➔ Intelligenza artificiale
➔ Applicazione tecnologiche
➔ Traduzione simultanea, doppiaggio
➔ Segmentazione automatica video giornali
AMPIEZZA E FREQUENZA
BOLLE D’ARIA
I suoni sono prodotti attraverso l’emissione di aria sospinta dai polmoni verso
l’esterno passando dalla trachea e uscendo dalla bocca e dal naso. Il
meccanismo utilizzato è lo stesso impiegato per la respirazione. Processo
asimmetrico> l’aria è inspirata con grande velocità (un secondo circa ), ma
espirata lentamente ( fino a 10-15 secondi )
L’APPARATO FONATORIO
Capacchione Martina
Capacchione Martina
Capacchione Martina
per eseguire una fricativa. In base all'ostacolo che l'aria incontra, le consonanti si
distinguono per modo di articolazione; in base agli organi che determinano tale
ostacolo, le consonanti si distinguono per luogo di articolazione. Inoltre una
consonante può essere sia sonora sia non sonora (detta anche sorda), a
seconda che le corde vocali si attivino (vibrino) o no al passaggio dell'aria. Si
distinguono in orali, quando l’aria passa per la bocca, nasali quando l’aria passa
per il naso, laringali, quando la chiusura avviene a livello della laringe, è
occlusiva o momentanea quando viene generata mediante il blocco completo
del flusso d'aria a livello della bocca, della faringe o della glottide, e il rilascio
rapido di questo blocco. E’ Velare quando viene articolata accostando il dorso
della lingua al velo del palato, in modo che l'aria, costretta
dall'ostacolo, produca un rumore nella sua fuoriuscita. Viene denominata
fricativa se il fono viene prodotto mediante un restringimento tra alcuni organi
nella cavità orale, che si avvicinano senza tuttavia chiudersi completamente
come nelle occlusive: l'aria continua a fuoriuscire, passando attraverso la stretta
fessura formatasi e provocando in tal modo un rumore di frizione (soffio
dentale), è una consonante continua, nel senso che può essere prolungabile a
piacere, a differenza per esempio delle consonanti occlusive. L’articolazione
che permette di produrre suoni è cosciente ma non automatica e permette così
i tradurre i suoni. Le fricative sono numerose per il semplice motivo che per
produrle si impiega uno sforzo minore dato che, il parlante vuole produrre più
suoni con meno fatica ed il ricevente vuole ricevere il messaggio limitando gli
sforzi, permetto di produrre una pronunzia meno tesa e in corrispondenza delle
occlusive di solito si trova una fricativa. Consonanti quali la “v” e la “f” vengono
dette labiodentali in quanto i denti superiori si appoggiano sul labbro
inferiore, vengono definite invece labiovelari quando l’articolazione velare è
accompagnata dalla protrusione delle labbra: come nella pronunzia delle
parole questo, guanto. Abbiamo inoltre le consonanti affricate che sono suoni
doppi che si realizzano con una chiusura ad un certo punto della bocca che si
apre poi nel medesimo luogo di articolazione, pronunciando una fricativa come
la nelle parole ciondolo o giallo (affricate palatali) o nella pronunzia delle
parole zio, o zona (affricate dentali). L’apparato di fonazione umano permette
la realizzazione di moltissimi suoni diversi (Vedi tabella dell’Alfabeto Fonetico
Internazionale (IPA)…..]
LA FONAZIONE
Il processo di fonazione avviene quando l’aria, spinta dai polmoni in direzione dei
bronchi e della trachea arriva alla laringe facendo vibrare le corde vocali, e da
qui viene generata un’onda sonora che viene spinta verso la cavità orale e
viene convogliata all’esterno. I suoni del linguaggio vengono prodotti mediante
l’espirazione.
La fonazione è il processo con il quale le corde vocali producono una specifica
gamma di suoni attraverso opportune vibrazioni che coinvolgono anche diverse
strutture della laringe.
Capacchione Martina
LE PLICHE VOCALI
MECCANISMO LARINGEO
I SUONI
LE VOCALI: LA CLASSIFICAZIONE
Le diverse vocali sono il risultato della conformazione assunta dalla lingua e dalle
labbra.
1° parametro→Altezza della lingua: alte (chiuse), medie, basse(aperte); la lingua
si innalza o si abbassa rispetto ad una posizione neutra, la posizione neutra della
lingua quando siamo in silenzio.
2° parametro→Anteriorità/ posteriorità della lingua. Anteriori, centrali posteriori.
Capacchione Martina
IL TRAPEZIO VOCALICO
Le posizioni articolatorie che le vocali assumono sono universalmente
rappresentate attraverso un trapezio vocalico.
I SUONI CONSONANTICI
1) Modo di articolazione
2) Luogo di articolazione
3) Attività laringea (presenza o assenza di vibrazioni)
Capacchione Martina
consonante che può essere anche prolungata nel tempo, la sua corrispettiva
sonora è la V. Sono consonanti esplicative anche la S
(consonante dentale spesso anche alveolare) e la sua corrispettiva sonora TS ( s
sonora), altra esplicativa pre-palatale SC , pre -palatale perché la lingua
stabilisce un restringimento esplicativo pre -palatale del condotto orale, in
alcune varietà la sc è una palatale. La GJ
non è presente in italiano, In inglese e in Francese invece è presente. ( garage)
Capacchione Martina
FONETICO E FONOLOGICO
C’è una differenza sostanziale tra ciò che è fonetico e ciò che è fonologico.
L’unità minima del fonema è il suono. In realtà non tutto quello che produciamo
a livello sonoro ha un valore distintivo, per questo motivo si distinguono due
componenti relative al suono:
Capacchione Martina
Capacchione Martina
PRINCIPI DI TRASCRIZIONE
L’accento → si inserisce il diacritico [] immediatamente prima della sillaba tonica,
esempio: [pollo]
Le affricate doppie→
Scelta→ [‘ʃelta]
Lampada→ [ ‘lampada ]
Ghirlanda→ [gir’landa]
Danzante→ [ dan’tsante ]
Quinto→ [‘kwinto ]
Capacchione Martina
Spazzola→ [‘spattsola ]
Cerchio→ [‘tʃerkjo ]
Piastra→ [ ‘pjastra ]
Ghiro→ [‘gi:ro ]
Giro→ [‘ ʤi:ro ]
Giungere→ [‘ ʤunʤere ]
Azzurro→ [ ad’dzur:o ]
Ghiaccio→ [ ‘gjattʃo ]
Pioggia→ [‘pjɔdʤa ]
[‘FJE:NO]
[‘RUO TA]
LA TRASCRIZIONE FONEMATICA
Tra barre oblique
Trascrive solo ciò che è distintivo, tralasciando tutto il resto
esempio: renna > con pronuncia francese
Capacchione Martina
[k’ae:po]
[k’ʎ:po]
[‘ka :po]
Ricapitolando…
FONETICA E FONOLOGIA
Capacchione Martina
La seconda e la terza non sono uguali alla prima per luogo di articolazione. In
questi casi nella trascrizione dobbiamo usare i due allofoni.
ALLOFONO
/n/
/ ɱ/ /n/ /ŋ/
Tengo/tendo
Anche/ante
/s/
[s] [z]
Capacchione Martina
LA SILLABA
Nozione difficile da definire in senso scientifico: ma presente nella coscienza
metalinguistica del parlante, al senso comune. Base per la versificazione delle
lingue romanze. Realtà psicologica della sillaba (es. giochi, lapsus, canto,
poesia.). Unità fondamentale dell’organizzazione sonora
del linguaggio. La prima produzione linguistica
comprende vocali o sillabe. Dal greco
syllabé (vincolo, legame) > indica un’unità più grande di un solo segmento, ma
più piccola della parola
MA
In alcune lingue, tuttavia, alcune C (Es. /l/ o /r/ possono stare al centro della
sequenza.
Esempio: ing. Bottle [‘bot]
Capacchione Martina
σ (sigma)
Attacco Rima
Nucleo Coda
Pòpulètum (poppeto)
populus
La rima attiva quindi regole fonologiche, la rima non determina solo il ritmo.
RIMA:
Es: amòr/dolòr
Ineffàbile/impenàbile
Naturalezza e restrizioni:
Tipo CV: naturale e meno marcato > il tipo universale. La prima struttura appresa
dal bambino.
Capacchione Martina
Hawaiano: CV. V
Russo zdravtvujt(salve)
Le strutture
/tr/ /tl/
/dr/ /dl/
/kr/ /kl/
/gr/ /gl/
/fr/ /fl/
/vr/ /vl/
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Code ramificate
Est, golf, staff, sprint, film, blog, chat, kebab, password, outlet, tablet
QUANTITA’ FONOLOGICA
Il tempo che passa dal momento iniziale a quello finale di un’articolazione è una
proprietà prosodica.
Fattore tempo: maggiore è la velocita elocutiva > minore è la durata di ciò che
produciamo.
Fattore sillaba: la V in sillaba aperta è più lunga della V in sillaba chiusa.
Fattore accento: la sillaba tonica è più lunga di quella atona.
→proprietà relazionale
Capacchione Martina
/ʃɛ/ /wc/
Rampa [‘rampa]
La durata consonantica
Papa/pappa
Capacchione Martina
→Sciarpa [‘ʃarpa ]
→Giglio [‘dʒiʎ:o]
→Spegnere [‘spɛŋ:ere]
→Ognuno [oŋ’ŋu:no]
L’ACCENTO
Fenomeno prosodico.
Proprietà della sillaba e NON di un singolo segmento.
Rilievo di una sillaba rispetto ad altre della stessa parola.
Ha funzione culminativa perché assegna prominenza.
caratteristica relazionale e non intrinseca dei segmenti > cioè è indipendente dal
loro contenuto fonetico.
Lingue ad accento fisso→
L’accento lessicale cade sempre sulla stessa sillaba.
L’accento libero NON vuol dire totale libertà di posizione (es. latino).
Italiano→ la posizione dell’accento è libera solo nell’ambito delle ultime tre
sillabe e da questo deriva la sua capacità distintiva.
Es. àncora/ancòra
Càpito/capìto/capitò
Càpitano/capitàno
Partì/ parti
I PARAMETRI
L’accento assegna prominenza. La sillaba accentata ha maggiore durata,
maggiore intensità, maggiore frequenza.
ACCENTO
L’accento lessicale o di parola (NON va confuso con accento grafico, es. bòtte,
è)
Accento di frase
Capacchione Martina
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Uno dei due suoni si è assimilato all’altro. Questo suono ha proiettato i propri
tratti fonologici sul suono precedente rendendolo uguale a se stesso.
ALTRI FENOMENI:
INSERZIONE
Capacchione Martina
In italiano l’inserzione è sporadica, es. città + ino > cittadino. Papa + ino >
paparino
CANCELLAZIONE
La cancellazione→ è l’eliminazione di un segmento. È il più diffuso nel mondo >
semplificare la struttura sillabica.
CALDUM > caldo INSULA > isola MENSE > mese (ma mensile)
GEMINAZIONE / DEGEMINAZIONE
Il mutamento coinvolge la durata di un suono (es. lunghezza vocalica latino)
Geminazione→ NOCTEM > notte SEPTEM > sette
Capacchione Martina
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MORFOLOGIA
La morfologia→ voce dotta di origine greca entrata nel lessico moderno del XIX
sec. > forma delle parole. Il livello della lingua che studia le regole di formazione
delle parole.
Unità minima è il morfema.
L’unità di uscita è la parola.
Componente in tutte le lingue del mondo.
La morfologia indaga la struttura interna delle parole. In una lingua, molte parole
sono “costruite” tramite regole. La costruzione delle parole è l’aspetto dinamico
della morfologia: flessione, derivazione e composizione. (in italiano presenti tutti e
3, ma ci sono lingue che si comportano in modo diverso).
L’unità minima è il morfema > concetto di parola.
La morfologia è quel componente che serve a formare nuove parole, studia
come sono costituite ma offre meccanismi di formazione. Quando una lingua
non è più in grado di formare nuove parole è una lingua che si sta avvicinando
all’estinzione. Il lessico è il componente più esterno, più vicino alla realtà esterna
e che è meglio prima di tutti risente di tutti i cambiamenti esterni, il lessico è il
livello che si modifica più di altri.
La parola
Il concetto di parola appartiene al senso comune > anche una persona poco
scolarizzata sa fornire un esempio di parole ed è in grado di scandire una frase,
la sua consapevolezza della linguistica il concetto di parola è interiorizzato.
Molto più complesso è definire cosa sia la parola:
1) È stata definita come unità linguistica compresa tra due spazi vuoti, ma
a) Lingua scritta
b) Lingua scriptio continua
2) Unità dotata di significato, ma ci sono delle parole che hanno un
significato diverso, ma: il, per, la, ci , le preposizioni, gli articoli, hanno
significato ma diverso rispetto alla parola casa, libro etc.
3) Unità autonoma che può ricorrere da sola,
es. oggi (quando parti? Oggi)
ma: il, per, che
esempi:
Capacchione Martina
Difficoltà interpretative
I membri di una classe del discorso sono sempre tutti variabili o invariabili? O ci
sono delle eccezioni?
Capacchione Martina
Gli aggettivi sono una classe aperta, classe chiusa non vuol dire immobile
perché a lungo termine ci sono cambiamenti in atto che si osservano dietro
un’osservazione diacronica, es. il sistema degli aggettivi e pronomi dimostratiti da
tripartito diventa bipartito.
No.
Solo nomi e verbi sono presenti in tutte le lingue del mondo perché soddisfano
una necessità cognitiva.
MORFEMA
Unità minima distintiva della morfologia, e unità linguistica di prima articolazione,
dotata di significante e significato.
È la più piccola unità linguistica dotata di significato.
Segno linguistico costituto da significante e significato
MORFEMI
Derivazionali flessionali
Capacchione Martina
Esempi:
Morfemi lessicali:
I morfemi lessicali hanno significato lessicale che non dipende dal contesto.
Si chiamano basi lessicali o radice (TESTA).
Sono semanticamente autonomi.
Sono morfemi liberi.
Costituiscono in tutte le lingue una classe aperta (ci sono delle parole che
possiamo aggiungere e che possiamo togliere).
Bambin-(o)
Città (presente un morfema lessicale libero)
Infrequente (morfema flessivo ma anche prefisso, presenti 3 morfemi di natura
diversa)
Capacchione Martina
Barc-(a)
Mentre
Riboccato
Parl-are
Quando
Indebolito
ALLOMORFI
➔ Uno stesso morfema può assumere significati diversi selezionati dal
contesto. Variante concreta di un morfema.
➔ Es. gatt-i
Bambin-i
Libr-i
Pann-i
Piatt-i (condividono lo stesso morfema flessivo, anche uguali per
significante)
Fogl-i
Uom-ini > ALLOMORFO I= Morfema flessionale uguale in pari significato a
quello che compare nelle parole precedenti. Ha lo stesso significato ma
diverso significante. INI compare solo in italiano nella parola uomini. INI>
ALLOMORFO DI I.
PREFISSO NEGATIVO
dis+ V o C s.+ C
➔ In-appetente im-mangiabile ir-ireale il-legale
In-utile im-produttivo ir-razionale il-logico
Capacchione Martina
In+ C dentale
Labiodentale n. V
ALLOMORFI
➔ a- in- s-
ALLOMORFIA VERBALE
Ven-ire (solo forma infinito)
Veng-o, veng-ono
Vien-i
Venn-e
Verr-emo
Ven-ite ven-
COMPOSIZIONE
Unione di due forme libere. Uno dei processi morfologici più produttivi negli ultimi
anni, l’italiano contemporaneo conta all’incirca 35.000 parole composte, però,
Capacchione Martina
le lingue romanze non è tra il maggior numero di parole composte. In una parola
composta ritroviamo sempre due basi lessicali:
➔ [PAROLA 1] + [PAROLA 2]
[campo]N + [santo]A > [ [campo]N [santo]A]N
[alto] A + [piano] N > [ [alto]agg. [piano]nome ]nome
[senza]p + [tetto]nome > [ [senza] p [tetto]nome ]nome
[agro]agg + [dolce]agg > [ [agro]agg [dolce]agg]agg
➔ Possibilità combinatorie
➔ Il risultato più frequente è un Nome, ma sonp possibili altre risultati
➔ Es. N+N > Nome, capostazione, pescecane
➔ AGG+AGG > Agg, dolceamaro, rossonero
➔ AGG+N > n/agg biancospino
➔ V+V > N, saliscendi
➔ V+N > N, es scolapasta
COMPOSTI
➔ ‘prep+ ‘prep (*senzaper)
➔ ‘V+’Agg (*vedibello, *pagacaro)
➔ ‘V+’Prep
➔ ‘N+’prep
➔ ‘Agg+’avv
➔ ‘Prep+’agg
Capacchione Martina
CAPOSTAZIONE
N
[+animato]
[+maschile]
Capo stazione
[+animato] [-animato]
[+maschile] [-maschile]
CAMPOSTI ESOCENTRICI
➔ Dormiveglia > [dormi]v + [veglia] V=N
➔ Criterio categoriale: la cateogira finale non equivale n+ al primo né al
secondo elemento
➔ Criterio semantico: il dormiveglia non è né un tipo di dormi, né un tipo di
veglia
➔ Il camposanto è esocentrico: NON HA TESTA
➔ Altri es.
PORTALETTERE
N
[+animato]
[+maschile]
[-plurale]
V N
COMPOSTI DVANDVA
➔ Terminologia deriva dalla tradizione sanscrita
➔ Questi composti hanno due teste
Capacchione Martina
➔ Es. cassapanca
➔ [cassa]N + [panca] N > N
➔ È un composto formato da due costituenti che sono entrambi teste sia
categoriali che semantica > il composto ha DUE TESTE
TESTA E FLESSIONE
➔ Nel composto la flessione coinvolge solo la Testa (capogiri, manoscritti)
➔ Es. il pescecane > i pescicane
➔ Il capostazione > i capistazione
➔ Composti esocentrici (senza testa): sono invariabili (portalettere)
➔ Es. il pellerossa, i pellerossa
Il dormiveglia, i dormiveglia, le portaerei
➔ Composti dvandva: flettono entrambe le teste
➔ Es. cassepanche, mezzelune, capimastri
COMPOSTI NEOCLASSICI
➔ Composti formati mediante elementi classici d’origine greca o latina >
confissi
➔ Origine: Francia, fine 1700 > diffusione europea
➔ Prefissoidi – suffissoidi
➔ Elemento legato + elemento libero, ma
➔ Modularità di formazione
Es.
Biografo > bio+grafo
Ecologia > eco +logia
Microfono > micro+fono
Megaconcerto
Minigonna
Fotosintesi
Psicologia
Discoteca
MODULARITA’
Termostato isotermo
Termometro
Fonologia
Capacchione Martina
NEOCLASSICI
➔ Eco + cardio +gramma
➔ Eco + grafia
➔ Cardio +logia
➔ Mio +cardio
➔ Cardio +stimolatore
ESERCITAZIONE
Borsettina amichevole
Bors-ett-in-a amich-evol-e
Smacchiatore sbandierato
S-macchia-tor-e s-bandier-at-o
Incaduto infuocato
in-caut-i in-fuoc-at-o
Impastare innarestabile
im-past-are in-arrest-abil-e
Coraggiosamente ricostruzione
coraggi-os-a-men-e ri-costru-zion-e
Il genere in una determinata lingua dovrebbe essere assegnato in base alla loro
natura biologica, noi dovremmo avere: referenti maschili e referenti femminili
grammaticalizzati con dei morfemi flessionali di genere grammaticale femminile.
La maggior parte delle parole non appartiene a referenti che siano
biologicamente determinati, in tutti gli altri casi come si comportano le lingue?
Per tutte le altre parole che non hanno uno statuto biologico di genere, le lingue
si comportano in maniera confusa. Naturalmente per tutte le altre unità lessicale
il genere diventa una categoria convenzionale ed è un’ulteriore espressione del
segno linguistico, il genere è selezionato non per necessità, ma da altri criteri.
Motivo per cui in italiano sole è maschile, luna è femminile, fiore è maschile però
in francese è femminile. Non ci sono motivi naturali. In italiano esistono solo due
generi grammaticali: maschile e femminile, c’è un residuo di neutro presente in
latino che ha paradigmi pronominali, paradigma di pronomi personali esso essa,
in tedesco esiste invece maschile, femminile e neutro. Ci sono alcuen parole che
sono già esplicitate nel senso che pur non avendo una marca di genere, si tratta
Capacchione Martina
LA SINTASSI c 4. berruti
Capacchione Martina
specie. Il termine sintassi è stato usato già nel secondo secolo d. C Apollonio, ci
fa intuire come la natura sintattica della lingua è stata oggetto di riflessione
molto presto, riflessione continuata nei secoli successivi e ha avuto la sua
massima esplosione negli anni 1957. Il modello della sintassi generativo
trasformazionale, è un modello che ha avuto una diffusione internazionale
anche su altri settori ma è stato uno tra quelli più criticati tanto che ha elaborato
più volte il modello. Un gruppo di generativisti nel mondo, ogni anno tiene dei
convegni.
Le frasi sono formate da più parole, ma possono coincidere con una sola parola.
Per poter definire il concetto di frase occorre tenere: una buona formazione
strutturale= significante dell’intera frase e il significato= la frase deve avere
anche un significato autonomo, quando entrambe sono soddisfatte il parametro
dell’accettibilità è a sua volta compiuto. Dal punto di vista della struttura la frase
è ben formata, abbiamo rispettato le regole di formazione di una determinata
lingua.
Le frasi nominali sono frequenti nella letteratura, nella linguistica, nella fase
giornalistica = nei titoli.
Capacchione Martina
complesse. La frase semplice è una frase che contiene un solo verbo, le frasi
complesse contengono più nuclei verbali e a loro volta si distinguono in:
coordinate e subordinate. Per quanto riguarda la diatesi avremo frasi con diatesi
attiva o diatesi passiva, una delle categorie morfologiche del verbo. Per
quanto riguarda la modalità (nell’atteggiamento del parlante nei confronti di
quello che sta dicendo) le frasi si distinguono in: dichiarative o assertive,
interrogative, imperative ed esclamative. Riconoscere il tipo modale riguarda
osservare la struttura della frase.
IL SINTAGMA
Capacchione Martina
I costituenti
➔ I sintagmi sono chiamati anche costituenti frasali e possono essere
rappresentati sotto forma di diagrammi ad albero (alberi etichettati)
➔ Espediente formale che permette di rappresentare la struttura gerarchica
delle frasi
➔ È spesso un’operazione molto complessa
F
SN SV
N (Michele) V (passeggia)
Ogni sintagma è rappresentato da una sola parola, un nome e il verbo.
F
SN SV
N SV SN
(Michele)
➔ Tutte le frasi hanno una struttura lineare semplice, possono essere descritte
sul piano grammaticale come una stringa di costituenti
➔ I costituenti immediati: sono unità strutturali
➔ I sintagmi svolgono funzioni sintattiche:
➔ Soggetto, predicato, oggetto, complementi
Es: Anna portò Carlo a Parigi
1°modo per etichettare la frase : RIQUADRI
Capacchione Martina
2° modo: LE PARENTESI
PROCESSI
➔ Costruzione della frase
➔ Espansione
➔ Il bambino corre
➔ Il bambino di Marco corre
➔ Il bambino di Marco corre velocemente
➔ Il bambino di Marco corre molto velocemente
INCASSAMENTO
➔ Un sintagma ricorre come componente in un altro sintagma
➔ Ho visto l’uomo che avete invitato a cena (modificatore alla testa SN)
➔ Il libro ((che Luigi (che di solito ha buon gusto) mi ha prestato) non mi
piace
➔ Subordinazione
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I FILTRI
➔ Le possibilità combinatorie sul piano sintattico sono notevolmente ristrette
da una serie di regole di selezione
➔ Dipendenza: capacità delle parole di entrare in relazione preferenziale
con altre parole, es. accordo di genere o di numero
La rosa, le rose, *la rose
➔ Quelle belle mele mature rosse > ripetizione della stessa informazione
➔ Coreferenza pronominale: altra forma di dipendenza→ si riferisce a
distanza a qualcosa che è stato già menzionato precedentemente o che
lo sarà successivamente.
Stamattina ho visto Mario, ma ho dimenticato di restituirgli il suo libro.
Domani lo incontro come al solito alla fermata dell’autobus e cercherò di
ricordarmene.
➔ L’uso delle proforme non equivale solo alla marcata ripetizione di un
nome, ma rappresenta un filo che lega le parole del discorso anche a
distanza > una trama nascosta
➔ Questa rete di relazioni, pur essendo complessa, non è illimitata
➔ La teoria del movimento: all’interno della struttura sintattica frasale, alcune
unità lessicali si trovano spostate rispetto alla loro posizione canonica
➔ Il movimento è un processo fondamentale della sintassi
➔ Paola lo ha visto una sola volta > complemento oggetto
➔ Paola ha visto lo una sola volta
➔ In quel negozio, non ci sono mai entrata (io non sono mai entrata in quel
negozio)
➔ La teoria del movimento sintattico non è esclusiva del linguaggio umano
IL SOGGETTO
➔ La nozione di soggetto è problematica.
➔ Soggetto sintattico: elemento accordato al verbo (i bambini giocano)
➔ Soggetto semantico: colui che agisce o esperize (agente o esperiente)
➔ Soggetto comunicativo: ciò di cui si parla, in questa casa si fermò
Garibaldi
Tra questi tre soggetti può esserci coincidenza o talvolta una slegatura
Una delle strutture più problematica per quando riguarda la nozione di
soggetto è la Diatesi che può essere attiva o passiva.
La forma passiva di un verbo può essere realizzata se il verbo è di forma
transitiva
Il poliziotto (soggetto grammaticale, colui che agisce) catturò il ladro.
Il ladro è stato catturato dal poliziotto
Soggetto colui che agisce
La diatesi passiva non è così comune nelle lingue, ci sono lingue in cui la
forma passiva è più usata.
Capacchione Martina
LA VALENZA VERBALE
➔ Metà del 1900: Lucien Tesnière (1959), linguista francese, prendendo
spunto dalle dinamiche attuate in chimica elabora i concetti di valenza
verbale, argomento e circostanziale. La valenza verbale è un approccio
che parte dall’elemento fondamentale e che distingue e individua
rispetto al verbo gli argomenti.
➔ Il verbo, come un elemento chimico, è accompagnato da determinati
elementi, affinchè la frase sia ben formata
➔ In questa impostazione, la frase è intesa come una relazione, espressa dal
verbo che lega fra loro diversi argomenti, cioè i sintagmi che dipendono
dal verbo
➔ Ogni verbo rappresenta un tipo di relazione
➔ Il numero e il tipo delle relazioni è dato dal verbo stesso
➔ Ogni relazione è definita Argomento o attante
➔ Gli argomenti facoltativi sono detti circostanziali
➔ In questo modo i verbi sono classificati in base al numero massimo di
argomenti che possono fare parte del nucleo, cioè in base alla valenza
➔ Gli argomenti del verbo sono dei “posti vuoti” che possono essere riempiti
dai sintagmi
➔ Ad es: lo schema valenziale del verbo regalare comprende due sintagmi
nominali, rispettivamente nominativo e accusativo, il primo si accorda con
il verbo nella persona, e un sintagma preposizionale al caso dativo
introdotto dalla preposizione a
➔ I genitori regalano un libro al loro figlio
VERBI BIVALENTI
➔ Lo studente ha preso un bel voto
➔ Quell’uomo abita in città
➔ L’avvocato ha chiamato il testimone
➔ Gianni crede che Pietro verrà
➔ Strutture transitive o intransitive
SOGGETTO + V + ARGOMENTO
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1 2
VERBI ZEROVALENTI
➔ Verbi atmosferici, metereologici. Non sono accompagnati da alcun
argomento > sono non argomentali (avalenti)
➔ Piove
➔ Ieri nevicò moltissimo
Non tutti gli argomenti si realizzano nel parlato, non tutte le valenza sono
saturate
ARGOMENTI CIRCOSTANZIALI
➔ Circostanziali > argomenti non obbligatori
➔ Sono espansioni, collegate fuori dal nucleo, in posizione libera, funzionano
da modificatori, ad es. complemento di tempo, avverbi frasali
➔ Maggiore mobilità: possono spostarsi all’interno della frase, senza
determinate agrammaticalità
➔ Classificazione statistica
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1) I numeri
2) La distribuzione geografica
3) La vitalità
Aspetti correlati.
I NUMERI…
LE DIFFICOLTA’
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➔ Lingua morta: codice di comunicazione che non ha più parlanti nativi >
sostrato
➔ È difficile quantificare con certezza il numero delle lingue morte,
conosciamo solo le lingue morte che hanno lasciato documentazione
storico-letteraria (es. sanscrito, greco antico, latino gotico, dalmatico
ecc.)
➔ Molte lingue morte si sono estinte prima dell’avvio della scrittura (nata
5000 anni fa)
➔ Molte altre lingue, oggi censite come viventi, sono a rischio estinzione
LINGUASPHERE
Ad oggi:
inglese : 1 miliardo
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➔ Due terzi delle lingue naturali si trova in Asia (2269 lingue, 32.8 %) e in Africa
(2092, 30.2%), seguono Oceania (1210, 20%) Americhe (1002, 15% Europa
(239, 3,5%)
➔ Europa è il continente meno ricco di varietà linguistica
➔ Le aree che mostrano maggiore diversità linguistica NON si distribuiscono
casualmente sul pianeta, le zone più ricche sono anche quelle più vicine
all’equatore > ipotesi: distribuzione delle specie viventi > biodiversità=
glottodiversità
➔ Se il clima è stabile > alimentazione continua > piccoli gruppi di
popolazione > lingue di piccole dimensioni
ETHNOLOGUE
Ethnologue, Languages of the world, Institute of linguistics, Dallas (USA),
(www.ethnologue.com)
Catalogo di 7100 lingue parlate in 228 nazioni
Grado di vitalità delle lingue; developing, vigorous (35%), in trouble, dying
Mappe geografiche
Indicatori di sviluppo: scrittura, standardizzazione, portalità esterna (tramite
traduzione, broadcasting, nuovi media), uso come L2, attività culturali,
amministrazione e governo
➔ Dati Unesco, Ethnologue nel 2020 le lingue viventi sono 7117
➔ Dying: 982, di cui 205 dormienti e 431 quasi estinte
➔ In trouble: 1944
➔ Negli ultimi 500 anni si sarebbe estinta la metà delle lingue
➔ Il 60% delle lingue ora parlate è a rischio estinzione
ITALIA:
LINGUE E DIALETTI
Capacchione Martina
➔ Presenza di letteratura
LINGUA
Varietà di riferimento, norma più usata (N parlanti), meno mancata,
sovraregionale descritta e codificata, utilizzabile per tutti gli usi (scritto e
orale) utilizzabile per tutti gli argomenti
LA TIPOLOGIA LINGUISTICA
➔ Classificazione tipologica (analisi descrittivo-sincronica)
➔ Classificazione areale (classificazione che tiene conto della vicinanza
geografica tra le lingue)
Queste due classificazioni sono esclusivamente linguistiche.
Capacchione Martina
→Settore della linguistica generale che studia le lingue in base alle loro
caratteristiche strutturali
→Gli studi di tipologia nascono ad inizio 800 > riflessioni sulla diversità linguistica
La tipologia
I Tipi
Capacchione Martina
Ci sono tipi:
TIPI
➔ FREQUENZA: Tipi frequenti ed infrequenti
1) I tipi frequenti hanno maggiore possibilità di realizzazione tra le lingue
del mondo
2) Incorporano processi o unità più naturali o più semplici
➔ STABILITA’: tipi stabili ed instabili
I tipi stabili rappresentano unità o processi resistenti e duraturi nel tempo,
meno soggetti a trasformazioni/ mutamenti
GLI INCROCI
LA TIPOLOGIA
Capacchione Martina
GLI UNIVERSALI
La linguistica degli universali studia ciò che è comune a tutte le lingue. Diversi
punti di contatto con la tipologia linguistica (sincronia, finalità inizialmente
descrittiva poi predittiva). La presenza di un universale sancisce il punto zero di
variazione tipologica. Gli universali indicano i limiti alla possibile variazione.
UNIVERSALI ASSOLUTI
ASSOLUTI→ Tratto universale che non stabilisce alcuna correlazione con altri tratti.
Es. tutte le lingue possiedono V orali. Tutte le lingue possiedono la V /a/.
L’universale assoluto è indotto da restrizioni articolatorie, neurologiche o
cognitive, vincoli percettivi> memoria a breve termine
➔ Economia articolatoria
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➔ Economia cognitiva
➔ Economia funzionale
➔ Approccio biologico (Chomsky, GU)→ approccio innatista. formula la
presenza di una grammatica universale. Tutti gli uomini sono dotati dello
stesso equipaggiamento uditivo ,visivo, respiratorio, e hanno le medesime
capacità cognitive, mentre parlano adottano e sfruttano gli stessi
meccanismo, motivi per cui alcuni processi sarebbero universali e comuni
tra le lingue del mondo
➔ Approccio pragmatico. → colui che parla e colui che deve codificare il
messaggio sono sincronizzati
➔ Approccio storico-genetico (ipotesi monogenetica). →assume che gli
universali linguistici e la vicinanza strutturale (comunanza di strutture
tipologiche comuni nelle lingue) siano dovute al fatto che originariamente
tutte le lingue del mondo siano derivata da un’unica lingua. Questa
ipotesi nel corso dei secoli è stata duramente contestata e ridicolizzata,
fino al 900 quando Cavalli Sforza, compiendo uno studio sulle migrazioni
ha messo in evidenza come le specie umane sarebbero partite da un
unico ceppo e divise successivamente, questi sottogruppi di specie
sarebbero coincidenti con gruppi e sottogruppi linguistici, mettono in
gioco questo approccio genetico che era stato più volte discusso.
UNIVERSALI IMPLICAZIONALI
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GREENBERG
➔ Joseph Greenberg ( 1966) considerò un campione di 30 lingue,
appartenenti a diverse famiglie linguistiche
➔ Individua 45 universali, dei quali circa la metà riguarda la morfologia
➔ Ancora oggi i risultati raggiunti sono un valido punto di riferimento per la
ricerca tipologica, nonostante l’esiguità del campione
➔ Identifica più tipi di generalizzazioni
➔ Sulla natura o ordine degli affissi
➔ Sui morfemi e le loro correlazioni
➔ Sulla distribuzione delle categorie delle parole
➔ Identifica gerarchie implicazionali
UNIVERSALI
➔ UNIVERSALE 28: sia la flessione che la derivazione segue la radice, la
derivazione si trova sempre tra la radice e la flessione
➔ Giardin-ier-i
➔ Garden-er-s
UNIVERSALE 34: nessuna lingua ha un numero triale se non ha un duale.
Nessuna lingua ha un duale se non ha un plurale
UNIVERSALE 43: se una lingua ha Genere del Nome, ha anche Genere del
Pronome
UNIVERSALE 39: Se una lingua ha sia Numero (A) che caso che ricorrono
alla stessa parola, A sarà vicino alla radice di B
➔ Saranno quindi ammissibili strutture:
➔ Radice- A-B
➔ B-A-radice
➔ Non ammissibili
➔ *Radice-B-A
➔ *A-B-radice
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UNIVERSALI MORFOLOGICI
➔ Sono generalizzazioni sulla struttura morfologica delle lingue umane
possibili
➔ Le lingue presentano grandi differenze riguardo alle proprietà dei loro
sistemi morfologici
➔ Ma la variazione NON è illimitata→ perché le lingue sono sottoposte ad
una serie di restrizioni e limiti che sono quelli cognitivi, legate alla memoria
breve termine.
I TIPI MORFOLOGICI
1° INDICE DI SINTESI
Questi indici sono delle medie. Più è vasto l’indice di sintesi più alta è la
lingua analitica.
2° INDICE DI FUSIONE
➔ Rapporto tra numero dei morfemi e numero dei morfemi fusi ( cioè
cumulativi ), segmentabilità della parola
1) Lingue isolanti: non si calcola perché non c’è giuntura tra morfemi
(sono parole separate)
LINGUE ISOLANTI
Una lingua è isolante o analiti quando tutte le parole sono invariabili.
Capacchione Martina
LINGUE AGGLUTINANTI
➔ Nelle lingue agglutinanti o sintetiche ogni parola contiene tanti affissi
quante sono le relazioni grammaticali espresse
➔ Tendono a unire in una sola parola più morfemi non liberi, ma legati fra
loro
➔ Le parole hanno una forma complessa, sono lunghe e formate da molti
morfemi e molte sillabe
➔ Es. il turco, ungherese, finlandese, giapponese, swahili, lingue bantu ecc
➔ Lingue agglutinanti in Europa e in Asia
➔ L’indice di sintesi è più elevato
Il turco
Kus ( uccello ) Nominativo sing.
Kus-lar (uccelli ) Nominativo plur.
Il turco
Casa > Ev
Le case > evler
La sua casa > evi
Le sue case > evleri
Dalla casa > evden
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Latino
Pulchro (bello)
Pulchr-i ( gen sing )
Pulchr-is (dat /abl plu)
Pulchr-um ( acc sing)
Puilchr-orum (gen plu)
PUELL-ARUM
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LINGUE POLISINTETICHE
➔ Una sola parola esprime tutte le relazioni contenute dall’intera frase
➔ La struttura della parola è molto complessa e spesso equivale al significato
funzionale di un’intera frase
➔ Più morfemi sono uniti, ma a differenza delle lingue agglutinanti è possibile
avere nella stessa parola più radici lessicali, non solo una
➔ Es. eschimese, lingue ameridiane, lingue australiane, paleosiberiane
➔ L’indice di sintesi medio è pari a 4:1
➔ Nella parola sono realizzati anche valori semantici, di norma affidati al
lessico, a differenza delle lingue isolanti
➔ A differenza delle lingue agglutinanti, presentano anche fenomeni di
fusione
➔ Un sottotipo è la lingua incorporante > il complemento oggetto è
incorporato nella forma verbale
Lingua Inuit
Tusaatsiarunnanngittualuujunga
- Tusaa ( radice )
- Tsiaq (bene )
- Junnaq – (essere in grado )
- Nngit ( negazione )
- Tu (q) (3 pers sing )
- Alu (k) (molto)
- U- (essere)
- Junga ( 1 persona sing. Presente : ju + -nga )
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IL TIPO PURO
I TIPI MORFOLOGICI
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nuovi equilibri interni, sia pressioni interne che con più rilevanza che
agiscono dall’esterno cambiano in modo graduale la struttura delle lingue
e può spostarsi il tipo dominante della stessa lingua
LA TIPOLOGIA SINTATTICA
➔ In tutte le lingue ci sono correlazioni tra parole e ordine, presenza di
preposizioni o postposizioni, posizione aggettivo e genitivo
➔ Ordine delle parole nella frase
➔ Posizione del soggetto
Testa e modificatori
Ordine marcato e ordine non arco
Un esempio
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SOV Tra 1/3 e 2/3 delle lingue del mondo ungherese, turco, giapponese,
coreano,
SVO tre 1/3 e ½ delle lingue del mondo lingue romanze, germaniche,
slave,
nilo- sahariane
SVO + SOV = 87 %
➔ Anteposizioni del soggetto rispetto all’oggetto
➔ Interpretazioni
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➔ Condizionamento extralinguistico
1) Occorre dare salienza a ciò di cui si parla e poi a ciò che si vuole
aggiungere a proposito di esso > peso cognitivo
2) Soggetto > informazione data
Verbo e oggetto > informazione nuova
Principi:
Principio di precedenza + + + - - -
Principio di adiacenza + + - + + -
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DUE STRATEGIE
1) VO (SVO, VOS )
2) OV (SOV, OVS )
LE IMPLICAZIONI
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TESTA E MODIFICATORI
INCOERENZA
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Italiano
➔ Lingua SVO
➔ NA ( il ragazzo biondo ), ma anche AN (enormi difficoltà)
➔ NG (il professore di musica)
➔ Nrel ( il libro che ho letto)
➔ Presenza di preposizioni
➔ AusV (ho comprato )
➔ MA
➔ AvvA (avverbio e aggettivo )( molto difficile)
➔ PossN ( possessivo precede il nome ) ( i miei nonni, ArtN ( articolo precede
il nome) ( il professore, un cane)
Italiano antico
ASPETTI PROBLEMATICI
➢ NON sempre è facile definire se una lingua è di tipo SVO, VSO o SOV >
incoerenza tipologica
➢ CI SONO delle lingue come tedesco o olandese in cui l’ordine è SVO
nelle dichiarative principali, ma SOV nelle dipendenti
➢ CI SONO lingue SOV che a volte presentano l’aggettivo dopo il nome,
altre volte prima di esso
Italiano
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➔ Radicale semplificazione
➔ Lingue con ordine stabile (es. italiano ) > spostamenti, specie quando O =
clitico atono (Mario lo compra )
Ordine dominante delle parole > il tipo non esaurisce lo spettro delle
possibilità espressive della lingua
➔ Si distinguono lingue con:
1) ordine stabile delle parole (inglese)
who is coming? *is who coming?
This book, i have read > colloquiale
2) Ordine manovrabile ( lingue romanze e slave ), es.
Giovanni sta arrivando / sta arrivando Giovanni
3) Ordine libero ( latino )
Marius vidit Claudium
Marius Claudium vidit
Claudium vidit Marius
Capacchione Martina
Capacchione Martina
CLASSIFICAZIONE AREALE
“Omis nostra loquela (..) nec durabilis nec continua esse potest, sed sicut alia
quae nostra sunt, puta mores et habitus, per locorum temporumque
distantias variari oportet (Dante Alighieri, de vulgari eloquentia I,9 )”
“Ogni nostra lingua… non può avere né durata né continuità, ma come le
altre cose che ci sono proprie, come ad esempio i costumi e le mode, deve
variare per distanza di luoghi e di tempi”
Quando due o più lingue mostrano una somiglianza che non può essere
considerata casuale ci sono 3 spiegazioni:
➢ ORIGINE GENETICA COMUNE → Spiegazione genealogica
➢ CONTATTO TRA COMUNITA’ LINGUISTICHE → Spiegazione areale
➢ TENDENZE UNIVERSALI → Spiegazione tipologica
Capacchione Martina
INTERFERENZA
➔ È la manifestazione di un contatto linguistico > imitazione di elementi di
una lingua- modello in un contesto diverso da quello di pertinenza.
➔ Il fenomeno può essere occasionale o duraturo, consapevole o
inconsapevole
➔ Se involontario > code switching
➔ L’interazione stabile o prolungata tra locutori di lingue diverse
determina un continuum di fenomeni: dall’adozione di elementi
lessicali, alla trasmissione di tratti morfologici e sintattici
➔ Per finire, talvolta, alla sopraffazione e scomparsa di lingue minoritarie o
alla creazione di lingue miste o nuove
➔ Il perdurare di una situazione di contatto non si risolve sempre in un
cambio radicale di una lingua
➔ La vicinanza geografica può innescare processi graduali di
convergenza tra lingue non necessariamente imparentate, spesso
geneticamente distanti
➔ Fenomeni di convergenza possono coinvolgere il piano fonologico,
morfologico, sintattico e ancora di più lessicale
LEGA LINGUISTICA
➢ Quando più lingue, vicine geograficamente, presentano
caratteristiche diverse da quelle della propria famiglia, ma comuni
a quella di altre geograficamente contigue > LEGA LINGUISTICA (
Sprachbund )
➢ Vicinanza geografica
➢ Scambi commerciali, culturali duraturi
➢ Si tratta di solito di territori contrassegnati da movimenti di popoli,
bilinguismo
➢ È un processo di trasmissione di innovazioni condivise, piuttosto che
di conversazione di tratti ereditari
➢ Argomento di studio della tipologia areale
LA CLASSIFICAZIONE AREALE
➢ La linguistica areale coglie le affinità che si creano tra lingue vicine,
spesso solo lontane parenti, ma che hanno sviluppato
caratteristiche strutturali comuni poiché parlate nella stessa area
geografica
Capacchione Martina
LEGA BALCANICA
➢ Si tratta di lingue, lontane parenti, tutte indoeuropee, appartenenti
però a gruppi diversi
➢ Serbo-croato, bulgaro, macedone > gruppo slavo
➢ Romano > romanzo
➢ Albanese, neogreco, lingue isolate
➢ Lingue rom > gruppo indoario
➢ Turco (marginalmente) > famiglia altaica
➢ Tuttavia, queste lingue presentano tratti comuni, non ricorrenti in
altre lingue dello stesso gruppo genealogico
➢ Si trovano isoglosse e costrutti grammaticali condivisi
I TRATTI COMUNI
➢ Sviluppo di una vocale centrale tipo shwa [e contrario]
➢ Il sincretismo di genitivo e dativo > unico caso obliquo
➢ Articolo posposto al nome
➢ Comparativo analitico
➢ Perdita infinito
➢ Futuro perifrastico
➢ Formazione dei numerali da 10 a 20 con preposizione su (11: uno su
dieci)
➢ Es. bulgaro edin-na-deset (11) dva-na-deset (12)
I TRATTI
ES. assenza infinito ( es. voglio mangiare > voglio che mangio ), tipica struttura
del rumeno, assente nelle altre lingue romanze
Capacchione Martina
LE INTERPRETAZIONI
1) Effetto del sostrato di antiche lingue
2) Azione del greco (bizantino e medievale)
Ogni interpretazione va effettuata con prudenza, le somiglianze sono il
risultato di più fattori. Nelle lingue balcaniche ci sono sia processi
imputabili al modello greco, sia processi imputabili al modello latino
LEGA BALCANICA
➢ La lega balcanica NON è casuale
➢ Il territorio balcanico ha una posizione geografica strategica >
numerose ondate migratorie
➢ Rappresenta il territorio europeo con un alto numero di lingue
“diverse” > stratificazione etnica
➢ Si tratta di un territorio caratterizzato nei secoli da drammatici
conflitti religiosi, sociali
➢ Ha da sempre incarnato l’opposizione con il mondo occidentale
(Oriente vs Occidente ): due mondi opposti per ideali politici,
religiosi, linguistici
Capacchione Martina
I TIPI AREALI
➢ Somiglianze lessicali: lessico comune di matrice greca e latina
➢ Strategie di formazione delle parole > composti neoclassici
➢ Ordine dei costituenti di tipo SVO
➢ Presenza di preposizione e genitivi postnominali
➢ Uso di avere e essere come ausiliari per la formazione dei tempi
verbali composti
➢ Presenza simultanea di articoli determinativi e indeterminativi
➢ Carattere non-pro-drop > soggetto obbligatorio, si contrappone alle
lingue a soggetto nullo
➢ Non sono i singoli tratti a caratterizzare tale lega, ma la loro
correlazione
➢ Questi tratti sono oggetto di studio del progetto EUROTYP, Typology
of Languages in Europe, iniziato negli anni 90
I GRADI…
DIVERSO GRADO DI EUROPEISMO
1) Lingue pienamente europee, es. tedesco, francese, nederlandese
2) Lingue parzialmente europee, es. inglese, italiano, slavo, altre lingue
germaniche, neogreco, albanese
3) Lingue poco europee, turco, basco, uralico
CENTRO E PERIFERIE
➢ Il centro: area renana
➢ Forza centrifuga: nelle lingue che si allontanano progressivamente
da questo punto focale i tratti caratteristici della lega decrescono:
MINORE GRADO DI EUROPEISMO
LE AREE
1) AREA DI IRRADIAZIONE > area dove si è originato il contatto linguistico
➢ Carlo Magno ha creato i presupposti di tale grado di europeismo >
fulcro di importanti eventi storici-politici
2) AREA DI TRANSIZIONE (Spagna, territorio slavo ): i tratti sono presenti, ma
in modo più debole e discontinuo.
Capacchione Martina
MEDITERRANEO E BALTICO
➢ I territori sotto osservazione da molti anni > presenta condizioni
ottimali per l’individuazione di una lega
➢ Due recenti progetti di tipologia areale (MEDTYPP, Pisa; Language
Typology around the Baltic sea, Stoccolma) hanno dimostrato che
quest’area non forma una lega
➢ Ci sono naturalmente numerose convergenze, ma non tipi areali
condivisi in modo globale
➢ Ciò dimostra che la presenza di una lega non è prevedibile, non è
cioè sufficiente la presenza di un territorio coeso, e di contatti
prolungati > prerequisito
Capacchione Martina
TEST 1 :
1) Qual è un segno linguistico?
➢ MORFEMA (significante e significato)
Il segno è un’unità minima.
2) In cosa consiste la doppia articolazione del linguaggio?
➢ IN OGNI SIGNIFICATO SONO INDIVIDUABILI DUE LIVELLI STRUTTURALI:
PRIMA ARTICOLAZIONE (morfemi) SECONDA ARTICOLAZIONE (
fonemi)
Queste unità di prima articolazione sono scindibili ad unità con un
significante ma non di significato.
3) Cos’è una lingua?
➢ E’ UN SISTEMA STORICO NATURALE, MANIFESTAZIONE CONCRETA DEL
LINGUAGGIO
4) Cos’è la funzione metalinguistica del linguaggio?
➢ LA FUNZIONE METALINGUISTICA SI TRATTA DELLA PROPRIETA’, UNICA
DEL LINGUAGGIO UMANO, PER LA QUALE LA LINGUA PARLA DI SE
STESSA.
➢ È QUELLA FACOLTA’ CHE HA IL LINGUAGGIO UMANO, LA LINGUA E’
UN METALINGUAGGIO, IL MEZZO E L’OGGETTO COINCIDONO.
5) Qual è la differenza tra fonetica e fonologia?
➢ LA PRIMA SI OCCUPA DELL’ASPETTO FISICO DEI SUONI (FONI) LA
SECONDA DELLA LORO FUNZIONE LINGUISTICA (FONEMI)
6) Cos’è una coppia minima?
➢ UNA COPPIA DI PAROLE UGUALI DIFFERENTI SOLO PER UN FONEMA
NELLA STESSA POSIZIONE
Formata da due parole identiche che deve essere nella stessa
identica posizione sintagmatica.
7) Quale di queste coppie di parole costituisce una coppia minima?
➢ NONO/NONNO → STESSA POSIZIONE PER LUNGHEZZA
CONSONANTICA
➢ TELO/MELO
8) Individuare le parole contenenti una o più consonanti occlusive..
➢ MANICO
➢ SPOT
➢ CHIARO
➢ BACIO
➢ ATTORE
➢ UNGHIA
9) Cos’è un Approssimante?
➢ UNA CONSONANTE IN CUI GLI ORGANI ARTICOLATORI SI
AVVICINANO SENZA ENTRARE IN CONTATTO
Capacchione Martina
Capacchione Martina
LA CLASSIFICAZIONE GENEALOGICA
GLOTTOLOGIA
◼ Studio strutturale delle lingue in rapporto alla loro evoluzione
temporale
◼ Si contrappone alla linguistica descrittiva (sincronica)
◼ Analisi e comparazione di lingue moderne o estinte
L’analisi linguistica è di due tipi: sincronia (linguistica generale) diacronica
(metodo di osservazione della linguistica storica. Linguistica e glottologia
sono insieme: sincronico – descrittivo / diacronico – comparativo. La
glottologica è uno studio diacronico, perché hanno come finalità quella di
osservare un evento o aspetti della realtà in una prospettiva di direzione
storica. Glottologia: studio strutturale delle lingue in rapporto alla loro
evoluzione culturale. Diacronia e sincronia si sostengono a vicenda, lo studio
di una lingua in diacronia, oltre a fornire una visione nella profondità storica
allo stesso modo offre una visione di quella che è la lingua in un determinato
momento storico. Al partire dell’analisi tipologica si occupa sia delle lingue
viventi, sia delle lingue estinte→ più difficoltà, non poter avere più uno stadio
sincronico, le lingue parlate → permettono di poter fare una serie di
osservazioni in ambito sincronico e diacronico
GLI AMBITI
◼ Descrivere la storia delle comunità linguistiche
◼ Delineare le affiliazioni genetiche delle lingue del mondo (lingue
parlate o lingue estinte). Permette di costruire rapporti di parentela,
scoprirli e individuarli
◼ Comprendere i processi evolutivi che hanno determinato la
frammentazione e la diversificazione
◼ Riconoscere e interpretare i mutamenti (che hanno intaccato
l’omogeneità di una lingua madre) questi mutamenti linguistici
devono essere riconosciuti, interpretati.
◼ Definire modelli e teorie generali del cambiamento linguistico
◼ La glottologia ha come centro di interesse il fattore tempo, la
dimensione diacronica.
◼ Tuttavia, non è possibile ignorare le altre variabili
◼ Importanza > permette di comprendere meglio di strutture di una
lingua del presente
Capacchione Martina
LA CLASSIFICAZIONE LINGUISTICA:
Capacchione Martina
Il METODO COMPARATIVO:
◼ Le lingue che sono imparentate vengono confrontate tra loro sulla
base delle corrispondenze fonetiche regolari usate per ricostruire le
forme linguistiche precedenti
◼ È usato per ricostruire lingue di cui non si hanno testimonianza scritta
◼ Ad es. l’indoeuropeo è stato ricostruito sulla base di 9 rami
sopravvissuti: germanico, italico, celtico, greco, baltico, slavo,
albanese, armeno, indo-iranico e due rami estinti: tocario e
anatolico
PROFONDITA’ TEMPORALE
◼ La profondità temporale raggiungibile nella speculazione sul
passato linguistico è di circa
◼ 5000 anni mediante documenti diretti
◼ Di circa 10000 anni mediante ricostruzione
LA LINGUISTICA DELL’800
◼ I primi studi sul passato delle lingue attengono alla grammatica, poi
alla filologia
◼ Nel 1800 si scopre che le lingue si possono comparare tra loro >
nascita della filologia comparata o grammatica comparata
◼ L’inizio della linguistica comparativa è idealmente ricondotto al
discorso di sir William Jones nel 1786
◼ Indicò alcune affinità tra il sanscrito, latino e greco, le lingue
germaniche celtiche > ipotizzando la loro derivazione dal sanscrito
◼ Mito della grammatica comparata
◼ Mito della lingua perfetta
Capacchione Martina
LA CLASSIFICAZIONE GENEALOGICA
◼ Due o più lingue appartengono allo stesso raggruppamento
genealogico se derivano da una stessa lingua originaria, la lingua
madre
◼ Le lingue che hanno origine dalla stessa lingua madre costituiscono
una famiglia linguistica
◼ Le lingue che si trovano all’interno della stessa famiglia si dicono
sorelle
◼ La famiglia è l’unità genealogica massima, al di sotto si trovano
gruppi e sottogruppi o rami
Lingua madre da cui derivano sottogruppi, ognuna delle quali classificata da
un termine che a sua volta produce altri filiazioni.
Capacchione Martina
LA FAMIGLIA LINGUISTICA
◼ Per determinare una famiglia linguistica è necessario considerare:
◼ Attestazioni più antiche di ciascuna lingua > datare il materiale è il
primo stadio della ricostruzione
◼ Datazione approssimativa > le lingue non cambiano mai
all’improvviso
ALBERO GENEALOGICO
◼ Offre un panorama sintetico delle varie lingue, delle sottofamiglie,
dei rapporti storici, di parentela
◼ LIMITE: considera solo il riferimento TEMPO
◼ Rappresentazione metaforica e schematica
◼ Realtà: la separazione tra i rami non è improvvisa o netta, ma
graduale
◼ LIMITE: manca il riferimento alla variabilità
◼ La contiguità geografica > contatto linguistico, interferenze
ALBERO
◼ Immediatezza visiva e praticità didattica
◼ Semplicità
◼ LIMITI: offre una visione meccanica dei rapporti linguistici
◼ Coglie somiglianze ereditari risalenti al tronco comune, ma NON è in
grado di cogliere le connessioni tra un ramo e l’altro
◼ Le lingue sono rappresentate come organismi viventi, ma a
differenza delle piante NON hanno esistenza indipendente, sono
insiemi di convenzioni
◼ È stato contestato già dagli allievi di Schleicher, ovvero da Schmidt
e Schuchardt
Capacchione Martina
Capacchione Martina
GLI INDOEUROPEI
Il concetto di indoeuropeo: ambito linguistico. Se ammettiamo l’esistenza
della lingua, dobbiamo ammettere anche l’esistenza di un popolo.
Gli indoeuropei sono una Famiglia linguistica e:
◼ Molte lingue d’Europa e dell’Asia sono imparentate
◼ Tracce della loro parentela si trovano in tutte le componenti di
queste lingue
◼ Somiglianza lessicale > del vocabolario di base > numerali, nomi di
parentale, animali domestici, attività quotidiane.
(sono dei settori lessicali e semantici poco robusti).
◼ Somiglianze fonologiche > sistema dei suoni e delle forme
◼ Somiglianze morfologiche e sintattiche
Capacchione Martina
Capacchione Martina
IL POPOLO E LA LINGUA
➢ In che modo gli indoeuropei sono riusciti a conquistare i popoli
europei imponendo anche la loro lingua?
◼ Quando due popoli entrano in contatto si verificano vari processi
1) Sostituzione della lingua autoctona (es. arabo si è sostituito al
copto in Egitto)
2) Mantenimento della lingua autoctona (es. i popoli germanici si
stanziarono sulle macerie dell’impero romano > con il tempo si
sono romanizzati
LA DATAZIONE
◼ Generale accorto tra gli studiosi: la conquista degli europei da
parte degli indoeuropei si deve ad un fattore extralinguistico > la
domesticazione del cavallo, V sec a.C
◼ Gli indoeuropei sono stati fra i primi a addomesticare il cavallo, lo
usavano per azioni militari, ciò garantiva loro velocità negli
spostamenti
UNA PROVA LINGUISTICA
◼ Il termine indoeuropeo per cavallo *ekwo-s *→ ricostruzione di un
termine
◼ È presente in buona parte delle lingue indoeuropee
◼ Lat: equus
◼ Osco: ep-
◼ Gallico: epo-
◼ Greco: hippos
La lingua conserva delle spie della cultura del popolo.
LE ALTRE PROVE
Quando un popolo si sposta dalla sua terra di origine > lascia delle tracce:
➢ Manufatti preistorici, difficilmente databili
➢ Scrittura
➢ Reperti archeologici
➢ Della datazione degli indoeuropei sono occupati prima gli
archeologici, poi i linguisti. Sono delle datazioni soggette ad una
ricostruzione. Gli archeologici hanno fornito per prima delle prove
della loro esistenza.
Capacchione Martina
GIMBUTAS
➢ Ritrovamento di ossa di cavallo risalenti al 4400 a. C a Dereivka >
sembrano dare sostegno a questa ipotesi
➢ David Anthony (archeologo americano)> fornisce nuovi elementi
L’analisi dei denti dei cavalli mostra i segni dell’imbrigliamento > il
più precoce ritrovato proprio a Dereivka.
Fornisce il fatto che questa cultura aveva addomesticato il cavallo,
il ritrovamento fu rinvenuto a Dereivka da teorie della Gimbutas
➢ Tuttavia, come in assenza di dati decisivi, non può essere dimostrata
Capacchione Martina
LE PROVE LINGUISTICHE
◼ Prove linguistiche dimostrano che gli indoeuropei si sono sovrapposti
a popolazioni preesistenti, aventi culture e lingue affini (bacino
Mediterraneo, Medio-oriente e subcontinente indiano
◼ Metodo semantico > contenuti semantici affini
◼ Metodo lessicale > ricostruzione.
Detto anche lessicalistico.
METODO LESSICALE
◼ Esempio di ricostruzione
◼ Ipotesi: gli indoeuropei ricoprivano una parte del territorio europeo
◼ Erano popolo a vocazione marittima
◼ Di conseguenza > l’analisi linguistica può iniziare dal termine “mare”
◼ Dato inatteso > nelle lingue indoeuropee non si rileva una base
lessicale comune per il termine mare
➢ LATINO > mare
➢ RUSSO > mòre > da cui deriva ted. Meer
➢ Presenza di altri termini non indoeuropei
➢ INGLESE > sea
➢ OLANDESE > zee
➢ TEDESCO > see
➢ GRECO > Oàlassa
INTERPRETAZIONI
◼ In origine questi termini non indicano mare, ma palude
◼ Infatti:
◼ TEDESCO > moor (laguna)
◼ INGLESE > moor (palude)
◼ FRISONE > mar (stagno)
◼ INGLESE > marsh (area fertile, paludosa)
Capacchione Martina
IN SINTESI…
◼ Fonologia indoeuropea
◼ Sono stati indagati soprattutto fenomeni fonologici relativi
all’apofonia, il trattamento delle velari e delle palatali
◼ Il vocalismo indoeuropeo è stato più volte ricostruito attraverso la
teorie delle laringali, che ha permesso di individuare corrispondenze
ancora oscure
◼ L’indoeuropeo è una lingua fusiva, tipica è la presenza di diverse
classi flessive per la stessa classe lessicale
◼ Ci sono processi di allomorfia e di omofonia
Capacchione Martina
Capacchione Martina
Esempi:
◼ Le consonanti originarie palatali dell’indoeuropeo sono diventate
velari nelle lingue centum, sibilanti in quella satem
LATINO SANSCRITO GOTICO TEDESCO
Pecu pàsu faihu vieh
LATINO: occlusiva velare
SANSCRITO- GOTICO-TEDESCO: Articolazioni sibilianti, cioè anteriorizzate
◼ Indoeuropeo: *Kmtò-m (cento)
◼ Per ricondurre quindi una velare delle lingue centum a una palatale
indoeuropea, occorre che a essa corrisponde nelle lingue satem un
suono tipo sibilante:
➢ es. latino decem (dieci), greco déka, irlandese deich, gotico taìhun,
tocarico A ça..k, tocarico B çak, che trovano corrispondenza in
indiano antico dàça, avestico dasa, armeno tasn, albanese djete,
Capacchione Martina
LA GEOGRAFIA
Lingue centum > situate ad ovest lingue satem > situate a
est
◼ Lingue romanze lingue baltiche
◼ Lingue germaniche lingue slave
◼ Lingue celtiche lingua albanese
◼ Lingue Italia antica armeno
◼ Ittita lingue indo-iraniche
(persiano,
avestico, curdo, antico
vedico,
sanscrito, dialetti pracriti >
Hindi,
urdù)
◼ Inizialmente, si pensava che l’indoeuropeo avesse un ramo
occidentale (centum) e ramo orientale (satem)
◼ Tale assunto fu smentito all’inizio del 900, quando furono scoperti
testi religiosi del I millennio d.C. relativi alla lingua tocario (A, B )
◼ Tocario è una lingua centum, nonostante sia la lingua indoeuropea
più orientale.
TOCARIO
◼ Otto > okat > (tocario A)
◼ Okt > (tocario B)
◼ In linea con il latino OCTO
◼ Diversamente dal sanscrito astàu
◼ Cento > kant (tocario A)
Kante (tocario B)
Etimi che sono riconducibili a kentum, ma loro ricostruzione a
kentum è affidabile.
IPOTESI INTERPRETATIVE
◼ All’inizio tutte le lingue indoeuropee erano centum
◼ IPOTESI A:
A un certo punto della storia, le lingue centro-orientali hanno
gradualmente adottato una pronuncia anteriorizzata delle
occlusive velari, diventando lingue satem
Capacchione Martina
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I TRATTI:
◼ Romania occidentale > conservazione – s finale latina
◼ Spagnolo: los amigos
ROMANIA NUOVA
◼ Comprende i territori extraeuropei in cui sono parlate nativamente
le lingue romanze, es. Brasile, Cile, Argentina, paesi Africa
occidentale, Canada
ROMANIA SOMMERSA
◼ Comprende i territori inclusi nei confini dell’Impero romano nel quale
un tempo erano parlate lingue romanze, poi sostituite con altre
lingue, es
◼ Valli della mosella, saar (germania), zone della Svizzera meridionale,
Tirolo (Austria), Alto Agide > dal latino al tedesco
◼ Zone costiere dell’Africa nord-ovest (dal Marocco alla Tripolitania,
romanzo africano ) > dal latino all’arabo/berbero
◼ Gli strumenti di studio:
le testimonianze di geografi, storici
i prestiti delle lingue romanze
la toponomastica
es. Nabeul (città Tunisia) < lat. N (E) APOLI (M), città nuova (Napoli)
Djeleola (Algeria ) < CELLULA, Cèllole (prov. Caserta)
◼ Berbero:
ekìker (cece) > CICER
arirao (aratro) > ARATRUM
tayuga (giogo) > JUGUM
Capacchione Martina
1) Lessico condiviso
2) Morfologia condivisa
3) Sistematicità di corrispondenze fonetico-fonologiche
Devono essere riscontrabili tra le lingue che si vogliono analizzare.
IL METODO COMPARATIVO
◼ Si fonda sul confronto tra più lingue per stabilire se sono o meno
imparentate
◼ Come avviene il confronto?
◼ Somiglianza tra parole > criterio erroneo
Italiano tedesco turco
Treno zug tren
Bagaglio gepack bagaj
La lingua turca ha preso in prestito dall’italiano appartenente al campo
semantico dei trasporti, non perché imparentata, ma sono degli italianismi. La
somiglianza non deve essere mai rilevata a livello impressionistico ma,
scientifico.
Italiano tedesco turco
Uno Ein Bir
Due zwei iki
Tre drei uc
Padre vater baba
Madre mutter anne
Italiano e tedesco sono lingue cugine. Somiglianza molto più sostanziosa
rispetto a quella precedente.
LESSICO CONDIVISO
◼ In confronto deve limitarsi ( o deve iniziare) da quel nucleo di parole
meno suscettibili al prestito, es. i numerali, nomi di parentela, parti
del corpo
◼ Il fine del metodo comparativo è quello di individuare delle
corrispondenze semantiche, la corrispondenza (fonologica,
morfologica, sintattica) non deve coinvolgere solo una parola, ma
estendersi ad altri lessemi nativi.
Lessico condiviso o comune, non è altro che una percentuale di
parole che devono corrispondersi in più lingue. Se poniamo a
confronto italiano e francese troveremo un lessico condiviso
Capacchione Martina
Francese Italiano
Chien Cane
Chanteur Cantare
Chapeau Cappello
Cheval Cavallo
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Champ Campo
Chevre Capra
IT. [k] + [a] > fr. [ ʃ ] + [a]--------
Francese Italiano
Couleur Colore
Collection Collezione
Coeur Cuore
Court Corto
Se in italiano [K] + [o] oppure [u]
In francese [K] rimane inalterata
Capacchione Martina
◼ \aw\ → INGLESE
◼ \aw\ → TEDESCO
◼ \Øy\ → OLANDESE
◼ \u:?\ → DANESE
Francese Italiano
Francese Italiano Dormi Dormito
-è -ato Fini Finito
-u -uto Reussi Riuscito
-i -ito Voulu Voluto
Battu Battuto
Obtenu Ottenere
Chantè Cantare
Parlè Parlare
Ètudiè Studiare
LA DIMENSIONE VERTICALE
ASSIMILAZIONE PI > P + J
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Latino Italiano
Vulpe Volpe
Cruce Croce U > /o/
Turre Torre
Musca Mosca
Esempio:
◼ Inglese medio
Set ( mettere ) wif (moglie ) hus (casa)
◼ Inglese moderno
Set wife House
MUTAMENTO FONOLOGICO
◼ La fonologia è il primo stadio di osservazione per la ricostruzione
delle lingue
◼ Tema principale della ricerca ottocentesca > cambiamenti di suoni
◼ Schleicher > primo compendio di fonologia comparata
◼ Neogrammatici > enunciano leggi fonetiche
◼ Interpretazione delle cause
Capacchione Martina
MUTAMENTO
◼ Luogo di articolazione
◼ Modo di articolazione
◼ Posizione corde vocali
◼ Posizione velo palatino
◼ Struttura sillabica
◼ Struttura accentuale
◼ Lunghezza
PROCESSI FONETICO-FONOLOGICI
La prima base che viene considera per cogliere e interpretare queste
somiglianze tra lingue è quella FONETICA e FONOLOGICA. Se questa analisi
permette di cogliere e di interpretare in modo sistematico le somiglianze
allora si può procedere con l’analisi della componente morfo-sintattica. Ma il
primo stadio è la componente FONETICO -FONOLOGICA.
Nell’ambito fonetico e fonologico le somiglianze devono essere interpretate,
e i mutamenti possono essere di vario tipo. Possiamo raccogliere tre
raggruppamenti:
◼ FONOLOGIZZAZIONE
◼ DEFONOLOGIZZAZIONE
◼ RIFONOLOGIZZAZIONE
Differiscono in un aspetto rilevante:
◼ FONOLOGIZZAZIONE:
Capacchione Martina
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LE ECCEZIONI
◼ Vi sono tuttavia dei processi che NON possono essere spiegati in
questo modo
◼ I Neogrammatici cercano di dimostrare che le eccezioni sono tali
solo in apparenza e che possono essere spiegate ricorrendo a 3
fattori
1) PRESTITO –
2) ANALOGIA –
3) INTERFERENZA –
PRESTITO: Es. lat CAPSA > fr. Caisse, senza palatizzazione di /k/,
perché passato attraverso il provenzale che non conosce tale
fenomeno (prestito)
NEOGRAMMATICI:
◼ Principio rigido, modellato sull’esempio delle leggi naturali che
tuttavia NON rispecchia la realtà linguistica
◼ Le eccezioni esistono e devono essere interpretate
◼ Per i neogrammatici l’unico modo per spiegare le eccezioni è quello
di ricorrere al concetto di prestito o all’analogia
◼ ANALOGIA
◼ È un processo di regolarizzazione
◼ Al posto della forma attesa, ne troviamo altre modellate su forme
concorrenti o inizialmente estranee
◼ L’analogia è dovuta anche a pressione paradigmatica (alcune
forme diventano salienti) o a pressione sintagmatica (pressione tra 2
elementi che si trovano in successione lineare nella catena fonica)
Capacchione Martina
LEGGE DI GRIM
Capacchione Martina
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LEGGE DI VERNER
◼ La legge di Grimm non riesce ad interpretare molte eccezioni,
spesso segnate dallo stesso Grimm
◼ La sua grammatica elenca una serie di casi in cui i fonemi non
subiscono l’evoluzione attesa
◼ Nel 1863 Grassman e poi nel 1877 Verner postulano una revisione
della legge di Grimm, capace di spiegare i casi insoluti
◼ Verner> evidenzia il ruolo fondamentale del contesto fonetico, ruoli
discriminante dell’accento
◼ Nelle lingue germaniche, le occlusive sorde indoeuropee diventano
fricative (non sorde, come atteso, ma sonore) quando si realizzano
in 2 condizioni:
➢ Ricorrono tra elementi sonori
➢ Non sono precedute da accento
VERNER
◼ Successivamente alla prima rotazione consonantica si ha
un’evoluzione ulteriore delle spiranti sorde (derivate dalle occlusive
sorde) che (quando non sono iniziali di parola e quando non sono
immediatamente precedute dall’accento) si sonorizzano in b’ d’ g’
g’w (spiranti sonore) confondendosi con quelle derivate dalle
occlusive sonore aspirate. Per questo al latino pater
corrisponde in gotico fadar e non fathar.
Capacchione Martina
TEST 2
◼ Cosa si intende rispettivamente per linguaggio umano e lingua?
Il linguaggio umano è la capacità comune a tutti gli uomini.
◼ A cosa fa riferimento la discretezza?
Al fatto che le unità linguistiche sono segmentali
◼ In quali categorie lessicali il grado di arbitrarietà tra significante e
significato è debole?
Nelle onomatopee
◼ Scomporre la frase ‘domani parto’ in unità di seconda articolazione
\d\ \o\ \m\ \a\ \n\ \i\ \p\ \a\ \r\ \t\ \o\
◼ Perché le lingue cambiano nel tempo?
Perché sono entità storico – naturali
◼ Cos’è il repertorio linguistico?
L’insieme dei codici e delle varietà che un parlante è in grado di
padroneggiare
◼ Cos’è la diglossia?
Una condizione di bilinguismo in cui le due lingue parlate sul
medesimo territorio non sono sullo stesso piano
◼ Che differenza c’è tra lingua e dialetto?
La differenza non è mai linguistica, ma è legata a fattori socio-
politici…
◼ Che rapporto c’è tra la lingua orale e la lingua scritta?
La lingua orale è un codice di comunicazione primario, la lingua
scritta è invece secondario
◼ Quale livello privilegia la scrittura ideografica?
Il significato
◼ Qual è l’unita minima della scrittura alfabetica?
Il grafema
◼ L’inventario della scritto alfabetica è di numero finito o infinito?
Finito
◼ L’inventario fonematico delle lingue è di numero finito o infinito
Finito
◼ In quale delle seguenti parole non c’è corrispondenza biunivoca tra
segno grafico e suono?
Ghiro – ricetta – riquadro
◼ Cosa vuol dire che il linguaggio gestuale dei primati non umani è
olistico?
Che non è discreto
◼ Cosa vuol dire che il TVS dell’uomo è a due canne?
Che vi sono due sezioni, una orizzontale e una verticale, che
formano un angolo retto di 90°
Capacchione Martina
◼ Cos’è il FOXP2?
È una proteina implicata nello sviluppo del linguaggio umano
◼ Cosa predicono le teorie Gesture-First?
Le prime forme di comunicazione dell’uomo primitivo sono state
gestuali
◼ Il linguaggio verbale non ha lasciato tracce nei fossili umani. Pur
tuttavia, in che modo è possibile recuperare indirettamente
informazioni utili sulla presenza o meno del linguaggio partendo dai
loro resti fossili?
Dalla forma del cranio – dalla posizione e anatomia dell’osso ioide –
dalla presenza delle sacche d’aria
◼ L’homo sapiens presentava già una forma di linguaggio articolato?
Si, il linguaggio articolato compare tra il Paleolitico medio e
Paleolitico superiore
Capacchione Martina
GLI ATLANTI
◼ Importante strumento della geografia linguistica > carte contenenti
indicazioni sulla distribuzione di varianti linguistiche
◼ Georg Wenker
◼ Raccoglie materiale linguistico per corrispondenza
Capacchione Martina
Capacchione Martina
◼ Direttore dell’ALI
◼ Nel 1825 pubblica Introduzione alla neolinguistica (accoglie il
riferimento allo spazio e alla geografia dialettale)
◼ Nel 1945 pubblica Saggi di linguistica spaziale
◼ Come si diffondono i tratti innovativi?
◼ 4 principi spaziali per datare la forma linguistica più arcaica
Le norme di Bartoli servono a stabilire all’interno di un territorio
linguistico in presenza di due forme concorrenti quale tra queste
forme è più antica. Bartoli ha come finalità quella di capire come si
diffondono i tratti innovativi. Bartoli ha individuato delle norme
partendo dalle considerazioni di frequenza. Bartoli aveva raccolto
una serie di informazioni e aveva catalogato i processi per
considerare quelli più frequenti, una volta individuati li aveva
interpretati alla luce del territorio di diffusione. I principi individuali da
Bartoli può essere applicata ad altre discipline e altre lingue. Le
norme:
1) Norma dell’area isolata
Le aree meno esposte ai contatti, alle comunicazioni conservano
la forma più arcaica
Es. sardo > caratteristiche conservatrici
Conservazione delle velari ereditata dal latino anche dinanzi a
vocale palatale
Cena > /’kena/
Cento > /’kentu/
Pesce > /’piske/
Germanu (cugino) > /ger’manu/
Capacchione Martina
Gli esiti sardi sono molto simili a quelli del latino classico. Si sono conservati
molto meglio rispetto a quelli dell’italiano. Il sardo risponde molto bene ad
un’area isolata meno esposte, l’area isolata è una norma più intuitiva, le
innovazioni linguistiche sono diffuse attraverso i parlanti. Le innovazioni oggi,
viaggiano attraverso i mezzi mass mediologici. Le innovazioni si sono diffuse
attraverso le aree di comunicazione.
Capacchione Martina
Capacchione Martina
Capacchione Martina
PRATO
PRATU(M)..
PRADO PRè
Capacchione Martina
LE IPOTESI: 1800
1) IPOTESI ASCOLI
◼ Sonorizzazione condizionata:
◼ La sonorizzazione sarebbe indotta alla presenza, prima
dell’occlusiva, di una V /a/ accentata e in penultima sillaba
◼ Es. contràda, rugiàda, spàda, pàdre
◼ Quindi: creta, marito, ruota > V diverso da /a/
TEORIA ACCENTI
2) IPOTESI MEYER – LUBKE (TEORIE DEGLI ACCENTI)
La sonorizzazione è correlata all’accento
◼ Le O rimangono sorde se ricorrono dopo V tonica
In parole piane (càpo, amìcò)
◼ Le O diventano sonore se ricorrono:
➔ Prima della Vocale tonica in parole con accento sulla penultima o in
parole con accento sulla terzultima (es. rèdina, pagàre, (<PACARE),
Padèlla (<PATELLA)
➔ Dopo la vocale tonica con accento sulla terzultima es. pègola >
PICULA (pece)
Le due ipotesi sono plausibili.
◼ Tuttavia, spesso uno stesso etimo latino produce esiti opposti
◼ STIPARE > stipare
Stivare
◼ RIPA > ripa
Riva
◼ LACRIMA > lacrima
Lagrima
LE IPOTESI: 1900
◼ 1900: Clemente Merlo e Gerard Rohlfs ritornano sulla questione
◼ Ipotesi Merlo: l’esito italiano è quello sonoro, quello sordo è dovuto
alla pressione del latino, che permane come lingua prestigiosa di
cultura
◼ Ipotesi Rohlfs: l’esito italiano è quello sordo. La sonorizzazione
sarebbe dovuta al condizionamento delle varietà gallo-italiche
(francese, provenzale) lingue in cui le O sorde sono sempre sonore o
fricative o spesso elise (Romania occidentale). Es. LITU (lido) in
toscano, veneziano > Lido
➔ Ipotesi più plausibile è quella di ROHLFS:
◼ Evidenze: le desinenze verbali del p. passato mantengono O sorda
◼ Ato, -ito, -uto
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OSSERVAZIONI
◼ La sonorizzazione non avviene nei toponimi
◼ È assente nei morfemi flessionali (amato vs amado)
◼ Coinvolge soprattutto /k/
◼ Non si sonorizzano se seguite dal dittongo /au/ ( es. oca < AUCAM,
poco > PAUCUM
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◼ Ci sono casi particolari, es. parole con due O, su cui una sola
sonorizzazione, es. FICATUM > fegato, SECRETUM > segreto
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INTERFERENZE LESSICALI
MUTAMENTO LESSICALE E PRESTITI
Il mutamento investe tutta la componente linguistica. Il lessico di una lingua è
sempre costituito da una serie di strati, strato ereditario (più consistente),
strato di parole che provengono da altre lingue, strato di neologismi, strato
minore delle onomatopee.
Tutte le lingue hanno dei prestiti, cambiano per numero e per lingua di
provenienza. Il mutamento lessicale va a cogliere quella serie di fenomeni:
contatto tra popoli, storia di singole parole che possono seguire una strada
diversa o che due parole diverse possono sovrapporsi e confluire in un unico
significato oppure il contrario, parole uguali da origine a parole differenti.
All’interno del mutamento lessicale ha a che vedere con una serie di fattori:
◼ Interferenza lingue diverse→ prima causa del mutamento lessicale,
questo mutamento si traduce in due possibili opzioni:
◼ Introduzione in una lingua di parole nuove per contatto o prestigio
di altre lingue
◼ Parole di nuova formazione
◼ Cause interne al sistema linguistico. Il più delle volte il mutamento
lessicale è dovuto a interferenze esterne, nuovi equilibri che si
stabiliscono in conflitto e in competizione tra loro
LE TIPOLOGIE
Si distinguono 3 tipologie di prestiti:
◼ Prestiti tra lingue culturalmente e cronologicamente sullo stesso
piano
◼ Prestiti tra una lingua morta e le lingue parlate
◼ Prestiti tra un dialetto e la lingua standard
Questi 3 tipi di prestito fanno riferimento al rapporto che lega dalla
lingua che presta alla lingua che riceve. La parola prestito è
impropria. Letteralmente prestito significa: qualcosa che la lingua
presto e che poi torna indietro, ma questo non avviene.
LE INTERFERENZE
◼ Limitazione degli elementi di una lingua modello in un contesto
diverso, cioè in una lingua replica
◼ Le forme dell’interferenza: prestiti e calchi:
Prestito: fenomeno più complesso
Calchi: qualcosa che riproduce una parola che proviene da un’altra lingua.
Capacchione Martina
I CALCHI
◼ Calco strutturale: riproducono letteralmente il significante
◼ Es. grattacielo > ing. Skycraper (sky + to crap)
◼ Calco semantico: riproduce solo il contenuto semantico, il
significante viene replicato con risorse della lingua ricevente.
◼ Ingl. Basketball > it. Pallacanestro
◼ Altre volte si modifica il significato
◼ Es. retroterra > tedesco Hinterland
A partire dal 1900, il verbo realizzare assume un significato due, rendersi conto
e capire. Questo avviene perché in inglese ha due significati: rendere reale,
rendersi conto.
PRESTITI
◼ Voci lessicali che una lingua (A) assume da altre lingue (B, C, D…)
con cui entra in contatto
◼ Oggi denominati meglio forestierismi (esotismi)
◼ Es. sport, chat, sudoku, foulard,
◼ Riproduce significante e significato, con eventuali adattamenti
◼ Ingl. Shoeshine > it. Sciuscià → prestito della parola inglese, che è
stata adattata nella pronuncia tanto da renderla italianizzata,
questo processo ha anche portato il termine verso una forma che
non è più trasparente. Il significato è diventato opaco.
Cosa diversa dall’inglese: shoeshine = lucida scarpa.
◼ I prestiti si classificano per:
➔ Tipo di rapporto con una lingua che riceve
➔ Datazione
➔ Lingua di provenienza
➔ Numero
➔ Forma fonologica
➔ Funzione
I PRESTITI
TIPO 1
◼ Prestiti tra due lingue culturalmente e cronologicamente sullo stesso
piano, es. tra francese e inglese, inglese e italiano
◼ Es. inglese. Pay è prestito dal francese payer, a sua volta derivato
dal latino PACARE (it, pagare)
TIPO 2:
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PRESTITI DI NECESSITA’
◼ Concetti, oggetti di cui una lingua non ha esperienza
◼ La maggior parte non è recente
◼ Possono essere adattati o non adattati
Adattati: mais, patata, pomodoro, arancia, liquore, treno
Non adattati: igloo, sudoku, origami, kaloshikov, bonsai, mouse,
garage, stop, station-wagon, hard-disk, blog
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PRESTITI DI LUSSO
◼ Presenza di un rapporto gerarchico, le lingue di minore prestigio (A)
accoglie parole da lingue prestigiosa (B,C) non per necessità, ma
con intento proiettivo (mimetico) per partecipare al prestigio di
quella lingua
◼ Es. day hospital, week-end, Rai Educational, welfare, turn-over,
baby-sitter, location, tailleur, bijoux, collant, paté.
PRESTITI DI DATAZIONE
Tradizione diretta > avviene per via orale
◼ A distanza > risalgono a modelli scritti, per mezzo di canali di
comunicazione
◼ Anche tramite mediazione di altre lingue
Tradizione indiretta > sono databili, di norma più recenti, es. latinismi
◼ Es. florido, plebe, acclamare, fluviale > non subiscono
palatalizzazione
Tradizione diretta
◼ Lat it
◼ Oculus occhio
◼ Flumen fiume
◼ Aurum oro
Tradizione indiretta
◼ Lat it
◼ Ocularius oculare
◼ FLUVIALIS fluviale
◼ AUREUS aureo
GLI ALLATROPI
◼ Coppie di parole derivate da una stessa base, ma entrate per vie
diverse, una per mutamento fonetico regolare (o tradizione diretta –
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I PRESTITI
◼ Nel processo di accoglimento, la lingua non ha ruolo passivo
◼ Il prestito ha diffusione graduale
◼ In merito alla forma si distinguono i seguenti processi:
Acclimatamento > i parlanti prendono familiarità con la parola
straniera
Integrazione > la parola straniera è adattata nella grafia o nella
pronuncia alle norme della lingua
◼ Processi non sempre paralleli, es. bar è acclimatato e integrato (es.
barista), sciuscià è integrato, ma poco acclimatato
PRESTITI ADATTATI E ACCLIMATATI
◼ Bar > baretto, barista
◼ Shampoo > sciampista
◼ Film > filmico, filmissimi
◼ Sport > sportivo
◼ Post > postare
◼ Integrazione fonologica e lessicale
◼ Menu, smog, pronuncia italiana
IL SIGNIFICATO
◼ Il significato del prestito può rimanere inalterato
JET, computer, nylon, shampoo, foulard, tailleur, shorts
◼ Il significato può variare
Presbiterio deriva dal greco presbutèros (anziano)
Assume col tempo un significato più tecnico > parte della chiesa
dove stanno gli anziani e oggi più semplicemente parte di una
chiesa
◼ Il significato originario rivive nella parola presbite
◼ Si può verificare infine concorrenza tra termine indigeno e prestito
◼ Sono usati entrambi i lessemi
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ANDATA E RITORNO
◼ Un prestito ritorna nella lingua da cui si è diffuso con una pronuncia
o un significato nuovo.
◼ Fr. Test (prova) proviene dall’inglese, che a sua volta lo ha importato
dal francese di epoca medioevale, con significato di recipiente di
terracotta (continuazione del lat TESTUM)
◼ Record (inglese, primato sportivo) deriva dal francese medievale
(poi scomparso) in cui significato era ricordo, a un certo punto
ritorna nel francese con il nuovo significato
◼ Mascara = inglese <maskàre>
che deriva a sua volta dall’italiano màscara, variante veneta per
maschera
◼ Camera è un italianismo che arriva nell’angloamericano con il
significato di macchia da presa. Ritorna in italiano come prestito, nel
XX secolo
I NUMERI….
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NUMERI IN MOVIMENTO
◼ Le lingue più produttive sono 5
◼ Negli ultimi anni sono in aumento voci del
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I PERIODI..
◼ 1200 – 1300: FRANCESE, PROVENZALE
◼ 1500- 1600 : SPAGNOLO
◼ 1700- 1800- PRIMO 1900: FRANCESE
◼ DA FINE 1800 INGLESE ( INGHILTERRA E POI STATUNITENSE)
◼ DAL 1950: SPAGNOLO D’AMERICA
I DIZIONARI
➔ Devoto OLI
◼ 1900: 1700 anglicismi non adattati
◼ 2017: 3400 anglicismi non adattati
◼ I campi in cui si registrano più voci sono tecnologia, informatica,
economica
◼ Tendono a coincidere con la maggiore % di neologismi. Es. twjttare,
googlare
➔ Zingarelli 2020:
◼ 145000 lemmi
◼ 1000 neologismi ( tra cui anche forestierismi)
Es. inglese: hard skill, soft skill, baby food, beverage,, brenchmarking,
caregiver, e-bike, lifelong learning, trap, trapper, aparthotel
GIAPPONE: ramen, ukiyo-e, edaname, dorayaki
FRANCESE: lavette, barbotine
ARABO: galanga
SPAGNOLO: remontada
I NEOLOGISMI E NEOFORMAZIONI
◼ Sono parole di nuova formazione endogena
◼ Circa il 35% del vocabolario di base italiano è costituito da
formazioni italiane > lessemi formati a partire da parole già presenti
> basi
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NEOLOGISMI SEMANTICI
➔ Parole che acquistano nuovi significati:
◼ Profilo
◼ Chiocciola
◼ Bacheca
◼ Condividere
◼ Bloccare
◼ amicizia
SPOSTAMENTI SEMANTICI
◼ DOMUS (casa ) > duomo
DOMINA (signora) > donna
◼ Il significato può variare
◼ VILLANO = persona che abita in villa, campagnolo
LA CLASSE LESSICALE
◼ In altri casi la parola può cambiare classe lessicale
◼ In latino la parola alibi era un avverbio e significava altrove
◼ In italiano oggi è un sostantivo, preso a prestito dal lessico giuridico
e ha un altro senso.
ERRORI DI INTERPRETAZIONE
◼ Tedesco: esiste suffisso – er per generare aggettivi da toponimi
Wiener, Frankfurter, Hamburger, Berliner
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NEOLOGISMI LESSICALI
◼ Zingarelli 2020
◼ Circo mediatico, ciaone, ciaspolata, briscluccicare, coppapasta,
disagiatezza, fantasticazione, fonotassi, fototrappola, pinseria,
giocattoleria, invalsi, libroterapia, nanometria, nocciolino,
rubricabile, spirulina, stevia, supercibo.
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TEST 3
1) Quanti sono i fenomeni dell’italiano?
30
2) Qual è la sillaba tonica della parola “fotografia”?
La quarta
3) Quando una sillaba si dice chiusa?
Quando termina con una consonante
4) In italiano la fricativa dentale sorda \s\ in contesto preC p pronunciata
sonora. Quale tra queste regole rappresenta correttamente il
processo?
/s/ > [z] / _ C [+ sonoro]
5) Quando una parola si dice vuota?
Quando ha scarso significato semantico
6) Fornire un esempio di morfema libero
Città
7) Qual è la differenza tra un morfema libero e un morfema legato in
italiano?
I morfemi liberi sono autonomi e possono ricorrere da soli a differenza
dei morfemi legati
8) Quale tra questi è un morfema libero?
MENTRE - TUTTAVIA – IL – IERI
9) In italiano le parole vuote sono sempre anche parole..?
FALSO
10) Nella lingua italiana sono sempre più numerosi i suffissi o i prefissi?
Suffissi
11)Nelle lingue del mondo i morfemi derivazionali costituiscono una classe
aperta o chiusa?
Chiusa
12) Tutte le lingue hanno parole variabili e invariabili
Falso
13) …?
GIRL- VASO – ORMEGGIO -SARCOFAGO - ROSSO – DALLA
14) Quali sono le differenze riscontrabili tra un suffisso e un prefisso?
15)La parola lacrimogeno è :
un composto neoclassico
16)In quale delle seguenti parole è presente un allomorfo?
DISIMPARARE – DISPIACERE – DISORGANIZZATO