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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.

5 199

7
LA RETE TOKEN RING E LO STANDARD IEEE 802.5

7.1 INTRODUZIONE

Token Ring nasce nei laboratori IBM nel 1976, come rete locale alternativa a
Ethernet. Essa è concepita per operare su un cablaggio a stella, realizzato con cavo
STP di tipo 1. La prima versione ha una velocità trasmissiva di 4 Mb/s.
Nel 1982 la IEEE crea il comitato IEEE 802.5, che ha lo scopo di redigere uno
standard per Token Ring relativamente al livello 1 ed al sottolivello MAC del livello
2 (figura 7.1). Il comitato apporta alcune modifiche e introduce anche una versione a
16 Mb/s che utilizza concentratori passivi e cavi di tipo STP.

LIVELLO
NETWORK

802.2 Logical Link Control


LLC ISO 8802.2
LIVELLO
DATA LINK
MAC
802.3 802.4 802.5 802.6 FDDI

ISO ISO ISO ISO ISO LIVELLO


8802.3 8802.4 8802.5 8802.6 9314 FISICO
CSMA/CD TOKEN TOKEN DQDB FDDI
BUS RING

Fig. 7.1 - Il progetto IEEE 802.

Nel 1985 lo standard IEEE 802.5 viene adottato dal comitato 97 dell'ISO come
ISO/DIS 8802.5 (Draft International Standard) e nel 1992 viene approvato come

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200 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

standard ISO 8802.5.


Nel 1993 il comitato IEEE pubblica una bozza chiamata 802.5 Q/Draft 3 che
espone in modo più chiaro e dettagliato diversi aspetti dello standard pubblicato
precedentemente. In particolare, la bozza migliora alcuni aspetti del livello MAC,
introduce la possibilità di utilizzare i cavi UTP e definisce nuovi concentratori di tipo
attivo o parzialmente attivo.
Questa pluralità di standard introduce una certa confusione su cosa sia Token
Ring, come funzioni e quali siano le regole di configurazione. Occorre tuttavia
sottolineare che i costruttori di apparati si stanno adeguando rapidamente all'ultima
versione del 1993, sebbene non sia stata ancora approvata come standard, in quanto
risulta essere molto più flessibile e funzionale rispetto alle precedenti.
Nei successivi paragrafi si cercherà di fare chiarezza su tali problematiche,
trattando in ordine il MAC, il livello Fisico e le regole di configurazione.

7.2 METODO DI ACCESSO A TOKEN

Una rete Token Ring consiste in un certo numero di stazioni collegate serialmente
tramite un mezzo trasmissivo e richiuse ad anello. I pacchetti vengono trasferiti da una
stazione ad un'altra serialmente; ogni stazione ripete e rigenera la trasmissione verso
la stazione successiva.
Poiché le stazioni devono ripetere continuamente i pacchetti delle altre stazioni, per
ragioni di affidabilità la rete viene cablata a stella, come spiegato nel paragrafo 3.5.2.
I collegamenti tra il centro stella e le stazioni prendono il nome di "lobi". Quando una
stazione è spenta o guasta, il centro stella (concentratore) la esclude dalla rete (figura 7.2).

A B C D

Bypass

Concentratore

E F G H

Fig. 7.2 - Schema logico di una rete Token Ring.

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 201

Il metodo di accesso (MAC) è di tipo a token. Il token (gettone) è un particolare


pacchetto che circola sull'anello (ring), indicando che l'anello è libero. Una stazione
che intenda trasmettere deve aspettare che arrivi il token, catturarlo e quindi trasmet-
tere.
Il token circola continuamente sull'anello anche se le stazioni non hanno dati da
trasmettere. Esso viene generato inizialmente dalla stazione che si è guadagnata il
diritto di essere l'active monitor della rete e viene ripetuto da tutte le stazioni.
Quando una stazione cattura il token essa può trasmettere uno o più pacchetti, in
funzione della loro lunghezza e di un parametro detto THT (Timer Holding Token) che
indica il tempo massimo per cui una stazione può trattenere il token.

7.2.1 Formato del token e del pacchetto

La figura 7.3 mostra il formato del token e del pacchetto 802.5.

Starting Access Ending


Delimiter Control Delimiter Formato del Token 802.5

Ottetti 1 1 1

Formato del pacchetto 802.5


SFS Lunghezza del pacchetto compresa tra 21 a 17796 ottetti EFS

Starting Access Frame Destin. Source Routing INFO FCS Ending Frame
Delimiter Control Control Address Address Inform. Delimiter Status

da 0 da 4
Ottetti 1 1 1 6 6 a 30 a 17749 4 1 1

Fig. 7.3 - Formato del token e del pacchetto.

Il token è formato da 3 ottetti (24 bit): lo starting delimiter, l'access control, l'end
delimiter. Questi tre campi hanno formato e funzioni analoghe per il token e per il
pacchetto (figura 7.4).
Il pacchetto è delimitato da due sequenze:
- la Start-of-Frame Sequence (SFS) che indica l'inizio del pacchetto ed è formata da
un ottetto di starting delimiter e da un secondo ottetto di access control;
- la End-of-Frame Sequence (EFS) che indica la fine di un pacchetto ed è formata
da un ottetto di ending delimiter e da un secondo ottetto di frame status.

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202 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

Il campo Starting Delimiter (SD) identifica in modo univoco l'inizio del token o
del pacchetto. A tal fine, esso contiene dei bit identificati con J e K che violano il
codice di Manchester.

Starting Delimiter (SD) Ending Delimiter (ED)


J = non-data J J = non-data J
J K 0 J K 0 0 0 K = non-data K J K 1 J K 1 I E K = non-data K
0 = valore del bit 1 = valore del bit
I = intermediate frame bit
E = error detected bit

Access control (AC) Frame status (FS)


PPP = priority bit A = address-recognized bit
P P P T M R R R T = token bit A C r r A C r r C = frame-copied bit
M = monitor bit r = reserved bit
RRR = reservation bit

Frame control (FC)


FF = frame type: 00 = MAC PDU, 01 = LLC PDU
F F Z Z Z Z Z Z ZZZZZZ = control bit

Fig. 7.4 - Formato di alcuni campi del pacchetto o del token.

Il campo Access Control (AC) contiene le informazioni di accesso al ring. Il token bit
assume valore 0 nel caso del token e valore 1 nel caso di un pacchetto. I reservation bit
indicano la priorità d'accesso richiesta. I priority bit indicano la priorità d'accesso attuale.
Il campo di Ending Delimiter (ED) indica la fine del pacchetto.
L'ottetto Frame Status (FS) contiene i bit di address-recognized (A) e frame-
copied (C). Le combinazioni di questi due bit indicano che:
- la stazione è inesistente o inattiva nel ring (A=0, C=0);
- la stazione esiste, ma il pacchetto non è stato copiato (A=1, C=0);
- il pacchetto è stato copiato (A=1; C=1).
Il pacchetto vero e proprio inizia dopo la SFS e può avere una lunghezza compresa
tra 21 e 17796 ottetti, di cui al massimo 17749 per il campo dati (INFO).
Nel campo Destination Address (DA) è contenuto l'indirizzo della stazione a cui
è destinato il pacchetto, nel campo Source Address (SA) è contenuto l'indirizzo della
stazione che ha generato il pacchetto.
Il campo Routing Information (RI) contiene le informazioni d'instradamento del
pacchetto attraverso una rete locale estesa (si veda il paragrafo 10.20.1).
Il campo Frame Control (FC) definisce il contenuto del pacchetto: se il valore dei
bit FF è 00 allora il pacchetto è una trama MAC (usata per scopi di management) che

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 203

deve essere ricevuta da tutte le stazioni (ad esempio, beaconing frame o ring purge;
si vedano i paragrafi 7.2.8 e 7.2.10), se il valore è 01 allora il pacchetto contiene una
LLC-PDU.
Il campo Frame Check Sequence (FCS) contiene il CRC calcolata sui campi
descritti precedentemente.

7.2.2 Architettura di una stazione Token Ring

La figura 7.5 mostra l'architettura di una stazione Token Ring. Si noti il repeat path
che è il cammino usato per ripetere i pacchetti ed è inserito direttamente tra ring-in e
ring-out. I simboli ricevuti vengono anche passati al livello superiore.
Quando la stazione deve trasmettere essa stessa un pacchetto, disabilita il repeat
path e preleva i simboli dal livello superiore.

Protocollo MAC

Riconoscim. verifica generazione


dell'indirizzo CRC CRC
codifica del frame decodifica del frame

decodif. symbol codif. symbol


repeat
path
Latency buffer
Delimiter
decoder
Elasticity buffer

controllo di
Ricevitore accesso al Ring Trasmettitore
Stazione

Trunk Coupling Unit Ring Out

Ring In
Concentratore

Fig. 7.5 - Architettura di una stazione 802.5.

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204 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

7.2.3 Trasmissione, ripetizione e ricezione dei pacchetti

La trasmissione di un pacchetto dalla stazione A alla stazione C (figura 7.6)


avviene nel seguente modo:
- A attende di ricevere il token dal ring-in e lo cattura. L'operazione di cattura
avviene portando a 1 il token-bit del campo Access-Control (AC). Tale
modifica trasforma il token in un pacchetto ed in particolare la parte già
ritrasmessa sul ring-out diviene la Start-of-Frame Sequence (SFS);

A
ED AC SD
Token
D B

Fig. 7.6 - Trasmissione: fase 1.

- la stazione A inibisce il circuito di ripetizione dei bit (repeat path) tra ring-in
e ring-out;
- la stazione A trasmette il Frame Control (FC), l'indirizzo di destinazione (DA),
l'indirizzo di mittente (SA) ed eventualmente delle informazioni per i bridge
source routing (RI);
- la stazione A trasferisce i dati nel campo INFO (figura 7.7);

A INFO RI SA DA FC AC SD

D "A" "C" B

Fig. 7.7 - Trasmissione: fase 2.

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 205

- se la stazione A ha altri pacchetti da trasmettere e non ha ancora superato il THT,


allora mette a uno l'intermediate bit dell'End Delimiter (ED) ed inizia la
trasmissione del pacchetto successivo;
- quando la stazione A ha trasmesso l'ultimo pacchetto mette a zero l'intermediate
bit dell'end delimiter;
- se A termina la trasmissione di un pacchetto prima di aver iniziato a riceverlo
indietro da ring-in (la rete è ad anello), trasmette dei bit di riempimento (fill)
su ring-out fino a quando non può generare il nuovo token;
- quando A riceve sulla porta di ring-in il campo di Source Address (SA) del
pacchetto trasmesso (figura 7.8) e lo riconosce come proprio, toglie il pacchetto
dall'anello e si predispone per emettere il token. Se la trasmissione dei pacchetti
è terminata, genera immediatamente il nuovo token, in caso contrario attende
il termine della trasmissione.

A
RI SA DA FC AC SD ED AC SD FS ED FCS
Token
D "A" "C"
B

INFORMATION

Fig. 7.8 - Generazione del nuovo token.

Tutte le stazioni che non hanno il possesso del token (in questo caso B, C e D)
ripetono i bit che ricevono verso la stazione successiva. Se durante tale operazione
verificano la presenza di errori, li evidenziano modificando in modo opportuno il bit
E dell'Ending Delimiter.
Ogni stazione osserva i pacchetti che ripete per verificare se l'indirizzo di
destinazione (DA) è uguale al proprio indirizzo MAC (figura 7.9). Tale uguaglianza
si verifica unicamente sulla stazione cui è destinato il pacchetto. Essa, oltre a
continuare a ripetere il pacchetto, ne effettua la ricezione e modifica in modo
opportuno l'address recognized bit e il copied bit, nel campo Frame Status (FS).

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206 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

"C" "A"
D B
SD AC FC DA SA RI INFORMATION

Inizia la copia del pacchetto

FC DA

Fig. 7.9 - Ricezione del pacchetto.

Alla fine della ricezione dei propri pacchetti (figura 7.10), la stazione A riabilita la
ripetizione dei bit ricevuti (circuito di repeat path) tra la porta di ring-in e quella di ring-out.

A
ED AC SD
Token
D B

Fig. 7.10 - Riabilitazione della ripetizione.

7.2.4 Lunghezza massima dei pacchetti

La lunghezza massima del pacchetto, includendo i campi SFS e EFS, dipende


dalla velocità trasmissiva e dal valore di THT (Timer Holding Token) che può essere
al massimo di 8.9 ms.
Considerando che:
- a 4 Mb/s il tempo di trasmissione di un bit è di 250 ns;

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 207

- a 16 Mb/s il tempo di trasmissione di un bit è di 62,5 ns;


il risultato che si ottiene è il seguente:
8. 9 ⋅ 10- 3
- a 4 Mb/s la lunghezza massima del pacchetto è uguale a: = 4450
ottetti; 250 ⋅ 10- 9 ⋅ 8
8 . 9 ⋅ 1 0- 3
- a 16 Mb/s la lunghezza massima del pacchetto è uguale a: = 17800
62. 5 ⋅ 10- 9 ⋅ 8
ottetti.

7.2.5 Sincronizzazione

I pacchetti e i token sono normalmente consecutivi, cioè sono trasmessi in


sequenza. In questo caso la sincronizzazione è mantenuta permanentemente tra le
stazioni. Tuttavia, la presenza di guasti può far sì che le stazioni si desincronizzino a
causa dell'assenza di trasmissione. Per ovviare a tale situazione il primo pacchetto o
token di una sequenza è preceduto da un gruppo di 20 bit (una sorta di preambolo) che
serve alla stazione ricevente per sincronizzare il proprio clock interno.

7.2.6 Indirizzi funzionali

Ci sono alcuni indirizzi MAC di multicast, amministrati localmente, che vengono


detti indirizzi funzionali (functional addresses). Essi si servono a realizzare le
seguenti quattro funzioni:
- active monitor è la funzione svolta dalla stazione che genera il token, stabilisce
il clock di riferimento per tutte le altre stazioni, genera il processo periodico di
notifica di vicinanza della stazione, recupera condizioni di token perso;
- ring parameter server è la funzione responsabile di inizializzare un gruppo di
parametri relativi alle stazioni attive nel ring;
- ring error monitor è la funzione che colleziona gli errori delle stazioni, può
inoltre analizzarli e registrarne le statistiche;
- configuration report server è la funzione che riceve le informazioni di
configurazione dalle stazioni e le inoltra al network manager e, quando questo
lo richiede, può verificare le configurazioni e cambiarle, oppure rimuovere una
stazione dal ring.
La figura 7.11 mostra la rappresentazione degli indirizzi funzionali secondo la
sintassi nativa IEEE 802.5 (native order, si veda il paragrafo 5.6.7).

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208 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

ottetto 0 ottetto 1 ottetto 2 ottetto 3 ottetto 4 ottetto 5


01234567 01234567 01234567 01234567 01234567 01234567
11 x

Functional Addresses (FAs)

Functional Address Indicator: 0 = Indirizzo di tipo FA


1 = indirizzo convenzionale
di gruppo

Funzione Functional Address


Active monitor C0 00 00 00 00 01
Ring Parameter Server (RPS) C0 00 00 00 00 02
Ring Error Monitor (REM) C0 00 00 00 00 08
Ring Configuration Server (RCS) C0 00 00 00 00 10

Fig. 7.11 - Indirizzi funzionali.

7.2.7 Elezione dell'active monitor

In un anello c'è una sola stazione che svolge funzioni di active monitor per la rete
e viene designata per questa funzione a seguito di un processo di elezione (token
claim). Le altre stazioni si mettono in uno stato di attesa (standby monitor state) pronte
a diventare l'active monitor della rete nel caso di problemi all'active monitor.
Durante la fase di elezione tutte le stazioni che rilevano l'assenza dell'active
monitor trasmettono continuamente dei pacchetti di claim attraverso cui propongono
il proprio valore di claim (valore determinato dall'indirizzo della stazione) e control-
lano i pacchetti ricevuti; comparano quindi la proposta di claim ricevuta con il proprio
valore proposto. Se una stazione riceve una proposta di claim superiore al proprio
valore interrompe la generazione dei pacchetti di claim e ripete quelli ricevuti, se la
proposta ricevuta è inferiore continua a generare i pacchetti di claim. Alla fine una sola
stazione riceve il proprio pacchetto di claim ed è quella vincente che diventa l'active
monitor.
Essa trasmette prima un pacchetto di azzeramento (ring purge) per ripulire il ring
e poi genera un nuovo token.
L'active monitor comunica periodicamente la sua presenza a tutte le altre stazioni
tramite un pacchetto AMP (Active Monitor Presence). Se una stazione in stato di
standby monitor non vede transitare un pacchetto AMP per un tempo superiore a TSM
(Timer Standby Monitor) essa inizia un processo di elezione di un nuovo active
monitor.

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 209

7.2.8 Azzeramento del ring (ring purge)

Ogni stazione ha un Timer Valid Transmission (TVX) che indica il tempo


massimo in cui deve avvenire una trasmissione di pacchetti e la conseguente genera-
zione del nuovo token. Questo parametro è usato dall'active monitor per rilevare
trasmissioni erroneamente lunghe o l'assenza del token.
Quando scade il TVX, l'active monitor trasmette dei pacchetti di azzeramento
dell'anello (ring purge) ed incrementa il contatore di token-error usato per fini
statistici. Se riceve un pacchetto di azzeramento con il proprio Source Address (SA),
trasmette un nuovo token.
Se entro un tempo chiamato Timer No Token (TNT) l'active monitor non riceve il
pacchetto di azzeramento con il proprio SA, entra in uno stato di standby monitor e allo
scadere del tempo chiamato Timer Standby Monitor (TSM) inizia il processo di
elezione dell'active monitor.
In presenza di un guasto anche il processo di token claim può fallire: in questo caso
si attiva un processo di isolamento dei guasti (si veda il paragrafo 7.2.10).

7.2.9 Notifica della stazione vicina (neighbor notification)

L'active monitor invia periodicamente in broadcast, con periodo pari a TAM (Timer
Active Monitor), dei pacchetti AMP che attivano anche il processo di notifica della stazione
vicina. Tale processo permette ad ogni stazione di conoscere l'indirizzo della stazione
collegata all'ingresso Ring-In, cioè la più vicina stazione "a monte" attiva, più vicina
(NAUN: Nearest Active Upstream Neighbor o UNA: Upstream Neighbor Address).
La prima stazione attiva a valle dell'active monitor che riceve un pacchetto AMP
esegue le seguenti operazioni:
- pone a 1 bit di address recognized e frame copied del pacchetto AMP;
- copia il pacchetto AMP ricevuto e memorizza l'indirizzo della stazione vicina
da cui ha ricevuto il pacchetto in una locazione di memoria chiamata Stored
Upstream neighbor's Address (SUA);
- trasmette in broadcast appena possibile un pacchetto chiamato SMP (Standby
Monitor Presence) alla stazione successiva.
La stazione che riceve un pacchetto SMP memorizza a sua volta l'indirizzo della
stazione vicina da cui ha ricevuto il pacchetto e trasmette un pacchetto SMP per poter
notificare il proprio indirizzo alla stazione successiva.
Il processo di notifica continua fino a quando tutte le stazioni conoscono la propria
stazione vicina, cioè il proprio UNA.

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210 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

7.2.10 Isolamento dei guasti (beacon process)

Il processo di isolamento dei guasti viene attivato quando fallisce il processo di


elezione dell'active monitor.
Una stazione D che abbia fallito il processo di claim token inizia il processo di
isolamento dei guasti (figura 7.12) trasmettendo in broadcast un pacchetto di beacon
che contiene l'indirizzo del proprio UNA (C) ed azzerando il Timer Beacon Transmit
(TBT).
La stazione C verifica che il pacchetto di beacon ricevuto contenga come indirizzo del
vicino (UNA) il proprio indirizzo MAC e poi entra in un stato di test escludendosi dal ring.
Se la verifica indica la stazione C come ben funzionante allora la stazione stessa
si immette nuovamente del ring; in caso contrario la stazione rimane esclusa dal ring
ed il guasto viene isolato.
Allo scadere del TBT la stazione D entra in uno stato di autoverifica escludendosi
dal ring e verificando di non essere l'origine del guasto.
Entrambi i test comprendono anche la verifica delle connessioni con il
concentratore.
Se sia C che D superano la fase di autotest, allora il guasto risiede nelle
connessioni fisiche tra i concentratori o nei concentratori stessi.

A B A B

F C F C
BEACON
E D E D

La stazione D non riceve. La stazione D emette un pacchetto di


beacon indicando la stazione C come
suo UNA.
BEACON
A B A B

F C F C

E D E D

La stazione C riceve il pacchetto di beacon e Se ambedue le stazioni funzionano


riconosce il proprio indirizzo, entra quindi in regolarmente il problema risiede
uno stato di test. Così farà poi la stazione D. nelle connessioni.

Fig. 7.12 - Esempio di processo di beacon.

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 211

7.2.11 Rilascio anticipato del token (early token release)

Al crescere della velocità trasmissiva, il MAC a token sin qui descritto non
aumenta le sue prestazioni in modo lineare. Per comprendere il perché analizziamo
l'efficienza del Token Ring a 16 Mb/s per la trasmissione di un pacchetto da 256 ottetti.
Supponiamo, per esempio, di avere una rete di 260 stazioni aventi ognuna una
lunghezza di lobo di 100 m: ne consegue che lo sviluppo totale dell'anello è di 260 x
200 m = 52 Km. La trasmissione di 256 ottetti impiega 256 x 8 x 62.5 ns = 128 µs. La
velocità di propagazione di un cavo rame è di circa 200 m/µs, ne consegue che un pacchetto
da 256 ottetti occupa circa 25.6 Km del ring, in quanto 128 x 200 = 25600 m. Quindi, nel
caso preso in esame, avremo circa la metà dell'anello inutilizzata (bit di riempimento),
con un'efficienza del MAC dimezzata.
Per superare tale limite è stata introdotta la possibilità, per il Token Ring a 16 Mb/s,
di rilasciare il token alla fine della trasmissione del pacchetto, senza attendere che la
stazione trasmittente riceva il campo di source address del pacchetto che ha trasmesso.
Questa miglioria è detta early token release.

7.2.12 Priorità di accesso

La priorità di accesso consiste nella possibilità di trasmettere pacchetti a diverse


priorità, a seconda dell'importanza della trasmissione, allo scopo di privilegiare
applicazioni particolari, quali quelle real time.
La priorità di un token limita l'insieme delle stazioni che possono catturarlo a
quelle con priorità maggiore o uguale a quella del token.
Una stazione che vuole trasmettere ad una data priorità deve richiedere che venga
rilasciato un token a quella priorità, scrivendo la priorità richiesta nel sottocampo
reservation bit del campo access control di un pacchetto in transito.
La stazione che genera il token può alzare la priorità, che normalmente è a zero,
in base al valore dei bit di reservation del campo access control. Essa imposta i priority
bit uguali ai reservation bit e poi azzera i reservation bit.
Durante il percorso di un pacchetto la priorità richiesta può crescere più volte:
infatti una stazione può impostare una richiesta di priorità ad un certo valore e
successivamente un'altra stazione può impostare una richiesta a priorità maggiore e
quest'ultima rimpiazza quella precedente.
Soltanto la stazione che ha inzialmente elevato il valore di priorità d'accesso può
successivamente riabbassarlo.
Le figure 7.13 e 7.14 mostrano le fasi di un processo di assegnazione della priorità.

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212 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

A B A B
P P
0,0
F C F C
0,1
E D E D
La stazione A sta trasmettendo un pacchetto per La stazione B imposta la richiesta di
la stazione C, la stazione B vede passare il priorità a 1.
pacchetto P con priorità 0 e richiesta di priorità 0.

A B A B
T
3,0
F P C F C
0,3
E D E D

La stazione C copia il pacchetto. La stazione D La stazione A rimuove il pacchetto ed


imposta la richiesta di priorità a 3. emette un token con priorità 3.

Fig. 7.13 - Esempio di assegnazione della priorità: prime 4 fasi.

A B A B
T P
3,1 3,1
F C F C

E D E D

La stazione B (con priorità 1) vede il token La stazione D cattura il token e trasmet-


con priorità 3, non può utilizzarlo, ma te un pacchetto con priorità 3.
imposta nuovamente la richiesta di priorità
a 1.
A B A B
T
1,0
F T C F C
3,1
E D E D

La stazione D rimuove il pacchetto ed emette il La stazione A riceve il token e cambia la


token a priorità 3 e richiesta di priorità 1. priorità portandola a 1 ed ora la stazione B
potrà trasmettere.

Fig. 7.14 - Esempio di assegnazione della priorità: ultime 4 fasi.

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 213

7.2.13 Inserzione della stazione sull'anello

Ogni stazione può richiedere al centro stella di essere inserita oppure no sull'anello.
Tale richiesta viene effettuata con una differenza di potenziale continua che la stazione
genera tra le coppie di Ring-In e Ring-Out. In assenza di differenza di potenziale (ad
esempio, stazione spenta) la stazione è disinserita dall'anello (si veda il paragrafo 7.3.4).

7.2.14 Test della stazione

Prima dell'inserimento della stazione nel ring e durante il processo di isolamento


dei guasti, la stazione si esclude dal ring e il concentratore richiude le coppie di Ring-
In e di Ring-Out della stazione (stato di bypass in figura 7.2).
La stazione trasmette un pacchetto di lobe media test avente il destination address
con valore zero; questo test serve per verificare il funzionamento globale del lobo che
è costituito dalla stazione e dai cavi di collegamento al concentratore.
Se la stazione supera il lobe media test chiede al concentratore di essere inserita
sull'anello.

7.2.15 Timer principali utilizzati da 802.5

Le principali funzioni del livello MAC sono governate da timer, allo scadere dei
quali vengono intraprese le seguenti azioni:
- il Timer Holding Token (THT) indica il tempo massimo per cui una stazione
può trattenere il token. Il valore massimo consentito è di 8.9 ms;
- il Timer Valid Transmission (TVX) indica il tempo massimo che può intercor-
rere tra due trasmissioni valide (di token o pacchetto). Il valore massimo
consentito è di 10 ms;
- il Timer No Token (TNT) indica il tempo massimo di assenza del token, e viene
usato per ricuperare varie situazioni di errore relative al token. Il valore
massimo ammesso è di 2.6 s;
- il Timer Active Monitor (TAM) indica l'intervallo di tempo che intercorre tra
due richieste di notifica delle stazioni vicine provocate dall'active monitor. Il
valore massimo consentito è di 7 s;
- il Timer Standby Monitor (TSM) è utilizzato dalle stazioni che sono in stato di
standby monitor per rilevare la presenza dell'active monitor e dei token. Il
valore massimo consentito è di 15 s;

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214 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

- il Timer Beacon Transmit (TBT) indica il tempo in cui una stazione può
rimanere nello stato di trasmissione di beacon prima di andare in una condizio-
ne di bypass. Il valore massimo consentito è di 160 ms.

7.3 IL LIVELLO FISICO

Il livello fisico di Token Ring varia in funzione dello standard considerato.


La versione ISO 8802.5 definisce l'utilizzo del cavo STP a 150 Ω (si veda il
paragrafo 3.2.10) e di concentratori passivi chiamati MAU (Multistation Access Unit).
La bozza 802.5 Q/Draft 3 permette l'utilizzo di cavi UTP di categoria 3, 4, 5 (si
veda il paragrafo 3.2.13) per la velocità di 4 Mb/s e di categoria 4 e 5 per la velocità di
16 Mb/s; introduce inoltre nuove famiglie di concentratori attivi e parzialmente attivi.

7.3.1 Il Jitter

Uno dei problemi più complessi a livello fisico che i costruttori di componenti
elettronici hanno dovuto risolvere, è stato quello di compensare il jitter, cioè la
variazione temporale spuria della fase del segnale causata principalmente dai compo-
nenti passivi quali i cavi, i connettori ed i concentratori passivi.
In una rete Token Ring è l'active monitor che genera il clock, tutte le altre stazioni
si sincronizzano sul clock dell'active monitor durante la ricezione del token, dei
pacchetti o dei bit di riempimento. Questi ultimi devono essere almeno 20 e precedono
sempre qualunque tipo di trasmissione. La sincronizzazione viene effettuata da
appositi circuiti della stazione ricevente che agganciano in fase il loro clock con quello
della precedente stazione trasmittente.
Un jitter troppo elevato può comportare una non corretta sincronizzazione di una
o più stazioni rispetto al clock dell'active monitor. Per questa ragione lo standard ha
imposto regole di configurazione molto restrittive riguardanti il numero massimo di
stazioni e di concentratori in un anello e la lunghezza massima dei lobi.
Per compensare i problemi di sfasamento dovuti al fenomeno del jitter è stato
aggiunto un elasticity buffer (si veda figura 7.5) che può essere espanso a seconda
della necessità, per mantenere costante la latenza totale.

7.3.2 Il cablaggio

Il percorso delle informazioni in una rete Token Ring è ad anello, ma il cablaggio tra
le stazioni ed il concentratore è a stella. La connessione tra il concentratore e la stazione si

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 215

chiama lobo ed include i cavi di cablaggio, i cavetti di permutazione ed i connettori. I


concentratori sono collegati a doppio anello controrotante tramite un anello primario e uno
di backup (si veda il paragrafo 3.5.2). La figura 7.15 mostra un esempio di rete Token Ring.
La connessione fisica della stazione al mezzo trasmissivo viene effettuata tramite
un cavo STP che presenta dal lato stazione un connettore di tipo DB9 e dal lato
concentratore un connettore ermafrodita (si veda il paragrafo 4.2.1).

S S S

Ring OUT Ring IN

Conc. MAU 8228


Ring IN Ring OUT
Conc. MAU 8228 Conc. MAU 8228

RO RI
S S S S S

Direzione Anello Primario

Fig. 7.15 - Esempio di una rete Token Ring.

Qualora il cablaggio venga realizzato con cavo UTP bisogna inserire un media
filter tra la stazione ed il cavo, con lo scopo di adattare l'impedenza da 150 a 100 Ω
e di ridurre l'emissione di disturbi elettromagnetici. Il media filter presenta due diversi
tipi di connettori: un DB9 che va connesso alla stazione ed un RJ45 (si veda il paragrafo
4.4.5) a cui va connesso il cavo UTP.
Quando si usano i cavi UTP bisogna installare i media filter sulle stazioni, mentre
dal lato concentratore non è necessario in quanto le porte o sono passive, o sono attive
e hanno già l'impedenza corretta.

7.3.3 Interfacciamento al mezzo trasmissivo

Lo standard usa le seguenti abbreviazioni per indicare i componenti passivi


utilizzati nell'interconnessione tra stazione e concentratore:
- MIC (Medium Interface Connector). Si riferisce al connettore presente sulla
stazione, sul concentratore e sui cavi;

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216 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

- CMIC. MIC presente sul concentratore;


- MIC_S. Si riferisce al connettore per il cavo STP (connettore ermafrodita);
- MIC_U. Si riferisce al connettore per il cavo UTP (connettore RJ45);
- Lobe cable. È il cavo di connessione tra la stazione ed il concentratore;
- Trunk cable. È il cavo di interconnessione tra i concentratori;
- TCU (Trunk Coupling Unit). È la porta di lobo del concentratore.
I concentratori vengono forniti con connettori di tipo ermafrodita nel caso di
cablaggio STP, o con connettori di tipo RJ45 nel caso di cablaggio UTP.
La figura 7.16 mostra un esempio di connessione tra la stazione ed il mezzo
trasmissivo.

Station

Receive Transmit

0V +V

Medium PHY/MIC Cable


Interface Cable Medium Interface Connector
o R G O B RGOB = Pin Designations
Lobe Cable TCU/MIC Cable

Mechanism Control

Load Balance

Trunk
Trunk Insertion/Bypass Mechanism
Cable OUT
Cable IN

Trunk Coupling Unit

Fig. 7.16 - Esempio di interconnessione.

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 217

7.3.4 Controllo di accesso al ring fisico

Quando una stazione è attiva può richiedere al concentratore di essere inserita


nell'anello. A tal fine genera una differenza di potenziale continua tra la coppia di
Ring-In e la coppia di Ring-Out, compresa tra 3.5 e 7 V, detta tensione d'inserzione.
Tale differenza di potenziale permette al relé di commutare dalla condizione di riposo
(stazione esclusa), alla condizione di lavoro (stazione inserita).
La stazione ha un circuito di controllo di accesso all'anello che fornisce o rimuove
la tensione d'inserzione a seconda che la stazione debba essere inserita nell'anello o
debba essere in bypass per scopi di test o a causa di guasti (si veda la figura 7.5).

7.3.5 Ripetizione dei pacchetti ricevuti

La ripetizione dei pacchetti ricevuti è demandata al circuito di repeat path (si veda
figura 7.5) il quale è controllato dal livello MAC che determina l'abilitazione o
disabilitazione della funzione di ripetizione.

7.3.6 Codifica e decodifica dei segnali

Le stazioni Token Ring codificano e decodificano le trasmissioni secondo il metodo


Manchester (si veda il paragrafo 3.1.2) che consente anche di ricavare il clock dai
pacchetti ricevuti. Solo l'active monitor genera il clock con il proprio oscillatore interno.
Per assicurare una corretta circolazione del token nell'anello è necessario che il ring
abbia un tempo di latenza minimo pari alla lunghezza del token. Per questa ragione le
stazioni sono provviste di un circuito detto latency buffer che può introdurre ritardo pari
a 24 bit time. La latenza di 24 bit time viene fornita dalla stazione che è l'active monitor.

7.3.7 I concentratori

I concentratori servono per connettere le stazioni all'anello tramite un cablaggio


stellare, possono avere un numero di porte di lobo compreso tra 8 e 20 e sono in grado
di operare a 4 e 16 Mb/s.
Ci possono essere tre tipi di concentratori :
- Passivi. Sono composti dai connettori e dai relay di bypass/inserzione sulle
porte di lobo. Non hanno meccanismi automatici di bypass dei guasti sulle
porte di dorsale. Esempio: IBM 8228.

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218 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

- Attivi. Sono equipaggiati con circuiti di amplificazione e retiming su ogni porta e


vengono utilizzati normalmente con i cavi UTP. Hanno meccanismi automatici di
bypass dei guasti sulle porte di dorsale. Esempio: IBM 8230, modello 2 attivo.
- Parzialmente attivi. Hanno circuiti di amplificazione e retiming solo sulle
porte di dorsale, mentre quelle di lobo sono passive. Hanno meccanismi
automatici di bypass dei guasti sulle porte di dorsale. Esempio: IBM 8230
modello passivo.
I concentratori passivi (figura 7.17) sono i primi nati, ma sono ormai stati sostituiti
dagli altri due tipi, in quanto, alla velocità di 16 Mb/s, imponevano comunque
l'aggiunta di ripetitori .

RIMIC Concentratore passivo ROMIC


ROBackup Percorso di Backup RIBackup
B B
A A
TCU
inserita Percorso principale
RIMain ROMain
A A
B B
LTX LRX LTX LRX LTX LRX
B A A B B A A B B A A B

CMIC CMIC TCU in CMIC


stato di
bypass

B A A B B A A B B A A B
RX TX RX TX RX TX
Stazione Stazione Stazione

RO: Ring-Out, RI: Ring-In

Fig. 7.17 - Concentratore passivo.

Nei concentratori passivi il percorso di backup può essere utilizzato solo se le porte di
dorsale sono connesse a ripetitori. In tal caso è il ripetitore che ha la capacità in caso di guasto
di richiudere automaticamente l'anello primario sul percorso di backup. In alternativa si può
disconnettere manualmente il cavo da una porta di dorsale e il connettore stesso è costruito
in modo da richiudere l'anello primario sul percorso di backup.
I concentratori attivi sono stati sviluppati per utilizzare i cavi UTP senza imporre
grosse limitazioni di configurazione. Essi rappresentano la miglior soluzione per i
sistemi di cablaggio in quanto offrono una grande flessibilità e semplificano molto le
regole di configurazione. Essi vengono anche chiamati Active Retimed Concentrator

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 219

(ARC) in quanto tutte le porte sono equipaggiate con un ripetitore e quindi eseguono
funzioni di amplificazione e retiming del segnale. Le porte dei concentratori attivi
contengono anche il media filter (figura 7.18).

ARC lobe port


Transmitter
D
TX TX Q
filter driver

Station Clock RECVDR


recovery CLK REF
circuit POINT
EQ
Receiver

Fig. 7.18 - Porta di lobo attiva.

I concentratori parzialmente attivi rappresentano una buona soluzione per i


sistemi di cablaggio basati su cavi STP o UTP ed impongono regole meno restrittive
rispetto a quelli totalmente passivi.
La figura 7.19 mostra un esempio di concentratore parzialmente attivo.

RIMIC Concentratore parzialmente attivo ROMIC


ROBackup RIBackup
B B
R
A A
TCU
RIMain inserita Percorso principale ROMain
A A
R R
B B
LTX LRX LTX LRX LTX LRX
B A A B B A A B B A A B

CMIC CMIC TCU in CMIC


stato di
bypass

B A A B B A A B B A A B
RX TX RX TX RX TX
Stazione Stazione Stazione

Fig. 7.19 - Concentratore parzialmente attivo.

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220 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

Le connessioni tra concentratore e stazione sono riportate nella figura 7.20 e sono
indipendenti dal tipo di concentratore.

MIC_U CMIC_U
TX-A 3 3 LRX-A
TX-B 6 6 LRX-B
Concentratore
Stazione Cablaggio di lobo UTP di porte lobo
RX-A 4 4 LTX-A UTP
RX-B 5 5 LTX-B

MIC_S CMIC_S
TX-A B (blue)
B LRX-A
TX-B O (orange)
O LRX-B Concentratore
Stazione di porte lobo
Cablaggio di lobo STP
RX-A R (red) STP
R LTX-A
RX-B G (green)
G LTX-B

MIC_U e CMIC_U sono connettori di tipo RJ45


MIC_S e CMIC_S sono connettori di tipo ermafrodita

Fig. 7.20 - Connessioni fra stazione e concentratore.

Per interconnettere due concentratori distanti fra loro si possono utilizzare


ripetitori in fibra ottica che permettono connessioni fino a 2 Km di distanza. Alcuni
costruttori offrono dei ripetitori in fibra ottica con doppia connessione: una principale
ed una ridondante, per ragioni di tolleranza ai guasti.

7.4 REGOLE DI CONFIGURAZIONE

Le prime regole di configurazione sono state sviluppate da IBM ed erano basate


sull'utilizzo di una serie di tabelle che, a seconda delle velocità trasmissive, del numero
di concentratori e delle distanze tra questi, fornivano la lunghezza massima di lobo.
Queste regole si sono rivelate imprecise, in quanto non consideravano una serie
di parametri quali:
- l'attenuazione del concentratore causata dalla perdita di segnale sui contatti del
relé e sui connettori;
- il valore di diafonia combinata (combined NEXT), che dipende dal numero di
concentratori e componenti passivi che sono connessi fra loro in modalità seriale.

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 221

Il parametro principale per il corretto funzionamento della rete è il rapporto tra il


segnale attenuato e il segnale indotto dalla coppia vicina (si veda il paragrafo 3.2.5).
Questo parametro viene indicato col nome ACR (Attenuation to Cross-talk Ratio) dal
comitato ISO/IEC e definito col nome NIR (Next loss to Insertion loss Ratio) dalla
bozza 802.5 Q/D3.
Il comitato americano IEEE ha sviluppato in modo approfondito le problematiche
associate al NIR ed ha imposto regole molto restrittive riguardanti il numero massimo
di concentratori e di stazioni, e le distanze massime percorribili.
Una progettazione di rete deve considerare sempre le regole più restrittive per garantire
un buon funzionamento in tutte le condizioni possibili. Per questa ragione è consigliabile
progettare la rete in modo che possa funzionare correttamente sia a 4 sia a 16 Mb/s.

7.5 REGOLE IBM

Le regole da rispettare riguardano il massimo numero di stazioni e la distanza


massima di lobo.
Il numero massimo di stazioni consentito è 260 e questa limitazione dipende dal
livello MAC. Ogni ripetitore per cavo in rame riduce di una stazione il numero massimo
consentito ed ogni convertitore in fibra ottica comporta una riduzione di due stazioni.
Nella terminologia IBM un MAU è contenuto all'interno di un armadio e più
armadi adiacenti formano una cabina.
La distanza massima di lobo si calcola in modo diverso se la rete è realizzata con
una cabina singola o con più cabine distanti fra loro.
Il caso peggiore si ha quando il doppio anello controrotante di dorsale si ripiega
sul percorso di backup, per un guasto. Se il guasto è sul cavo di dorsale di lunghezza
minore, allora l'anello assume la lunghezza maggiore.
Per questa ragione, in fase di progetto, è opportuno calcolare la lunghezza adattata
dell'anello, chiamata ARL (Adjusted Ring Length), che si ricava sottraendo alla
lunghezza totale del ring la distanza più breve tra due cabine.
Supponiamo ad esempio di avere 3 MAU concentrator su piani diversi di un edificio.
Essi vanno considerati come tre cabine contenenti ciascuna un MAU. Se le tre distanze sono
10, 5, 15 m, la lunghezza adattata dell'anello è uguale a 10+5+15-5, cioè 25 m.
Le formule riportate nel seguito evitano l'uso delle tabelle IBM ed offrono un
risultato mediato un po' più restrittivo e quindi più sicuro. Si assume di utilizzare cavo
di tipo 1 e MAU 8228.
NA indica il numero di armadi, NM indica in numero di MAU e NC indica il
numero di cabine.

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222 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

7.5.1 Cablaggio con cabina singola

A 4 Mb/s lunghezza di lobo = 390 - NA · 5 - NM · 5


A 16 Mb/s lunghezza di lobo = 178 - NA · 5 - NM · 5

7.5.2 Cablaggio con più cabine

A 4 Mb/s lunghezza di lobo = 395 - NC · 5 - NM · 9 - ARL


A 16 Mb/s lunghezza di lobo = 189 - NC · 5 - NM · 9 - ARL
Si osservi che per un Token Ring a 16Mb/s con 50 stazioni, 8 MAU, 3 cabine e
ARL di 25 m, la lunghezza di lobo è di 77 m, inferiore a quella prevista dagli standard
sul cablaggio strutturato. Per poter realizzare una rete di questo tipo bisogna ricorrere
a ripetitori o a concentratori attivi o parzialmente attivi.

7.6 REGOLE 802.5

Lo standard 802.5 stabilisce i valori massimi di attenuazione e diafonia accettati


per connettori, concentratori e cavi.
Per quanto riguarda i cavi fa riferimento allo standard EIA/TIA 568 ed ai
successivi bollettini TSB 36 e 40.
Per i connettori richiede le seguenti caratteristiche minime:
- connettore per STP (ermafrodita): -62 dB minimo di diafonia nelle frequenze
comprese tra 100 KHz e 4 MHz, -50 dB minimo di diafonia nelle frequenze
comprese tra 4 e 16 MHz, 0.1 dB massimo di perdita d'inserzione nelle
frequenze comprese tra 100 KHz e 16 MHz;
- connettore per UTP (RJ45): -56 dB minimo di diafonia nelle frequenze tra 0.1
e 16 MHz, 0.1 dB massimo di perdita d'inserzione nelle frequenze comprese
tra 1 e 16 MHz.
Per i concentratori passivi l'attenuazione massima consentita è di 2 dB ed il valore
minimo di diafonia deve essere -40 dB nelle frequenze comprese tra 4 e 24 MHz.
L'attenuazione riferita ai concentratori passivi viene anche detta 'flat attenuation',
in quanto non è in funzione della frequenza, ma dipende principalmente dalla perdita
d'inserzione dei contatti dei relé.

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 223

7.6.1 Attenuazione massima

La perdita massima ammessa nel percorso tra due elementi attivi, siano essi due
stazioni, nel caso di utilizzo di concentratori passivi, o una stazione e una porta di un
concentatore attivo, è la seguente:
- 19 dB a 4 e 16 Mb/s quando si utilizzano concentratori passivi;
- 19 dB a 4 Mb/s quando si utilizzano concentratori attivi;
- 16 dB a 4/16 e 16 Mb/s quando si utilizzano concentratori attivi.
Quando si parla di velocità 4/16 Mb/s ci si riferisce a stazioni che usano
componenti elettronici che possono funzionare a 4 e 16 Mb/s.

7.6.2 Rapporto segnale/disturbo

I valori minimi richiesti di NIR in un percorso tra due elementi attivi sono i
seguenti:
- 19 dB con l'utilizzo di cavi STP e concentratori attivi o passivi, a 4 Mb/s;
- 17.5 dB con l'utilizzo di cavi UTP e concentratori attivi o passivi, a 4 Mb/s;
- 17 dB con l'utilizzo di cavi STP e concentratori passivi, a 4/16 e 16 Mb/s;
- 15.5 dB con l'utilizzo di cavi STP e concentratori attivi, a 4/16 e 16 Mb/s;
- 15.5 dB con l'utilizzo di cavi UTP e concentratori passivi, a 4/16 e 16 Mb/s;
- 14 dB con l'utilizzo di cavi UTP e concentratori attivi, a 4/16 e 16 Mb/s.

7.6.3 Numero massimo di stazioni

La limitazione del numero di stazioni dipende da due fattori: il livello MAC, che
limita ad un massimo di 260 stazioni, ed il jitter accumulato.
Quando si usano i concentratori passivi il numero massimo di elementi di
ripetizione è 300, di cui:
- 260 possono essere stazioni;
- 40 possono essere altri elementi di ripetizione.
Quando si usano i concentratori attivi il numero massimo di elementi di ripetizio-
ne è 300, di cui:
- 144 possono essere stazioni;
- 144 possono essere le porte attive dei concentratori;

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224 RETI LOCALI: DAL CABLAGGIO ALL'INTERNETWORKING

- 12 possono essere altri elementi di ripetizione.


Si noti che i concentratori attivi riducono il numero massimo di stazioni collegabili
da 260 a 144, aumentando però, come vedremo nel seguito, la lunghezza massima del
lobo. D'altro canto, gli esempi seguenti dimostrano come, utilizzando esclusivamente
concentratori passivi e volendo mantenere la lunghezza di lobo pari a 100 m, non si
riesca ad andare oltre le 40 stazioni.

7.6.4 Utilizzo di soli concentratori passivi

Utilizzando concentratori passivi la distanza di lobo massima è molto complessa


da calcolare, poiché si sommano i valori di attenuazione dei vari elementi, ma
soprattutto si combinano i valori di diafonia dei vari componenti.
Si considerino, ad esempio, i tre seguenti tipi di concentratori:
- a 8 porte avente un'attenuazione di 0.5 dB ed una diafonia di -40 dB;
- a 12 porte avente un'attenuazione di 0.8 dB ed una diafonia di -40 dB;
- a 20 porte avente un'attenuazione di 1.3 dB ed una diafonia di -40 dB.
Analizziamo il numero massimo di concentratori utilizzabili in una rete a cabina
singola, a 16 Mb/s, per ottenere una lunghezza di lobo di 100 m.
Con il cavo STP a 150 Ω il numero massimo di concentratori è il seguente:
- 5 concentratori a 8 porte, oppure
- 4 concentratori a 12 porte, oppure
- 3 concentratori a 20 porte.
Con il cavo UTP di categoria 5 il numero massimo di concentratori è il seguente:
- 4 concentratori a 8 porte, oppure
- 3 concentratori a 12 porte, oppure
- 2 concentratori a 20 porte.

7.6.5 Cavi utilizzabili

Se si usano concentratori passivi o parzialmente attivi bisogna usare cavi STP o


UTP di categoria 5.
Se si usano concentratori attivi si possono usare cavi STP o UTP di categoria 4
e 5.

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7 - La rete Token Ring e lo standard IEEE 802.5 225

7.6.6 Concentratori attivi o parzialmente attivi

Entrambi i tipi forniscono lunghezze di lobo maggiori o uguali ai 100 m previsti


dagli standard di cablaggio strutturato e specificate dal costruttore del concentratore,
in funzione del tipo di cavo. Ed esempio, il MAU IBM 8230, parzialmente attivo,
quando usato con cavo STP di tipo 1 IBM, fornisce una lunghezza di lobo di 145 m.
Nel caso di concentratori attivi si ottengono le seguenti lunghezze di lobo:
- cavo STP 340 m;
- cavo UTP cat. 5 195 m;
- cavo UTP cat. 4 150 m.

BIBLIOGRAFIA

[1] IBM Centro di competenza Telecomunicazioni, "Reti Locali IBM: Sistema di


cablaggio IBM", Codice documento GA13-1536-01, Roma (Italia), settembre
1989.
[2] IBM, "Token-Ring Network: Architecture Reference", Pub. No. SC30-3374-01,
second edition, August 1987.
[3] ISO/IIEC 8802.5, IEEE Std 802.5, "Token ring access method and physical
layer specifications", First Edition, June 1992.
[4] P 802.5 Q/D3 Standard project, Token Ring STP/UTP revision, March 1993.
[5] EIA/TIA-568, Commercial Building Telecommunications Wiring Standard
(ANSI/EIA/TIA-568-91), July 1991.
[6] TSB-36, Additional Cable Specifications for Unshielded Twisted Pair Cables,
November 1991 (used in conjunction with EIA/TIA wiring standard.)
[7] TSB-40, Additional Transmission Specification for Unshielded Twisted-Pair
Connecting hardware, August 1992 (used in conjunction with EIA/TIA wiring
standard and TSB36 above).

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