Appunti Volume 1
Appunti Volume 1
in piu’ ci sono le nuove fibre in mischia. economiche e riuniscono tutte le caratteristiche positive
delle altre fibre
PROPRIETA’:
CHIMICHE: cosa succede alla fibra a contatto con sostanze chimiche -> resistenza ad agenti
chimici ( mantenere inalterate le caratteristiche originali)
FISIOLOGICHE: come la fibra interagisce con il corpo e l’ambiente -> resistenza UV ( resistenza
all’esposizione dei raggi solari) resistenza alle intemperie ( mantenere intatte le caratteristiche)
MAGGIORE PRODUZIONE FIBRA MAN-MADE RISPETTO A UNA VOLTA, CINA ORA DOMINA
PER RODUZIONE DI FIBRE E TESSILI.
TORSIONE E DETORSIONE
La torsione è il risultato della torcitura che è la base della filatura. È un movimento a spire.
Determinato da grado e senso di torsione. La Detorsione invece è il movimento opposto.
Utilizzata per individuare la struttura del filato.
Grado di torsione: quantità di spire o giri in una lunghezza indicata in giri al metro o giri al
pollice. La quantità di spire determina la lunghezza e ampiezza del filato. Poche spire= filato
gonfio e morbido, usato in genere nlle trame di tessuti a navetta e maglieria, più spire= filato più
fino, sottile, meno piling e resistente, usato come ordito.
Senso di torsione: S da destra verso sinistra, mano morbida e vaporosa e Z da sinistra verso
destra, mano secca e sostenuta.
Ritorto semplice: Due capi ritorti insieme con una sola detorsione che può essere: soffice,
media, forte o dura.
Filato accoppiato: due o più fili accostati senza torsione. Accostamento eseguito dalla macchina
binatrice.
I filati fantasia hanno torsioni particolari e irregolari. Esistono fantasie da torsione e da colore.
FANTASIE DA TORSIONE
FANTASIE DA COLORE
Presenza di diversi colori, si possono ottenere effetti : torcendo le fibre, torcendo filati…
Diretti: costante la lunghezza e si indica la variazione di peso. Alla crescita del titolo cresce la
grossezza del filato. Sono: Tex e Danari .
Indiretti: costante peso, varia lunghezza. Alla crescita del titolo cala la grossezza. Sono: Inglese
cotone (Ne) , Sistemi metrico (Nm) e chilogrammetrico (Nkgm).
Se i capi sono uguali secondo il sistema Tex, Inglese Cotone e Danari, il numero dei capi va
messo dopo il valore del titolo. Per Sistemi Metrico e chilogrammatico invece il numero dei capi
viene prima del titolo.
Se i capi sono diversi tutti esprimono il titolo compressivo con un valore risultante, senza indicare
il numero di capi.
FILATURA
Filatura processo da cui si ricava un filato, tramite la torcitura che avviene nei filatoi. Dopo
questa fase il filato viene definito semilavorato, perché non ancora conclusa la sua fase di
lavorazione. FILATURA = lavorazione di fibre discontinue. FILATURA IMPROPRIA= lavorazione
di fibre semicontinue o continue. Tutte le fibre sono dette semilavorate poi però si distinguono per
i procedimenti che seguono. Per esempio la seta fa un operazione di TRATTURA, unire più bave
tra loro per creare un filo. Mentre le fibre chimiche passano per la ESTRUSIONE. Queste
operazioni evitano al filato i passaggi di cardatura e pettinatura.
CARDATURA: Le fibre passano nella cardatrice composta da rulli che aprono le fibre e le ordina,
il risultato è chiamato NASTRO DI CARDA.
PETTINATURA: Le fibre più lunghe passano prima in cardatura e poi in uno STIRATOIO dove
vengono stirate e allungate più volte. Le fibre vengono sempre di più PRALLELIZZATE.
Poi le fibre passano nella MACCHINA PETTINATRICE che elimina fibre corte e impurità, il
NASTRO REGOLARE PETTINATO viene poi diviso in due stoppini e arrotolato in un’unica
bobina.
Dopo la filatura i filati vengono classificati in base a composizione (puri o misti) o lavorazione di
filatura( cardati, pettinati, semipettinati)
FILATI COMPOSTI DA PIU’ FIBRE = MISTI ( fibre unite prima della torsione = MISCHIA INTIMA,
oppure torcendo o accostando filati distinti.)
FILATI CARDATI: fibre orientate, morbide, calde, pelose e gonfie. PRODUZIONE DI PILING, E
RESISTENZA MINORE, rispetto ai pettinati. Utilizzati nella maglieria per creare tessuti a navetta
cardati
PETTINATI: fibre ben ritorte, orientamento preciso e lisce. Mano cambia in base alla torsione ma
n genere secca. Maggiore resistenza all’usura e al pilino. Costo elevato
LAVORAZIONI FILATO
ROCCATURA: trasferimento da fuso di filatura alla rocca dove viene avvolto a spire incrociate.
(ultima fase della filatura)
STRIBBIATURA: fase di eliminazione dei difetti del filato, eseguita da una macchina. Elimina il
difetto e unisce le due parti con lo splite= sovrapposizione delle estremità che vengono sfiorate e
torte leggermente generando piccoli ingrossamenti detti fiammature.
ASPATURA: trasferimento del filato dalle rocche o bobine su aspi che creano matasse. Fase che
precede la tintura o fissaggio o nobilitazione.
GASATURA: eliminazione pelosità superficiali soprattutto per i pettinati, passaggio nella gastrite
nel momento di passaggio tra una rocca e un’altra. Praticamente vengono bruciate le pelurie in
eccesso.
VAPORISSAGGIO: Fissaggio della tensione, in modo che i filati non si arriccino. Il filato viene
inserito in autoclave e poi azionato il vapore.
TESSUTI A NAVETTA
Dopo la filatura i filati vengono intrecciati attraverso la tessitura. Che avviene tramite tecnologie
diverse: a navetta, a maglia, a trecce, a rete.
Navetta: due o più serie di fili intrecciati tra loro ad angolo retto. Si possono dire filo ortogolani. I
filoni verticale sono l’ordito, mentre quei in orizzontale sono la trama. La trama determina la
larghezza detta altezza. Ordito fili con torsione elevata, trama fili di ogni genere.
CARATTERISTICHE:
Verso: come viene indossato. Lunghezza tessuto sull’altezza della persone e larghezza sulla
larghezza della persona. Determinato anche dal motivo decorativo. Esiste un verso indifferente
per stampe con figure tipo pois mentre verso obbligato per stampe con figure viventi con con un
loro verso.. stampa semiobbligata stampa tipo triangoli.
Cimose: estremità per proteggere il tessuto. Possono essere: basse, medie o alte. Se c’è una
scritta è detta parlata. Può essere: colore diverso, intreccio diverso, decorata, pulita sfrangiata,
termosaldata o a giro inglese. Tensione e spessore devono pero essere sempre uguali al tessuto.
Tensione: se la tensione è troppa basta effettuare dei tagli sulla cimosa. Se la tensione è minore
invece si dice sbandierante. Non ci sono rimedi.
Spessore: se la cimosa è troppo alta può causare slittamenti e seduta al suo interno.
ALTEZZA TESSUTO
Misura tra una cimosa e l’altra. Altezza semplice: minori di 100cm, altezza doppia se maggiore di
100cm. Altezza superiore 200-300 cm. I tessuti piegati in due con il dritto verso dentro sono
avvolti in tubi di cartone.
DRITTO E ROVESCIO
Dritto all’interno, aspetto più pulito, rovescio fili di trama in vista. Spesso viene messa un etichetta
sul dritto. Alcune volte dritto e rovescio sono quasi identici. Detto doppio dritto.
INTRECCI o ARMATURE
Esistono armature fondamentali: tela, saia e raso. Formati da una serie di orditi. Che intreccia
una sola serie di trame.
Più complessi intrecci composti da più di sue orditi di fili più fili di trama. (velluto, spugna…)
Con la campionatura smonti il campione di tessuto poi rappresentata graficamente, prima a mano
ora con software digitali. I quadretti verticali indicano ordito in bianco e quelli in orizzontale la
trama in nero. Per contare si parte da in basso a sinistra.
MESSA IN CARTA
Quando due quadretti bianchi sono vicini formano un salto detto briglia. Che si possono fare sia
di trama che di ordito. Tesitura pesante si dice quando ci sono molti quadrati neri quindi molti
orditi da sollevare. Leggera invece maggioranza quadretti bianchi pochi fili di ordito da sollevare.
RAPPORTO D’ARMATURA
ARMATURE
Tela o taffetas: due orditi che formano una croce. Rapporto d’armatura è 2x2. Le due facce del
tessuto sono identiche. Tessuti piani, opachi e facili da cucire. Difficili da drappeggiare. Scarsa
vestibilità.
Derivate: create grazie a fili gemelli, due o più fili di trama. Sono : rep d’ordito, rep di trama e
panama.
Raso: Molti quadretti neri, tessitura pesante . Rapporto minimo 5x5. L’andatura è diagonale non
susseguente tra cui c’è un punto di interruzione : diffalcamento. Tessuti molto scivolosi, altamente
estetici.
Crepe: armatura derivata dalla rotazione a 90 gradi di un’altra armatura. Aspetto rugoso e Mosso
dalla mano secca.
Tessuti composti: prodotti con più di due ordini di fili. Tra cui: spugna velluto lanciato e fil coupè.
Tessuti lisci: limitato numero di fili di ordito e trama. Armature di base o derivate. Se disegnare
minute e colore unico: operati ( nido d’ape) , se il disegno ampio e molti colori: jacquard.
STAMPA
Nobilitazione estetizzante derivata dalla tintura, si colorano solo parti specifiche. I colori che sono
una pasta densa, tramite un procedimento termico, di solito vaporissaggio, vengono applicati sul
tessuto tramite cilindri o quadrati . Poi il tessuto viene lavato e ammorbidito.
Pasta colorante: deve garantire omogeneità, stabilità, non sbavare, non allargarsi, densità
adeguata, facilità di applicazione. Si prepara inizialmente una pasta madre poi tagliate con altre
paste di soli ausiliari. L’aggiunta di pasta, di stampa, incide sul peso del tessuto e quindi sul
prodotto finale.
Rapporto-stampa: spazio occupato dal disegno. Il disegno dev’essere messo a registro, nel
punto giusto. Fuori registro: sovrapposizione di stampa, spazi vuoti…
Più stampe usate singolarmente o insieme, su paste colori chiari si applica tutte le paste, mentre
su colori scuri bisogna corrodere:
Stampa diretta o ad applicazione: decorazione su tessuto bianco. Veloce e poco costosa. Dopo
la stampa che avviene un colore alla volta il tessuto viene asciugato, vaporissato, lavato e stirato.
Stampa a corrosione: Stampa ottenuta corrodendo il colore, si ottengono motivi ben delineati,
controllo difficile perché il risultato si vede solo alla fine del procedimento. Rischio di
deterioramento.
Stampa a riserva: Mix di stampa e tintura. Tesuto stampato con motivo che costituisce la riserva,
zona in cui poi la tintura non penetra. Come stencil. Riserva può essere chimica o fisica. Si tratta
paste impenetrabili. Poi la pasta viene tolta. Alternativa alla pasta a corrosione.
Altre stampe:
Stampa devorè: si degrada una delle fibre del tessuto per creare fantasie, si usa su tessuti misti.
Simile a stampa a corrosione. Pero il motivo è creato dal filato. Tessuto a navetta.
Stampa transfer: Trasportare un motivo su carta tramite il calore. Molto economica.
Stampa in ordito: applicazione di colore solo su fili di ordito. Decoro sfumato. L’ordito è stampato
in precedenza.
Stampa bloccata: Applicazione di fiocchi di fibre su colla. Risultato simile al velluto.
Stampa a lamine metalliche: stampa tramite pellicola metallica. Il tessuto dev’essere prima
comparso di colla a forma della stampa desiderata poi si applica la pellicola.
Stampa in quadricromia: Stampa che utilizza i colori primari più il nero per ottenere diverse
tonalità. L’occhio umano fonde i colori e crea gradazioni.
Stampa a pigmento: variante di stampa a applicazione. I coloranti sono costituiti da pigmenti.
Pigmenti sciolti tramite addensanti e leganti. Poco costo alta produzione. Resistenza bassa.
MACCHINE DA STAMPA
Stampe a mano: stampi di legno o metallo in rilievo cosparsi di colorante, vengono pressati sul
tessuto grazie al mazzuolo.
Stampa batik: stampa di origine orientale. Il tessuto viene immerso nel colore, la zona del
disegno viene cosparsa di cera. La tecnica comporta tempi lunghi e costosi. Speso viene
sostituita con stampa a corrosione.
Stampa a quadro o serigrafica: Applicazione sul tessuto tramite tanti telai (quadri) quanti sono i
colori del disegno. I telai sono formati da un’armatura a tela (burazzo) dove viene fatto passare il
colore. Il colore non deve mai essere sovrapposto. Tecnica molto costosa e lunga. Difficile
posizionare i quadri.
Stampa a cilindro cavo o rotativa: tessuto disteso con trama dritta si muove su un tappeto dove
dei cilindri stampatori depositano il motivo. Ogni cilindro ha un cilindro fornitore pieno di pasta di
stampa. Stampa veloce costo elevato.
PURGA: lavaggio dalle impurità. Dev’essere effettuata bene se no crea mancanza di omogeneità.
TINTURA: nobilitazione più antica, si avvale del colore. Si può compiere la tintura durante diversi
stadi di lavorazione del tessile. Se tinto a fibra più pregiato se tinto a capo economico.
Bagno di colore: tintura avviene di solito in immersione di acqua e colore. Le tinture vengono
identificate tramite il bagno o cotte. Se mischiati bagni diversi viene fuori probabilmente un brutto
risultato.
Progettare la tintura: valutare composizione tessuto, colorante idoneo; quanto colore usare;
opportuni ausiliari; macchina corretta; presentare progetto di buona qualità prezzo; corretta
temperatura bagno; tempo di immersione, che pressione esercitare al tessuto durante bagno.
Perché la tintura sia buona bisogna valutare il capo, elementi economici e ambientali.
STATI DI LAVORAZIONE
Può essere tinto in:
fibra: tintura della fibra prima di essere filata. Molto costoso. Si tinge cosi solo per filati particolari
come mélange o bottonati.
balla: tintura di fibre imballate, meno precisa, all’interno della balla.
nastro: colorazione di fibre pettinate di lana avvolte su rocche perforate assomigliano a un nastro/
corda. Tintura più economica tra quelle in fibra. Evita la tintura di fibre scartate dopo la pettintura.
pasta: colorazione di fibre chimiche con pasta artificiale o sintetica. Fatta prima dell’estrusione.
filato: tinto il filo torto. Per tessuti rigati o quadrettati . Può essere tinto avvolto in racchette
perforate o in matasse ( più pregiata). Quando si vuole il filo di ordito diverso dal colore di trama si
chiama tintura in subbio.
Incrociata o differenziale: tintura a stadi diversi per effetti particolari. La tintura incrociata da
luogo a tessuti cangianti.
COLORANTI
Naturale non significa biologico per via dell’utilizzo di ausiliari per il trattamento dei coloranti.
Coloranti sintetici: introdotti nella seconda metà dell’800. Caratteristiche: costo minore,
permangono di più, più uniformi, colori non dipendono dalle stagioni.
NOBILITAZIONI
Oltre a tintura e stampa ci sono altre nobilitazioni per rendere migliore il tessuto. Per sceglierle
bisogna valutare: composizione chimico-fibrosa e ‘effetto desiderato. Nobilitazioni possono
essere effettuate in continuo (pezze unite insieme) o in discontinuo ( pezze singole). Così anche le
macchine.
CLASSIFICAZIONE:
Estetiche
CANDEGGIO
CARBONISSAGGIO
Eseguita sui tessili di lana per eliminare impurità vegetale. Rende il tessile molto uniforme.
Utilizzato più sui tessuti cardati che hanno più impurità. Per il trattamento è necessario cado
solforico.
MERCERIZZAZIONE
Rende più lucide le fibre di cellulosa naturali e artificiali. Possono essere funzionali o estetici.
Tra cui: rigonfiamento e aumento spessore fibre; accorciamento fibre; più lucidità; resistenza
maggiore; stabilità dimensione tessile; mano sostenuta; buona reazione alla tintura; poco piling.
Eseguita a umido con sostanze chimiche. Filato o tessuto immerso in soluzione fredda con soda
caustica. Oppure con ammoniaca liquida.
CALANDRATURA
Pressatura che assottiglia il tessuto. Conferisce brillantezza, mano solida e ferma. Trattamento
fisico a secco. Estetico. Effetto temporaneo. Se la fibra è termoplastica può diventare
permanente. Trattamento meccanico tramite calandre, macchine composte da coppie di cilindri
dopo viene fatto passare il tessuto. I cilindri possono essere elastici o rigidi, riscaldati con vapore,
fluidi o elettricamente. Il tessuto passa tra essi pressato. Quando i cilindri girano a velocità diverse
invece il tessuto sarà frizionato. Si possono ottenere risultati diversi.
Particolare la calandratura a pillone. Per il lino l’intreccio iene schiacciato senza lasciare fori,
ottenendo una superficie lucida.
PRESSATURA A COSTINE
Forte pressione sul tessuto tramite un cilindro d’acciaio inciso con linee sottilissime. Si ottiene
una ottima riflessione della luce, lucentezza. Cardatura a costine. Trattamento secco, fisico,
estetico e semidurevole. Generalmente su tessuti economici.
LUCIDATURA
INCRESPATURA
Conferisce rugosità e mano secca. Adatto alla seta e al resto delle fibre. Se alta termoplasticità
effetto permanente. Se no temporaneo a quel punto si prepara il testo con resine termoplastiche.
Il procedimento avviene sia con cilindri caldi sia con sostanze chimiche . Il tessuto viene fatto
contrarre ottenendo minirilievi.
GOFFATURA
MAREZZATURA o MARMORIZZAZIONE
Simile alle onde del mare. La luce si riflette in modo non omogeneo. Esaltato al meglio nella seta.
La durata del trattamento è breve se il tessuto non viene lavorato con sostanze chimiche. Avviene
tramite pressione e calore, attraverso cilindri: uno finemente solcato, il calore fissa i rilievi.
Soprattutto su fibre naturali vegetali (cotone/ lino) trattamenti chimici, a secco, permanenza varia
rispetto al tessuto. La creatura in particolare copre l’intreccio di fondo . Si possono dire antenati
dei novi tessuti tecnici.
CLORAGGIO
Su filati e tessuti di lana, quindi maglieria di intimo. Durante il lavaggio gli ipocloriti di calcio o di
sodio che intervengono sulle squame del filato facendole abbassare e rendendole immuni al
restringimento.
DECATISSAGGIO
A tutte le fibre di lana . Si stabilisce dimensione stabile a pienezza al tatto. Sia su prodotto secco
che bagnato. Effettuato tramite vapore sotto pressione. Grazie a autoclavi.
FOLLATURA
Per lana o misto lana, si ottiene infoltimento, il calore umido o lavaggio a sapone tramite
sfregamento creano in fine lane cotte.
LONDON
Stabilizza la dimensione dei tessuti di lana, si avvolge il tessuto in coperte bagnate di acqua
fredda, l’umidità viene assorbita e poi viene fatto asciugare lentamente.
RAMATURA
Stabilizzate le dimensioni del tessuto in altezza, larghezza e peso eseguita attraverso una
macchina la rameuse. Eseguita su tessuto secco o vaporizzato o poco bagnato
SANFORIZZAZINE
Per fibre vegetali a navetta e maglia. Agisce per ritiro sotto compressione. Si bagna il tessuto e si
irrora di vapore, poi appoggiato sopra un tessuto in lana che allentandosi pian piano trascinava e
accorciava tessuto che nel frattempo si stabilizzava. Ora si utilizza al posto della lana un nostro di
gomma che comprime e compatta il tessile. Poi si asciuga con calandre.
SUPERWASH
Permette di lavare lai in lavatrici. Prima si effettua coraggio e poi si applicano resine speciali. Poi
viene asciugato. Preferibile fare l’operazione sui filati per non dare effetto infeltrito.
TRUBESSINAGGIO
Si ottengono tessuti amano rigida e molto stabili per dimensioni. Non formeranno pieghe. Si
immergono i tessuti di cellulosa in bagni rapidi di acetone, spremuti e poi asciugati .
VAPORISSAGGIO
Più utilizzato. Può servire anche per ammorbidire la mano o opacizzare. Si impartisce il vapore al
tessuto tramite tubi forati in apposite camere.
Estrarre e lavorare il pelo dei tessuti per renderli più caldi, vellutati, morbidi e coprenti.
CARDATURA E GARZATURA
SPAZZOLATURA
CIMATURA
Segue garzatura e spazzolatura. Vengono tagliate le punte del pelo, rendendolo liscio. Si possono
ottenere disegni tagliando ad altezze diverse. Eseguito con la macchina cimatrice. Con eliche
rotanti.
PRESSATURA
Appiattimento del pelo. Prima della spazzolatura si ottiene un effetto di peli non orientati, dopo
direzionati.
ELETTRIZZAZIONE
Mantiene i peli sollevati grazie a resine e calore. Usata per pellicce sintetiche.
RATNATURA
Si aggroviglia il pelo creano pilling voluto. Grazie a rulli coperti di punte che ondulano sopra al
tessuto.
BRUCIAPELO
Elimina piccole pelurie della superficie del tessuto. Viene atta passare una fiammella sopra al
tessuto. Se è a gas: Gasatura. Si creano tessuti più lisci e lucenti ma meno caldi. Prima si
spazzola il pelo poi si brucia il pelo ( fresco lana o pettinato esempi)
SMERIGLIATURA
Sollevamento di pelo nel tessuti con peluria corta. Ottenendo un tessuto a mano pesca=
scamosciata. Simile alla buccia delle pesche. Rulli ricoperti di materiale abrasivo passano sopra il
tessuto in maniera libera.
Eliminazione di difetti
ANTIMUFFA
Per fibre vegetali per evitare muffe. Si tratta il tessile con prodotti batteriosttici come i sali di
ammonio, oppure con prodotti a base di rame, stagno resine…
ANTITARME
Per tessuti di lana soggetti all’attacco dei lepidotteri, si impiegano i tessuti di sostanze chimiche.
Rimedio ecologico è la lavanda.
ANTIPIEGA
Soprattutto per testi cellulosi naturali e artificiali. Si tratta il tessuto con resine ureiche che
modificano la struttura interna della fibra. Diverse tipologie di trattamenti antipiega.
I tessuti sintetici non ne hanno bisogno. La lana si per essere lavati e stirati facilmente o per
mantenere le pieghe dei pantaloni.
PRESSATURA PERMANENTE
Imprimere alle fibre una memoria di forma. Stiro permanente. Plissettture ad esempio.
ANTISCORRIMENTO
Limita lo scorrere degli orditi sulle trame evita difetti di stramature. Soprattutto per lino e su
intrecci slegati e radi. Si immerge il tessuto in resine sintetiche e si asciuga sotto tensione, così da
far depositare le resine deipunti di incontro dei fili.
ANTISTATICO
Eliminare elettricità statica con sostanze chimiche. Si inserisce all’interno delle fibre chimiche
materiali conduttori come il carbonio, acciaio ecc, che rendono antistatico sui materiali. Nei
tessuti invece vengono usate sostanze chimiche facendo bagni al tessuto.
ANTIPILLING
Limita la formazione di pilling si usa coraggio o superwash tutte lavorazioni che abbassano e
cementificano la fibra.
Nobilitazioni di mano:
APPRETTATURA
Posso provenire da: seme (cotone) , fusto (lino, canapa, juta) , foglia (sisal), frutto (kapok) .. tutte
hanno un alta componente di CELLULOSA. Fibra vegetale più importante: cotone, uno, canapa.
Facilmente lavabili ma tendono a restringersi. Poca elasticità = stropicciabile.
Bruciano velocemente. Molto igieniche adatte alle stagioni calde. Produzione ecocompatibile,
poca energia per produrle e ridotto uso di agenti chimici.
COTONE
Fibra naturale ricavata dal Gossypium, è la più utilizzata ha origine orientale. Usato per la prima
volta in India, con Alessandro Magno ha raggiunto il mediterraneo. Introdotto in Europa grazie agli
arabi nel Medioevo. Era ritenuto tessuto di lusso. Diffusione più vasta durante la Riv.Industriale.
che abbasso i costi, e prodotto in grandi quantità. Dal XX sec. Ha perso importanza. Maggiore
uso fibre man-made. Maggiori produttori: Cina, India, Stati Uniti e Pakistan. Produzioni di qualità:
Pakistan, Caraibi , Egitto e Messico.
COLTIVAZIONE
Seminata l’inizio di primavera, 3 mesi dopo fiorisce. Dopo la fecondazione del fiore si crea una
capsula che possiede peluria= fibra cotone. Assomiglia a un tubo vuoto pieno di liquido
protoplasmatico. Il fiore poi appassisce e maturando forma strati di cellulosa che quando
saranno maturi si schiuderanno, facendo uscire la peluria= bambagia. Le fibre esposte all’aria si
seccano e si creano delle torsioni naturali. Ora viene raccolto.
Peluria ha riverse lunghezze: corte : linter usate per fibre artificiali, e lunghe : Lint usate per il filato
di cotone.
La raccolta del cotone può essere meccanica (riservata a cotoni a basso costo) o manuale. In
modo meccanico viene la defogliazione tramite sostanze chimiche. Metodo meno preciso della
raccolta a mano. Il cotone raccolto viene sgranato ( separa fibra da seme e impurità ) poi
pressatura (ridurre volume, detto cotone SODO).
Costituito quasi interamente da cellulosa, il resto: acuì, grassi, proteine…ha lunghezza ridotta.
Riconducibile a FIBRA DISCONTINUA.
CARATTERISTICHE COMMERCIALI
Il valore è determinato da: grado di purezza, meno impurità migliore prodotto. Lunghezza, tiglio,
segue la classificazione standard. Corte, medie, lunghe, extralunghe. Finezza, cioè il diametro
della fibra in micron, più fina= più pregiata. Provenienza. Caraibi, Egitto più pregiato , India
scadente.
TRATTAMENTI CHIMICO-MECCANICI
Esistono più trattamenti per migliorare la fibra del cotone: soda caustica ( mercerizzazione, più
lucentezza e resistenza, si tinge meglio e stabilità di dimensione) , ammoniaca ( più resistenza e
lucentezza, meno elasticità, i tinge meglio), sanforizzazione ( acqua e vapore, stabilizza
dimenesioni ) acido solforico ( carbonissaggio, rigenera la lana).
CARATTERISTICHE
LAVORAZIONE
LINO
Origine molto antica, proviene dal fusto del Linum. Prima coltivata nella mezzaluna fertile,
utilizzato anche dagli Egizi. Nel medioevo diffuso in Europa. Fibra di maggior utilizzo fino alla
Riv.Industriale e l’arrivo del cotone. Maggiori produttori: Cina e Francia.
COLTIVAZIONE
Si coltiva per la fibra e per i semi da cui si ricava olio. Per la fibra è meglio una pianta a stelo
lungo, per una fibra più lunga. La semina e il raccolto avvengono in 100 giorni. Per raccoglierle si
estirpano con una macchina .
INDUSTRIA TESSILE
Dopo l’estirpazione viene mercerizzato o al naturale, tramite intemperie o in acqua con sostanze
chimiche. Poi il lino viene atto essiccare e sottoposto maciullatura che separa le fibre. Le fibre
ottenute vengono strigliate e poi a pettinatura che elimina i frammenti legnosi. Alla fine si
ottengono fibre lunghe e pregiate.
COMPOSIZIONE CHIMICA
CARATTERISTICHE COMMERCIALI
Maturazione: Lino verde più giovane( fibre poco resistenti), giallo medio (fibre lunghe, resistenti e
morbide) lino bruno ( vecchio, facile che si spezzi.)
Finezza: Più sottile = più costoso. Lino giallo diviso in : lino fino, lino mezzano e Lino grosso.
Simili al cotone eccetto per il candeggio, che rende meno rigido e consente la tintura, può
avvenire chimicamente o grazie al sole.
Candeggio chimico: bollire con una soluzione di calce, risciacquato con acido cloridrico e di
nuovo sciacquato con soda caustica. Questo schiarisce la fibra per la tintura.
CARATTERISTICHE AL CAPO
rilassamento.
PROBLEMI DI LAVORAZIONE
CANAPA
Proviene dalla Cannabis sativa, usata per produrre anche carta, olio e medicinali. Breve ciclo
vegetativo max 120 giorni. Coltivata ovunque sia temperato/umido. Maggior produttori: Korea,
Cina e Russia. Raccolta meccanizzata. Stessi processi del lino.
INDUSTRIA TESSILE
Filate come il lino oppure vengono ridotte di lunghezza, rese più fini e morbide, creando un
cafiocco. Fiocco di canapa.
CARATTERISTICHE
Alta traspirazione, molto assorbente (igroscopicità) , imputrescibile ( perno nel tempo) , molto
protettiva da UV e raggi infrarossi, ruvida e urticante.
ALTRE FIBRE
Juta: simile alla canapa cellulosa significata e sostanze tanniche (sostanze che proteggono da
parassiti), non si può schgiarire se no perde resistenza, utilizzata più per arredamento o accessori.
È riciclabile e 100% biodegradabile. Molto economica.
Ramiè: dalla pianta di Bohmeria, I rami vengono decorticati, simile al lino m più grossolano,
soggetta alla creazione di barba sulla superficie dopo il lavamano. Molto stropicciabile. Impiegata
nell’abbigliamento nei tappeti e nell’arredamento.
Sisal: Varietà di agave, origine Messico. Usato per imbottiture funi, amache, molto resistente.
Cocco: dalla noce di cocco , molto resistente usate per arredamento, utilizzato anche come
isolante termico.
Kapok: da un albero, i cui fiori ricoperti di peluria: bambagia, (come cotone) costituisce la fibra.
Potere galleggiante e leggero, fibre corte, usato per lo più per imbottiture. Fibra totalmente
biogogica.
FIBRE ANIMALI
Derivano dagli animali o dal bulbo pilifero che sta nell’epidermide ( vello= lana, pelo..) Fibre più
diffuse: lana di pecora, seta. Altamente coibenti ( mantengono il caldo) e igroscopiche
( assorbono l’umidità). Sono considerate termoisolanti, e molto traspiranti, dopo la piegatura o
tensione riprendono facilmente la forma iniziale: sono quindi elastiche. Bruciano con difficoltà e
senza fiamma si possono dire: ignifughe. Maturazione difficile ma se fatta correttamente hanno
buona durata.
PECORA
ORIGINE/PRODUZIONE
Già l’uomo primitivo ne faceva uso. Parte dall’Asia Misone fino al Mediterraneo. Ora allevata quasi
in tutto il Mondo, soprattutto in Australia. Esportatori: Australia, Nuova Zelanda ecc. Importatori:
Cina e Italia. Maggior produttore di trasformazione da lana a tessuto: Italia.
RAZZE
MERINO,( migliore, origine: penisola iberica. In Australia ambiente più adeguato, Elo fino molto
arricciato, uso abbigliamento.) INCROCIATE ( incroci tra merino e razze locali. Soprattutto
produzione di carne, fibre grossolane meno arricciata, utilizzo coperte e tappeti. .) E INDIGENE
( Molto diffuse, forniscono, latte carne e lana. Più importante è la Shetland, lana grossolana e
poco arricciata uso er materassi e edilizia. )
TOSATURA
Si effetti una volta l’anno in primavera e due volte nei paesi più caldi. Si ottiene: lana saltata:
dove l’animale viene lavato prima della tosatura; lana sucida: non ancora lavata; lana vergine: se
lana da animali vivi.
SELEZIONE VELLO
Parti più pregiate, parte che hanno meno deterioramento dopo la vita ell’animale: spalle, fianchi.
La lana tosata è infatti sempre sottoposta a cernita e suddivisa. Sottoposta a lavaggio e sgrassata
. Il lavaggio permette di togliere il grasso cutaneo. Poi la lana si asciuga con aria calda.
COMPOSIZIONE E STRUTTURA
La fibra è composta da squame, se la maturazione non è adeguata le fibre possono saldarsi tra
loro e creare infeltrimento.
CARATTERISTICHE
Morbidezza: età dell’animale: lane agnelline più morbide, e lane matricine, pecore con figli.
Lunghezza: fibre lunghe = filati pettinati, aspetto omogeneo e poco piling, Fibre più corte = filati
cardati , più pelose, mantengono più caldo.
Provenienza: più pregiata: lana vergine. Lana concia = animali morti; lana rigenerata = lana
riciclata di recupero.
TRATTAMENTI CHIMICI
Acido solforico: trattamento di recupero. Per ottenere lana rigenerata con effetto sbiancante.
Cloro e aceto: avviene sulle squame, la lana diventa brillante e meno soggetta a restringimento.
TRATTAMENTI MECCANICI
Garzatura: estrarre punta delle fibre dal filato di trama, maggiore morbidezza.
Bruciatura: eliminate le punte in eccesso del filato: si ottiene fresco-lana se la fiamma è a gas si
ottiene la gasatura.
CARATTERISTICHE CAPO
LANE SPECIALI
Cammello e dromedario: manto setoso, lungo e folto e ottopelo fine morbido e soffice. Persone
a primavere il pelo a fiocchi . Molto fini, leggeri e molto caldi i tessuti. Per mantelle e cappotti.
SETA
fibra naturale prodotta dalla secrezione del baco da seta che si nutre di fogli di gelso.
Origini antiche. Prima produzione in Cina. Dal V secolo diffusione nel mediterraneo. XIII secolo
Italia primo produttore europeo. 900 declino. Ora maggiori produttori Cina e India.
BACHICOLTURA
Allevamento industriale molto complesso richiede ampi spazi e cure attente. Durante l’inverno
stato di uova. A primavere inizia l’incubazione, poi per 30 giorni la larva matura e inizi a secernere
la bava. I Bachi vengono disposti su supporti per facilitare la creazione del bozzolo. Per 3-4 giorni
ptoduce i filo creando un guscio protettivo. Alcuni bozzoli saranno dedicati alla riproduzioni altri
alla produzione di seta. Questi verranno stufati in modo da uccidere l’animale. I bozzoli venono
poi sottoposti a cernita e poi a spellatura che li ripulisce dalla peluria esterna . Poi vengono
scopinatura, spazzolata che stritola le barelle e le arrotola su aspi. Dopo le bave vengono unite
tramite la travatura. Seta tratta. Seta che risulta ruvida e opaca così viene lavata. Se il lavaggio è
breve si ottiene seta cruda. Se il lavaggio e più intenso la seta è mezza cotta, se il lavaggio è
energico la seta è cotta. Il lavaggio riduce il peso per questo si carica con sali minerai che però
rende la seta rigida e fragile però da lucentezza.
Esistono sete di scarto tra cui : rifiuti di bozzoli, bozzoli bucati ecc. rifiuti di filatura, rifiuti da
operazioni successive.
il baco emette un filo lungo circa un chilometro, considerato fibra continua o semicontinua.
Composto da fibroina (proteina fibrosa) e sericina (collante tra le bavelle).
CARATTERISTICHE COMMERCIALI
Valore determinato da materia prima e trattamenti. Dalle sete tratte si ricavano sete più pregiat.
Anche dai cascami.
TRATTAMENTI
Acido solforico: ditrugge la seta e la fa increspare. Permette la realizzazione del crespo seta.
CAPI
PROBLEMATICHE LAVORAZIONE
Difficile lavorazione per l’alta scivolosità. Taglio e confezione difficili. Bisogna utilizzare filo
cucirino.
FIBRE MAN-MADE
Comparse per la prima volta nel 1884 e produzione invariata fino al 1930 con la comparsa del
nylon. Inizio crescita. Maggior produttore: Cina.
FIBRE CONTINUE
Si parte da polimeri solidi poi sciolti, il composto viene fatto passare per filiere dai cui fori
fuoriescono bave di fibra chimica. Poi fatti solidificare. Ci sono diversi tipi di filatura in base al
procedimento di scioglimento: filatura per fusione, solidificati con raffreddamento, filatura a
umido, separati tramite reazione chimica. Filatura a secco, solidificati tramite l’aria.
FIBRE DISCONTINUE
Il filamento continuo viene tagliato o strappato a fiocco, taglio che viene effettuato per creare
irregolarità simile ai filati naturali. MENO APPICICATICIO, ZERO PILING.
COMMERCIALIZZAZIONE E MARCHI
FIBRE ARTIFICIALI
Lavorazione di polimeri presenti in natura. Come cellulosa, caseina, acido alginico (alghe).
Vengono lavorati ma mantengono caratteristiche che li Fano assomigliare alle fibre naturali. Più
utilizzate fibre di cellulosa che imitano la seta.
Le fibre artificiali sembrano fresche e morbide, sono elastiche, sono igroscopiche e traspiranti.
Possono provocare reazioni allergiche. Bruciano facilmente.
VISCOSA
Ottenuta dalla pasta di legno, ideata per assomigliare alla seta, si avvicina più al cotone.
Presentata nel 900 all’esposizione universale a Parigi. I frammenti di legno vengono trattati, lavati
e raffinati e si ottengono cartoni di cellulosa, poi sbriciolati e lavorati con sostanze chimiche. Il
risultato è un impasto molto viscoso, spesso viene lavorata a fiocco per ottenere un risultato
simile al cotone.
Simile al cotone. Ha alta infiammabilità e lascia respirare la pelle. Drappeggiabilità alta, e alta
scivolosità
ACETATO
Si ottiene dalla cellulosa trattata cin acido acetico e anidride acetica. Impiegato spesso in
mischia.
Resistenza ridotta, è termoplastica, ideale per plissettate, bassa igroscopicità, assorbe poco
l’umido, senso di appicicaticio al tatto. Mantiene molto il caldo.
TRICETATO
Acetato ma don più acido acetico, è più sintetico che naturale, utilizzato nella cinematografia per
pellicole, ma anche per abbigliamento sportivo. Molto elastico e poco igroscopico, consente una
buona drappeggiablità, assorbe poco il sudore, poco traspirante e poco resistente.
CUPRO
Deriva dai peli più corti dei semi di cotone. Detta seta artificiale. Per la sua finezza. La cellulosa
raccolta viene sciolta in rame e ammoniaca e poi filtrata ed estrusa attraverso filiere. Il filo viene
trattato e asciugato e l’acqua depurata per un nuovo ciclo. Fibra morbida, resistenza alta, buona
elasticità e biodegradabile. Utilizzato per lo più per fodere
MODAL
Ottenuta dalla cellulosa del legno di faggio, cerca di imitare il cotone ma è più allungabile e ha
potere assorbente, rimane morbido anche dopo molti lavaggi senza restringimenti. Utilizzato per
intimo o biancheria da bagno.
LYOCELL
proviene dal pino o pioppo. Simile alla viscosa. Simile al cotone m più costoso. Utilizzato
nell’abbigliamento per abiti pantaloni e jeans. Resistenza alta al lavaggio. Mano fresca e morbida
adatto al drappeggio. Ha ottima resa in tintura. Ottima per la mischia con altre fibre.
Fibre proteiche: anche da animali o dalla caseina del latte o vegetale. Tra cui la fibra del mais
( polylactide)
FIBRE MINERALI
FIBRE SINTETICHE
CAPO
Fibre sintetiche sono molto isolanti termico. Bassa igroscopicità, e poco salutari, possono
provocare allergie. Le microfibre invece sono traspiranti e igeniche.
POLIESTERE
Tessuto diffusissimo. Soprattutto in Cina. Ottenuto dall’etilene (derivato del petrolio) e da bottiglie
di plastica. Fibra molto leggera, notevole resistenza alla stropicciatura e poco igroscopica.
Abbigliamento sportivo. Molto leggero, poca possibilità di allergie. Usato anche come imbottiture.
Resiste agli UV, utilizzato per tendaggi. Sottoposto a trattamenti per migliorarlo quali:
testurizzazione (più volume e elasticità) , decorticazione (più leggera, meno idrorepellente e più
drappeggiabile) , fosforo (riduce l’infiammabilità )
POLIAMMIDE O NYLON
Prima fibra sintetica . Si ottiene da petrolio e catrame. Termoplastico, molto leggero e resistente
allo strappo e all’usura. Brucia solo se a contatto con la fiamma.
ACRILICA
Creata nel 1948. Creata da acetilene o etilene 8derivati del petrolio). Differenti tipi di acrilica si
ricavano da diverse lavorazioni e trattamenti. Di solito gradevole al tatto, drappeggio facile volume
alto, potere coibente perfetto per l’inverno. Resistente allo stropicciamento e a agenti chimici.
Elevato allungamento di rottura e facile tintura. Anche se la fiamma è staccata fonde. Utilizzato
soprattutto in abbigliamento o maglieria in mischia con la lana.
POLIPROPILENICA
Deriva dal polipropilene. Prodotta principalmente i Europa, applicazione in settori tecnici, o igienici
sanitari. Completamente reciclabile. Leggerissima e capacità di galleggiamento. Molto elastica e
poco sgualcitile. Alta igiene. Aspetti negativi: sensibilità al calore e luce. Poca adesione di colle e
collanti. Combustione lenta .
ELASTAN
Fibra a base di poliuretani. Molto elastica, libertà di movimento, abbigliamento sportivo, molto
resistente e mantiene il calore corporeo. Maggiormente utilizzato in poca misura assieme a altre
fibre. In mischia.
ARAMIDE
Fibra poliammidica aromatica derivata dal petrolio e dal gas naturale. Alta resistenza all’urto e
all’impatto ad alta velocità. Ignifuga. Termoisolante. Abbastanza morbida al tatto. Utilizzo: caschi
per pompieri, giubbotti antiproiettile , tute, attrezzature ecc. Trattamenti possono ridurre
l’elettrostatica. Fibra antimacchia e idrorepellente.
i tessuti possono essere classificati per : tecnologia (navetta, maglia…) o come i fili
interagiscono.
Denominati per: fibra, filato, intreccio, stampa, nobilitazione, disegno, destinazione, peso,
stagione, sesso, luogo, oppure per termini classici (tipo di filato, luogo di produzione..). usati
soprattutto in industria di confezione o maglieria.
Ogni tessuto è inoltre denominato con codici numerici o nomi di fantasia. Usati soprattuto in
industria tessile.
Per le fibre sintetiche e artificiali si usa il nome classico aggiungendo effetto, o tipo.
Esiste una classificazione per aspetto composti da piccoli disegni soprattutto per intreccio (più
comuni: tela, saia) effetti minuti: rigati, scozzesi, traforati:a pelo, a coste, operati e jacquard,
leggeri, incespati, rustici, elasticizzati.
Cappello del prete: simile al tricorno (cappello di 7-800)fibra più utilizzata lana.
Grisaglia: diagonale a zig zag. Alternando fili chiari a scuri. Di solito con fili grigi. Ma ora anche
verdi, marroni..se creato con filo mulino o sbottonato si chiama sale e pepe.
Occhio di pernice: alterno ordito e trama con due fili chiari e due scuri. Principalmente per
abbigliamento maschile.
Oxford: per camiceria sportiva. Ordito colorato a due a due e trama bianca. Piccolissimi
quadretti.
Pied de poule: impronta di zampa di gallina, armatura batavia 4 ifli chiari alternati a 4 fili scuri
stordito e trama. Più grande è chiamato pied de coq ( gallo) più piccolo effetto stella.
TESSUTI RIGATI:
Gessato: rigjhe intermittenti, colore chiaro sbiadito su scuro. Come il gesso bianco sulla lavagna.
Materasso: righe verticali di varie dimensioni: di solito in crema e nocciola. Righe di ampio
rapporto generalmente.
Finestrato o over check: grandi quadri fatti da fighe sottili semplici o doppie.
Principe di Galles: grandi quadri che ne racchiudono di più piccoli. Che possono contenere
fantasie diverse tipo: pied de poule o fil a fil. Di solito bianco e nero.
TESSUTI TRAFORATI:
Devorè: ottenuto con stampa devorè. Si eliminano fili componenti del tessuto per creare la
fantasia.
Pizzo: leggero e trasparente di solito decorato con fiori. Ci sono diversi tipi di pizzo.
TESSUTI A PELO:
Velluto: imita la pelliccia degli animali. Vengono intessuti fili di base ordito o trama supplementare.
I fili durante la tessitura vengono tenuti sollevati e producono una specie di riccio che poi viene
tagliato. Il pelo deve essere ben serrato all’intrecio di fondo. Esiste: velluto riccio, venuto rasato
unito, velluto casellato, velluto ricamo, velluto imprimè, velluto èpinglè, velluto operato, a
coste, stampato. Il velluto ha solitamente effetti di luce dovuti alla spazzolatura. Se si spazzola
verso l’alto il velluto è più scuro e verso il basso più chiaro e opaco. Si nota di più il segno
dell’ususra.
Peluche: pelo molto lungo morbido e voluminoso. Di solito in maglia. Tecnica simile al velluto. Se
i peluche sono pi fitti e imitano il pelo animale chiamati pellicce sintetiche. Se il pelo è lasciato
gonfio : orsetto.
Agnellino: imita la pelliccia dell’agnello creato a pelo lungo raccolto in bioccoli. La base di solito è
a maglia.
Fustagno: solido e compatto con faccia vellutata ottenuta con cardatura. Esistono diversi tipi:
fustagno, scamosciato, mollettone. Alcantara fustagno in microfilma finto.
Flanella: tessuto da drapperie e laneria, superficie uniforme e trama poco visibile, pelo corto.
Cardatura da entrambe le facce. Diversi tipi: vigogna, foulè,flabotin, saxony.
Muflone: imita il pelo della pecora. In lana o mohair per cappotti. Pelo cardato e follatura.
Drap: tessuto in lana , contro liscio morbido setoso per ottenerlo si utilizzano nobilitazioni come:
garzatura cimatura spazzolata ecc verso obbligato.
Velour: Velluto ottenuto per cardatura. Peso medio o medio pesante impiegato er cappotti mano
morbida. Il pelo è fitto e corto ottenuto a cardatura su tessuto follato.
TESSUTI A COSTE:
Righe a coste più o meno in rilievo possono essere: diagonali, in trama o ordito.
Gabardine: tessuto serrato ad armatura saia o derivata. Effetto d’ordito a costine molto inclinate.
I filati devono essere ben ritorti. Quando è pesante è detto cover.
Denim: tessuto in cotone a struttura serrata d’ordito blu indaco e trame bianche leggermente
cardate. Più scuro al dritto e più chiaro al rovescio. Testo simile al denim p la tela Massaua.
Intreccio saia per tute da lavoro. Se è color caci chiamato tela africa.
Popeline: coste orizzontali leggerissime. Intreccio tela. Trame a itolo più rosso e ordito più fine.
Ottoman: Coste orizzontali leggermente distanziate. Fili sottili di ordito e fili grossi e gemelli di
trama.
OPERATI E JAQUARD
Damasco: origine cinese. seta tessuto ideale. Effetto bicolore. Se più colori damascato.
Lanciato: composto, operato a più colori, trama realizza il motivo. Sul rovescio rimane volnte.
TESSUTI LEGGERI:
Organza: leggero fitto e trasparente. Intrecci tela filati fini e ben ritorti.
Velo: molto leggero elegante e finissimo, mano orbita e cadente. Intreccio tela filati forti e molto
ritorti.
Base mossa. Effetto ottenuto : per intreccio, cardatura, agenti chimici, cuciture elastiche,
filati molto ritorti.
Crepe o crespi: intreccio crepe o nobilitazione con cilindri caldi o bagni chimici. Esistono diversi
tipi: crepe georgette, de chine, marocain, crepo, satin.
Picchè: motivo in rilievo dipende dalla forma viene chiamato anche millerighe o nido d’ape
TESSUTI RUSTICI:
Poco omogenei.
TESSUTI ELASTICIZZATI.
Elastan ecc.
Maglia in trama
Maglia in catena
Lavorano tanti fili quante sono le boccole seguendo un percorso a zig zag.
Tessuti compatto e resistente. Meno elastico. Non possono smagliarsi. Più che
altro utilizzato per i costumi da bagno. (MIssoni).
• Forme già sagomate dei vari pezzi del capo, solo maglia in trama , maggior valore, meno
scarti= maglia calata.
• Teli poi tagliati a forma , sia maglia in trama che in catena= maglia tagliata
• Capi integrali, completi che non necessitano cuciture, già confezionati in tessitura= maglia
integrale.
Inizialmente si usavano solo i ferri, poi macchie da maglieria manuali e poi digitali. Anche gli aghi
sono fondamentali e esistono di diversi tipi.
Aghi
Macchine e telai lavorano entrambi tramite gli aghi. : aghi a linguetta, a doppia linguetta, a becco,
aghi composti o a pistone. Gli aghi che accolgono le boccole sono posizionati tramite fresature
nell frontura o letto degli aghi. Fa da supporto. Si può avere nelle macchine una o più serie di
aghi. Una fila -> monofrontura. Due file -> Bifrontura. Si possono avere anche 3 o 4 file. Più file=
prodotto più complesso.
Macchine e telai
Ora esistono macchine rettilinee ibride che sono un mix tra le due.
Leggera e pesante è dettata dalla finezza. Più fine molti più aghi (intimo) . Meno densità di aghi,
prodotto più grosso = maglieria pesante.
Prima di realizzarlo c’è bisogno di progettazione, partendo dai filati. Bisogna tenere presente le
tendenze moda. Ideare il motivo e rappresentarlo graficamente. Ad esempio la rappresentazione
RGT Rap. Grafica Tremelloni. Poi si sceglie filato, le rocche da disporre nella roccatrice, si
procede con la paraffinatura.
Macchine rettilinee
Utilizzate già nel periodo dove esistevano solo le macchine manuali. Meno veloci ma consentono
produzioni versatili e con meno scarti. Si possono ottenere teli piani di tessuto ma anche parti di
capo già sagomate: maglia calata.
Queste macchine sono composte da: Basamento, Aghi e fronture, carro, impianto di
motorizzazione, guidfili, sistema di trazione del tessuto, unità di programmazione.
Con questa macchina si può creare maglieria che imita il pizzo o produrre un capo integrale.
Macchine circolari
Elementi principali: basamento, castello porta rocche, fronture, carro, guidafili, sistema di trazione
del tessuto, unità di programmazione.
Da queste macchine si ottiene prevalentemente un tessuto di forma tubolare che si utilizza per
indumenti senza cuciture sui fianchi. SI può ricavare anche una pezza aperta dove nella macchina
è già preimpostato uno scarto d’ago (un taglio), possibile anche grazie a un getto d’aria che
distende la pezza e separa i lembi senza farli arrotolare. Dopodiché si può anche tagliare la pezza
con le singole parti del capo. Questa operazione produce più scarto.
Inoltre si possono produrre anche dei teli che grazie al filo separatore che dopo la tessitura viene
sfilato, rende il processo molto veloce e con produzione elevata. Da li si parte con il sagomare le
varie part del capo.
Telai speciali
La maglia in trama può essere prodotta anche da telai speciali rettilinei come i telai Cotton
(monofrontura, molte teste, produce più teli o pezzi sagomati alla volta, però solo simmetrici,
telaio Di notevole dimensione). O circolari.
SI ottiene solo da telai rettilinei che possono realizzare prodotti differenti. I fili, getta sugli aghi
della frontura, formano una successione verticale di maglie che percorrono dritte o a zig zag.
Sono indemagliabili. Impossibile sagomare. Obbligo di lavorare le pezze come per i tessuti a
navetta.
• Telai in catena monofrontura: hanno aghi elastici, produzione elevatissima, solo intrecci
semplici.
• Telai Raschel: monofrontura o bifrontura. Aghi automatici a linguetta. Intrecci complessi simili
a pizzo. Produzione lenta e inferiore.
Finezza macchina
Ultimamente le macchine moderne ( finezza flessibile) possono utilizzare finezze diverse in una
sola macchina, utilizzando o tutti gli aghi o uno si e no no. Ago di scarto.
Il filato nella produzione di tessuti a maglia deve avere un titolo adeguato alla lavorazione che
subirà. Le indicazioni sono indicate nei capitolati (documenti) delle macchine.
Fittezza e corposi della magli sono elementi importanti. Si tratta di numero di ranghi e file in una
unità di misura. La finezza per un buon prodotto dev’essere costante, un tempo era un operazione
manuale.
Le macchine e i telai sono stati costruiti per riprodurre imitando le produzioni artigianali,
migliorando l’efficenza e aumentando la complessità.
-Maglia rasata o jersey: maglia liscia, con dritto e rovescio distinti.prodotta da macchine
monofrontura. Molto elastica, si smaglia facilmente. Prodotto in maglieria tagliata.
varianti: jersey doppio o incrociato. Può essere ottenuta anche dall’intreccio links-
links. Da effetto di increspatura.
-Maglia a coste: intreccio operato, presenti nei fondi o nel polsi delle maniche,
aderenza ed estensibilità elevata. Prodotta con macchine a due fronture e aghi
contrapposti. Di solito tra 1:1 e 3:3. Se le coste sono molto lontane tipo 8:1 o 8:2 si
chiama a coste piatte.
-Punto operato a trecce: maglia in trama operata con motivo a treccia. Molte varianti.
Per ottenerlo due parti di maglie dello stesso numero si scambiano di posizione
formando un’incrocio.
-Punto operato a traforo: Punto operato a traforo, per maglieria estiva. Si ottiene
edalllo spostamento delle maglie a destra e sinistra per cerare la parte vuota che da il
motivo.
• effetti di colore:
-Jaquard e fili flottanti: (o lanciati). Sul rovescio ci sono briglie volanti. Lavorazione
leggera.
-Jaquard e fil coupe: Variante del fili flottanti, dove i fili lanciati vengono tagliati
Jaquard e rovescio puntinato: Il rovescio in cui i fili sono inseriti nella tessitura.
Maglia più pesante e più elastica.
-Intarsio: Colori possono essere più di due. Presenza di diversi guidafili. Il flato che
costruisce l’opera lavora solo nello spazio del suo motivo.
-Vanisè: un solo guidafilo che porta due filati di colore e tensione divrsi. Uno si
posa sul dritto e uno sul rovescuio della maglia creano un doppio dritto.
intarsio
-Maglia con effetti multipli: effetti di colore multipli sommati a effetti di intreccio.
• effetti di imbottitura:
-Felpa: Tessuto composto dove il filo supplementare crea delle anse. Creato con due fili
diversi, uno sottili con cui si fa il fondo e il dritto e uno grosso meno ritorto per le anse sul
rovescio, legate in base a rapporti di inserzione. Esistono felpe doppie. Nello stesso rango inseriti
due fili. Felpa Pirenei, felpa dove le legature sono invisibili realizzata da : un filo per il fondo, uno
per l’effetto felpa e uno per la copertura.
-Pile: tessuto composto, realizzato da telai speciali. Creato da microbave di poliestere che
producono una dubbia spugna, poi lavorata. Trattato come tessuto a navetta: tagliato e
confezionato.
Ultime lavorazioni:
Prima di essere mandati a maglifici o impianti di nobilitazione i tessuti possono essere etichettati.
Nell’etichetta sono scritti i parametri distintivi del tessuto. Sono applicate con una pressa termica.
E L’incappucciatura. Dove la maglia viene avvolta dall’ultima parte del tessuto stesso per evitare
che si sporchi.
Tessuti a treccia
Caratterizzati dai fili di ordito, messi in diagonale. Molto elastico in trasversale. Per una treccia
sono necessari tre fili d’ordito intrecciati tramite un percorso a zig-zag. Possono essere prodotti in
piatto o tubolare.
Tessuti a rete
Intreccio di fili mistilinei, dove i fili d’ordito sono legati obliquamente tra loro da altri filati, creando
delle celle vuote. Prodotti da telai da maglieria in catena, telai Raschel.
Non tessuti
Feltri
Sono superfici tessili ottenute dalla coesione di veli di fibre. Si tende a sostituirli con tessuti
formati o tessuti senza fili.
Per i TNT si possono usare tutti i tipi di fibre. Il prodotto non si sfila ma si strappa facilmente. Per
dare colore viene eseguita la coloritura a tinta unita durante la fase di preparazione delle fibre.
Oppure tramite stampa.
IL TNT passa dalla produzione di veli di fibre che hanno caratteristiche diverse in base alla
lavorazione: veli di fibre parallele, perché cardate e rese parallele, veli di fibre incrociate, quando i
materassini sono disposti in modo ortogonale, oppure veli di fibre non orientate, i veli sono
posizionati a umido su particolari retini.
Per unire i veli ci sono diverse maniere: l’incoraggio, tramite resine, gelatine, schiume di lattine o
calore. La saldatura termica, la cucitura, tramite cucirini. La agugliatura, tramite impunture per
mezzo di aghi spinosi che ingarbugliano le fibre.
Altri TNT detti spunlancing sono ottenuti tramite getti d’acqua ad alta pressione.
Si usano soprattutto per rinforzi, volte cosparsi di resine che fanno aderire tramite al calore il TNT
al tessuto.
Unione di due tessuti, attraverso la tessitura o tramite collanti, schiume, termosaldature, lamine e
cuciture. Tessuti pregiati.
Esistono:
-Doubleface: Tessuti uniti in modo che abbiano due facce uguali e intercambiabili, può essere
ottenuto tessendo i due tessuti contemporaneamente e unendoli con un filato nascosto tra i due,
oppure tessendo i due tessuti creando un effetto negativo e positivo.
-Imbottito: Si ottiene unendo due o più strati di tessuto di cui uno è un velo di fibre. Tra i due
tessuti principali viene inserito uno strato di fibre. IL TUTTO unito tramite cuciture o punti di resine
termosolubili. Che creano motivi ornamentali.
-Scoppiato: due tessuti uniti da un elemento adesivo, a contato con l’acqua si scioglie e libera le
due parti.