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Appunti Volume 1

Il documento descrive le proprietà e la classificazione delle fibre tessili. Spiega le caratteristiche morfologiche, chimiche, fisico-meccaniche e fisiologiche delle fibre. Descrive anche i processi di filatura come la cardatura e la pettinatura.

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Il documento descrive le proprietà e la classificazione delle fibre tessili. Spiega le caratteristiche morfologiche, chimiche, fisico-meccaniche e fisiologiche delle fibre. Descrive anche i processi di filatura come la cardatura e la pettinatura.

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CLASSIFICAZIONE FIBRE

in piu’ ci sono le nuove fibre in mischia. economiche e riuniscono tutte le caratteristiche positive
delle altre fibre

PROPRIETA’:

MORFOLOGICHE: com’è fatta la fibra -> lunghezza (discontinue= più torsioni,


semicontinue=natuali, più lunghe piùpregiate, continue= chimiche) , finezza (micron, più fina più
pregiata, le chimiche hanno copiato= microfibre), colore e lucentezza (più chiaro più pregiato
maggiore risultato in tintura, lucentezza in base alla componente della fibra), mano ( morbida o
secca per sensazione tattile, mano calda o fredda per sensazione termica), densità e peso
specifico (in grammi), sezione e aspetto longitudinale

CHIMICHE: cosa succede alla fibra a contatto con sostanze chimiche -> resistenza ad agenti
chimici ( mantenere inalterate le caratteristiche originali)

FISICO-MECCANICHE: come si comporta la fibra se si applica forza-> igroscopicità e tasso di


ripresa ( capacità di assorbire l’umidità, fibre naturali migliori e più igieniche, tasso è la quantità
d’acqua che la fibra può assorbire da secca), capacità antistatica ( facoltà di dissipare
l’elettricità statica), tenacità o resistenza alla trazione ( test effettuati da umide e secche, da
secche la tenacità minore a parte per fibre naturali) allungamento a rottura (estendibilità prima
della rottura) elasticità ( capacità di riprendere la forma iniziale, mano ad esempio è
stropicciabilità, fibre naturali più stropicciabili.) resilienza ( capacità di riprendere l’aspetto
originale dopo pressione) infiammabilità ( velocità di propagare fiamme o di rimanere in fase di
combustione , animali più ignifughe) punto di fusione ( temperatura in cui da solido a stato
liquido) rammollimento ( quando da solido a liquido cominciano le fibre a rammollire) coibenza (
capacità di mantenere la terperatura corporea, isolante )

FISIOLOGICHE: come la fibra interagisce con il corpo e l’ambiente -> resistenza UV ( resistenza
all’esposizione dei raggi solari) resistenza alle intemperie ( mantenere intatte le caratteristiche)

MAGGIORE PRODUZIONE FIBRA MAN-MADE RISPETTO A UNA VOLTA, CINA ORA DOMINA
PER RODUZIONE DI FIBRE E TESSILI.

Sporcabilità ( si riferisce a macchie grasse) . Antimacchia (riferita a macchie magre, soluzione


acquosa) . Più sporcabile = corone e lana, meno sporcabile= poliestere e poliammide più
pulibile= poliammide e elastan, meno pulibile = lana ).

TORSIONE E TITOLAZIONE FILATI

TORSIONE E DETORSIONE

La torsione è il risultato della torcitura che è la base della filatura. È un movimento a spire.
Determinato da grado e senso di torsione. La Detorsione invece è il movimento opposto.
Utilizzata per individuare la struttura del filato.

Grado di torsione: quantità di spire o giri in una lunghezza indicata in giri al metro o giri al
pollice. La quantità di spire determina la lunghezza e ampiezza del filato. Poche spire= filato
gonfio e morbido, usato in genere nlle trame di tessuti a navetta e maglieria, più spire= filato più
fino, sottile, meno piling e resistente, usato come ordito.

Senso di torsione: S da destra verso sinistra, mano morbida e vaporosa e Z da sinistra verso
destra, mano secca e sostenuta.

Capo singolo o unico o torto semplice: due fibre ritorte.

Ritorto semplice: Due capi ritorti insieme con una sola detorsione che può essere: soffice,
media, forte o dura.

Ritorto composto: unione di più capi, almeno 3, almeno due detorsioni.

Filato accoppiato: due o più fili accostati senza torsione. Accostamento eseguito dalla macchina
binatrice.

FILATI LINEARI E FANTASIA

I filati lineari sono quelli lavorati semplicemente da torsione.

I filati fantasia hanno torsioni particolari e irregolari. Esistono fantasie da torsione e da colore.

FANTASIE DA TORSIONE

Formati da due o più fili ritorti immondo originale. Al ci interno si distingue


l’anima, cioè lo scheletro e i filati a effetto che si attorcigliano. Spesso si
aggiunge anche la legatura, che si attorciglia nuovamente per dare solidità.

FANTASIE DA COLORE

Presenza di diversi colori, si possono ottenere effetti : torcendo le fibre, torcendo filati…

TITOLAZIONE DEI FILATI

Il grado di sottigliezza è determinato da un sistema di misurazione convenzionale: il titolo. cioè: il


rapporto tra lunghezza e peso del filato. Ci sono diversi sistemi di titolazione anche era stat
introdotto nel 1980 il sistema internazionale tex. Esistono quindi oltre a questo sistemi di
titolazione diretti e indiretti.

Diretti: costante la lunghezza e si indica la variazione di peso. Alla crescita del titolo cresce la
grossezza del filato. Sono: Tex e Danari .

Indiretti: costante peso, varia lunghezza. Alla crescita del titolo cala la grossezza. Sono: Inglese
cotone (Ne) , Sistemi metrico (Nm) e chilogrammetrico (Nkgm).

TITOLAZIONE FILATI A PIU’ CAPI

Se i capi sono uguali secondo il sistema Tex, Inglese Cotone e Danari, il numero dei capi va
messo dopo il valore del titolo. Per Sistemi Metrico e chilogrammatico invece il numero dei capi
viene prima del titolo.

Se i capi sono diversi tutti esprimono il titolo compressivo con un valore risultante, senza indicare
il numero di capi.

FILATURA

Filatura processo da cui si ricava un filato, tramite la torcitura che avviene nei filatoi. Dopo
questa fase il filato viene definito semilavorato, perché non ancora conclusa la sua fase di
lavorazione. FILATURA = lavorazione di fibre discontinue. FILATURA IMPROPRIA= lavorazione
di fibre semicontinue o continue. Tutte le fibre sono dette semilavorate poi però si distinguono per
i procedimenti che seguono. Per esempio la seta fa un operazione di TRATTURA, unire più bave
tra loro per creare un filo. Mentre le fibre chimiche passano per la ESTRUSIONE. Queste
operazioni evitano al filato i passaggi di cardatura e pettinatura.

OPERAZIONI DI FILATURA: FIBRE DISCONTINUE

Le più corte solo cardatura le più lunghe cardatura e pettinatura.

CARDATURA: Le fibre passano nella cardatrice composta da rulli che aprono le fibre e le ordina,
il risultato è chiamato NASTRO DI CARDA.

PETTINATURA: Le fibre più lunghe passano prima in cardatura e poi in uno STIRATOIO dove
vengono stirate e allungate più volte. Le fibre vengono sempre di più PRALLELIZZATE.

Poi le fibre passano nella MACCHINA PETTINATRICE che elimina fibre corte e impurità, il
NASTRO REGOLARE PETTINATO viene poi diviso in due stoppini e arrotolato in un’unica
bobina.

Dopo la filatura i filati vengono classificati in base a composizione (puri o misti) o lavorazione di
filatura( cardati, pettinati, semipettinati)

FILATI COMPOSTI DALLA STSSA FIBRA = PURI

FILATI COMPOSTI DA PIU’ FIBRE = MISTI ( fibre unite prima della torsione = MISCHIA INTIMA,
oppure torcendo o accostando filati distinti.)

FILATI CARDATI: fibre orientate, morbide, calde, pelose e gonfie. PRODUZIONE DI PILING, E
RESISTENZA MINORE, rispetto ai pettinati. Utilizzati nella maglieria per creare tessuti a navetta
cardati

PETTINATI: fibre ben ritorte, orientamento preciso e lisce. Mano cambia in base alla torsione ma
n genere secca. Maggiore resistenza all’usura e al pilino. Costo elevato

SEMIPETTINATI: fibre di media lunghezza, filatura pettinata meno intensa.

LAVORAZIONI FILATO

ROCCATURA: trasferimento da fuso di filatura alla rocca dove viene avvolto a spire incrociate.
(ultima fase della filatura)

STRIBBIATURA: fase di eliminazione dei difetti del filato, eseguita da una macchina. Elimina il
difetto e unisce le due parti con lo splite= sovrapposizione delle estremità che vengono sfiorate e
torte leggermente generando piccoli ingrossamenti detti fiammature.

PARAFFINATURA: i filati da taglieria vengono cosparsi di cera paraffina che migliora la


scorrevolezza e facilita la lavorazione.

DIPANATURA: riporta il filato da matassa a rocca dopo la tintura.

ASPATURA: trasferimento del filato dalle rocche o bobine su aspi che creano matasse. Fase che
precede la tintura o fissaggio o nobilitazione.

ACCOPPIATURA E RITORCITURA: accoppiamento di due o più filati avvolgendoli in una rocca.


Fase che precede la ritorcitura. Fase che serve per una nuova ritorcitura. Serve per creare effetti
estetici o per migliorare caratteristiche.

FISSAGGI =rifiniture E NOBILITAZIONI = gasatura, vaporissaggio e condizionatura

GASATURA: eliminazione pelosità superficiali soprattutto per i pettinati, passaggio nella gastrite
nel momento di passaggio tra una rocca e un’altra. Praticamente vengono bruciate le pelurie in
eccesso.

VAPORISSAGGIO: Fissaggio della tensione, in modo che i filati non si arriccino. Il filato viene
inserito in autoclave e poi azionato il vapore.

CONDIZIONATURA: permette di riportare il materiale al livello di umidità previsto dalla legge,


eseguita sulle rocche e poi trasferite in una camera ventilata.

TESSUTI A NAVETTA

Dopo la filatura i filati vengono intrecciati attraverso la tessitura. Che avviene tramite tecnologie
diverse: a navetta, a maglia, a trecce, a rete.

Navetta: due o più serie di fili intrecciati tra loro ad angolo retto. Si possono dire filo ortogolani. I
filoni verticale sono l’ordito, mentre quei in orizzontale sono la trama. La trama determina la
larghezza detta altezza. Ordito fili con torsione elevata, trama fili di ogni genere.

CARATTERISTICHE:

Verso: come viene indossato. Lunghezza tessuto sull’altezza della persone e larghezza sulla
larghezza della persona. Determinato anche dal motivo decorativo. Esiste un verso indifferente
per stampe con figure tipo pois mentre verso obbligato per stampe con figure viventi con con un
loro verso.. stampa semiobbligata stampa tipo triangoli.

Cimose: estremità per proteggere il tessuto. Possono essere: basse, medie o alte. Se c’è una
scritta è detta parlata. Può essere: colore diverso, intreccio diverso, decorata, pulita sfrangiata,
termosaldata o a giro inglese. Tensione e spessore devono pero essere sempre uguali al tessuto.

Tensione: se la tensione è troppa basta effettuare dei tagli sulla cimosa. Se la tensione è minore
invece si dice sbandierante. Non ci sono rimedi.

Spessore: se la cimosa è troppo alta può causare slittamenti e seduta al suo interno.

ALTEZZA TESSUTO

Misura tra una cimosa e l’altra. Altezza semplice: minori di 100cm, altezza doppia se maggiore di
100cm. Altezza superiore 200-300 cm. I tessuti piegati in due con il dritto verso dentro sono
avvolti in tubi di cartone.

DRITTO E ROVESCIO

Dritto all’interno, aspetto più pulito, rovescio fili di trama in vista. Spesso viene messa un etichetta
sul dritto. Alcune volte dritto e rovescio sono quasi identici. Detto doppio dritto.

INTRECCI o ARMATURE

Esistono armature fondamentali: tela, saia e raso. Formati da una serie di orditi. Che intreccia
una sola serie di trame.

Più complessi intrecci composti da più di sue orditi di fili più fili di trama. (velluto, spugna…)

SCAMPIONATURA E RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Con la campionatura smonti il campione di tessuto poi rappresentata graficamente, prima a mano
ora con software digitali. I quadretti verticali indicano ordito in bianco e quelli in orizzontale la
trama in nero. Per contare si parte da in basso a sinistra.

MESSA IN CARTA

Quando due quadretti bianchi sono vicini formano un salto detto briglia. Che si possono fare sia
di trama che di ordito. Tesitura pesante si dice quando ci sono molti quadrati neri quindi molti
orditi da sollevare. Leggera invece maggioranza quadretti bianchi pochi fili di ordito da sollevare.

RAPPORTO D’ARMATURA

Unità minima per un motivo. Di solito indicata in rosso.

Il profilo di ordito o trama sono rappresentazioni della sezione del tessuto.

ARMATURE

Tela o taffetas: due orditi che formano una croce. Rapporto d’armatura è 2x2. Le due facce del
tessuto sono identiche. Tessuti piani, opachi e facili da cucire. Difficili da drappeggiare. Scarsa
vestibilità.

Derivate: create grazie a fili gemelli, due o più fili di trama. Sono : rep d’ordito, rep di trama e
panama.

Saia: quadretti neri consecutivi in diagonale a S o a Z. Inclinazione determinato dagli orditi.


Rapporto minimo 3x3,. Chiaro dritto e rovescio. Adatti al drappeggio. Tessuti morbidi e vestibilità
buona.

Derivate: batavia, levantina e spinapesce.

Raso: Molti quadretti neri, tessitura pesante . Rapporto minimo 5x5. L’andatura è diagonale non
susseguente tra cui c’è un punto di interruzione : diffalcamento. Tessuti molto scivolosi, altamente
estetici.

Derivate: raso a più scoccamene, tessuti rasati o con piccoli motivi.

Crepe: armatura derivata dalla rotazione a 90 gradi di un’altra armatura. Aspetto rugoso e Mosso
dalla mano secca.

Tessuti composti: prodotti con più di due ordini di fili. Tra cui: spugna velluto lanciato e fil coupè.

TESSUTI LISCI, OPERATI E JQUARD

Tessuti lisci: limitato numero di fili di ordito e trama. Armature di base o derivate. Se disegnare
minute e colore unico: operati ( nido d’ape) , se il disegno ampio e molti colori: jacquard.

STAMPA

Nobilitazione estetizzante derivata dalla tintura, si colorano solo parti specifiche. I colori che sono
una pasta densa, tramite un procedimento termico, di solito vaporissaggio, vengono applicati sul
tessuto tramite cilindri o quadrati . Poi il tessuto viene lavato e ammorbidito.

Pasta colorante: deve garantire omogeneità, stabilità, non sbavare, non allargarsi, densità
adeguata, facilità di applicazione. Si prepara inizialmente una pasta madre poi tagliate con altre
paste di soli ausiliari. L’aggiunta di pasta, di stampa, incide sul peso del tessuto e quindi sul
prodotto finale.

La pasta è composta da coloranti e ausiliairi come:

Addensante: per la consistenza

Incollante non permanente: incolla temporaneamente il tessuto per la stampa


Rigonfiante: aumenta la resa della pasta
disareante: limita l’aria nella pasta

Rapporto-stampa: spazio occupato dal disegno. Il disegno dev’essere messo a registro, nel
punto giusto. Fuori registro: sovrapposizione di stampa, spazi vuoti…

Più stampe usate singolarmente o insieme, su paste colori chiari si applica tutte le paste, mentre
su colori scuri bisogna corrodere:

Stampa diretta o ad applicazione: decorazione su tessuto bianco. Veloce e poco costosa. Dopo
la stampa che avviene un colore alla volta il tessuto viene asciugato, vaporissato, lavato e stirato.
Stampa a corrosione: Stampa ottenuta corrodendo il colore, si ottengono motivi ben delineati,
controllo difficile perché il risultato si vede solo alla fine del procedimento. Rischio di
deterioramento.
Stampa a riserva: Mix di stampa e tintura. Tesuto stampato con motivo che costituisce la riserva,
zona in cui poi la tintura non penetra. Come stencil. Riserva può essere chimica o fisica. Si tratta
paste impenetrabili. Poi la pasta viene tolta. Alternativa alla pasta a corrosione.

Altre stampe:

Stampa devorè: si degrada una delle fibre del tessuto per creare fantasie, si usa su tessuti misti.
Simile a stampa a corrosione. Pero il motivo è creato dal filato. Tessuto a navetta.
Stampa transfer: Trasportare un motivo su carta tramite il calore. Molto economica.
Stampa in ordito: applicazione di colore solo su fili di ordito. Decoro sfumato. L’ordito è stampato
in precedenza.
Stampa bloccata: Applicazione di fiocchi di fibre su colla. Risultato simile al velluto.
Stampa a lamine metalliche: stampa tramite pellicola metallica. Il tessuto dev’essere prima
comparso di colla a forma della stampa desiderata poi si applica la pellicola.
Stampa in quadricromia: Stampa che utilizza i colori primari più il nero per ottenere diverse
tonalità. L’occhio umano fonde i colori e crea gradazioni.
Stampa a pigmento: variante di stampa a applicazione. I coloranti sono costituiti da pigmenti.
Pigmenti sciolti tramite addensanti e leganti. Poco costo alta produzione. Resistenza bassa.

MACCHINE DA STAMPA

Stampe a mano: stampi di legno o metallo in rilievo cosparsi di colorante, vengono pressati sul
tessuto grazie al mazzuolo.

Stampa batik: stampa di origine orientale. Il tessuto viene immerso nel colore, la zona del
disegno viene cosparsa di cera. La tecnica comporta tempi lunghi e costosi. Speso viene
sostituita con stampa a corrosione.

Stampa a quadro o serigrafica: Applicazione sul tessuto tramite tanti telai (quadri) quanti sono i
colori del disegno. I telai sono formati da un’armatura a tela (burazzo) dove viene fatto passare il
colore. Il colore non deve mai essere sovrapposto. Tecnica molto costosa e lunga. Difficile
posizionare i quadri.

Stampa a cilindro cavo o rotativa: tessuto disteso con trama dritta si muove su un tappeto dove
dei cilindri stampatori depositano il motivo. Ogni cilindro ha un cilindro fornitore pieno di pasta di
stampa. Stampa veloce costo elevato.

I COLORANTI E I PROCESSI DI TINTURA

I miglioramenti effettuati al tessuto si chiamano nobilitazioni. Fatte da aziende specializzate.


Prima di esse avvengono pre-trattamenti tra cui: il lavaggio deciso (purga), candeggio,
mercerizzazione , bruciapelo. Pre-trattamenti fanno uso di ausiliari (prodotti chimici) . Tra i
principali ci sono i mordenzanti che facilitano nobilitazioni come tintura e stampa.

PURGA: lavaggio dalle impurità. Dev’essere effettuata bene se no crea mancanza di omogeneità.

TINTURA: nobilitazione più antica, si avvale del colore. Si può compiere la tintura durante diversi
stadi di lavorazione del tessile. Se tinto a fibra più pregiato se tinto a capo economico.

Bagno di colore: tintura avviene di solito in immersione di acqua e colore. Le tinture vengono
identificate tramite il bagno o cotte. Se mischiati bagni diversi viene fuori probabilmente un brutto
risultato.

Progettare la tintura: valutare composizione tessuto, colorante idoneo; quanto colore usare;
opportuni ausiliari; macchina corretta; presentare progetto di buona qualità prezzo; corretta
temperatura bagno; tempo di immersione, che pressione esercitare al tessuto durante bagno.
Perché la tintura sia buona bisogna valutare il capo, elementi economici e ambientali.

STATI DI LAVORAZIONE
Può essere tinto in:

fibra: tintura della fibra prima di essere filata. Molto costoso. Si tinge cosi solo per filati particolari
come mélange o bottonati.
balla: tintura di fibre imballate, meno precisa, all’interno della balla.

nastro: colorazione di fibre pettinate di lana avvolte su rocche perforate assomigliano a un nastro/
corda. Tintura più economica tra quelle in fibra. Evita la tintura di fibre scartate dopo la pettintura.

pasta: colorazione di fibre chimiche con pasta artificiale o sintetica. Fatta prima dell’estrusione.

filato: tinto il filo torto. Per tessuti rigati o quadrettati . Può essere tinto avvolto in racchette
perforate o in matasse ( più pregiata). Quando si vuole il filo di ordito diverso dal colore di trama si
chiama tintura in subbio.

pezza: economico. Dopo la tessitura.

capo: molto economico. Tintura a capo confezionato.

Incrociata o differenziale: tintura a stadi diversi per effetti particolari. La tintura incrociata da
luogo a tessuti cangianti.

COLORANTI

(esiste il cotone biologico tinto naturalmente. esistono coltivazioni in sudamerica. naturalmente il


cotone molte volte ha colori che variano dal rosa al marrone ecc. così il colore non può nemmeno
deteriorarsi perchè il colore proprio parte della fibra. e’ la fibra stessa. Questo tipo di cotone deve
nascere in ambienti adatti. mentre spesso noi piantiamo in posti non adatti utilizzando acqua
esportata da fiumi, laghi ecc.

esiste quindi cotone già tinto)

Elemento fondamentale: colore e coloranti che esistono naturali o sintetici.


I coloranti naturali sono ora sostituiti maggiormente da quelli sintetici.

Naturale non significa biologico per via dell’utilizzo di ausiliari per il trattamento dei coloranti.

Coloranti sintetici: introdotti nella seconda metà dell’800. Caratteristiche: costo minore,
permangono di più, più uniformi, colori non dipendono dalle stagioni.

NOBILITAZIONI

Oltre a tintura e stampa ci sono altre nobilitazioni per rendere migliore il tessuto. Per sceglierle
bisogna valutare: composizione chimico-fibrosa e ‘effetto desiderato. Nobilitazioni possono
essere effettuate in continuo (pezze unite insieme) o in discontinuo ( pezze singole). Così anche le
macchine.

CLASSIFICAZIONE:

Si suddividono in secco (ambiente asciutto, , garzatura, cintura, smerigliatura) e umido (tessuto


bagnato, ci sono a esaurimento cioè immersione e foulardaggio per impregnazione di poco
liquido) , fisici (oltre a quelle meccaniche ci sono quelle termiche grazie a aria, gas, vaporizzatura,
decatissaggioecc) e chimici (tramite ausiliari di diversa natura, enzimi resine)

SI POSSONO CLASSIFICARE ANCHE IN:

Permanenti: incidono sulla struttura dell fibra in modo permanente.

Durevoli: nel tempo perdono intensità

Semidurevoli: perdono trattamento dopo alcuni cicli di manutenzione.

Temporanei: perdono effetto dopo i primi cicli di manutenzione.

CLASSIFICAZIONE PER EFETTI PRODOTTI SUI TESSUTI:

Secondo l’obbiettivo funzionali o estetiche.

Estetiche

CANDEGGIO

Rendere bianco il tessile, indipendentemente dalla composizione fibrosa. I trattamenti sbiancanti


però indeboliscono le fibre, anche per questo è considerato trattamento permanente. Una volta
effettuato in modo naturale, candeggio al prato, mentre ora avviene tramite procedimenti a umido
con sostanze chimiche diverse per ogni fibra. Il tessuto è immerso in vasche a forma di J. Dove
avviene il processo.

CARBONISSAGGIO

Eseguita sui tessili di lana per eliminare impurità vegetale. Rende il tessile molto uniforme.
Utilizzato più sui tessuti cardati che hanno più impurità. Per il trattamento è necessario cado
solforico.

MERCERIZZAZIONE

Rende più lucide le fibre di cellulosa naturali e artificiali. Possono essere funzionali o estetici.
Tra cui: rigonfiamento e aumento spessore fibre; accorciamento fibre; più lucidità; resistenza
maggiore; stabilità dimensione tessile; mano sostenuta; buona reazione alla tintura; poco piling.

Trattamento durevole. Perde progressivamente brillantezza.

Eseguita a umido con sostanze chimiche. Filato o tessuto immerso in soluzione fredda con soda
caustica. Oppure con ammoniaca liquida.

CALANDRATURA

Pressatura che assottiglia il tessuto. Conferisce brillantezza, mano solida e ferma. Trattamento
fisico a secco. Estetico. Effetto temporaneo. Se la fibra è termoplastica può diventare
permanente. Trattamento meccanico tramite calandre, macchine composte da coppie di cilindri
dopo viene fatto passare il tessuto. I cilindri possono essere elastici o rigidi, riscaldati con vapore,
fluidi o elettricamente. Il tessuto passa tra essi pressato. Quando i cilindri girano a velocità diverse
invece il tessuto sarà frizionato. Si possono ottenere risultati diversi.

Particolare la calandratura a pillone. Per il lino l’intreccio iene schiacciato senza lasciare fori,
ottenendo una superficie lucida.

PRESSATURA A COSTINE

Forte pressione sul tessuto tramite un cilindro d’acciaio inciso con linee sottilissime. Si ottiene
una ottima riflessione della luce, lucentezza. Cardatura a costine. Trattamento secco, fisico,
estetico e semidurevole. Generalmente su tessuti economici.

LUCIDATURA

Applicabile a tutti i tessuti ma soprattutto su cotone. Aumenta lucentezza. Nobilitazione chimica e


fisica a umido. Funzione estetica, permanenza semidurevole. Prima si applica un collante
( sospensione di amido) poi levigata da cilindri di acciaio incisi con righe diagonali. Tessuto viene
passato all’interno. Alta temperatura e pressione.

INCRESPATURA

Conferisce rugosità e mano secca. Adatto alla seta e al resto delle fibre. Se alta termoplasticità
effetto permanente. Se no temporaneo a quel punto si prepara il testo con resine termoplastiche.
Il procedimento avviene sia con cilindri caldi sia con sostanze chimiche . Il tessuto viene fatto
contrarre ottenendo minirilievi.

Increspato anche senza nobilitazioni ma con filati molto ritorti.

GOFFATURA

Increspatura pronunciata. Uguale procedimento dell’increspatura ma per rilievi alti si utilizza


all’interno del tessile fibre di elastan arricciato in certi punti tramite calandre. Forma di particolare
goffatura è la stropicciatura.

MAREZZATURA o MARMORIZZAZIONE

Simile alle onde del mare. La luce si riflette in modo non omogeneo. Esaltato al meglio nella seta.
La durata del trattamento è breve se il tessuto non viene lavorato con sostanze chimiche. Avviene
tramite pressione e calore, attraverso cilindri: uno finemente solcato, il calore fissa i rilievi.

CERATURA, OLEATURA E GOMMATURA

Soprattutto su fibre naturali vegetali (cotone/ lino) trattamenti chimici, a secco, permanenza varia
rispetto al tessuto. La creatura in particolare copre l’intreccio di fondo . Si possono dire antenati
dei novi tessuti tecnici.

Nobilitazioni che rendono stabili dimensioni:

Usati soprattutto calore, sostanze chimiche e vapore.

CLORAGGIO

Su filati e tessuti di lana, quindi maglieria di intimo. Durante il lavaggio gli ipocloriti di calcio o di
sodio che intervengono sulle squame del filato facendole abbassare e rendendole immuni al
restringimento.

DECATISSAGGIO

A tutte le fibre di lana . Si stabilisce dimensione stabile a pienezza al tatto. Sia su prodotto secco
che bagnato. Effettuato tramite vapore sotto pressione. Grazie a autoclavi.

FOLLATURA

Per lana o misto lana, si ottiene infoltimento, il calore umido o lavaggio a sapone tramite
sfregamento creano in fine lane cotte.

LONDON

Stabilizza la dimensione dei tessuti di lana, si avvolge il tessuto in coperte bagnate di acqua
fredda, l’umidità viene assorbita e poi viene fatto asciugare lentamente.

RAMATURA

Stabilizzate le dimensioni del tessuto in altezza, larghezza e peso eseguita attraverso una
macchina la rameuse. Eseguita su tessuto secco o vaporizzato o poco bagnato

SANFORIZZAZINE

Per fibre vegetali a navetta e maglia. Agisce per ritiro sotto compressione. Si bagna il tessuto e si
irrora di vapore, poi appoggiato sopra un tessuto in lana che allentandosi pian piano trascinava e
accorciava tessuto che nel frattempo si stabilizzava. Ora si utilizza al posto della lana un nostro di
gomma che comprime e compatta il tessile. Poi si asciuga con calandre.

SUPERWASH

Permette di lavare lai in lavatrici. Prima si effettua coraggio e poi si applicano resine speciali. Poi
viene asciugato. Preferibile fare l’operazione sui filati per non dare effetto infeltrito.

TRUBESSINAGGIO

Si ottengono tessuti amano rigida e molto stabili per dimensioni. Non formeranno pieghe. Si
immergono i tessuti di cellulosa in bagni rapidi di acetone, spremuti e poi asciugati .

VAPORISSAGGIO

Più utilizzato. Può servire anche per ammorbidire la mano o opacizzare. Si impartisce il vapore al
tessuto tramite tubi forati in apposite camere.

Nobilitazioni che agiscono sul pelo:

Estrarre e lavorare il pelo dei tessuti per renderli più caldi, vellutati, morbidi e coprenti.

CARDATURA E GARZATURA

Conferiscono entrambi aspetto peloso e vellutato. differenza: la cardatura si utilizzano cardi


vegetali più adatta a lane pregiate, il cardo ha punte ricurve resistenti ed elastiche. Sempre meno
usata, nella garzatura punte metalliche per un pelo pieno molto folto, operazione fatta appunto
dalle macchine garzatrici dove grandi cilindri ricopre di rulli con punte metalliche alternate da un
senso e da un altro. Molte volte i tessuti prima dei trattamenti vengono trattati con follatura che li
rende più resistenti all’estrazione del pelo. Facile effetto piling.

Se vengono trattate felpe sportive si tratta di felpatura.

SPAZZOLATURA

Segue la cardatura, solleva e districa il pelo rendendolo parallelo grazie a spazzole.

CIMATURA

Segue garzatura e spazzolatura. Vengono tagliate le punte del pelo, rendendolo liscio. Si possono
ottenere disegni tagliando ad altezze diverse. Eseguito con la macchina cimatrice. Con eliche
rotanti.

PRESSATURA

Appiattimento del pelo. Prima della spazzolatura si ottiene un effetto di peli non orientati, dopo
direzionati.

ELETTRIZZAZIONE

Mantiene i peli sollevati grazie a resine e calore. Usata per pellicce sintetiche.

RATNATURA

Si aggroviglia il pelo creano pilling voluto. Grazie a rulli coperti di punte che ondulano sopra al
tessuto.

BRUCIAPELO

Elimina piccole pelurie della superficie del tessuto. Viene atta passare una fiammella sopra al
tessuto. Se è a gas: Gasatura. Si creano tessuti più lisci e lucenti ma meno caldi. Prima si
spazzola il pelo poi si brucia il pelo ( fresco lana o pettinato esempi)

SMERIGLIATURA

Sollevamento di pelo nel tessuti con peluria corta. Ottenendo un tessuto a mano pesca=
scamosciata. Simile alla buccia delle pesche. Rulli ricoperti di materiale abrasivo passano sopra il
tessuto in maniera libera.

Migliorie per il tessuto:

Eliminazione di difetti

ANTIMUFFA

Per fibre vegetali per evitare muffe. Si tratta il tessile con prodotti batteriosttici come i sali di
ammonio, oppure con prodotti a base di rame, stagno resine…

ANTITARME

Per tessuti di lana soggetti all’attacco dei lepidotteri, si impiegano i tessuti di sostanze chimiche.
Rimedio ecologico è la lavanda.

ANTIPIEGA

Soprattutto per testi cellulosi naturali e artificiali. Si tratta il tessuto con resine ureiche che
modificano la struttura interna della fibra. Diverse tipologie di trattamenti antipiega.

I tessuti sintetici non ne hanno bisogno. La lana si per essere lavati e stirati facilmente o per
mantenere le pieghe dei pantaloni.

PRESSATURA PERMANENTE

Imprimere alle fibre una memoria di forma. Stiro permanente. Plissettture ad esempio.

ANTISCORRIMENTO

Limita lo scorrere degli orditi sulle trame evita difetti di stramature. Soprattutto per lino e su
intrecci slegati e radi. Si immerge il tessuto in resine sintetiche e si asciuga sotto tensione, così da
far depositare le resine deipunti di incontro dei fili.

ANTISTATICO

Eliminare elettricità statica con sostanze chimiche. Si inserisce all’interno delle fibre chimiche
materiali conduttori come il carbonio, acciaio ecc, che rendono antistatico sui materiali. Nei
tessuti invece vengono usate sostanze chimiche facendo bagni al tessuto.

ANTIPILLING

Limita la formazione di pilling si usa coraggio o superwash tutte lavorazioni che abbassano e
cementificano la fibra.

Nobilitazioni di mano:

APPRETTATURA

Si conferisce mano sostenuta e liscia, si aumenta peso e grado di resistenza. Trattamento


temporaneo. Tramite sostante amidacee.

FIBRE NATURALI VEGETALI

Posso provenire da: seme (cotone) , fusto (lino, canapa, juta) , foglia (sisal), frutto (kapok) .. tutte
hanno un alta componente di CELLULOSA. Fibra vegetale più importante: cotone, uno, canapa.
Facilmente lavabili ma tendono a restringersi. Poca elasticità = stropicciabile.

Bruciano velocemente. Molto igieniche adatte alle stagioni calde. Produzione ecocompatibile,
poca energia per produrle e ridotto uso di agenti chimici.

COTONE

Fibra naturale ricavata dal Gossypium, è la più utilizzata ha origine orientale. Usato per la prima
volta in India, con Alessandro Magno ha raggiunto il mediterraneo. Introdotto in Europa grazie agli
arabi nel Medioevo. Era ritenuto tessuto di lusso. Diffusione più vasta durante la Riv.Industriale.
che abbasso i costi, e prodotto in grandi quantità. Dal XX sec. Ha perso importanza. Maggiore
uso fibre man-made. Maggiori produttori: Cina, India, Stati Uniti e Pakistan. Produzioni di qualità:
Pakistan, Caraibi , Egitto e Messico.

COLTIVAZIONE

Seminata l’inizio di primavera, 3 mesi dopo fiorisce. Dopo la fecondazione del fiore si crea una
capsula che possiede peluria= fibra cotone. Assomiglia a un tubo vuoto pieno di liquido
protoplasmatico. Il fiore poi appassisce e maturando forma strati di cellulosa che quando
saranno maturi si schiuderanno, facendo uscire la peluria= bambagia. Le fibre esposte all’aria si
seccano e si creano delle torsioni naturali. Ora viene raccolto.

Peluria ha riverse lunghezze: corte : linter usate per fibre artificiali, e lunghe : Lint usate per il filato
di cotone.

La fibra di cotone assomiglia a un nastro.

COTONE PER L’INDUSTRIA TESSILE

La raccolta del cotone può essere meccanica (riservata a cotoni a basso costo) o manuale. In
modo meccanico viene la defogliazione tramite sostanze chimiche. Metodo meno preciso della
raccolta a mano. Il cotone raccolto viene sgranato ( separa fibra da seme e impurità ) poi
pressatura (ridurre volume, detto cotone SODO).

COMPOSIZIONE CHIMICA E STRUTTURA COTONE

Costituito quasi interamente da cellulosa, il resto: acuì, grassi, proteine…ha lunghezza ridotta.
Riconducibile a FIBRA DISCONTINUA.

CARATTERISTICHE COMMERCIALI

Il valore è determinato da: grado di purezza, meno impurità migliore prodotto. Lunghezza, tiglio,
segue la classificazione standard. Corte, medie, lunghe, extralunghe. Finezza, cioè il diametro
della fibra in micron, più fina= più pregiata. Provenienza. Caraibi, Egitto più pregiato , India
scadente.

TRATTAMENTI CHIMICO-MECCANICI

Esistono più trattamenti per migliorare la fibra del cotone: soda caustica ( mercerizzazione, più
lucentezza e resistenza, si tinge meglio e stabilità di dimensione) , ammoniaca ( più resistenza e
lucentezza, meno elasticità, i tinge meglio), sanforizzazione ( acqua e vapore, stabilizza
dimenesioni ) acido solforico ( carbonissaggio, rigenera la lana).

CARATTERISTICHE

Alta infiammabilità: odore simile a carta bruciata, residui scarsi

Igene: assorbe il sudore e fa respirare la pelle.

Resistenza: molto resistente a temperature alte e detergenti, non provoca pilino.

Morbidezza e stropicciabilità: morbido ma poco elastico, molto stropicciabile. Poca vestibiliità

LAVORAZIONE

Difficile da drappeggiare. Igroscopicità, sensibile all’umidità, può intaccare la lavorazione.

LINO

Origine molto antica, proviene dal fusto del Linum. Prima coltivata nella mezzaluna fertile,
utilizzato anche dagli Egizi. Nel medioevo diffuso in Europa. Fibra di maggior utilizzo fino alla
Riv.Industriale e l’arrivo del cotone. Maggiori produttori: Cina e Francia.

COLTIVAZIONE

Si coltiva per la fibra e per i semi da cui si ricava olio. Per la fibra è meglio una pianta a stelo
lungo, per una fibra più lunga. La semina e il raccolto avvengono in 100 giorni. Per raccoglierle si
estirpano con una macchina .

INDUSTRIA TESSILE
Dopo l’estirpazione viene mercerizzato o al naturale, tramite intemperie o in acqua con sostanze
chimiche. Poi il lino viene atto essiccare e sottoposto maciullatura che separa le fibre. Le fibre
ottenute vengono strigliate e poi a pettinatura che elimina i frammenti legnosi. Alla fine si
ottengono fibre lunghe e pregiate.

COMPOSIZIONE CHIMICA

Quasi interamente da cellulosa più lignificata rispetto al cotone. Fibra discontinua .

CARATTERISTICHE COMMERCIALI

Lunhezza e colore: Più lunga e chiara più costosa.

Maturazione: Lino verde più giovane( fibre poco resistenti), giallo medio (fibre lunghe, resistenti e
morbide) lino bruno ( vecchio, facile che si spezzi.)

Finezza: Più sottile = più costoso. Lino giallo diviso in : lino fino, lino mezzano e Lino grosso.

Provenienza: Migliori: Belio, Francia e Russia.

TRATTAMENTI CHIMICO-MECCANICI E EFFETTI SUL PRODOTTO.

Simili al cotone eccetto per il candeggio, che rende meno rigido e consente la tintura, può
avvenire chimicamente o grazie al sole.

Candeggio chimico: bollire con una soluzione di calce, risciacquato con acido cloridrico e di
nuovo sciacquato con soda caustica. Questo schiarisce la fibra per la tintura.

Candeggio al prato: grazie al sole.

Soda caustica: tramite la mercerizzazione che aumenta la bellezza.

CARATTERISTICHE AL CAPO

Fresco, igienico e anallergico; Si presenta molto stropicciato, no confezione di capi stretti;


Favorisce il sonno, la poca aderenza permette alle lenzuola di lasciar passare più aria, aumenta il

rilassamento.

PROBLEMI DI LAVORAZIONE

Rigido, poco elastico, difficile da tessere, tende a spezzarsi, difficile la tintura.

CANAPA

Proviene dalla Cannabis sativa, usata per produrre anche carta, olio e medicinali. Breve ciclo
vegetativo max 120 giorni. Coltivata ovunque sia temperato/umido. Maggior produttori: Korea,
Cina e Russia. Raccolta meccanizzata. Stessi processi del lino.

COMPOSIZIONE CHIMICA E STRUTTURA

Fibre raggruppate o discontinue: unione di fibre lunghe pochi centimetri. Composta da


cellulosa, molto lignificata. Molti nodi e poco ritorta= molto rigida.

INDUSTRIA TESSILE

Filate come il lino oppure vengono ridotte di lunghezza, rese più fini e morbide, creando un
cafiocco. Fiocco di canapa.

CARATTERISTICHE

Alta traspirazione, molto assorbente (igroscopicità) , imputrescibile ( perno nel tempo) , molto
protettiva da UV e raggi infrarossi, ruvida e urticante.

ALTRE FIBRE
Juta: simile alla canapa cellulosa significata e sostanze tanniche (sostanze che proteggono da
parassiti), non si può schgiarire se no perde resistenza, utilizzata più per arredamento o accessori.
È riciclabile e 100% biodegradabile. Molto economica.

Ramiè: dalla pianta di Bohmeria, I rami vengono decorticati, simile al lino m più grossolano,
soggetta alla creazione di barba sulla superficie dopo il lavamano. Molto stropicciabile. Impiegata
nell’abbigliamento nei tappeti e nell’arredamento.

Sisal: Varietà di agave, origine Messico. Usato per imbottiture funi, amache, molto resistente.

Cocco: dalla noce di cocco , molto resistente usate per arredamento, utilizzato anche come
isolante termico.

Kapok: da un albero, i cui fiori ricoperti di peluria: bambagia, (come cotone) costituisce la fibra.
Potere galleggiante e leggero, fibre corte, usato per lo più per imbottiture. Fibra totalmente
biogogica.

FIBRE ANIMALI

Derivano dagli animali o dal bulbo pilifero che sta nell’epidermide ( vello= lana, pelo..) Fibre più
diffuse: lana di pecora, seta. Altamente coibenti ( mantengono il caldo) e igroscopiche
( assorbono l’umidità). Sono considerate termoisolanti, e molto traspiranti, dopo la piegatura o
tensione riprendono facilmente la forma iniziale: sono quindi elastiche. Bruciano con difficoltà e
senza fiamma si possono dire: ignifughe. Maturazione difficile ma se fatta correttamente hanno
buona durata.

PECORA

Principale fibra prodotta. SI ricava dal vello della pecora.

ORIGINE/PRODUZIONE

Già l’uomo primitivo ne faceva uso. Parte dall’Asia Misone fino al Mediterraneo. Ora allevata quasi
in tutto il Mondo, soprattutto in Australia. Esportatori: Australia, Nuova Zelanda ecc. Importatori:
Cina e Italia. Maggior produttore di trasformazione da lana a tessuto: Italia.

RAZZE

MERINO,( migliore, origine: penisola iberica. In Australia ambiente più adeguato, Elo fino molto
arricciato, uso abbigliamento.) INCROCIATE ( incroci tra merino e razze locali. Soprattutto
produzione di carne, fibre grossolane meno arricciata, utilizzo coperte e tappeti. .) E INDIGENE
( Molto diffuse, forniscono, latte carne e lana. Più importante è la Shetland, lana grossolana e
poco arricciata uso er materassi e edilizia. )

TOSATURA

Si effetti una volta l’anno in primavera e due volte nei paesi più caldi. Si ottiene: lana saltata:
dove l’animale viene lavato prima della tosatura; lana sucida: non ancora lavata; lana vergine: se
lana da animali vivi.

SELEZIONE VELLO

Parti più pregiate, parte che hanno meno deterioramento dopo la vita ell’animale: spalle, fianchi.
La lana tosata è infatti sempre sottoposta a cernita e suddivisa. Sottoposta a lavaggio e sgrassata
. Il lavaggio permette di togliere il grasso cutaneo. Poi la lana si asciuga con aria calda.

COMPOSIZIONE E STRUTTURA

Si tratta di fibre discontinue, lunghezza limitata, composizione prevalentemente proteica,


(cheratina e lanolina, che le conferisce il colore giallo.)

La qualità determina il prezzo. (razza, finezza, morbidezza, lunghezza, colore e provenienza)

La fibra è composta da squame, se la maturazione non è adeguata le fibre possono saldarsi tra
loro e creare infeltrimento.

CARATTERISTICHE

Finezza: in micron : extrafine, fine, intermedia, comune e ordinaria. La finezza determina la


flilabilità= quanto filo si può ottenere da una certa quantità di fibra.

Morbidezza: età dell’animale: lane agnelline più morbide, e lane matricine, pecore con figli.

Ondulazione: Più ondulata = più leggera, voluminosa e elastica. = PIU’ PREGIATA.

Lunghezza: fibre lunghe = filati pettinati, aspetto omogeneo e poco piling, Fibre più corte = filati
cardati , più pelose, mantengono più caldo.

Colore: Bianco più pregiato.

Provenienza: più pregiata: lana vergine. Lana concia = animali morti; lana rigenerata = lana
riciclata di recupero.

TRATTAMENTI CHIMICI

Acido solforico: trattamento di recupero. Per ottenere lana rigenerata con effetto sbiancante.

Cloro e aceto: avviene sulle squame, la lana diventa brillante e meno soggetta a restringimento.

Zirconio e titanio: Fibra diventa più ignifuga.

Coloranti: Si tinge bene

Soda caustica e potassa caustica: danneggia la lana

TRATTAMENTI MECCANICI

Follatura: Infeltrimento voluto, lane cotte o feltri

Garzatura: estrarre punta delle fibre dal filato di trama, maggiore morbidezza.

Bruciatura: eliminate le punte in eccesso del filato: si ottiene fresco-lana se la fiamma è a gas si
ottiene la gasatura.

Superwash: evita il restringimento durante il lavaggio.

Lintrak: Permette di mantenere pieghe permanenti.

CARATTERISTICHE CAPO

Ingualcibilità: grazie alle arricciature della fibra ch hanno funzione di molle.

Vestbilità e drappeggiabilità: all’indosso confortevoli grazie all’elasticità. Drappeggio facile.

Resistenza al fuoco: ignifuga

Idrorepellenza: grazie alla lanolina, la rende anche antimacchia.

Termoisolante e igroscopica: mantiene il calore ma fa traspirare. Assorbe il sudore. Può


provocare allergie. L’igroscopicità può però influire nei processi di stesura e taglio, l’assorbimento
dell’umidità può alterare le dimensioni della pezza.

LANE SPECIALI

Tutte di lunghezza corta, fibre discontinue.

Cammello e dromedario: manto setoso, lungo e folto e ottopelo fine morbido e soffice. Persone
a primavere il pelo a fiocchi . Molto fini, leggeri e molto caldi i tessuti. Per mantelle e cappotti.

Vigogna: vello ordinario e sottopalco morbido finissimo e leggerissimo. Pelo costosissimo.

alpaca: sottopalco superfine

Lama: pelo pregiato, lucido e morbido

Guanaco: soprattutto per pellicce.

Cashmere: più costoso, finissimo

mohair: pelo lungo fino , pregiato molto arricciato e resistente all’usura.

Cashgora: incrocio tea cashmere e mohair


yak: fibra fina per tessuti pregiati tipo cashemire
Angora: difficile tessitura, fine e morbidissimo.

SETA

fibra naturale prodotta dalla secrezione del baco da seta che si nutre di fogli di gelso.

Origini antiche. Prima produzione in Cina. Dal V secolo diffusione nel mediterraneo. XIII secolo
Italia primo produttore europeo. 900 declino. Ora maggiori produttori Cina e India.

BACHICOLTURA

Allevamento industriale molto complesso richiede ampi spazi e cure attente. Durante l’inverno
stato di uova. A primavere inizia l’incubazione, poi per 30 giorni la larva matura e inizi a secernere
la bava. I Bachi vengono disposti su supporti per facilitare la creazione del bozzolo. Per 3-4 giorni
ptoduce i filo creando un guscio protettivo. Alcuni bozzoli saranno dedicati alla riproduzioni altri
alla produzione di seta. Questi verranno stufati in modo da uccidere l’animale. I bozzoli venono
poi sottoposti a cernita e poi a spellatura che li ripulisce dalla peluria esterna . Poi vengono
scopinatura, spazzolata che stritola le barelle e le arrotola su aspi. Dopo le bave vengono unite
tramite la travatura. Seta tratta. Seta che risulta ruvida e opaca così viene lavata. Se il lavaggio è
breve si ottiene seta cruda. Se il lavaggio e più intenso la seta è mezza cotta, se il lavaggio è
energico la seta è cotta. Il lavaggio riduce il peso per questo si carica con sali minerai che però
rende la seta rigida e fragile però da lucentezza.

Esistono sete di scarto tra cui : rifiuti di bozzoli, bozzoli bucati ecc. rifiuti di filatura, rifiuti da
operazioni successive.

COMPOSIZIONE CHIMICA E STRUTTURA

il baco emette un filo lungo circa un chilometro, considerato fibra continua o semicontinua.
Composto da fibroina (proteina fibrosa) e sericina (collante tra le bavelle).

CARATTERISTICHE COMMERCIALI

Valore determinato da materia prima e trattamenti. Dalle sete tratte si ricavano sete più pregiat.
Anche dai cascami.

Fattori che determinano il valore sono finezza, colore uniformità di tinta.

TRATTAMENTI

Acido solforico: ditrugge la seta e la fa increspare. Permette la realizzazione del crespo seta.

Acido acetico: favorisce la tintura. Conferisce il fruscio.

Acido solforoso, acqua ossigenata e aceto bianco: sbiancante

Prodotti basici: se lavaggi frequenti perde mano morbidezza e lucentezza

colorant: adatta alla tintura.


sudore, deodoranti, profumi: danneggiano i colori.

CAPI

Drappeggiabiàita e gualcibilità: drappeggio super. Alta gualcibilità, ma con il tempo le pieghe


spariscono spontaneamente. Ottima vestibilità.
Leggerezza e termoisolante: mantiene il calore, adatta a tutte le stagioni.
Resistenza al fuoco e trazione: ignifuga molto resistente alla trazione
Assorbimento e traspirazione: assorbe bene il sudore e lasca respirare la pelle
Scivolosita e anti-macchia: molto scivolosa e non trattiene lo sporco.

PROBLEMATICHE LAVORAZIONE

Difficile lavorazione per l’alta scivolosità. Taglio e confezione difficili. Bisogna utilizzare filo
cucirino.

FIBRE MAN-MADE

Fibre realizzate dall’uomo. Si distinguono in artificiali (partono da materie prime naturali) o


sintetiche (sintesi chimica). Posso essere prodotte in forma continua o discontinua.

Comparse per la prima volta nel 1884 e produzione invariata fino al 1930 con la comparsa del
nylon. Inizio crescita. Maggior produttore: Cina.

FIBRE CONTINUE

Si parte da polimeri solidi poi sciolti, il composto viene fatto passare per filiere dai cui fori
fuoriescono bave di fibra chimica. Poi fatti solidificare. Ci sono diversi tipi di filatura in base al
procedimento di scioglimento: filatura per fusione, solidificati con raffreddamento, filatura a
umido, separati tramite reazione chimica. Filatura a secco, solidificati tramite l’aria.

Ogni tipo di solidificazione si chiama filatura primaria.

FIBRE DISCONTINUE

Il filamento continuo viene tagliato o strappato a fiocco, taglio che viene effettuato per creare
irregolarità simile ai filati naturali. MENO APPICICATICIO, ZERO PILING.

COMMERCIALIZZAZIONE E MARCHI

Determinante per la qualità è la finezza. Si predilige infatti la produzione di microfibre.

FIBRE ARTIFICIALI

Lavorazione di polimeri presenti in natura. Come cellulosa, caseina, acido alginico (alghe).
Vengono lavorati ma mantengono caratteristiche che li Fano assomigliare alle fibre naturali. Più
utilizzate fibre di cellulosa che imitano la seta.

Le fibre artificiali sembrano fresche e morbide, sono elastiche, sono igroscopiche e traspiranti.
Possono provocare reazioni allergiche. Bruciano facilmente.

VISCOSA

Ottenuta dalla pasta di legno, ideata per assomigliare alla seta, si avvicina più al cotone.
Presentata nel 900 all’esposizione universale a Parigi. I frammenti di legno vengono trattati, lavati
e raffinati e si ottengono cartoni di cellulosa, poi sbriciolati e lavorati con sostanze chimiche. Il
risultato è un impasto molto viscoso, spesso viene lavorata a fiocco per ottenere un risultato
simile al cotone.

Simile al cotone. Ha alta infiammabilità e lascia respirare la pelle. Drappeggiabilità alta, e alta
scivolosità

ACETATO

Si ottiene dalla cellulosa trattata cin acido acetico e anidride acetica. Impiegato spesso in
mischia.

Resistenza ridotta, è termoplastica, ideale per plissettate, bassa igroscopicità, assorbe poco
l’umido, senso di appicicaticio al tatto. Mantiene molto il caldo.

TRICETATO

Acetato ma don più acido acetico, è più sintetico che naturale, utilizzato nella cinematografia per
pellicole, ma anche per abbigliamento sportivo. Molto elastico e poco igroscopico, consente una
buona drappeggiablità, assorbe poco il sudore, poco traspirante e poco resistente.

CUPRO

Deriva dai peli più corti dei semi di cotone. Detta seta artificiale. Per la sua finezza. La cellulosa
raccolta viene sciolta in rame e ammoniaca e poi filtrata ed estrusa attraverso filiere. Il filo viene
trattato e asciugato e l’acqua depurata per un nuovo ciclo. Fibra morbida, resistenza alta, buona
elasticità e biodegradabile. Utilizzato per lo più per fodere

MODAL

Ottenuta dalla cellulosa del legno di faggio, cerca di imitare il cotone ma è più allungabile e ha
potere assorbente, rimane morbido anche dopo molti lavaggi senza restringimenti. Utilizzato per
intimo o biancheria da bagno.

LYOCELL

proviene dal pino o pioppo. Simile alla viscosa. Simile al cotone m più costoso. Utilizzato
nell’abbigliamento per abiti pantaloni e jeans. Resistenza alta al lavaggio. Mano fresca e morbida
adatto al drappeggio. Ha ottima resa in tintura. Ottima per la mischia con altre fibre.

FIBRE ARTIFICIALI MINORI

Fibre proteiche: anche da animali o dalla caseina del latte o vegetale. Tra cui la fibra del mais
( polylactide)

Lanital o Merinova: dal latte vaccino.

Fibre alginiche: alghe

Fibre poliisopreniche o fibre di gomma.

FIBRE MINERALI

Sono sempre in mischia perché da sole hanno bisogno di molti


trattamenti. Maggior utilizzo per l’edilizia o la nautica.

Fibra di vetro: elevata resistenza e potere isolante si lava facilmente e


si asciuga in fretta. Usata soprattutto per scopi industriali.

Fibra di ceramica: costruita di silicati di alluminio, resiste a alte


temperature. Impiego industria.
Fibra di carbonio: nasce dalla sostanza inorganica della pece=
petrolio. Leggera forte, elastica, flessibile, resiste al calore e a agenti
chimici. Industria areonautica.

FIBRE SINTETICHE

Fibre man-made ottenute da elementi chimici: petrolio carbone o bar


naturali. Nylon primo 1935. Poi nato il poliestere. Più conosciute sono:
poliestere, poliammide (nylon) polipropileni, elastan e aramide.

CAPO

Fibre sintetiche sono molto isolanti termico. Bassa igroscopicità, e poco salutari, possono
provocare allergie. Le microfibre invece sono traspiranti e igeniche.

Eccellente resistenza, alta elasticità, e impermeabilità. Adatte all’abbigliamento sportivo. Al


bruciore fondono. Difficili da lavorare per la scivolosità.

POLIESTERE

Tessuto diffusissimo. Soprattutto in Cina. Ottenuto dall’etilene (derivato del petrolio) e da bottiglie
di plastica. Fibra molto leggera, notevole resistenza alla stropicciatura e poco igroscopica.
Abbigliamento sportivo. Molto leggero, poca possibilità di allergie. Usato anche come imbottiture.
Resiste agli UV, utilizzato per tendaggi. Sottoposto a trattamenti per migliorarlo quali:
testurizzazione (più volume e elasticità) , decorticazione (più leggera, meno idrorepellente e più
drappeggiabile) , fosforo (riduce l’infiammabilità )

POLIAMMIDE O NYLON
Prima fibra sintetica . Si ottiene da petrolio e catrame. Termoplastico, molto leggero e resistente
allo strappo e all’usura. Brucia solo se a contatto con la fiamma.

ACRILICA

Creata nel 1948. Creata da acetilene o etilene 8derivati del petrolio). Differenti tipi di acrilica si
ricavano da diverse lavorazioni e trattamenti. Di solito gradevole al tatto, drappeggio facile volume
alto, potere coibente perfetto per l’inverno. Resistente allo stropicciamento e a agenti chimici.
Elevato allungamento di rottura e facile tintura. Anche se la fiamma è staccata fonde. Utilizzato
soprattutto in abbigliamento o maglieria in mischia con la lana.

POLIPROPILENICA

Deriva dal polipropilene. Prodotta principalmente i Europa, applicazione in settori tecnici, o igienici
sanitari. Completamente reciclabile. Leggerissima e capacità di galleggiamento. Molto elastica e
poco sgualcitile. Alta igiene. Aspetti negativi: sensibilità al calore e luce. Poca adesione di colle e
collanti. Combustione lenta .

ELASTAN

Fibra a base di poliuretani. Molto elastica, libertà di movimento, abbigliamento sportivo, molto
resistente e mantiene il calore corporeo. Maggiormente utilizzato in poca misura assieme a altre
fibre. In mischia.

ARAMIDE

Fibra poliammidica aromatica derivata dal petrolio e dal gas naturale. Alta resistenza all’urto e
all’impatto ad alta velocità. Ignifuga. Termoisolante. Abbastanza morbida al tatto. Utilizzo: caschi
per pompieri, giubbotti antiproiettile , tute, attrezzature ecc. Trattamenti possono ridurre
l’elettrostatica. Fibra antimacchia e idrorepellente.

CLASSIFICAZIONE E DENNOMINAZIONE TESSUTI

i tessuti possono essere classificati per : tecnologia (navetta, maglia…) o come i fili
interagiscono.
Denominati per: fibra, filato, intreccio, stampa, nobilitazione, disegno, destinazione, peso,
stagione, sesso, luogo, oppure per termini classici (tipo di filato, luogo di produzione..). usati
soprattutto in industria di confezione o maglieria.

Ogni tessuto è inoltre denominato con codici numerici o nomi di fantasia. Usati soprattuto in
industria tessile.

Per le fibre sintetiche e artificiali si usa il nome classico aggiungendo effetto, o tipo.

Esiste una classificazione per aspetto composti da piccoli disegni soprattutto per intreccio (più
comuni: tela, saia) effetti minuti: rigati, scozzesi, traforati:a pelo, a coste, operati e jacquard,
leggeri, incespati, rustici, elasticizzati.

TESSUTI CON EFFETTI MINUTI:

Brillantina: disegni brillanti. Intreccio di tela e popeline.

Cappello del prete: simile al tricorno (cappello di 7-800)fibra più utilizzata lana.

Fil a fil: alternanza uno a uno di fili

Grisaglia: diagonale a zig zag. Alternando fili chiari a scuri. Di solito con fili grigi. Ma ora anche
verdi, marroni..se creato con filo mulino o sbottonato si chiama sale e pepe.

Occhio di pernice: alterno ordito e trama con due fili chiari e due scuri. Principalmente per
abbigliamento maschile.

Oxford: per camiceria sportiva. Ordito colorato a due a due e trama bianca. Piccolissimi
quadretti.

Pied de poule: impronta di zampa di gallina, armatura batavia 4 ifli chiari alternati a 4 fili scuri
stordito e trama. Più grande è chiamato pied de coq ( gallo) più piccolo effetto stella.

TESSUTI RIGATI:

Bandiera: rigature verticali o orizzontali multicolori o di diverse dimensioni.

Barrè: righe orizzontali

Bastoncino: righe di diverso colore e dimensione

Gessato: rigjhe intermittenti, colore chiaro sbiadito su scuro. Come il gesso bianco sulla lavagna.

Materasso: righe verticali di varie dimensioni: di solito in crema e nocciola. Righe di ampio
rapporto generalmente.

Millerighe: fitta rigatura verticale

Pigiama: di solito ctone, righe larghe e pochi colori

Seersucker: righe arricciate

Scozzesi: righe che formano quasi ad intrecci.

Damier: quadri pieni e vuoti alternati. scacco.

Finestrato o over check: grandi quadri fatti da fighe sottili semplici o doppie.

Losanghe: tessuto a rombi tipico della maglieria fine.

Patchwork: cucitura di tanti quadrati di stoffe diverse

Principe di Galles: grandi quadri che ne racchiudono di più piccoli. Che possono contenere
fantasie diverse tipo: pied de poule o fil a fil. Di solito bianco e nero.

Quadretti: piccoli quadri fatti da righe

Tovagliato: disegno che ricorda le tovaglie

Vichy: quadretti colorati.

TESSUTI TRAFORATI:

Devorè: ottenuto con stampa devorè. Si eliminano fili componenti del tessuto per creare la
fantasia.

Filet: pizzo riempiendo i fori della rete creando un motivo decorativo.

Garza: intreccio effetto garza

Pizzo: leggero e trasparente di solito decorato con fiori. Ci sono diversi tipi di pizzo.

Sangallo: ricamo traforato. Di solito fiore intagliato.

Tulle: mini rete esagonale

TESSUTI A PELO:

Ottenuti o per inserimento e taglio successivo di fili supplementari o per cardatura.

Velluto: imita la pelliccia degli animali. Vengono intessuti fili di base ordito o trama supplementare.
I fili durante la tessitura vengono tenuti sollevati e producono una specie di riccio che poi viene
tagliato. Il pelo deve essere ben serrato all’intrecio di fondo. Esiste: velluto riccio, venuto rasato
unito, velluto casellato, velluto ricamo, velluto imprimè, velluto èpinglè, velluto operato, a
coste, stampato. Il velluto ha solitamente effetti di luce dovuti alla spazzolatura. Se si spazzola
verso l’alto il velluto è più scuro e verso il basso più chiaro e opaco. Si nota di più il segno
dell’ususra.

Peluche: pelo molto lungo morbido e voluminoso. Di solito in maglia. Tecnica simile al velluto. Se
i peluche sono pi fitti e imitano il pelo animale chiamati pellicce sintetiche. Se il pelo è lasciato
gonfio : orsetto.
Agnellino: imita la pelliccia dell’agnello creato a pelo lungo raccolto in bioccoli. La base di solito è
a maglia.

Fustagno: solido e compatto con faccia vellutata ottenuta con cardatura. Esistono diversi tipi:
fustagno, scamosciato, mollettone. Alcantara fustagno in microfilma finto.

Flanella: tessuto da drapperie e laneria, superficie uniforme e trama poco visibile, pelo corto.
Cardatura da entrambe le facce. Diversi tipi: vigogna, foulè,flabotin, saxony.
Muflone: imita il pelo della pecora. In lana o mohair per cappotti. Pelo cardato e follatura.

Drap: tessuto in lana , contro liscio morbido setoso per ottenerlo si utilizzano nobilitazioni come:
garzatura cimatura spazzolata ecc verso obbligato.

Loden: tessuto per cappotti in lana cosparso di peli più chiari.

Velour: Velluto ottenuto per cardatura. Peso medio o medio pesante impiegato er cappotti mano
morbida. Il pelo è fitto e corto ottenuto a cardatura su tessuto follato.

Casentino: lana o misto lana. Pelo raccolto a grumiaspetto rustico.

Penatto: aspetto uniforme. Il tessuto viene infeltrito garzato e lucidato.

TESSUTI A COSTE:

Righe a coste più o meno in rilievo possono essere: diagonali, in trama o ordito.

Saia diagonale: tutti i tessuti a coste diagonali.

Gabardine: tessuto serrato ad armatura saia o derivata. Effetto d’ordito a costine molto inclinate.
I filati devono essere ben ritorti. Quando è pesante è detto cover.

Tricotina: diagonali piuttosto dritte. Se inclinazione meno accennata si dice cavallery.

Denim: tessuto in cotone a struttura serrata d’ordito blu indaco e trame bianche leggermente
cardate. Più scuro al dritto e più chiaro al rovescio. Testo simile al denim p la tela Massaua.
Intreccio saia per tute da lavoro. Se è color caci chiamato tela africa.

Popeline: coste orizzontali leggerissime. Intreccio tela. Trame a itolo più rosso e ordito più fine.

Gros: derivato da tela. Trame cordonate

Faille: costine orizzontali susseguenti. Derivato della tela.

Ottoman: Coste orizzontali leggermente distanziate. Fili sottili di ordito e fili grossi e gemelli di
trama.

Bedford: Coste verticali imita il velluto a coste.

OPERATI E JAQUARD

Intreccio. Motivo piccolo operati se motivo grande jacquard.

Damasco: origine cinese. seta tessuto ideale. Effetto bicolore. Se più colori damascato.

Broccato: damasco ma con motivo in rilievo.

Matelassè: jacquard con motivi che imbottiti.

Lanciato: composto, operato a più colori, trama realizza il motivo. Sul rovescio rimane volnte.

Fil coupé: tessuto composto da più trame. Fili lanciati tagliati.

Arazzo: riproduce a telaio scene e dipinti.

TESSUTI LEGGERI:

Non supera i 100 grammi al m quadro.

Organza: leggero fitto e trasparente. Intrecci tela filati fini e ben ritorti.

Velo: molto leggero elegante e finissimo, mano orbita e cadente. Intreccio tela filati forti e molto
ritorti.

Batista: serrato e leggero semitrasparente. In lino o cotone

Mussola: cotone lana o seta.. morbido, rada leggero quasi trasparente.

TESSUTI INCRESPATI O IN RILIEVO

Base mossa. Effetto ottenuto : per intreccio, cardatura, agenti chimici, cuciture elastiche,
filati molto ritorti.

Crepe o crespi: intreccio crepe o nobilitazione con cilindri caldi o bagni chimici. Esistono diversi
tipi: crepe georgette, de chine, marocain, crepo, satin.

Goffrato: motivo molto a rilievo. Effetto stropicciato.

Picchè: motivo in rilievo dipende dalla forma viene chiamato anche millerighe o nido d’ape

TESSUTI RUSTICI:

Poco omogenei.

Brunette: lavorazione di cascami di seta. Filo grossolano aspetto opaco e impurità

Tweed: aspetto rustico, fibre multicolori.

TESSUTI ELASTICIZZATI.

Elastan ecc.

TESSUTI A MAGLIA E LA LORO REALIZZAZIONE

Caratteristiche dei tessuti a maglia

Tessuto a maglia è composto da evoluzioni


curvilinee di un unico filo che compie movimenti
orizzontali e verticali, formando boccole concatenate
tra loro. Prodotto elastico e ottima vestibilità. Le
boccole orizzontali formano i ranghi e quale verticali
file o colonne.

Tessuto molto elastico e può causare problemi nelle


successive lavorazioni. Diversi tipi di lavorazione:

Maglia in trama

Unico filo che si muove sinuosamente in orizzontale creando boccole. Le une


concatenate alle altre. Elasticità alta ma rischio di smagliatura. Più comune e più
pregiata.

Maglia in catena

Lavorano tanti fili quante sono le boccole seguendo un percorso a zig zag.

Tessuti compatto e resistente. Meno elastico. Non possono smagliarsi. Più che
altro utilizzato per i costumi da bagno. (MIssoni).

Maglia calata, tagliata e integrale

• Forme già sagomate dei vari pezzi del capo, solo maglia in trama , maggior valore, meno
scarti= maglia calata.

• Teli poi tagliati a forma , sia maglia in trama che in catena= maglia tagliata

• Capi integrali, completi che non necessitano cuciture, già confezionati in tessitura= maglia
integrale.

Dai ferri alle macchine da maglieria

Inizialmente si usavano solo i ferri, poi macchie da maglieria manuali e poi digitali. Anche gli aghi
sono fondamentali e esistono di diversi tipi.

Aghi

Macchine e telai lavorano entrambi tramite gli aghi. : aghi a linguetta, a doppia linguetta, a becco,
aghi composti o a pistone. Gli aghi che accolgono le boccole sono posizionati tramite fresature
nell frontura o letto degli aghi. Fa da supporto. Si può avere nelle macchine una o più serie di
aghi. Una fila -> monofrontura. Due file -> Bifrontura. Si possono avere anche 3 o 4 file. Più file=
prodotto più complesso.

Macchine e telai

Macchine: ogni ago lavora singolarmente uno dopo l’altro in sequenza

Telaio: gli aghi lavorano contemporaneamente.

Ora esistono macchine rettilinee ibride che sono un mix tra le due.

Maglieria leggera e pesante

Leggera e pesante è dettata dalla finezza. Più fine molti più aghi (intimo) . Meno densità di aghi,
prodotto più grosso = maglieria pesante.

Progettazione e preparazione alla tessitura

Prima di realizzarlo c’è bisogno di progettazione, partendo dai filati. Bisogna tenere presente le
tendenze moda. Ideare il motivo e rappresentarlo graficamente. Ad esempio la rappresentazione
RGT Rap. Grafica Tremelloni. Poi si sceglie filato, le rocche da disporre nella roccatrice, si
procede con la paraffinatura.

Produrre maglieria in trama

Può essere prodotta dia macchinari e da telai (meno


diffusi). Le macchine per maglieria in trama possono
essere rettilinee o circolari in base alla disposizione degli
aghi disposizione, a cerchio o dritti. Quelle circolari sono
più veloci.

Macchine rettilinee

Utilizzate già nel periodo dove esistevano solo le macchine manuali. Meno veloci ma consentono
produzioni versatili e con meno scarti. Si possono ottenere teli piani di tessuto ma anche parti di
capo già sagomate: maglia calata.

Queste macchine sono composte da: Basamento, Aghi e fronture, carro, impianto di
motorizzazione, guidfili, sistema di trazione del tessuto, unità di programmazione.

Con questa macchina si può creare maglieria che imita il pizzo o produrre un capo integrale.

Macchine circolari

Apparse dopo le macchine rettilinee. Garantiscono alte prestazioni e velocità di produzione. SI


possono utilizzare dilati di natura diversa e creare maglie operate con motivi molto diversi. Più
grande = più produttività. Non possono produrre maglie già sagomate. Ma invece maglie tagliate
o tubolari.

Elementi principali: basamento, castello porta rocche, fronture, carro, guidafili, sistema di trazione
del tessuto, unità di programmazione.

Da queste macchine si ottiene prevalentemente un tessuto di forma tubolare che si utilizza per
indumenti senza cuciture sui fianchi. SI può ricavare anche una pezza aperta dove nella macchina
è già preimpostato uno scarto d’ago (un taglio), possibile anche grazie a un getto d’aria che
distende la pezza e separa i lembi senza farli arrotolare. Dopodiché si può anche tagliare la pezza
con le singole parti del capo. Questa operazione produce più scarto.

Inoltre si possono produrre anche dei teli che grazie al filo separatore che dopo la tessitura viene
sfilato, rende il processo molto veloce e con produzione elevata. Da li si parte con il sagomare le
varie part del capo.

Diametro e numero di fronture

Nelle macchine circolari elementi


determinanti. Dal diametro dipende la
grandezza del tessuto. Il numero di
fronture da cui deriva la tipologia di
lavorazione applicabile alla macchina.

Telai speciali

La maglia in trama può essere prodotta anche da telai speciali rettilinei come i telai Cotton
(monofrontura, molte teste, produce più teli o pezzi sagomati alla volta, però solo simmetrici,
telaio Di notevole dimensione). O circolari.

Produzione di maglieria in catena

SI ottiene solo da telai rettilinei che possono realizzare prodotti differenti. I fili, getta sugli aghi
della frontura, formano una successione verticale di maglie che percorrono dritte o a zig zag.
Sono indemagliabili. Impossibile sagomare. Obbligo di lavorare le pezze come per i tessuti a
navetta.

Principali telai rettilinei

• Telai in catena monofrontura: hanno aghi elastici, produzione elevatissima, solo intrecci
semplici.

• Telai Raschel: monofrontura o bifrontura. Aghi automatici a linguetta. Intrecci complessi simili
a pizzo. Produzione lenta e inferiore.

• Telai crochet: pizzi e nastri di altezza limitata, imitano lavoro artigianale.

Finezza macchina

Il più utilizzato prevede la quantità di aghi/pollice inglese. A volte


invece ci si riferisce a lunghezze diverse: 1,5 - 2 pollici. La
differenza si indica con i codici alfa ->

Per la maglieria in trama invece si utilizza il linguaggio e- commerce


che fa riferimento al numeri di aghi presente in un pollice.

Ultimamente le macchine moderne ( finezza flessibile) possono utilizzare finezze diverse in una
sola macchina, utilizzando o tutti gli aghi o uno si e no no. Ago di scarto.

Rapporto fra titolo del filato e finezza macchina

Il filato nella produzione di tessuti a maglia deve avere un titolo adeguato alla lavorazione che
subirà. Le indicazioni sono indicate nei capitolati (documenti) delle macchine.

Macchina e regolazione di fittezza

Fittezza e corposi della magli sono elementi importanti. Si tratta di numero di ranghi e file in una
unità di misura. La finezza per un buon prodotto dev’essere costante, un tempo era un operazione
manuale.

Le macchine industriali riproducono tessuti artigianali

Le macchine e i telai sono stati costruiti per riprodurre imitando le produzioni artigianali,
migliorando l’efficenza e aumentando la complessità.

Principali testi a maglia, classificati in base ai decori:

• Effetti di intreccio (intreccio detto anche punto), tra cui:

-Maglia rasata o jersey: maglia liscia, con dritto e rovescio distinti.prodotta da macchine
monofrontura. Molto elastica, si smaglia facilmente. Prodotto in maglieria tagliata.
varianti: jersey doppio o incrociato. Può essere ottenuta anche dall’intreccio links-
links. Da effetto di increspatura.

-Maglia a coste: intreccio operato, presenti nei fondi o nel polsi delle maniche,
aderenza ed estensibilità elevata. Prodotta con macchine a due fronture e aghi
contrapposti. Di solito tra 1:1 e 3:3. Se le coste sono molto lontane tipo 8:1 o 8:2 si
chiama a coste piatte.

-Picchè: Jersey a piccola opera.Rilievi a celle o losanghe dati da un rango teso al


centro e ai lati due più lenti. Aspetto granuloso da entrambe le parti. Di solito
prodotto con filati a titolo sottile. Maglieria estiva.

-Punto operato a trecce: maglia in trama operata con motivo a treccia. Molte varianti.
Per ottenerlo due parti di maglie dello stesso numero si scambiano di posizione
formando un’incrocio.

-Punto operato a traforo: Punto operato a traforo, per maglieria estiva. Si ottiene
edalllo spostamento delle maglie a destra e sinistra per cerare la parte vuota che da il
motivo.

• effetti di colore:
-Jaquard e fili flottanti: (o lanciati). Sul rovescio ci sono briglie volanti. Lavorazione
leggera.

-Jaquard e fil coupe: Variante del fili flottanti, dove i fili lanciati vengono tagliati

Jaquard e rovescio puntinato: Il rovescio in cui i fili sono inseriti nella tessitura.
Maglia più pesante e più elastica.

-Jaquard a doppio diritto: Lavorano due colori diversi. Effetto negativo-positivo.


pregiato. Chiamato anche jacquard tubolare.

-Intarsio: Colori possono essere più di due. Presenza di diversi guidafili. Il flato che
costruisce l’opera lavora solo nello spazio del suo motivo.

-Vanisè: un solo guidafilo che porta due filati di colore e tensione divrsi. Uno si
posa sul dritto e uno sul rovescuio della maglia creano un doppio dritto.
intarsio
-Maglia con effetti multipli: effetti di colore multipli sommati a effetti di intreccio.

• effetti di imbottitura:
-Felpa: Tessuto composto dove il filo supplementare crea delle anse. Creato con due fili
diversi, uno sottili con cui si fa il fondo e il dritto e uno grosso meno ritorto per le anse sul
rovescio, legate in base a rapporti di inserzione. Esistono felpe doppie. Nello stesso rango inseriti
due fili. Felpa Pirenei, felpa dove le legature sono invisibili realizzata da : un filo per il fondo, uno
per l’effetto felpa e uno per la copertura.

-Pile: tessuto composto, realizzato da telai speciali. Creato da microbave di poliestere che
producono una dubbia spugna, poi lavorata. Trattato come tessuto a navetta: tagliato e
confezionato.

Ultime lavorazioni:

Prima di essere mandati a maglifici o impianti di nobilitazione i tessuti possono essere etichettati.
Nell’etichetta sono scritti i parametri distintivi del tessuto. Sono applicate con una pressa termica.

E L’incappucciatura. Dove la maglia viene avvolta dall’ultima parte del tessuto stesso per evitare
che si sporchi.

ALTRE TECNOLOGIE E MODALITA’ PER OTTENERE TESSUTI:

Tessuti a treccia

Caratterizzati dai fili di ordito, messi in diagonale. Molto elastico in trasversale. Per una treccia
sono necessari tre fili d’ordito intrecciati tramite un percorso a zig-zag. Possono essere prodotti in
piatto o tubolare.

Tessuti a rete

Intreccio di fili mistilinei, dove i fili d’ordito sono legati obliquamente tra loro da altri filati, creando
delle celle vuote. Prodotti da telai da maglieria in catena, telai Raschel.

Alcuni tessuti a ete: bobinet, malines (base per pizzi), tulle.

Non tessuti

Sottoposti ad apposite lavorazioni che li rendono piani e flessibili.

Feltri

Si ottengono dalla lana o da peli di animali, Avviene il processo dell’infeltrimento, sollecitazione


mrata sui peli, tramise lo sfregamento i peli si aggrovigliano e creano un corpo compatto, poi
stabilizzato con calore e umidità. Le fibre vengono prima cardate e sovrapposte in materassini
(una sopra l’altra, come ovatta) poi spruzzati d’acqua, riscaldati e attraverso dei cilindri vengono
pressati. Per compattare ancora possono essere ammorbiditi con sapone e battuti con martelli.
No drappeggio. Ha doti termoplastiche.

TNT (tessuto non tessuto) o superfici tessili

Sono superfici tessili ottenute dalla coesione di veli di fibre. Si tende a sostituirli con tessuti
formati o tessuti senza fili.

Per i TNT si possono usare tutti i tipi di fibre. Il prodotto non si sfila ma si strappa facilmente. Per
dare colore viene eseguita la coloritura a tinta unita durante la fase di preparazione delle fibre.
Oppure tramite stampa.

IL TNT passa dalla produzione di veli di fibre che hanno caratteristiche diverse in base alla
lavorazione: veli di fibre parallele, perché cardate e rese parallele, veli di fibre incrociate, quando i
materassini sono disposti in modo ortogonale, oppure veli di fibre non orientate, i veli sono
posizionati a umido su particolari retini.

Per unire i veli ci sono diverse maniere: l’incoraggio, tramite resine, gelatine, schiume di lattine o
calore. La saldatura termica, la cucitura, tramite cucirini. La agugliatura, tramite impunture per
mezzo di aghi spinosi che ingarbugliano le fibre.

Altri TNT detti spunlancing sono ottenuti tramite getti d’acqua ad alta pressione.

Si usano soprattutto per rinforzi, volte cosparsi di resine che fanno aderire tramite al calore il TNT
al tessuto.

Utilizzato maggiormente nell’industria e nel settore igenico.

Tessuti accoppiati o incrociati

Unione di due tessuti, attraverso la tessitura o tramite collanti, schiume, termosaldature, lamine e
cuciture. Tessuti pregiati.

Esistono:

-Doubleface: Tessuti uniti in modo che abbiano due facce uguali e intercambiabili, può essere
ottenuto tessendo i due tessuti contemporaneamente e unendoli con un filato nascosto tra i due,
oppure tessendo i due tessuti creando un effetto negativo e positivo.

-Imbottito: Si ottiene unendo due o più strati di tessuto di cui uno è un velo di fibre. Tra i due
tessuti principali viene inserito uno strato di fibre. IL TUTTO unito tramite cuciture o punti di resine
termosolubili. Che creano motivi ornamentali.

-Laminato: N tessuto e una pellicola (o film).

-Scoppiato: due tessuti uniti da un elemento adesivo, a contato con l’acqua si scioglie e libera le
due parti.

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