Coelogyne
Coelogyne
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Mar/Apr 2012
Lug/Set 2008
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Esistono poi la zona di media montagna
che arriva fino a 1800 metri, la zone di
alta montagna che va da 1800 a 2900
metri ed infine una zona alpina di alta
montagna costituita dal monte Kinabalu
nel Borneo.
Il nome del genere Coelogyne deriva
dalle parole greche koilos (cavità) e
gyne (femmina); la scelta di questi
termini si può ben capire osservando
l’immagine della Coelogyne fimbriata e il
particolare della Coelogyne barbata in
questa pagina.
La maggior parte delle specie di questo genere sono epifite, ma alcune
posoono crescere anche litofite o terrestri; la morfologia è abbastanza simile
tra le varie specie.
Le radici sono molto sottili e variabili in
lunghezza, crescono alla base degli
pseudobulbi e possono avere anche in parte
uno sviluppo aereo (Coelogyne cristata).
Gli pseudobulbi hanno forma discretamente
variabile; possono essere tondi, ovoidali o
piriformi più o meno allungati. Le foglie di
consistenza rigida-erbacea sono a forma
lanceolata, hanno un picciolo che le unisce
allo pseudobulbo (peziolate) e sono
principalmente in numero di due per
pseudobulbo, raramente singole o in numero
di tre, non è infrequente che in alcuni
esemplari coltivati le foglie cadano dagli pseudobulbi dopo qualche anno di
vita.
L’infiorescenza è formata da racemi con
apertura dei fiori in genere
contemporanea e più raramente in
successione (Coelogyne usitana); le
fioriture sono discretamente abbondanti
come si vede dalle immagini delle
Coelogyne cristata e C. flaccida.
Secondo la modalità di sviluppo delle
infiorescenze, il genere Coelogyne viene
suddiviso in quattro raggruppamenti:
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senza bratte fogliacee e si sviluppa con internodi lungo l’infiorescenza stessa.
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si possono reperire in vendita da noi provengono dalla fascia più a Nord
dell’area di diffusione di questo genere; in realtà si possono suddividere le
specie del genere Coelogyne in due
aree climatiche: L’area Nord che
comprende la fascia sub-himalayana
e la regione cinese si considera
come freddo-temperata, mentre tutta
l’area a Sud di questa, è da
considerarsi caldo-temperata.
Per facilitare il compito ai coltivatori,
le specie qui rappresentate saranno
corredate da notizie relative alla loro
zona di crescita e a dettagli relativi
alla coltivazione e fioritura che, ricordo a
tutti, sono comunque attinente alle nostre
latitudini, che sono intorno al 45°
parallelo Nord.
Prima di entrare nel merito delle singole
specie qui rappresentate, diamo alcune
informazioni di carattere generale sulla
coltivazione di questo genere, il quale
recentemente ha avuto un notevole
incremento di interesse tra gli orchidofili
tanto da obbligare i coltivatori a studiare
e ottenere ibridi interessanti dal punto di
vista commerciale; attualmente gli ibridi
di Coelogyne sono circa una trentina; il primo ibrido di Coelogyne è stato
ottenuto nel 1906 da W.E. Brymer a Dorchester tra C.asperata e C.dayana.
Delle 180 specie di Coelogyne, solo una ventina sono facilmente reperibili,
mentre tutte le altre sono pressochè impossibili da trovere in commercio.
Generalità di coltivazione
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casi i nuovi germogli sarebbero irrimediabilmente danneggiati. In realtà, alle
nostre latitudini una esposizione in piena luce solare è praticabile solo nella
prima primavera e da metà Settembre fino ai primi freddi di Ottobre; dall’inizio
di Maggio in poi la luce solare e le relative temperature sconsigliano
l’esposizione alla luce diretta
del sole.
E’ necessario per le piante
tenute in serra avere una
cortina che riduca almeno del
50% la luce del sole e per le
piante tenute all’aperto
suggeriamo che vengano
appese ai rami di un albero le
cui foglie non facciano filtrare i
raggi del sole per non oltre 30
minuti nelle prime o nelle ultime
ore del giorno.
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Le bagnature vanno diradate dopo la maturazione dei nuovi germogli e va
sospesa nei mesi di Dicembre e Gennaio per la maggior parte delle specie di
questo genere; questo riposo deve essere accompagnato in contemporanea
ad un abbassamento della temperatura che favorirà la fioritura; una
temperatura intorno ai 8/12 gradi C° sarebbe ideale.
La fertilizzazione consigliata è quella minima di un grammo per litro di
concime bilanciato 20-20-20 una volta la settimana da Aprile a Giugno,
sospendere la concimazione a Luglio ed Agosto e utilizzare con le stesse
dosi un concime con NPK 10-50-10 nei mesi di Settembre e Ottobre, per poi
sospendere da Novembre a Marzo.
Rinvasi – Tradizionalmente le
Coelogyne vengono messe in ceste di
legno dove crescono ottimamente , ma
non bisogna dimenticare che esistono
specie di questo genere con radici che
formano ammassi e che richiedono vasi
tradizionali; quindi nei rinvasi bisogna
saper riconoscere le due tipologie per
poter usare il contenitore più consono alla
pianta che stiamo rinvasando.
Bisogna rimarcare che i cestini di legno
vanno cambiati praticamente ogni anno,
per questo è opprtuno scegliere come
contenitori vasi di plastica a forma di
ciotola che danno ottimi risultati come si desume dalla foto delle Coelogine
cristata e flaccida di prima pagina.
La mistura del composto da utilizzare per questo genere di orchidee non ha
particolari difficoltà, in genere ci si attiene alla propria esperienza dato che
non è diversa da quelle della maggior parte delle altre orchidee; per aiutare i
neofiti consigliamo di utilizzare corteccia
d’abete di varie misure mischiata a sfagno
intero per una parte su quattro di corteccia
per aumentare la ritenzione di umidità; sul
fondo del vaso utilizzare materiale che
faciliti il drenaggio come polistirene, perlite
ed anche carbonella vegetale in piccoli
pezzi.
La propagazione per separazione si può
fare con tutta tranquillità nel tardo autunno
quando i nuovi germogli sono giunti a
maturazione.
Ricordiamo che è assolutamente
necessario, salvo rari casi (Coelogyne rigida), tenere i vasi appesi in modo
che i lunghi racemi fioriferi possano pendere liberamente.
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Cure – Come abbiamo già detto, le Coelogyne sono un genere molto robusto
e difficilmente vanno incontro a malattie, tuttalpiù qualche foglia si secca,
cosa del tutto naturale, ovviamente ricordarsi sempre di drenare bene la
pianta quandi si bagna.
Per le piante tenute all’aperto non è richiesta nessun particolare intervento
come cura, ma per le piante tenute in serra controllare che non siano invase
da afidi o cocciniglia cotonosa, nel qual caso trattare con i comuni insetticidi.
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fiori di lunga durata, profumati con sentori di muschio; la fioritura avviene nel
tardo Autunno e inizio Inverno.
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Appartiene al primo gruppo come condizioni ambientali ed ha quindi bisogno
di riposo invernale. Viene spesso confusa con la Coelogyne fuliginosa.
Coelogyne fuliginosa: Specie epifita e litofita che vive nelle basse valli
himalayane, Malesia, Giava e Sumatra tra i
900 e i 1500 metri di altitudine e deve quindi
considerarsi appartenere al secondo gruppo
di ambiente.
E’ una pianta abbastanza piccola che ha
molte delle sue radici a sviluppo aereo,
fiorisce in Inverno emettendo infiorescenze
che nascono alla base dei nuovi
pseudobulbi maturi con fiore singolo e più
raramente fino a tre fiori.
Viene spesso confusa con la Coelogyne
fimbriata.
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avere diverse varietà botaniche fiorisce alla fine dell’Autunno, inizioInverno e
per la coltivazione deve essere trattata come le specie appartenenti al
secondo gruppo.
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Coelogyne ovalis: E’ una specie di
piccole dimensioni ed è la più diffusa tra gli
amatori dopo la Coelogyne cristata, ha la
caratteristica di fiorire in modo abbastanza
continuo dall’Estate a tutto l’Inverno con
fiori leggermente profumati. Si trova in
Assam, Tibet, Nepal, Bhutan, in parte della
Cina, nel Nordest dell’India, Malesia,
Tailandia e Vietnam in valli montane sia
sugli alberi che tra le rocce a una altitudine
tra i 600 e i 2100 metri.
Si coltiva attenendosi alle cure del secondo gruppo.
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E’ specie di piccole dimensioni e cresce epifita
sui rami degli alberi ed è da considerarsi come
appartenente al terzo gruppo, anche se resiste
abbastanza bene ad abbassamenti di
temperatura.
La fioritura è isteranta ed avviene a fine
Primavera, inizio Estate, i fiori hanno un colore
tipico giallastro e non sono profumati.
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Ha due fioriture annuali, una in Primavera ed una seconda in Autunno; per la
coltivazione considerare questa specie appartenente al secondo gruppo.
Coelogyne ibridi: Gli amatori del genere Coelogyne sono molto diffusi nel
mondo, tuttavia i produttori di orchidee non sono molto interessati a produrre
ibridi di questo genere, forse per una errata valutazione dell’impatto
commerciale che questi ibridi potrebbero avere.
In realtà dal 1906, anno dell’uscita del primo ibrido di Coelogyne, solo una
trentina di ibridazioni sono state prodotte contro le migliaia ricavate dai generi
come i Dendribium, Oncidium, Cymbidium, Cattleya, Laelia e soprattutto, in
numero di decine di migliaia, Phalaenopsis.
Una probabile colpevole di questa situazione può essere l’impossibilità di
creare ibridi intergenerici, questa fatto ha come conseguenza quella di
ottenere ibridi del tutto molto simili alle specie botaniche.
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ORCHIS - Bollettino bimensile dell'Associazione Lombarda Amatori Orchidee - Sede Cittiglio (VA)
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