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Coelogyne

Il documento descrive il genere Coelogyne, che comprende circa 200 specie di orchidee. Viene descritta l'ampia area di distribuzione geografica del genere e le diverse condizioni ecologiche. Vengono inoltre fornite informazioni sulla morfologia, tassonomia e coltivazione delle varie specie.

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Coelogyne

Il documento descrive il genere Coelogyne, che comprende circa 200 specie di orchidee. Viene descritta l'ampia area di distribuzione geografica del genere e le diverse condizioni ecologiche. Vengono inoltre fornite informazioni sulla morfologia, tassonomia e coltivazione delle varie specie.

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Anno 7

3 nr. 3
2
Mar/Apr 2012
Lug/Set 2008

Trimestrale di informazione, schede tecniche, servizi fotografici e scambi di idee


Genere Coelogyne
Testo e fotografie di Vito Viganò

Al genere Coelogyne appartengono 190 specie ed una dozzina di varietà per


un totale di oltre 200 nomi tassonomici.
L’area di distribuzione è molto ampia e comprende il sud dell’India e lo Sri
Lanka; una stretta fascia sub-himalayana che corre lungo il Tibet, il Nepal, il
Bhutan, il nord dell’india, la parte alta
della Birmania e il sud della Cina; una
parte continentale asiatica composta da
Thailandia, Indocina e la penisola della
Malesia ed infine l’estesa zona delle
isole sud asiatiche che va dall’isola di
Sumatra alle Filippine fino agli
arcipelaghi dell’oceano Pacifico come
Sulawesi, Nuova Caledonia, Marianne,
Caroline, Salomone, Vanuatu, Fijii e
Tonga.
Vi sono specie che vivono in zone molto
estese altre che crescono in zone
diverse ma limitate e molte sono
endemiche di zone ristrette o addirittura di zone localizzate come le otto
specie che vivono nel sud dell’India e nello Sri Lanka.
La vasta area dove vivono le Coelogyne è costituita da diverse tipologie
ecologiche e climatiche; la nicchia ecologica più vasta è costituita dalle
foreste pluviali tropicali sempreverdi che vanno dal livello del mare fino a
1500 metri di altitudine e nella quale la temperatura è normalmente compresa
tra i 24 e i 30 gradi C°, con minime di 21
e massime di 32 gradi C°; in questa area
le precipitazioni annuali sono abbastanza
costanti e sono quasi sempre superiori ai
2000 mm annui.
Una così vasta area è naturalmente
composta da diversi tipi di terreno;
abbiamo così un’area con vegetazione
emergentee alberi d’alto fusto sparsi,
un’area intermedia con vegetazione
densa, una zone composta
principalmente di arbusti ed infine
un’area di sottobosco molto umida e con
luce molto scarsa.
Nel sudest continentale abbiamo la foresta tropicale monsonica che è
compresa tra i 900 ei i 1500 metri di altitudine dove esiste una stagione secca
con temperature freschee, dove vivoni alcune specie più conosciute del
genere come la Coelogyne cristata e la Coelogyne flaccida.

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Esistono poi la zona di media montagna
che arriva fino a 1800 metri, la zone di
alta montagna che va da 1800 a 2900
metri ed infine una zona alpina di alta
montagna costituita dal monte Kinabalu
nel Borneo.
Il nome del genere Coelogyne deriva
dalle parole greche koilos (cavità) e
gyne (femmina); la scelta di questi
termini si può ben capire osservando
l’immagine della Coelogyne fimbriata e il
particolare della Coelogyne barbata in
questa pagina.
La maggior parte delle specie di questo genere sono epifite, ma alcune
posoono crescere anche litofite o terrestri; la morfologia è abbastanza simile
tra le varie specie.
Le radici sono molto sottili e variabili in
lunghezza, crescono alla base degli
pseudobulbi e possono avere anche in parte
uno sviluppo aereo (Coelogyne cristata).
Gli pseudobulbi hanno forma discretamente
variabile; possono essere tondi, ovoidali o
piriformi più o meno allungati. Le foglie di
consistenza rigida-erbacea sono a forma
lanceolata, hanno un picciolo che le unisce
allo pseudobulbo (peziolate) e sono
principalmente in numero di due per
pseudobulbo, raramente singole o in numero
di tre, non è infrequente che in alcuni
esemplari coltivati le foglie cadano dagli pseudobulbi dopo qualche anno di
vita.
L’infiorescenza è formata da racemi con
apertura dei fiori in genere
contemporanea e più raramente in
successione (Coelogyne usitana); le
fioriture sono discretamente abbondanti
come si vede dalle immagini delle
Coelogyne cristata e C. flaccida.
Secondo la modalità di sviluppo delle
infiorescenze, il genere Coelogyne viene
suddiviso in quattro raggruppamenti:

Eterante – L’infiorescenza nasce alla


base dello pseudobulbo in modo libero,

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senza bratte fogliacee e si sviluppa con internodi lungo l’infiorescenza stessa.

Proterante – L’infiorescenza nasce alla base dello pseudobulbo avvolta da


brattee che si prolungano su buona parte dello stelo fiorifero il quale è privo di
internodi.

Sinante – L’infiorescenza nasce in cima al


germoglio vegetativo delle foglie non
ancora sviluppato completamente, ma
separato dalle foglie stesse.

Isterante – L’infiorescenza nasce in cima


al germoglio vegetativo delle foglie più o
meno sviluppate, con la base che parte
dalla cima dello pseudobulbo insieme e
all’interno delle foglie stesse.

La tassonomia del genere Coelogyne è


stata stabilita da Lindley nel 1821, ma fin
dall’inizio la storia delle suddivisioni di
questo genere è stata assai travagliata e
discussa; attualmente viene generalmente
riconosciuta come più corretta la
suddivisione in 22 sezioni stabilita da De Vogel nel 1993; per chi volesse
conoscere maggiori dettagli su questo argomento consigliamo di consultare
l’ottimo trattato di Dudley Clayton “The Genus Coelogyne a Synopsis” edito
da Natural History Publications del Borneo del quale vediamo l’immagine di
copertina in questa pagina.
La classificazione completa di questo genere è dunque stabilita dal trattato
“The Orchids, Natural History and Classification” di R:L: Dressler (1981)
come segue:
Subfamiglia: Epidendroideae (Lindley)
Tribu: Coelogyneae (Pfitzer)
Sottotribu: Coelogyninae (Bentham)
A questa sottotribu appartengono
una quindicina di altri generi quasi
tutti poco conosciuti ad eccezione
del genere Pholidota e, in modo
abbastanza insolito, il genere
Pleione dalla vita strettamente
terrestre.
Il genere Coelogyne viene
generalmente considerato tra quelli
a coltivazione freddo-temperata,
questo perché le poche specie che

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si possono reperire in vendita da noi provengono dalla fascia più a Nord
dell’area di diffusione di questo genere; in realtà si possono suddividere le
specie del genere Coelogyne in due
aree climatiche: L’area Nord che
comprende la fascia sub-himalayana
e la regione cinese si considera
come freddo-temperata, mentre tutta
l’area a Sud di questa, è da
considerarsi caldo-temperata.
Per facilitare il compito ai coltivatori,
le specie qui rappresentate saranno
corredate da notizie relative alla loro
zona di crescita e a dettagli relativi
alla coltivazione e fioritura che, ricordo a
tutti, sono comunque attinente alle nostre
latitudini, che sono intorno al 45°
parallelo Nord.
Prima di entrare nel merito delle singole
specie qui rappresentate, diamo alcune
informazioni di carattere generale sulla
coltivazione di questo genere, il quale
recentemente ha avuto un notevole
incremento di interesse tra gli orchidofili
tanto da obbligare i coltivatori a studiare
e ottenere ibridi interessanti dal punto di
vista commerciale; attualmente gli ibridi
di Coelogyne sono circa una trentina; il primo ibrido di Coelogyne è stato
ottenuto nel 1906 da W.E. Brymer a Dorchester tra C.asperata e C.dayana.
Delle 180 specie di Coelogyne, solo una ventina sono facilmente reperibili,
mentre tutte le altre sono pressochè impossibili da trovere in commercio.

Generalità di coltivazione

Temperatura – La coltivazione delle


Coelogyne è molto facile nelle serre ed
anche alla luce artificiale delle nostre
case, naturalmente è necessario creare
un microclima che ben si adatti alle varie
specie.
Al primo gruppo appartengono quelle che
crescono in Nepal, India, Burma, Cina e
Malesia e fascia sub himalayana che
prevalentemente crescono a medio-alte
aree montane dove vi sono temperature
fresche notturne e che sono considerate
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specie a coltivazione freddo-temperata le
quali in inverno devono avere temperature
minime che vanno dai 10 ai 13 gradi C° con
punte minime di 6-7 gradi C°; queste
specie è bene che in estate le temperature
non eccedano i 26-28 gradi C°; a questo
gruppo appartengono le specie più
comunemente diffuse come la Coel.
cristata, la Coel. flaccida e la Coel. nitida.
Al secondo gruppo appartengono quelle
specie che vivono nelle foreste pluviali
tropicali dove le temperature non hanno
una marcata escursione e quindi vengono
considerate temperature intermedie; le
temperature minime sono comprese tra i
14/16 gradi C° e le massime, perché le
specie non subiscano danni devono essere
comprese tra 27/30 gradi C°; a questi
gruppo appartengono la maggior
parte di specie di questo genere.
Al terzo gruppo appartengono specie
che crescono in Borneo, Nuova
Guinea e nell’area dell’oceano
pacifico che richiedono temperature
calde e alta umidità e che sono
considerate specie a coltivazione con
temperature calde, in questo caso la
temperatura minima dovrebbe essere
di 18 gradi C° con punte temporanee
che non vadano comunque sotto i 15 gradi C°;
a questo gruppo appartengono le ben note
Coelogyne pandurata e usitana.
Per tutti e tre i gruppi è necessario che
abbiano comunque temperature più fresche
notturne, anche se coltivate in serra, per
ottenere una buona fioritura; eccessive
temperature estive diurne possono inibire la
fioritura in modo totale.

Luce – In natura le specie delle regioni


temperate preferiscono una esposizione in
piena luce solare nelle stagioni di primavera,
estate e autunno, ma non è possibile che
questo avvenga nelle nostre serre o all’aperto
con una umidita molto bassa; in entrambi i

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casi i nuovi germogli sarebbero irrimediabilmente danneggiati. In realtà, alle
nostre latitudini una esposizione in piena luce solare è praticabile solo nella
prima primavera e da metà Settembre fino ai primi freddi di Ottobre; dall’inizio
di Maggio in poi la luce solare e le relative temperature sconsigliano
l’esposizione alla luce diretta
del sole.
E’ necessario per le piante
tenute in serra avere una
cortina che riduca almeno del
50% la luce del sole e per le
piante tenute all’aperto
suggeriamo che vengano
appese ai rami di un albero le
cui foglie non facciano filtrare i
raggi del sole per non oltre 30
minuti nelle prime o nelle ultime
ore del giorno.

Umidità – Bisogna innanzitutto tenere presente che questo genere necessita


assolutamente di una buona circolazione di aria durante tutto il periodo
dell’anno ed è quindi necessario attrezzare la propria serra di ventilatori atti
ad ottenere la circolazione di aria necessaria; purtroppo il movimento dell’aria
causa una perdita di umidità, la quale deve
essere mantenuta tra il 65 e il 75 percento per
la buona salute delle piante.
Per ottenere l’umidità ambientale corretta si
possono utilizzare tubazioni sospese che
irrorino spruzzi d’acqua in tempi più o meno
cadenzati in funzione della stagione, più
abbondanti in Estate e più diradate in Inverno;
oppure tenere il suolo della serra sempre
molto umido.

Bagnature – Non esistono particolari


problemi per quanto riguarda la
somministrazione di acqua per il genere
Coelogyne, come la maggior parte degli altri
generi di orchidee per questo genere basta
attenersi allo standard; vale a dire le piante
vanno bagnate quando il composto è
diventato asciutto.
E’ bene ricordare che troppo abbondanti e frequenti bagnature sono la causa
primaria della distruzione delle orchidee di pressochè tutti i generi; è inoltre
assolutamente vietato versare acqua nelle cavità dei germogli fogliari.

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Le bagnature vanno diradate dopo la maturazione dei nuovi germogli e va
sospesa nei mesi di Dicembre e Gennaio per la maggior parte delle specie di
questo genere; questo riposo deve essere accompagnato in contemporanea
ad un abbassamento della temperatura che favorirà la fioritura; una
temperatura intorno ai 8/12 gradi C° sarebbe ideale.
La fertilizzazione consigliata è quella minima di un grammo per litro di
concime bilanciato 20-20-20 una volta la settimana da Aprile a Giugno,
sospendere la concimazione a Luglio ed Agosto e utilizzare con le stesse
dosi un concime con NPK 10-50-10 nei mesi di Settembre e Ottobre, per poi
sospendere da Novembre a Marzo.

Rinvasi – Tradizionalmente le
Coelogyne vengono messe in ceste di
legno dove crescono ottimamente , ma
non bisogna dimenticare che esistono
specie di questo genere con radici che
formano ammassi e che richiedono vasi
tradizionali; quindi nei rinvasi bisogna
saper riconoscere le due tipologie per
poter usare il contenitore più consono alla
pianta che stiamo rinvasando.
Bisogna rimarcare che i cestini di legno
vanno cambiati praticamente ogni anno,
per questo è opprtuno scegliere come
contenitori vasi di plastica a forma di
ciotola che danno ottimi risultati come si desume dalla foto delle Coelogine
cristata e flaccida di prima pagina.
La mistura del composto da utilizzare per questo genere di orchidee non ha
particolari difficoltà, in genere ci si attiene alla propria esperienza dato che
non è diversa da quelle della maggior parte delle altre orchidee; per aiutare i
neofiti consigliamo di utilizzare corteccia
d’abete di varie misure mischiata a sfagno
intero per una parte su quattro di corteccia
per aumentare la ritenzione di umidità; sul
fondo del vaso utilizzare materiale che
faciliti il drenaggio come polistirene, perlite
ed anche carbonella vegetale in piccoli
pezzi.
La propagazione per separazione si può
fare con tutta tranquillità nel tardo autunno
quando i nuovi germogli sono giunti a
maturazione.
Ricordiamo che è assolutamente
necessario, salvo rari casi (Coelogyne rigida), tenere i vasi appesi in modo
che i lunghi racemi fioriferi possano pendere liberamente.

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Cure – Come abbiamo già detto, le Coelogyne sono un genere molto robusto
e difficilmente vanno incontro a malattie, tuttalpiù qualche foglia si secca,
cosa del tutto naturale, ovviamente ricordarsi sempre di drenare bene la
pianta quandi si bagna.
Per le piante tenute all’aperto non è richiesta nessun particolare intervento
come cura, ma per le piante tenute in serra controllare che non siano invase
da afidi o cocciniglia cotonosa, nel qual caso trattare con i comuni insetticidi.

Coelogyne cristata: Sono conosciuti


13 varietà di questa specie ed è, fra
tutte, quella che annovera il maggior
numero di ibridi naturali, il più comune
dei quali è con la Coelogyne flaccida.
E’ anche la specie più conosciuta e
diffusa tra i collezionisti per la facilità
della sua coltivazione, per l’abbondante
fioritura dei suoi candidi fiori dal delicato
aroma e per la sua robustezza e
tolleranza alle basse temperature.
Questa specie è originaria della fascia
sub himalayana, Assam, Sikkim, Nepal, Bhutan e Giava dove cresce nelle
foreste montane comprese tra altitudini dai 1500 ai 2600 metri di altezza; è
una specie epifita, più raramente litofita, ha medie dimensioni e per la
coltivazione bisogna attenersi a quanto specificato per le orchidee del primo
gruppo. I suoi racemi floreali sono del gruppo eterante, sono lunghi dai 15 ai
30 centimetri e portano dai 3 ai 10 fiori delicatamente profumati con sentori
che richiamano gli agrumi; la fioritura avviene tra la fine dell’Inverno e l’inizio
della Primavera, la sua durata è di poco più di un mese.
In natura vivono in aree nebbiose e umide durante tutto l’anno, pertanto è
buona norma offrire possibilmente a questa specie le stesse condizioni.

Coelogyne barbata: Descritta da Lindley


nel 1848 si trova il nome è riferito alla
abbondante peluria che si trova sul labello;
vive tra i 1000 e i 1800 metri di altitudine
nelle foreste, è epifita sugli alberi e qualche
volta litofita alle basse altitudini in aree
calde di giorno e fresche di notte; cresce in
Nepal, Bhutan, nel nordest dell’India, in
Cina e nel Nord della Birmania: E’ una
specie dalle dimensioni piccolo-medie con
pseudobulbi di circa un centimetro di
diametro dalla forma piriforme, ha le
infiorescenze di tipo eterante che portano

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fiori di lunga durata, profumati con sentori di muschio; la fioritura avviene nel
tardo Autunno e inizio Inverno.

Coelogyne brachyptera: Vive localizzata in


una fascia a forma di boomerang che va da
Bangkok ad Hanoi che comprende Birmania,
Tailandia, Cambogia e Vietnam nelle foreste
montane ad altitudini tra I 1000 e I 1500 metri
dove cresce epifita sugli alberi e le condizioni
di coltivazione sono quelle descritte per il
terzo gruppo.
La fioritura in natura avviene verso Marzo
Aprile, mentre da noi fiorisce un paio di mesi
dopo; I fiori, leggermente profumati, a fioritura
contemporanea e dal colore grigio verdastro
crescono su recemi pendenti e a volte eretti in
numero di 5/7 per infiorescenza, le quali hanno origine dagli pseudobulbi di
nuova maturazione .

Coelogyne pulverula (dayana): Questa


specie è stata descritta da Teijsmann e
Binnendijk nel 1862 col nome di pulverula
e ridescritta come nuova da (Rchb.f.)
Rolfe nel 1884 col nome di dayana con il
quale in realtà è più conosciuta anche se il
nome di pulverula ha la priorità scentifica.
Vive nella penisola malese, in Tailandia,
Borneo, Giava e Sumatra nelle basse
foreste pluviali ad elevazioni tra i 250 e i
1900 metri dove preferisce luoghi ricchi di
flussi di acqua crescendo sia epifita che
litofita.
Si coltiva secondo quanto detto per il terzo gruppo; questa specie ha la
particolarità di fiorire in natura in qualsiasi periodo dell’anno mentre da noi ha
generalmente una fioritura all’inizio dell’Estate ed un’altra in Inverno.
Appartiene al gruppo con fioritura sinanta con
infiorescenze pendule che possono superare
la lunghezza di un metro portatnti fino a 60
fiori.

Coelogyne fimbriata: Questa specie epifita


si trova spesso litofita nelle strette spaccature
sulle rocce, si trova in quasi tutta la fascia
continentale Nord dove cresce nelle foreste di
latifoglie dal piano fino a 1500 metri.

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Appartiene al primo gruppo come condizioni ambientali ed ha quindi bisogno
di riposo invernale. Viene spesso confusa con la Coelogyne fuliginosa.

Coelogyne flaccida: Questa specie è forse


ancora più diffusa, tra gli amanti di questo
genere, della Coelogyne cristata con la
quale condivide le cure per la coltivazione;
cresce nelle foreste pluviale nella fascia
Nord dell’area continentale ad altitudini che
vanno dai 900 ai 2000 metri di altitudine.
Produce a fine Inverno, inizio Primavera,
una grande quantità di fiori come si può
ammirare nella foto di prima pagina.
I fiori di consistenza cerosa e dal
caratteristico color crema sono da 3 a 12 per
infiorescenza e sono ad apertura simultanea.
Molti testi indicano i fiori come profumati; in realtà l’odore forte e penetrante
che essi producono è assai simile all’urina di cavallo, tanto che rende
impossibile tenere in casa questa specie quando è in fioritura.

Coelogyne fuliginosa: Specie epifita e litofita che vive nelle basse valli
himalayane, Malesia, Giava e Sumatra tra i
900 e i 1500 metri di altitudine e deve quindi
considerarsi appartenere al secondo gruppo
di ambiente.
E’ una pianta abbastanza piccola che ha
molte delle sue radici a sviluppo aereo,
fiorisce in Inverno emettendo infiorescenze
che nascono alla base dei nuovi
pseudobulbi maturi con fiore singolo e più
raramente fino a tre fiori.
Viene spesso confusa con la Coelogyne
fimbriata.

Coelogyne fuscescens: Vive


nell’areale Nord della zona
continentale comprendente il Nepal, il
Nordest dell’India, il Bhutan, parte
della Birmania, la Cina e il Nordest
della Tailandia dove cresce epifita sui
rami muschiosi e umidi delle foreste di
collina e montagna fino a 1800 metri di
altitudine.
E’ una specie molto variabile sia nella
forma che nei colori dei fiori tanto da

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avere diverse varietà botaniche fiorisce alla fine dell’Autunno, inizioInverno e
per la coltivazione deve essere trattata come le specie appartenenti al
secondo gruppo.

Coelogyne lentiginosa: Specie


localizzata in un’area che comprende la
Malesia, la Tailandia ed il Vietnam dove
vive epifita in aree abbastanza aperte dove
crescono arbusti e bassi alberi in modo
sparso fino ad un massimo di 800/1000
metri di altitudine in ambiente molto caldo.
Fiorisce tra Febbraio e Marzo con fiori a
crescita proteranta alla base delle nuove
vegetazioni; per la coltivazione attenersi a
quanto detto per le specie appartenenti al
terzo gruppo.

Coelogyne tomentosa (massangeana): Questa specie è stata descritta da


Lindley nel 1853 col nome di tomentosa e
ridescritta come nuova da (Rchb.f) Rolfe nel
1878 col nome di massangeana con il quale
in realtà è più conosciuta anche se il nome di
tomentosa ha la priorità scentifica.
Originaria di Malesia, Sumatra, Borneo e
Giava nelle foreste tra i 1100 e i 2100 metri di
altitudine dove cresce nelle foreste calde e
umide nei pressi dei fiumi. I suoi fiori sono
moderatamente profumati, di durata non
superiore ai 15 giorni e disposti su
infiorescenze pendenti che possono superare
anche mezzo metro di lunghezza e che possono portare fino a 30 fiori. E’ una
specie da ambiente caldo, quindi vanno coltivati attenendosi alle cure
previste per il terzo gruppo.

Coelogyne nitida: Specie spesso conosciuta e


venduta col suo sinonimo Coel. ochracea si trova
in Nepal, Birmania, Nordest dell’India, Cina, Tibet,
Laos e Tailandia dove cresce sia sugli alberi che
nelle spaccature delle rocce, nelle foreste
montane ad un’altitudine intorno ai 2200 metri.
E’ specie di piccole dimensioni, ma è anche una
delle più profumate tra quelle del suo genere; le
infiorescenze nascono dai nuovi pseudobulbi
maturi e i fiori si aprono in Primavera. Essendo
specie montana si coltiva in ambiente relativo al primo gruppo.

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Coelogyne ovalis: E’ una specie di
piccole dimensioni ed è la più diffusa tra gli
amatori dopo la Coelogyne cristata, ha la
caratteristica di fiorire in modo abbastanza
continuo dall’Estate a tutto l’Inverno con
fiori leggermente profumati. Si trova in
Assam, Tibet, Nepal, Bhutan, in parte della
Cina, nel Nordest dell’India, Malesia,
Tailandia e Vietnam in valli montane sia
sugli alberi che tra le rocce a una altitudine
tra i 600 e i 2100 metri.
Si coltiva attenendosi alle cure del secondo gruppo.

Coelogyne pandurata: Questa specie è la


più grande del suo genere ed appartiene al
gruppo di Coelogyne a fiore verde con i
barbigli del labello di color nero; si trova in
Malesia, Sumatra, Borneo e Giava dove
cresce in prevalenza nelle foreste pluviali
dal livello del mare fino a 1200 metri tra le
rocce, sui rami ed anche terrestre; fiorisce
in Primavera, Estate e i fiori sono profumati
ed arrivano ad avere una grandezza fino a
10 centimetri di diametro su infiorescenze
lunghe fino a 30 centimetri.
Si coltiva come le specie appartenenti al terzo gruppo.

Coelogyne pulchella: E’ originaria dello


Yunnan (Cina) e di Burma dove cresce
epifita nelle foreste, è di dimensioni medio
piccole ed i fiori di consistenza cerosa
sono fragranti, fioriscono in Marzo per poi
rifiorire in Settembre-Ottobre.
Non si hanno testimonianze sul limite delle
altitudini di crescita ed è quasi impossibile
trovarla in commercio; ai fortunati che ne
venissero in possesso di un esemplare
consigliamo di tenerlo in ambiente caldo-
temperato.

Coelogyne rigida: Specie non facile da reperire in commercio, in natura si


trova nelle foreste sia decidue che sempreverdi dell’India, Cina, Birmania,
Malesia, Tailandia ed Himalaya dell’Est ad un’altitudine che va dai 700 ai
1200 metri.

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E’ specie di piccole dimensioni e cresce epifita
sui rami degli alberi ed è da considerarsi come
appartenente al terzo gruppo, anche se resiste
abbastanza bene ad abbassamenti di
temperatura.
La fioritura è isteranta ed avviene a fine
Primavera, inizio Estate, i fiori hanno un colore
tipico giallastro e non sono profumati.

Coelogyne salmonicolor: Specie dalle medio-


piccole dimensioni dalla colorazione variabile
sia nei petali generalmente color crema tendente al rosaceo che nella
pigmentazione del labello dal quale piglia il proprio nome. E’ endemica di
Sumatra dove vive epifita nelle foreste di media
altitudine (900/1500 metri) ed in aree semi
aperte sia sui lati umidi che asciutti dove fiorisce
in modo intervallato da Febbraio a Dicembre,
mentre nelle nostre serre fiorisce praticamente
tutto l’anno.
Molto spesso viene commercializzata come
Coelogyne speciosa poichè da molti botanici
veniva considerata una varietà di quest’ultima;
per la coltivazione considerare questa specie
appartenente al terzo gruppo.

Coelogyne speciosa: Questa è una delle specie


di maggior dimensioni del suo genere, la sua
caratteristica principale è quella di avere una
variabilità molto estesa nella forma e nel colore
come si può vedere nelle due foto in questo
articolo. Vive in Malesia e isole della Sonda dove
cresce nelle foreste pluviali epifita e raramente
terrestre ad altitudini comprese tra i 750 e i 2000
metri in ambiente caldo (terzo gruppo di
coltivazione).
Fiorisce in tutto il periodo dell’anno con preferenza
all’Estate e per la coltivazione è preferibile tenerla
in cestini di legno.

Coelogyne stricta: Si trova nel Nordest


dell’India, Nepal, Bhutan, Nord della Birmania,
Cina e Vietnam dove cresce epifita su alberi di
latifoglie lungo le rive ripide dei fiumi sulle
montagne tra i 1100 e i 2000 metri di altitudine.

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Ha due fioriture annuali, una in Primavera ed una seconda in Autunno; per la
coltivazione considerare questa specie appartenente al secondo gruppo.

Coelogyne trinervis: Si trova in Birmania,


Tailandia, Malesia peninsulare, Laos,
Cambogia, Vietnam, isole della Sonda
meridionali, Sumatra, Giava ed isole
Molucche dove cresce epifita e più raramente
litofita su alberi e rocce poste nelle foreste
pluviali tra i 100 e i 1600 metri di ailtitudine.
Ha una infiorescenza lunga fino a 30
centimetri di portamento snello e con leggero
andamento a zig-zag con fioritura ad apertura
contemporanea.
Fiorisce nel primo Autunno con fiori odorosi, anche se è controverso il
giudizio sul fatto che l’odore sia piacevole o sgradevole.

Coelogyne usitana: Questa specie è la più


localizzata tra tutte quelle del suo genere; si
trova infatti solo sull’isola di Mindanao nelle
Filippine ad altitudini aintorno gli 800 metri
dove cresce epifita o litofita.
Ha la caratteristica di fiorire in serra tutto
l’anno con un singolo fiore per volta,
raramente due, su una infiorescenza che si
sviluppa a zig-zag ad ogni nuovo fiore fino
ad arrivare ad una lunghezza di 30
centimetri; in natura si sono riscontrate
infiorescenze aventi fino a 20 fiori contemporaneamente.
Anche se non è infrequente trovarla in commercio, è una specie di non facile
coltivazione in quanto richiede calde temperature ed alta umidità per tutto il
periodo dell’anno (terzo gruppo di coltivazione).

Coelogyne ibridi: Gli amatori del genere Coelogyne sono molto diffusi nel
mondo, tuttavia i produttori di orchidee non sono molto interessati a produrre
ibridi di questo genere, forse per una errata valutazione dell’impatto
commerciale che questi ibridi potrebbero avere.
In realtà dal 1906, anno dell’uscita del primo ibrido di Coelogyne, solo una
trentina di ibridazioni sono state prodotte contro le migliaia ricavate dai generi
come i Dendribium, Oncidium, Cymbidium, Cattleya, Laelia e soprattutto, in
numero di decine di migliaia, Phalaenopsis.
Una probabile colpevole di questa situazione può essere l’impossibilità di
creare ibridi intergenerici, questa fatto ha come conseguenza quella di
ottenere ibridi del tutto molto simili alle specie botaniche.

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ORCHIS - Bollettino bimensile dell'Associazione Lombarda Amatori Orchidee - Sede Cittiglio (VA)
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Foto di copertina : Coelogyne flaccida - in questa pagina : Coelogyne cristata

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