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Totocalcio - Guida Pratica Alla Sistemistica

Il documento spiega i concetti di base della sistemistica, ovvero lo studio dei sistemi di scommesse attraverso la loro decomposizione in varianti. Viene descritto come calcolare lo sviluppo di un sistema integrale e come costruire sistemi ridotti che rappresentino il sistema integrale con meno colonne possibili.

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Totocalcio - Guida Pratica Alla Sistemistica

Il documento spiega i concetti di base della sistemistica, ovvero lo studio dei sistemi di scommesse attraverso la loro decomposizione in varianti. Viene descritto come calcolare lo sviluppo di un sistema integrale e come costruire sistemi ridotti che rappresentino il sistema integrale con meno colonne possibili.

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CHE COSA SI INTENDE PER " SISTEMISTICA"

Noi vorremmo tentare in questa pagina di fornire, ai visitatori che ne fossero interessati, i concetti che stanno
alla base della sistemistica "tradizionale": ovvero dello studio dei sistemi attraverso la loro scomposizione in
"matrici".

Da alcuni anni studiamo i sistemi, soltanto per hobby: per noi si tratta di un puro e semplice divertimento
intellettuale, avulso da ogni pratica effettiva di gioco.

Tuttavia nulla e nessuno vieterà, a chi lo desiderasse, di utilizzare, eventualmente, un sistema presentato in
questa rubrica e di adattarlo per il proprio pronostico settimanale.

Avremo sicuramente modo di approfondire questo argomento in seguito.

Per ora permetteteci di aggiungere che, con un po’ di fortuna, in alcuni casi siamo riusciti ad ottenere
qualche buona soluzione, elaborando sistemi che, attualmente, rappresentano (scusate l’immodestia!) la
migliore versione conosciuta a livello mondiale.

Infatti il Totocalcio e il Totosei, pur con qualche differenza nei regolamenti, sono praticati in diversi Paesi e,
ancora di più, lo sono i giochi similari al nostro Lotto (anche Totogol e Superenalotto non sono una
prerogativa italiana).

Personalmente prediligiamo lo studio dei sistemi per il Totocalcio, tuttavia non disdegnamo neppure di
occuparci degli altri giochi.

Ma ora bando alle ciance!

E’ tempo di entrare subito nel vivo dell’argomento che ci proponiamo di trattare.

Da parte nostra cercheremo di non tediare troppo il lettore, usando un linguaggio dal tono il più possibile
discorsivo, perchè la materia che stiamo per esaminare a volte potrà apparire ostica, specialmente ai
principianti.

Ci scusiamo sin d’ora se talvolta, per incapacità divulgativa, dovessimo risultare poco chiari: i nostri indirizzi
email sono a disposizione di chi vorrà seguirci , in modo da poter raccogliere tutti gli eventuali dubbi che
dovessero sorgere in chi avrà la perseveranza di seguitare a leggerci.

Sarà poi nostra cura rispondere direttamente, o attraverso la rubrica, a tutti i quesiti "sistemistici" che ci
saranno posti.

Inizieremo i nostri studi occupandoci di sistemi per il Totocalcio e per il Totip e d’ora in poi daremo per
scontato che si tratterà di sistemi senza condizioni (=assoluti).

In queste pagine tenteremo di sviscerare i "segreti" dei sistemi ridotti: limitatamente ai sistemi per il
Totocalcio ci occuperemo di sistemi ridotti n-1, per il Totip parleremo anche di ridotti n-2 (o biridotti).

La costruzione di un sistema ridotto ha lo scopo, evidentemente, di selezionare il minor numero


possibile di combinazioni (=colonne) atte a rappresentare con lo scarto di un punto (n-1) o con lo
scarto di due punti (n-2) tutte le combinazioni del corrispondente sistema integrale.

Come si calcola lo sviluppo di tutte le possibili combinazioni di un sistema integrale?


Si calcola con la seguente formula:

3 ^ Nt + 2 ^ Nd
Nt = numero delle varianti triple presenti nel sistema.

Nd = numero delle varianti doppie presenti nel sistema.

Ricordiamo che la matematica permette di dimostrare che se:

Nd = 0, allora 2° = 1

Nt = 0, allora 3° = 1
Pertanto, ad esempio, lo sviluppo integrale di un sistema di 3 varianti triple e 4 varianti doppie sarà costituito
da:

• 3 ^ 3 * 2 ^ 4 = 27 * 16 = 432 colonne
Invece lo sviluppo di un sistema di 5 varianti triple sarà costituito da:

3 ^ 5 * 2 ^ 0 = 243 * 1 = 243 colonne


E’ sempre possibile calcolare a priori quale sia il limite minimo e invalicabile di sviluppo colonnare di un
sistema ridotto.

Tale limite è detto in sistemistica rapporto di riduzione teorico e si ottiene dividendo il numero totale di
colonne del sistema a sviluppo integrale per il numero di colonne rappresentate da una qualsiasi delle
colonne dello sviluppo stesso.

Ogni tripla rappresenta n-1 altre due colonne (e ad n sé medesima), mentre ciascuna doppia rappresenta n-
1 una sola colonna (e ad n sé medesima).

Esempio.

Il rapporto di riduzione teorico di un sistema di 3 triple e 4 doppie è uguale a 11 (ciascuna colonna di questo
sistema ne rappresenta 10 più se stessa).

Infatti la colonna:

X 1 2 X X X X X X X X

2 2 2 1 X 2 2 2 2 2 2

1 RAPPRESENTA 1 1 1 1 X 2 1 1 1 1
X (=RIDUCE) X X X X X X 1 X X X
X n-1 X X X X X X X 1 X X
X X X X X X X X X 1 X

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 X
10 + 1 = 11 colonne.

Già sappiamo che lo sviluppo integrale di questo sistema è di 432 colonne.

432 / 11 = 39,272727 = limite di riduzione teorico

In realtà, come vedremo in seguito, la miglior riduzione conosciuta per il sistema di 3 triple e 4 doppie è di 48
colonne = limite di riduzione effettivo.

Teoricamente si potrebbe quindi fare di meglio, perchè non è stata ancora raggiunta la massima riduzione
teorica.

Tutto questo soltanto in teoria, perchè in effetti, pare proprio che il sistema di 3T4D non sia ulteriormente
migliorabile!

Talvolta, invece, per certi sistemi è possibile raggiungere il rapporto di riduzione teorico.

In questi rari casi si parla di sistemi ridotti perfetti (il rapporto di riduzione effettivo coincide col rapporto di
riduzione teorico).

Sebbene, a nostro modesto parere, per il sistemista sia molto più interessante (a causa della loro
complessità) lo studio di tutti quei sistemi per i quali non è possibile raggiungere un rapporto di riduzione
perfetto, tuttavia inizieremo ad occuparci proprio dei ridotti perfetti per il Totocalcio.

I SISTEMI RIDOTTI PERFETTI


0B

La volta scorsa ci eravamo lasciati con l’intendimento di proseguire la nostra trattazione occupandoci dei
sistemi ridotti perfetti, cioè di quei sistemi il cui rapporto di riduzione effettivo coincide col rapporto di
riduzione teorico.

Naturalmente stiamo parlando, come già detto, di sistemi ridotti assoluti (= senza ulteriori condizionamenti),
ovvero di tutti quei sistemi che garantiscono la vincita di seconda categoria (n-1) o di terza categoria (n-2),
semplicemente rispettando il pronostico, imperniato su un certo numero di varianti triple e/o doppie, senza
ulteriori condizionamenti (colonna base, limitazioni di segni, sezioni eccetera).

Sono rari i casi di sistemi per i quali si riesce ad ottenere un ridotto perfetto: conosciamo, per la precisione,
sei casi per quanto concerne i sistemi ridotti n-1 (Totocalcio) e quattro casi per quanto riguarda i sistemi
ridotti n-2 o biridotti (Totip).

Al momento ci occuperemo soltanto dei sistemi ridotti n-1.


I sei sistemi ridotti perfetti n-1 sono:

Doppie Triple Colonne


1 -- 1
3 -- 2
7 -- 16
-- 1 1
-- 4 9
-- 13 59.049

1B

Dopo quanto detto la volta scorsa i più attenti saranno certo in grado di verificare autonomamente la
veridicità di quanto sopra affermato.

A beneficio di tutti gli altri, comunque, faremo un ulteriore esempio, controllando se il sistema di 13 triple
colonne 59.049 sia effettivamente un ridotto perfetto n-1 del corrispondente sistema integrale.

Utilizzando la formula per il calcolo dello sviluppo colonnare di un sistema integrale, riscontriamo che 13
triple integrali hanno uno sviluppo di 1.594.323 colonne (=3 elevato alla tredicesima).

Sappiamo inoltre che una colonna qualsiasi di 13 triple rappresenta 27 colonne dell’integrale: 26 colonne a
scarto di un punto, più la colonna stessa (2 * 13 + 1), perché abbiamo visto che ogni segno di una tripla
rappresenta sempre altre due colonne.

1.594.323 / 27 = 59.049 limite di riduzione teorico

1.594.323/59.049 = 27 rapporto di riduzione teorico

Poiché in questo caso il rapporto di riduzione effettivo coincide col rapporto di riduzione teorico e il limite di
riduzione teorico (al di sotto del quale è impossibile scendere) coincide col ridotto effettivamente ottenuto,
possiamo tranquillamente affermare che il sistema ridotto n-1 di 13 triple colonne 59.049 è un ridotto
perfetto.

Fatto questo, ora cercheremo di realizzare materialmente i sistemi ridotti perfetti.

Possiamo senza dubbio trascurare i due casi più banali, cioè il ridotto perfetto di una doppia colonne 1 e il
ridotto perfetto di una tripla colonne 1.

Infatti è ovvio che uno qualsiasi dei due segni di una doppia (1 oppure X) rappresenta a scarto di un punto
l’altro segno.

Lo stesso per il ridotto perfetto di una tripla: uno qualunque dei tre segni (1, X , 2) rappresenta n-1 gli altri
due segni.

Ora ci occuperemo dunque del ridotto perfetto di 3 doppie, colonne 2. Questo ci darà lo spunto per
evidenziare alcuni concetti che in sistemistica hanno un’importanza fondamentale.

Prima di tutto, dall’osservazione della tabella soprastante, si riscontra che non esistono ridotti perfetti di
sistemi formati sia da varianti doppie, sia da varianti triple (=sistemi impuri o misti). Infatti soltanto tra i
sistemi di sole varianti doppie o di sole varianti triple (=sistemi puri od omogenei) è possibile trovare dei
ridotti perfetti.
Il ridotto perfetto di 3 doppie deriva dal sistema di 2 doppie. Scriviamo ora qui sotto lo sviluppo integrale di
due doppie;

1 X 1 X
1 1 X X

sulla prima riga dovremo porre i due segni (1 ed X), a ciascuno dei quali abbineremo, sulla seconda riga,
tanto il segno 1 quanto il segno X (2*2=4 colonne).

Prendiamo ora in esame la prima colonna:

1
1

notiamo che essa rappresenta con lo scarto di un punto (n-1) altre due colonne, ossia:

X 1
1 X

l’unica colonna non rappresentata è dunque:

X
X

quindi, utilizzando la prima e l’ultima colonna, otterremo un sistema ridotto n-1 di due doppie, ovvero:

1 X
1 X

un altro sistema ridotto n-1 di due doppie lo si ottiene con le altre due colonne residue:

X 1
1 X

Pertanto osserviamo che lo sviluppo integrale di due doppie è scindibile in due diversi sistemi ridotti n-1.

Essi sono perfettamente equivalenti ed è del tutto indifferente l’uso di uno o dell’altro riduttore, perché
entrambi presentano caratteristiche analoghe.

Ad una più attenta analisi scopriamo che una caratteristica assai interessante di entrambi i sistemi è il fatto
che essi garantiscono, come minimo, non una, ma due vincite di seconda categoria!

E’ questa una peculiarità non soltanto del ridotto n-1 di due doppie, bensì di tutti i sistemi ridotti n-1 che
siano articolati su due sole varianti OMOGENEE (non ha importanza che si tratti di varianti doppie, triple,
quadruple etc.): essi garantiscono sempre almeno due punteggi n-1.

Questa particolare selezione colonnare che abbiamo eseguito per costruire il ridotto di due doppie in
sistemistica viene definita sistema semi integrale (infatti, nel caso di sistemi articolati su sole varianti doppie,
lo sviluppo di un semi integrale è appunto la metà del corrispondente sistema integrale).
I sistemi semi integrali di sole varianti triple sono invece un terzo del sistema integrale corrispondente; i semi
integrali di sole quadruple (quattro varianti, per esempio A,B,C,D) sono un quarto dell’integrale; i semi
integrali di sole quintuple (A,B,C,D,E) sono un quinto dell’integrale e cosi via…

Tuttavia è ormai consuetudine denominare questi sistemi con la dizione di semi integrale,
indipendentemente dal tipo di varianti che li costituiscano (perciò non si parla mai di tri-integrali per i sistemi
di triple, di quadri-integrali per i sistemi di quadruple etc.).

Mi permetto di dilungarmi su questo argomento perché il concetto di semi integrale riveste importanza
fondamentale nello studio dei sistemi.

Caratteristica precipua di un semi integrale è il fatto che esso garantisce sempre o la sola vincita di prima
categoria (senza nessuna vincita n-1) oppure tante vincite di seconda categoria quante sono le varianti che
lo costituiscono.

Perciò un semi integrale di 10 doppie, ad esempio, garantirà o la sola vincita di prima categoria, oppure 10
punteggi di seconda categoria (perché 10 sono le varianti). Un semi integrale di 5 triple garantirà o la sola
vincita di prima categoria, oppure 5 punteggi di seconda categoria (perché 5 sono le varianti).

Un semi integrale di 8 sestuple (8 varianti A,B,C,D,E,F) garantirà o la sola vincita di prima categoria, oppure
8 punteggi di seconda categoria (perché 8 sono le varianti), e cosi via. I sistemi semi integrali sono ottenibili
soltanto nel caso che il corrispondente integrale sia un sistema puro, cioè costituito esclusivamente da
varianti di tipo omogeneo (solo doppie, solo triple etc.).

Al contrario non esistono semi integrali di sistemi misti o impuri (perché la quantità di vincite di seconda
categoria non rimane costante).

La costruzione di un semi integrale di sole doppie è molto semplice (come vedremo); un po’ più complicata è
la costruzione di semi integrali per i sistemi costituiti da un maggior numero di varianti, tuttavia non si tratta
certo di un’impresa proibitiva.

Torniamo ora al "nostro" sistema integrale di 2 doppie:

1 X 1 X
1 1 X X

Se consideriamo la prima colonna di questo sistema come se fosse una colonna base (= zero errori),
notiamo che ciascuna delle due colonne seguenti presenta un errore (= un segno X) rispetto alla colonna
base, mentre l’ultima colonna presenta due errori (= due segni X) rispetto alla colonna base.

Per ottenere un semi integrale di sole varianti doppie è sufficiente selezionare tutte quelle colonne che
presentano un numero pari (0,2,4,6,8,10,12) o dispari (1,3,5,7,9,11,13) di errori rispetto alla colonna assunta
come base (per convenzione si utilizza la colonna di soli segni 1).

Sappiamo già che dai sistemi formati da varianti doppie si possono ottenere soltanto due semi integrali, tre
da quelli costituiti da triple e così via.
Pertanto i due semi integrali di due doppie sono, ovviamente:

1 X
1 X

primo semi integrale (errori pari)

1 X
X 1

secondo semi integrale (errori dispari).

Partendo da questi due semi integrali prossimamente costruiremo quattro sistemi ridotti perfetti di 3 doppie
(ciascuno di due colonne), scomponendo il corrispondente sistema integrale (8 colonne), senza alcun resto
o ripetizione colonnare.

IL RIDOTTO PERFETTO DI 3 DOPPIE


Si osservi la colonna seguente:

1
1

Già si è detto che questa colonna del primo semi integrale di due doppie rappresenta n-1 tutte le colonne
dell'integrale di due doppie, con l'eccezione della colonna sottostante:

X
X

la quale, analogamente alla precedente, rappresenta n-1 tutte le colonne del sistema integrale, tranne la
colonna contraddistinta da due segni 1.

In sistemistica insiemi colonnari che denotano caratteristiche di rappresentatività similari alle precedenti due
colonne vengono denominati matrici.

Le matrici sono sviluppi parziali di un sistema integrale, contraddistinti da analogie di rappresentatività


rispetto alle colonne dell'integrale rimaste escluse dalle matrici stesse.

Anche il concetto di matrice riveste importanza fondamentale per la sistemistica tradizionale. Non
necessariamente le matrici si rappresentano vicendevolmente, anzi le matrici in senso classico non si
rappresentano tra loro (matrici ortodosse).

In un sistema ridotto la carenza di rappresentatività reciproca tra le matrici viene recuperata tramite
l'abbinamento delle medesime con una serie di sistemi ridotti differenziati i quali, complessivamente, devono
contenere (condizione necessaria alla validità del sistema che si vuole ottenere) tutte le colonne del
corrispondente sistema integrale.

L'esempio pratico sul sistema ridotto di tre doppie chiarirà i concetti sopra espressi.
Per ottenere questo sistema dobbiamo abbinare ciascuna delle due matrici di due doppie a un sistema
ridotto di una doppia (riduttori), in questo modo:

1 X
2 DOPPIE MATRICI
1 X

1 DOPPIA RIDUTTORI 1 X

2B

La linea di frazione sta a simboleggiare che le colonne poste a numeratore devono essere moltiplicate per le
colonne poste a denominatore (ma in questo caso 1*1=1).

Il riduttore di 3 doppie assume pertanto la seguente configurazione:

1 X
1 X
1 X

Questo sistema è un ridotto perfetto perché il rapporto di riduzione teorico del sistema di 3 doppie (8/4=2)
coincide col rapporto di riduzione che effettivamente si riesce a raggiungere.

Un secondo ridotto di tre doppie si ottiene, sempre dalle due matrici precedenti, semplicemente invertendo
tra loro i due ridotti d'aggancio.

Allo stesso modo altri due sistemi ridotti si ottengono dal secondo semi integrale di due doppie,
selezionandone le matrici e ripetendo con i soliti due ridotti d'aggancio gli abbinamenti di cui sopra.

1 X 1 X 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 X 1
1 X X 1 1 X X 1

3B

Questi quattro sistemi di tre doppie (A,B,C,D) rappresentano l'esatta scomposizione dell'integrale, senza
nessuna ripetizione colonnare.

Essi sono perfettamente equivalenti e l'uso di uno piuttosto che degli altri è assolutamente indifferente.
Perché allora costruire quattro differenti sistemi ridotti, dal momento che sarebbe stato sufficiente ottenerne
uno solo?

L'esatta scomposizione dell'integrale di questi piccoli sistemi in una serie di riduttori differenziati è un
procedimento indispensabile per la costruzione di ridotti di maggiori dimensioni.

Teoricamente quando aumentano le varianti di un sistema dovrebbe aumentare anche il rapporto di


riduzione.

In realtà ciò non sempre avviene: dal ridotto di 3 doppie derivano infatti (per semplice moltiplicazione o per
trasformazione di una doppia in tripla) tre altri sistemi.
Essi, non essendo purtroppo ottenibili in maniera autonoma, mantengono lo stesso rapporto di riduzione del
ridotto di 3 doppie, cioè quattro.

Tali sistemi sono: Quattro doppie colonne 4

Si ottiene da uno qualsiasi dei 4 ridotti di 3 doppie moltiplicandolo per una doppia integrale (2*2=4).

1 X 1 X
1 X 1 X
1 X 1 X
1 1 X X

4B

Una tripla e due doppie colonne 3

Si ottiene da uno qualsiasi dei 4 ridotti di 3 doppie trasformando una doppia in tripla (ad esempio
trasformando il segno X in 2 sulla prima riga, mentre il segno 1 rimane invariato).

1 X 2
1 X X
1 X X

5B

In pratica è stata aggiunta una colonna con il segno 2 al posto del segno X sulla prima riga: il concetto della
trasformazione di una doppia in tripla è semplicemente questo piccolo artificio.

Una tripla e tre doppie colonne 6

Si ottiene indifferentemente sia moltiplicando 1T2D per una doppia integrale sia trasformando una doppia in
tripla nel sistema di 4D.

6B

1 X 2 1 X 2
1 X X 1 X X
1 X X 1 X X
1 1 1 X X X
IL RIDOTTO PERFETTO DI 7 DOPPIE COLONNE 16
7B

Abbiamo già parlato (a proposito della costruzione dei semi integrali articolati sulle varianti doppie) del
criterio di selezione colonnare che consiste nel separare in due sistemi parziali tutte quelle colonne che
presentano un numero pari o dispari di errori (=segni X), rispetto alla colonna di soli segni 1 (=base).

Adotteremo questo metodo anche per la costruzione del ridotto perfetto n-1 di 7 doppie, colonne 16.

Tuttavia esistono criteri di classificazione delle colonne che sono più complessi: in sistemistica si parla
spesso, ad esempio, di FORMULE DERIVATE.

La paternità di questa denominazione è attribuita al compianto Alfonso Musso, uno dei pionieri degli studi
sistemistici in Italia.

Il criterio di selezione colonnare delle "formule derivate" consiste nel denominare le colonne in base al
numero di segni 1, X, 2 (nell'ordine, per convenzione) dai quali esse sono costituite.

Diremo, per esempio, che appartiene alla formula derivata 5-3-2 la seguente colonna, articolata su 10
varianti:

2
1
X
2
1
1
1
1
X
X

perché essa contiene 5 segni 1, 3 segni X, 2 segni 2 .

Non riveste importanza alcuna l'ordine con cui sono disposti i tre segni nell'ambito di ciascuna colonna: tutte
le colonne che contengono 5 segni 1, 3 segni X e 2 segni 2 saranno sempre e comunque classificate come
appartenenti alla formula derivata 5-3-2.

Approfondiremo questo argomento quando ci occuperemo dei sistemi costituiti da varianti triple: per il
momento ritengo che sia più conveniente continuare a parlare di errori pari e di errori dispari.

Perciò preoccupiamoci ora di suddividere lo sviluppo integrale di 4 doppie (16 colonne) nei due semi
integrali, pari e dispari.

Avremo:

1 X X X 1 1 1 X
1 X 1 1 X X 1 X
1 1 X 1 X 1 X X
1 1 1 X 1 X X X
Primo semi integrale di 4 doppie (o semi integrale pari), costituito dalle 8 colonne che presentano un numero
di errori (segni X) pari (0, 2, 4) rispetto alla colonna base di soli segni 1.

X 1 1 1 1 X X X
1 X 1 1 X 1 X X
1 1 X 1 X X 1 X
1 1 1 X X X X 1

Secondo semi integrale di 4 doppie (o semi integrale dispari), costituito dalle 8 colonne che presentano un
numero di errori (segni X) dispari (1, 3) rispetto alla colonna base di soli segni 1.

8B

Osservando la prima colonna del semi integrale pari notiamo che essa rappresenta n-1 quattro colonne del
secondo semi integrale, cioè:

X 1 1 1
1 X 1 1
1 1 X 1
1 1 1 X

9B

Perciò selezionando anche la colonna che contiene 4 segni X copriremo n-1 le 4 colonne dispari residue:

1 X X X
X 1 X X
X X 1 X
X X X 1

10B

In questo modo otterremo una prima matrice di due colonne su 4 doppie, che rappresenterà n-1 tutte le altre
8 colonne del secondo semi integrale.

Con lo stesso procedimento, cioè selezionando a due a due le colonne tra loro opposte di 4 segni, si
ottengono altre tre matrici pari dal primo semi integrale e altre quattro matrici dispari dal secondo semi
integrale.
In definitiva avremo 8 MATRICI di 4 doppie, ciascuna di 2 colonne:

1 X 1 X 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 X 1
1 X X 1 1 X X 1
1 X X 1 X 1 1 X

M1 ============ M2 =========== M3 ============ M4

11B

1 X 1 X 1 X 1 X
X 1 X 1 1 X 1 X
X 1 1 X X 1 1 X
X 1 1 X 1 X X 1

M5 ============ M6 =========== M7 ============ M8

Ciascuna delle prime quattro matrici rappresenta n-1 tutte le colonne costituenti le seconde quattro matrici e,
viceversa, ciascuna delle seconde quattro matrici rappresenta n-1 tutte le colonne delle prime quattro.

Al contrario M1, M2, M3 ed M4 non si rappresentano reciprocamente, così come non si rappresentamo tra
loro M5, M6, M7 ed M8.

Prendiamo ora in esame le quattro matrici pari M1, M2, M3, M4.

Esse non si rappresentano n-1 tra di loro, ma supereremo questo problema abbinando ciascuna matrice ad
uno dei 4 riduttori di 3 doppie, che già conosciamo:

1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X 1 X X 1

R1 ============ R2 ============ R3 ============ R4

Lo schema di aggancio è il seguente:

R1 * M1 + R2 * M2 +R3 * M3 + R4 * M4
Per esempio, R1 si moltiplica per M1 nel seguente modo:

1 X 1 X
1 X 1 X
1 X 1 X
1 1 X X
1 1 X X
1 1 X X
1 1 X X

ovvero ciascuna colonna del ridotto deve essere abbinata a ciascuna colonna della matrice, pertanto la
moltiplicazione di ciascuno dei quattro gruppi ridotto/matrice genera sempre quattro colonne:

2 * 2 * 4 = 16 colonne in totale.

Le 16 colonne del ridotto perfetto di 7 doppie sono le seguenti:

1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X
1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X
1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1
1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
1 1 X X 1 1 X X X X 1 1 X X 1 1
1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X 1 1
1 1 X X X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X

Controlliamo adesso che il ridotto ottenuto sia effettivamente valido.

Si possono verificare tre casi:

1) Se la colonna vincente sarà una delle 16 poste in gioco avremo la vincita di prima categoria. E' questo il
caso più semplice da verificare.

2) Se la colonna vincente conterrà sulle ultime quattro doppie un parziale di colonna delle matrici pari,
avremo sicuramente una colonna del ridotto di 7 doppie che darà un punteggio n-1 (scarto di un punto nel
ridotto di 3 doppie abbinato alla colonna delle matrici di 4 doppie che ottiene 4 punti).

3) Se la colonna vincente conterrà sulle ultime quattro doppie un parziale di colonna delle matrici dispari,
avremo sicuramente una colonna del ridotto di 7 doppie che darà un punteggio n-1 (scarto di un punto nella
matrice di 4 doppie abbinata alla colonna che fa 3 punti nel ridotto di 3 doppie).

I più curiosi potranno sbizzarrirsi a riscontrare nella pratica la veridicità di quanto detto sopra, effettuando
tutte le prove che riterranno opportuno eseguire.

La prossima volta vedremo come sia possibile scomporre esattamente (=senza ripetizioni di colonne) lo
sviluppo integrale di 7 doppie (128 colonne) in 8 sistemi ridotti perfetti n-1, ciascuno di 16 colonne.
SCOMPOSIZIONE DELL'INTEGRALE DI 7 DOPPIE
12B

Ora vedremo come sia possibile scomporre esattamente (=senza ripetizioni di colonne) lo sviluppo integrale
di 7 doppie (128 colonne) in 8 sistemi ridotti perfetti n-1, ciascuno di 16 colonne.

Torniamo ad osservare lo schema dal quale abbiamo ottenuto il primo ridotto perfetto di sette doppie:

R1 * M1 + R2 * M2 + R3 * M3 + R4 * M4

Ruotando i riduttori, per sempio in senso antiorario, otterremo altri tre sistemi di sette doppie.

2° sistema

R2 * M1 + R3 * M2 + R4 * M3 + R1 * M4

3° sistema

R3 * M1 + R4 * M2 + R1 * M3 + R2 * M4

4° sistema

R4 * M1 + R1 * M2 + R2 * M3 + R3 * M4

Altri quattro sistemi sistemi ridotti li otterremo dalle 4 matrici dispari di quattro doppie, ruotando i riduttori
d'aggancio come gia si è fatto sopra.

5° sistema

R1 * M5 + R2* M6 + R3 * M7 + R4 * M8

6° sistema

R2 * M5 + R3* M6 + R4 * M7 + R1 * M8

7° sistema

R3 * M5 + R4* M6 + R1 * M7 + R2 * M8
8° sistema

R4 * M5 + R1* M6 + R2 * M7 + R3 * M8

Lasciamo a coloro che lo desiderassero l'incombenza di realizzare materialmente i ridotti, dal momento che
questo non è lo scopo essenziale della nostra rubrica, la quale, lo ricordo, è rivolta essenzialmente alla
teoria costruttiva dei sistemi.

D'altra parte chi ci ha seguito dalla prima volta dovrebbe ormai aver acquisito le conoscenze tecniche per
poter ottenere autonomamente questi sistemi.

Ricordiamo ancora che le otto diverse versioni di 16 colonne hanno caratteristiche analoghe e che, quindi, è
del tutto indifferente, ai fini pratici del gioco, l'utilizzo dell'uno piuttosto che dell'altro riduttore.

Dal ridotto perfetto di sette doppie si ottengono direttamente altri tre ridotti che, del resto, è impossibile
costruire in modo autonomo.

Questi tre sistemi sono:

8 DOPPIE

ridotto n-1, colonne 32. Si ottiene dal 7 doppie, moltiplicandolo per una doppia integrale.

1 TRIPLA E 6 DOPPIE

ridotto n-1, colonne 24. Si trasforma una doppia in tripla nel sistema di 7 doppie.

1 TRIPLA E 7 DOPPIE

ridotto n-1, colonne 48. Si moltiplica 1T6D per una doppia integrale.

DAL TOTOCALCIO AL LOTTO


13B

Dal ridotto perfetto n -1 di 7 doppie è possibile ottenere due sistemi utili per il gioco del Lotto (oggi noi
esamineremo il primo).

O forse sarebbe meglio affermare che proprio da un sistema per il Lotto si ricava il ridotto perfetto di 7
doppie?

E' un po' come voler stabilire se venga prima l'uovo o la gallina: in realtà voglio soltanto far notare che, per i
vari giochi, si rileva spesso un comune denominatore, una sorta di interconnessione tra le varie tecniche
di costruzione dei sistemi.
Si abbia, dunque, il ridotto di 7 doppie:

1) 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X
2) 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X
3) 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1
4) 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
5) 1 1 X X 1 1 X X X X 1 1 X X 1 1
6) 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X 1 1
7) 1 1 X X X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X

Si tratta dello stesso sistema già visto nella quarta puntata: semplicemente abbiamo numerato da 1 a 7 le
varianti.

Preleviamo dallo sviluppo le colonne che contengono 3 segni X (3 errori rispetto alla base di 7 segni 1).

1) X X X 1 1 1 1
2) X 1 1 X X 1 1
3) X 1 1 1 1 X X
4) 1 X 1 X 1 X 1
5) 1 X 1 1 X 1 X
6) 1 1 X X 1 1 X
7) 1 1 X 1 X X 1

traduciamo ora le colonne in forma numerica, scrivendo il numero di riga corrispondente alla posizione dei
vari segni X presenti, ovvero:

1 2 3
1 4 5
1 6 7
2 4 6
2 5 7
3 4 7
3 5 6

Quello ottenuto è un sistema per 7 numeri, in terzine, a garanzia dell'ambo, adatto al gioco del Lotto.

Anche questo sistema, come quello per il Totocalcio da cui deriva, è un ridotto perfetto.
Combinando tra loro, nei vari modi possibili 7 numeri, si ottengono 21 ambi:

1 2 2 4 3 7
1 3 2 5 4 5
1 4 2 6 4 6
1 5 2 7 4 7
1 6 3 4 5 6
1 7 3 5 5 7
2 3 3 6 6 7

Ogni terzina del nostro sistema rappresenta 3 ambi (ad esempio la terzina 1,2,3 rappresenta gli ambi 1,2 1,3
e 2,3); dal momento che con 7 numeri si formano 21 ambi e che ogni terzina ne rappresenta 3, è semplice
verificare come il nostro sistema a garanzia dell'ambo sia un ridotto perfetto, poiché il rapporto di
riduzione teorico (21/3=7) coincide col rapporto di riduzione effettivo.

La formula che si usa per calcolare il numero di ambi, terni, quaterne, cinquine, sestine etc. ottenibili da una
qualsiasi serie numerica è detta formula delle permutazioni con ripetizione.

In questa sede non ci preoccupa tanto la formula, piuttosto ci interessa il suo utilizzo pratico.

Pertanto ecco di seguito una serie di formule SPICCIOLE, opportunamente adattate per i nostri scopi.

• Formula per calcolare il numero di ambi ottenibili da una serie numerica n

n*(n-1)
2

14B

• Formula per calcolare il numero di terni ottenibili da una serie numerica n

n*(n-1)*(n-2)
2*3

• Formula per calcolare il numero di quaterne ottenibili da una serie numerica n

n*(n-1)*(n-2)*(n-3)
2*3*4
• Formula per calcolare il numero di cinquine ottenibili da una serie numerica n

n*(n-1)*(n-2)*(n-3)*(n-4)
2*3*4*5

Ci siamo fermati alle cinquine perché nel Lotto italiano vengono estratti 5 numeri per ogni ruota.

Comunque le formule per calcolare le sestine o insiemi maggiori si ricavano con lo stesso metodo usato per
le precedenti.

Se volessimo calcolare il numero di terni ottenibili, per esempio, da una serie numerica n = 7 ( il sistema
presentato verte appunto su 7 numeri), applicando la formula numero 2) avremmo:

7*(7-1)*(7-2)
2*3

Il risultato è 35 ( = terni che si ottengono da una serie numerica di 7 numeri).

Poiché ogni terzina del nostro sistema corrisponde a uno dei 35 terni ottenibili con 7 numeri, constatiamo
che il sistema contiene anche 7 terni.

Giocandolo per ambo e terno le probabilità di vincita saranno dunque:

a. Un ambo al 100% con due numeri estratti


b. Un terno al 20% con tre numeri estratti ( nel sistema è presente la quinta parte dei terni ).

Vorrei concludere il nostro discorso presentando un modo sintetico per indicare le caratteristiche dei sistemi
per il lotto.

Possiamo infatti identificare il nostro sistema come:

7, 3 , 2 , 2 = 7

Questa simbologia significa, nell'ordine: 7 numeri, in terzine, a garanzia dell'ambo, con due estratti.

A mio parere si tratta di un linguaggio molto semplice e pratico, che consente di individuare immediatamente
la tipologia dei vari sistemi (a garanzia di una sola vincita).
ANCORA UN SISTEMA PER IL GIOCO DEL LOTTO
15B

Utilizzando ancora una volta il ridotto perfetto n-1 di 7 doppie risulta davvero molto facile ottenere il seguente
sistema per il lotto:

8, 4, 3, 3 = 14

Questa simbologia, secondo quanto già spiegato, significa, semplicemente:

Sistema per 8 numeri, articolato in quartine, a garanzia del terno con 3 estratti.

Con la formula seguente (dopo aver effettuato le opportune sostituzioni) verifichiamo che i terni che si
ottengono permutando 8 numeri sono 56:

8*(8-1)*(8-2)
2*3

Poiché una quartina qualsiasi rappresenta 4 terni ( ad esempio la quartina 1,2,3,4 rappresenta i terni 1,2,3
1,2,4 1,3,4 2,3,4 ), il rapporto di riduzione teorico del sistema 8, 4, 3, 3 risulta:

56 / 4 = 14

Il sistema ottenuto è di 14 quartine, perciò il rapporto di riduzione effettivo coincide col rapporto di riduzione
teorico, ovvero

Il sistema per 8 numeri, articolato in quartine, a garanzia del terno con 3 estratti è un ridotto perfetto.

Per ottenerlo materialmente concentriamo la nostra attenzione sul "solito" ridotto di 7 doppie in 16 colonne:

1) 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X
2) 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X
3) 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1
4) 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
5) 1 1 X X 1 1 X X X X 1 1 X X 1 1
6) 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X 1 1
7) 1 1 X X X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X

Eliminiamo le due colonne monotermini ( 7 segni 1 e 7 segni X ); a questo punto rimangono 14 colonne,
delle quali 7 "contenenti" tre segni X e 7 con quattro segni X.

Aggiungiamo, partendo dall'alto, una riga al sistema (l'ottava): la prima riga del 7 doppie, a questo punto
diventerà 2), la seconda 3), e così via.

Infine scriviamo sulla riga aggiunta in precedenza il segno X in corrispondenza delle colonne con 3 segni X e
scriviamo 1 in corrispondenza delle colonne con 4 segni X.
Il risultato ottenuto sarà:

1) X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1
2) X 1 X 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X
3) X 1 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X
4) X 1 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1
5) 1 X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
6) 1 X 1 1 X X X X 1 1 X X 1 1
7) 1 X X X 1 1 1 1 X X X X 1 1
8) 1 X X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X

Trascriviamo le colonne in forma numerica (si deve riportare il numero di riga corrispondente alla posizione
dei segni X ):

1 2 3 4 2 4 6 8
5 6 7 8 1 3 5 7
1 2 7 8 2 4 5 7
3 4 7 8 1 4 6 7
1 2 5 6 2 3 6 7
3 4 5 6 1 4 5 8
1 3 6 8 2 3 5 8

Il risultato che si ottiene è il ridotto perfetto 8, 4, 3, 3 = 14.

Ovviamente (anche questa è una convenzione consolidata) il sistema viene presentato con i numeri da 1 a
8: chi desiderasse realmente giocarlo dovrà provvederne la sostituzione con i numeri ritenuti "vincenti".

Questo sistema in caso di vincita ( = "centrando" i numeri estratti ) offre la seguente resa:

a) Tre ambi al 100% con due numeri estratti

b) Un terno al 100% con tre numeri estratti

c) Una quaterna al 20% con quattro numeri estratti (14 quartine rappresentate sulle 70 possibili)

Dal sistema 8, 4, 3, 3 è possibile ricavare il sistema 9, 4, 3, 3 = 25 quartine.

Questo sistema non è molto interessante dal punto di vista sistemistico, né si tratta di un ridotto perfetto.

Al contrario può essere curioso per i lettori costatare che, anche per i sistemi del lotto, è possibile, talvolta,
ottenere sistemi maggiori per semplice… trasformazione numerica.
Si tratta di qualcosa di simile alla trasformazione di doppie in triple che si usa per ottenere alcuni sistemi per
il Totocalcio.

L'esempio in questione chiarirà meglio il tutto.

Selezioniamo dal sistema 8, 4, 3, 3 le sette quartine contenenti il numero 8 e riscriviamole, ponendo, al


posto del numero 8, il numero 9:

1 3 6 9
5 6 7 9
2 4 6 9
1 4 5 9
1 2 7 9
3 4 7 9
2 3 5 9

A questo punto, per completare il sistema, dovremo combinare l'ambo 8, 9 con i numeri da 1 a 7:

si tratta, dunque, di porre in gioco altre 4 quartine.

1 2 8 9
3 4 8 9
5 6 8 9
1 7 8 9

Perciò il sistema 9, 4, 3, 3 sarà costituito da 14 + 7 + 4 = 25 quartine:

1 2 3 4 2 4 6 8
5 6 7 8 1 3 5 7
1 2 7 8 2 4 5 7
3 4 7 8 1 4 6 7
1 2 5 6 2 3 6 7
3 4 5 6 1 4 5 8
1 3 6 8 2 3 5 8

1 3 6 9 5 6 7 9
2 4 6 9 1 4 5 9
1 2 7 9 3 4 7 9
2 3 5 9 1 2 8 9
3 4 8 9 5 6 8 9
1 7 8 9
Il limite teorico di questo sistema è 21 quartine, ma, naturalmente, non è possibile raggiungerlo: si tratta
dunque di un sistema per il quale non è possibile costruire un ridotto perfetto.

Per ora è tutto: la prossima volta concentreremo la nostra attenzione su un sistema per il Totogol.

UN SISTEMA PER IL TOTOGOL E PER IL SUPERENALOTTO


16B

Presenteremo oggi un sistema adatto tanto al Totogol, quanto al Superenalotto.

Si tratta di un elaborato di semplice costruzione: 10, 5, 4, 5 = 14

Ovvero si tratta di un sistema per dieci numeri, in cinquine, a garanzia del quattro (punteggio di seconda
categoria) con cinque numeri estratti.

In Italia è invalsa la pessima abitudine di identificare questo e altri sistemi simili conteggiando anche le
eventuali fisse necessarie per il gioco reale.

Perciò, intendendo utilizzare questo sistema per il Totogol, qualcuno si ostina a chiamarlo "sistema per
tredici numeri (=10 ruotanti, più tre fisse) a garanzia del sette, con tre fisse".

Evidentemente chi adopera tale dizione intende dire che, per giocare questo sistema in ottine (= l'unità di
misura del Totogol), si devono aggiungere tre fisse.

Personalmente io non concordo: se adottassimo questo criterio allora dovremmo denominare (per
esempio) il sistema ridotto di 7 doppie "sistema per tredici partite, articolato su 7 doppie, con 6 fisse",
perché l'unità di misura del Totocalcio è, chiaramente, una tredicina!

Mi sembra proprio che tutto ciò sarebbe una inutile perdita di tempo: per di più si sottovaluterebbe
l'intelligenza del giocatore!

Pertanto, a proposito di questa tipologia di sistemi, io continuerò a non considerare le eventuali fisse, che il
giocatore dovrà, invece, aggiungere, per adattare il sistema stesso al gioco reale.

D'altra parte, per il Superenalotto, il medesimo sistema diventerebbe: sistema per 11 numeri, in cinquine,
con una fissa!

Lasciamo comunque da parte queste considerazioni ed occupiamoci del sistema 10,5,4,5 di 14 cinquine.

Di tutti i sistemi presentati sinora non abbiamo mai indicato l'autore, per la semplice ragione che non ne è
chiara la paternità.

Lo studioso Alfonso Musso sosteneva, per esempio, di essere l'autore del ridotto n-1 di 7 doppie, ma non vi
sono prove certe in proposito.

Del sistema 10,5,4,5, invece, conosciamo l'autore: l'AOSI (Albo d'Oro della Sistemistica Italiana) lo
attribuisce a Vittorio Ornago (1994).

L'AOSI è una sorta di libro dei record, nel quale vengono iscritti cronologicamente, per i sistemi Totocalcio,
Totip e Totogol, gli autori dei vari sistemi e i limiti colonnari da essi raggiunti.

Tale iniziativa è patrocinata dal settimanale "Totoguida".

Senza mettere assolutamente in dubbio la buona fede di Vittorio Ornago, tuttavia io ho ragione di ritenere
che, all'estero, questo sistema fosse conosciuto da molto più tempo (almeno 15 anni prima).
Comunque è molto facile ottenerlo autonomamente: punto di partenza è il noto ridotto n-1 di 7 doppie.

1) 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X
2) 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X
3) 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1
4) 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
5) 1 1 X X 1 1 X X X X 1 1 X X 1 1
6) 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X 1 1
7) 1 1 X X X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X

Eliminiamo le due colonne monotermini ( 7 segni 1 e 7 segni X ); a questo punto rimangono 14 colonne,
delle quali 7 "contenenti" tre segni X e 7 con quattro segni X.

Trascriviamo ora le colonne in forma numerica, avendo però cura di tenere separate le terzine dalle quartine:

1 2 3 4 5 6 7
1 4 5 2 3 4 5
1 6 7 2 3 6 7
2 4 6 1 3 4 6
2 5 7 1 3 5 7
3 4 7 1 2 4 7
3 5 6 1 2 5 6

Abbiamo così ottenuto la prima parte del sistema, che ora integreremo con una seconda sezione di tre
numeri: 8, 9, 10 (7 + 3 = 10).

Il completamento del sistema si può effettuare in tre modi diversi ( ambi 8,9 8,10 oppure 9,10), che sono del
tutto equivalenti.

Il modo da noi adottato è il seguente:

1 2 3 8 9 4 5 6 7 10
1 4 5 8 9 2 3 4 5 10
1 6 7 8 9 2 3 6 7 10
2 4 6 8 9 1 3 4 6 10
2 5 7 8 9 1 3 5 7 10
3 4 7 8 9 1 2 4 7 10
3 5 6 8 9 1 2 5 6 10

Quello sopra è il sistema per 10 numeri in 14 cinquine, a garanzia del punteggio n-1 con 5 estratti.
Verifichiamone ora la validità.

Avendo in precedenza suddiviso la serie numerica di 10 numeri in due diverse sezioni (da 1 a 7 e da 8 a 10),
è chiaro che tutte le possibili disposizioni che si possono verificare con 5 numeri estratti sono le seguenti:
Prima sezione Seconda sezione
5 0
4 1
3 2
2 3

La sortita di 5 estratti nella prima sezione troverà copertura n-1 nel gruppo che deriva dalle colonne del 7
doppie contraddistinte da 4 segni X: infatti queste 7 colonne agganciano tutte le 21 colonne con 5 errori su
7D.

La sortita di due soli numeri nella prima sezione troverà copertura nel gruppo che deriva dalle colonne con 3
errori su 7D: infatti queste rappresentano n-1 tutte le 21 colonne con 2 errori.

Per gli altri due casi rimasti la copertura potrà trovarsi in una delle due sezioni.

Infatti, su 7D, le 7 colonne con 3 errori e le 7 con 4 errori sono complementari: le prime rappresentano 28/35
colonne con 4 errori e le seconde agganciano 28/35 colonne con 3 errori.

Le 7 colonne residue sono, in entrambi i casi, quelle poste in gioco.

Facciamo ora qualche riflessione sul sistema 10, 5, 4, 5 = 14.

Lo sviluppo integrale di questo sistema richiede 252 cinquine, come si evince dalla formula che già
conosciamo:

10 * 9 * 8 * 7 * 6
2*3*4*5

Nel ridotto teorico n-1 per il Totogol ,su 10 numeri una qualsiasi cinquina ne rappresenta 25 a scarto di un
punto, più se stessa (26 cinquine in totale).

Pertanto il limite di riduzione teorico del sistema 10,5,4,5 è 252 / 26 = 9,6923076 colonne, a fronte di 14
colonne che ne rappresentano il limite reale.

Nei sistemi per il Lotto non è infrequente raggiungere il limite di riduzione teorico.

Anche per i sistemi Totocalcio e Totip ciò è a volte possibile: ne abbiamo già parlato.

Diverso, invece, il discorso per quanto concerne questo tipo di sistemi: il sistema 10,5,4,5 è infatti, insieme al
sistema 14,7,6,7 che esamineremo prossimamente, quello che più si avvicina al rapporto di riduzione teorico
fra i sistemi ridotti per il Totogol.

Per meglio comprendere i concetti or ora espressi, ecco, di seguito, la visualizzazione delle 26 cinquine
ridotte n-1 da una qualsiasi cinquina appartenente ad una serie di 10 numeri.

Nell'esempio la cinquina presa in esame è: 1, 2, 3, 4, 5.


Le cinquine devono essere lette in verticale, come se fossero colonne del Totocalcio:

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5
6 6 6 6 6
7 7 7 7 7
8 8 8 8 8
9 9 9 9 9
10 10 10 10 10

A tal proposito, ho elaborato una semplice formula che permette di calcolare con rapidità il rapporto di
riduzione teorico di tutti i sistemi numerici ridotti n-1 (per il Totogol, il Superenalotto...).

Poiché è attinente agli argomenti che stiamo trattando, eccola di seguito:

R.R.T. = um * ( n - um ) + 1

Descrizione.

R.R.T. = rapporto di riduzione teorico

um = unità di misura.

( terzine = 3, quartine = 4, cinquine = 5, sestine = 6, settine = 7, ottine = 8, etc. )

n = serie numerica presa in esame.

Nel caso del sistema 10,5,4,5 perciò avremo:

R.R.T. = 5 * ( 10 - 5 ) + 1 = 26
ANCORA UN SISTEMA PER IL TOTOGOL (E TOTOBINGOL)
17B

Chi ci segue da tempo avrà ormai constatato come il ridotto perfetto di 7 doppie sia una straordinaria fonte di
ispirazione alla quale attingere per costruire sistemi adatti a giochi diversi dal Totocalcio.

Anche il sistema che esamineremo oggi deriva, ancora una volta, dal 7 doppie.

Si tratta del sistema 14, 7, 6 , 7 = 100, cioè del sistema per 14 numeri, in settine, a garanzia n-1 nel caso di 7
numeri estratti.

Ovviamente questo sistema si può utilizzare per il Totobingol, mentre, con l'aggiunta di una fissa, è
espressamente idoneo per il gioco del Totogol.

Partiamo dunque dal ridotto di 7 doppie, trascrivendo in forma numerica le 7 colonne con 3 segni X e le 7
colonne con quattro segni X.

Abbiamo già eseguito in precedenza questa operazione, quindi il metodo dovrebbe essere noto.

Ecco di seguito i due gruppi delle 7 terzine e delle 7 quartine:

1 2 3 4 5 6 7
1 4 5 2 3 4 5
1 6 7 2 3 6 7
2 4 6 1 3 4 6
2 5 7 1 3 5 7
3 4 7 1 2 4 7
3 5 6 1 2 5 6
A B

Adesso costruiamo altri due gruppi (C e D), il primo di 7 terzine e il secondo di 7 quartine, effettuando le
seguenti sostituzioni numeriche:

1=8, 2=9, 3=10, 4=11, 5=12, 6=13, 7=14.

Otterremo quindi:

8 9 10 11 12 13 14
8 11 12 9 10 11 12
8 13 14 9 10 13 14
9 11 13 8 10 11 13
9 12 14 8 10 12 14
10 11 14 8 9 11 14
10 12 13 8 9 12 13
C D

Come si può notare i 14 numeri sono stati divisi in due sezioni, la prima costituita dai numeri da 1 a 7, la
seconda dai numeri da 8 a 14.
Dovremo ora moltiplicare il gruppo A per il gruppo D e il gruppo B per il gruppo C.

In questo modo otterremo due gruppi di 49 settine ciascuno.

Per completare il sistema dovremo aggiungere altre due settine:

1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14

Il nostro sistema 14, 7, 6, 7 sarà perciò costituito da

A * D + B * C + 2 = 7 * 7 + 7 * 7 + 2 = 100 settine.

Ecco di seguito lo sviluppo completo di questo sistema.

Le settine incolonnate a sinistra derivano dalla moltiplicazione dei gruppi A e D; le altre, incolonnate a
destra, derivano, invece, dalla moltiplicazione di B e C.

In questo modo il lettore avrà l'opportunità di visualizzare come debba essere effettuata
materialmente la moltiplicazione delle terzine per le quartine.

Completano il sistema le due settine di cui già abbiamo parlato.

1 2 3 11 12 13 14 4 5 6 7 8 9 10
1 2 3 9 10 11 12 4 5 6 7 8 11 12
1 2 3 9 10 13 14 4 5 6 7 8 13 14
1 2 3 8 10 11 13 4 5 6 7 9 11 13
1 2 3 8 10 12 14 4 5 6 7 9 12 14
1 2 3 8 9 11 14 4 5 6 7 10 11 14
1 2 3 8 9 12 13 4 5 6 7 10 12 13
1 4 5 11 12 13 14 2 3 4 5 8 9 10
1 4 5 9 10 11 12 2 3 4 5 8 11 12
1 4 5 9 10 13 14 2 3 4 5 8 13 14
1 4 5 8 10 11 13 2 3 4 5 9 11 13
1 4 5 8 10 12 14 2 3 4 5 9 12 14
1 4 5 8 9 11 14 2 3 4 5 10 11 14
1 4 5 8 9 12 13 2 3 4 5 10 12 13
1 6 7 11 12 13 14 2 3 6 7 8 9 10
1 6 7 9 10 11 12 2 3 6 7 8 11 12
1 6 7 9 10 13 14 2 3 6 7 8 13 14
1 6 7 8 10 11 13 2 3 6 7 9 11 13
1 6 7 8 10 12 14 2 3 6 7 9 12 14
1 6 7 8 9 11 14 2 3 6 7 10 11 14
1 6 7 8 9 12 13 2 3 6 7 10 12 13
2 4 6 11 12 13 14 1 3 4 6 8 9 10
2 4 6 9 10 11 12 1 3 4 6 8 11 12
2 4 6 9 10 13 14 1 3 4 6 8 13 14
2 4 6 8 10 11 13 1 3 4 6 9 11 13
2 4 6 8 10 12 14 1 3 4 6 9 12 14
2 4 6 8 9 11 14 1 3 4 6 10 11 14
2 4 6 8 9 12 13 1 3 4 6 10 12 13
2 5 7 11 12 13 14 1 3 5 7 8 9 10
2 5 7 9 10 11 12 1 3 5 7 8 11 12
2 5 7 9 10 13 14 1 3 5 7 8 13 14
2 5 7 8 10 11 13 1 3 5 7 9 11 13
2 5 7 8 10 12 14 1 3 5 7 9 12 14
2 5 7 8 9 11 14 1 3 5 7 10 11 14
2 5 7 8 9 12 13 1 3 5 7 10 12 13
3 4 7 11 12 13 14 1 2 4 7 8 9 10
3 4 7 9 10 11 12 1 2 4 7 8 11 12
3 4 7 9 10 13 14 1 2 4 7 8 13 14
3 4 7 8 10 11 13 1 2 4 7 9 11 13
3 4 7 8 10 12 14 1 2 4 7 9 12 14
3 4 7 8 9 11 14 1 2 4 7 10 11 14
3 4 7 8 9 12 13 1 2 4 7 10 12 13
3 5 6 11 12 13 14 1 2 5 6 8 9 10
3 5 6 9 10 11 12 1 2 5 6 8 11 12
3 5 6 9 10 13 14 1 2 5 6 8 13 14
3 5 6 8 10 11 13 1 2 5 6 9 11 13
3 5 6 8 10 12 14 1 2 5 6 9 12 14
3 5 6 8 9 11 14 1 2 5 6 10 11 14
3 5 6 8 9 12 13 1 2 5 6 10 12 13
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Storicamente l'AOSI attribuisce questo primato a A. Ferlaino (1995): in realtà è probabile che anche il
sistema 14, 7, 6, 7 fosse già conosciuto all'estero da più tempo, semplicemente perché, in Italia, sino
all'introduzione del gioco del Totogol, nessuno aveva interesse a studiare questi sistemi!

Lo sviluppo integrale di questo sistema comporta 3432 colonne; pertanto riscontriamo un rapporto di
riduzione effettivo pari a 34,32, mentre il rapporto di riduzione teorico è 50.
Si tratta di un risultato notevole per questo tipo di sistemi, in quanto il sistema 14, 7, 6, 7 si avvicina al limite
teorico quasi quanto il sistema 10, 5, 4, 5 visto la volta scorsa.

Per procedere alla verifica del sistema che stiamo esaminando occorre applicare lo stesso metodo usato per
il sistema della volta scorsa.

Avendo in precedenza suddiviso la serie numerica di 14 numeri in due diverse sezioni (da 1 a 7 e da 8 a 14),
tutte le possibili combinazioni che si possono verificare su 7 numeri estratti sono le seguenti:

7 NUMERI ESTRATTI

Prima sezione Seconda sezione


7 0
6 1
5 2
4 3
3 4
2 5
1 6
0 7

Se dovessero sortire le combinazioni 7-0, 6-1, 1-6, 0-7, troveremmo la copertura in una delle ultime due
colonne del sistema.

Le colonne della combinazione 5-2 sono rappresentate da quelle settine (49) contenenti le quartine del
gruppo B; analogamente, per la combinazione 2-5, si deve far riferimento alle settine (49) che comprendono
le quartine appartenenti al gruppo D.

Le due combinazioni 4-3 e 3-4 trovano copertura in una delle 98 colonne, in quanto restano valide le
considerazioni già enunciate a proposito delle caratteristiche di complementarità tra le 7 colonne con tre
errori e le 7 colonne con quattro errori nel ridotto di 7 doppie.

I SISTEMI BIRIDOTTI PERFETTI


Questa volta ci occuperemo di sistemi biridotti.

Posto che ritengo sia opportuno, per il momento, limitare le nostre considerazioni ai soli sistemi senza
condizioni, è tempo adesso di dare qualche cenno sui criteri che sovrintendono alla costruzione dei sistemi
ridotti n-2 (= biridotti).

Già abbiamo esaminato i metodi per ottenere i ridotti perfetti n-1 di sole doppie e adesso faremo altrettanto
con un paio di sistemi biridotti.
Tempo fa ebbi modo di accennare al fatto che, tra tutti i possibili sistemi per il Totip, si possono ottenere
soltanto 4 biridotti perfetti; più precisamente:

DOPPIE TRIPLE COLONNE


2 - 1
5 - 2
- 2 1
- 11 729

Ragionando in termini di biriduzione, una qualsiasi colonna di un qualunque sistema rappresenta:

1. se stessa per il punteggio pieno


2. n-1 tutte quelle colonne che da questa differiscono per un solo segno (= che contengono un errore
rispetto alla colonna considerata, che viene pertanto definita, convenzionalmente, "colonna base").
3. n-2 tutte quelle colonne che da questa differiscono per due segni (= che contengono due errori
rispetto alla colonna base).

Pertanto il rapporto di riduzione teorico di un sistema biridotto (detto anche rapporto di biriduzione) è sempre
dato dalla somma delle colonne che presentano i requisiti indicati ai punti 1), 2) e 3).

Esaminiamo ora, in concreto, il sistema di 2 doppie, di cui ripetiamo sotto lo sviluppo integrale:

1 X 1 X
1 1 X X

Consideriamo la prima colonna (assunta come "colonna base"):

1
1

Notiamo che essa rappresenta con lo scarto di un punto (n-1) altre due colonne, ossia:

X 1
1 X

Inoltre essa rappresenta con lo scarto di due punti (n-2) la colonna:

X
X

Il rapporto di riduzione teorico del sistema biridotto di 2 doppie sarà quindi dato dalla somma di:

1 (la colonna base) + 2 (le due colonne contenenti un errore) + 1 (la colonna con due errori) = 4
Poiché lo sviluppo integrale del sistema di due doppie (4 colonne), diviso per il suo rapporto di riduzione
teorico (4), risulta uguale a 1 e poiché abbiamo visto che una qualsiasi colonna, ad esempio:

1
1

rappresenta appunto 4 colonne in totale, constatiamo che il sistema biridotto di 2 doppie (= 1 colonna) è
un biridotto perfetto, perché il rapporto di biriduzione teorico coincide col rapporto di biriduzione
effettivamente raggiungibile.

Ognuna della quattro colonne dello sviluppo integrale di 2 doppie costituisce, dunque, un distinto biridotto
perfetto di due doppie.

Analoghe considerazioni si possono fare a proposito del biridotto perfetto (n-2) di 2 triple colonne 1.

Il rapporto di biriduzione teorico di questo sistema è 9 (1 + 4 + 4), lo sviluppo integrale parimenti è uguale a 9
colonne, perciò:

9 / 9 = 1 (lo sviluppo integrale diviso per il rapporto di riduzione teorico è uguale a 1), cioè il biridotto perfetto
di 2 triple sarà costituito da una colonna.

1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 1 1 X X X 2 2 2

Sviluppo integrale di 2 triple = 9 colonne

1
1

Colonna base = zero errori

X 2 1 1
1 1 X 2

Colonne con un errore rispetto alla base = 4 colonne

X 2 X 2
X X 2 2

Colonne con due errori rispetto alla base = 4 colonne

Pertanto una qualsiasi delle 9 colonne appartenenti allo sviluppo integrale di 2 triple costituisce un distinto
riduttore perfetto n-2 di questo sistema.
Passiamo ora al sistema di 5 doppie colonne 2, biridotto perfetto n-2.

Raggruppiamo le 32 colonne dello sviluppo integrale di 5 doppie a seconda del numero di errori che esse
contengono rispetto alla colonna base (per convenzione assumiamo come base la monotermine di 5 segni
1, tuttavia potremmo indifferentemente scegliere qualsiasi altra colonna). Avremo:

1
1
1
1
1

Una colonna con zero errori (= colonna base)

X 1 1 1 1
1 X 1 1 1
1 1 X 1 1
1 1 1 X 1
1 1 1 1 X

Cinque colonne con un errore rispetto alla base

X X X X 1 1 1 1 1 1
X 1 1 1 X X X 1 1 1
1 X 1 1 X 1 1 X X 1
1 1 X 1 1 X 1 X 1 X
1 1 1 X 1 1 X 1 X X

Dieci colonne con due errori rispetto alla base

1 1 1 1 X X X X X X
1 X X X 1 1 1 X X X
X 1 X X 1 X X 1 1 X
X X 1 X X 1 X 1 X 1
X X X 1 X X 1 X 1 1

Dieci colonne con tre errori rispetto alla base


1 X X X X
X 1 X X X
X X 1 X X
X X X 1 X
X X X X 1

Cinque colonne con quattro errori rispetto alla base

X
X
X
X
X

Una colonna con cinque errori rispetto alla base

Il rapporto di riduzione teorico di questo sistema è uguale a 16 (1 + 5 + 10).

Effettivamente la colonna base rappresenta minimo n-2, in totale, 16 colonne.

In maniera speculare si comporta la colonna contenente 5 errori rispetto alla base.

Pertanto, estrapolando dallo sviluppo integrale queste due colonne, otterremo un sistema biridotto perfetto di
5 doppie, di 2 colonne:

1 X
1 X
1 X
1 X
1 X

In pratica, scegliendo a due a due le colonne che differiscono tra loro per 5 segni (=colonne opposte),
otteniamo 16 diversi biridotti perfetti di 5 doppie, scomponendo esattamente il corrispondente sviluppo
integrale, senza ripetizioni.

Ai fini pratici del gioco l'uso di uno qualsiasi di questi 16 riduttori è indifferente, perché essi sono tutti
perfettamente equivalenti.

La paternità di questo sistema, sebbene molto facile da ottenere, è attribuita dall'AOSI a Roberto Di Nasso
(1952).

Quanto al biridotto perfetto di 11 triple colonne 729, per ora è necessario tralasciarlo, in quanto una
trattazione su questo sistema sarebbe prematura in rapporto alle conoscenze sin qui acquisite dai lettori.
IL TRIANGOLO DI TARTAGLIA
18B

Parleremo questa volta di argomenti apparentemente astratti e non immediatamente riconducibili alla
costruzione di un sistema ben individuato, come abitualmente abbiamo fatto sinora: siamo costretti a farlo,
dal momento che si tratta di nozioni indispensabili per il prosieguo di questo nostro viaggio alla scoperta
della sistemistica.

Non essendo in grado di conoscere a priori il livello di preparazione dei nostri lettori non ci possiamo proprio
esimere dal trattare queste aride nozioni, almeno a livello elementare: confidiamo nella pazienza di tutti
coloro che non avrebbero necessità di "rispolverare" i loro ricordi scolastici e il cui grado di preparazione è di
gran lunga superiore al livello semplicemente informale di queste brevi note che seguiranno.

Ogni volta che ci siamo occupati di sistemi ridotti o biridotti abbiamo sempre utilizzato i concetti di:

a. colonna base
b. correzione di n errori rispetto alla colonna base

In effetti essi hanno un'importanza basilare in sistemistica.

Oltre a questi due principi, ricordiamo anche una diversa forma di classificazione colonnare, di cui già
abbiamo parlato nella 4^ puntata: si tratta delle "Formule Derivate", intuizione introdotta in sistemistica dallo
studioso Alfonso Musso.

Esiste un metodo per calcolare il numero di colonne costituenti n errori in un qualsiasi sistema (limitatamente
ai sistemi di sole doppie la correzione di errori è sempre riconducibile ad una F.D. univoca).

Tale metodo è detto del "Triangolo di Tartaglia".

I più ricorderanno certamente che questo "triangolo" è utilizzato in matematica per calcolare i coefficienti dei
binomi.

Questa intuizione è dovuta alla genialità di un matematico italiano, Niccolò Tartaglia.

In realtà conosciamo molto poco di lui: non sappiamo neppure il suo vero cognome.

Egli nacque a Brescia verso la fine del XV secolo (nel 1499 o nel 1500) e morì a Venezia nel 1557.

Quando egli era ancora bambino, nel 1512, durante il "sacco" di Brescia da parte dell'invasore francese, fu
ferito gravemente al volto.

Non guarì mai completamente, tanto da non riacquistare più l'uso normale della parola; a causa della sua
balbuzie venne soprannominato Tartaglia, perché, appunto, tartagliava.

Egli, tra l'altro, fu il primo a tradurre in una lingua moderna gli Elementi di Euclide e i suoi studi furono
prevalentemente autodidattici, perché, nato da famiglia indigente, non ebbe modo, nella sua giovinezza, di
poter avere un'istruzione ortodossa.

Ma veniamo ora al cosiddetto "triangolo": la somma numerica di ciascuna delle sue righe orizzontali
corrisponde alla successione delle potenze in base 2 di tutti i numeri naturali.

Questa caratteristica lo rende idoneo, in sistemistica, al calcolo del numero delle colonne necessarie alla
correzione di n errori nei sistemi di sole doppie.

Eccolo di seguito, anche se noi ci limiteremo ad esaminare, all'occorrenza, un massimo di 14 righe, perché il
gioco del Totocalcio è articolato, in Italia, su 14 eventi (o partite che dir si voglia).
1 partite

1 1 1

1 2 1 2

1 3 3 1 3

1 4 6 4 1 4

1 5 10 10 5 1 5

1 6 15 20 15 6 1 6

1 7 21 35 35 21 7 1 7

1 8 28 56 70 56 28 8 1 8

1 9 36 84 126 126 84 36 9 1 9

1 10 45 120 210 252 210 120 45 10 1 10

1 11 55 165 330 462 462 330 165 55 11 1 11

1 12 66 220 495 792 924 792 495 220 66 12 1 12

1 13 78 286 715 1287 1716 1716 1287 715 286 78 13 1 13

1 14 91 364 1001 2002 3003 3432 3003 2002 1001 364 91 14 1 14

Posto che la base del triangolo potrebbe proseguire all'infinito, va detto che i due lati uguali del triangolo
sono sempre costituiti dal numero 1, mentre ciascun termine intermedio si ottiene sommando tra loro i due
numeri superiori (quello di destra e quello di sinistra).Se esaminiamo una qualsiasi riga orizzontale del
triangolo, ad esempio quella relativa a 4 partite (= 4 doppie), notiamo che la somma di tutti i termini è
appunto uguale a 16 (1 + 4 + 6 + 4 + 1), cioè 2 ^ 4, ovvero lo sviluppo integrale di 4 doppie.In particolare su
4 doppie avremo:

a. 1 colonna con zero errori (F.D. 4-0-0)


b. 4 colonne con un errore (F.D. 3-1-0)
c. 6 colonne con due errori (F.D. 2-2-0)
d. 4 colonne con tre errori (F.D. 1-3-0)
e. 1 colonna con quattro errori (F.D. 0-0-4)

1 + 4 + 6 + 4 + 1 = 16 colonne.

In definitiva il primo numero (1) corrisponde alla colonna con zero errori (=base), il secondo numero (4) al
totale delle colonne con 1 errore, il terzo numero (6) al totale delle colonne con 2 errori, il quarto numero (4)
al totale delle colonne con 3 errori, il quinto numero (1) alla colonna con 4 errori.Le medesime considerazioni
valgono, relativamente ai sistemi di sole doppie, per ciascuna delle righe orizzontali el triangolo di Tartaglia.
Prova ne sia il sistema esaminato la volta scorsa, ovvero 5 doppie (1 + 5 + 10 + 10 + 5 + 1 = 32 colonne).Più
complesso è, invece, il calcolo della correzione di errori per i sistemi articolati su sole varianti triple: infatti, su
ogni riga, ciascun termine del triangolo di Tartaglia va moltiplicato per le progressive potenze in base 2 (2
elevato zero, 2 alla prima, 2 alla seconda, 2 alla terza, 2 alla quarta e così via).

Perciò per 4 triple avremo:1*2^0 + 4*2^1 + 6*2^2 + 4*2^3 + 1*2^4 = 81 colonne.


Quindi:

a. 1 colonna con zero errori (F.D. 4-0-0, Vedasi anche la 4^ Puntata di questa rubrica)
b. 8 colonne con un errore (F.D. 3-1-0 e 3-0-1)
c. 24 colonne con due errori (F.D. 2-2-0, 2-1-1 e 2-0-2)
d. 32 colonne con tre errori (F.D. 1-3-0, 1-2-1, 1-1-2 e 1-0-3)
e. 16 colonne con quattro errori (F.D. 0-4-0, 0-3-1, 0-2-2, 0-1-3 e 0-0-4)

Decisamente complicato, infine, è il calcolo della correzione di errori su un sistema impuro (costituto cioè,
tanto da varianti triple, quanto da varianti doppie).Faremo un esempio pratico per chiarire il procedimento,
calcolando quante colonne occorrono per correggere 4 errori su un sistema di 4 triple e 4 doppie. Conviene
suddividere i sistemi misti in due sezioni, una riservata alle varianti triple e una alle varianti doppie,
considerando, poi, tutte le possibili disposizioni degli errori sulle 2 sezioni.Per la disposizione di quattro errori
su 4 triple e 4 doppie su due sezioni avremo:

TUTTE LE POSSIBILI DISPOSIZIONI DI 4 ERRORI SU 2 SEZIONI (4 TRIPLE E 4 DOPPIE)

TRIPLE 4 3 2 1 0
DOPPIE 0 1 2 3 4
16*1 32*4 24*6 8*4 1*1

16 128 144 32 1

La soprastante tabella va interpretata nel modo seguente:

a. la combinazione 4-0 genera 16 colonne (4 errori su 4 triple per 0 errori su 4 doppie = 16*1)
b. la combinazione 3-1 genera 128 colonne (3 errori su 4 triple per 1 errore su 4 doppie = 32*4)
c. la combinazione 2-2 genera 144 colonne (2 errori su 4 triple per 2 errori su 4 doppie = 24*6)
d. la combinazione 1-3 genera 32 colonne (1 errore su 4 triple per 3 errori su 4 doppie = 8*4)
e. la combinazione 0-4 genera 1 colonna (0 errori su 4 triple per 4 errori su 4 doppie = 1*1)

Perciò le colonne contenenti 4 errori su un sistema di 4 triple e 4 doppie saranno, in totale

16 + 128 + 144 + 32 + 1 = 321

Analogamente possiamo utilizzare il Triangolo di Tartaglia per calcolare il rapporto di riduzione teorico di un
sistema.

Già conosciamo la semplice formula per calcolare il R.R. relativo ai sistemi n-1.

Con l'ausilio del Triangolo di Tartaglia potremo ora calcolare anche il rapporto di riduzione teorico
relativamente alla biriduzione o alla tririduzione.
Valgono tutte le considerazione già espresse in questa pagina, tenendo presente che, per calcolare un
rapporto di biriduzione dovremo sommare i valori in tabella relativamente alla colonna base, più uno e
due errori.

Per calcolare un rapporto di tririduzione considereremo, invece, i valori in tabella relativi a 0 + 1 + 2 + 3


errori.

Un esempio in più non farà certo male.

Supponiamo di voler calcolare il rapporto di tririduzione teorico di 5 triple.

Dovremo rifarci al "Triangolo" e selezionare i primi 4 valori incontrati nella riga relativa a cinque varianti.

Poichè il sistema in questione è costituito da varianti triple, occorrerà moltiplicare tali valori per le potenze di
2 in ordine crescente,

vale a dire:

1*2^0 + 5*2^1 + 10*2^2 + 10*2^3 = 131

Il rapporto di tririduzione teorico di 5 triple sarà, pertanto, 131.

Non vorrei aver spaventato qualche lettore a causa di questo metodo di calcolo alquanto macchinoso.

Per rincuorare tutti quanti, perciò, aggiungo che esiste un metodo semplicissimo per calcolare la correzione
di errori in un sistema: basta usare un qualsiasi programma sistemistico che disponga di colonne filtro e
inserire, oltre al pronostico, una sola colonna filtro, costituita dagli errori (segni X2 per le triple e segni X per
le doppie), ponendo come punteggio da verificare il numero di errori voluto.

Nel caso preso ad esempio, a fronte di un pronostico di 4 triple e 4 doppie, la colonna filtro da verificare sarà
(X2, X2, X2, X2, X, X, X, X) e il punteggio richiesto 4 (perché vogliamo saper quante colonne con 4 errori
sono contenute nel sistema di 4 triple e 4 doppie).

Del resto facciamo la stessa cosa per qualsiasi altro calcolo: infatti ciascuno di noi, pur avendo imparato alle
elementari il metodo di calcolo manuale di una radice quadrata, in pratica, ricorre poi ad una semplice
calcolatrice tascabile se si trova nella necessità di doverla ottenere materialmente.

Mi scuso di aver tediato i lettori con un argomento prettamente teorico: purtroppo era necessario dare
almeno alcuni cenni sul metodo di calcolo degli errori, perché, nella prosecuzione delle nostre divagazioni
sistemistiche, frequentemente ci troveremo ancora alle prese con problematiche di questo tipo.

Infatti tale metodologia si rivelerà molto utile, non soltanto nel momento in cui prenderemo in considerazione
i sistemi a correzione di errori, ma anche quando ci occuperemo di sistemi incondizionati di grandi
dimensioni: questa tecnica ci consentirà di tenere sotto controllo e di gestire anche gli insiemi colonnari più
ampi.
ALCUNI SISTEMI TRASCURATI
19B

Ho ritenuto opportuno intitolare in questo modo la dodicesima puntata del nostro ormai abituale incontro,
perché vorrei parlarvi, oggi, di alcuni sistemi che nella pratica non sono quasi mai giocati, a causa delle loro
ridotte dimensioni che mal si adattano a coprire un pronostico obbligatoriamente articolato su un ben più alto
numero di eventi.

Tuttavia questi sistemi, al di là dell'interesse che rivestono per noi da un punto di vista sistemistico, sono
anche importanti per un'altra ragione: risultano necessari per la costruzione di sistemi di maggiori
dimensioni.

Esaminiamoli dunque insieme, partendo dal più semplice.

1 TRIPLA E 1 DOPPIA colonne 2 (R.R. = 3)

E' possibile scindere lo sviluppo integrale di 1T1D (6 colonne) in tre sistemi ridotti n-1.

Ottenerli è veramente semplice: pertanto lascio al singolo lettore la facoltà di approfondirne la costruzione:

vorrei soltanto porre l'accento su fatto che i primi due ridotti corrispondono, in pratica, a due semi
integrali di due doppie.

Per la prima volta abbiamo modo di parlare di un'altra importante caratteristica di tutti i sistemi semi
integrali:

essi rappresentano n-1 tutte le colonne che da loro differiscono di un punto, anche se tali colonne
contengono segni fuori pronostico.

Nel caso in esame i due semi integrali di 2 doppie riducono n-1 anche le colonne di 1T1D che differiscono di
un segno (il segno fuori pronostico per 2 doppie è, ovviamente, il 2 sulla prima variante).

Ecco dunque i tre ridotti di 1T1D:

1 X 1 X 2 2

1 X X 1 1 X

R1 R2 R3

Per chiarire meglio i concetti sopra espressi faremo ancora un esempio su quest'altra importante
caratteristica dei sistemi semi integrali:

il giocatore che decidesse di usare un semi integrale di 7 doppie (64 colonne di tipo 1,X), avrebbe la
garanzia della vincita n-1 anche nel caso di un errore nel pronostico (= la sortita di un segno 2 in
corrispondenza di una qualunque doppia di tipo 1,X).
2 TRIPLE E 1 DOPPIA colonne 4 (R.R. = 4,5)

E' possibile scindere lo sviluppo integrale di 2T1D (18 colonne) in 4 sistemi ridotti n-1, due di 4 colonne e
due di 5 colonne.

E' questo un caso interessante e non infrequente in sistemistica: la possibilità di scindere l'integrale in una
serie di riduttori differenziati e senza ripetizioni colonnari, anche se il numero delle colonne dei singoli
riduttori non rimane costante.

Questi 4 sistemi derivano dai 4 ridotti perfetti n-1 di 3 doppie, per trasformazione di 2 doppie in 2 triple.

Si abbiano dunque i quattro ridotti di 3 doppie:

1 X 1 X 1 X 1 X

1 X 1 X X 1 X 1

1 X X 1 1 X X 1

R1 R2 R3 XXR4

Trasformando le prime due doppie in due triple otterremo rispettivamente:

1 X 2 X 2 1 X 2 X 2 1 1 X 2 1 1 X 2

1 X X 2 2 1 X X 2 2 X 2 1 1 X 2 1 1

1 X X X X X 1 1 1 1 1 1 X X X X 1 1

R1 R2 R3 XXXXR4

2 TRIPLE E 2 DOPPIE colonne 6 (R.R. = 6)

Questo sistema si ottiene da particolari matrici di una tripla e due doppie, abbinandole al ridotto perfetto di
una tripla.

Si abbia dunque lo sviluppo integrale di 1T2D, colonne 12.

1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 1 1 X X X 1 1 1 X X X
1 1 1 1 1 1 X X X X X X

Così come già abbiamo fatto per ottenere alcuni semi integrali di sole doppie raggruppiamo le colonne,
avendo cura di separare le colonne contenenti gli errori pari dalle colonne con gli errori dispari.

Otterremo due gruppi distinti di colonne:

1 X 2 X 2 1 X 2 1 1 X 2

1 X X 1 1 X 1 1 X 1 X X

1 1 1 X X X 1 1 1 X X X

Colonne con 0, 2 errori Colonne con 1, 3 errori


In questo caso non si tratta di semi integrali, perché già abbiamo osservato che non è possibile ottenerne da
sistemi misti, in quanto la garanzia delle vincite non rimane costante.

Tuttavia, nel caso del sistema di 1T2D è possibile ricavare da ciascuno dei due gruppi tre matrici di due
colonne, precisamente:

1 1 X 2 X 2

1 X X 1 1 X

1 X 1 X X 1

M1 M2 M3

Si ottengono dal primo gruppo (0, 2 errori)

1 1 X 2 X 2

X 1 X 1 1 X

1 X X 1 1 X

M4 M5 M6

Si ottengono dal secondo gruppo (1, 3 errori)

Ciascuna delle prime tre matrici rappresenta n-1 tutte le colonne delle seconde tre matrici e, viceversa,
ciascuna delle seconde tre matrici rappresenta n-1 tutte le colonne delle prime tre.

Le colonne scoperte di ciascuna matrice sono indicate in forma schematica nella tavola seguente:

M1 M2 M3 M4 M5 M6

M1 -- 2 2 0 0 0
M2 2 -- 0 0 0 0
M3 2 0 -- 0 0 0
M4 0 0 0 -- 2 2
M5 0 0 0 2 -- 0
M6 0 0 0 2 0 --

La tabella va letta come una tavola pitagorica: i valori cercati si trovano all'incrocio delle colonne verticali con
le righe orizzontali.

Dall'osservazione del precedente prospetto notiamo inoltre che M2 e M3 si rappresentano a vicenda, così
come M5 ed M6: questa ridondanza è dovuta al fatto che, in questo caso, non abbiamo a che fare con un
vero e proprio semi integrale, bensì con un sistema misto di triple e doppie.

Tuttavia, dal punto di vista sistemistico, le caratteristiche di M2, M3, M5, M6 non ci interessano più di
tanto: la caratteristica importante è, al contrario, la rappresentatività reciproca tra i due gruppi di tre
matrici.
Infatti possiamo mettere in gioco un gruppo qualsiasi di tre matrici (ad esempio M1, M2, M3), perché
ciascuna di esse rappresenta a scarto di un punto le sei colonne delle altre tre matrici (M4, M5, M6).

Per recuperare la rappresentatività reciproca fra le tre matrici M1, M2, M3 sarà sufficiente moltiplicare
ciascuna di esse per un ridotto differenziato di una tripla (abbineremo, ad esempio, il segno 1 ad M1, il
segno X ad M2 e il segno 2 ad M3), in questo modo:

1T Riduttori R1 R2 R3

1T2D Matrici M1 M2 M3

La linea di frazione sta a simboleggiare che le colonne della sezione posta a numeratore devono essere
moltiplicate per le colonne della sezione posta a denominatore.

Il risultato che otterremo sarà il seguente sistema di 2 triple e 2 doppie di 6 colonne:

1 1 X X 2 2
1 1 X 2 X 2
1 X X 1 1 X
1 X 1 X X 1
R1

Verifichiamo ora se il sistema ottenuto è effettivamente un riduttore n-1 dell'integrale di 2T2D.

a. nel caso che la colonna vincente sia contenuta nel ridotto stesso avremo la vincita di prima categoria
(probabilità del 16,66%, ovvero 6 colonne su 36).
b. Se la colonna vincente contenesse, invece, una delle colonne delle tre matrici escluse (M4, M5, M6),
troveremmo sicuramente nel nostro ridotto una colonna differente per un solo segno nella sezione
delle matrici.
c. Se la colonna vincente contenesse una delle colonne delle tre matrici utilizzate (M1, M2, M3),
troveremmo certamente nel ridotto una colona diversa per un solo segno nella sezione dei ridotti.

Queste verifiche sono di per sé sufficienti per controllare la validità del ridotto n-1 di 2T2D; lascio comunque
al lettore il compito di effettuare i controlli pratici: questo esercizio potrà servigli per acquisire maggiore
padronanza della materia.

Proseguendo nella nostra trattazione dobbiamo aggiungere che, semplicemente ruotando i riduttori di 1
tripla, si ottengono altri due sistemi ridotti n-1 di 2 triple e due doppie.

La rotazione seguente è a passo uno ed in senso antiorario:

X X 2 2 1 1
1 1 X 2 X 2
1 X X 1 1 X
1 X 1 X X 1
R2
2 2 1 1 X X
1 1 X 2 X 2
1 X X 1 1 X
1 X 1 X X 1
R3

Un quarto ridotto di 2T2D si ottiene utilizzando le matrici M4, M5, M6:

1 1 X X 2 2
1 1 X 2 X 2
X 1 1 X X 1
1 X 1 X X 1
R4

Altri due ridotti si ottengono, infine, effettuando sul sistema D le rotazioni dei riduttori:

X X 2 2 1 1
1 1 X 2 X 2
X 1 1 X X 1
1 X 1 X X 1
R5

2 2 1 1 X X
1 1 X 2 X 2
X 1 1 X X 1
1 X 1 X X 1
R6

I sei sistemi ridotti di 2 triple e 2 doppie rappresentano l'esatta scomposizione del corrispondente sistema
integrale di 36 colonne, senza ripetizioni.

Ai fini pratici l'uso di uno o dell'altro è perfettamente indifferente, perché i sei ridotti n-1 sono equivalenti.

Importante invece, per la costruzione di ridotti di maggiori dimensioni, l'esatta scomposizione dell'integrale in
una serie di riduttori differenziati.

Prima di concludere le nostre riflessioni sul ridotto di 2T2D occorre ancora evidenziare un interessante
procedimento sistemistico, che ci sarà utile anche in seguito.
Otterremo ora delle matrici di 2 triple e 1 doppia procedendo… a ritroso, ovvero partendo dai ridotti di 2T2D.

Sarà sufficiente utilizzare i primi tre sistemi (A, B, C).

In ciascuno di essi dovremo separare sulla quarta variante (doppia 1, X) le 3 colonne contraddistinte dal
segno 1 e le 3 colonne contraddistinte dal segno X.

Scriveremo quindi soltanto le prime 3 varianti (cioè quelle di 2T1D), evitando di riportare il segno relativo alla
quarta variante.

Otterremo 6 matrici di 3 colonne, le quali scompongono esattamente lo sviluppo integrale di 2T1D:

1 X 2 1 X 2 X 2 1
1 X 2 1 2 X 1 X 2
1 X X X 1 1 1 X X
M1 M2 M3

X 2 1 2 1 X 2 1 X
1 2 X 1 X 2 1 2 X
X 1 1 1 X X X 1 1
M4 M5 M6

Le colonne scoperte di ciascuna matrice sono indicate in forma schematica nella tavola seguente:

M1 M2 M3 M4 M5 M6

M1 -- 2 0 0 0 0
M2 2 -- 0 0 0 0
M3 0 0 -- 2 0 0
M4 0 0 2 -- 0 0
M5 0 0 0 0 -- 2
M6 0 0 0 0 2 --

Notiamo quindi che:

a. le prima coppia di matrici (M1, M2) rappresenta n-1 ciascuna delle colonne delle altre 4 matrici, ma
esse non si rappresentano completamente tra loro.
b. le seconda coppia di matrici (M3, M4) rappresentano n-1 ciascuna delle colonne delle altre 4 matrici,
ma esse non si rappresentano completamente tra loro.
c. la terza coppia di matrici (M5, M6) rappresentano n-1 ciascuna delle colonne delle altre 4 matrici, ma
esse non si rappresentano completamente tra loro.

Queste matrici ci saranno utili in seguito per costruire altri sistemi.

Per il momento si ricorda soltanto che, abbinando a ciascuna coppia di matrici un diverso riduttore di una
doppia si ottengono i primi tre sistemi ridotti n-1 di 2T2D.

Gli altri tre sistemi si ottengono invertendo tra loro i riduttori d'aggancio.
ALTRI PICCOLI SISTEMI
Questa volta studieremo altri piccoli sistemi, tutti ottenibili con tecniche che già conosciamo.

1 TRIPLA E 4 DOPPIE colonne 8 (R.R. = 6)

Anche questo sistema si ottiene abbinando una serie di riduttori differenziati (= contenenti,
complessivamente, tutte le colonne del corrispondente sviluppo integrale) con un gruppo di matrici (= non
contengono tutte le colonne del corrispondente sistema integrale, ma che rappresentano n-1 tutte le colonne
escluse).

Lo schema per ottenere il sistema di 1 tripla e 4 doppie è il seguente:

1T Riduttori R1 R2 R3 R4

4D Matrici M1 M2 M3 M4

Si abbiano le 4 matrici pari di 4 doppie:

1 X X 1 X 1 X 1

1 X X 1 1 X 1 X

1 X 1 X X 1 1 X

1 X 1 X 1 X X 1

M1 M2 M3 XXM4

A ciascuna matrice dovremo abbinare un ridotto n-1 di 1 tripla, ma, poiché le matrici sono 4 e i riduttori di
una tripla soltanto tre, un riduttore andrà ripetuto.

Otterremo quindi un primo sistema ridotto n-1 di 8 colonne:

1 1 1 1 X X 2 2
1 X X 1 X 1 X 1
1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X 1 X X 1
R1
Altri due sistemi si ottengono ruotando i riduttori:

X X X X 2 2 1 1
1 X X 1 X 1 X 1
1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X 1 X X 1
R2

2 2 2 2 1 1 X X
1 X X 1 X 1 X 1
1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X 1 X X 1
R3

Dalle quattro matrici dispari di 4 doppie otterremo, con procedimento analogo, altri tre riduttori:

1 1 1 1 X X 2 2
X 1 1 X 1 X 1 X
1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X 1 X X 1
R4

X X X X 2 2 1 1
X 1 1 X 1 X 1 X
1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X 1 X X 1
R5

2 2 2 2 1 1 X X
X 1 1 X 1 X 1 X
1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X 1 X X 1
R6
Pertanto notiamo che anche per il sistema di 1 tripla e 4 doppie è possibile ottenere una serie di 6 sistemi
ridotti n-1, che, complessivamente, contengono tutte le colonne del corrispondente sistema integrale (48
colonne).

Per la verifica della validità di questi riduttori il procedimento da adottare è analogo a quello indicato a
proposito del sistema di 2T2D.

1 TRIPLA E 5 DOPPIE colonne 16 (R.R. = 6)

Questo sistema non si può ottenere in maniera autonoma, ma deriva dal ridotto di 1T4D con l'aggiunta di
una doppia integrale.

In particolare la versione presentata di seguito si ottiene dai sistemi R1 ed R4 di 1T4D, abbinandovi,


rispettivamente, il segno 1 ed il segno X come sesta variante:

1 1 1 1 X X 2 2 1 1 1 1 X X 2 2
1 X X 1 X 1 X 1 X 1 1 X 1 X 1 X
1 X X 1 1 X 1 X 1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 1 X 1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X 1 X X 1 1 X 1 X 1 X X 1
1 1 1 1 1 1 1 1 X X X X X X X X

In questo caso la soluzione proposta è perfettamente equivalente al sistema che otterremmo per semplice
aggiunta di una doppia integrale a 1T4D colonne 8.

La differenza sta semplicemente nel fatto che, rinunciando alle possibilità di accorpamento di questo sistema
(16 colonne singole contro 8 accorpate), si ottiene una maggiore propensione del sistema stesso alle vincite
plurime di seconda categoria.

E' questo il motivo per cui io personalmente preferisco la versione proposta sopra.

2 TRIPLE E 3 DOPPIE colonne 12 (R.R. = 6)

Questo sistema si può ottenere sia trasformando una doppia in tripla nel sistema di 1T4D, sia aggiungendo
una doppia integrale al sistema di 2T2D presentato la volta scorsa.

La particolare versione proposta di seguito, a parità di colonne, è invece costruita per garantire maggiori
possibilità di vincite plurime di seconda categoria, rinunciando all'accorpamento colonnare.

1 1 X X 2 2 1 1 X X 2 2
1 1 X 2 X 2 1 1 X 2 X 2
1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1
1 X 1 X X 1 1 X 1 X X 1
1 1 1 1 1 1 X X X X X X
3 TRIPLE E 1 DOPPIA colonne 9 (R.R. = 6)

Anche questo sistema deriva dal 2T2D, per trasformazione di una doppia in tripla.

1 1 1 X X X 2 2 2
1 1 1 X X 2 X 2 2
1 X 2 X 2 1 1 X 2
1 X X 1 1 X X 1 1

E' tuttavia possibile ottenere una versione del medesimo sistema, sempre di 9 colonne, ricorrendo ai sistemi
semi integrali di tre triple: ne riparleremo non appena tratteremo tale argomento.

3 TRIPLE colonne 5 (R.R. = 5,4)

Questo sistema deriva dal ridotto di 3 doppie, 2 colonne.

Si abbia lo sviluppo integrale di 3 triple (27 colonne):

1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 1 1 X X X 2 2 2 1 1 1 X X X 2 2 2 1 1 1 X X X 2 2 2
1 1 1 1 1 1 1 1 1 X X X X X X X X X 2 2 2 2 2 2 2 2 2

Si noti che le due colonne di colore rosso corrispondono al noto ridotto n-1 di 3 doppie (doppie di tipo 1, 2).

Le colonne in verde sono quelle rappresentate n-1 dalla monotermine di 3 segni 1, mentre quelle in blu sono
le colonne ridotte n-1 dalla monotermine di 3 segni 2.

Pertanto, utilizzando un sistema ridotto n-1 di 3 doppie si rappresentano 14 su 27 colonne di 3 triple.

Già abbiamo accennato al fatto che ogni semi integrale presenta la caratteristica di ridurre n-1 quelle
colonne che da esso differiscono per un segno, anche se si tratta di un segno fuori pronostico.

Per completare il sistema di 3 triple sarà perciò sufficiente utilizzare, al posto della monotermine 2, un semi
integrale di 3 doppie di tipo X, 2 (4 colonne).

Ecco dunque il primo ridotto di 3 triple ottenuto:

1 2 2 X X
1 2 X 2 X
1 2 X X 2
R1

Le colonne in rosso corrispondono ad un semi integrale di 3 doppie di tipo X, 2, come dicevamo sopra.

Lascio al lettore la verifica diretta della copertura, da parte del semi integrale, delle 13 colonne che Non
risultavano ancora coperte.
Dopo aver ottenuto un primo ridotto n-1 di 3 triple, diventa praticamente automatica la costruzione di altri 2
ridotti di 5 colonne (le colonne in rosso corrispondono a un sistema semi integrale di 3 doppie):

1 X X 2 2
1 2 X 2 X
X 2 1 1 2
R2

In R2 le tre doppie di partenza sono, nell'ordine: 1 X, 1 2, X 2.

1 X X 2 2
1 X 2 X 2
2 X 1 1 X
R3

In R3 le tre doppie di partenza sono, nell'ordine: 1 X, 1 X, 2 X.

A questo punto dalle 12 colonne non ancora utilizzate si ottengono altri due ridotti di 3 triple, ciascuno di sei
colonne.

Essi, in pratica, corrispondono alla diretta trasformazione di un ridotto di tre doppie in tre triple.

In rosso sono evidenziati i riduttori di 3 doppie di partenza:

1 X 1 2 X 2 X 1 2 1 1 1
X 1 2 1 1 1 1 X 1 2 X 2
1 X 1 X 2 2 1 X 1 X 2 2
R4 R5

I cinque riduttori ottenuti rappresentano l'esatta scomposizione dell'integrale di 3 triple (27 colonne), senza
nessuna ripetizione colonnare.

La versione proposta presenta 5 ridotti n-1 rispettivamente di 5, 5, 5, 6, 6 colonne, ma è possibile ottenere


anche una diversa disposizione, selezionando 5 ridotti di 5, 5, 5, 5, 7 colonne.

Fatta eccezione per il sistema di 3T1D, noto sin dal 1946 nella versione derivata dal semi integrale di 3
triple, tutti gli altri sistemi presentati nelle ultime due puntate sono attribuiti dall'A.O.S.I. a R. Di Nasso e
risalgono al 1950.
RIDOTTI PER 5 DOPPIE E 6 DOPPIE
Proseguendo nello studio dei sistemi ridotti n-1 di piccole dimensioni, esamineremo questa volta la
costruzione di due elaborati imperniati su sole varianti doppie.

5 DOPPIE colonne 7 (R.R. 4,5714285)

Questo sistema si costruisce partendo dalla suddivisione di 5 doppie in due sezioni, una di 3 doppie ed una
di due doppie.

E' opportuno introdurre un nuovo concetto: la tavola di posizione degli errori.

In sostanza un sistema di 3 doppie può essere considerato anche come un sistema a correzione di 0, 1, 2, 3
errori su una colonna base (per convenzione la colonna base è la monotermine di 3 segni 1, ma potrebbe
essere una qualsiasi altra colonna dello sviluppo integrale di 8 colonne).

Analogamente un sistema di due doppie può essere visto come un sistema a correzione di 0, 1, 2 errori sulla
base.

Per tavola di posizione degli errori intendiamo una schematizzazione di tutte le possibili disposizioni
degli errori che si possono verificare in un sistema suddiviso in una o più sezioni.

Nel caso del sistema di 5 doppie suddiviso in due sezioni, avremo perciò 12 diverse possibilità di
disposizione degli errori, cioè 0, 1, 2, 3 errori possibili nella sezione di 3 doppie e 0, 1, 2 errori possibili nella
sezione di due doppie (0, 1, 2, 3 = 4 disposizioni degli errori; 0, 1, 2 = 3 disposizioni degli errori;

4 * 3= 12 diverse possibili disposizioni degli errori sulle due sezioni).

La tavola di posizione degli errori di un sistema di 5 doppie, articolato in due sezioni, sarà perciò la
seguente:

3D 0 1 2 3 0 1 2 3 0 1 2 3
2D 0 0 0 0 1 1 1 1 2 2 2 2
Colonne 1 3 3 1 2 6 6 2 1 3 3 1

Ovviamente la somma delle colonne relative a tutte le possibili disposizioni degli errori corrisponde allo
sviluppo integrale di 5 doppie (32 colonne).

Per il calcolo delle colonne necessarie a coprire ciascuna disposizione di errori si deve far riferimento alle
considerazioni che facemmo nella puntata dedicata al "triangolo di Tartaglia".

Si noti ora un particolare importante: mettendo in gioco le colonne relative ad una qualsiasi delle 12
posizioni degli errori, queste colonne rappresentano n-1 tutte le colonne delle posizioni di errore
contigue (= che differiscono per un solo errore).

Osserviamo l'esempio seguente:

3D 0 1 2 3 0 1 2 3 0 1 2 3
2D 0 0 0 0 1 1 1 1 2 2 2 2
Colonne 1 3 3 1 2 6 6 2 1 3 3 1
Le 3 colonne relative alla posizione di errori 2-0, evidenziata in rosso, rappresentano n-1 tutte le colonne
relative alle disposizione di errori contigue (1-0, 3-0, 2-1), evidenziate in blu.

Quindi, per ottenere il ridotto n-1 di 5 doppie, non dovremo fare altro che selezionare tutte quelle disposizioni
di errori che rappresentano le disposizioni contigue e che utilizzano il minor numero di colonne in totale.

Sono possibili diverse soluzioni in 7 colonne: una di queste consiste nel selezionare le quattro seguenti
disposizioni di errori:

3D 2 3 0 0
2D 0 2 1 2
Colonne 3 1 2 1

Traduciamo ora le posizioni di errore in colonne Totocalcio ed otterremo il ridotto n-1 di 5 doppie in 7
colonne:

X X 1 X 1 1 1
X 1 X X 1 1 1
1 X X X 1 1 1
1 1 1 X X 1 X
1 1 1 X 1 X X

Nell'esempio le diverse colorazioni delle colonne corrispondono alle relative disposizioni degli errori.

Lascio al lettore la verifica materiale della validità del ridotto n-1 di 5 doppie, 7 colonne, perché
estremamente semplice.

Piuttosto ritengo che sia interessante fare due considerazioni su questo sistema:

a. Questo è l'unico caso di un ridotto n-1 di sole doppie che presenti un numero dispari di colonne
(sette colonne).
b. Non è possibile suddividere in una serie di riduttori distinti l'integrale di 5 doppie, senza incorrere in
ripetizioni colonnari.

L' AOSI attribuisce la paternità di questo sistema a Roberto Di Nasso (1950).

6 DOPPIE colonne 12 (R.R. 5,3333333)

Anche per la costruzione di questo sistema dovremo far ricorso ad una tavola di posizione degli errori.
Suddivideremo perciò il sistema integrale di 6 doppie in due sezioni di 3 doppie.

Avremo in tutto 16 diverse disposizioni possibili degli errori su due sezioni (0, 1, 2, 3 = 4 nella prima sezione
di 3 doppie; 0, 1, 2, 3 = 4 seconda sezione di 3 doppie; 4 * 4 = 16 posizione di errore).

3D 0 1 2 3 0 1 2 3 0 1 2 3 0 1 2 3
3D 0 0 0 0 1 1 1 1 2 2 2 2 3 3 3 3
Colonne 1 3 3 1 3 9 9 3 3 9 9 3 1 3 3 1
Il totale delle colonne necessarie per coprire ciascuna posizione di errore corrisponde, chiaramente, allo
sviluppo integrale di 6 doppie (64 colonne).

Per il resto il procedimento costruttivo è identico al quello seguito per il ridotto n-1 di 5 doppie.

Nella tavola precedente sono evidenziate in rosso le posizioni di errore da selezionare per ottenere una delle
possibili soluzioni del ridotto di 6 doppie in 12 colonne.

Traducendo le posizioni di errore in colonne otterremo:

X 1 1 X X X 1 1 1 X X 1
1 X 1 X X X 1 1 1 X 1 X
1 1 X X X X 1 1 1 1 X X
1 1 1 X 1 1 X X 1 X X X
1 1 1 1 X 1 X 1 X X X X
1 1 1 1 1 X 1 X X X X X
R1

Legenda:

Rosso = disposizione di errore 1-0 (3 colonne)

Blu = disposizione di errore 3-1 (3 colonne)

Verde = disposizione di errore 0-2 (3 colonne)

Rosa = disposizione di errore 2-3 (3 colonne).

Un secondo ridotto n-1 di 6 doppie lo otterremo da R1 invertendo tra loro i segni 1 ed X sulla prima e sulla
sesta variante.

Tale operazione, così come uno spostamento di righe, non inficia mai la validità del sistema stesso, come
ben sa chiunque abbia adattato almeno un a volta un sistema alle proprie esigenze di pronostico.

Pertanto otterremo:

1 X X 1 1 1 X X X 1 1 X
1 X 1 X X X 1 1 1 X 1 X
1 1 X X X X 1 1 1 1 X X
1 1 1 X 1 1 X X 1 X X X
1 1 1 1 X 1 X 1 X X X X
X X X X X 1 X 1 1 1 1 1
R2

In rosso sono state evidenziate le due righe sulle quali si è effettuata l'inversione di segni.
Un terzo ridotto n-1 di 6 doppie lo otterremo da R1 invertendo tra loro i segni 1 ed X sulla seconda e sulla
quinta variante.

X 1 1 X X X 1 1 1 X X 1
X 1 X 1 1 1 X X X 1 X 1
1 1 X X X X 1 1 1 1 X X
1 1 1 X 1 1 X X 1 X X X
X X X X 1 X 1 X 1 1 1 1
1 1 1 1 1 X 1 X X X X X
R3

Un quarto ridotto n-1 di 6 doppie lo otterremo da R1 invertendo tra loro i segni 1 ed X sulla terza e sulla
quarta variante.

X 1 1 X X X 1 1 1 X X 1
1 X 1 X X X 1 1 1 X 1 X
X X 1 1 1 1 X X X X 1 1
X X X 1 X X 1 1 X 1 1 1
1 1 1 1 X 1 X 1 X X X X
1 1 1 1 1 X 1 X X X X X
R4

A questo punto dallo sviluppo integrale di 6 doppie residuano 16 colonne ( 64 - 12 * 4 = 16 ).

Queste ultime 16 colonne costituiscono un quinto riduttore autonomo n-1 di 6 doppie:

X X X X X X X X 1 1 1 1 1 1 1 1
X X X X 1 1 1 1 X X X X 1 1 1 1
X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1
X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1
X 1 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X X 1
X 1 1 X X 1 1 X 1 X X 1 1 X X 1
R5

In questo modo abbiamo quindi ottenuto la scomposizione dell'integrale di 6 doppie in cinque sistemi ridotti
n-1 (quattro di 12 colonne e uno di 16 colonne), senza nessuna ripetizione colonnare.

In particolare risulta molto interessante R5, perché questa versione del ridotto di 6 doppie, con sole 4
colonne in più, garantisce come minimo non una ma due vincite di seconda categoria.

Per la precisione le garanzie di vincita del sistema sono:

a. una vincita di prima categoria al 25% (16 colonne su 64)


b. due vincite di seconda categoria al 75% (48 colonne su 64)
In effetti il ridotto di 16 colonne è un sistema ridotto perfetto a garanzia minima 2(n-1).

Avremo modo di approfondire questo argomento quando ci occuperemo di sistemi ridotti e biridotti a
garanzia di vincite multiple.

Per ora concludiamo ricordando ai lettori che entrambi i sistemi presentati in questa puntata sono opera di
Roberto Di Nasso (1950).

DUE SISTEMI "MODERNI"


Ci occuperemo questa volta di altri due piccoli sistemi ridotti n-1: 3 triple e 2 doppie e 2 triple e 4 doppie
(1955).

L'AOSI attribuiva la paternità di questi due riduttori a Renzo Zuliani (1954).

In realtà noi abbiamo scoperto che erano già noti in Svezia sin dal 1941, autore uno studioso che si firmava
con lo pseudonimo di BIG.

Entrambi i sistemi si ottengono da tre matrici particolari, articolate su un pronostico di 2T2D.

A proposito di questi due primati occorre dire che, a dispetto della loro età, essi presentano alcuni aspetti di
"modernità", in particolare il sistema di 2T4D:

1) Le tre matrici sono sbilanciate (= non hanno tutte la stessa ampiezza colonnare).

2) Le matrici più grandi vengono abbinate ai riduttori più piccoli; viceversa, la matrice

più piccola viene moltiplicata per il ridotto che presenta maggiori dimensioni colonnari.

Gli attuali studi sistemistici sono avviati, in effetti, in questa direzione, seguono cioè principi differenti da
quelli della scuola "classica".

In tutti i sistemi che sinora abbiamo studiato, invece, abbiamo sempre avuto a che fare con matrici e riduttori
della stessa ampiezza colonnare e, per la costruzione delle matrici, siamo sempre partiti dalla suddivisione
dell'integrale in colonne contenenti errori pari e dispari.

Si andava pertanto alla ricerca della omogeneità e della simmetricità, al contrario di quanto riscontriamo in
questo caso!

Fermo restando che quei principi stanno alla base della sistemistica cosiddetta classica, occorre dire che, in
diversi casi, si ottengono migliori risultati partendo da principi diversi.

Ed è per questo motivo che io ritengo corretto definire moderni i due sistemi di cui ci occuperemo oggi.
Vediamo ora come si costruiscono le tre matrici di 2 triple e 2 doppie (la prima di 4 colonne, le altre due di 6
colonne), dalle quali i due ridotti derivano.

Già sappiamo che il rapporto di riduzione teorico del sistema di 2T2D è uguale a 7, anche se abbiamo
appurato che per questo tipo di sistema il limite di riduzione teorico non è materialmente raggiungibile,
perché il 2T2D non è un sistema omogeneo (quindi SICURAMENTE non esisterà il ridotto perfetto).

Poiché una qualsiasi colonna dello sviluppo integrale di 2T2D rappresenta (compresa sé stessa) 7 colonne
dell'integrale, per la costruzione della prima matrice dovremo selezionare su 2T2D il maggior numero
possibile di colonne che tra loro differiscano per tre segni.

Il miglior risultato possibile è di quattro colonne: perciò la prima matrice (M1) avrà tale ampiezza colonnare.

Per la costruzione di M1 si può procedere nel modo seguente.

Selezioniamo una delle 6 matrici di 1T2D (che già conosciamo), avendo cura di sceglierla tra una delle
quattro che garantiscano maggiore copertura (si veda Rubrica 12, tavola sintetica delle rappresentatività
garantite dalle 6 matrici di 1T2D).

Io ho scelto, ad esempio:

X 2
X 1
1 X

A questa prima matrice si abbini, ora, in testa, il segno 1 (il primo riduttore di una tripla).

Adesso selezioniamo una seconda matrice pari di 1T2D, non rappresentata dalla prima:

1 1
1 X
1 X

Alla prima colonna di questa matrice abbineremo il segno X (il secondo riduttore di una tripla), alla seconda
colonna abbineremo il segno 2 (il terzo riduttore di una tripla), ottenendo:

1 1 X 2
X 2 1 1
X 1 1 X
1 X 1 X
M1
La matrice di 2T2D ottenuta è costituita da quattro colonne, diverse tra loro per tre segni:

pertanto essa rappresenta 28 colonne del corrispondente sviluppo integrale di 2T2D ( 7 * 4 = 28 ).

Le otto colonne scoperte sono le seguenti:

2 2 2 2 X X X X
2 2 X X 2 2 X X
X 1 1 1 X X X 1
1 1 X 1 X 1 X X

Suddividiamo ora queste otto colonne in due sezioni di quattro, raggruppando tra loro le colonne che sulle
ultime due varianti (2 doppie) contengono errori dispari ed errori pari.

Avremo:

2 2 X X 2 2 X X

2 X 2 X 2 X 2 X

X 1 X 1 1 1 X X

1 X 1 X 1 1 X X

Senza considerare M1, le prime quattro colonne lasciano scoperte 10 colonne dello sviluppo di 2T2D:

2 X 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 2 2 X X 1 1 1 1
1 X X 1 X 1 X X 1 1
1 X X 1 X 1 X 1 X 1

Che si riducono n-1 con le seguenti due colonne:

1 1
1 1
1 X
1 X
Le aggiungeremo perciò alle prime quattro colonne (errori dispari su 2D), ottenendo M2 di 6 colonne:

2 2 X X 1 1
2 X 2 X 1 1
X 1 X 1 1 X
1 X 1 X 1 X
M2

Analogamente le seconde quattro colonne residue da M1 lasciano scoperte (senza considerare M1) 10
colonne di 2T2D:

2 2 X X 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 2 X 1 1 1 1
X 1 X 1 X 1 X X 1 1
1 X 1 X 1 X X 1 X 1

Che si riducono n-1 con le seguenti 2 colonne:

1 1
1 1
X 1
1 X

Le aggiungeremo perciò alle seconde quattro colonne (errori pari su 2D), ottenendo M3 di 6 colonne:

2 2 X X 1 1
2 X 2 X 1 1
1 1 X X X 1
1 1 X X 1 X
M3
Ottenute dunque queste 3 matrici di 2T2D (M1 = 4 colonne, M2 = 6 colonne, M3 = 6 colonne),
esaminiamone le rappresentatività:

M1 M2 M3 Colonne scoperte

M1 -- 4 4 8
M2 2 -- 0 2
M3 2 0 -- 2

Potremo perciò abbinare (in testa) a ciascuna delle tre matrici un diverso ridotto di 1T, ottenendo:

3 TRIPLE E 2 DOPPIE colonne 16 (R.R. = 6,75)

1 1 1 1 X X X X X X 2 2 2 2 2 2
1 1 X 2 2 2 X X 1 1 2 2 X X 1 1
X 2 1 1 2 X 2 X 1 1 2 X 2 X 1 1
X 1 1 X X 1 X 1 1 X 1 1 X X X 1
1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 1 X X 1 X

*********************

2 TRIPLE E 4 DOPPIE colonne 20 (R.R. = 7,2)

Osservando le rappresentatività reciproche di M1, M2, M3 nella tavola soprastante notiamo che:

a. M2 ed M3 si rappresentano n-1 reciprocamente, ma hanno colonne scoperte in M1


b. M1 ha colonne scoperte sia in M2 che in M3.

Conosciamo già il ridotto di 2D che, in questo caso, presenta delle caratteristiche complementari con le
nostre matrici.

Infatti:

1 X
1 X

È un ridotto completo di 2D.


X
1

Rappresenta tutte le colonne, tranne:

1
X

Abbineremo pertanto, in coda, il ridotto completo di 2D ad M1, la terza colonna di 2D ad M2 e la quarta


colonna di 2D ad M3.

In questo modo otterremo il ridotto n-1 di 2 triple e 4 doppie, 20 colonne

1 1 X 2 1 1 X 2 2 2 X X 1 1 2 2 X X 1 1
X 2 1 1 X 2 1 1 2 X 2 X 1 1 2 X 2 X 1 1
X 1 1 X X 1 1 X X 1 X 1 1 X 1 1 X X X 1
1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 1 X X 1 X
1 1 1 1 X X X X X X X X X X 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 X X X X 1 1 1 1 1 1 X X X X X X

IL RIDOTTO PERFETTO DI 4 TRIPLE


E' giunto ora il momento di occuparci di una delle pietre miliari della sistemistica:

la costruzione del ridotto perfetto n-1 di 4 triple, 9 colonne.

Questo sistema è noto sin dagli albori degli studi sistemistici, anche se non se ne conosce con certezza la
progenitura.

Per la sua realizzazione è necessario partire da un sistema semi integrale di tre triple (in realtà, se per i
sistemi di sole doppie un semintegrale è esattamente la metà dello sviluppo integrale, per i sistemi di sole
triple esso è esattamente un terzo dello sviluppo del corrispondente sistema integrale).

Per ottenerlo è conveniente costruire prima una serie completa di tre sistemi semi integrali articolati su due
triple.

Infatti il metodo più semplice per costruire tutti i semi integrali superiori alle doppie (siano esse triple,
quadruple, quintuple etc.), consiste sempre nel partire da semi integrali di due sole varianti.
Ottenuta una serie differenziata di semi integrali su due varianti (i semi integrali, come già abbiamo visto in
una delle prime puntate, saranno sempre tre per i sistemi di triple, quattro per i sistemi di quadruple, cinque
per i sistemi di quintuple, etc.), dovremo quindi abbinare ciascuno dei semi integrali ad un ridotto perfetto
su una sola variante (il ridotto perfetto di una tripla, una quadrupla, una quintupla, etc.).

Anche se non in tema con questa puntata (ma attinente a questi argomenti), ricordo che il metodo più
semplice per ottenere semi integrali di sole doppie consiste, invece, come già sappiamo, nel selezionare
tutte le colonne contenenti errori pari od errori dispari rispetto ad una colonna di partenza considerata come
base (solitamente la colonna costituita da soli segni 1).

Si abbia dunque lo sviluppo integrale di 2 triple:

1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 1 1 X X X 2 2 2

Per ottenere un primo semi integrale dovremo selezionare tre colonne opposte per due segni; per esempio:

1 X 2
1 2 X

In effetti queste tre colonne sono un sistema semi integrale perché, come il lettore potrà agevolmente
verificare:

a. Garantiscono la vincita n, senza nessuna vincita n-1, oppure, in alternativa,


b. Due vincite n-1 ( perché due sono le varianti triple )
c. Sono un terzo dello sviluppo integrale.

Ruotando (in senso antiorario, a passo uno) i simboli sulla seconda riga, otterremo altri 2 semi integrali di
due triple:

1 X 2 1 X 2

2 X 1 X 1 2

Un'alternativa, perfettamente equivalente, è rappresentata dalla seguente soluzione:

1 X 2 1 X 2 1 X 2

1 X 2 X 2 1 2 1 X

Torniamo, comunque, alla prima soluzione; dovremo abbinare ora a ciascun semi integrale di due triple un
diverso ridotto di una tripla.

In questo modo otterremo un primo semi integrale di tre triple ( = 9 colonne = 1/3 dell'integrale ):

1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 2 X 2 X 1 X 1 2
1 1 1 X X X 2 2 2
Ruotando i riduttori d'aggancio otterremo altri due semi integrali di tre triple, scomponendo, in tal modo il
corrispondente integrale (27 colonne) in tre semi integrali di 9 colonne:

1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 2 X 2 X 1 X 1 2
X X X 2 2 2 1 1 1

1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 2 X 2 X 1 X 1 2
2 2 2 1 1 1 X X X

Occupiamo adesso del primo semi integrale di tre triple; poiché è noto che esso garantisce, come minimo,
almeno tre vincite di seconda categoria, dovremo cercare di scomporlo in tre matrici, facendo in modo che
ciascuna di esse garantisca una sola vincita n-1 per tutte le colonne che non fanno parte del semi integrale
medesimo.

Si perviene facilmente al risultato voluto selezionando, a tre a tre, le colonne che differiscono tra loro per tre
segni (= colonne opposte).

Avremo perciò tre matrici di tre triple:

1 X 2 1 X 2 1 X 2

1 X 2 X 2 1 2 1 X

1 X 2 2 1 X X 2 1

M1 M2 M3

Analogamente dal secondo semi integrale otterremo una seconda serie di tre matrici:

1 X 2 1 X 2 1 X 2

2 1 X X 2 1 1 X 2

2 1 X 1 X 2 X 2 1

M4 M5 M6

Una terza serie di tre matrici la otterremo dal terzo semi integrale:

1 X 2 1 X 2 1 X 2

X 2 1 2 1 X 1 X 2

X 2 1 1 X 2 2 1 X

M7 M8 M9

In questo modo lo sviluppo integrale di 3 triple risulta scomposto in 9 matrici, ciascuna di tre colonne.
Osserviamo ora la tavola rappresentativa delle colonne lasciate scoperte da ciascuna matrice:

M1 M2 M3 M4 M5 M6 M7 M8 M9

M1 -- 3 3 0 0 0 0 0 0
M2 3 -- 3 0 0 0 0 0 0
M3 3 3 -- 0 0 0 0 0 0
M4 0 0 0 -- 3 3 0 0 0
M5 0 0 0 3 -- 3 0 0 0
M6 0 0 0 3 3 -- 0 0 0
M7 0 0 0 0 0 0 -- 3 3
M8 0 0 0 0 0 0 3 -- 3
M9 0 0 0 0 0 0 3 3 --

Notiamo che:

a. M1, M2, M3 non si rappresentano tra loro, ma ciascuna matrice riduce n-1 le altre 18 colonne.
b. M4, M5, M6 non si rappresentano tra loro, ma ciascuna matrice riduce n-1 le altre 18 colonne.
c. M7, M8, M9 non si rappresentano tra loro, ma ciascuna matrice riduce n-1 le altre 18 colonne.

A questo punto costruire il ridotto perfetto n-1 di 4 triple, 9 colonne, risulta agevole; infatti è sufficiente
abbinare a ciascuna delle prime tre matrici un diverso ridotto di una tripla (1, X, 2):

1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 X 2 X 2 1 2 1 X
1 X 2 2 1 X X 2 1
1 1 1 X X X 2 2 2
R1

Ruotando (in senso antiorario, a passo uno) i ridotti di aggancio da R1 si ottengono altri due ridotti:

1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 X 2 X 2 1 2 1 X
1 X 2 2 1 X X 2 1
X X X 2 2 2 1 1 1
R2
1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 X 2 X 2 1 2 1 X
1 X 2 2 1 X X 2 1
2 2 2 1 1 1 X X X
R3

Effettuando analoghe operazioni, dal secondo semi integrale di 3 triple si ottengono altri tre diversi ridotti:

1 X 2 1 X 2 1 X 2
2 1 X X 2 1 1 X 2
2 1 X 1 X 2 X 2 1
1 1 1 X X X 2 2 2
R4

1 X 2 1 X 2 1 X 2
2 1 X X 2 1 1 X 2
2 1 X 1 X 2 X 2 1
X X X 2 2 2 1 1 1
R5

1 X 2 1 X 2 1 X 2
2 1 X X 2 1 1 X 2
2 1 X 1 X 2 X 2 1
2 2 2 1 1 1 X X X
R6

Anche dal terzo semi integrale si ottengono, con procedimenti simili ai precedenti, altri tre differenti ridotti:

1 X 2 1 X 2 1 X 2
X 2 1 2 1 X 1 X 2
X 2 1 1 X 2 2 1 X
1 1 1 X X X 2 2 2
R7
1 X 2 1 X 2 1 X 2
X 2 1 2 1 X 1 X 2
X 2 1 1 X 2 2 1 X
X X X 2 2 2 1 1 1
R8

1 X 2 1 X 2 1 X 2
X 2 1 2 1 X 1 X 2
X 2 1 1 X 2 2 1 X
2 2 2 1 1 1 X X X
R9

Quindi, come abbiamo appena visto, lo sviluppo integrale di 4 triple risulta scomposto in 9 ridotti perfetti n-1
di 9 colonne, senza nessuna ripetizione colonnare.

Questi 9 sistemi, come pure le 9 matrici di tre triple risultano indispensabili per la costruzione di ridotti di
maggiori dimensioni, come avremo in seguito modo di constatare più dettagliatamente.

SISTEMI DERIVATI DAL RIDOTTO PERFETTO DI 4 TRIPLE


I seguenti sistemi derivano dal ridotto perfetto di 4 triple per semplice aggiunta di doppie e triple integrali:

4 triple e 1 doppia, ridotto n-1 col. 18 (moltiplicazione del 4t per una doppia integrale)

4 triple e 2 doppie, ridotto n-1 col. 36 (moltiplicazione del 4t per due doppie integrali)

4 triple e 3 doppie, ridotto n-1 col. 72 (moltiplicazione del 4t per tre doppie integrali)

5 triple, ridotto n-1 col. 27 (moltiplicazione del 4t per una tripla integrale)

5 triple e 1 doppia, ridotto n-1 col. 54 (moltiplicazione del 4t per una tripla e 1 doppia integrali)

Tralascio ogni ulteriore commento: la loro realizzazione è assolutamente banale e non dovrebbe presentare,
ormai, nessuna difficoltà per chi segue queste note da un po' di tempo.

Più interessanti sono, invece, i seguenti due sistemi, che derivano sempre dal ridotto di 4 triple:

3 triple e 3 doppie col. 24

2 triple e 6 doppie col. 64

Per ottenere questi sistemi è sufficiente trasformare, nel ridotto perfetto di 4 triple, una tripla (o due triple) in
tre doppie.
Infatti i 3 ridotti di una tripla che vengono agganciati alle matrici di 3 triple nel sistema suddetto, possono
essere sostituiti con una qualsiasi altra serie completa di ridotti, purchè questi siano scomponibili in almeno 3
parti.

Si abbia dunque una qualsiasi serie di 3 matrici di 3 triple:

1 X 2 1 X 2 1 X 2

1 X 2 X 2 1 2 1 X

1 X 2 2 1 X X 2 1

M1 M2 M3

Già conosciamo i 4 ridotti perfetti di 3 doppie: poichè nel 4 triple i ridotti d'aggancio sono 3 e i ridotti di 3
doppie sono 4, raggrupperemo due di questi in un unico ridotto di 4 colonne:

1 X X 1 1 X 1 X

1 X 1 X X 1 1 X

1 X 1 X 1 X X 1

R1 R2 R3

Per eseguire materialmente la moltiplicazione di una matrice per il ridotto ad essa abbinato occorrerà
scrivere la matrice abbinandovi sotto la prima colonna del ridotto, quindi rieseguire la stessa operazione
abbinando la seconda colonna del ridotto etc.

Lo schema per moltiplicare tra loro matrici e riduttori già lo conosciamo (vedere, a titolo di paragone, il
sistema di 7 doppie):

4 triple Matrici M1 M2 M3

3 doppie Riduttori R1 R2 R3

Il risultato finale delle moltiplicazioni è il seguente sistema di 3 triple e 3 doppie, di 24 colonne:

1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 1 1 X X X X X X 1 1 1
1 1 1 X X X 1 1 1 X X X
1 1 1 X X X 1 1 1 X X X
1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2
X 2 1 X 2 1 2 1 X 2 1 X
2 1 X 2 1 X X 2 1 X 2 1
1 1 1 X X X 1 1 1 X X X
X X X 1 1 1 1 1 1 X X X
1 1 1 X X X X X X 1 1 1

Per individuare le moltiplicazioni di matrici per riduttori occorre fare riferimento ai colori (rosso, blu, nero).

Questo tipo di operazione appena eseguita viene comunemente definita trasformazione di una tripla in tre
doppie.

Il ridotto di 2 triple e 6 doppie col. 64 deriva dal precedente 3t3d per trasformazione di un'altra tripla in tre
doppie (nel nostro esempio utilizzeremo la terza tripla).

Il risultato finale propone per il 2 triple e 6 doppie il seguente sviluppo di 64 colonne:

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1
1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X
1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X
1 1 1 1 X X X X X X X X 1 1 1 1
1 1 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X
1 1 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X

X X X X X X X X 2 2 2 2 2 2 2 2
X X X X X X X X 2 2 2 2 2 2 2 2
1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X
X 1 X 1 X 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X
1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1 X 1 X 1
1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X 1 1
1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
1 1 1 1 X X X X X X X X 2 2 2 2
X X X X 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1
1 X 1 X 1 X X 1 1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 X 1
X 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X
1 1 X X 1 1 1 1 X X X X 1 1 X X
X X 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X 1 1
1 1 X X 1 1 1 1 X X X X 1 1 X X

1 1 1 1 X X X X 2 2 2 2 2 2 2 2
2 2 2 2 1 1 1 1 X X X X X X X X
1 X 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 1 X X 1
X 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X 1 X
1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X
1 1 X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X X X
1 1 X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X X X
X X 1 1 X X 1 1 X X X X 1 1 1 1

Entrambi i sistemi ora presentati mantengono il rapporto di riduzione 9 del perfetto di 4 triple da cui derivano.

Va segnalata una curiosità: trasformando 3 triple in altrettanti gruppi di 3 doppie ( = 9 doppie in totale), dal
ridotto perfetto di 4 triple si ottiene anche il seguente sistema:

1 tripla e 9 doppie colonne 168 (R.R. 9,1428571) che supera il R.R. 9 del perfetto da cui deriva.

Non presenterò questo sistema (A. Musso, 1951) perché superato: l'attuale primato è ora di 160 colonne.

Inoltre, con le conoscenze fin qui acquisite, la sua realizzazione pratica non dovrebbe presentare particolari
problemi.

Potrebbe anzi trattarsi, per chi lo desiderasse, di un utile esercizio allo scopo di impratichirsi nella
moltiplicazione colonnare appena vista: basterà aver cura di sfruttare lo sbilanciamento dei ridotti di 3 doppie
(uno di 4 colonne e gli altri due di 3 colonne).
UNA SERIE DI PICCOLI SISTEMI BIRIDOTTI
Già siamo a conoscenza dell'esistenza di alcuni sistemi biridotti perfetti (10° puntata): oggi, come allora,
sarebbe prematuro iniziare lo studio del biridotto perfetto di 11 triple.

Pertanto esamineremo, prima di tutto, altri piccoli sistemi biridotti di facile costruzione.
Data la loro evidente semplicità, per cinque di questi si evita di pubblicarne lo sviluppo.

6 doppie colonne 4

Deriva dal biridotto di 5 doppie, già presentato, per aggiunta di una doppia integrale.

1 tripla e 4 doppie col. 3

Deriva dal biridotto perfetto di 5 doppie, già presentato, per trasformazione di una doppia in tripla.

1 tripla e 5 doppie col. 6

Deriva da 1T4D per aggiunta di una doppia integrale.

2 tripla e 3 doppie col. 4

Deriva da 1T4D col. 3 per trasformazione di una doppia in tripla (avendo cura di effettare la trasformazione
in tripla tramite il segno presente una sola volta su una determinata riga).

4 triple col. 3

Si ottiene da una qualsiasi matrice di 3 triple, abbinando a ciascuna colonna un diverso ridotto di una tripla.
Ad esempio:

1 X 2
1 X 2
1 X 2
1 X 2

4 triple e 1 doppia col. 6

Deriva dal biridotto di 4t per aggiunta di una doppia integrale.

*******************************************************************************
2 triple e 4 doppie col. 6 (R.B. 24) R.B = Rapporto di Biriduzione

Questa soluzione comincia ad essere più interessante. Si abbia un qualsiasi ridotto n-1 di 2t2d col. 6, per
esempio:

1 1 X X 2 2
1 1 X 2 X 2
1 X X 1 1 X
1 X 1 X X 1

Dividiamo ora queste 6 colonne in due gruppi (matrici), selezionandole in base al segno dell'ultima doppia.
Avremo:

1 X 2 1 X 2
1 X 2 1 2 X
1 X X X 1 1
1 1 1 X X X
M1 M2

Abbiniamo ora a ciascuna matrice un biridotto perfetto di una doppia, avendo cura di sceglierne 2 opposti,
quindi:

1
1

X
X

oppure

X
1

1
X
Il biridotto di 2t4d col. 6 sarà pertanto:

1 X 2 1 X 2
1 X 2 1 2 X
1 X X X 1 1
1 1 1 X X X
1 1 1 X X X
1 1 1 X X X

oppure:

1 X 2 1 X 2
1 X 2 1 2 X
1 X X X 1 1
1 1 1 X X X
X X X 1 1 1
1 1 1 X X X

Entrambe le soluzioni sono perfettamente equivalenti.

Di seguito una serie di sistemi che si ottengono con la medesima tecnica del precedente 2t4d:
si divide il corrispondente ridotto n-1 (diminuito di due doppie) in due matrici, abbinando a ciascuna di esse
un biridotto di 2d, ma scegliendoli in modo che abbiano i segni opposti l'uno con l'altro.

1 tripla e 6 doppie col. 8 (R.B. 24)

1 1 X 2 1 1 X 2
1 X X 1 X 1 1 X
1 X 1 X X 1 X 1
1 1 X X X X 1 1
1 1 1 1 X X X X
1 1 1 1 X X X X
1 1 1 1 X X X X
7 doppie col. 7 (R.B. 18,285714)

X X X 1 X 1 1
X 1 1 X X X 1
X X X 1 1 X 1
1 X 1 X X X 1
1 1 1 1 X X X
1 1 1 1 X X X
X X X X 1 1 1

8 doppie col. 12 (R.B. 21,333333)

X 1 1 X X X 1 1 1 X X 1
1 X 1 X X X 1 1 1 X 1 X
1 1 X X X X 1 1 1 1 X X
1 1 1 X 1 1 X X 1 X X X
1 1 1 1 X 1 X 1 X X X X
1 1 1 1 1 X 1 X X X X X
1 1 1 1 1 1 X X X X X X
X X X X X X 1 1 1 1 1 1

9 doppie col. 16 (R.B. 32)

1 X X 1 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X X 1 1 X 1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X 1 X
1 1 X X X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X
1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
1 1 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X
1 1 1 1 1 1 1 1 X X X X X X X X
1 1 1 1 1 1 1 1 X X X X X X X X
1 1 1 1 1 1 1 1 X X X X X X X X
3 triple e 2 doppie col. 5 (R.B. 21,6)

La tecnica per ottenerlo è lievemente più complessa della precedente; il sistema deriva da una qualsiasi
matrice di 3 triple. Si abbia per esempio:

1 X 2
1 X 2
1 X 2

con la quale costruiremo 3 gruppi (a,b,c), i primi due di 2 col. ed il terzo di una colonna:

1 1 X X 2
1 1 X X 2
1 1 X X 2
1 X X X 1
1 1 1 X X

La monotermine 1 rappresenta (minimo n-2) 19 colonne di 3t: restano scoperte le 8 che non contengono
segni 1, ma queste trovano copertura in b oppure in c.

Analogamente la monotermine X rappresenta (minimo n-2) 19 colonne di 3t, restano escluse le 8 che non
contengono segni X, ma queste trovano copertura in a oppure in c.

Infine la monotermine 2 rappresenta (minimo n-2) 19 colonne di 3t, restano escluse le 8 che non contengono
segni 2, ma queste trovano copertura in a oppure in b.

ALCUNI CENNI SUI SISTEMI A CORREZIONE DI ERRORI


Vengono così chiamati quei sistemi che, data una colonna base (vedasi 10^ puntata), garantiscono la vincita
ridotta (o biridotta etc.), purchè il numero di errori commessi sul pronostico non ecceda un certo limite,
stabilito in precedenza.

L'uso di questo particolare tipo di sistemi presenta vantaggi e svantaggi.

Il vantaggio più eclatante è dato dal risparmio di spesa rispetto al corrispondente sistema ridotto (o biridotto
etc.) senza condizioni.

Lo svantaggio più evidente è dato, invece, dalle maggiori difficoltà che si presentano in sede di pronostico.

Infatti, usando un ridotto (o biridotto etc.) assoluto è sufficiente dover stabilire in quali partite giocare le triple,
le doppie e le fisse che si hanno a disposizione.

Quando si decide di utilizzare un ridotto a correzione di errori, oltre allo stabilire la posizione di triple, doppie
e fisse, si deve anche pronosticare una colonna base (ovviamente scegliendo i segni che si ritengono più
probabili), rispetto alla quale si dovrà commettere un numero massimo di errori, stabilito a priori in base alle
caratteristiche del sistema.

In particolare la correzione di errori può essere decisa su tutto il campo del pronostico oppure su una o più
sezioni dello stesso.
I nostri studi si sono indirizzati, soprattutto, sulla correzione di errori a tutto campo (=su tutte le varianti del
sistema), prendendo in considerazione diverse sequenze di errori:

a) Sistemi a correzione di 0-1-2-3-4 errori sulla colonna base.

b) Sistemi a correzione di 0-1-2-3-4-5 errori sulla colonna base.

c) Sistemi a correzione di 0-1-2-3-4-5-6 errori sulla colonna base.

d) Sistemi a correzione di 0-1-2-3-4-5-6-7 errori sulla colonna base.

e) Sistemi a correzione di 3-4-5-6 errori sulla colonna base.

f) Sistemi a correzione di 4-5-6-7 errori sulla colonna base.

g) Sistemi a correzione di 5-6-7-8 errori sulla colonna base.

Posto che, convenzionalmente, la colonna scelta come baseè quella composta solamente da segni 1, è
ovvio che chiunque utilizzi questo tipo di sistemi dovrà adattarla al proprio pronostico, sostituendo i segni 1
con quelli da lui ritenuti più attendibili.

Trascureremo i sistemi a correzione di 0-1 errori sulla base (per i ridotti n-1 basta giocare la sola colonna
base) e quelli a correzione di 0-1-2 errori, perchè assolutamente banali e, inoltre, poco proficui in termini di
resa.

In particolare, riguardo alle categorie di sistemi a correzione di errori sopra elencate, non esiste un metodo
univoco di costruzione: è necessario ricercare, di volta in volta, la soluzione più consona.

Questa caratteristica dei correttori (= sistemi a correzione di errori) li rende quasi tutti interessanti, almeno
dal punto di vista dello studioso.

Invece, un metodo univoco di costruzione esiste per i sistemi a correzione di 0-1-2-3 errori sulla base.

Questa loro particolarità li rende, se non interessanti dal punto di vista sistemistico, almeno idonei ad essere
immediatamente compresi dai neofiti.

Infatti, per la costruzione di un qualsiasi sistema a correzione di 0-1-2-3 errori, la soluzione più adatta
consiste nel dividere tale sistema in due sezioni, il più possibile uguali come numero di eventi.

Ovviamente nei sistemi costituiti da un numero pari di eventi le due sezioni saranno esattamente uguali (ad
es. su un sistema per 6 partite avremo 2 sezioni di 3 partite ciascuna).

Nei sistemi costituiti da un numero dispari di varianti avremo una sezione maggiore di un evento rispetto
all'altra (ad es. su un sistema per 7 partite avremo una sezione di 3 partite ed un'altra di quattro).

Inoltre, per comprendere il funzionamento della correzione da zero a tre errori occorre riprendere in esame
la tavola di posizone degli errori, concetto già trattato nella 14^ puntata.

Diviso in due sezioni un qualsiasi sistema di almeno 6 partite, tutte le possibili disposizioni di 0-1-2-3 errori
rispetto ad una colonna base saranno le seguenti (tavola di posizione degli errori):

1^ sezione 0 1 2 3 0 1 2 0 1 0
2^ sezione 0 0 0 0 1 1 1 2 2 3
Come si potrà facilmente verificare le posizioni di errore colorate in rosso sono quelle sufficienti a garantire la
copertura dei sistemi a correzione di 0-1-2-3 errori.

Nel caso si voglia effettuare la correzione su un sistema costituito da un numero DISPARI di eventi, la
sezione più piccola andrà SEMPRE identificata con la prima sezione dello schema sopra riportato.

Esaminiamo ora un paio di esempi pratici.

1) 11 doppie a correzione di 0-1-2-3 errori sulla base, ridotto n-1.

Divideremo le 11 partite in due sezioni, la prima di 5 partite e la seconda di 6 partite, per cui sulle prima
sezione avremo una colonna base di cinque segni 1 e sulla seconda sezione una colonna base di 6 segni 1.

Sulla prima sezione faremo ruotare uno e due errori in tutte le posizioni possibili, mantenendo la colonna
base sulla seconda sezione:

X 1 1 1 1
1 X 1 1 1
1 1 X 1 1
1 1 1 X 1
1 1 1 1 X
1 1 1 1 1
1 1 1 1 1
1 1 1 1 1
1 1 1 1 1
1 1 1 1 1
1 1 1 1 1

Correzione di un errore sulla colonna colonna base della prima sezione = 5 colonne.

X X X X 1 1 1 1 1 1
X 1 1 1 X X X 1 1 1
1 X 1 1 X 1 1 X X 1
1 1 X 1 1 X 1 X 1 X
1 1 1 X 1 1 X 1 X X
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1

Correzione di due errori sulla colonna base della prima sezione = 10 colonne.
Successivamente manterremo la colonna base sulla prima sezione, e, al contrario faremo ruotare due errori
sulla seconda sezione:

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
X X X X X 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
X 1 1 1 1 X X X X 1 1 1 1 1 1
1 X 1 1 1 X 1 1 1 X X X 1 1 1
1 1 X 1 1 1 X 1 1 X 1 1 X X 1
1 1 1 X 1 1 1 X 1 1 X 1 X 1 X
1 1 1 1 X 1 1 1 X 1 1 X 1 X X

Correzione di due errori sulla colonna base della seconda sezione = 15 colonne.

Il ridotto n-1 a correzione a tutto campo di 0-1-2-3 errori sulla colonna base risulterà pertanto composto da:

5 + 10 + 15 = 30 colonne.

2) 8 triple a correzione di 0-1-2-3 errori sulla base, ridotto n-1.

Avremo, in questo caso, due sezioni di 4 partite ciascuna.

Il sistema comporterà uno sviluppo di 56 colonne (8 + 24 + 24) e, con l'utilizzo di tutti i possibili
accorpamenti, assumerà il seguente aspetto:

X2 1 1 1 X2 X2 X2 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 X2 1 1 X2 1 1 X2 X2 1 1 1 1 1 1 1
1 1 X2 1 1 X2 1 X2 1 X2 1 1 1 1 1 1
1 1 1 X2 1 1 X2 1 X2 X2 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 X2 X2 X2 1 1 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 X2 1 1 X2 X2 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 X2 1 X2 1 X2
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 X2 1 X2 X2

Lascerò a chi desideri esercitarsi la costruzione di tutti gli altri possibili sistemi, avvertendo che, nel caso di
sistemi misti, per trovare le soluzioni ottimali sarà necessario scegliere, di volta in volta, la collocazione più
idonea per il posizionamento delle varianti triple.

Inoltre ricordo che, per la costruzione dei correttori costituiti da un numero di eventi inferiore alle 6 partite, la
metodologia rimane la stessa, mentre le posizioni degli errori sulle tavole corrispondenti diminuiscono.
Di certo, anche la perfetta realizzazione di tutte le possibili soluzioni, sino alle 14 triple, non rappresenta,
comunque, una eccelsa conquista sistemistica: prova ne sia il fatto che non li abbiamo neanche presi in
considerazione nel momento in cui abbiamo stilato le nostre tabelle dei primati.

Semplicemente, questi sistemi vanno considerati per quello che in realtà sono: un altro tassello nel nostro
viaggio alla scoperta dell'affascinante mondo della sistemistica, niente di meno , niente di più!

SISTEMI A VINCITE MULTIPLE


Una tipologia di sistemi molto interessante è costituita dai ridotti, biridotti, triridotti etc., assoluti o
condizionati, a garanzia di vincite multiple.

Mentre lo scopo della costruzione dei sistemi sinora esaminati era quello della ricerca del minor numero di
colonne necessarie per garantire la singola vincita (n-1 ed n-2, ma lo stesso criterio va ritenuto valido anche
per i ridotti n-3 etc.), lo scopo dei ridotti (e/o biridotti e/o triridotti) a vincite multiple è quello di ricercare il
minor numero di colonne possibili atte a garantire un numero di vincite superiori all'unità (2,3,4 etc.).

Il metodo più brutale per la costruzione di tali sistemi consiste nell'utilizzare un sistema a garanzia di una
sola vincita tante volte quante sono le vincite desiderate (ad esempio, se si vogliono due vincite si usa due
volte un ridotto a garanzia di singola vincita).

E' ovvio che questo metodo non è assolutamente conveniente.

Infatti a chi gioverebbe spendere il doppio per ottenere, ad esempio, la garanzia di due vincite n-1, quando,
spendendo solo la metà, si ha, comunque, la garanzia di una vincita?

Risulta quindi evidente che i sistemi a garanzia di vincite multiple vanno giocati soltanto nel caso in cui il loro
sviluppo colonnare sia inferiore al numero di colonne che si ottengono dalla semplice moltiplicazione di un
sistema a garanzia di una vincita per il numero di vincite desiderato.

Purtroppo non sempre si riesce ad ottenere una differenza di sviluppo colonnare tra una versione autonoma
a vincite multiple e una banale ripetizione di un sistema a singola vincita tante volte quante il numero di
vincite desiderato.

E' il caso, ad esempio, del ridotto assoluto 2(n-1) del sistema di 7 doppie, che consta di 32 colonne, ovvero
tante colonne quante il corrispondente sistema a singola vincita raddoppiato.

Altro caso analogo è dato dal ridotto 2(n-1) di 2t2d col. 12, tante quante il raddoppio del sistema a vincita
singola.

Questo tipo di sistemi a vincite multiple non presenta alcun interesse sistemistico, per cui ci occuperemo di
soluzioni autonome, il cui R.R. relativo risulti superiore al R.R. del corrispondente sistema a singola vincita.

16 Doppie 2(n-1) col. 16

Incidentalmente, quando ci occupavamo del ridotto di sei doppie (14^ puntata), abbiamo già avuto modo di
parlare di una versione di 16 colonne di tale sistema, a garanzia di due vincite ridotte.

Esamineremo, ora, un metodo alternativo per ottenere questo sistema.


Si abbia il noto ridotto assoluto n-1 di 7 doppie:

1 X X 1 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X X 1 1 X 1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X 1 X
1 1 X X X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X
1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
1 1 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X
1 1 1 1 1 1 1 1 X X X X X X X X

Cancellando l'ultima riga di tale sistema (ma potremmo cancellare una qualsiasi altra riga a scelta) e
lasciando inalterato il resto dello sviluppo, otterremo il seguente sistema di 6 doppie, 16 colonne, a garanzia
2(n-1):

1 X X 1 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X X 1 1 X 1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X 1 X
1 1 X X X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X
1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
1 1 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X

Esaminando il ridotto n-1 da un altro punto di vista, possiamo anche considerarlo come costituito da 2
matrici di 6 doppie, ciascuna di 8 colonne; la prima di queste viene abbinata al segno 1 (primo ridotto di una
doppia), la seconda al segno X (secondo ridotto di una doppia).

In effetti ciascuna delle due matrici rappresenta n-1 tutte le colonne di 6 doppie non giocate: perciò,
tralasciando la settima riga del ridotto di 7 doppie avremo un sistema di 16 colonne su 6 doppie, che, nella
peggiore delle ipotesi, garantisce minimo 2 vincite n-1.

La tecnica di eliminare una doppia da un qualsiasi sistema assoluto per ottenerne un secondo con una
doppia in meno a garanzia di doppia vincita ha valenza per tutti i sistemi senza condizione: si tratta quindi di
un principio che trova applicazione in generale (anche se non sempre i risultati conseguibili risultano
eclatanti).

Per lo stesso principio, eliminando una tripla da un qualsiasi sistema senza condizioni, si ottengono tre
matrici ciascuna delle quali garantisce almeno una vincita, per cui, in conclusione, si ottiene un sistema a
garanzia minima di tre vincite.

Conseguentemente, eliminando una quadrupla si ottiene un sistema a quattro vincite ...e così di seguito.

Da queste considerazioni si giunge anche alle seguenti conclusioni:

1) Per calcolare il rapporto di riduzione teorico (1^ puntata) di un sistema senza condizioni a doppia vincita si
deve calcolare il R.R. teorico del corrispondente sistema maggiorato di una doppia.
Pertanto il limite teorico del sistema a doppia vincita coinciderà con il limite teorico del corrispondente
sistema a garanzia di una sola vincita maggiorato ,appunto, di una doppia.

2) Per calcolare il rapporto di riduzione teorico (1^ puntata) di un sistema senza condizioni a tripla vincita si
deve calcolare il R.R. teorico del corrispondente sistema maggiorato di una tripla ...e così di seguito.
Esempio: il R.R. teorico di 6d assolute 2(n-1) sarà identico al R.R. del corrispondente sistema n-1
maggiorato di una doppia (6 + 1 = 7 doppie).

6d 2(n-1)
limite teorico 128/8=16
R.R. teorico 128/16=8

Poichè i limiti di riduzione teorici per questo sistema coincidono con quelli effettivamente raggiunti, se ne
deduce che trattasi di un sistema ridotto perfetto a doppia vincita.

******

4 Triple 4(n-1) col. 27

Esaminiamo ora un altro sistema a vincite multiple.

Per ottenere un sistema ridotto di 4 triple a garanzia minima di 3 vincite conosciamo due diverse
metodologie:

a) Possiamo usare tre volte un ridotto n-1 di 4 triple 9 colonne.

b) Possiamo partire dal 5 triple n-1 di 27 colonne ottenuto per moltiplicazione del 4 triple ridotto con una tripa
integrale e cancellare una qualsiasi tripla, lasciando inalterato il resto dello sviluppo.

In entrambi i casi il sistema ottenuto risulterebbe, in base alle considerazioni fatte più sopra, non
conveniente.

Esiste però anche un'altra soluzione, migliore delle precedenti, che siamo già in grado di applicare:
dobbiamo utilizzare un semi integrale di 4 triple.

Il semi integrale di 4 triple sarà costituito da 27 colonne (81/3) e ci garantirà minimo 4 vincite (tante vincite
quante sono le varianti triple).

Per costruire un semi integrale di 4 triple conviene partire dai semi integrali di 2 triple, moltiplicando ciascuno
di essi per un altro semi integrale di 2 triple:

1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 X 2 X 2 1 2 1 X
--- --- --- + --- --- --- + --- --- ---
1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 X 2 X 2 1 2 1 X

Ciascuna delle 3 sezioni poste a "numeratore" va moltiplicata per la corrispondente sezione a


"denominatore", in questo modo:

1 1 1 X X X 2 2 2 1 1 1 X X X 2 2 2 1 1 1 X X X 2 2 2
1 1 1 X X X 2 2 2 X X X 2 2 2 1 1 1 2 2 2 1 1 1 X X X
1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2 1 X 2
1 X 2 1 X 2 1 X 2 X 2 1 X 2 1 X 2 1 2 1 X 2 1 X 2 1 X

Il sistema ottenuto con questo metodo presenta sempre uno sviluppo di 27 colonne, ma garantisce, in
compenso, 4 vincite al posto delle tre vincite prima ipotizzate: pertanto questo sistema risulta conveniente).
APPROFONDIMENTI SUI SISTEMI A CORREZIONE DI ERRORI.
Nella precedente presentazione dei correttori di errori già precisammo che, al di là del caso preso in esame
(19^ puntata), non esiste un metodo generalizzato per la costruzione di questo tipo di sistemi: di volta in
volta si deve ricercare la soluzione più idonea al caso specifico preso in esame.

Possono essere necessari dei percorsi molto complessi, oppure può essere sufficiente un semplice artificio,
applicato ad un sistema già conosciuto!

Per rendere più chiaro questo concetto ora presenteremo l'esempio del correttore da zero a quattro errori su
un pronostico di otto doppie.

8 Doppie a correzione di 0,1,2,3,4 errori sulla base, colonne 27 garanzia n-1.

Primato di M. Rosatella (1980); la versione che segue è una nostra realizzazione autonoma.

Ricordiamo che la base, per convenzione, è sempre rappresentata dalla colonna che contiene soltanto segni
1 (motermine 1).

Ecco lo schema:

a b c d e f

X 1 1 X 1 1 X 1 1 X 1 1 X X 1
1 X 1 1 X 1 1 X 1 X 1 X 1 X 1
1 1 X X X 1 1 1 X 1 1 X X X 1
1 1 X 1 1 X X X 1 1 1 X X X 1
-- -- -- + -- -- -- + -- -- -- + -- -- -- -- + -- -- -- -- + --
X 1 X 1 X 1 X 1 1 1 1 X
X 1 1 X 1 X 1 X 1 1 1 X
1 X X 1 1 X 1 1 X 1 1 X
1 X 1 X X 1 1 1 1 X 1 X

g h i l m n

a*g + b*h + c*i + d*l + e*m + f*n


3*2 + 3*2 + 3*2 + 4 + 4 + 1 = 27

Per ottenerne lo sviluppo completo ovviamente si devono moltiplicare, in ciascuna delle sei sezioni, le
colonne a "numeratore" per quelle a "denominatore".

Osserviamo attentamente lo schema di questo sistema.


g,h,i le riconosciamo: si tratta delle tre matrici pari di 4 doppie che contengono le colonne con 2 errori sulla
base. Ciascuna di esse aggancia n-1 le colonne di 4 doppie con 1 e 3 errori.
Pertanto i corrispettivi "numeratori" a,b,c devono essere dei correttori da zero a due errori.
Se l'assunto è vero per a, in realtà b e c lasciano scoperta la colonna d, la quale trova copertura tramite
l'aggancio di h ed i in l, che contiene le colonne di 4 doppie con un errore.

Quanto ad l, il corrispondente numeratore deve essere un correttore da zero a tre errori (cioè deve
rappresentare minimo n-1 15 colonne di 4 doppie).

d rappresenta direttamente 5/15 colonne, le altre 10 trovano copertura in a,b,c, oppure in e, in quanto g,h,i
ed m (la monotermine 1) agganciano le colonne contenute in l.

m deve essere abbinata a "numeratore" con un ridotto completo di 4 doppie (correzione di 0,1,2,3,4 errori): e
lascia scoperta la colonna contenuta in d, che trova copertura tramite l'aggancio a "denominatore" di m con l.

n (la monotermine X) deve essere abbinata a "numeratore" con la monotermine 1 (f): questa singola colonna
rappresenta anche zero errori a "numeratore" con i tre errori a "denominatore".
Invece i tre errori a "denominatore" abbinati ad un errore a "numeratore" sono rappresentati in a, in b oppure
in c.

E' questa la ragione per cui non è necessario porre in gioco i tre errori su 4 doppie nella sezione a
"denominatore".

Dopo un caso abbastanza complesso vediamo, ora, un sistema che, al contrario, è molto semplice da
ottenere.

7 Doppie a correzione di 0,1,2,3,4,5 errori sulla base, colonne 15 garanzia n-1.

Si abbia il "solito" ridotto assoluto n-1 di 7 doppie:

1 X X 1 1 X 1 X 1 X 1 X X 1 1 X
1 X 1 X X 1 1 X 1 X X 1 1 X 1 X
1 X 1 X 1 X X 1 X 1 1 X 1 X 1 X
1 1 X X X X 1 1 X X 1 1 1 1 X X
1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X 1 1 X X
1 1 1 1 X X X X 1 1 1 1 X X X X
1 1 1 1 1 1 1 1 X X X X X X X X

Ovviamente la colonna contenente 7 segni X rappresenta:

a) per una vincita di 1^ categoria, la colonna con 7 errori in base 1 .


b) per una vincita di 2^ categoria, le 7 colonne con 6 errori in base 1 .

E' pertanto chiaro che tale colonna può essere tranquillamente eliminata, senza compromettere l'efficacia
delle rimanenti 15 colonne, le quali correggono da zero a cinque errori sulla base.

Con l'artificio di trasformare le doppie in triple, da questo sistema si possono ottenere meccanicamente altri
sette correttori da zero a cinque errori:

1 Tripla e 6 Doppie colonne 22

2 Triple e 5 Doppie colonne 32


3 Triple e 4 Doppie colonne 46 (l'attuale primato è di 45 colonne)

4 Triple e 3 Doppie colonne 66 (l'attuale primato è di 63 colonne)

5 Triple e 2 Doppie colonne 91 (l'attuale primato è di 85 colonne)

6 Triple e 1 Doppie colonne 125 (l'attuale primato è di 115 colonne)

7 Triple colonne 169 (l'attuale primato è di 153 colonne)

Per quanto ovvio, facciamo notare come, man mano che aumenta il numero delle triple, parimenti aumenta il
divario colonnare tra questi sistemi e il corrispondente attuale primato.

Questa ulteriore dimostrazione conferma ancora una volta di più la nostra tesi iniziale, ovvero che in termini
di risparmio colonnare, le versioni autonome sono da preferirsi ai sistemi ottenibili con semplici procedimenti
meccanici.

A titolo di curiosità, di seguito riportiamo la versione del correttore da zero a cinque errori sulla base, colonne
169, il cui unico pregio è, forse, il buon accorpamento (caratteristica, questa, che, al giorno d'oggi, ci lascia
alquanto indifferenti, dal momento che non è più necessaria la compilazione manuale delle schedine):

1 X2 X2 1 1 X2 1 X2 1 X2 1 X2 X2 1 1
1 X2 1 X2 X2 1 1 X2 1 X2 X2 1 1 X2 1
1 X2 1 X2 1 X2 X2 1 X2 1 1 X2 1 X2 1
1 1 X2 X2 X2 X2 1 1 X2 X2 1 1 1 1 X2
1 1 X2 X2 1 1 X2 X2 1 1 X2 X2 1 1 X2
1 1 1 1 X2 X2 X2 X2 1 1 1 1 X2 X2 X2
1 1 1 1 1 1 1 1 X2 X2 X2 X2 X2 X2 X2

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