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ANNO XXXVI - N. 139 - GIUGNO 2006 - † 4,50 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/B - L. 662 DEL 1996 - MILANO
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Giocare all’orchestra
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Raccontare Fanny
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La lezione collettiva di_______________
strumento
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Laboratori musicali
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Libri
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139
NUMERO
Colophon 1
Musica
Indice
DOMANI
Trimestrale di cultura e pedagogia musicale
Organo della SIEM
Società Italiana per l’Educazione Musicale
www.siem-online.it
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 411
del 23.12.1974 - ISSN 0391-4380
Anno XXXVI, numero 139 giugno 2006 Pratiche educative
Direzione responsabile 3 Antonio Giacometti
Mariateresa Lietti Questa domenica giochiamo all’orchestra
Redazione
Luca Bertazzoni, Stefania Lucchetti,
Luca Marconi Ricerche e problemi
Impaginazione e grafica Fabio Cani / Nodo 11 Adriana Mascoli - Marcella Papeschi
Comitato di redazione Raccontare Fanny
Maurizio Della Casa, Franca Ferrari,
Walter Pecoraro
Strumenti e tecniche
Segreteria di redazione
Via Dell’Unione, 4 - 40126 Bologna 16 Annibale Rebaudengo
e-mail: [email protected] La lezione collettiva di strumento
Stampa
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Confronti e dibattiti
Editore
EDT srl, 17 Via Pianezza, 10149 Torino
28 Franca Ferrari (a cura di)
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Tel. 011-5591816, Fax 011-2307034 30 Gian Pietro Pendini
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EDT: tel. 011-5591831, Fax 011-2307034 33 Mirella Orlandi
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Un fascicolo
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possono essere effettuati inviando assegno non (su Enciclopedia della Musica, Einaudi)
trasferibile intestato a EDT srl, versando 42 Roberto Albarea, Rassegna Pedagogica
l’importo sul c.c.p. 24809105 intestato a EDT
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Mastercard, con l’indicazione “Musica Domani”. 44 Serena Facci
La rivista è inviata gratuitamente ai
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Soci ordinari euro 40,00 - Studenti euro 28,00 - Soci
sostenitori euro 80,00 - Triennali ordinari e
e Macchiarella, Il canto necessario, Nota)
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208,00 - Soci giovani euro 6,00.
Le quote associative si ricevono sul c.c.p. 19005404, 47 Dario De Cicco, Guido, teorico e didatta
intestato a Società Italiana per l’Educazione Musicale,
Via Dell’Unione, 4 Bologna. Per comunicazioni e
47 Mariateresa Lietti, Un mito in musica
richieste: tel. 051-2916500 fax 051-228132 - cell.
339-1031354 - e-mail [email protected] -
recapito postale Siem - Casella Postale 94 - Rubriche
Succursale 22 - 40134 Bologna 8 Elita Maule, LA FABBRICA DEI SUONI: Uno zoo sonoro da costruire insieme
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15 Mariateresa Lietti, NOTE A MARGINE: Il suono della Metropolis
Socio individuale per un anno, senza riviste, US$ 35; 22 Susanna Pasticci, PROVE DI ANALISI: Scherzo dalla Sonata
con le riviste US$ 59. Socio individuale per due anni,
senza riviste US$ 65; con le riviste US$ 113. Le riviste op. 26 per pianoforte
sono: International Journal for Music Education, 2 24 Stefania Lucchetti (a cura di), SEGNALAZIONI di Luca Bertazzoni -
numeri l’anno; Music Education International, 1
numero l’anno. Le quote possono essere versate con Luigia Berti - Carlo Bosi - Mariateresa Lietti - Stefania Lucchetti
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chèque bancario a: ISME International Office, PO Box
27 Arianna Sedioli, L’ATELIER DEI PICCOLI: Storiette di pipì e popò
909, Nedlands, 6909 Western, Australia - fax 00 61- 38 Emanuela Perlini - Davide Zambelli, DANZE A SCUOLA:
8-9386 2658. Sarebbe opportuno che l’iscrizione e il
pagamento con carta di credito venissero Circolo Circassiano
accompagnati dal modulo d’iscrizione debitamente
compilato e reperibile presso il sito web dell’ISME:
48 Roberto Neulichedl (a cura di), GIORNALE SIEM: Musica: educazione,
www.isme.org/application. cultura e società
Al n. 138 di “Musica Domani” del marzo 2006 sono allegati gli indici della rivista dal 1999 al 2005 (numeri 110-137) a cura di
Luca Bertazzoni
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studenti † 28,00 biblioteche † 104,00
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Pratiche educative
Questa domenica
giochiamo all’orchestra
Antefatto
L’avventura musicale de “I sei della domenica” è iniziata
nel 1998 come autentico atto d’amore verso mio figlio non
ancora decenne, impegnato da tre anni nello studio del
flauto traverso all’interno dei corsi di avviamento stru-
mentale organizzati dalla SIEM bresciana. A lui, figlio unico
decentrato dal suo habitat di gioco a causa di un recente
trasloco, volevo offrire l’occasione di prolungare in ambi-
to domestico il gioco della musica d’insieme rinforzando
l’amicizia coi suoi stessi compagni del gruppo SIEM: dai
sessanta ai novanta minuti di note, poi tanto gioco libero e
torte, pastine, salatini e aranciata.
Ma dal momento che «l’amore non basta», citando un po’
impropriamente Bettelheim, questa sorta di affettuoso re-
galo paterno s’inserisce subito in un quadro didattico più
generale, destinato a meglio definirsi e a completarsi nel
corso degli anni successivi: tracciare una figura di compo-
sitore veramente “contemporaneo”, capace di vedere oltre
le luci della ribalta e di mettersi in gioco sul terreno insi-
dioso ma sempre estremamente fertile dell’educazione, at-
tivando competenze disciplinari e passione artistica 1. Inol-
tre, c’è l’importante riferimento a quella pratica ottocentesca
dell’Hausmusik, che nella sua versione attualizzata signi- * Questo contributo rielabora e amplifica i contenuti della relazione
fica affrancare il gusto gioioso del suonare insieme dai La musica d’insieme tra scuola e casa, presentata da Antonio
rituali obbligati e ripetitivi della lezione scolastica. Perché Giacometti nel settembre 2001 al Convegno SIEM di Perugia, e del-
se il gioco della musica d’insieme si propone obiettivi for- l’articolo apparso nello stesso anno sul bimestrale “BresciaMusica”,
Quando i sei della domenica diventarono nove. Entrambi sono
mativi e mira alla strutturazione forte di un io musicale
scaricabili dal sito www.a-giacometti.it, sezione “riflessioni”.
cosciente e consapevole dei propri mezzi espressivi e co- 1 A proposito del ruolo del compositore e della sua produzione
municativi, allora è evidente che l’ora o le ore scolastiche creativa nell’ambito dell’educazione musicale di base e strumen-
non bastano. Il gioco va prolungato il più possibile nel tale, cfr. ANTONIO GIACOMETTI, Scrivere musica per ragazzi: un’espe-
quotidiano e, soprattutto, va spostato dalla scuola all’am- rienza di formazione, in “Musica Domani”, 135, 2005, pp. 8-11.
Pratiche educative
dagogico 6, che una progettazione didattica non può igno- di composizione, con integrazioni aleatorie ed effettistica
rare l’importanza di attribuire senso a ogni attività di ap- varia, che rimanda a un quadro di Miró. Tra la primavera e
prendimento proposta al bambino 7, allora si potrebbe con- l’autunno del 1999 ci si presenta con questi brani a due
cludere (con un buon margine di verità) che non esiste appuntamenti, per così dire, “pubblici”: un concerto tra amici
ambito di apprendimento più manifestamente dotato di e un concorso dedicato alla musica d’insieme per ragazzi.
senso di quello del suonare uno strumento. In effetti, il Nasce il gruppo “I sei della domenica”: un flauto, due violi-
processo che porta il bambino ad acquisire le abilità motorie ni, un pianoforte a quattro mani, un violoncello. Età media:
e a costruirsi le mappe concettuali necessarie per risolvere poco più di dieci anni.
i problemi tecnici dello studio strumentale è direttamente Inutile dire che la decisione di partecipare ai due eventi vie-
connesso alla possibilità di produrre senso musicale sem- ne presa di comune accordo tra me, i bambini e i loro geni-
pre più complesso e gratificante, sia sul piano introflessivo tori: i tempi sono maturi anche per “uscire”, per comunicare
del piacere per il prodotto musicale in sé e per la risoluzio- ad altri quell’affiatamento che, domenica dopo domenica,
ne positiva dello sforzo, che su quello estroflessivo del pia- va costruendosi nel gioco e nella musica. A memoria degli
cere infantile per l’esibizione spettacolare delle proprie incontri finora svolti, non ricordo di averli mai sentiti una
competenze. sola volta litigare o lamentarsi perché qualcuno sbagliava
D’altra parte, è risaputo come questo apparente automati- qualche nota di troppo 8. Da parte mia, cerco di tenere sem-
smo della produzione di senso nel processo di apprendi- pre bassa la tensione e alte le motivazioni, anche mettendo-
mento strumentale venga spesso frenato da insorgenti dif- mi personalmente in gioco fuori dai momenti di lavoro vero
ficoltà di puro ordine tecnico, particolarmente laddove si e proprio, come quando spedisco bigliettini ed e-mail per
protraggano a lungo i tempi di apprendistato per l’emis- scusarmi di un mio atteggiamento troppo nervoso o eccessi-
sione del suono, o l’allievo evidenzi persistenti difficoltà vamente severo nei confronti di qualcuno. Tale affiatamen-
di coordinazione. to produce risultati tangibili nel miglioramento del suono
Quale che sia, allora, il livello di consapevolezza didattica d’insieme, nella capacità di “sentire” le intenzioni dell’altro,
dell’insegnante di strumento, la situazione di stallo rischia come dimostrano l’esecuzione in concerto, svolta col sorriso
di compromettere l’identificazione del bambino con il sen- sulle labbra senza il minimo timore reverenziale per il pub-
so delle manipolazioni strumentali ripetitive che gli ven- blico presente, e quella davanti alla giuria del concorso,
gono proposte in forma più o meno giocosa e più o meno portata a termine con una precisione ritmica impressionan-
vicina a prodotti musicali organizzati, con perdita progres- te, considerando il fatto che sono in sei e suonano per la
siva anche del piacere per lo sforzo finalizzato (il bambino prima volta completamente da soli.
fatica senza produrre risultati apprezzabili). Durante la preparazione di queste performance una bam-
A questa richiesta di una costruzione di senso, che parta bina di nove anni, che suona il violino da un paio d’anni,
dai primissimi approcci strumentali e sia in grado di valo- se ne sta seduta in un angolo. E ascolta. Ascolta e segue
rizzare le pur minime competenze tecniche e musicali di con una tale assiduità che è impossibile non comprendere
volta in volta raggiunte, può corrispondere la pratica di- la sua voglia di entrare in quel gruppetto di suonatori che
dattica della musica d’insieme, soprattutto quando si rie- ridono e giocano. La accolgono tutti a braccia aperte e
sca ad attivare quella sorta di circolo semantico, in virtù l’aiutano a inserirsi, anche dal punto di vista tecnico-mu-
del quale il risultato completo e gratificante dello sforzo sicale, suggerendole i tempi d’entrata, sistemandole le ar-
collettivo attribuisce senso allo sforzo individuale, mentre cate. “I sei della domenica” sono diventati sette. È la prima
la crescita delle acquisizioni individuali permette produ- decade di novembre del 1999. A togliermi dall’imbarazzo
zioni collettive di senso musicale sempre più complesse e per la non facile costruzione di un repertorio adatto a una
coinvolgenti. simile, anomala formazione ci pensa una collega arpista,
che mi propone un’esperienza d’integrazione con i corsi di
Quando “I sei della domenica” diventarono undici animazione teatrale di una nota compagnia bresciana di
Dopo i “consigli per la didattica”, la fiction (o, meglio, il teatro-ragazzi. Si tratta di realizzare una versione dram-
reality) continua. Le prove si svolgono senza pretendere che matizzata della Fabbrica del cioccolato di Roald Dahl. I
i bambini, gravati dagli impegni scolastici e strumentali, stu- ragazzi e le famiglie accettano di buon grado e, per l’occa-
dino la parte a casa. Qualcuno, invero, lo fa, ma sa che non sione, si aggiungono ai sette un’arpista e un’altra flautista.
è obbligato. Si costruisce tutto al momento, sollecitando la Hanno entrambe dodici anni.
velocità di lettura e la proposta di soluzioni alternative. Per Si lavora così a una partitura non facile, che ho scritto pen-
questo i brani sono brevi e scritti al di sotto delle capacità sando a una drammaturgia musicale fatta di “normale” ese-
strumentali di ognuno, d’immediata comprensione del dise- cuzione strumentale, ma anche d’interventi vocali, di
gno formale e giocati entro diversi contesti linguistici. Ognu- poliritmie africane realizzate su strumenti a percussione, di
no contiene però almeno una difficoltà di ordine ritmico, o gestualità e di recitazione integrata con la scena. Il ricorso
d’intonazione o di coordinamento timbrico dell’insieme. Il al pluristilismo intende sottolineare caratteri e situazioni (dal
primo repertorio comprende le trascrizioni di un piccolo blues, rap ai contrappunti minimalisti, dalla tecnica strawinskiana
di un Children’s song di Chick Corea, di un brano modale dei wrong tones alla ricerca di sonorità timbriche inusuali),
russo, di un Mango basato su un complesso poliritmo addi- ma il riferimento costante di tutta la costruzione musicale al
tivo e della Pavane da Ma mère l’Oye di Maurice Ravel, oltre nucleo generativo del tema modale che presenta il protago-
e quale ruolo svolgano nell’attribuire varietà e coerenza a L’esperienza de “Gli undici della domenica” si chiude
un lavoro di quarantacinque minuti. definitivamente quando la maggior parte dei componenti
Impensabili i risultati raccolti da questi preadolescenti in inizia le scuole superiori e non solo sente l’impegno dome-
così poche prove e commovente il loro atteggiamento, an- nicale come troppo gravoso rispetto al già pesante carico
che durante la rappresentazione, per dedizione, energia e del doppio studio scolastico e strumentale, ma rivendica il
trasmissione al pubblico di gioia di suonare, come gioco (giusto) diritto di dedicare i pomeriggi festivi agli amici e
comunicativo totale e liberatorio, ma sempre affrontato col al riposo. Nel luglio 2002 faccio l’ultimo tentativo, sotto-
più onesto rispetto delle sue regole, perché il gioco giocato ponendo loro il libretto per un lavoro di teatro musicale
consapevolmente diverte di più e offre stimolanti spiragli simile a La fabbrica del cioccolato, ma in cui avrebbero
alla sua rielaborazione creativa. dovuto suonare, recitare e cantare completamente da soli,
La rappresentazione teatrale del giugno 2000 si risolve dimostrando di aver raggiunto piena consapevolezza mu-
purtroppo in un disastro, a causa degli strafalcioni, delle sicale e padronanza del palcoscenico. Una sorta di verifica
dimenticanze e della poca convinzione del gruppetto creativa e produttiva di un processo educativo durato più
laboratoriale di ragazzi-attori, di per sé poco inclini al- di quattro anni. Le lettere di risposta dei ragazzi lasciano
l’impegno e per giunta mal seguiti sul piano didattico. Ma trapelare una sincera gratitudine per gli indimenticabili
la musica ha colpito nel segno e i giovani strumentisti, momenti musicali passati insieme, ma pure la dispiaciuta
gratificati dagli applausi del pubblico, vogliono ritentarci. indisponibilità a partecipare a questa nuova avventura 12.
Il fortuito incontro con il giovane musicista-attore Loren- L’eredità che questo gruppo mi lascia in termini di creatività
zo Ricci, vocalmente versatile e naturalmente comunicati- musicale e di riflessione didattica è enorme, un vero patri-
vo, stimola la creazione di una drammaturgia totale: oltre monio che sarebbe delitto della coscienza lasciar esaurire
a suonare e a cantare, i ragazzi reciteranno le parti dei nell’apatia del nostalgico ricordo. Per cui, dopo più di un
protagonisti, in costante dialogo col narratore adulto. Na- anno di decantazione, nel settembre 2003 ci riprovo. E nel
sce il “concerto narrativo” sul racconto di Dahl, che sarà frattempo propongo con successo al collegio dei docenti
destinato a un lungo futuro di repliche e soddisfazioni. Le dell’Istituto pareggiato “Orazio Vecchi” di Modena, dove sono
valenze didattiche di questo lavoro appaiono evidenti a titolare della cattedra di composizione, l’apertura sperimen-
tutti fin dalla prima rappresentazione del dicembre 2000, tale di un corso di musica d’insieme per ragazzi di età com-
mentre si chiarisce anche meglio la figura del composito- presa tra i 10 e i 14 anni 13.
re-didatta ideatore dell’iniziativa, al quale non è demandata
solo la responsabilità di creare la musica e di coordinarne Due storie parallele
l’esecuzione, ma anche quella di osservare le dinamiche È inevitabile che le storie parallele dei due nuovi gruppi
del gruppo e i suoi progressi, al fine d’indirizzare i brani coi quali da ormai tre anni sto lavorando (“I nuovi della
originali e le trascrizioni in funzione dei raggiungimenti domenica” e il “Gruppo strumentale dei ragazzi dell’Orazio
tecnici, delle attese e della crescita musicale dei ragazzi 9. Vecchi”) vengano qui riportate in forma più sintetica ri-
Intorno a La fabbrica del cioccolato si crea un clima di fattivo spetto all’esperienza pilota che le ha generate, e ciò non
entusiasmo. L’organico strumentale si arricchisce di un altro solo per i limiti dello spazio concesso al presente contribu-
flauto e di un altro violino. “I nove della domenica” sono to. Le finalità perseguite e la metodologia didattica appli-
diventati undici e in questo numero affronteranno l’ultima, cata, pur con i necessari aggiustamenti, sono ancora le
emozionante esperienza: l’incisione di un CD contenente, stesse, perché un progetto sperimentale ha comunque bi-
oltre al già interiorizzato lavoro drammaturgico su Dahl, sei sogno di confronti, verifiche e riscontri, in una prospettiva
pezzi originali scritti per loro da altrettanti compositori bre- dinamica in grado di tener conto dei mutamenti genera-
sciani di varie età e tendenze stilistiche 10. Altro piccolo tas- zionali non meno che dei diversi ambiti nei quali l’innova-
sello che arricchisce il mosaico della figura del compositore zione viene proposta e giocata 14. In tal senso, una prima
impegnato nell’educazione musicale dei giovanissimi: sti- riflessione va subito svolta: nonostante il gruppo domeni-
molare i colleghi a scrivere per i ragazzi, aiutandoli a com- cale agisca fuori dall’istituzione scolastica musicale (non
prendere che non devono comporre la “musica per bambi- di rado contravvenendo a mai motivate proibizioni dei
ni” (che, come è stato ampiamente dimostrato, non esiste), docenti di strumento), mentre quello modenese del giovedì
ma essere se stessi, con le loro convinzioni estetiche e con pomeriggio lavori per un paio d’ore quindicinali con il placet
tutte le idiosincrasie scritturali che li contraddistinguono. dell’istituzione, anche se in forma opzionale e volontaria,
Perché bambini e preadolescenti, se si evita loro il massacro l’intensità delle motivazioni e la consapevolezza della ne-
sistematico della curiosità e dello stupore, non rifiutano mai cessità di colmare uno spazio di crescita personale che la
esperienze nuove e sono disponibili a misurarsi con l’ignoto scuola lascia colpevolmente vuoto sono equivalenti, come
e anche col “poco convincente”, a patto che gliene si dia testimoniano due ragazze di tredici anni che mi hanno gra-
ragione e se ne individui il “senso” (motorio, affettivo, men- tificato delle loro riflessioni scritte all’indomani della loro
tale). Lo evidenzia a suo modo anche uno dei compositori prima uscita pubblica con La fabbrica del cioccolato. Ne
maturi coinvolti, quando dice che «il lavoro di questo grup- riporto due brevi stralci che parlano da soli.
po di giovanissimi musicisti dovrebbe essere ovunque preso «Non sai forse nemmeno il motivo per cui ti ho scritto.
a esempio come percorso privilegiato per la formazione mu- Ebbene, io stasera te l’ho già rivelato e probabilmente lo
sicale: far musica insieme, affrontando brani scritti da com- avrai già capito, voglio sentirmi utile nel mondo misterio-
Pratiche educative
il sogno del mio cuore avverarsi. La musica è il mio mezzo rivisitazione della storia di Sirenetta che rappresenta il sospi-
di comunicazione per chi lo sa comprendere […]. Un musi- rato apice della curva disegnata con “I nuovi della domeni-
cista è pensiero più azione: non ha bisogno di promettere ca”: testo elaborato dai ragazzi su argomento e su traccia
di fare una cosa. Nella sua mente è già fatta». formale di un giovane scrittore; attore professionista…
«Se non avessimo mai cominciato questo corso io non avrei defenestrato e recitazione completamente affidata al gruppo;
tanta stima di me stessa, non sarei così soddisfatta, non si molte sezioni improvvisative e interi brani elaborati da
sarebbe mai avverato questo mio sogno […]. Se noi non aves- un’allieva che ha precocemente iniziato a mettere il naso ne-
simo cominciato questo corso ora saremmo dei semplicissi- gli affari della composizione; tempi di produzione ristrettissimi
mi studenti che passano ore e ore a studiare un pezzo e che che stimolano l’attenzione, la memoria, l’impegno di studio
si annoiano a morte perché è talmente lungo e complicato (cinquanta minuti di spettacolo in dieci incontri domenicali
che quando arrivano in fondo non si ricordano già niente e di tre ore ciascuno, dagli inizi di settembre, prima riunione
sono nervosi perché hanno solo perso del tempo. Noi invece con lo scrittore per discutere le proposte letterarie dei ragazzi,
siamo studenti che suonano con piacere, che non vedono all’anteprima del 10 dicembre). Come quella di un nuovo CD,
l’ora di continuare a farlo, che affrontano le difficoltà con con brani di autori bresciani contemporanei. Come quella che
un sorriso perché il nostro maestro ci ha sempre insegnato sta coinvolgendo il gruppo modenese in collaborazione con
in questo modo e noi vogliamo seguire il suo esempio». la classe di didattica: mezz’ora di trascrizioni per raccontare
Ce n’è abbastanza per continuare a crederci, tutti insieme, e ai ragazzi delle scuole, anche tramite testi e diapositive, la
storia della musica occidentale dal canto gregoriano alla com-
posizione minimalista di un ragazzo violinista iscritto da un
anno al corso di Composizione. Ci sono Perotin e Corelli, Bach,
Mozart e Brahms perché in questi tre anni il gruppo è cresciu-
9 Vale la pena di sottolineare come sarebbe importante per il com-
positore che si assume tali responsabilità poter contare sull’appog- to a dismisura e ha diritto alla consapevolezza di poter supe-
gio e il contributo didattico degli insegnanti di strumento dei ra- rare ostacoli musicali ben più impegnativi di quelli richiesti
gazzi, i quali nella maggioranza dei casi si rivelano inclini all’indif- da La fabbrica del cioccolato.
ferenza (corsi SIEM a parte, non ho mai visto un docente di conser- C’è ancora qualcuno che ha voglia di chiamarla “bassa
vatorio a un concerto d’insieme dei suoi piccoli allievi, anche quan- cultura”?
do espressamente invitato), se non al disprezzo («che cosa vai a
fare quelle cretinate!?») o al boicottaggio vero e proprio («non per-
L’ennesimo appello
di un quarto d’ora di lezione per andare a divertirti»).
10 Il CD, dal titolo Insieme, autoprodotto come documento dalle fa- Penso che attività musicali come queste, che disegnano sce-
miglie in una tiratura limitata con l’appoggio prezioso delle edi- nari educativi in cui apprendere e crescere non rappresentino
zioni Cluster Aosta e Rugginenti Milano, è stato inciso durante concetti da appaltare in esclusiva al tempo scolastico, ma da
un ritiro di quasi quattro giorni in un convitto di religiose sui innervare nella quotidianità dei rapporti interpersonali, ab-
monti della Valtrompia. Apparecchiatura da dilettanti per un’in- biano ancora in Italia la forza prorompente dell’eresia. Ma,
cisione “domestica” che mostra molti squilibri e una discutibile naturalmente, reggere e motivare un’eresia è pericoloso, im-
qualità audio, ma le esecuzioni rimangono comunque significati-
pegnativo, faticoso. Saranno forse queste le ragioni per cui i
ve per la precisione ritmica e l’energia fisica e mentale che questi
ragazzi hanno profuso senza risparmiarsi.
molteplici appelli che ho lanciato in questi anni per trovare
11 Così Corrado Guarino, compositore e pianista jazz, docente di qualche compagno di ventura disposto a condividere e a con-
Musica jazz presso il Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia frontare la mia proposta sono caduti nel vuoto. Dunque ci
nell’intervento sul booklet del CD. ritento qui, sperando di avere più fortuna: adottate un gruppo
12 Il lavoro s’intitolava Volevo un foglio ed era liberamente tratto da di piccoli musicisti e regalate loro la gioia di suonare insieme,
un libro dello scrittore norvegese Jostein Gaarder. Il progetto non semplicemente per ciò che la cosa rappresenta in sé, coinvol-
fu abbandonato, perché lo trasformai in un’opera di e per ragazzi getene le famiglie, fatevi testimoni di quanto possa essere
che conclusi nell’ottobre 2003 in collaborazione col mio più illu-
sano un rapporto tra adulto e bambino realizzato al sole del
stre ex-allievo di composizione Mauro Montalbetti. L’opera ebbe
la buona sorte di vincere il Concorso internazionale organizzato gioco, della creatività e dell’espressione. E non lasciatevi spa-
dalla Scuola di Fiesole in occasione del trentennale della fonda- ventare dalle metodologie e dal repertorio. Studiate, fatevi
zione e venne replicata sei volte nell’ambito della stagione di opera consigliare da un esperto didatta, se siete compositori, chie-
per bambini organizzato dal Maggio Musicale Fiorentino (ottobre dete l’aiuto di un compositore se siete insegnanti di strumen-
2004). L’orchestra, il coro e il cast, oltre a un tenore professioni- to. Soprattutto, siate fino in fondo musicisti e basta. Quelli
sta, erano interamente formati dai più giovani allievi dei corsi di veri. Quelli che non alzano barriere di cemento armato tra un
formazione strumentale della scuola fiesolana.
“solo” appena interpretato con la Filarmonica della Scala e le
13 Tra i diversi assetti che questa formazione ha conosciuto nei tre anni
di lavoro, quello attuale e verosimilmente stabile è composto da due sonorità vitree, poco temperate, di un gruppo di bambini prin-
flauti, un corno, due trombe, due violini, una viola e un pianoforte. cipianti, magari anche “poco dotati”. Perché è proprio lì che si
14 Pur mantenendone il respiro aperto e il carattere antiscolastico, il annida la musica, coi suoi addentellati sociali e affettivi e con
percorso seguito con i ragazzi di Modena è stato certamente più tutta la potenzialità estetica pronta a esplodere. Quando, e
articolato di quello della domenica e, soprattutto, volto a un’ipote- come, lo decideranno la vostra umiltà e la vostra pazienza
si d’integrazione della musica d’insieme con elementi specifici di nell’apprezzare, passo dopo passo, il pur minimo migliora-
didattica del ritmo, d’improvvisazione e di composizione, come
mento individuale e d’insieme, senza affrettare i tempi, senza
mostra la programmazione consultabile al sito www.a-giacometti.it/
lafabbricadelcioccolato.
farsi prendere dalle ambizioni sbagliate.
Con le forbici ritagliamo una strisciolina sottile di lato (fino anche ragguagli sulla sua costruzione.
a 1 cm dal fondo) in modo che ne risulti un’apertura late- 3 Sonos. Strumenti della musica popolare sarda, a cura di Gian Ni-
rale di 4 x 0,3 cm circa. Pratichiamo, nel fondo, un forellino cola Spanu), ISRE, Ilisso edizioni, Nuoro 1998, p. 89.
4 GIULIO ANGIOINI, Giochi e giocattoli sonori, in Sonos, cit., p. 111; cfr.
con un punteruolo e infiliamoci una cordicella fissandone
anche Il ludononno. Giochi, giocattoli e filastrocche nella Cividate
l’interno con alcuni nodini in modo che non si sfili. di un tempo, Regione Lombardia, Tipografia Camuna 2003, p. 39.
RUBRICHE
bambini la sensibilità per la forma musicale. continuo di uccellini autocostruiti. Si può, eventualmente,
Per gli insetti, si può proporre, ad esempio, Il volo del cala- anche alternare due gruppi, uno (uccellini) per la strofa e
brone di Rimskij-Korsakov (dall’opera Lo Zar Saltan): i bam- l’altro (insetti ronzanti) per il ritornello: questi ultimi con-
bini si uniranno alla musica, suonando i loro strumenti tinueranno a suonare anche nel brano successivo che ini-
con la tecnica del “suoniamoci su”, in ognuno dei tre at- zia con il ronzio di un moscone. [M.V.]
Ricerche e problemi
Raccontare Fanny
domenicali che si svolgevano nell’abitazione di famiglia, Fanny come ad azioni luminose che nella fragilità del-
sceglie i programmi (il salone di casa Mendelssohn è un l’agire umano si consumano nell’attimo stesso del loro
luogo centrale nella vita musicale di Berlino tra il 1820 e il apparire, ma che, dopo la fine della vita, ci consegnano la
1847), allestisce gruppi da camera, dirige cori, suona il pia- loro narrabilità, insieme all’invito ad essere salvate dal-
noforte, compone e concerta le proprie composizioni. l’oblio.
Il desiderio di pubblicare i propri lavori, emerso nell’ulti- Il disegno che rintracciamo è labile, come le orme della
mo decennio della sua vita, trova un ostacolo insor- fiaba di Karen Blixen, e non ha nessuna pretesa di dare
montabile nella contrarietà del fratello Felix. Ma nono- immutabilità alla vita narrata di Fanny Mendelssohn. Non-
stante questo Fanny riesce a portare a pubblicazione le dimeno le azioni della protagonista sanno illuminare an-
proprie opere. che oltre il disegno tracciato.
Ascoltare e suonare i lavori di Fanny ed entrare via via Assumendo la simbologia che l’animale cicogna ci sugge-
nella sua vita attraverso le pagine scritte ci ha immesso in risce, si tratta di portare, di trasportare, di tramandare ciò
una dimensione quasi teatrale dove abbiamo riconosciuto che si è manifestato.
un progetto creativo con la musica e dentro la musica.
Abbiamo visto una Fanny che si muove nel mondo matu- Raccontare per in-trat-tenere
rando progressivamente una propria autonomia, fino a Il desiderio di rileggere una vita, regalandole la sua cico-
decidere, nell’ultimo anno di vita, di consegnare a un edi- gna, è sostenuto dalla necessità di trattenere un percorso
tore alcune delle sue composizioni. In un contesto sociale, che si rivela esemplare e che sentiamo essere un riferimen-
storico e culturale che reclamava il suo silenzio, Fanny to importante nel nostro lavoro di donne musiciste e inse-
“prende la parola”; l’esperienza del viaggio in Italia, in gnanti.
particolare, risulta determinante per la decisione di pub- La voglia di conservare quell’apparizione fugace del senso
blicare le sue musiche. di una vita diventa voglia di raccontare ad altri, voglia di
intrattenere.
Raccontare per rintracciare un disegno È sempre un altro che riesce a guardare il disegno di una
«Karen Blixen racconta una storia che le raccontavano da vita, il significato dell’identità è sempre affidato al raccon-
bambina. Un uomo che viveva presso uno stagno una not- to altrui. E dal racconto si avviano nuove catene di rela-
te fu svegliato da un gran rumore. Uscì allora nel buio e si zioni, nuove voci che cantano le melodie di Fanny, nuove
diresse verso lo stagno ma, nell’oscurità, correndo in su e mani che restituiscono senso alle sue note.
in giù, a destra e a manca, guidato solo dal rumore, cadde
e inciampò più volte. Finché trovò una falla sull’argine da Raccontare per rintracciare una genealogia femminile
cui uscivano acqua e pesci. Si mise subito al lavoro per Conoscere l’esperienza di donne musiciste del passato ci
tapparla e, solo quando ebbe finito, se ne tornò a letto. La salva da una sconfinata solitudine e ci riallaccia alla no-
mattina dopo, affacciandosi alla finestra, vide con sorpre- stra genealogia femminile.
sa che le orme dei suoi passi avevano disegnato sul terreno Scrive Virginia Woolf: «Perché, se siamo donne, dobbiamo
la forma di una cicogna. pensare il passato attraverso le nostre madri. È inutile an-
“Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o dare a chiedere aiuto ai grandi uomini, per quanto piace-
altri vedranno una cicogna?” si chiede a questo punto Karen vole possa essere rivolgersi a loro» 5.
Blixen. Noi potremmo aggiungere: il percorso di ogni vita I dubbi e i tormenti di Fanny Mendelssohn per decidere di
si lascia alla fine guardare come un disegno che ha sen- vivere il ruolo di compositrice sarebbero stati tanto sofferti
so?» 3. anche in presenza di modelli femminili esemplari?
Facendoci guidare dalle parole di Adriana Cavarero, ab- Stare a fianco del fratello riconosciuto, sostenuto e rappre-
biamo interrogato la storia della musica per trovare un sentato allontana più che mai Fanny dal rintracciare quel
senso al percorso di vita di Fanny Mendelssohn. «forte filo ininterrotto di amore, approvazione ed esempio,
Senza mai pensare di allontanarci dal rigore di una pro- da madre a figlia, da donna a donna, di generazione in
spettiva storiografica, abbiamo provato a osservare con generazione» che avrebbe potuto evitare di lasciarla «va-
attenzione i fatti di una vita per lasciare che ne emergesse gare in un territorio ostile» 6.
il disegno, quella cicogna che solo a conclusione di un Qualche anno prima di morire Fanny incontra la giovane
percorso riesce a rivelarsi. Clara Wieck che, anche per la sua appartenenza a una di-
L’occhio che vede porta con sé tutta la propria soggettività versa classe sociale, svolge con successo la carriera di pia-
ed è impossibile pensarlo imparziale. nista (il suo ruolo di compositrice continua invece a tor-
I nostri occhi hanno visto la cicogna di Fanny in quel de- mentarla). Dopo un’intensa esperienza comune, la
siderio di portare la musica nel mondo, quasi fosse un de- conduzione in coppia di una domenica musicale 7, Clara
stino. Abbiamo visto nel suo muoversi, nel suo procedere, accompagna la svolta decisiva nella biografia di Fanny: la
quel qualcosa che c’è in ogni vita che non si sa cos’è e a scelta di pubblicare la propria musica.
cui non si può rinunciare (Simone Weil lo chiamava «de- Abbiamo visto come illuminante la forza emersa dall’in-
posito di oro puro» 4). contro con un’altra donna compositrice.
Ricerche e problemi
A pagina 14:
Fanny al pianoforte in un disegno di Felix Mendelssohn.
Una donna insegna: perché ciascuna possa venire al mon- da volerne pubblicare a suo nome, tanto da suonarne uno
do come soggetto radicato nel proprio genere «la media- che ama particolarmente durante un incontro con la regi-
zione prima e più importante è un’altra donna: un ponte na d’Inghilterra, alla quale si trova poi a confidare in one-
che crea un nuovo territorio» 8. stà, avendo ricevuto speciali apprezzamenti, che proviene
Ne consegue il nostro riconoscimento di una Fanny posta dalla mano della sorella.
come origine e traccia della nostra storia in cui ella stessa è Ma Fanny avverte la costrizione sociale del rimanere con-
generatrice di parola, di musica, di genealogia femminile. finata nell’ambito della produzione liederistica. Lo studio
approfondito dell’opera bachiana e le lezioni di composi-
Raccontare per dare risonanza alle vibrazioni sonore zione le hanno dato gli strumenti per cimentarsi con la
Il catalogo delle opere pubblicate di Fanny Mendelssohn è musica strumentale: con l’apprensione e con il timore di
andato ampliandosi negli ultimi anni, anche con la andare oltre un limite, Fanny porta a termine, tra l’altro,
riscoperta di interessanti lavori per tanto tempo dimenti- un Quartetto d’archi, un’Ouverture per orchestra, un Trio
cati 9. Ora possiamo leggere le sue note e finalmente suo- per violino, violoncello e pianoforte, un Quartetto con pia-
narle. noforte, la cantata Faust per soprano, coro femminile e
Come tante giovani benestanti appartenenti alla ricca bor- pianoforte.
ghesia tedesca, avendo ricevuto un’ottima istruzione mu- Nei Lieder senza parole per pianoforte è lei stessa a chiede-
sicale, Fanny si dedica in larga misura alla composizione re ai suoni di esprimere ciò che la parola non sa dire.
di Lieder. È il genere considerato adeguato alla condizione Di ritorno dall’Italia, Fanny affida alla musica pianistica,
di donna, è la forma musicale che viene fruita nei salotti, ancora una volta senza l’uso della parola, il bisogno di
adatta per le occasioni familiari. A Fanny viene ricono- conservare e comunicare la ricchezza del viaggio: compo-
sciuta una grande facilità di invenzione melodica; lo stes- ne una sorta di diario, Das Jahr, un ciclo di tredici brani, i
so fratello apprezza profondamente alcuni suoi Lieder, tanto dodici mesi dell’anno seguiti da un postludio.
L’amore per le sue composizioni ci ha spinte a un parados-
so: chiedere alla parola di lasciar risuonare la musica.
3 ADRIANA CAVARERO, Tu che mi guardi, tu che mi racconti cit., p. 7. In nessun modo la parola può dar conto di quello straordi-
4 Citato in CHIARA ZAMBONI, Autorità femminile, autorità maschile nel nario percorso espressivo che si svolge attraverso i suoni.
lavoro filosofico, in ANNAMARIA PIUSSI, Educare nella differenza, E tuttavia narrare le azioni che hanno portato a una deter-
Rosenberg & Sellier, Torino 1989, p. 65. minata composizione può consentire di sperimentare
5 VIRGINIA WOOLF, Una stanza tutta per sé, Einaudi, Torino 1995 (ed.
orig. 1925), p. 156.
sintonie profonde.
6 ADRIENNE RICH, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, p. 249. Ci piace pensare che, così come la didattica strumentale
7 Fin da ragazza Fanny anima concerti-intrattenimento domenicali afferma che l’immagine mentale del suono è fondamentale
in casa Mendelssohn. per poterne sperimentare e controllare una buona qualità,
8 ANNAMARIA PIUSSI, L’affiliazione magistrale, in Educare nella diffe- anche nella produzione narrativa il lavoro dell’ “immagi-
renza cit., p. 89.
nare una vita”, in primo luogo a partire dalla musica, pos-
9 Le edizioni Furore di Kassel (www.furore-verlag.de) propongono il
catalogo più ricco di composizioni di Fanny Mendelssohn. sa aprire importanti spazi espressivi.
una semplice prosa si avvicina a volte alla gioia dell’ascol- cretizzarsi. E non sono solo strutturali gli ostacoli che un
tare musica. Il fascino esercitato dalla scrittura è forse le- desiderio, come quello di pubblicare le proprie opere, può
gato al desiderio di continuità, di permanenza: i suoni vo- incontrare.
lano via, i segni restano. Rendere pubblica una propria opera significa separarsene,
Dopo l’incontro con la musica di Fanny ci ha emozionate accettare che viva una vita autonoma anche senza di noi,
l’incontro con le sue parole. Fanny scrive al fratello, scrive significa inoltre divenire riconoscibili, non rimanere più
alla famiglia, scrive ai suoi amici. E in alcuni periodi della trasparenti al mondo, ma presentarsi alla interpretazione e
sua vita scrive anche a se stessa attraverso un diario. al giudizio di mondi esterni e non protetti.
La sua voce si è amplificata dentro di noi. Abbiamo dato
ad essa un nuovo spazio, ipotizzando con parole nostre La scelta di dar voce alla propria voce
certe pagine non scritte: ci siamo strettamente attenute a Come è maturata in Fanny la scelta di pubblicare?
narrazioni e atmosfere ricavate da letture intorno a lei, Abbiamo ravvisato in una partecipazione individuale alla
alla sua musica e al contesto storico-culturale dell’epoca. coralità della vita, uno degli elementi che più di altri le ha
procurato forza.
Storia di contesti e relazioni Essersi proposta come interprete delle musiche del fratello,
Convinte che il percorso di una vita sia leggibile nel conte- portando con determinazione il suo contributo alla fase di
sto e nelle relazioni in cui si esprime, abbiamo affrontato composizione e anche a quella esecutiva, ed essersi mani-
l’“avventura archeologica” dell’accostare le fonti. festata agli altri in questa sua rilettura e interpretazione,
Dopo la decisione di privilegiare le fonti “private”, la cor- sono probabilmente i passi che hanno condotto Fanny verso
rispondenza con la famiglia e soprattutto il diario, abbia- la consapevolezza della propria voce espressiva.
mo voluto ricostruire il suo percorso di vita immergendoci E non solo. L’esperienza del viaggio in Italia è stata secon-
nelle atmosfere e nei paesaggi che Fanny Mendelssohn ha do noi un momento essenziale e determinante per la sua
incontrato. svolta.
C’è una dimensione appassionante nella ricerca delle trac- Il viaggio, a cui abbiamo dedicato una larga parte del no-
ce di una vita: l’esperienza diretta di entrare nell’albergo stro lavoro di ricerca e narrazione, ha offerto a Fanny l’op-
di Varenna, prima sosta italiana di Fanny, o di restare a portunità di proporre la sua immagine al di fuori della stretta
lungo a Brera di fronte a un dipinto da lei citato, provando cerchia di conoscenti e familiari.
a riviverlo con i suoi occhi, ascoltare la musica da lei ascol- Nel suo soggiorno romano Fanny ha incontrato persone
tata, leggere diari di viaggio paralleli al suo per ritrovare che hanno raccolto le sue offerte espressive dando loro
altri possibili punti di vista; tutto questo ha dato avvio risonanza. Ha inoltre avuto modo di vivere emozioni indi-
all’immaginazione di una protagonista intrecciata con le viduali molto intense ed esclusivamente sue, ha potuto
nostre vite, fino a portarci a vedere la gallina bianco-oli- confondersi e fondersi con opere d’arte musicali, architet-
vastra servita a tavola, fino a farci toccare la pelle liscia toniche e pittoriche in piena autonomia. Ha trovato alle-
della cartelletta sullo scrittoio del padre Abraham (che è gria, spensieratezza e leggerezza, ha sperimentato l’ascolto
anche un altro scrittoio), fino a condurci a passeggiare in della propria musica in contesti nuovi, ha avuto riconosci-
un bosco di faggi (che sono anche altri faggi). menti slegati dalla sua collocazione familiare e dal legame
Questo percorso è stato possibile anche al di là del diretto stretto con il fratello.
contatto con le fonti. Non possiamo inoltre negare l’importanza fondamentale
La storia di Fanny è la storia di un desiderio che prima è del rapporto con il marito Wilhelm Hensel. Forse perché
stato accolto, poi letto e decifrato, e infine trasformato in esponente di spicco di un linguaggio diverso dal suo, quel-
gesti e azioni che hanno determinato una scelta. lo pittorico, Hensel ha instaurato con lei un legame di fi-
ducia e dialogo che a noi è parso privo di competizione e
di emulazione e che, in diverse occasioni, si è anzi rivelato
come un percorso a due voci.
Scrivere in due
Abbiamo scritto questa storia in due.
Non sappiamo più rintracciare con certezza le pagine di
singola appartenenza: una di noi scriveva un capitolo e
l’altra lo ampliava e proseguiva con il successivo. Un gio-
co a rimbalzo di scrittura, lettura, e produzione.
Ma soprattutto un’esperienza di ascolto e di rispetto: ascolto
di Fanny e ascolto delle nostre risonanze.
Rispetto per la pagina altrui e per la voce che non è la
nostra ma che può appartenerci come tale. Come quando
ci si accosta a una pagina musicale.
Note a margine
Il suono della Metropolis
rombatori, sibilatori, gorgogliatori, crepitatori ecc. con i quali 3 DANIELE LOMBARDI, Metropolis per intonarumori e computer music,
Mudima Music, Milano 2006.
tenne un concerto a Milano nel 1914 (in realtà per nulla
4 R. MURRAY SCHAFER, Il paesaggio sonoro, Ricordi Unicopli, Milano
apprezzato dagli ascoltatori che si dice abbiano coperto con 1985.
proteste e insulti il suono degli stessi intonarumori) 2. 5 Il filmato dura 62 minuti ed è disponibile in DVD presso la Galleria
Proprio in omaggio a Russolo, Daniele Lombardi ha compo- Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (www.gamtorino.it).
La lezione collettiva
di strumento
Strumenti e tecniche
vi, la lezione individuale presuppone invece l’individua- cazione tra pari è andata diffondendosi soprattutto come
lizzazione dei problemi e delle soluzioni per ogni singolo modello di lavoro con gli adolescenti» (PELLAI - RINALDIN -
allievo. La prima prevede lo stesso “primo approccio” allo TAMBORINI 2002, p. 42). I coetanei, non solo adolescenti,
strumento, lo stesso “primo libro”, gli stessi obiettivi avrebbero scambievoli «zone di sviluppo prossimale». Con
musicali-strumentali indipendentemente dai prerequisiti questa espressione, Vygotskij intende «la distanza tra il
dell’allievo, dalle sue motivazioni, aspettative, vissuti livello attuale di sviluppo […] e il livello di sviluppo po-
musicali, età, conformazione psico-fisica, stile cognitivo, tenziale» (ivi, p. 43). In questo orizzonte dell’educazione,
disponibilità di tempo, ambiente socio-familiare di pro- l’allievo riconosce a un altro allievo più esperto la possi-
venienza. La seconda presuppone invece un’attenzione bilità di fargli sperimentare “la distanza” con il suo sape-
da parte dell’insegnante ai succitati elementi che favori- re o eventualmente un altro sapere, consentendogli – pro-
scono la personalizzazione del percorso formativo: obiet- prio attraverso l’esperienza di gruppo – il processo d’ap-
tivi musicali-strumentali, scelta di repertori iniziali e no, prendimento, ancorandosi a quanto già conosce e sa fare.
appropriate strategie d’insegnamento, personalizzate me- Possiamo trovare una ricaduta didattico-strumentale del
todologie d’apprendimento. In sintesi: la lezione colletti- succitato modello nella lezione di gruppo proposta da Biget
va è una lezione individuale all’interno di un gruppo di (1998) che indica, tra le condizioni per uno svolgimento
allievi partecipanti all’attività didattica. efficace del modello, gruppi di allievi della stessa età e
livello per favorire lo stesso stile comunicativo da parte
I modelli pedagogici di riferimento dell’insegnante e progetti musicali più facilmente mirati
L’intrecciarsi delle esperienze quotidiane in classe, delle a raggiungere identiche conoscenze e abilità.
letture di testi pedagogici, dei confronti con i colleghi, La mia esperienza di lezione collettiva è quella d’insegnante
permette un adattamento in progress di attività didatti- di pianoforte in Conservatorio dove, come tutti sanno, sono
che pur consolidate. A maggior ragione una prassi inno- presenti allievi di livelli molto differenziati, almeno per
vativa e in evoluzione come la lezione collettiva di stru- ora. Molti aspetti, non tutti, dell’esperienza di cui parlerò
mento ha necessità di modelli pedagogici di riferimento, sono vicini alla prospettiva didattica indicata dal Coopera-
verifiche e rispecchiamenti con altre esperienze. Prima di tive Learning. In questo ambito pedagogico «i gruppi coo-
citare i testi che la mia attività di appassionato e disordi- perativi sono di solito formati secondo criteri di eteroge-
nato lettore mi fan ritenere utili per capire lo sfondo pe- neità in relazione sia alle caratteristiche personali che alle
dagogico della lezione collettiva di strumento, è necessa- abilità dei suoi membri» (COMOGLIO - CARDOSO 1996, p. 24).
rio fare una premessa. I componenti del gruppo che ap- Gli studiosi, per formare i gruppi, descrivono quattro pro-
prende a suonare cooperando vengono dall’esperienza cedure:
personale dell’insegnamento individuale (se non singo- a) Per scelta casuale (la mia); si basa sul principio per cui
lo), mentre i componenti del gruppo a cui sono interessa- l’estrazione casuale da un universo (la classe) dovrebbe
ti i pedagogisti provengono dall’esperienza della lezione assicurare la presenza di tutti gli elementi che la carat-
frontale di classe. L’analogia tra i due gruppi di lavoro è terizzano.
solo numerica, in quanto il vissuto degli allievi proviene b) Per scelta casuale secondo un criterio di stratificazione;
da “storie” didattiche opposte: da un lato la lezione col- i componenti sono preventivamente inseriti in una
lettiva di strumento aumenta il tradizionale numero dei sorta di graduatoria, a sua volta suddivisa in quattro
partecipanti alla stessa attività didattica da uno a cinque/ stadi, dal migliore al peggiore rispetto a una valuta-
sette; viceversa, il piccolo gruppo scolastico degli altri zione scolastica, poi si sceglieranno in successione gli
insegnamenti, per favorire l’insegnamento collaborativo, studenti che occupano la prima posizione, l’ultima e
fraziona la classe. I risvolti di questa osservazione non le due intermedie, e così via.
sono da poco. Nell’insegnamento strumentale la comuni- c) Per scelta dell’insegnante che collocherà i più bisognosi
tà scolastica (insegnanti, allievi, dirigenti scolastici, fa- d’aiuto con i soggetti più disposti alla collaborazione.
miglie) potrebbe avere dei pregiudizi sulla possibile e reale d) Per auto-selezione degli studenti; in questo caso il pe-
attenzione dell’insegnante ai problemi dei singoli allievi. ricolo è che si formino gruppi omogenei per livelli, status
Se la lezione non è ben condotta, se i risultati non sono sociale o altro (COMOGLIO - CARDOSO 1996, pp. 157-161).
efficaci, si rischia infatti di configurarla solo come una Nella mia esperienza la casualità è dovuta al contesto in
maniera per ridurre le spese dell’istruzione a discapito cui insegno: le classi strumentali di Conservatorio sono
della qualità. formate da 10/12 allievi, avrei potuto formare due gruppi,
Il piccolo gruppo che apprende, i cui componenti sono ma ogni anno motivi contingenti l’hanno di fatto impedi-
della stessa età e livello strumentale-musicale hanno come to. Attualmente la lezione di gruppo è seguita da 7 allievi,
dal terzo corso al diplomando (decimo corso), dai tredici ai
vent’anni. La lezione dura due ore una volta la settimana
ed è alternata alla lezione individuale.
1 «Nella lezione in comune, non abbiate timore di domandare agli
allievi presenti la loro impressione sull’esecuzione di un compa- Per parlare di Cooperative Learning è necessaria la pre-
gno. Stimolerete così il gusto dell’analisi» (CORTOT 1960, p. 16). senza di alcune caratteristiche specifiche che ho riscon-
l’agire in piccoli gruppi eterogenei, la revisione e il con- sare un solo individuo. È sorprendente che, nonostante la
trollo costante dell’attività svolta e la valutazione indivi- tendenza dell’amministrazione e dei professori dei nostri
duale e di gruppo» (COMOGLIO - CARDOSO 1996, p. 24) conservatori a migliorare continuamente lo studio, non si
Altri elementi affini sono: riesca in nessun modo ad adottare questo semplice utilissi-
1. Gli studenti sviluppano la motivazione ad apprendere mo provvedimento. Eppure si tratta di un metodo vecchio,
grazie all’opportunità di aiutarsi l’un l’altro. noto e praticato da tanto tempo. Quando studiavo da
2. Gli studenti condividono le indicazioni dell’insegnan- Godowsky alla Meisterschule di Vienna (la Scuola per ma-
te, si ascoltano, accettano le differenze individuali. estri all’Accademia di musica), noi che suonavamo erava-
3. Gli studenti sviluppano la convinzione e la sensazione mo dieci, ma erano presenti venti, venticinque uditori
di essere personalmente responsabili dell’efficacia del- (Hospitanten), che non suonavano mai, ma ascoltavano
l’andamento della lezione grazie a una acquisizione di tutto. Alla fine di ogni lezione insieme a Godowsky si met-
competenze sociali che sono attentamente insegnate nel teva a punto un programma preciso per la lezione succes-
contesto cooperativo: comunicazione verbale – oltre che siva, e venivano assegnate le composizioni ai vari esecu-
musicale –, reciproca fiducia, ascolto delle ragioni tori; gli allievi e gli uditori venivano alla lezione seguente
interpretative dei compagni, oltre a quelle dell’insegnante. con i libri di musica e le osservazioni del professore indi-
4. L’insegnante controlla i comportamenti che si riferi- spensabili e con essi seguivano attentamente l’esecuzione
scono al compito strumentale-musicale e alle dinami- dell’allievo» (NEUHAUS 1985, pp. 263-264).
che relazionali (adattato da COMOGLIO - CARDOSO 1996, La citazione merita alcuni commenti: il Maestro “studia-
pp. 28-29). va” alla presenza degli allievi; anche gli allievi di altri
L’esperienza della lezione collettiva di strumento vede la strumentisti potevano cogliere gli aspetti comuni (trasver-
presenza costante dell’insegnante che guida il gruppo an- sali) a tutte le specificità strumentali che tanto angustiano
che quando cede a turno il proprio ruolo agli allievi. A i vari esperti di didattica strumentale; nei primi anni del
differenza del Cooperative Learning, dove l’insegnante com- Novecento esistevano a Vienna le scuole per “insegnare a
pone piccoli gruppi di 4/5 allievi che agiscono in autono- insegnare” a suonare, sembra che adesso con un secolo di
mia, nella lezione collettiva il docente è comunque pre- ritardo ci si appresti anche da noi, pur con le perplessità di
sente per commentare poi il comportamento di chi l’abbia non pochi colleghi dei nostri conservatori; nella Meister-
eventualmente e provvisoriamente sostituito. L’aspetto pe- schule viennese i futuri docenti “suonavano”, da noi ferve
dagogico della lezione collettiva di strumento che la diffe- il dibattito tra i pedagogisti della musica se nei percorsi di
renzia poi da tutti i metodi cooperativi, anche musicali studio per la formazione dell’insegnante di strumento l’al-
(GASTALDELLI - ADDESSI - DOZZA 2006), riguarda il “prodotto” lievo debba ancora “perfezionarsi”, cioè approfondire altri
del lavoro di gruppo: non è il gruppo che suona contem- repertori con la maturità di studio acquisita proprio dalla
poraneamente, ma il singolo allievo che impara a suonare riflessione didattico-pedagogica; la lezione collettiva di
da solo, ma con la cooperazione del gruppo durante il pro- strumento non è una diavoleria inventata da insegnanti
cesso d’apprendimento. Non è escluso, naturalmente, che inquieti e sperimentatori, ma è stata una prassi didattica
gli studenti nella lezione collettiva possano imparare me- tanto ben apprezzata da chi l’ha conosciuta e praticata,
glio a suonare insieme, anzi, ma questa pur indispensabile quanto non formalizzata da indicazioni amministrative. È
attività didattica non è che una delle attività contemplate. evidente che i contesti cambiano nel tempo e nei luoghi
d’insegnamento, ma la condivisione del sapere tra l’inse-
L’esperienza di un didatta russo gnante e un gruppo di allievi è più efficace che la trasmis-
Vale la pena citare per intero quanto il didatta russo Neuhaus sione dall’insegnante a un allievo singolo.
(1985) scrive: «Ricordo la riuscita di un esperimento
organizzativo delle lezioni nella mia classe, un esperimen- L’esperienza diretta
to che corrispondeva appieno alle mie esigenze che si svolse Dopo la prima esperienza (REBAUDENGO 1999) in cui avevo
al Conservatorio di Sverdlovsk durante gli anni di “guerra affrontato con buoni risultati la lezione collettiva su un
patriottica”. Si faceva così: gli allievi che s’interessavano unico tema, la musica di Kurtág, mi sono chiesto su quali
alle mie lezioni si misero d’accordo con la direzione e con altri contenuti avrei potuto trasferire questa modalità di-
gli insegnanti delle altre discipline, per poter essere liberi dattica. Poco alla volta, visto che stavo sperimentando “sulla
di seguire le mie lezioni, mentre studiavo in classe. Erano pelle” degli allievi, non solo ho spostato in questo ambito
presenti non solo i miei allievi, ma anche gli allievi delle
altre classi, e anche di altri strumenti; in questo modo le
lezioni, di per se stesse individuali, si trasformavano in 2 Ecco da dove ho preso l’espressione “lezione collettiva” con tutti
collettive 2. Questa situazione m’incoraggiava, naturalmente, i suoi rimandi al comunismo reale! Me ne sono accorto adesso
che sto citando il libro di Neuhaus, docente di pianoforte in URSS
alla comunicazione e anche alle enunciazioni teoriche molto
negli anni dello stalinismo. Hanno studiato con lui Gilels, Richter,
di più che le lezioni rigidamente individuali, e così la le- Ashkenazy.
zione pratica acquistava un carattere profondamente meto- 3 La dinamica, a seconda del progetto, potrebbe non modificarsi
dologico. Ovviamente per l’insegnante è molto più interes- durante l’esecuzione, oppure contemplare cresc. e dim.
Strumenti e tecniche
mente, ho inserito il trasporto, l’improvvisazione anche su seconda del livello, la figurazione e il procedimento tecni-
generi non accademici e la cura del controllo di sé davanti co. Con questo “gioco” si sviluppano le capacità di saper
al pubblico. aspettare il proprio turno, di saper suonare in tempi deli-
Ecco come organizzo la lezione. mitati e di saper imitare. Un secondo “serpentone” è simile
Composizione del gruppo dell’anno in corso: 7 allievi dal al domino musicale: ognuno riceve e imita il progetto ese-
terzo al decimo corso. cutivo del compagno che ha appena suonato per poi modi-
Tempi: una volta alla settimana per due ore. La lezione ficarlo e consegnarlo al compagno successivo. Tre annota-
viene alternata nella settimana alla lezione individuale. zioni: la prima dice che a queste tre attività possono parte-
Obiettivi e contenuti: cipare anche allievi di strumenti diversi (nel mio caso sono
L’allievo: gli amici degli allievi che a turno vengono invitati a parte-
1. sviluppa le abilità strumentali con scale e arpeggi; cipare alla lezione). La seconda dice che saper entrare per
2. sviluppa la percezione auditiva e gestuale dell’armonia imitazione nel suono di un altro strumento è una capacità
tramite il dettato armonico proposto dagli allievi; che è propedeutica alla musica d’insieme. La terza è evi-
3. improvvisa in generi diversi (quest’anno con musica dente ai lettori di “Musica Domani”: questi giochi sono
tonale tradizionale: dal rapporto cadenzale I-V-I al I- modulati dalle attività dell’Educazione musicale. Gli inse-
IV-IV alterato-V-VI-V-I; negli anni precedenti il grup- gnanti di base e i pedagogisti della musica non si rendono
po ha improvvisato sulla forma e lo stile del Blues¸ del- ben conto, secondo me, di quanto la conoscenza delle loro
la musica modale, delle canzoni); prassi didattiche possa essere utilizzata con profitto anche
4. analizza, legge e trasporta a prima vista; dagli allievi avanzati di strumento. E viceversa. Il tempo di
5. rinforza il controllo di sé in pubblico suonando anche i ogni gioco dura 5/6 minuti, non sempre si realizzano tutti
pezzi individuali di studio; e tre. All’inizio dell’anno ci si ferma più sul primo, in se-
6. impara a valutare e ad autovalutarsi (oralmente, con la guito sugli altri due.
scrittura in seguito a domande, tramite il diario di bor- 2. Dettato armonico
do di classe); Ogni allievo progetta, senza comunicarla, una sequenza
7. acquisisce competenze verbali parlando della musica armonica (per es. I-V-IV-I), l’esegue e i compagni devono
suonata, oltre che della propria esecuzione; dire quali accordi sono stati suonati. Attenzione! Non è
8. sa relazionarsi positivamente con i propri compagni e l’insegnante a proporre il dettato, ma ogni allievo. Perché
con l’insegnante. è educativo non solo imparare a distinguere con l’orecchio
gli accordi, ma lo è altrettanto progettare e suonare una
Attività didattica sequenza armonica. Questa attività è anche propedeutica
1. Abilità strumentali (scale o arpeggi) all’improvvisazione tonale. Il tempo del dettato è anch’es-
L’insegnante comunica al gruppo la tonalità su cui eserci- so di 5/6 minuti.
tarsi e la pulsazione da mantenere. Un primo allievo stabi- 3. Improvvisazione
lisce, senza comunicarlo al gruppo, il proprio progetto ese- Ogni allievo, a turno, suona su una sequenza armonica
cutivo comprendente la figurazione ritmica, che varia a prestabilita con consegne che variano: solo accordi, con
seconda del livello dell’allievo, la dinamica dal pp al ff 3 arpeggi preludianti, con arpeggi e scale, aggiungendo
(consegna per tutti uguale), il timbro dal brillante al abbellimenti. L’improvvisazione può essere realizzata con
cantabile (consegna per tutti uguale); il procedimento con indicazioni dell’insegnante sul numero delle misure da
cui eseguire l’esercizio tecnico varia a seconda del livello improvvisare (da due a otto) o con libertà nel gestire la
di studio (dalla scala a moto retto a note semplici a quella durata. Nel primo caso l’obiettivo è imitare un preludio
a doppie seste o a doppie ottave). Un primo alunno suona, formalizzato, nel secondo simulare una cadenza che poi
poi valuta se la sua esecuzione corrisponda al suo progetto gli allievi potrebbero realizzare nei pezzi classici che pre-
non ancora dichiarato; a questo punto a turno gli allievi e vedono il punto coronato. Ogni allievo in questa attività,
per ultimo l’insegnante dicono cosa hanno ascoltato ancor più che nelle altre, mette in gioco le proprie capacità
(figurazione, dinamica e timbro); l’allievo che ha suonato strumentali e le conoscenze armoniche che in questa sede
dichiara il suo progetto. È il primo impatto con la differen- possono essere fondate, oltre che sviluppate. Anche l’atti-
za tra le intenzioni comunicative di chi suona e la perce- vità improvvisativa può essere realizzata a “serpentone”.
zione di chi ascolta. Oltre a esercitare le proprie abilità Per questa attività si possono prevedere 15/20 minuti.
strumentali si mettono a punto i progetti esecutivi che si 4. Analisi, lettura a prima vista, trasporto e improvvisazione
radicalizzano per una condivisa valutazione della comuni- Ogni allievo riceve una fotocopia di un breve pezzo tona-
cazione. A turno, nel giro di pochi minuti ognuno esegue le. Il gruppo individua la tonalità e le armonie; è meglio
la scala o l’arpeggio con le stesso processo relazionale. Segue che sia l’insegnante a fare le domande a turno a ogni
il gioco del “serpentone”. Consegne: sempre mantenendo allevo per evitare che siano sempre i più pronti a rispon-
la pulsazione, ma questa volta per otto pulsazioni (due dere. Man mano che si analizza la composizione gli allie-
misure di 4/4) un primo allievo suona una scala o un ar- vi sono invitati a visualizzare la tastiera e simulare il pro-
peggio, il secondo allievo e poi via via tutti gli altri, senza getto gestuale corrispondente alla futura esecuzione. A
valutazione e un secondo esecutore suonerà con una con- degli allievi sia costante. Il tempo da dedicare all’attività
segna più complessa (in genere si tratta di consegne che va dalla prima vista all’improvvisazione è di 20/30
interpretative che alla prima lettura non sempre sono minuti, che vengono dimezzati se l’attività è “solo” di
curate); segue un’analisi più approfondita sulle funzioni lettura a prima vista e trasporto.
armoniche (non si dirà più accordo di do maggiore, ma di 5. Il controllo di sé e l’autovalutazione
I grado, non più di fa maggiore, ma di IV grado ecc.). Il Il concerto del venerdì. Venerdì perché in quel giorno si svolge
gruppo entra in fibrillazione perché sa che è il momento la lezione collettiva che prevede uno spazio per l’esecuzione
del trasporto. L’insegnante assegna il compito all’alunno di ogni allievo di un proprio pezzo deciso nella lezione indi-
più avanzato, mentre gli altri si preparano mentalmente viduale del martedì. Ognuno suona (da uno studietto a un
a suonare e seguono con attenzione l’esecuzione. Dopo la tempo di Concerto), poi si autovaluta partendo dagli aspetti
prima esperienza di trasporto ne seguono altre su diverse positivi, seguono i commenti da parte di ogni componente il
tonalità. Dopo il trasporto è possibile, ed è gradita dagli gruppo – compreso l’insegnante, naturalmente –, poi, sem-
allievi, un’attività improvvisativa che sostituisce quella pre iniziando da chi ha suonato, il gruppo è invitato a tro-
sopra descritta. Si svolge così: il primo allievo, lasciando vare gli spazi di miglioramento. Anche gli allievi più piccoli
immutata la melodia, sostituisce l’accompagnamento con sono coinvolti e imparano a confrontare le loro valutazioni
un altro pattern (l’armonia rimane immutata, se l’allievo con quelle dei più grandi. L’insegnante fa una sintesi delle
è al primo o secondo anno di studio potrebbe eseguire osservazioni e decide se chi ha suonato dovrà far risentire il
solo l’accompagnamento, lasciando la melodia a un com- pezzo nella lezione seguente, oppure se sia il caso di consi-
pagno), poi, mantenendo l’accompagnamento scritto, si derare concluso lo studio per passare a un altro repertorio.
cambia la melodia, quindi si cambiano l’uno e l’altra, si Questa attività, forse la più prevedibile nella lezione collet-
modifica l’andamento ritmico, la modalità, il pezzo di- tiva, ha lo scopo di abituare gli studenti a suonare in situa-
venta un valzer, un tango, una marcia funebre ecc. An- zione di responsabilità oggettiva e soggettiva, a sviluppare
Dopo l’esperienza della lezione collettiva nei corsi d’ag- sapere con il saper fare, la teoria con la pratica.
giornamento ho chiesto ai partecipanti le loro considera- È un continuo test di capacità multiple.
zioni. Ne estraggo alcune. Restituisce la musica all’ascolto, anche con la presen-
La lezione collettiva: za dell’aspetto visivo.
Favorisce la formazione musicale-strumentale attra- Valorizza il lavoro dell’altro.
verso un positivo atteggiamento relazionale. Favorisce in maniera determinante l’attenzione di chi
Ottimizza il tempo e l’energia. ascolta.
Diminuisce la competitività tra gli allievi. Rispetta l’identità di ognuno.
Favorisce la cooperazione e ne chiarisce i vantaggi. Offre una diminuzione dei sensi di colpa e dell’insicu-
Favorisce la formazione della classe: vi è l’aspetto af- rezza. La solidarietà e la condivisione degli obiettivi da
fettivo dato dalla socialità, la possibilità di collabora- raggiungere attenuano le difficoltà dell’apprendimento.
zione, circolano idee ed esperienze. Di conseguenza Sollecita la creatività didattica, anche grazie al mag-
consente la crescita dell’allievo (e dell’insegnante) gra- giore spazio delle risposte/proposte degli allievi.
zie all’intervento di tutti. Diminuisce l’ansia da performance per il continuo ri-
Favorisce l’apprendimento anche non suonando, at- mettersi in gioco e per la familiarità con il suonare
traverso l’attenzione, la simulazione, l’imitazione e il mentre altri ascoltano e valutano.
confronto. Aumenta la considerazione di sé con il rispecchiamento
L’allievo si sente protagonista perché coinvolto attiva- sui vincoli degli altri.
mente. Favorisce una positiva relazione insegnante/allievi, che
L’allievo si confronta con altri, quindi relativizza i pro- a sua volta favorisce lo star bene a scuola e in defini-
blemi (la lezione collettiva insegna anche ad analizza- tiva aumenta la motivazione del far musica.
re gli errori). Consente di arricchire il progetto didattico con l’inter-
Stimola i più timidi. vento degli allievi.
Fa entrare la musica nella vita e la vita nella musica. Fa emergere particolari propensioni e risorse degli al-
Aumenta le motivazioni degli allievi coinvolti in un lievi. È quindi indispensabile per colmare le lacune,
contesto socializzante. valorizzare le capacità di ognuno e orientare il prose-
Favorisce l’autovalutazione. guimento degli studi musicali.
Favorisce la capacità d’ascolto e la formazione del- È più coinvolgente anche per il docente.
l’orecchio musicale. Riconsidera il rapporto economico dei costi tra docen-
Favorendo la partecipazione di chi ascolta, lo trasfor- te e numero di allievi e permette di negoziare il com-
ma in protagonista. penso degli insegnanti in condizioni favorevoli.
Consente una formazione musicale che armonizza il Favorisce il processo partecipato.
Strumenti e tecniche
allievi sono pronti a capire e scrivere quanto siano utili
questi incontri. Chiedo agli allievi anche cosa, come e da
chi hanno imparato fuori dall’aula. Le occasioni d’appren-
dimento sono le più disparate: dal recital alla conversazio-
ne con l’amico violinista, dall’ascolto di CD al concerto del
“Coro degli alpini”.
6. Le competenze comunicative verbali.
Da quest’anno, ogni tanto, invito gli allievi a presentare
la musica che suoneranno, preparandosi nei giorni pre-
cedenti. Anche i più piccoli (per me sono piccoli quelli di
terza media) analizzano la musica, cercano riferimenti
storici ed estetici, riflettono e imparano ad anticipare la
loro esecuzione con una sorta di guida all’ascolto. Questa
attività formativa ha avuto dei risvolti in performance
pubbliche. Gli allievi non solo hanno presentato i pezzi
che avrebbero suonato, ma avendo acquistato disinvol-
tura nella comunicazione verbale, hanno interagito con
il pubblico in un dialogo giocoso sui titoli dei pezzi in
programma.
Conclusione
Non è facile descrivere l’attività scolastica in genere e quella
musicale in particolare. Mancano i suoni timbrati delle
l’autovalutazione confrontata con la valutazione di altri. parole scambiate, i suoni della musica, le accelerazioni del
L’esecuzione del repertorio di studio ha tempi molto diffe- battito cardiaco per le emozioni che ci danno i nostri allie-
renziati a seconda della vicinanza a una esibizione pubblica vi, i loro occhi che si spalancano per lo stupore dell’inatte-
o del periodo dell’anno scolastico. In questi casi potrebbe so e dell’inaudito, mancano i colori dei loro stravaganti
assorbire anche un’ora e mezza delle due ore a disposizione. abbigliamenti, rimangono solo le asettiche considerazioni
Normalmente il tempo da dedicare a questa attività è, nella di chi scrive con la consapevolezza che il meglio non si
mia classe, è di 45/60 minuti. riesce a comunicare.
Il diario di bordo. Ho utilizzato alcune tipologie di diario
di bordo. La prima è quella descritta nel progetto Kurtág
(REBAUDENGO 1999): il diario raccoglieva solo ed esclusiva-
mente l’esperienza del laboratorio ed era tenuto singolar- Bibliografia
mente da ogni allievo. Poi ho utilizzato un diario colletti- ARLETTE BIGET, Pédagogie de groupe dans l’enseignement instrumental,
vo che ancora adotto in classe. Un quaderno è sempre po- Cité de la musique, Paris 1998.
MARIO COMOGLIO - MIGUEL ANGEL CARDOSO , Insegnare e apprendere in grup-
sato a lato del leggio di un pianoforte, gli allievi sanno che po. Il Cooperative Learning, LAS, Roma 1996.
possono scrivere quando e cosa vogliono. Non sempre è ALFRED CORTOT, I principi essenziali della lezione pianistica, Curci, Mila-
semplice far loro commentare una lezione, se non sono no 1960.
invitati a farlo. Dipende da come vengono impostate le ROBERTA GASTALDELLI - ANNA RITA ADDESSI - LILIANA DOZZA, Educazione mu-
prime pagine. Voglio dire che gli studenti, prima di scrive- sicale e relazioni interpersonali, in “Musica Domani”, 138, 2006, pp.
4-7.
re, leggono cosa hanno scritto i loro compagni. Un anno
DAVID W. JOHNSON - ROGER T. JOHNSON - EDYTHE J. HOLUBEC, Apprendimento
fu veramente una specie di confessionale laico-scolastico. cooperativo in classe. Migliorare il clima emotivo in classe, trad. it. di
Senza bisogno di mie sollecitazioni c’era chi scriveva dei L. Marinelli, Erickson, Trento 1996 (tit. orig. The nuts and bolts of co-
suoi problemi di gestione del proprio tempo scolastico tra operative learning, Interaction Book Company 1994).
conservatorio e università, chi commentava la propria le- HEINRICH NEUHAUS, L’arte del pianoforte, Rusconi, Milano 1985.
zione facendo promesse di studiare meglio, chi gioiva per ALBERTO PELLAI - VALENTINA RINALDIN - BARBARA TAMBORINI, Educazione tra
pari. Manuale teorico-pratico di empowered peer education, Erickson,
una lezione particolarmente positiva. Anch’io partecipavo Trento 2002.
al diario commentando le lezioni, in genere incoraggian- GIAN PIERO QUAGLINO - SANDRA CASAGRANDE - ANNA MARIA CASTELLANO, Gruppo
doli e segnalando i loro aspetti positivi a cui immediata- di lavoro. Lavoro di gruppo, Cortina, Milano 1992.
mente rispondevano come in una chat. Quest’anno, visto ANNIBALE REBAUDENGO, In margine a una commissione ministeriale, in
che non si decidevano a scrivere, l’ho strutturato con do- “Musica Domani”, 107, 1998, pp. 3-4.
ANNIBALE REBAUDENGO, Giochi di Kurtág in Conservatorio, in “Musica Do-
mande nei momenti salienti dell’anno scolastico. Chiedo i
mani”, 110, 1999, pp. 28-31.
loro commenti dopo le numerose esibizioni pubbliche che KEITH TOPPING, Tutoring. L’insegnamento reciproco tra compagni, trad.
il conservatorio milanese organizza per loro, dopo alcune it. di M. Belli - F. Frangini, Erickson, Trento 1997 (tit. orig. The peer
lezioni collettive. Fornisco loro anche dei foglietti che poi tutoring handbook, Kent, Croom Helm).
Nonostante la regolarità dell’articolazione fraseologica, l’espe- nel rapporto antecedente-conseguente viene attutito da que-
rienza di ascolto di questo passaggio non ci restituisce tutta- sto eccesso di simmetria: la prima frase è già un’unità in sé
via l’immagine di un periodo perfettamente calibrato, o co- conclusa, che non sembra sollecitare una continuazione riso-
munque del tutto rispondente ai canoni consueti. Un primo lutiva; la seconda frase, a cui normalmente spetta il compito di
elemento di “disturbo” è costituito dall’accordo di battuta 1, dare “risposta” alle attese e alle spinte dinamiche poste in es-
Prove di analisi
Esempio 1
sere dalla prima, non è altro che una ripetizione trasposta della sto sull’accordo maggiore di do, che con l’aggiunta della setti-
“domanda” iniziale. ma e, a partire da battuta 29, della nona, assume una funzione
Non vi è ombra di dubbio, tuttavia, che il nostro orecchio dominantica che viene perpetuata fino a battuta 44. A battuta
tenda a percepire la seconda cadenza come il principale polo 45, con la ripresa del motivo iniziale al basso sull’accordo di fa
di attrazione dell’intero periodo, reinterpretando in retrospet- minore, ha finalmente inizio la terza sezione dello Scherzo (batt.
tiva la cadenza di battuta 4 come una fase di temporanea 45-67), che ripete in forma variata la sezione iniziale. Ma come
tonicizzazione della dominante. Per spiegare questo fenome- interpretare le battute 24-44, in cui l’assoluta stasi del conte-
no occorre ricordare che la consapevolezza di un centro to- nuto armonico è rafforzata da una significativa latitanza di
nale viene determinata non solo dalla dimensione verticale, movimento melodico? Qual è la funzione di un episodio così
ma anche e soprattutto dal moto delle parti. L’esempio 1 sin- straniante, che ha quasi l’effetto di sospendere e arrestare il
tetizza i principali movimenti della condotta delle parti al- flusso temporale?
l’interno di questo passaggio: poiché l’attenzione uditiva tende Per interpretare l’ambiguità di questo passaggio occorre richia-
a concentrarsi prevalentemente sulle linee estreme del tessu- mare in causa l’accordo di fa minore di battuta 1. Anche se gli
to armonico-contrappuntistico (melodia e basso), il grafico eventi delle battute successive hanno già ampiamente provve-
evidenzia come la nostra percezione, più che soffermarsi sui duto a sciogliere l’enigma iniziale, chiarendo senza ombra di
singoli elementi musicali battuta per battuta, tenderà a pro- dubbio che il primo accordo non esprime la tonalità d’impian-
iettare l’interpretazione dei dettagli in un arco più ampio, to, nella seconda sezione l’ascoltatore viene tuttavia messo di
orientato direzionalmente verso la cadenza di battuta 8. An- fronte alla possibilità di rimettere in discussione questo dato
che di fronte a un periodo composto di due metà identiche, acquisito, e di accreditare un’ipotesi alternativa in merito alla
dunque, il nostro orecchio non potrà fare a meno di attivare effettiva funzione del fa minore. Ascoltare la dominante di fa
una percezione dinamica, interpretando l’intero passaggio minore (do) per 21 battute consecutive – e cioè per un lasso di
come un dispiegamento delle note dell’accordo di tonica lab tempo corrispondente a circa un terzo dell’intero scherzo – è
sull’asse temporale. Le legature che corredano il grafico del- sicuramente il mezzo più efficace per avvalorare un’interpre-
l’esempio 1 mettono in luce i rapporti di gerarchia strutturale tazione ingannevole della funzione dell’accordo di fa minore,
ed evidenziano le tappe principali di questo percorso di ela- su cui la dominante risolve puntualmente a battuta 45, in cor-
borazione compositiva della triade di tonica: il do di battuta rispondenza dell’inizio della ripresa.
1, il mib di battuta 2, che continua a esercitare il ruolo di Un altro degli espedienti utilizzati per destabilizzare le attese
principale polo di attrazione uditiva fino a battuta 4 (come percettive dell’ascoltatore è rappresentato dai numerosi segni
viene evidenziato dalla legatura tratteggiata che collega i due di sforzando di cui è costellata la partitura, la cui resa esecuti-
mib) e, infine, il lab di battuta 8. va pone non poche difficoltà all’interprete. In un’articolazione
La seconda sezione dello Scherzo (batt. 17-44) ha inizio con fraseologica basata sulla successione di frasi di quattro battu-
una nuova trasposizione del motivo iniziale, e manifesta im- te, gli accenti metrici (determinati dall’interazione tra tensioni
portanti analogie con la prima. Ancora una volta, infatti, il cri- armoniche e alternanza di tempi “leggeri” e tempi “pesanti”)
terio costruttivo è quello della concatenazione di unità tendono naturalmente a collocarsi in corrispondenza della se-
fraseologiche di quattro battute che vengono trasposte su vari conda e della quarta battuta. Un rapido sguardo alla partitura
gradi della scala, mentre la linea del basso imprime una precisa consente di verificare che i segni di sforzando non coincidono
direzionalità al procedere armonico attraverso un movimento mai con gli accenti metrici (tranne una sola, significativa ecce-
cromatico che dal lab di battuta 17 conduce al do di battuta zione a battuta 28): collocati in posizioni sempre diverse, essi
24, passando per il sib di battuta 20. Al di là dell’apparente hanno la funzione di disturbare la regolarità del continuum
linearità dell’articolazione formale, tuttavia, anche questa se- fraseologico, introducendo una serie accenti sussidiari che co-
zione presenta alcuni problemi interpretativi. A partire da bat- stringono l’ascoltatore a rimettere continuamente in gioco i
tuta 24, infatti, il movimento armonico subisce un brusco arre- punti fermi della sua percezione.
RUBRICHE
Questo articolo, insieme alla partitura, è disponibile in formato PDF sulle pagine web della SIEM: www.siem-online.it/pubb/scherzo.htm
Segnalazioni
Progetti socio-educativi con la popular music
Sabato 15 settembre 2006 si terrà a Lec- vincia di Lecco e dal neonato CRT (Centro ciali Maurizio Di Benedetto e con la se-
co una giornata di studio sui progetti so- Risorse Tematico) Musica del CSA di Lecco. zione italiana della IASPM (International
cio-educativi dedicati alle musiche gio- Durante la mattinata del 15 settembre, si Association for the Study of Popular
vanili. L’iniziativa è promossa da due realtà alterneranno interventi dei responsabili di Music): si tratta di un concorso di cover
lecchesi: “La linea dell’arco” e il CRAMS che alcuni dei più interessanti progetti cultu- realizzate da giovani musicisti italiani e
hanno dato vita, rispettivamente, ai pro- rali sulle musiche giovanili sviluppatisi svizzeri, i vincitori del quale verranno pre-
getti: Sottosuono e Cantieri sonori. Nel- recentemente nel Nord Italia. Nel pome- sentati in una CD-compilation e in alcuni
l’ambito di quest’ultimo, nella prima metà riggio l’attenzione sarà concentrata su un concerti che si terranno nella primavera
di settembre, si svolgerà a Lecco la secon- tipo di prodotto frequentemente pratica- del 2007.
da edizione della rassegna “Lecco ArtLab to dai gruppi giovanili: la cover, ossia il Per informazioni sulla giornata di studio e
2006”, che ospiterà una serie di concerti rifacimento di un brano già esistente. Ol- sui progetti Sottosuono e Cantieri sonori, è
di popular music e di stage condotti da tre agli interventi di alcuni noti studiosi, possibile rivolgersi ai seguenti indirizzi di
autorevoli professionisti del settore e ri- verrà presentata C-over garden, iniziativa posta elettronica: [email protected] e
volti a giovani musicisti. in corso di svolgimento, ideata nell’ambi- [email protected] o consultare i rispet-
La giornata di studio è copromossa dagli to del progetto Sottosuono in collabora- tivi siti indicati dal dominio.
Assessorati Cultura e Istruzione della Pro- zione con il Centro Studi Musicali e So- Luca Bertazzoni
I nuovi mostri
A Venezia si è concluso con lo spetta- stoso, la sensazione di essere sporchi o primarie della provincia di Venezia sul
colo di teatro musicale per l’infanzia La confusi) e, da ultimo, il Mostro della tema Mostri in mostra.
casa dei mostri (19 e 20 aprile) il pro- Televisione, capace di fagocitare e di Lo spettacolo riassume ed evidenzia
getto didattico Paure e coraggio: l’arte distogliere dal dialogo familiare, non quell’approccio interdisciplinare che
di raccontare, raccontarsi e mettere in tanto causa quanto piuttosto alibi per contraddistingue il progetto didattico
scena ideato da Domenico Cardone. giustificare l’incomunicabilità. Le risor- nel suo assieme, basato sull’intreccio
Il percorso – realizzato dall’Area For- se di Livia, la bimba protagonista della di linguaggi (verbale, corporeo, visivo,
mazione, Ricerca, Progetti innovativi storia, per sfuggire a tali pericoli sono sonoro) e dei mezzi espressivi (tra cui
della Fondazione Teatro La Fenice in il coraggio e la capacità di inventarsi il computer). Un progetto che mira a
collaborazione con gli Itinerari Educa- da sola i suoi giochi. trasformare l’Area Formazione, Ricer-
tivi del Comune di Venezia – prevede- Lo spettacolo si congeda con l’appen- ca, Progetti Innovativi della Fondazio-
va un corso di Formazione metodolo- dice Voci mostruose, in cui i bambini ne Teatro La Fenice in centro di sup-
gica per insegnanti ed è stato integrato scoprono come il computer può inter- porto e documentazione per gli inse-
dalla produzione di altri due spettacoli venire per modificare le caratteristiche gnanti, attraverso l’accesso ad un ar-
(PierViolino e il Lupo e Il racconto del espressive delle voci dei personaggi, e chivio multimediale relativo all’opera
Flauto magico). con alcune invenzioni sonore, visive e in musica.
Godibilissima l’operina con musiche di verbali prodotte da bambini delle scuole Stefania Lucchetti
Paolo Furlani (Edizioni Ricordi), una
produzione già presentata nel 2003 a
Mestre (Auditorium Candiani) e nel
2005 a Genova (Teatro Carlo Felice).
Questa volta lo spazio scenico partico-
Musica solidale
larmente suggestivo, costituito dal Te- La collaborazione tra l’Istituto Pace Soli- copertina, «si sviluppa in tre direzioni:
atro delle Fondamenta Nuove, è stato darietà e Innovazione ACLI, la Feltrinelli e le costituzione e sostegno a sei centri di ag-
sfruttato appieno grazie all’attenta e in- Edizioni Curci, ha dato vita ad una “Colla- gregazione comunitaria, spazi di incontro,
trigante regia di Elisabetta Brusa e agli na di arte solidale”. Fino ad ora sono stati formazione e partecipazione; costituzio-
allestimenti scenici curati da Massimo pubblicati due CD, a metà dicembre e a ne ed accompagnamento di due istituzio-
Checchetto. metà marzo, che andranno a sostenere spe- ni di microfinanza, composte da persone
Le musiche – composte per un organico cifici progetti. Il primo, dal titolo Tra le tue di differente etnia, provenienza, sesso e
essenziale (saxofono, trombone, percus- braccia, appoggia “Educatori sociali” a religione, per la gestione di un fondo di
sioni) ed eseguite da musicisti fuori sce- Salvador De Bahia in Brasile: progetto che microcredito destinato a contadini e pic-
na coordinati dal direttore Giovanni prevede azioni volte a qualificare e forma- coli artigiani; sostegno alla costruzione di
Porcile – erano contrappuntate da mu- re educatori di comunità e a promuovere occasioni di dialogo tra differenti gruppi
sica elettronica registrata, dall’incalzante l’orientamento, la formazione professionale etnici e tra generi».
invenzione video realizzata dallo stu- e l’avvio al lavoro di ragazze e ragazzi dai Il principe felice è una fiaba musicale di
dio MM&T di Milano e dagli interventi 15 ai 25 anni. Nel CD l’orchestra sinfonica Silvio Amato, basata sul celebre testo di
live electronics di Davide Tiso; il tutto “Nova Amadeus” diretta da Flavio Emilio Oscar Wilde e interpretata dalla voce di
confluiva in una percezione d’insieme Scogna esegue la Sinfonia n. 3 op. 36 per Gabriele Lavia e dall’Ensemble Strumen-
avvolgente e perfettamente integrata, soprano e orchestra di Henryk Mikolaj tale Scaligero diretto da Flavio Emilio
capace di evocare il clima notturno, fan- Górecki e O infinito silenzio, canto per ba- Scogna. Le note critiche, di Luca Del Fra,
tastico e dichiaratamente tecnologico ri- ritono e orchestra di Cristian Carrara su forniscono un’analisi della musica in rap-
chiamato dal tema. Protagonista asso- testo di David Maria Turoldo. Nel libretto porto al testo.
luta Eugenia Amicano, attrice-soprano, sono contenute note critiche di Nicola Sani Tutti e due i CD, per il loro contenuto
affiancata dal vocalista Renato Gatto e che inquadrano la celebre sinfonia, spesso musicale, possono essere oggetto di lavo-
da due mimi. Uno spettacolo coinvol- utilizzata in documentari o filmati relativi ri didattici specifici, rivolti a diverse fasce
gente e interattivo che rifacendosi al alla Shoah e alla deportazione, in un qua- d’età. Oltre, ovviamente, a far riflettere sul
teatro didattico di Britten invita il pub- dro musicale più generale. ruolo che può avere la musica nell’affron-
blico a partecipare cantando ritornelli e Il secondo CD, Il principe felice, è dedica- tare problematiche di impegno sociale e
frammenti a canone. to al progetto “Sviluppo di comunità” in politico.
Chi sono i nuovi mostri? Il libretto trat- Kossovo che, come esplicitano le note di Mariateresa Lietti
to dalla novella di Maria Vago (Piemme
edizioni) diventa occasione per parlare
delle (nuove) paure dei bambini: il
Mostro dei Dolci che si identifica nei
problemi legati al rischio dell’obesità e
alla cattiva igiene alimentare; il Mo-
stro del Ripostiglio, collegato all’ance-
strale paura del buio; il Mostro Topastro
connesso al timore di diventare preda
e cibo altrui per fame (orchi, streghe &
Co), ma anche per invidia (i concor-
renti) o per troppo affetto; i Mostrira-
gnateli che alludono alle percezioni
sensoriali sgradevoli (le puzze, il disgu-
«Una sera quando, come al solito, la li si alternano alle parole, colorano le gere la storia in chiave musicale e in-
piccola Talpa mise fuori la testa dalla azioni e danno concretezza alle descri- terpretare le illustrazioni come se fos-
tana per controllare se il sole se n’era zioni. sero partiture “puntinate”: prima po-
andato, ecco cosa successe: Era roton- Spontaneamente i bambini imitano le chi e radi segni, poi textures sempre
do e marrone – pareva un po’ una sal- onomatopee, inserendosi nel racconto, più fitte, che si allargano gradualmen-
siccia – e il peggio fu che le cadde pro- quasi in una sorta di contrappunto che te fino ad occupare l’intera pagina.
prio in testa – splic». ne amplifica il senso e l’efficacia. Questo crescendo visivo può essere tra-
Avete capito, l’onomatopea splic si ri- Le forme delle stesse popò, se riportate dotto in un crescendo musicale, ottenu-
ferisce proprio a una cacca! su un grande foglio, possono diventare to per accumulo, proprio come (mi sia
«“Chi me l’ha fatta in testa?”, esclamò. scrittura musicale, da interpretare e da concesso il paragone) faceva Rossini.
Ma miope com’era non poteva scoprir- tradurre non solo con la voce, ma uti- Diamo a tutti i bambini lo stesso og-
lo da sola». lizzando oggetti, materiali, strumenti. getto, ad esempio una scatolina riem-
Così, la piccola protagonista va alla ri- I suoni secchi e brevi dei legnetti pos- pita con alcuni fagioli, che ben simu-
cerca del colpevole e interroga sulla sono sonorizzare quella fine della le- lerà il tintinnio delle cacchine del co-
puzzolente faccenda diversi animali. pre; percuotendo con energia uno sca- niglio in caduta; dapprima suoneran-
I sospettati le descrivono la propria tolone si può riprodurre quella grossa no cinque bambini, ai quali se ne ag-
popò, sottolineandone i particolari so- del cavallo; quella “a spruzzo” del maiale giungeranno altri cinque, poi altri cin-
nori! si può ottenere con una pernacchia den- que, e così via, fino ad ottenere una
Il piccione le fa notare il suo sprizzo tro una bottiglia. massa sonora assai corposa, proprio
lattiginoso che fa SPLUSH; il cavallo Le invenzione metaforiche dei bambi- come la nostra montagna di popò!
la impressiona con le sue grosse e grasse ni potranno essere organizzate attra- Il nostro viaggio trasgressivo potrebbe
pallottole che rimbalzando echeggia- verso la proposta di giochi compositivi, continuare con altre proposte lettera-
no un ritmico PUFF PUFF PUFF PUFF da eseguire sia a piccolo che a grande rie: La pipì della zebra, Le puzze del-
PUFF; la lepre le solletica le orecchie gruppo. l’elefante, Il moccio dell’ippopotamo,
con il PIT PIT PIT di tanti pisellini cre- Si potranno trasformare in suono non Iacopopò il genio della cacca. Senza
pitanti; la capra le sforna al momento solo le cacche che la storia suggerisce, dimenticare i dovuti approfondimenti
tanti gnocchetti color cioccolata che ma anche altre: come echeggerà la scientifici: i fiori, le piante, l’insalata, i
cadendo suonano come campanelle caccona dell’elefante? E quella morbi- carciofi come farebbero ad uscire dalla
GLAN-DI GLA-DI GLAN-DI, e la Talpa diccia della gallina? Ruggirà quella del terra dura, senza la cacca che la conci-
non può fare a meno di trovarli carini! leone? E quella del serpente? Ma... il ma? E ancora, quali sono i colori della
Ma l’immensa focaccia verdastra della serpente fa la cacca? cacca, le sue forme, le sue misure, la
mucca, che con un colossale PAPATAFF Così si inventeranno altre storie e altre sua consistenza? Cosa ne dite, provia-
si deposita al suolo, la lascia senza pa- improvvisazioni sonore, l’entusiasmo mo a tradurre queste caratteristiche in
role. Per ultimo, il maiale che proietta per l’argomento che fa “sentire gran- musica?
con un sonoro PRUFF il suo monticello di” alimenterà nei bambini il gusto per
bruno sul campo. la ricerca, e le loro sperimentazioni si
La Talpina confronta attentamente la amplieranno.
cacca piovuta sulla sua testa con quel- Restando in tema, suggeriamo un’altra Cacca-bibliografia
le di tutti gli animali che incontra, fino lettura, che vede come protagonista un WERNER HOLZWARTH - WOLF ERLBRUCH, Chi me
l’ha fatta in testa?, Salani Editore, Firenze
a scoprire, con l’aiuto di due mosche coniglio il quale mangia così tanto da 1998
esperte, che… fare mucchi di cacca alti come palazzi! F RANCESCO PITTAU - BERNADETTE G ERVAIS , Le
Questa storia esilarante, che permette È un «coniglio che ha sempre fame: cacche del coniglio, Il Castoro Bambini,
ai bambini di nominare l’innominabile, CRIC CROC, CRIC CROC, sgranocchia Milano 2000
liberando la “parola proibita”, è anche le carote e poi fa tante cacche cacche FRANCESCO PITTAU - BERNADETTE GERVAIS, La pipì
della zebra, Il Castoro Bambini, Milano
una straordinaria “partitura onomato- cacche cacche dappertutto». 2001
peica”. Co-protagonisti sono ancora gli animali FRANCESCO PITTAU - BERNADETTE GERVAIS, Le puz-
Le sonorità delle cacche, modulate dalla domestici che, sommersi da valanghe ze dell’elefante, Il Castoro Bambini, Mila-
RUBRICHE
voce del narratore, entrano in scena e di “perle puzzolenti”, riusciranno a tra- no 2001
concertano: si ascoltano timbriche con- sformare la disavventura in un evento FRANCESCO PITTAU - BERNADETTE GERVAIS, Il Moc-
cio dell’Ippopotamo, Il Castoro Bambini,
trastanti, ritmi regolari e accelerati, entusiasmante: andranno tutti a sciare Milano 2002
passaggi repentini da sonorità acute a sulle montagne di cacca! FEDERICO TADDIA, Iacopopò, il genio della cac-
sonorità gravi, silenzi. Gli effetti voca- Anche in questo caso possiamo rileg- ca, Editoriale Scienza, Trieste 2004
Indicatori di qualità
per i Laboratori musicali
C ome valutare le attività svolte in un Laboratorio musi-
cale? Un ricerca dell’INVALSI offre l’occasione per una loro
-
-
l’attività corale;
l’attività strumentale;
verifica qualitativa, testimoniata anche dalle tre esperien- - la produzione di musiche o spettacoli nuovi e originali, frutto
ze qui messe a confronto. della creatività e dell’operosità del Laboratorio stesso;
Confronti e dibattiti
- Persegue e realizza gli obiettivi della convivenza civi- le dell’evento corale.
le, consentendo di sperimentarne modelli reali e signi- - Sviluppa la pratica del cantare per imitazione.
ficativi. - Sviluppa con metodo la pratica del cantare leggendo
- Ospita obiettivi e contenuti transdisciplinari. la musica.
- Accoglie repertori corali afferenti sia ai patrimoni lo- - Ricerca, per quanto possibile, l’approfondimento e l’ese-
cali, che a tradizioni, epoche e stili diversi. cuzione accurata di brani, tecniche e stili.
- Sollecita, accoglie e valorizza testi e musiche compo- - Prevede la possibilità sistematica di riascoltare e analiz-
ste dagli utenti del Laboratorio musicale. zare il suono corale prodotto e di portarsi a casa, alla
- Prevede gruppi che possano accogliere ex studenti e fine del progetto, il CD con le produzioni realizzate.
utenti adulti esterni alla scuola. - Nelle esibizioni pubbliche di fine anno o fine progetto,
- Consente di acquisire una consapevolezza e capacità offre agli alunni e alle loro famiglie la possibilità di
di autocontrollo della propria emissione vocale. una verifica e autoverifica del lavoro svolto.
verse epoche e culture è organizzato didatticamente in testi poetici, musicali e plastico-visivi di diverse epo-
modo da rispondere ai seguenti criteri. che e tradizioni, organizzando la messa in scena del
repertorio così composto.
Autenticità - Individua nessi melodici e di senso che collegano te-
- Accoglie ed elabora le istanze di protagonismo emoti- sti poetici e musicali di diverse epoche e tradizioni,
vo, sociale e culturale degli utenti. organizzando la valorizzazione del repertorio così
- Organizza l’ascolto di musica dal vivo, favorendo l’in- composto.
contro con gli esecutori. - Propone modalità per individuare e fare propri aspetti
- Ospita il confronto e la rielaborazione a partire da do- costruttivi o esecutivi caratteristici del documento di
cumenti musicali, spesso acquisiti dal Laboratorio mu- cultura musicale incontrato.
sicale e conservati nella sua audioteca. - Fornendo modelli e tattiche per l’appropriazione delle
musiche proposte, consente di affrontare pregiudizi re-
Interdisciplinarità lativi alle musiche di gruppi generazionalmente e/o
- Interagisce con i contenuti della didattica curricolare culturalmente distanti e sviluppa una disponibilità allo
con interventi di stimolo e/o approfondimento. scambio.
- Consente di fare sapendo, cioè di agire l’evento musi- - Organizza la ricerca e valorizzazione delle tradizioni
cale – con la voce, con il corpo e con gli strumenti – musicali locali, sia in quanto repertorio di melodie e testi,
con una progressiva consapevolezza dei suoi tratti lin- che per le modalità esecutive che le caratterizzano.
guistici.
- Ricerca la collaborazione attiva con esperti di diversi Creatività
linguaggi. - Guida e supporta l’attualizzazione dei patrimoni mu-
sicali, consentendo agli utenti di farli propri e di par-
Interculturalità tecipare attivamente alla loro presentazione. Attraver-
- Consente di conoscere e capire le culture lontane non so questa attualizzazione, i responsabili del Laborato-
a parole, ma standoci dentro con il corpo, la voce, gli rio musicale e i suoi utenti divengono essi stessi pro-
strumenti. duttori di cultura.
Gli interventi dei tre coordinatori di laboratorio invitati a uno staff di docenti per replicare la figura del coordina-
contribuire a questo “Confronti e dibattiti” sono rappre- tore di laboratorio. È questo l’obiettivo più difficile da
sentativi di tre diversi contesti scolastici e, al tempo stesso, raggiungere, per ovvi motivi legati ai tempi, alle disponi-
testimoniano la veridicità degli indicatori elencati in più bilità economiche, ma soprattutto a una ancora diffusa
d’una delle tabelle qui accluse. Per il confronto con le altre perplessità a connettere il concetto di autonomia con
esperienze osservate nel gruppo di approfondimento, tutte quello del diritto-dovere all’innovazione.
ugualmente significative, si rimanda alla lettura del rap- Le T.I.C. (Tecnologie per l’Informazione e la Comunicazio-
porto di ricerca. ne) oggi disponibili ci obbligano a ottimizzare la didattica,
recuperando parte degli spazi dedicati tradizionalmente alla
trasmissione, alla comunicazione e alla collaborazione. Non
solo: il luogo virtuale offerto dallo strumento computer
L’esperienza in rete apre a possibilità prima solo ipotizzate. Gli schemi riporta-
ti (v. figura 2) esemplificano un percorso d’analisi formale
di Abano Terme che – vissuto in classe con gli alunni, visualizzato in for-
di Gian Pietro Pendini mato Power Point e messo a disposizione di tutte le inse-
gnanti di scuola primaria in formazione – è stato da cia-
Over Tour è il nome del progetto di scuole in rete che, scuna di esse applicato all’esame di brani musicali a pro-
costituitosi nel 1999 con la Direzione Didattica di Abano pria scelta, ascoltati e sezionati insieme ai rispettivi alunni
Terme come scuola capofila, oggi comprende dieci istituti attraverso un programma di audio-editing. Appare eviden-
scolastici di vari gradi di istruzione. La direzione didatti- te come la possibilità di associare programmi di video proie-
ca di Abano è sede del Laboratorio musicale, oggetto nel zione grafica a quelli di elaborazione sonora permetta di
2000 del finanziamento previsto dalla Legge 440 Proget- ampliare le capacità di ascolto grazie, ad esempio, alla pos-
to Speciale Musica. sibilità di confronto immediato e “visivo” di diversi fram-
La modalità operativa di Over Tour è complessa ma orien- menti musicali. Questo sistema si è rivelato efficace anche
tata, in termini organizzativi, alla massima flessibilità. nel raccogliere dagli stessi piccoli ascoltatori la richiesta di
La gestione e la promozione di una molteplicità di propo- utilizzare la notazione musicale come linguaggio specifico
ste progettuali (v. figura 1) hanno richiesto la presenza di e condiviso.
Confronti e dibattiti
Figura 1 - Struttura del Laboratorio musicale di Abano Terme Figura 2
Il modello di formazione adottato all’interno di una clas- - disponibilità alla condivisione dei contenuti;
se è dunque documentato da realizzazioni audio-visive - capacità di lavoro in equipe.
che, una volta messe in rete telematica (il sito “Proget- Come attività di formazione in servizio, a tutti i plessi del-
tomusica” offerto dall’IRRE veneto è attualmente in ri- la direzione didattica di Abano Terme è stata proposta, ed
strutturazione per ampliamento), assumono un’ulteriore è tuttora in svolgimento, l’esperienza di ascolto analitico
valenza formativa, in quanto divengono patrimonio di- denominata “Eco 2004”.
dattico condivisibile, correggibile, ampliabile e soprat- Finalità del progetto
tutto replicabile (un po’ come accade con Wikipedia, l’en- - Migliorare la capacità di ascolto musicale analitico.
ciclopedia telematica aperta ai contributi degli utenti). - Estendere le competenze dei docenti con interventi spe-
Sono frequenti infatti le versioni analitiche differenti, ma cialistici in classe.
ugualmente accettabili, degli stessi brani musicali. - Sperimentare modalità didattiche estese e trasversali
Fondamentali per un Laboratorio musicale sono il con- attraverso il linguaggio musicale.
fronto e la collaborazione con gli altri laboratori vicini. - Promuovere l’utilizzo delle T.I.C. al fine di trasferire abili-
In Veneto, grazie al “Progettomusica” dell’IRRE, i coordina- tà strumentali informatiche nella didattica della musica.
tori di Laboratorio musicale con incarico di referenti per Obiettivi
ciascuna delle sette province costituiscono da cinque anni Arricchire la programmazione didattica di contenuti volti
un gruppo di lavoro efficiente, che organizza una rasse- ad assumere una “abitudine all’ascolto attento” che possa
gna musicale regionale (giunta oggi alla quarta edizione) essere elemento trasferibile in tutti gli ambiti disciplinari.
all’interno della quale vengono presentate le realtà musi- Modalità
cali provenienti da tutte le scuole venete. L’evento rap- Brevi interventi in classe della durata di 20 minuti circa,
presenta ormai un appuntamento atteso per la presenta- da concordare con i docenti, collocati in maniera flessibile
zione e la verifica dei progetti realizzati nel corso del- all’interno dell’orario scolastico. Gli ascolti proposti dal co-
l’anno scolastico. Per la rete del laboratorio di Abano, in ordinatore del laboratorio e dal docente sono tratti da qual-
particolare, diventa un luogo in cui le insegnanti si met- siasi repertorio.
tono in gioco, dirigendo il gruppo che esegue i brani com- Tempi
posti con e per i loro alunni insieme al coordinatore. La Dato il carattere di trasferibilità dell’iniziativa si prevedo-
“prova” viene sempre superata da tutte con grande sod- no interventi distribuiti preferibilmente nell’arco del pri-
disfazione, soprattutto da coloro che si ritenevano non mo quadrimestre, a scadenza mediamente settimanale.
esperte. Lo attesta il fatto che, per la prossima edizione, si Risultati
stanno preparando 15 gruppi musicali, per una totale di È stata rilevata una risposta entusiastica da parte degli alun-
oltre mille alunni. ni, che hanno potuto e saputo immediatamente gestire le
loro competenze di base, verificandone l’efficacia nel tra-
La formazione in servizio sferirle in vari generi musicali. Le maestre hanno colto la
promossa dal Laboratorio musicale valenza pluridisciplinare del progetto, identificando nella
In questo ambito specifico, si è scelto di sostenere quei capacità attentiva e nella percezione/organizzazione men-
docenti che assicuravano: tale di sequenze una abilità trasversale fondamentale.
- volontà progettuale; Riscontri
- autonomia nella gestione dei progetti; A distanza di due anni dalla proposta del percorso “Eco
- concezione trasversale dell’educazione musicale; 2004” ho potuto constatare:
- disponibilità alla presentazione e alla valutazione delle - un incremento delle richieste di interventi in classe da
produzioni; parte di docenti, alunni e genitori;
- un arricchimento del linguaggio specifico acquisito dagli piccola competenza, a identificare nuovi problemi, che ci
alunni; orientino a fissare altri obiettivi per la prossima esperienza.
- nuove competenze acquisite dai docenti in relazione Da questo primo mini-laboratorio scaturiscono varie rifles-
alla pratica dell’ascolto, della direzione di un coro e sioni in ordine a una serie di capacità, come attenzione,
alla composizione di canzoni per e con bambini. percezione sonora, analisi delle differenze, riproduzione,
memorizzazione, ri-elaborazione, organizzazione, interpre-
L’attività di composizione nelle classi tazione ecc. È importante che i piccoli ricercatori si sentano
L’apprendimento della musica avviene con modalità ana- liberi di sbagliare. Gli errori spesso sono molto più stimo-
loghe a quelle con cui si apprende il linguaggio verbale, lanti delle regole. Lo “stile” educativo risultato più efficace è
ovvero per immersione in un ambiente musicale in cui ogni quello che ha visto il docente partecipare inter pares all’in-
bambino possa sperimentare il ruolo di “architetto” dei terno del gruppo dei piccoli sperimentatori, coordinare i dati
suoni. La musica è concepita prima che come “arte”, come raccolti e condividere la gestione e la verifica dei risultati.
espressione in suoni anche del semplice quotidiano.
Da questa ottica nasce l’idea di rendere partecipi del- Musicare i testi dei bambini
l’attività di composizione musicale tutti gli alunni, e non Il percorso tipo parte da un testo dato e si sviluppa intorno
sono quelli che studiano uno strumento, o che coltivano alla ricerca di soluzione a una serie di quesiti:
particolari inclinazioni musicali. Il comporre (in senso - il testo è già una traccia da seguire, o no?
lato) è una capacità umana innata, che trova il bambino - ha un ritmo, una metrica, da accettare e valorizzare,
nella condizione di elaborare accostando elementi di- oppure da modificare?
versi. Non c’è differenza sostanziale tra la composizione - perché vogliamo scrivere una canzone? che cosa vo-
di una frase, di un disegno, di un gioco: suoni, segni, gliamo “dire”?
oggetti, colori rappresentano il diverso materiale da - per chi è il nostro “messaggio”? che “clima” vuole evo-
manipolare. care?
Chiarite queste premesse tra i colleghi docenti che intra- - chi inizia? tutti insieme o uno alla volta?
prendono il percorso con i piccoli studenti, si passa alla Il coordinatore contestualizza le proposte melodiche degli
fase operativa, che non prevede un curricolo rigidamente alunni con semplici accordi e successivamente, in fase di
definito, dal momento che il processo si sviluppa in fun- arrangiamento, le armonizza in modo più complesso. Le
zione delle risposte che provengono dagli allievi. Ecco una manipolazioni “esperte” vengono presentate e giustificate
sequenza tipo. ai piccoli autori utilizzando il programma di midi-recording.
- Il coordinatore di laboratorio, in aula insieme all’inse- Non si possono comunque pretendere competenze che non
gnante di classe, invita i bambini a produrre a piacere hanno e perciò la realizzazione complessiva della compo-
un suono: una vocale, un nome, un “tic” di matita sul sizione avviene in un contesto condiviso e partecipativo
banco, una nota al flauto o alla tastiera. grazie alla somma di capacità diverse.
- Si raccolgono le prime impressioni, soprattutto le per-
plessità o i silenzi, il cui imbarazzo viene sciolto dalla Estendere le buone pratiche
rassicurazione che non ci sono risposte esatte da dare, Nel corso di questi sei anni, le modalità suesposte sono
ma solo osservazioni da raccogliere. ormai diventate una prassi condivisa. Le richieste di inter-
- Già a una seconda proposta di suoni, qualcuno rileva venti in classe si estendono sempre più e hanno spinto i
l’opportunità di dare un ordine sequenziale alle produ- docenti a ottimizzare i tempi, adottando le modalità co-
zioni, o di raggrupparle in “famiglie” di suoni: le mati- municative offerte dalle T.I.C. Condizione essenziale per la
te, le voci, le chiusure degli astucci ecc. promozione delle proposte didattiche in regime di flessibi-
- Si realizzano tutti i progetti sonori dal vivo e, al più lità è la totale disponibilità del docente coordinatore, che
presto, si passa alla registrazione della performance, pos- deriva dalla situazione di “distacco su progetto”. Considero
sibilmente con un programma di audio-recording nel inesatto il termine “distacco” in quanto il docente coordi-
computer di classe. Il riascolto critico delle produzioni natore di Laboratorio musicale esercita la docenza in un
consente l’attivazione di pratiche analitiche che rinfor- contesto di classe estesa.
zano la capacità propositiva personale e l’autostima in Il Laboratorio musicale non è solo un luogo, ma un concet-
un contesto collettivo. to, un’idea. Le buone idee vanno condivise, estese e replica-
- Le maestre invitano i piccoli compositori a descrive- te. Sono così nati all’interno di dei vari plessi del circolo
re la sequenza progettata. Nasce il problema di come, didattico altri piccoli laboratori satellite. Nel vicino istituto
cosa e perché descrivere. Si raccolgono in genere que- comprensivo è stato varato, per induzione e volontà
ste risposte: conviene descrivere sia con segni sia con collegiale, un secondo Laboratorio musicale autonomo, prov-
parole; si “segnano” i singoli suoni ma anche gli in- visto di aula attrezzata e coordinato da docenti di educazio-
siemi, alcune durate, alcune indicazioni (agogica). ne musicale. Per il prossimo anno scolastico è stato proget-
- Si cominciano a distinguere e ad adottare i parametri tato il terzo Laboratorio musicale, da realizzare nel territo-
del suono (altezza, intensità, durata, timbro). rio del comune limitrofo di Selvazzano (PD).
Confronti e dibattiti
per il confronto interculturale delle singole parti, interventi sull’orchestrazione con ag-
giunta/sostituzione di strumenti, raddoppi, cambiamenti
di Mirella Orlandi d’ottava) nonché di tutte le scelte di dinamica e di agogica.
Inoltre è stato fatto un uso costante di strumenti di regi-
La ricerca di una identità strazione audio e video a fini didattici, per una continua
Il raccordo con le attività curricolari e con le iniziative autovalutazione e per la documentazione finale, con pro-
promosse dalla scuola per la realizzazione del proprio com- duzione di CD e DVD. Come il precedente, anche il proget-
pito formativo ha caratterizzato sin dalla sua istituzione, to I colori della musica si è concluso con esecuzioni pub-
nel 1999, il Laboratorio musicale della Scuola Secondaria bliche e con la partecipazione a concorsi e rassegne nazio-
di primo grado “Chiarini-De Lollis” di Chieti: non sono nali (come ad esempio “Scuola Musicafestival”).
mancati interventi nei vari ambiti indicati dal Documento Le due esperienze hanno comportato, da una parte, una
di sintesi allegato alla C.M. 198/99 (costituzione di una modalità di lavoro innovativa, con costruzione progressi-
rete di scuole, corsi di strumento, pratica musicale con lo va del brano musicale, improvvisazione (seppure guidata),
strumentario Orff, costituzione di formazioni corali, pro- riproduzione per imitazione, uso di strumenti diversi da
duzione di CD), ma i progetti più significativi sono stati quelli del corso musicale o utilizzati normalmente a scuo-
sicuramente quelli contro la dispersione scolastica, per l’in- la, attenzione verso generi musicali non tradizionali; dal-
tegrazione di alunni diversamente abili e per l’educazione l’altra, hanno risposto alla finalità di educare all’integra-
interculturale. zione tra culture diverse attraverso la loro conoscenza (quasi
Particolarmente importante, in quest’ultimo ambito, è sta- un gioco di ruolo, un “mettersi nei panni dell’altro” attra-
to il contributo del Laboratorio musicale a L’altra metà del verso l’esecuzione della sua musica).
nero, un progetto in rete con scuole, istituzioni e associa-
zioni, dedicato dapprima alla conoscenza della cultura afri- Educazione alla Convivenza civile
cana (mediante l’attivazione di laboratori di danza e per- L’attività musicale si è inserita quindi in un più ampio per-
cussioni, mostre di artigianato, convegni: il tutto con l’ap- corso di educazione alla legalità e alla intercultura. Attra-
porto decisivo di immigrati africani, siano essi venditori verso le attività del Laboratorio musicale e l’uso del lin-
ambulanti o docenti universitari), successivamente all’in- guaggio musicale specifico è dunque possibile concorrere
contro con altre minoranze etniche presenti nel territorio, alla realizzazione degli OSA (obiettivi specifici di apprendi-
in particolare i Rom. mento) della Convivenza civile. Non solo: la musica può
essere il veicolo principale per educare all’attenzione nei
La musica Rom confronti dell’altro, attraverso la dimensione che le è pro-
L’attenzione del laboratorio per questa musica si è manife- pria, ossia l’ascolto come base necessaria di ogni conoscen-
stata con un percorso che ha visto impegnati gli alunni del za. Nella Tabella 1 sono formulati alcuni obiettivi specifici
corso musicale e il coro d’istituto nell’esecuzione dell’inno relativi alla pratica strumentale, specialmente d’insieme, nella
trasnazionale Rom Gelem Gelem (Andiamo, andiamo) 1. prospettiva degli OSA per la Convivenza civile 3.
Il brano è stato realizzato con la collaborazione del musi-
cista Santino Spinelli 2 che ha guidato le varie fasi del la- Laboratorio e Indirizzo musicale
voro: dalla proposizione della melodia all’analisi del testo Se le attività del Laboratorio musicale contribuiscono al-
(Giem giem, nella versione romanés abruzzese, uno dei più l’educazione e alla formazione complessiva, necessariamen-
antichi dialetti zingari italiani in cui non è stato difficile te perseguono anche obiettivi disciplinari: in particolare,
rilevare contaminazioni linguistiche con i dialetti locali); ma non solo, quelli delle discipline Musica e Strumento
dalla proposta di un giro armonico e di accompagnamenti musicale. Particolarmente fecondo, nella nostra scuola, si
ritmici caratteristici alle improvvisazioni al pianoforte di è rivelato il rapporto tra Laboratorio musicale e Indirizzo
Santino Spinelli riprodotte dagli alunni con i loro stru- musicale.
menti; dall’organizzazione generale del brano – con intro-
duzione di ripetizioni, sovrapposizione di parti, successio-
ne di sequenze – fino alla elaborazione della partitura. 1 Composto da Janko Jovanovich, Gelem Gelem è stato adottato
Al brano è stata poi affiancata la canzone di De André- come inno trasnazionale nel 1971 dall’IRU (International Romani
Union), l’organizzazione che rappresenta gli zingari di tutto il
Fossati Khorakhané, l’esecuzione della quale ha comporta- mondo.
to tra l’altro un ampio uso di strumenti elettronici. 2 Santino Spinelli: Rom abruzzese di Lanciano (in arte Alexian), è
musicista e cantautore, titolare della cattedra di Lingua e cultura
I colori della musica zingara presso l’Università di Trieste.
Il progetto è stato ripreso nell’anno scolastico successivo e 3 La formulazione di tali obiettivi prende spunto dall’intervento di
FRANCA FERRARI, Attività musicali per una convivenza civile, in “Mu-
completato con lo studio di altri due brani: Oylem Goylem,
sica Domani”, n. 131, giugno 2004, cui si rimanda per ulteriori
tratto dall’omonimo spettacolo teatrale di Moni Ovadia, e obiettivi perseguibili attraverso le diverse attività musicali in tut-
il celebre When the Saints go marching in. to il primo ciclo di istruzione. Sul rapporto tra OSA disciplinari e
Nonostante l’utilizzo di parti scritte, anche in questo caso Convivenza civile cfr. le “Indicazioni nazionali”.
Tabella 1
Alla disciplina curricolare il laboratorio ha fornito lo spa- la consueta separazione tra un percorso fortemente profes-
zio fisico per la musica d’insieme anche in orario antime- sionalizzante e attività facoltative aperte a tutti: ricreative,
ridiano, una dotazione più ampia e varia di strumenti mu- piacevoli, ma sostanzialmente inutili.
sicali rispetto a quelli previsti dall’Indirizzo musicale, stru-
menti per la registrazione. Soprattutto quando inteso non Laboratorio e curricolo
solo come luogo fisico, ma anche come spazio/tempo per Il confronto e l’integrazione tra discipline curricolari e at-
l’innovazione metodologica, ha stimolato l’attitudine alla tività laboratoriali è stato favorito nella nostra scuola dap-
progettazione di percorsi significativi, alla ricerca, allo svi- prima dall’adozione della flessibilità oraria, con riduzione
luppo della creatività e della operatività, alla valorizzazione delle ore di tutte le discipline a 50 minuti e utilizzazione
della dimensione emotiva e della relazione interpersonale, della quota residua per attività laboratoriali a classi aper-
alla collaborazione costruttiva per la realizzazione di com- te; in seguito, con l’entrata in vigore della Riforma, dal-
piti concreti: in sintesi, al metodo laboratoriale. l’introduzione per le classi a indirizzo musicale di un’ora
D’altra parte, anche le indicazioni contenute nei program- di Musica d’insieme nella quota facoltativa/opzionale, ol-
mi allegati al D.M. 201/99 (attuativo dell’art. 11 della L. tre alle due ore di Strumento e Teoria e lettura, e a un’ulte-
124/99) di riconduzione a ordinamento dei corsi a indiriz- riore ora di attività aggiuntiva in orario antimeridiano, che
zo musicali, sottolineano l’importanza della musica d’in- costituiscono, nel complesso, il monte-ore dedicato all’at-
sieme come strumento metodologico privilegiato, la dimen- tività musicale.
sione creativa e improvvisativa della pratica strumentale, Si è trattato di individuare le possibilità di inserimento
la necessità di un’integrazione interdisciplinare 4. delle attività del Laboratorio musicale rese comunque pos-
Certo i Laboratori musicali godono di una maggiore libertà sibili dalle attuali norme: in orario extracurricolare, come
ed elasticità, soprattutto con riguardo alla scelta degli stru-
menti, all’organizzazione di percorsi di continuità e di al-
tre iniziative tra reti di scuole in orizzontale e in verticale,
4 Non a caso il D.M. 201 e la C.M. 189 portano entrambi la data del
alla definizione dei tempi e degli stessi obiettivi di appren-
6 agosto 1999, come articolazioni di un unico programma «per la
dimento, oltre che per la possibilità di estendere l’offerta a diffusione della musica come fattore educativo nel sistema sco-
un territorio più ampio e a un’utenza più varia. Unica però lastico». Cfr. anche la Nota ministeriale n. 158 del 25.09.98
dovrebbe essere l’impostazione didattica, per non riproporre 5 Cfr. art. 24 del DLgs. 226/2005.
Confronti e dibattiti
le attività laboratoriali «per gruppi di livello, di compito o co e suggestivo, ancora presente in stratificazioni tradizio-
elettivi»; cui andrebbero aggiunte «la realizzazione di spe- nali e canti (repuote) praticati fino agli anni Sessanta nella
cifici progetti educativi» 5 in collaborazione con conserva- nostra regione e nell’intero Sud d’Italia.
tori e istituti musicali e la promozione di attività e inse- Motivo ispiratore è stata la lauda drammatica di Jacopone
gnamenti a scelta dello studente in alcuni percorsi liceali. da Todi Donna de Paradiso, comunemente nota come il
Il modello adottato ha prodotto un risultato concreto di Pianto della Madonna, che i ragazzi hanno “tradotto” e
integrazione dell’attività laboratoriale nel curricolo, con recitato nei loro dialetti di appartenenza (almeno otto o
l’elaborazione di una mappa pluridisciplinare per il collo- nove); in tale occasione è stato interessante registrare che
quio d’esame di terza media, incentrato sul progetto mul- alcune aree semantiche dialettali relative al compianto fu-
ticulturale I colori della musica. Ha comportato anche l’indi- nebre richiamavano antiche espressioni rintracciabili nel
viduazione di criteri per la valutazione delle attività labo- latino classico. Siamo risaliti quindi a Catullo, al giocoso
ratoriali, considerato il loro apporto alla realizzazione de- Lugete o Veneres Cupidinesque, Carme III del Canzoniere,
gli obiettivi di apprendimento. Non per classificare a tutti i noto come l’Epicedio del passero. Si tratta, dunque, del
costi ed eventualmente selezionare, ma per recuperare la compianto funebre per l’uccellino morto di Lesbia. Il me-
funzione della valutazione come insostituibile momento tro classico è l’endecasillabo falecio.
di verifica di una trasformazione effettivamente avvenuta Il lavoro, portato avanti dall’insegnante di latino, ha visto
nell’alunno, necessaria per calibrare gli interventi succes- una prima parte connotata da una ricerca strettamente tec-
sivi, o come punto di arrivo di un processo al termine del nica, che si è occupata:
quale si definiscono interessi e attitudini, “competenze” - dello studio ritmico di ciascun verso;
certificabili e spendibili poi in altri contesti. - della lettura scientifica, individuale e corale, dei versi;
Dalle attività laboratoriali è emerso lo stimolo a una mo- - della traduzione ragionata delle unità concettuali;
dalità di valutazione più attenta alla condivisione dei cri- - della ricerca-individuazione dei campi semantici;
teri all’interno del gruppo; alla valorizzazione del proces- - della ipotesi e formulazione di piani interpretativi (questi
so, alla riflessione e all’autovalutazione grazie anche al- ultimi individuati attraverso aggettivi o termini tecnici
l’utilizzo di strumenti di registrazione; alla valorizzazione che riuscissero a connotare le atmosfere del testo);
degli aspetti emozionali implicati nelle esecuzioni; alla re- - della invenzione (“inventio” nel vero senso della paro-
alizzazione di compiti complessi e significativi, autentici e la) della frase musicale che diventa, alla conclusione di
non simulati, come un concerto o la produzione di un CD. questo processo, un oggetto sonoro a cui ci si affeziona
con naturalezza, finché non si trasforma in espressione
Conclusione e canto.
Un’indicazione mi sembra di poter trarre dall’esperienza Il lavoro è tutto giocato sulle intuizioni individuali e collet-
maturata: vincoli e risorse di un contesto specifico hanno tive e sulle riflessioni retoriche intorno al significante: am-
contribuito a determinare un’identità del Laboratorio mu- biti onomatopeici, aree ossimoriche, sonorità ed evocazioni
sicale come luogo per la ricerca e la promozione di attività delle consonanti e delle aperture o chiusure vocaliche.
che sappiano confrontarsi con l’attività curricolare, inte- Si compie così un percorso molto complesso che coinvolge
grandola e magari proponendosi come modello. i luoghi della parola (semeion), i luoghi della frase, i luoghi
della mente. Si attua la percezione contemporanea e mul-
tipla degli eventi (in particolare, quelli letterari e poetici); i
ragazzi elaborano immediatamente e con estrema natura-
Suggestioni sonore lezza processi che al di fuori del godimento collettivo sa-
rebbero astratti, impercepibili, puramente scolastici e
nella poesia dell’altrove didascalici nel senso deteriore del termine. In effetti, quando
di Maria Concetta Barone i significati sembrano scivolare e sparire sotto la scorza dei
significanti, è il suono che attraverso la porta delle parole
Il Laboratorio musicale del Liceo Scientifico “Romita” di penetra con naturalezza gioiosa e svela ciò che sembrava
Campobasso si caratterizza, in tutti i progetti realizzati in nascosto. La poesia e la musica hanno, dunque, una fun-
questi anni, per un’attenzione particolare al suono della pa- zione del tutto particolare: investigare nel kaos, nel “labi-
rola e del verso poetico, sia nella rielaborazione e drammatiz- rinto”, alla ricerca di possibili barlumi di significato verso
zazione in lingua di testi molisani di tradizione orale (per forme di comunicazioni possibili.
esempio la fiaba L’augiello grifone, realizzata in sinergia con Gli incontri in laboratorio musicale col maestro di musica
gli utenti del centro diurno di una ASL locale, oltre che con e l’insegnante di latino sono riusciti a creare un sistema
percussionisti e danzatori di musica popolare), come pure aperto e creativo in cui un gruppo, già avviato alla pratica
nella valorizzazione musicale della metrica latina. Il reso- ermeneutica dei testi, induce altri alla partecipazione e alla
conto che segue, relativo a una delle iniziative del laborato- costruzione di una elaborazione sonora degli stessi, finché
rio, è esemplare proprio di questa prospettiva. ognuno abbia la consapevolezza di essere centro di un si-
Una classe di terza liceo è stata coinvolta, sia in ambito stema in grado di creare forme ed evoluzioni vocali.
dei significanti e dei significati possibili: per rielaborare la sofferenza d’amore; analogamente, nel
- vv. 1-2: esortazione ritmica al pianto; rituale, solenne; caso del repuote, il ricordare la vita del defunto, da parte
- vv. 3-4: registro narrativo-elegiaco; della lamentatrice, è un modo per rielaborare un vero lut-
- v. 5: asseverativo-indispettito; to. Ancora a proposito dei vv. 6-10, questi sono in climax
- vv. 6-10: intimo, quasi familiare; mimetico-onoma- ascendente (anabasi); l’interpretazione si fa, dunque, gioio-
topeico; sa. L’ultimo verso è omofono sull’onomatopeico «pipiabat».
- vv. 11-12: in catabasi; registro meditativo; sonorità oscu- Un particolare accento-legatura è posto al v. 7 «ipsa tam
re; bene quam puella matrem», a proposito dei due termini
- vv. 13-14: imprecazione contro le «malae tenebrae»; «puella/matrem», parole di facile fruizione dal punto di vi-
rituale, solenne; maledizione ritmata fino al rallentato sta dei significati immediati: è, infatti, interessante l’ac-
del «devoratis» (da scandire la «o» e la «a» in apertura cento ritmico a fine verso sull’ossimoro creato dalle bellis-
fino alla vocale «i» che chiude, sigillandola, la discesa sime due parole omoritmiche e omofone a livello vocalico
agli Inferi); («puella matrem» con chiasmo della «e» - «a»). Dopo il
- v. 15: registro tenero-capriccioso-familiare; verso 10 è necessaria una pausa per dare inizio al percorso
- v. 16: compianto urlato a mezza voce, threnos; conso- metrico-sonoro in climax discendente (catabasi): iniziano
nanze con il repuote; i versi dell’«iter tenebricosum», il viaggio senza ritorno verso
- vv. 17-18: improvviso cambio di umore, tono quasi in- le tenebre.
dispettito; modalità di esecuzione compatta, “contem-
poranea”. Un canto funebre del Molise
Il direttore del coro usa le intenzioni degli studenti-cantori Il percorso didattico è stato poi caratterizzato dallo studio
e le elabora durante la direzione “drammatica”. del repuote molisano registrato a Fossalto (CB) dall’an-
tropologo Eugenio Cirese 2. Il repuote, eseguito quando il
Studio fonosimbolico del Carme III morto era ancora in casa, durante i funerali o anche in
Scegliamo una modalità ritmica binaria in cui inscrivere occasione della morte di emigrati deceduti all’estero, è un
frasi musicali di diverso respiro: canto melodicamente cadenzato; si accompagnava a gesti
- vv. 1-2: esortazione ritmica al pianto. Modalità grego- rituali, come lacerarsi gli abiti, strapparsi i capelli, ondeg-
riana. Tono solenne. In ossimoro si esegue il registro giare ritmicamente, interrotto da grida e singhiozzi. Il
giocoso/funereo. Il distico viene ripetuto in due registri repuote non ha una organizzazione metrica vera e propria:
(alto/basso). Il canto è una melopea continua ispirata a nel Molise si può incontrare l’endecasillabo, il settenario,
melodie gregoriane. frammenti di quartina e rime assonanzate; ma è la strofa,
- vv. 3-5: tono elegiaco narrativo, lento, ritmo ternario. cioè una frase concettualmente compiuta, che di solito coin-
Si individuano le unità melodiche in anabasi («passer cide con la frase melodica.
mortuus est meae puellae»); le modalità dissonanti si Il lamento funebre, come genere, non ha vita autonoma
traducono in un ritmo più cadenzato («passer deliciae rispetto all’azione drammatica di cui è parte integrante;
meae puellae»). perciò, una sua riproposizione in chiave didattica si può
- vv. 6-10: a partire dal sesto verso inizia una struttura a concepire usando per esempio il canto in relazione alla
canone. La ripetizione dei frammenti di verso sottoli- realtà drammatica che va a rappresentare: si tratta, infatti,
nea il registro evocativo-narrativo che racconta le im- di un canto registrato dalla viva voce di gente reale in un
prese del passero, il suo valore; il micro racconto si fa momento drammaticamente reale. Il lavoro non deve, dun-
convenzione retorica e quello che è cronaca-biografia que, risultare dissacratorio o semplicemente emulativo-
diventa epos. Questi versi si avvicinano alla narrazione mimetico (non avrebbe senso), ma per esempio, comme-
che delle imprese del morto fa il nostro compianto fu- morativo: si può attualizzarne la drammaticità con riferi-
nebre, il repuote, appunto. menti alle vicende del conflitto iracheno (su proposta dei
È ormai chiaro per noi il metodo di lavoro, nato dalla stes- ragazzi) che offrono quotidianamente immagini mediatiche
sa pratica di questo “recitar cantando”: ogni episodio (me- disperate e luttuose. Si può lavorare anche sullo studio dei
trico-narrativo-fonosimbolico-musicale) sarà un modulo di ritmi, sulla loro analisi metrica e contemporaneamente sulla
studio a sé, una sorta di scansione in sequenze del testo, decodifica dei segni minimi (consonanze, dissonanze e
tutte ampiamente studiate, descritte, interpretate, eseguite vocali), della rappresentazione formale e contenutistica del
in concerto. dolore o di altro (narrazione, per esempio, di azioni riguar-
La classe diventa gruppo di giovani ermeneuti alla ricerca danti la vita del defunto, le sue relazioni, le sue attività in
delle possibili modalità espressive. genere riferite al mondo contadino ormai scomparso).
A proposito dei vv. 6-10, quasi una lirica nella lirica, i
ragazzi hanno individuato movenze e ritmi di danza tipici Lo studio in laboratorio musicale
della ballata medicea quattrocentesca: l’evocazione del Entriamo dalla “porta” delle parole. I ragazzi recitano gli
canto carnascialesco nascerebbe dalle atmosfere luminose, endecasillabi tronchi, i settenari piani di cui si compongo-
fortemente onomatopeiche, dinamiche dei cinque versi, no alcuni versi. Ad esempio: «E còme vuglie fà senza de tè»
Confronti e dibattiti
Dallo studio dell’intera melopea ci si accorge, comunque, te.
che non si può parlare di versi nel senso comune del termi- - Si vanno assestando parabole temporali che dipendono
ne, ma di unità o frasi logico-melodiche, che si compon- dalle energie personali e dal tempo in cui si riesce a
gono di un numero variabile di sillabe, pur conservando tenere in tensione la parola-chiave sul diaframma.
un andamento ritmico costante. Si studia così la struttura - Si tratta di uno sforzo di percezione sul testo e sul grup-
del canto, riconoscendo la frequenza di cadenze parossitone; po. È un flusso continuo di energia senza cesura né
il ritmo è binario (ritmo trocaico) e suggerisce bene l’oscil- sbalzi; le energie di diversa intensità si compensano e
lazione ritmica del busto delle “chiagnose” o “lamentatrici” si annullano: il sistema aleatorio è anzitutto un ascol-
e conduce gli esecutori a una concentrazione particolare tarsi-rincorrersi per confluire.
(“sognante”, come la definisce Ernesto De Martino), che - Interessante è il senso della ripetizione duplice dei suo-
caratterizza la presenza del rituale del pianto. ni (effetto ottenuto anche con ausili elettronici): per
Segue uno studio particolareggiato dell’intera melopea-canto esempio, nella poesia questa potrebbe essere una delle
drammatico, verso per verso. vie sonore per rendere l’antitesi, l’anafora, la contrap-
Per esempio: posizione chiasmica di nomi, aggettivi e verbi, il climax
- v. 5: doloroso; e l’anticlimax, l’endiadi, gli ossimori. Il senso della ri-
- v. 7: declamato, urlato, sempre su ritmo binario; lungo petizione duplice dei suoni è quello di creare tra le due
studio fonetico sul verso; elettronicamente si potrà se- emissioni una sorta di canale-valvola per ammortizza-
parare la prima parte del verso dalla seconda o le re l’energia del gruppo, energia che scivolerà libera e
sonorità percussive (consonanti) dalle sonorità melodi- liberata.
che (vocali); L’obiettivo minimo di questo lavoro è l’esecuzione del bra-
- v. 8: molto saltellato; numerose variazioni d’intensità no a canone classico; l’obiettivo massimo è qualcosa di
(«marite», «mine», «bille», «mamma»); più ambizioso dal punto di vista didattico: la gioia distilla-
- v. 9: ritmo fortemente dispari, da sistemare melodica- ta fino alla dissonanza consapevole.
mente insieme.
Nello studio dei suoni si possono sperimentare:
1 Lugete o Veneres Cupininesque / et quantum est hominum
a) l’eliminazione delle vocali; venustiorum. / Passer mortuus est meae puellae, / passer, deliciae
b) l’amplificazione delle consonanti; meae puellae, / quem plus illa oculis suis amabat. / Nam mellitus
c) la rappresentazione del dolore attraverso l’urlato; erat suamque norat, / ipsam tam bene quam puella matrem, / nec
d) la sottolineatura di consonanti percussive e rotanti sese a gremio illius movebat, / sed circumsiliens modo huc modo
(«spranza méia», «Criste»); illuc / ad solam dominam usque pipiabat. / Qui nunc it per iter
tenebricosum / Illuc, unde negant redire quemquam. / At vobis
e) il ritorno al sussurrato («che me scì fatte mone») me-
male sit, malae tenebrae / Orci, quae omnia bella devoratis: / tam
diante l’appoggio sulle vocali. bellum mihi passerem abstulistis. / O factum male, o mis elle
Le cadenze parossitone del canto funebre creano natural- passer! / Tua nunc opera meae puellae / Flendo turgiduli rubent
mente una base ritmica asimmetrica; è la porta delle paro- ocelli.
le che fa entrare con estrema facilità nelle asimmetrie rit- CATULLO, Liber - Carmen III.
miche antiche. 2 Oh Pascale mine mamma. / E come vuglie fa senza de te, ru
compagnone mine mamma / E t’arecurd quandi iavam’a zappàne
Si viene a creare dalla lettura ermeneutica del planctus un tutte e du, Pascale mine mamma. / E mo com’èia fa i’ sule come a
oggetto sonoro al quale gradualmente ci si affeziona, fin- nu cacciune, Pascale / Oh ca mi scì lassate chi na croce ‘n culle,
ché il canto stesso non diventa espressione di un’idea, in Pascale mine mamma, Pascale mine / Pensa tu pe chilli picciuncille
questo caso la rievocazione in chiave epica (epos = impre- che m’è lassate, figlie mine mamma / Uei spranza méia, Criste,
se cantate intorno al corpo del defunto, come dai vasi atti- che me scì fatte mone. / E come èia fa senza de te, marite mine
bille mamma. / E pòrtame nu cunsiglie dent’a lu suonne, Pascale
ci in pittura rossa e in pittura nera) della vita del defunto,
mine mamma.
dei suoi rapporti familiari e sociali, del suo “esserci stato”. La moglie per il marito. Registrato dalla voce di Rosina Sollazzo,
A proposito del ritornello «Pascale mine mamma», abbia- Fossalto (CB).
mo pensato a una giaculatoria, all’andamento ripetitivo 3 Luna puella pallidula, / Luna flora eremitica, / Luna unica selenita,
della litania liturgica. Le sonorità ricercate sono concen- / distonia vita traviata, / atonia vita evitata, / mataia, matta morula,
trate sulle consonanti, ben articolate, con colori scuri e / vampirisma, paralisi, / glabro latte, polarizzato zucchero, / peste
innocente, patrona inclemente, / protovergine, alfa privativo, /
punte altissime (ictus). degravitante sughero, / pomo e potenza della polvere, / phiala e
coscienza delle tenebre, / geyser, fase, cariocinesi, / Luna neve
Altre attività nevissima novissima, / Luna glacies-glaciei / Luna medulla cordis
Lo studio di Luna puella pallidula (Andrea Zanzotto) e di mei, / Vertigine / Per secanti e tangenti fuggitiva. / La mole della
Regina Reginella (gioco di strada molisano) 3 si è ispirato mia fatica / Già da me sgombri / La mia sostanza sgombri / A me
cresci a me vieni a te vengo.
alle modalità esecutive del sistema aleatorio; entrare in
ANDREA ZANZOTTO, in IX Ecloghe, 1962.
questa modalità è stata una esperienza particolarmente Regina reginella / quanti passi mi darai, / per andare al tuo ca-
formativa per i ragazzi, per una serie di motivi. stello, / con la fede e con l’anello, / con la punta del coltello?
- È necessario essere in sintonia, in concentrazione assoluta. Gioco di strada molisano, diffuso in tutto il Mediterraneo.
Circolo Circassiano
[Inghilterra]
Parte B
6-9 Swing: le braccia dx si appoggiano sulle spalle dx del
partner e le sx si incrociano sotto, i piedi dx sono vicini e
si eseguono i giri sul posto spingendosi con il piede sx
dietro.
6-10 Promenade: i cavalieri lasciano la mano dx della loro
dama ma tengono la loro mano dx a livello della vita della
dama, il braccio sx è lungo il corpo. Le dame tengono la
mano sx sulla spalla del cavaliere e il braccio dx lungo il
corpo.
Il cavaliere si posiziona lateralmente a sx della sua dama,
per cui le coppie tornano a guardare in senso antiorario, i
cavalieri sono ancora all’interno del cerchio e le dame al-
l’esterno; eseguono così 7 passi composti partendo con dx,
con l’ottavo passo composto il cavaliere si ferma, la coppia
fa un quarto di giro per formare nuovamente il cerchio.
Ripresa della parte A
da una parte e femmine dall’altra, si arriva prima o poi a fare pie frontali, ci si prende mano dx con dx e sx con sx incro-
coppie miste. Il cambio inoltre è molto rapido per cui i ragazzi ciate, le braccia sono tese e si gira in senso orario tenendo
si abituano gradualmente a dar la mano a compagni di sesso perlopiù il peso sul piede dx dandosi la spinta con il sx.
opposto. In una prima fase è sufficiente numerare gli alunni Quindi si può passare allo swing spiegato nella descrittiva
con 1 e 2 semplicemente per stabilire i ruoli. dei passi.
Danze a scuola
tendo dalle cellule ritmiche che si ritrovano nella melodia di improvvisazione sulla scala con una attenzione al cam-
1 o 2. È importante non creare un sottofondo troppo cari- bio degli accordi e quindi all’appoggio su determinate note
co, ma giocare sui vuoti e sulla varietà timbrica. Provare la al variare dell’armonia. Una breve osservazione della partitura
differenza fra una presenza di pause sulla seconda e quar- proposta può essere di grande aiuto pratico.
ta pulsazione oppure sulla prima e terza. Provare anche
l’effetto dell’accentazione del solo levare. Proposta esecutiva
Introduzione: una misura (la melodia parte sul quarto tempo).
Strumenti melodici Prima volta: mel. 1, basso, piano, sonagli sul 2° e 4° tempo.
Come spesso succede in molta musica popolare, questa me- Seconda volta: mel. 1 e 2, glockenspiel, basso, piano, so-
lodia del Circolo è costruita su un’unica scala, di sol mag- nagli.
giore e sul classico giro armonico II min, V, I. Ben si presta, Terza volta: mel. 1 e 2, glockenspiel, xilofono, piano, nella
quindi, ad attività di improvvisazione e composizione a di- parte B si toglie la mel. 1 ed entra la chitarra, tamburello
versi livelli. Vediamone alcuni. Utilizzando uno strumento nel 1° tempo e legnetti nel 3°.
melodico (buono anche uno strumento a piastre) improvvi- Quarta volta: mel. 1 e 2, piastre e chitarra.
sare delle variazioni solo ritmiche sulle note della melodia Quinta volta: tutti.
2, oppure della parte del glockenspiel, alternate a quelle ori- Il brano può essere arricchito da altre percussioni in base
ginali. Lasciando progressivamente più libertà si può lavo- alla sensibilità dell’insegnante.
rare su frammenti di scala di sol, inizialmente senza preoc- Alla fine sarebbe opportuno far eseguire un accordo di sol
cuparsi troppo della struttura armonica. Un passo ulteriore, maggiore come inchino.
RUBRICHE
Il materiale grafico di queste pagine in formato PDF e la realizzazione, con strumentazione sintetica, della partitura in formato midi si possono
scaricare dalle pagine web della SIEM: www.siem-online.it
Libri e riviste
Se si tiene conto poi, come si rilevava più sopra, che il più diverse direzioni. Per citarne qualcuno, a esempio del
concetto stesso di musica cambia con il tempo ed è in di- taglio trasversale adottato: le tradizioni del canto liturgico
retto rapporto con i mutamenti sociali, politici e culturali, nell’Europa occidentale; aria e recitativo: dalle origini al-
si arriva all’idea che il sapere musicale è un poliedro dalle l’Ottocento; la musica inglese dalla Riforma alla Restaura-
sfaccettature innumerevoli. Di queste sfaccettature il volu- zione; la musica da camera da Haydn alla fine dell’Otto-
me intende rendere conto, non tanto però attraverso rasse- cento; il suono orchestrale da Monteverdi a Ravel; masso-
gne di discipline che ne illustrino ramificazioni e sviluppi neria, esoterismo e altri luoghi segreti della musica dei se-
storici, quanto mediante interventi, su ciascun tema, di sin- coli XVII-XIX; la figura del virtuoso da Tartini e Bach a
goli, e perciò orientati, punti di vista. Paganini e Liszt.
Il volume si articola in sei parti, dedicate rispettivamente al A conclusione di un cammino che ha messo a nudo
materiale musicale (suono, melodia, ritmo, scale, armonia, l’intricata complessità dell’universo musicale, nella molte-
timbro), alla relazione della musica col corpo e lo spirito plicità delle sue regioni, il quinto e ultimo volume (L’unità
(aspetti neurologici, processi cognitivi, musica e inconscio), della musica) raccoglie le fila della lunga e vertiginosa
al musicista (predisposizione alla musica, innatismo, pro- esplorazione, cercando i legami, le connessioni profonde,
fessionisti e dilettanti), alla conoscenza specialistica del fat- le convergenze che si celano dietro la varietà e le differen-
to musicale (teorie musicologiche, storia della musica, ze. Più precisamente, come è detto nella prefazione, ci si
ermeneutica), alla pedagogia della musica (di cui si dirà più interroga qui su cosa significhi per la musica essere un
sotto, per l’interesse particolare che l’argomento può rive- linguaggio universale. Una domanda che attraversa i sag-
stire per i lettori di questa rivista), all’uso della conoscenza gi, come sempre numerosi, che si susseguono nel volume e
nell’interpretazione (biblioteche musicali, edizioni critiche, a cui si risponde mostrando come da sempre le diverse
esecuzione della musica antica). In ciascuna parte si cerca di culture musicali – dall’oriente all’occidente, dal sud al nord,
tracciare una panoramica dei diversi e possibili approcci a dal jazz alla musica contemporanea – abbiano fra loro in-
una faccia del poliedro, con l’introduzione, anche, di aspetti tensamente comunicato. Incrocio, globalizzazione, confron-
e dimensioni di cui assai difficilmente si trova traccia in to, universali, influenza, contaminazione, trapianto sono
altre pubblicazioni. Ad esempio, l’analisi del concetto di tes- le parole chiave che, in modo esplicito e implicito, segna-
situra nella parte prima; il rapporto fra musica e malattia e no la fisionomia di quest’ultima tappa di un viaggio che,
fra musica e gola nella parte seconda; la musica degli ani- dopo tante ricognizioni e incursioni nei più vari luoghi del
mali nella parte terza; la musicologia e il nazismo (esempio musicale, guarda a possibili sintesi. Da segnalare che al
limite dell’ideologizzazione cui può essere piegata la termine del volume viene offerto uno studio comparato
musicologia) e il ruolo dell’identità sessuale nelle attività delle tecniche vocali, degli strumenti e degli insiemi musi-
musicali (nell’orizzonte dei gender studies tanto fiorenti nel cali, delle scale e dei modi, dei ritmi e dei metri.
mondo anglosassone) nella parte quarta. Si è detto più sopra che alla pedagogia della musica è de-
Il terzo volume (Musica e culture) ha per soggetto le musi- dicata una sezione specifica del secondo volume dell’enci-
che del mondo: un viaggio nella varietà delle esperienze, clopedia, che può rivestire un interesse particolare per i
delle pratiche e delle tradizioni che sempre più, nel mondo lettori di questa rivista. Pare opportuno, perciò, darne con-
globalizzato in cui viviamo, attraversano e contaminano il to almeno per sommi capi. Partendo dalla rilevazione di
nostro quotidiano musicale, rivelando la ricchezza delle un dato che non può non colpire, a un primo sguardo, il
loro dimensioni. Il percorso ha inizio «dalla storia delle lettore: a parte il saggio iniziale di Claude Dauphin, tutti i
musiche nei quattro angoli del pianeta che solitamente contributi sono di studiose (al femminile) italiane, il che
vengono considerate prive di storia», per proseguire, nelle rappresenta un fatto inconsueto nell’economia di un’opera
parti successive dell’opera, con saggi di diversa caratura che ha fatto dell’incontro internazionale delle voci una delle
via via focalizzati sui rapporti fra la musica e la religione, sue cifre distintive.
la musica e la società, la musica e l’identità culturale delle Al “metodo attivo” che trova applicazione nell’educazione
svariate etnie extraeuropee (e non solo). Al termine, una musicale nel ventennio fra le due guerre è dedicato il sag-
sequenza di studi dedicati alla rete di significati in cui la gio iniziale di Claude Dauphin. Musicisti come Dalcroze,
musica viene a inscriversi nell’incrocio con la parola, la Willems, Kodály, Orff, Martenot, come è ben noto, ribalta-
danza, il teatro. no gli approcci didattici tradizionali mettendo al centro
Gli scenari della musica occidentale, nella sua trafila dell’insegnamento musicale il bambino, la sua esperienza
prenovecentesca, costituiscono l’oggetto del quarto volu- sensitiva e motoria, i suoi interessi. Di tutto ciò Dauphin
me (Storia della musica europea), che propone una sequenza traccia un essenziale rendiconto, soffermandosi anche,
di scritti intorno a temi e questioni che vanno dal canto nell’ultimo paragrafo, su quel metodo strumentale di Suzuki
gregoriano alla nascita dell’impressionismo. L’intento è che sarebbe limitativo valutare solo sul piano del successo
quello di illuminare le zone critiche di un itinerario vario e spettacolare e commerciale che lo ha accompagnato.
complesso, che sarebbe illusorio pensare di affrontare da Se autori come Dalcroze, Kodály o Orff restano punti di rife-
«un punto di vista fintamente oggettivo», centrando l’inte- rimento imprescindibili, la didattica musicale attuale – come
resse su nomi e fatti isolati invece che sui nodi e gli intrec- avverte Rosalba Deriu nel saggio successivo (Tendenze at-
pertorio cristallizzato, che appare oggi lontano dalle espe- chio e del nuovo continente. Uno studio da cui emergono
rienze musicali dei giovani. Di qui la ricerca di altre strade dati significativi (per esempio, l’ingresso del jazz e della
che tengano maggior conto dei bisogni dei soggetti, dei nuovi popular music nei corsi di laurea di diversi paesi) nonché
repertori, della funzione creativa insita in ogni linguaggio, elementi su cui pare opportuno riflettere in vista di un
delle “identità” musicali. Deriu illustra questi orientamenti ripensamento dell’attuale offerta formativa.
della ricerca e della prassi didattica analizzandone le basi Gli ultimi due contributi discutono i problemi che gli edu-
teoriche e discutendone gli effetti educativi. catori debbono affrontare in un’epoca in cui i media sono
La formazione musicale superiore in Europa e in Nord sempre più pervasivi e il multiculturalismo va profonda-
America è l’oggetto dell’indagine di Johannella Tafuri, che mente modificando il tessuto sociale e culturale del mondo
si propone di delineare un quadro comparativo generale occidentale. Per quanto riguarda i media, vi è chi ritiene –
RASSEGNA PEDAGOGICA
di Roberto Albarea
L’officina di Vulcano. F.A.Re (Formazione in età adulta nelle re- portante dell’orientamento e ri-orientamento formativo, che si
gioni) Pratiche educative, a cura di Cosimo Scaglioso, IRRE Tosca- esplica attraverso lo sportello di ascolto, l’orientamento ai ser-
na, Firenze 2005, pp. 550. vizi e alle istituzioni del territorio, la cittadinanza on-line.
4. Progettualità. La progettualità (delle “buone” pratiche educative
In questa “seconda puntata” della recensione di questo volume evidenziate nel volume) si caratterizza per la sua attenzione al-
(un contributo di ricerca a tutto campo) si sintetizzeranno, come l’inclusione sociale, essa si esplica così in laboratori di esercizio
già annunciato nella Rassegna Pedagogica del n. 138 (in cui si della democrazia e della cittadinanza, in partenariati sociali e di
è detto in ordine ai presupposti pedagogici e alla strutturazione sviluppo, che dovrebbero combattere disagio sociale, discrimi-
della ricerca), le questioni valoriali e le pratiche messe in atto nazioni nel mercato del lavoro, ipovalutazione di sé, e contribui-
riguardanti la formazione in età adulta nei vari contesti regio- re ad una imprenditorialità sostenibile. La progettualità è una
nali. forma sociale, si manifesta come una idea di progetto, piuttosto
Si tratta di percorsi in cui la relazione interpersonale e educativa che come progetto vero e proprio; così l’attenzione si sposta dal
è prevalente e in cui scegliere una cornice di riferimento, per focus sui progetti (sistema chiuso) ai processi (sistema aperto):
procedere in senso educativo, aiuta a costruire prassi non una cosa è “avere un progetto”, da calare in una determinata
disgiunte da una scelta valoriale. Si tratta di una visione poli- situazione, un’altra è “fare un progetto”, attraverso la ridefinizione
tica e di una visione pedagogica. Per cui, oltre che a competen- democratica, la partecipazione dei soggetti coinvolti. Questo “fare”
ze cognitive ci si appella a qualità affettive e soggettive: pa- un progetto è educazione.
zienza, perseveranza, precauzione, coraggio, immaginazione, 5. Rete. La rete si caratterizza per due fattori: la complessità (in-
empatia, dinamicità, ecc. sieme di variabili e loro interazione) e la relazionalità. La rete
Alcuni esempi: delle interazioni sul territorio aventi peculiarità educativa (per
1. Leadership. La leadership positiva di qualsiasi lavoro di grup- adulti e non) si connette (p. 349) al bacino di utenza (POF e pro-
po, esercita un coordinamento forte tra il senso di appartenen- getti mirati), alle risorse socioculturali (associazionismo, no-profit,
za a una struttura, un ambiente motivante e una soddisfazione/ ecc.), al mercato del lavoro (piani di sviluppo, progetti locali,
gratificazione personale e collettiva. È la metafora del “dono nazionali, transnazionali), all’orientamento e ai servizi per l’in-
leggero” (Andrea Canevaro): chi più sa e ha potere lo esercita serimento sociale ed occupazionale. Le reti relazionali e le reti di
senza pesantezza e intromissione sviante, attraverso un rico- mediazione sono indispensabili per la gestione e lo sviluppo di
noscimento continuo della positività dell’altro; un dono che progetti.
non si impone, un aiuto pudico ed attento (ci si avvicina alla 6. Didattica. Una unità di apprendimento, Pensare la cittadinan-
pedagogia non direttiva di Carl Rogers). za, costituisce un esempio di percorso didattico multiprospettico.
2. Competenza. La competenza si configura sempre come cono- Si parte da un significato ampio di cittadinanza, intesa come
scenza contestualizzata; come sapere situato, ma allo stesso tem- cittadinanza attiva, passando dalle concezioni individualistiche
po essa è plurale nel senso che accoglie in sé tutte le variabili di responsabilità a quelle collettive di co-responsabilità, non più
dell’educazione e testimonia un radicale mutamento nel modo legate a un territorio circoscritto in senso nazionale ma facendo
di comprendere il rapporto tra pensiero e azione: essa costitui- leva su alcune responsabilità condivise. Moltiplicandosi i livelli
sce il risultato di una interazione diacronicamente e sincro- in cui ogni persona dovrà gestire il proprio essere cittadino, emer-
nicamente sistemica tra soggetto, oggetto materiale, significati gono dimensioni quali la gestione del bene comune, le modalità
sociali impliciti ed espliciti, azioni di altri soggetti, setting am- della partecipazione, la dinamica inclusione/esclusione, la
bientale, ecc. (p. 192). La competenza nasce dalla ricerca-azio- sostenibilità delle relazioni e delle situazioni. La finalità è quella
ne; essa si configura come sapere agito; riprendendo John di favorire una riflessione sui nuovi diritti di cittadinanza nel
Dewey, la competenza indica quindi non solo la capacità di quadro dei mutamenti sociali in corso, quali il fenomeno
scegliere la migliore delle soluzioni possibili, ma anche la con- migratorio, l’allargamento dell’Europa, e più generalmente la
dizione per verificarne la validità, in base alle esigenze del con- mobilità di persone, idee, investimenti, progetti.
testo. In definitiva un testo da consultare più che da leggere: uno stru-
3. Accoglienza. L’accoglienza in quanto elemento regolativo del- mento per riflettere e informarsi, da cui trarre spunti e suggeri-
l’apprendimento/educazione permanente ha una sua articola- menti per iniziative focalizzanti il rapporto tra scuola e comuni-
zione (pubblicizzazione, presa di contatto, conoscenza, mappa tà, educazione e politica, didattica e apprendimento, inclusione
di competenze, patto formativo), ma costituisce una tappa im- ed esclusione, proposta e ascolto.
Libri e riviste
contrappongono coloro (nella cui schiera l’autrice si iscri- leitmotiv profondi che scorrono sotto le seimila pagine di
ve) che sostengono invece che occorra valorizzare, in am- questa non convenzionale enciclopedia.
bito educativo, le conoscenze musicali offerte dai media.
Si distinguono qui, peraltro, vari orientamenti o, come pre- Enciclopedia della Musica, diretta da Jean-Jacques Nattiez
cisa Ferrari, diversi insegnanti-tipo: l’eclettico, che attinge con la collaborazione di Margaret Bent, Rossana Dalmonte
i propri materiali dai luoghi storici e geografici più dispa- e Mario Baroni, Einaudi, Torino 2001-2005, 5 volumi
rati; l’etnologo, secondo il quale il lavoro sulla musica dei Volume I, Il Novecento, 2001, pp. LXVIII-1333, Euro 77,47
media serve comunque a capire il mondo; il sim-patico, Volume II, Il sapere musicale, 2002, pp. XLIX-1156, Euro
per il quale pop e rock sono canali privilegiati per dare 85,00.
spazio all’esperienza dei ragazzi, nell’ottica pedagogica della Volume III, Musica e culture, 2003, pp. XXIV-1032, Euro
cooperazione educativa. 85,00.
Quanto alla multiculturalità, Serena Facci sottolinea che Volume IV, Storia della musica europea, 2004, pp. L-1150,
essa è ormai parte costituente del panorama musicale con- Euro 85,00
temporaneo, il che pone l’insegnante in una posizione ob- Volume V, L’unità della musica, 2005, pp. XLIV-1246, Euro
bligata: formare alla musica oggi, vuol dire formare alle 95,00.
musiche. Non sempre, però, le esperienze didattiche pro-
mosse in questa direzione risultano soddisfacenti, per la
complessità dei problemi da affrontare, la varietà delle si-
tuazioni, la fluidità sostanziale del campo in cui si opera. Una nuova collana editoriale
L’autrice riferisce e confronta proposte ed esperienze con- di Luca Bertazzoni
dotte, negli ultimi anni, in vari paesi, concludendo con un
invito a «un lavoro minuzioso di conoscenza delle diverse Nasce dalla collaborazione della SIEM con la casa editrice
culture, in cui la musica sia la vera protagonista e non il Carocci una nuova iniziativa editoriale destinata a inse-
motivo di contorno» (pp. 876-877). gnanti e operatori musicali. Avviato un anno fa, il proget-
Certo vi sono altre questioni, oltre a quelle affrontate nei to prevede la pubblicazione di una serie di contributi sul-
saggi di questa sezione, che attraversano oggi il territorio l’educazione musicale ospitati all’interno della collana
(sin troppo) accidentato della pedagogia musicale: ma in “ScuolaFacendo” promossa dal marchio Carocci Faber.
un centinaio di pagine (a tanto assommano i cinque scritti) È Giuseppe Grazioso, docente di Pedagogia musicale e fi-
non si poteva fare di più. E d’altra parte l’obiettivo che ci si gura di spicco della SIEM, a firmare il primo dei due testi
poneva, e che mi pare raggiunto, è quello di mostrare le d’esordio di questa promettente iniziativa culturale. Con
nervature essenziali di questo dominio e di illuminarne Suono, musica, movimento, l’autore intende suggerire agli
selettivamente alcuni nodi che, per risultare oggi più cen- insegnanti di scuola primaria «spunti e percorsi per fare
trali e dibattuti, possono costituire i punti d’avvio di una entrare da protagonista il movimento nei loro interventi
riflessione critica a più ampio raggio. didattici» (p. 16). Le numerose proposte spaziano con agi-
In conclusione, il musicista, l’insegnante, il lettore volon- lità dall’educazione dell’orecchio all’educazione ritmica fino
teroso troveranno in questa enciclopedia una grande map- alla didattica dell’ascolto musicale. Ogni attività è descrit-
pa pluriramificata delle tipologie, delle pratiche, degli og- ta in modo chiaro e sintetico e può essere realizzata in
getti, degli attori, delle istituzioni e dei comportamenti che successione a quelle precedenti. A coronamento degli iti-
contribuiscono alla costruzione del variegato pianeta della nerari sono suggeriti due ampi percorsi didattici finalizzati
musica, interpretati e descritti attraverso una molteplicità a danzare insieme su musiche di Prokof’ev (Troika dalla
di punti di vista. Un pluralismo che è un antidoto al peri- suite sinfonica Il luogotenente Kijé) e di Čajkovskij (Marcia
colo del riduzionismo, ossia dell’assunzione di un unico dal balletto Lo Schiaccianoci). Pur nel suo carattere essen-
approccio alla comprensione e soluzione dei problemi. L’ec- zialmente operativo, questo tascabile non rinuncia a un
cesso delle opzioni e la profusione delle prospettive, peral- rigoroso impianto concettuale di fondo che emerge qua e
tro, può generare sconcerto, come riconosce il direttore là con sintetiche e preziose indicazioni teoriche. Ad arric-
dell’opera, nell’utente non adeguatamente attrezzato. Lo chire il testo contribuiscono le sezioni denominate Musi-
studente o il lettore non specialista, posti di fronte a una che (con suggerimenti per un repertorio di ascolto che spazia
moltitudine di teorie e di metodologie concorrenti che non da Vivaldi ad Andrew Lloyd Webber) oltre che i documenti
sono in grado di padroneggiare e di valutare, possono es- on-line scaricabili direttamente dal sito della casa editrice
serne travolti, smarrendo il senso e la direzione del proprio (www.scuolafacendo.carocci.it). Segnalati da un’icona al-
progetto di ricerca e di formazione. Di qui la necessità di l’interno del testo, i materiali disponibili in rete sono costi-
una navigazione accorta, che sappia ritagliare di volta in tuiti da schede d’approfondimento sugli argomenti trattati
volta, nell’intrico delle possibili rotte qui rappresentate, e da schemi utilizzabili nell’attività didattica.
traiettorie mirate e controllabili. Tenendo sempre presente Nel segno della continuità tematica si muove il secondo
tuttavia che, se si guarda un fenomeno attraverso una del- volumetto della collana. Spaziare nella musica è frutto
le sfaccettature di quel complicato poliedro che è oggi il dell’esperienza maturata dalle due autrici, Lucia Giovanna
DA NON PERDERE
di Luca Marconi
“British Journal of Music Education”, Special Issue: Instrumental interscolastico sulla storia della musica jazz dagli albori agli anni Qua-
Teaching in Higher Education, volume 22, n. 3, Novembre 2005. ranta, “Jam Session. Rivista di pedagogia e didattica della musica
(Questa rivista è consultabile presso la Biblioteca del Dipartimento di afroamericana”, n. 2, gennaio-giugno 2005, pp. 5-9.
Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna, la Biblioteca del Dipar- Questi due articoli sono stati pubblicati nei primi due numeri di una
timento di Storia delle Arti Visive e della Musica dell’Università di Pa- nuova rivista, rivolta ai soci della Società Italiana di Musicologia
dova, e presso la Biblioteca della Pontificia Università Salesiana di Roma). Afroamericana (SIDMA), che si affianca ad altre due riviste curate da
Questo numero monografico raccoglie saggi sull’insegnamento fina- tale società, “Ring Shout. Rivista di Studi Musicali Afroamericani” e
lizzato a formare strumentisti professionisti. Tra questi, si trova un “Musica Oggi”, differenziandosene per il suo taglio esplicitamente pe-
articolo di Patricia Holmes, insegnante del Trinity College of Music di dagogico e didattico.
Londra, sulla funzione dell’immaginazione nello sviluppo delle capa- I due articoli, assai sintetici, ma con spunti piuttosto interessanti,
cità esecutive del solista, e due saggi della ricercatrice del Royal College esemplificano i due principali tipi di attività didattiche con i quali
of Music di Londra Hilary Moore: uno, scritto insieme alla collega questa rivista intende confrontarsi, da una parte quelle rivolte a stu-
Fiona Hibbert, considera il contributo fornibile all’apprendimento di denti interessati specificamente a sviluppare competenze nell’ambito
uno strumento dalla tecnica di esercizio delle facoltà mentali chia- della musica afroamericana, e dall’altra quelle condotte nella scuola
mata “brain gym”, l’altro, firmato insieme all’insegnante di saxofono di base.
e di jazz del Trinity College Elisabeth Barratt, affronta il ruolo che le Nel primo caso, Stefano Zenni riflette sulle proprie esperienze d’inse-
lezioni di musica jazz possono avere nello sviluppo degli studi stru- gnamento in laboratori di musica d’insieme in corsi di perfeziona-
mentali nei conservatori. Il numero è corredato da un CD che esem- mento professionale per musicisti di jazz, concentrandosi su attività
plifica alcune attività descritte nel corso dei suoi saggi. realizzate a partire dall’ascolto di un brano “classico” di tale reperto-
rio.
STEFANO ZENNI, A tu per tu con la Storia. Proposte di musica d’insieme Nel secondo caso, Enrico Malucelli, direttore della rivista, espone un
jazz, “Jam Session. Rivista di pedagogia e didattica della musica progetto interdisciplinare sulla storia del jazz da lui realizzato in scuole
afroamericana”, n. 1, gennaio-giugno 2004, pp. 17-21. secondarie di primo e secondo grado dell’Emilia Romagna.
E NRICO M ALUCELLI , Mississippi Jazz, un fiume di note. Progetto Per procurarsi questa rivista è necessario iscriversi alla SIDMA.
Libri e riviste
una materia che gli stessi cantori sottovalutano e a volte il del rispetto per esempio, ma evidentemente non so inse-
nostro interesse crea nei paesani un interesse riflesso per gnarlo, perché non l’ho mai imparato io stessa: ho dovuto
cose che, ai paesani, sembravano di nessun valore» (p. 38). constatare l’avidità delle mie carissime allieve francesi per
Cosa significa e di cosa stiamo parlando? La Marini, chi- scoprire la mia e mettervi un freno» (pp. 37-38).
tarrista, cantante, compositrice e appassionata studiosa delle È difficile immaginare che Giovanna non sappia insegnare
tradizioni musicali contadine italiane, a partire dal 1975, il “rispetto”. Ascoltando i suoi racconti durante gli spetta-
anno di fondazione a Roma della scuola popolare di musi- coli e leggendo le sue biografie-diario (oltre a quelle di cui
ca di Testaccio, è diventata anche insegnante. L’impegno stiamo parlando vorrei citare anche Italia quanto sei lun-
didattico si è successivamente ampliato allorché, nel 1991, ga, Mazzotta, Milano 1977, che offre uno spaccato del-
le è stato offerto l’insegnamento di “Ethnomusicologie l’Italia di sinistra negli anni ’70 decisamente interessante
appliquée” presso l’università di Saint Denis, nella banlieu da leggere ora), si hanno continue testimonianze di “ri-
parigina. spetto” verso le persone che Giovanna incontra. La sua
I viaggi che Giovanna racconta, minutamente e anno per figura è sempre circondata da una folla di altri personaggi:
anno, nascono da una finalità didattica di approfondimento. dagli amici intellettuali del Nuovo Canzoniere Italiano e
Gli studenti francesi e italiani, che nel corso dell’anno si dell’Istituto Ernesto De Martino, dai funzionari ARCI che
sono cimentati nell’ascolto, nell’analisi e nell’apprendimen- organizzavano i suoi concerti, da folle di studenti e operai
to dei canti rituali tradizionali, vengono portati ad assiste- incontrati in varie manifestazioni, dalle contadine di
re ai veri rituali (prevalentemente per la Settimana Santa), Sternatia che le regalarono i loro canti in un clima di inti-
a sentire dal vivo e nel loro contesto, diremmo “auratico”, ma complicità. Nei suoi racconti ci sono i nomi dell’am-
le voci degli uomini e delle donne che hanno cercato di biente colto romano in cui è nata (sottolineo “nomi”, per-
imitare. Per chi è insegnante sarà divertente trovare asso- ché spesso lei non dice il cognome delle persone di cui
nanze tra la propria esperienza di accompagnatore nei viag- parla, in una sorta di amichevole e livellante fratellanza),
gi di istruzione e alcune difficoltà logistiche affrontate dalla quelli dei suoi compagni di viaggio nella militanza intel-
Marini, che pure lavora con studenti più che maggiorenni. lettuale e i mille volti di persone incontrate in treno, nei
Ma questi viaggi, organizzati da Giovanna, pongono qual- ristoranti o per strada e che l’hanno sollecitata e stupita
che interrogativo ulteriore, perché avvengono in piccole con osservazioni sempre dense di significato. Su questo
comunità e mettono in relazione profonda gli ospiti con turbinio di personaggi lei si sofferma talvolta in modo com-
gli ospitati. Questa relazione talvolta è un incontro magico plice, talvolta perplesso, talvolta chiaramente discorde, ma
di uomini e di musiche (spesso Giovanna ci racconta di sempre con l’atteggiamento rispettoso di chi è felice di sta-
come gli studenti restino stupefatti di quanto stanno ve- re al mondo e di condividere questa esperienza con altri,
dendo, oppure vengano invitati a cantare in un amichevo- per quanto difficile essa possa essere.
le scambio di musiche), altre volte si fa disagevole e pone Ho provato a domandarmi, dunque, cosa abbia voluto dire
delle domande: «Il canto è bellissimo, vedo gli occhi delle Giovanna quando dichiara le sue difficoltà nell’insegnare
francesi che se ne vogliono impossessare, immagino che e nell’usare il “rispetto”. Credo che la sua frase vada a toc-
stiano già pensando a quale spettacolo potranno mettere care corde sensibili per chiunque abbia a che fare oggi non
in piedi usando quell’inciso e quel modo di cantare. […] È solo con la rielaborazione a fini artistici della tradizione,
ma anche, e questo è il caso che qui più mi interessa sotto-
lineare, con la didattica delle musiche di tradizione (e forse
con la didattica tout court).
Quando fu istituito presso la scuola di Testaccio l’insegna-
mento di “Estetica del canto contadino” la Marini dovette
inventare un modo per insegnare qualcosa che nessuno
mai aveva insegnato prima: le tecniche vocali popolari,
costruite con tratti specifici che vanno dalla selezione dei
luoghi di risonanza, all’uso del fiato e degli abbellimenti
ecc. Nei suoi corsi non ci si limita a ripetere melodie tra-
scritte, più o meno arrangiate, ma bisogna andare dritto al
cuore del suono, quello che, come ci ricorda Giovanna,
Diego Carpitella definiva il vero elemento di “alterità” del-
la cultura musicale popolare. Quanto l’esperienza didattica
sia stata fondamentale nella maturazione artistica della
Marini è evidente nella sua produzione musicale, spesso
dedicata ai suoi allievi o al quartetto vocale nato proprio
dalla collaborazione con alcune sue studentesse. Oggi molti
suoi ex studenti a loro volta compongono, cantano e inse-
gnano secondo uno stile nuovo e riconoscibile.
rimento di saperi da una generazione a un’altra. L’inse- zone politica di protesta prima e della tradizione contadi-
gnamento è uno dei luoghi fondamentali della creatività na “autentica” poi, non ha mai rinunciato all’idea, così
culturale, e ancor più lo diventa quando inventa metodi, presente negli anni intorno al ’68, di lavorare per una cul-
codifica linguaggi, comprende e verbalizza fenomeni pri- tura di tutti che coniugasse il meglio del colto e del popo-
ma mai veramente detti e tantomeno scritti come le regole lare.
della vocalità popolare. Questo mi sembra il caso di Gio- Per una comprensione più chiara delle tappe della sua sto-
vanna e del suo travolgente metodo di cantare e far canta- ria umana e artistica, sinceramente, ho trovato il libro cu-
re, di insegnare l’oralità (cosa perorata anche dai piani di- rato da Macchiarella un supporto più utile ed esauriente,
dattici proposti dal Ministero, ma poco praticata in gene- rispetto all’autobiografia contenuta nella seconda parte di
re), arrivando alla teoria attraverso la pratica. Consiglio al Una mattina mi son svegliata. Quest’ultima è intitolata
lettore l’ascolto, nel CD allegato al libro curato da Ignazio L’ipotesi di lavoro di Gianni Bosio, chiaro omaggio della
Macchiarella, del brano La bellezza del suono, una sorta di Marini a un intellettuale che tanta parte ha avuto nella sua
lezione di armonia recitata e cantata tratta dalla Cantata formazione, ed è un flusso libero di ricordi, organizzato in
in Si bemolle. Nei due libri la Marini non ci racconta paragrafi. La narrazione in prima persona è costellata di
diffusamente e in modo sistematico come abbia fatto a stralci di alcuni monologhi tratti dagli spettacoli, monolo-
creare ex novo un sistema per insegnare queste cose (nel ghi che, forse, meriterebbero di essere trascritti tutti in una
testo curato da Macchiarella è Sabine Erlacher, in un sag- raccolta.
gio dedicato alla vocalità della Marini, che parla anche del Il canto necessario, invece, è un ricco racconto a puntate,
metodo didattico). Qua e là però sono diverse le pagine e fatto da Giovanna e risultato di incontri-interviste tra lei
gli spunti interessanti. Uno in particolare vorrei ricordare: e Macchiarella avvenuti in un lungo lasso di tempo. La
le sue diverse osservazioni sulla funzione della trascrizio- struttura del testo alterna la voce di Giovanna, riportata
ne dei canti di tradizione orale sul pentagramma. È un’ope- in corsivo, con accurate ricostruzioni storiche degli av-
razione difficile, ampiamente usata dalla Marini, che ha venimenti di cui la Marini sta parlando, elaborate da
prodotto anche un’antologia ad uso dei suoi studenti. Gio- Macchiarella e scritte in normale stile tondo. Capitoli dif-
vanna dice che il trascrivere presuppone un atto di analisi ferenti tematizzano la vicenda in modo chiaro anche se
profonda del testo sonoro che sarebbe utile svolgere siste- non pedante: si parte da Nata e cresciuta in mezzo alla
maticamente con gli stessi studenti. Nello stesso tempo, musica e altri capitoli dedicati alla giovinezza (pagine
afferma quanto la stesura su pentagramma debba essere meno note e molto interessanti) e si passa all’esperienza
indissolubile dall’ascolto dell’originale sonoro allorché ci del Folk Studio, del Nuovo Canzoniere Italiano, alla sta-
si accinge alla riesecuzione del canto. Un insegnamento gione delle “ballate” (un genere inventato dalla Marini,
imprescindibile per il lavoro con le musiche di tradizione ispirato dallo stile dei cantastorie, che mescola canto e
orale. narrazione accompagnata dalla chitarra) e delle colonne
Tornando al problema del “rispetto” e alle perplessità di sonore, al rapporto con Pasolini, fino alle varie esperien-
Giovanna sulla “avidità” sua e delle sue allieve nei con- ze didattiche.
fronti degli stili canori contadini, credo che essi siano, La miscela è riuscita anche dal punto di vista letterario:
dunque, un’ennesima prova di onestà intellettuale, ope- l’alternanza tra lo stile asciutto e scientifico di Macchiarella
rata nel prendere atto di quali conseguenze possa avere e quello poetico-affabulatorio della Marini, che ha acqui-
l’intervento creativo e didattico sulla tradizione. Anche sito ormai il fascino di tutti i narratori orali, dai cantastorie
gli antropologi hanno da tempo capito che è impossibile alle nonne che raccontano le favole, ci portano continua-
entrare in contatto con una realtà, qualunque essa sia, mente “dentro e fuori” tra arte e storia, tra poesia e realtà,
senza in qualche modo modificarla. Giovanna ha paura soddisfacendo alla fin fine tutte le nostre esigenze.
che i secoli che separano i «francesi con il [loro] illumini- Il CD allegato contiene alcuni inediti della produzione del-
smo» (p. 46) dai rituali italiani per la Settimana Santa la Marini registrati dal vivo. Sono soprattutto le parti nar-
abbiano creato uno steccato incolmabile e che lei non sia rative dei suoi spettacoli, ovvero alcuni di quei monologhi
in grado di far comprendere ai suoi allievi parigini quan- accompagnati dalla chitarra di cui parlavamo poc’anzi, che
to rispetto sia necessario per capire la differenza e condi- esercitano sicuramente un grande fascino. Le opere di Gio-
videre l’incondiviso: è un dubbio lecito, il dubbio di tutti vanna Marini sono in gran parte pubblicate su disco e su
gli insegnanti che vedono semplificati fino all’osso, se partitura, come testimonia il catalogo completo e aggior-
non banalizzati, i contenuti solo parzialmente digeriti e nato al 2003 che conclude il testo.
riproposti talvolta meccanicamente dagli studenti (avranno
capito veramente il senso profondo?), ma soprattutto è il GIOVANNA MARINI, Una mattina mi son svegliata. La musica
dubbio delle attuali società interculturali in cui la diffe- e le storie di un’Italia perduta, Rizzoli, Milano 2005, pp.
renza è all’ordine del giorno, la comprensione non sem- 288, Euro 15,50.
pre agevole e il rispetto reciproco, in fin dei conti, l’unica IGNAZIO MACCHIARELLA, Il canto necessario. Giovanna Marini
soluzione. compositrice, didatta, interprete, Nota, Udine 2005, pp. 255
Del resto tutta la vita della Marini ci viene proposta come e CD allegato, Euro 20,00.
Libri e riviste
di Dario De Cicco di Mariateresa Lietti
Questo volume, pubblicato dalle Edizioni del Galluzzo in Francis Bebey, noto musicista camerunense, è anche auto-
collaborazione con la Fondazione Ezio Franceschini di Fi- re di una quindicina di libri: romanzi, poesie, saggi. In La
renze (che da anni si occupa, con perizia storico-scientifi- lune dans un seau tout rouge (Hatier, Paris 1989) ha rac-
ca, di proporre in traduzione italiana alcuni dei più inte- colto una serie di racconti, cercando di fissare con la paro-
ressanti scritti medioevali sulla musica), colma pregevol- la scritta ciò che nella tradizione africana viene tramanda-
mente un vuoto da tempo avvertito nel mondo musicale, to oralmente. Uno di questi racconti, La sanza africana,
riunendo in un unico volume il corpus teorico guidoniano ripropone il mito Bantù della creazione del mondo ed è
esposto seguendo il suo naturale arco storico-evolutivo. stato scelto per la realizzazione di un progetto dell’asso-
L’interesse di questo testo non è esclusivamente storico- ciazione Kin Koba - voci lontane «per proseguire e diffon-
musicologico, ma anche pedagogico-didattico, giacché si dere la tradizione narrativa e musicale, creando uno stru-
tratta di una rivalutazione, condotta attraverso una com- mento didattico, fruibile anche da un pubblico adulto».
petente analisi storico-comparativa delle fonti musicogra- Taté Nsongan, percussionista dei Mau Mau, ha tradotto e
fiche, del ruolo di innovatore e fine didatta svolto da Gui- adattato il testo di Bebey e ha appositamente composto le
do, la cui azione si espanse ben oltre i limiti cronologici musiche che lo integrano. Il libro, pubblicato da una pic-
della sua esistenza. cola casa editrice torinese col titolo La falsa nota di Nyambé,
L’immagine di Guido d’Arezzo che si evince dalla lettura contiene le accattivanti illustrazioni di Sara Ghirlanda ed
dei materiali è quella di una figura ricca d’ingegno e crea- è corredato da un CD con il racconto accompagnato dalla
tività che lo vide sperimentatore e studioso in una perenne musica.
ricerca di equilibrio tra pratica e teoria musicale: quindi, Nella parte finale del libro sono descritti alcuni strumenti
non pedissequo ripetitore di fondamenti teorici ereditati a percussione africani che nel CD vengono fatti ascoltare,
dalla cultura musicale precedente, ma abile didatta e dapprima singolarmente e poi inseriti nel contesto dei bra-
pedagogista istitutore di «un metodo pedagogico vero e ni musicali.
proprio» che si è formato in diverse fasi «subendo modifi- In un panorama di proposte musicali per bambini spesso
che, correzioni, perfezionamenti» lungo il corso della sua banali, questa ci sembra una lettura particolarmente inte-
esperienza. ressante, che ben si presta anche a un utilizzo didattico.
La raccolta delle fonti, agile e completa, presenta gli scritti Chi fosse interessato ad ulteriori informazioni sul testo o
guidoniani in una duplice veste linguistica: latino con tra- sull’associazione Kin Koba, può consultare i siti:
duzione italiana a fronte. www.seb27.it
Esauriente l’introduzione redatta dal curatore, nella quale www.kinkobavocilontane.org
vengono poste le premesse per una corretta ed efficace let- www.bebey.com
tura dei materiali in un’ottica trasversale tra i vari ambiti. www.tatensongan.it
Il materiale edito potrà essere di valido supporto a quanti
operano nel settore musicale e pedagogico. In special modo FRANCIS BEBEY, La falsa nota di Nyambé, con CD audio alle-
si auspica la lettura e l’utilizzo da parte di coloro che ope- gato, Edizioni SEB 27, Torino 2005, pp. 48, Euro 15,00.
rano nel mondo scolastico, perché molti sono gli elementi
d’illuminazione su un capitolo della storia musicale me-
dievale troppo spesso non così ben focalizzata nei libri di
testo in circolazione o liquidata con brevi cenni non di
rado scarsamente fondati da un punto di vista storico-
musicale.
Musica:
educazione, cultura e società
C on il presente numero di “Musica Domani” lo spazio
“Giornale SIEM” vede il passaggio di testimone relativa-
che negli anni hanno costruito pazientemente queste real-
tà. In tal modo contiamo non solo d’individuare le solu-
mente a diversi aspetti della gestione della vita associati- zioni concrete e immediate ma, soprattutto, di approntare
va e, anzitutto, segna la transizione dal precedente diret- in modo coordinato e condiviso le varie azioni mediante le
tivo a quello entrante, eletto nell’assemblea del 12 marzo quali concretizzare le scelte di politica culturale che devo-
2006. no necessariamente essere periodicamente rinnovate. Si
Si tratta di un passaggio importante e delicato per alme- tratta pertanto di un momento delicato nella vita associa-
no tre principali ragioni: tiva: in gioco non vi è infatti un passaggio di consegne
1. perché con il 2006 ha avuto inizio il complesso avvi- semplicemente formale, bensì sostanziale, che investe di-
cendamento della segreteria operativa, con il conte- rettamente aspetti decisionali di ordine gestionale e organiz-
stuale spostamento, a tutti gli effetti sul piano gestio- zativo ai quali deve corrispondere un enorme sforzo d’in-
nale, dell’intero archivio SIEM presso la sede centrale dirizzo programmatico.
in via dell’Unione 4, a Bologna; Per affrontare questi processi di cambiamento il Direttivo
2. perché il Consiglio Direttivo Nazionale è stato rinno- ha quindi ritenuto prioritario tentare di disegnare un qua-
vato per almeno un terzo, con la conseguente ridistri- dro complessivo della vita associativa: nel rispetto della co-
buzione delle responsabilità interne che, in particola- noscenza della sua storia e, al contempo, nell’ottica della
re, comporta il delicato passaggio di consegne di tutti necessaria attualizzazione (o ricontestualizzazione) delle sue
gli aspetti gestionali di ordine economico/finanziario; aspirazioni culturali e della sua “missione”. Tale quadro sta
3. perché, dopo una continuità decennale garantita dalla prendendo corpo – proprio in queste settimane – in un do-
frizzante e al contempo saggia azione di promozione cumento programmatico di base per il biennio 2006/2007.
e rappresentanza svolta da Annibale Rebaudengo, il Esso rappresenta il principale strumento di lavoro in cui
passaggio di testimone investe direttamente la presi- convergono analisi delle problematiche, sintesi delle rifles-
denza in tutte le responsabilità previste da statuto e sioni e concrete ipotesi di soluzione mediante azioni di me-
regolamento. dio o lungo periodo. L’esigenza di questo quadro di riferi-
A questi tre cambiamenti se ne aggiungono altri di altret- mento (presto disponibile sul sito e su cui sarà sollecitata
tanta importanza che investono due importanti modalità un’ampia discussione) nasce dal desiderio di mettere l’asso-
comunicative dell’associazione. Ci riferiamo tanto al cam- ciazione nelle condizioni di saper sempre meglio rispondere
bio di direzione della rivista “Musica Domani”, quanto a all’accelerazione delle decisioni a cui il mondo politico/isti-
quello che pure si profila come imminente per il sito “SIEM- tuzionale ci ha spesso costretti negli ultimi anni. Prepararsi
online”, divenuto di fatto il secondo “organo” informati- al proprio cambiamento significa anzitutto cercare di non
vo, comunicativo e di elaborazione (in qualche modo com- subire l’agenda dettata dai processi di evoluzione/involuzione
plementare, ma autonomo, rispetto a “Musica Domani”) della società, bensì rendersi artefici del dibattito culturale e
che, proprio grazie alla sua lungimirante ideazione, ha sa- dell’elaborazione di idee che secondo noi dovrebbero guida-
puto imprimere in pochi anni un nuovo forte sviluppo alla re le scelte di politica culturale ed educativa.
vita associativa della SIEM. Questo ulteriore cambio impli- Questa, in buona sostanza, è la sfida che ci pare debba
ca non solo il fatto di trovare nuove energie intellettuali essere anzitutto affrontata.
disposte a farsi carico del potenziamento di questo pecu- Il presente numero della rivista chiude ad elezioni politi-
liare “piano editoriale”, ma anche promuovere una rinno- che avvenute, ma con un governo ancora in via di for-
vata riflessione circa il ruolo che può essere svolto da cia- mazione. Non sappiamo quindi con quale idea di scuola e
scun differente organo dell’associazione sui piani della di giustizia sociale ci dovremo confrontare tra breve. Sap-
comunicazione, dell’informazione, dell’elaborazione, del piamo però che, chiunque siano i futuri interlocutori po-
dibattito interno/esterno, della documentazione, della ri- litico/istituzionali, la SIEM non cesserà di portare avanti
cerca, della condivisione sul piano decisionale e altro an- le istanze di una società che sappia fare della musica un
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cora. Tutto ciò concerne aspetti e funzioni che il direttivo atto d’intelligenza, di stupore estetico e di umana com-
sta cercando di analizzare con il contributo di tutti coloro prensione accessibile a tutti.