Scuola Calcio Dispensa
Scuola Calcio Dispensa
Scuola Calcio Dispensa
Guida Tecnica
per le Scuole
di Calcio
3a Edizione 2006
PREFAZIONE ALLA TERZA EDIZIONE
3
Indice pag.
2.
Sono fatti così: fasi dello sviluppo 42
e apprendimento motorio
2.1 L’età biologica e l’età cronologica 43
2.2 Le fasi sensibili 44
2.3 Lateralizzazione e ambidestrismo 47
2.4 Dagli schemi motori di base alle abilità tecniche 49
2.5 Il calcio e le bambine 51
2.5.1 Suggerimenti metodologici 60
3.
Tra riflessione e concretezza: 64
la tecnica e gli altri fattori
della prestazione calcistica giovanile
3.1 Le abilità tecniche 68
3.1.1 Il quadro dei gesti tecnici 69
La guida della polla 69
Il dribbling 70
La trasmissione della palla: il passaggio 70
La ricezione della palla: lo stop 72
La copertura della palla 73
Il tiro in porta 73
Il gioco di testa 75
Il contrasto 76
La rimessa laterale 77
La tecnica del portiere 77
3.1.2 Riflessione sul gesto tecnico del dribbling: 79
suggerimenti didattici
Tecnica e apprendimento del dribbling 81
3.1.3 Riflessione sulla formazione del giovane portiere: 83
suggerimenti didattici
4 5
Le caratteristiche del ruolo del portiere 83 4.3.2 Il protocollo tecnico-valutativo 187
Capacità di previsione 85
La scelta del ruolo 86
5.
Finalmente andiamo in campo: 197
La didattica 86 a lezione di calcio
Le attrezzature didattiche 88
3.2 La capacità di anticipazione e le lezioni di “finta” 89 5.1 Unità didattica e seduta di allenamento 198
L’anticipazione 89 5.1.1 Dalla teoria alla pratica 198
Anticipazione complessa 89 5.2 Le schede di lavoro: come si “leggono” 199
La finta 92 5.2.1 Il modulo 200
3.3 Le capacità coordinative 94 5.2.2 La lezione 201
3.3.1 Un rapporto di reciprocità: 95
capacità sensopercettive e coordinative
A.
appendice: l’applicazione della psicologia 207
3.3.2 Le capacità coordinative generali 96 nelle Scuole Calcio
3.3.3 Le capacità coordinative speciali 96
3.3.4 Il fattore tecnico-coordinativo 101
B.
appendice: per farli crescere sani 213
3.4 Presupposti del gioco collettivo: le componenti tattiche 103 in una Scuola di Calcio
3.4.1 La tattica nel calcio 105
C.
3.4.2 Considerazioni e riferimenti culturali 107 appendice: per una adeguata assistenza sanitaria 220
3.4.3 La tattica di squadra – 110 durante allenamenti e incontri di gioco
l’organizzazione delle collaborazioni
3.4.4 Gli obiettivi tattici del gioco 111
3.4.5 La formazione tattica giovanile 113
3.4.6 Il controllo dello spazio e dell’azione difensiva 123 CATEGORIA PICCOLI AMICI
3.5 Le componenti genetiche e morfologico-funzionali 128
3.5.1 Caratteristiche dello stimolo allenante 128
3.5.2 Le capacità condizionali: la forza muscolare 130
6.
Il profilo psicomotorio del bambino 233
3.5.3 Le capacità condizionali: 135 di 6-8 anni e le sue relazioni
la velocità e la rapidità dei movimenti
3.5.4 Le capacità condizionali: la resistenza 138 6.1 Come ragionano i bambini di 6-8 anni 233
3.5.5 La mobilità articolare 141 6.2 Il ruolo degli adulti 234
3.6 Selezione, individuazione e promozione del talento calcistico141
3.7 Le componenti psicologiche e sociali 147
7.
Il gioco elemento fondamentale 236
per scoprire un mondo nuovo
Organizziamo il piano di lavoro: 150
4. le diverse fasi che consentono
di realizzare il progetto didattico 7.1 Un esempio di programmazione nella categoria 237
Piccoli Amici
4.1 La programmazione 151
8.
4.1.1 Situazione di partenza e analisi della situazione 152 Il primo giorno di Scuola... di Calcio: 248
4.1.2 Finalità educative generali 153 l’approccio alle regole
4.1.3 Obiettivi didattici 154
4.1.4 Mezzi e contenuti didattici 155 8.1 L’attività ufficiale nei Piccoli Amici 250
4.1.5 Le attrezzature didattiche 157 8.2 Il Fun Football: il Calcio che Diverte 251
Considerazioni generali 157
Gli attrezzi della Scuola di Calcio 158 Schede Operative categoria Piccoli Amici 256
4.2 Come apprendiamo? 171
I metodi per qualificare l’insegnamento
4.2.1 Lineamenti pratici e strategie operative 174 CATEGORIA PULCINI
4.2.2 Il metodo cognitivo (problem solving) 179
4.3 Siamo stati bravi noi o sono stati bravi loro? 181
9.
Verifichiamolo attraverso l’osservazione e la valutazione Il profilo psicomotorio del bambino 314
4.3.1 Controllo e valutazione del programma didattico 183 di 8-10 anni e le sue relazioni
6 7
13 .
Aspetti e caratteristiche peculiari 443
9.1 Cosa ricercano i bambini nel calcio 314 della categoria Esordienti
9.2 Le regole 315
9.3 Accettare le sconfitte o contestare l’arbitro e l’allenatore 316 13.1 Principi di base per la programmazione 444
9.4 Come vivere la partita 317 nella categoria Esordienti
13.1.1 Fattore Tecnico-Coordinativo 444
13.1.2 Fattore Tattico-Cognitivo 448
10.
Aspetti peculiari del bambino di 8-10 anni 317
13.1.3 Il Fattore Fisico-Motorio 449
10.1 Principi di base per la programmazione 318
nella categoria Pulcini
14 .
Gli aspetti organizzativi e le norme 450
10.2 Gli obiettivi didattici 321 didattico-regolamentari che regolano
il gioco nella categoria Esordienti
11.
Gli aspetti regolamentari e le norme 321
didattiche del gioco nella categoria Pulcini 14.1 Il 7 contro 7 451
14.2 Il 9 contro 9 458
11.1 Il 5 contro 5 nel primo anno 322 14.3 Primo contatto con le regole del calcio a 11 460
11.2 Il 6 contro 6 324 14.4 L’11 contro 11 su campo ridotto 460
11.3 Il 7 contro 7 324 14.5 Il Torneo “Fair Play” 462
11.4 “Sei bravo a ... scuola di calcio” 326 14.6 Tre tempi di gioco e partecipazione obbligatoria 462
11.4.1 Un po’ di storia 327 alla gara
11.4.2 La formula di svolgimento 329 14.7 Il cambio volante 463
11.4.3 L’organizzazione delle attività 329
14.8 Il Time-out 463
11.4.4 Principi didattici e modalità di partecipazione 330
14.9 La “Green Card” 463
11.4.5 Formazione e lettura delle graduatorie 331
11.5 Il giocatore in più 331 14.10 Le dimensioni delle porte 464
11.6 Le misure del campo di gioco e delle aree di rigore, 332 14.11 L’arbitraggio delle gare 464
il pallone e le dimensioni delle porte 14.11.1 Conoscere il regolamento di gioco 464
11.7 Partecipazione obbligatoria alla gara 333 14.11.2 L’approccio con l’arbitro 465
14.11.3 Un suggerimento per gli arbitri 466
11.8 Tre tempi di gioco 333
11.9 Il cambio volante 334
Schede Operative categoria Esordienti 470
11.10 Il time-out 334 Schede Operative Portieri categoria Esordienti 527
11.11 La “Green Card” 335
11.12 La figura del dirigente – arbitro 335 Bibliografia 572
11.13 Conclusioni 336
CATEGORIA ESORDIENTI
12.
Il profilo psicomotorio del bambino 440
di 10-12 anni e le sue relazioni
12.1 Cosa è importante per diventare un calciatore 440
12.2 La motivazione degli Esordienti 441
8 9
Legenda icone
Maestro di Tiro della
calcio palla
Maestro di calcio Psicologo
Allievo con
Pulcini Fairplay compito di Nastri/ostacoli
disturbo
Ostacoli da
Capitano saltare/
Esordienti Scuola evitare
Capitano Sponde
squadra (in legno)
avversaria
Giovanissimi Ambidestrismo
Sponda Bersaglio
Allievi Attrezzi
Gioco con la Tavola
mano basculante
Palla Zona
Allenatore portieri Calcio a 5 d’intervento
Boccino Sagoma
Preparatore fisico-motorio Tornei
Cono Materassino e
rotolamento
Arbitro Tesseramento
Birillo Coordinatore
di frequenza
10 11
1.
Un maestro 1.1
L’allenatore della Scuola Calcio
per i giovani:
profilo del tecnico
giovanile
A llenare ed educare i giovani al gioco del calcio non è un
compito semplice, occorre che il tecnico sia in grado di
miscelare qualità tecniche, tattiche, educative, psicologiche e
comunicative, tenendo sempre in considerazione le fasce d’età a
cui si rivolge. Le sue competenze riguardano gli ambiti d’insegna-
mento in età scolare ed una sufficiente conoscenza delle proble-
matiche legate alle dinamiche dell’apprendimento motorio. Deve,
inoltre, conoscere e tenere presenti i processi che regolano la
maturazione fisica e le fasi sensibili che sono alla base dello svilup-
po biologico dell’apprendimento, in special modo delle capacità
coordinative, supporto essenziale nell’esecuzione dei gesti tecnici.
Per l’allenatore dei giovani calciatori, possedere queste qualità
caratteristiche, risulta determinante evidentemente per ottenere
risultati gratificanti, ma soprattutto riteniamo per ridurre eventuali
errori e non compromettere la potenziale crescita del bambino.
Pertanto, nonostante il ruolo di tecnico di Scuola Calcio sia una
figura nata e consolidatasi all’interno del volontariato, le compe-
tenze professionali a lui richieste sono molteplici ed altrettanto signi-
ficative sul piano culturale.
Il tecnico giovanile deve essere consapevole che la sua opera ha
una valenza formativa e deve essere in grado di modulare la sua
proposta tenendo conto delle caratteristiche proprie di ogni età.
Trattare i bambini ed i ragazzi da piccoli adulti (proporre un pro-
gramma didattico adatto ai grandi e ridotto solo sul piano quan-
titativo) nuoce alla crescita non solo tecnica, ma anche psicolo-
gica degli allievi.
Ancora troppi sono i tecnici malati di agonismo e inconsapevoli
assertori delle specializzazioni precoci! La realtà didattica nell’inse-
gnamento giovanile invece non può fare a meno della sua matri-
ce educativa che la differenzia drasticamente rispetto alle meto-
dologie utilizzate con gli adulti.
Appare così evidente, quindi, che nella continua evoluzione del
calcio e delle conoscenze pedagogiche relative ai programmi di
insegnamento, anche la figura dell’allenatore si dovrà aggiornare
coerentemente a tali e relativi processi evolutivi.
L’allenatore deve formare i giovani dal punto di vista educativo e
sviluppare e allenare le abilità tecnico-tattiche e motorie che il
gioco richiede. Un bravo allenatore del settore giovanile, e della
Scuola Calcio in particolare, deve far apprendere con semplicità e
metodo gli obiettivi didattici sia individuali che di squadra. La sola
13
abilità nel mostrare il gesto tecnico non basta, deve soprattutto L’allievo deve essere considerato il soggetto e non l’oggetto delle
conoscere il metodo migliore per trasmettere il proprio sapere e attenzioni e del lavoro dell’allenatore.
farlo apprendere stabilmente.
Qualità intrinseche che Qualità che si possono
Deve inoltre mostrarsi sensibile nel saper cambiare e riadattare la
possono essere solo migliorate apprendere
propria programmazione in risposta alle nuove abilità acquisite ed
• passione per il calcio e per i • competenze tecnico-
ai progressi evidentemente conseguiti. giovani in particolare dimostrative
Nella sua formazione l’allenatore deve tener conto dei seguenti
• capacità di relazionarsi • competenze nella
fattori: organizzazione didattica: in
• mantenere un’elevata motivazione nel perseguire i necessari • personalità equilibrata
allenamento e in partita
miglioramenti, cioè nell’arricchire le proprie competenze meto- • sufficiente autostima
• competenze nella
dologiche, didattiche e psicosociali (relazionali); comunicazione
• essere consapevole dei propri limiti e cercare di rimuovere le rela- • conoscenze pedagogiche
tive difficoltà
• conoscenze dei fattori tecnici,
• esaltare al massimo invece le proprie qualità; tattici e fisico-motori
• sviluppare una personale filosofia di lavoro, cercando, quando
• conoscenze delle peculiarità
possibile, soluzioni originali e creative; agonistiche della Scuola
• essere sensibile ed adattarsi al contesto presso il quale si opera. Calcio con riferimento ai
programi della FIGC, Settore
Giovanile e Scolastico
Perchè fare l’allenatore?
1.1.1 TABELLA 1 – Requisiti e qualità fondamentali dell’allenatore
.1. 2 Creare e gestire il gruppo gire in modo positivo. L’allenatore dovrà essere in grado quindi di
1
O
fornire obiettivi sul piano del gioco e dell’apprendimento tecnico
gni squadra è sempre legata alle concezioni di gioco e che siano soddisfacenti per tutti.
alla filosofia del suo allenatore.
A maggior ragione quindi, nel settore giovanile il primo “goal”, indi- Lo scopo dell’allenatore è quello di orientare l’attività di un gruppo
spensabile per ogni allenatore dei giovani, è di costruirsi una men- verso il conseguimento di méte comuni, traendo da ogni ragazzo il
talità e uno spirito positivo verso il gioco, che a sua volta dovrà cer- massimo delle sue “dotazioni” potenziali. Alla base del proprio
care di trasmettere ai propri ragazzi. agire l’allenatore dovrà essere quindi abile nel:
• individuare i problemi e trovare le soluzioni didattiche per risolverli;
Animatore Insegnante • motivare tutti i componenti del gruppo nelle molteplici fasi del-
l’attività;
• saper dare sostegno psicologico nelle difficoltà sia ai singoli che
Educatore Allenatore di squadre Organizzatore al gruppo.
giovanili e di Scuola Calcio
TABELLA 2 - Il profilo ideale dell’allenatore di Scuola Calcio Dopo ogni seduta d’allenamento
Dai dati sintetizzati nella tabella soprastante emerge chiaramente 1) Come l’ho programmata? Gli obiettivi sono stati raggiunti? La
come le esigenze e le aspettative dei soggetti in età evolutive scelta dei mezzi era adeguata agli obiettivi prefissati?
come quelli della Scuola Calcio, siano variegate e molteplici. 2) Come erano i miei presupposti personali (serenità, voglia di
Queste indicazioni hanno senza dubbio solo un valore indicativo, allenare) prima di iniziare?
ma importante tuttavia per far sì che gli adulti che interagiscono 3) Che cosa mi ha messo in difficoltà? Come ho affrontato i pro-
con i ragazzi le tengano in considerazione per avvicinarsi sempre blemi che si sono presentati?
più alle aspettative ed esigenze dei piccoli calciatori.
4) Come ho motivato le varie proposte operative?
5) Quanto tempo ho dedicato allo sviluppo:
• delle capacità condizionali?
• delle capacità coordinative?
• delle abilità tecniche?
• delle capacità collaborative nelle due fasi di gioco?
22 23
6) Quanto positivi sono stati i miei interventi nella conduzione seduta comune i portieri dei Pulcini e degli Esordienti. La categoria
della seduta? Sono stato un buon esempio? “Piccoli Amici” per il momento dovrebbe essere esclusa da questa
7) Quanto ho contribuito al miglioramento della vita di gruppo e specifica differenziazione del ruolo del portiere. Riferendoci quindi
dei rapporti interpersonali? in particolar modo agli 8–12enni, tale gruppo deve essere quanto
8) Quanto tempo ho dedicato al gioco libero? mai e sempre aperto a nuovi inserimenti di altri bambini che espri-
mano il desiderio di giocare in porta. Nel contempo si deve per-
9) Con quale clima psicologico hanno partecipato i ragazzi?
mettere ai bambini che lo desiderano, di tornare al gruppo squa-
10) Note individuali da ricordare per la prossima volta o per il futuro
dra. L’istruttore deve cercare di non influenzare il bambino, che a
sua volta deve invece avvicinarsi a tale ruolo in maniera sponta-
Le altre figure presenti nella Scuola
1.2 di Calcio nea. Solo nel caso esistano delle spiccate e visibili attitudini, l’istrut-
tore può con la necessaria sensibilità proporgli questa diversa espe-
“L’ESERCIZIO SPECIFICO ESEGUITO IN SICUREZZA FAVORISCE L’APPRENDIMENTO” “GRADUALMENTE LE CONDIZIONI DELL’ESERCIZIO SI AVVICINANO A QUELLE REALI”
24 25
È molto importante che l’istruttore abbia una conoscenza profon- ogni allenatore, quei tempi di lavoro e quelle conoscenze specifi-
da degli ambiti tecnico e tattico oltre ad una buona conoscenza che che servono a creare i presupposti motori e coordinativi indi-
dei modelli prestativi di riferimento. L’allenatore deve inoltre essere spensabili a pianificare i cicli annuali del programma didattico ed
abile ad osservare con attenzione, posizionandosi adeguatamen- a comporre sequenze e modalità delle varie unità didattiche.
te a seconda della particolarità gestuale da valutare. Appare chiaro come il ruolo di questa figura professionale sia di tra-
Inoltre dopo l’eventuale correzione, è meglio eseguire il movimen- smettere le proprie competenze e conoscenze delle tappe di svilup-
to precedentemente errato al fine di poter confrontare le sensa- po giovanile attraverso la realizzazione pratica di piani didattici, tra-
zioni fisiche relative a due differenti movimenti. Oltre all’intervento dotti in esercizi di allenamento, indirizzati al miglioramento delle varie
dell’allenatore, una forma di correzione è rappresentata dall’auto- potenzialità motorie. La figura del preparatore fisico motorio (PFM) o
valutazione che avviene tramite le continue informazioni sensoriali atletico (PA), a seconda se si tratti di categorie dell'attività di base o
che gli giungono durante il movimento (feed-back positivo). di categorie agonistiche quali i “giovanissimi” e gli “allievi”, dovreb-
be quindi supportare, con interventi sia specifici che generali, sia a
In sintesi i compiti dell’Allenatore dei giovani portieri nella SdC: livello individuale che per il gruppo squadra, il lavoro dei tecnici che
a loro volta troverebbero così un sostegno culturale specializzato per
Compiti didattici Realizza sul campo la programmazione tecnico somministrare con più precisione unità di lavoro a predominanza
didattica della SdC riferita al proprio gruppo dei tecnico-coordinativa ed a predominanza fisico-motoria. In sintesi, lo
portieri
Compiti organizzativi In collaborazione con il responsabile tecnico, scopo della preparazione fisica giovanile deve tendere a:
coordina e controlla gli aspetti organizzativi ed 1. Rafforzare lo stato di salute
educativi di supporto alla propria attività 2. Prevenire e correggere squilibri sul piano morfologico-strutturale
Rapporti con i tecnici Si rapporta costantemente con gli allenatori, dei
3. Potenziare le funzioni fisiologiche
gruppi squadra allo scopo di interagire con loro
per il raggiungimento di specifici obiettivi tecnici 4. Sviluppare le capacità motorie di base: coordinative e condizionali
Rapporti con i Relaziona in collaborazione con il Responsabile 5. Favorire un ampia gamma di movimenti aspecifici e specifici del
dirigenti della Società Tecnico sugli obiettivi raggiunti e le eventuali calcio, partendo dagli schemi motori di base.
strategie per il miglioramento dell’attività didattica
Rapporti con i genitori Partecipa al confronto con i genitori sulle pro-
blematiche educative riferite all’attività contri- Il principale presupposto della preparazione giovanile è l’adatta-
buendo alla risoluzione delle stesse mento dei mezzi e dei metodi della preparazione sportiva genera-
TABELLA 3 le alle esigenze di formazione del bambino e del ragazzo.
Nelle schede di lavoro, troverete delle unità didattiche specifiche L’attuazione di questi intenti è però possibile solo partendo dalla
per il ruolo del portiere. conoscenza dei problemi e degli aspetti generali che caratterizza-
no l’allenamento sportivo negli atleti giovani.
La preparazione sportiva giovanile rappresenta, oggi, un tema di
2 Il preparatore fisico e motorio grande attualità, avendo raggiunto, fra gli operatori sportivi, la consa-
1.2.
C
pevolezza del ruolo che essa riveste nel mantenimento dello stato di
osì come il preparatore atletico ed il preparatore dei portie- salute e nella promozione dello sviluppo dei ragazzi. Sorge così quindi
ri hanno fatto fare un salto di qualità nell’allenamento spe- l’esigenza di avere una visione globale della preparazione sportiva
cifico del calcio, soprattutto nelle Società professionistiche, ci sem- giovanile, non relegata a sottoprodotto dell’allenamento degli atleti
bra opportuno ed adeguato proporre la figura di uno specialista d’élite, riproposto con carichi di lavoro ridotti, ma fattore di consape-
che possa “aiutare” a programmare l’insegnamento relativamente volezza e di risposta alle necessità evolutive del bambino e del ragaz-
allo sviluppo auxologico (scienza che studia i fattori di crescita) zo, in relazione ad una visione pluriennale del percorso formativo che
Per rispettare meglio i tempi di crescita nelle diverse fasce d’età, il il giovane dovrà svolgere. Partendo dal consolidamento delle capa-
Preparatore Fisico e Motorio della Scuola Calcio, lavorando tra- cità motorie di base, la diluizione degli obiettivi in più anni permetterà
sversalmente con le diverse squadre (o gruppi), dovrebbe dare ad il raggiungimento di un livello di abilità, sia motoria che tecnica, pro-
26 27
gressivamente sempre più elevato. La preparazione pluriennale pro-
gettata correttamente partirà quindi con l’utilizzazione di mezzi a
carattere generale che consentano di creare le basi sulle quali pog-
gerà, mediante carichi sempre più mirati e gradualmente modificati
sia in volume che in intensità, la prestazione sportiva specifica dell’età
adulta. Al fine di garantire il corretto rapporto di equilibrio, sia fisico
che emotivo, che caratterizza le varie tappe dello sviluppo di un gio-
vane, vengono prefissati scopi e traguardi diversi in ciascuna di esse,
partendo dal rispetto del principio della preparazione multilaterale
(vedi paragrafo “Lineamenti pratici e strategie operative”). In pratica
ciò si concretizza nell’utilizzo di una gamma ampia di esercizi che svi-
lupperanno prevalentemente la coordinazione dei movimenti e la
rapidità di esecuzione, eseguiti a carico naturale.
30
Fase di prevalente aumen- Rapporto forza-leve favore- Fase di prevalente aumento Fase di prevalente aumen- Fase di prevalente aumento in
to in altezza vole in larghezza (meno in statura) to in altezza larghezza (ritorno alle proporzioni)
Comportamento motorio Migliore concentrazione Maturazione funzionale de- Rapporto leve-muscolatura Massimo sviluppo allenabilità
disordinato e irrazionale gli analizzatori sensoriali sfavorevole (difficoltà nel
(quasi come negli adulti) controllo coordinativo)
Attenzione limitata (com- Migliore coordinazione Acquisizione di movimenti Difficoltà nella prestazione Fase della stabilità ormonale
prensione di regole semplici) complessi sportiva (maggior controllo psichico)
Controllo prevalentemente Età positiva per l’apprendi- Sviluppo accentuato delle Fase di forte increzione del Fase di ulteriore incremento
sensomotorio (attenzione mento capacità coordinative - Pe- testosterone e del GH: è del testosterone
interna) - Passaggio dalla riodo molto sensibile all’ap- possibile migliorare l’allena-
fase preparatoria (corpo prendimento (che difficil- bilità della forza (soprattutto
percepito) alla fase delle mente può essere recupe- delle braccia e delle gam-
operazioni concrete (corpo rato in seguito) be)
rappresentato)
Fase di forte stabilizzazione Sviluppo muscolare (in lun- Il fattore “quantità di cari-
ed incremento delle abilità ghezza) co” lascia il posto al fattore
tecniche “intensità di carico”
Organizzazione spazio-tem- Scarsa capacità glicolitica Il volume della forza, inteso come maggior numero di se- Sia le prestazioni che i carichi pos-
po vissuta (non mentale) dute, incide sulla prestazione sono essere paragonati agli adulti
Fase della comprensione e Maggiore ossidazione degli Lo sviluppo multilaterale della forza cresce gradualmente Sviluppo muscolare (in lar-
della coordinazione grezza acidi grassi (risparmio glico- inserendo gradualmente esercizi più mirati. I presupposti ghezza)
(soluzioni sintetiche del geno) coordinativi più efficienti permettono un innalzamento del
compito motorio) carico (palle medicinali, cerchi e bacchette pesanti, ecc.)
Pensiero egocentrico e sin- Processi di smaltimento del- È possibile proporre: esercizi di salto; esercizi per la forza La buona predisposizione al
cretico (globale) l’acido lattico molto mode- di appoggio delle braccia; esercizi per la forza del tron- lavoro anaerobico compor-
sti (preferibili lavori aerobici) co e dell’addome. ta anche il sostenere relativi
Predisposizione a frequenze elevate e rapidità di movimento Periodo di sensibile sviluppo stati di affaticamento
delle capacità condizionali
L’allenamento della resistenza nell’età infantile non deve avere carattere unilaterale. (verifica però del reale livel- Corse ed esercitazioni con
Ciò significherebbe rallentare le possibilità di apprendere le varie forme di abilità moto- lo di maturazione) variazioni di ritmo (intensivo)
rie di base (multilateralità)
Dai sei agli undici anni, il volume sistolico aumenta drasticamente. La f.c. invece cala Metodo della ripetizione e
bruscamente. Ciò è dovuto, oltre alla crescita morfologica e funzionale del cuore, an- intervalli intensivo
che dalla maggiore densità dei vasi sanguigni periferici (minore resistenza)
Utilizzo di giochi sportivi (tradizionali e adattati). Corse e giochi intervallati: fasi di 1-3’ al- Corse prolungate (resisten- Allenamento simile agli
ternate a 1-2’ rec.; fino a 20-25’ di corsa effettiva per un totale di 40-45’ - Fartlek adat- za media e lunga durata) adulti: allenamento della
tato e semplice: intervallato (lievi pendenze) forza speciale; allenamento
della forza funzionale
Il principio della varietà degli stimoli, dovuto anche alla scarsa capacità di concentra-
zione nei bambini di questa età, suggerisce esercizi a circuito (forza rapida e resistenza
alla forza rapida) Es. durata esercizio 20”, pausa 40” (rapporto 1:2) x 5-6 stazioni
TABELLA 4 - Caratteristiche biofisiche ed esempi di allenamento in età giovanile (Weineck, 2001 modificato D’Ottavio, 2003)
e motorio:
cazione didattica
ca e coordinativa
31