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Caroline de Surany

IKIGAI
5

Introduzione

Ikigai è una parola giapponese: si scrive con quattro caratteri che


significano “vita”, “ciò che vale la pena”, “priorità, iniziativa” e “bel-
lezza, eleganza”. In breve: avere un motivo buono e bello per alzarsi
al mattino. Dare un senso alla propria vita e renderla gioiosa. Un
concetto splendido e profondamente giusto. Dopo tutto, il senso
della vita non è ciò che ci motiva a vivere? E vivere con pienezza
non è provare gioia nella vita quotidiana?
Il concetto di ikigai viene da Okinawa, un’isola giapponese nota
per il numero clamoroso di centenari. Studi recenti mostrano che,
al di là della dieta Okinawa, largamente pubblicizzata dai media,
gli isolani hanno un altro segreto: ognuno è esortato a trovare il
suo ikigai e a realizzarsi.
Ikigai implica sia l’idea di realizzazione di sé sia la nozione di con-
tributo alla società. In Giappone questo è così importante cultu-
ralmente che molti pensionati continuano a lavorare. Per esempio,
coltivando il riso, le persone anziane traggono piacere dalla vita
all’aperto, trasmettono il rispetto della natura alle giovani genera-
zioni e nutrono la famiglia, sentendosi vivi e utili.
I giapponesi più giovani mettono il proprio ikigai al di sopra di
ogni cosa, ma ne hanno in qualche modo reinterpretato il senso.
Molti trentenni hanno rinunciato al successo sociale e preferi-
scono portare avanti ciò che più gli sta a cuore a costo di guada-
gnare un terzo. Questi giovani sono spesso malvisti dalle vecchie
generazioni, perché considerati pigri, karyû, cioè scansafatiche.
Ma in realtà, i karyû sono molto più felici di coloro che li criticano.
6 INTRODUZIONE

L’ikigai è una bussola che permette a ognuno di condurre una vita


che considera buona e vantaggiosa, vale a dire che dà soddisfazio-
ne all’individuo che si adopera per una causa superiore.
Perché andare a cercare lontano questa idea della vita? In un’epoca
instabile come la nostra, in cui siamo tutti continuamente portati
a cambiare lavoro, ad adattarci, è vitale trovare un senso, sapere
perché siamo qua, cosa vogliamo e cosa dobbiamo trasmettere al
mondo. È esattamente quello di cui abbiamo bisogno.

Mia nonna, che era una specialista di medicina taoista e di cabala,


un giorno mi ha detto: “Ho fatto tutto quello per cui sono venuta
al mondo”. Poco tempo dopo se n’è andata. Il suo ikigai era con-
tribuire a far scoprire all’Occidente un’altra forma di medicina, e
aveva compiuto la sua missione. Quando ha capito di aver donato
tutto quello che poteva, non aveva più un motivo per vivere. Lette-
ralmente. Ho sempre nutrito grande ammirazione per questa don-
na volenterosa, capace di scalare montagne per raggiungere il suo
scopo. Un tempo, non avendo ancora trovato il mio, pensavo che
non avrei mai potuto essere come lei. Dopo avere trovato il mio
scopo – “scoprire nuovi modi di essere felici e renderli accessibili a
tutti” – mi sorprendo a superare me stessa come faceva lei.
Realizzarsi è la cosa migliore che si può offrire alla società. Imma-
ginate un mondo in cui ognuno adora il suo lavoro e va a lavorare
cantando. Considerate questo una follia? Ciò che trovo folle è che
sembri utopico.

Come trovare il vostro ikigai? La sua rivelazione esige una lunga


riflessione su voi stessi, è una ricerca più intuitiva che intellettuale.
Occorre prendersi il tempo necessario. Guardare il mondo con oc-
chi nuovi, dedicarsi ad attività apparentemente “inutili”, lasciarsi
vivere, smettere di avere paura di perdere tempo, accettare la noia,
la lentezza e la calma.
Solo facendo il vuoto, da tutti i punti di vista, troverete il vostro
ikigai.
INTRODUZIONE 7

Ho pensato a questo libro come a una parentesi. Un periodo di


tempo che vi concedete per riflettere ma soprattutto sentire, spe-
rimentare a piccole dosi, solo il necessario per far entrare nuova
luce nella vostra vita quotidiana senza scombussolarla.
Si organizza attorno a 12 settimane riguardanti argomenti diver-
si, che vi permetteranno a poco a poco di conoscervi. Attraverso
molti giochi sorprendenti vedrete più chiaramente e ricostruire-
te il puzzle del mistero del vostro ikigai.
Procuratevi un bel quaderno che vi accompagni durante questo
viaggio dentro voi stessi, e prendetevi tempo per fare ogni eser-
cizio, anche – soprattutto – quelli che a priori non vi tentano,
perché hanno molto da insegnarvi.
Lasciatevi stupire e apritevi a poco a poco alla strada che renderà
la vostra vita leggera, gioiosa e ricca di significato.
8

settimana 1

Mi riconnetto
con me stesso

Questa settimana vi spiegherò perché la connessione con voi


stessi è essenziale se desiderate avanzare nella ricerca del vostro
ikigai.
✲✲ Come trovare un senso alla propria vita se non si riescono
a riconoscere i propri bisogni quotidiani? Non è il Graal, la
risposta è in voi, quindi ritrovare il dialogo interiore è una
tappa che conta.
✲✲ L’ispirazione giapponese, questa settimana, sarà quella del
piacere dell’istante e del legame con la natura.
✲✲ Sempre questa settimana, degli spunti per riannodare il rap-
porto con voi stessi, in particolare con il vostro corpo. Per-
ché, se non sapete più di cosa avete bisogno, il vostro corpo
lo sa. E questa è la buona notizia del giorno.
✲✲ Esploriamo insieme la via per ritrovare quella che si chiama
la qualità dell’essere.

Riflettiamo un po’
Questa è la storia di una ragazza che non aveva nessuna idea di
quello che voleva. Non provava alcuna gioia, passione, non ave-
va motivazioni né scopi. Vagava nella vita senza vederne il senso.
SETTIMANA 1 MI RICONNETTO CON ME STESSO 9

Si adeguava agli altri cercando di essere accettata. Non si do-


mandava mai di cosa avesse voglia né di cosa avesse bisogno. Si
accontentava di seguire l’onda, di subire una quotidianità noiosa
– benché in apparenza scintillante – sperando che un giorno, per
miracolo, le cose sarebbero cambiate. Alcune ragazze aspettano
il principe azzurro, lei aspettava una rivelazione, una voce che
le dicesse: “Ecco per cosa sei fatta”, “Ecco, questo è il senso della
tua vita”.

Questa ragazza ero io. E la prima tappa del mio cambiamento


radicale – che ha occupato tre anni – è stato imparare che avevo
un corpo. E inoltre che aveva cose da dirmi.

Modalità robot
Siete dei robot?
La maggioranza di voi, ovviamente, risponderà di no a questa
domanda. Ma facciamo un piccolo gioco.

Prendete carta e penna.


Avete 15 secondi per disegnare un fiore.
Presto!
Su, forza!
Avete finito?
Il vostro fiore a cosa somiglia?
A una margherita?

Se la risposta è “sì” avete optato, come il 95% delle persone cui


ho proposto l’esercizio, per il simbolo del fiore più comune e ri-
conoscibile.

Vi è piaciuto disegnarlo?
Non particolarmente, vero?
10 SETTIMANA 1 MI RICONNETTO CON ME STESSO

E se ora disegnaste il vostro fiore preferito?


Prendetevi il tempo che volete, senza fretta. Non ci si aspetta un’o-
pera da mettere all’asta da Christies, solo un fiore che vi piace,
raffigurato come volete, anche se in modo maldestro. Non ve ne
preoccupate.

Quanto tempo vi ha preso?


15 secondi? 20 secondi? Non molto di più, immagino.
Spero soprattutto che vi abbia fatto bene.
Ma allora perché non avete disegnato questo fiore la prima volta?
Perché eravate in quella che io chiamo “modalità robot”.
Che cosa significa?
Significa che, quando siete sotto pressione, non vi prendete il tem-
po di domandarvi ciò che vi piace, ma fate ciò che si aspettano da
voi.
Avreste potuto disegnare un tulipano, un loto, non è più difficile e,
in 15 secondi, possono farlo anche i più incapaci in disegno.

Allora perché avete disegnato una margherita?


Perché non avete aspettato di dirvi “Qual è il mio fiore preferito?”
oppure “Quale fiore mi piacerebbe disegnare?”. Perché vi sentivate
pressati: si attendeva da voi un disegno in tempi brevi e quindi
avete fatto il più semplice, accantonando il piacere, la gioia, il gio-
co, il desiderio.
Probabilmente fate così anche nella vita di tutti i giorni senza ac-
corgervene.

Piacere puro
Il miglior modo per riprendere contatto con i vostri desideri è pas-
sare dal piacere puro.
Quand’è stata l’ultima volta che avete fatto qualcosa di improdutti-
vo, di completamente inutile?
SETTIMANA 1 MI RICONNETTO CON ME STESSO 11

Vi concedete mai la vacuità?


In un mondo che va a 200 all’ora, sapersi fermare solo per il piacere
è un vero talento, occorre osare essere controcorrente. Immagina-
te un pilota di Formula 1 che si ferma in un’area di sosta per osser-
vare una farfalla. Sarebbe fischiato, criticato, minacciato, sarebbe
in pericolo e scatenerebbe reazioni a catena e derisioni terribili.
La buona notizia è che non siete dei piloti automobilistici. E inol-
tre che non ci sono gare.
Certo, il mondo va veloce. Certo, occorre partecipare al movimen-
to, ma nulla impedisce realmente di dire “stop”.
Voi obietterete: “Ma mi manca il tempo, occorre che mi guadagni
da vivere, rischierei di perdere il lavoro”. E qui sono io a dire stop.
Non si tratta di andare a meditare per un mese in un ashram india-
no senza connessione internet. Si tratta di fare ogni giorno piccole
cose piacevoli che non servono a niente.
Si fa così fatica a essere improduttivi, che temo vi verranno in
mente un sacco di piaceri fin troppo utili.
No, fare una torta non va bene, perché la mangerete o farà piacere
a chi vi sta vicino: in generale, cucinare non funziona perché serve
a nutrirsi.
Uno sport? No, neanche questo va bene, perché vi mette in forma,
è molto utile.
Vedete che avete proprio perso l’abitudine. È qualcosa che i bam-
bini, invece, fanno con naturalezza… tutto il tempo, ma voi non
sapete nemmeno che cosa sia.
Bisogno di ispirazione?
Ecco alcune piccole cose strane e improduttive che faccio io. Pos-
sono servirvi di ispirazione e molto presto troverete le vostre.
• Scarabocchiare, poi fare delle palle di carta e gettarle da lontano
nel cestino, come fosse un canestro.
• Fare dei disegni con l’acqua sul bordo della vasca, o con la schiu-
ma bagno.
• Sdraiarsi all’aperto e guardare le nuvole individuando forme di-
vertenti.
12 SETTIMANA 1 MI RICONNETTO CON ME STESSO

• Mettere una musica di fondo e cantare in play-back usando una


spazzola a mo’ di microfono.
• Saltare nelle pozzanghere cantando una canzoncina.

Com’è che dimentichiamo di ascoltarci?


Sembra folle dimenticarsi di una cosa così. L’idea di ascoltarsi, di
essere attenti alle proprie esigenze, conoscere i propri desideri è
molto semplice. Tuttavia, la maggioranza di noi ne è incapace. Che
cosa accade?
Oltre alla pressione esercitata dal tempo, che abbiamo esaminato
con l’esempio del fiore, esistono altri fattori che ci impediscono di
guardare in noi stessi.
• L’educazione. I nostri genitori, che ci vogliono bene, hanno pre-
so delle decisioni al nostro posto, senza consultarci e soprattutto
senza ascoltarci: “Mettiti il golf!” / “No, ho caldo” / “Mettitelo, fa
freddo” oppure “È ora di andare a dormire” / “Non ho sonno”/ “Vai
a letto, sei stanco”. Abbiamo iniziato a fidarci di terzi per conoscere
i nostri bisogni, essi possedevano la verità e le nostre sensazioni ci
ingannavano, quindi abbiamo smesso di ascoltarle.
• La pressione sociale. Osservarsi, ascoltarsi, prendersi cura di
se stessi sono azioni malviste. Rinviano un’immagine di persona
egoista, autocentrata.
• L’ignoranza. Nessuno ci dice alle elementari, alle medie, alle su-
periori o quel che sia, che è essenziale sapere quali sono i nostri
bisogni. All’improvviso non ne abbiamo il tempo, questa opzione
non ci viene offerta perché non si sa neppure che è necessaria, ov-
vero che è possibile. E anche quando sentiremo parlare della ne-
cessità di ascoltarsi, non sapremo come farlo.

Bisogno di una vacanza?


Perché in vacanza la vostra vita è così diversa? Perché è molto più
gradevole? Ok, non lavorate. Si parte dal principio che il vostro
lavoro sia un obbligo, anche se non è sempre così, da cui vi siete
liberati. Ma oltre a questo?
SETTIMANA 1 MI RICONNETTO CON ME STESSO 13

Le vacanze sono un periodo di tempo al di fuori del brusio abitua-


le della vostra esistenza.
Il tempo non incalza – tranne per chi riesce a stressarsi perché la
vacanza passa troppo in fretta o sta già per finire.
Nessuno stress.
E soprattutto nessun obbligo.
È il momento in cui dovete fare delle scelte: giocare a fare i turisti
nella vostra città, partire per la spiaggia in cima al mondo, scoprire
una cultura che vi attira…
Ovunque siate, siete obbligati a porvi domande che nella vita quo-
tidiana evitate: di cosa avete bisogno, di cosa avete voglia? Non
siete solo all’ascolto – “Bene, ho voglia di un cocktail, ci troviamo
al bar?” – ma vi autorizzate a rispondere positivamente a quello
che abitualmente considerereste un capriccio.
Ogni giorno della vacanza prendete piccole decisioni solo vostre,
perché non avete obblighi o ne avete molto pochi (figli, partner,
amici).
Ogni giorno della vacanza ascoltatevi: “Ho voglia di andare a fare
il bagno?”, “Mmm, ho un po’ di appetito, cosa mi va di mangiare?”,
“Vado a visitare il tempio o dormo sul bordo della piscina?”.
In vacanza state meravigliosamente bene.
E se portaste a casa questo atteggiamento anziché l’ennesimo
mug?

Non potete portare con voi né il mare né una montagna.


Non potete portare con voi il sole o le cascate.
Il vostro atteggiamento in vacanza, però, può essere trasferito nel-
la vita quotidiana.
Prima che vi spaventiate, preciso di cosa si tratta:
• stare all’ascolto dei vostri bisogni;
• essere sensibili ai vostri desideri;
• seguire le intuizioni;
• scegliere chi vi piace veramente;
• essere aperti alla novità e all’avventura.
14 SETTIMANA 1 MI RICONNETTO CON ME STESSO

Un esempio?
In vacanza decidete di camminare fino al paese vicino per puro
piacere. Poi, anche se un vostro amico vi aspetta per il caffè alle 10,
entrate in quella chiesetta così carina in cerca di fresco e calma, a
costo di arrivare con cinque minuti di ritardo. Ordinate una grani-
ta, sì è molto zuccherata, ma dopo tutto l’avete meritata!
Nella vita quotidiana vi recate al lavoro prendendo sempre lo stes-
so metro/bus o camminando. Lungo il percorso non vi fermate
mai, camminate alla svelta ed evitate le distrazioni per arrivare in
orario.

Come si comporterebbe il vacanziere della vita


quotidiana?
“Questa mattina ho voglia di camminare, parto un po’ prima. Ma
guarda, non avevo mai notato questa panetteria. Che buon profu-
mo! Buongiorno, un cornetto per favore. E se per consumarlo mi
sedessi su quella panchina con vista sul parco? Meravigliosi questi
alberi fioriti. Oh, sono già le 8,55… un piccolo sprint e arrivo in
orario. Che piacere l’energia del mattino!”
A vostro parere chi arriva al lavoro di buonumore e iperprodut-
tivo?

Ritornare al corpo
Come ascoltare voi stessi? Come sapere di cosa avete veramente
voglia o bisogno? Basta che ascoltiate il vostro corpo.
La prima volta che mi è stato detto “Ascolta il tuo corpo”, per un
pelo non ho riso in faccia a chi parlava. Poi, per delicatezza, mi
sono trattenuta. Ma vi pare, francamente, ascoltare una parte di
me che non parla! Assurdo!
Poi, un giorno, mentre ero in vacanza a Losanna e passeggiavo
sulla riva del lago, ho avuto voglia di fare il bagno. Fino a quel mo-
mento ero stata ufficialmente una fifona che ha paura dell’acqua
fredda, e l’acqua del lago non superava i 20 °C, neppure nel mese
SETTIMANA 1 MI RICONNETTO CON ME STESSO 15

hanami e momijigari, il legame


con la natura
Per i giapponesi la natura ha una grande importanza. La
rispettano la onorano e non mancano mai di celebrare il
passaggio da una stagione all’altra. In Giappone esistono
due bellissime feste dedicate alla natura: Hanami, in
primavera, celebra i ciliegi in fiore, e Momijigari, la caccia
alle foglie rosse dell’autunno, permette di trarre gioia dai
paesaggi trasformati dai cambiamenti di colore delle foglie
sugli alberi. La natura in Giappone è superba, ma ovunque
sulla Terra è possibile apprezzarne la bellezza, e anche voi
potrete sempre godere delle trasformazioni stagionali,
della delicatezza di un fiore, della forza clamorosa di un
albero secolare.
Tornare alla natura aiuta a riconnettersi con se stessi. Lo
stato meditativo nel quale ci pone l’osservazione dei fiori,
delle piante, degli uccelli permette di lasciare andare
il mentale e di vivere l’istante presente. Offritevi ogni
settimana un mini Hanami o Momijigari personale in base
alla stagione e ringraziate la natura per la sua bellezza e
i suoi benefici. Celebratela passeggiando semplicemente
con piacere e curiosità.

di agosto. Sulla carta l’esperienza non aveva niente per piacermi:


la melma mi disgusta e il mostro di Loch Ness mi perseguita. Ma
queste informazioni negative inviatemi dal cervello, il suo grido di
disperazione – “Non andarci!” – e il suo ultimo tentativo di dis-
suasione – “Ma cosa penseranno tutti? Resta al tuo posto compor-
tandoti saggiamente come d’abitudine” – non hanno avuto ragio-
ne della mia voglia, che ho deciso di ascoltare.
Fortunatamente ho trascorso uno dei momenti più straordinari
della mia esistenza: ho vissuto intensamente il piacere del bagno,
decuplicato dall’orgoglio di avere superato la mia paura, dalla sen-
155

Indice

5 Introduzione

8 settimana 1 - Mi riconnetto con me stesso


8 Riflettiamo un po’
9 Modalità robot
10 Piacere gratuito
12 Com’è che dimentichiamo di ascoltarci?
12 Bisogno di una vacanza?
14 Ritornare al corpo
16 Giochiamo un po’
16 Sfida. Una vacanza subito
18 Gioco. Riscoprire il piacere di camminare
19 Magia. Mai più corvè
20 Minisfida. Il quadratino di cioccolato magnifico
21 Sfida. Cosa cerca di dirmi il mio corpo?
22 Magia. Massaggio meraviglioso
22 Gioco. Sorridi, sei tu a decidere

24 settimana 2 - Non sono ciò che compro


24 Riflettiamo un po’
26 Che cos’è il minimalismo?
27 Perché si consuma troppo?
27 L’identità e l’abbigliamento
28 L’io ideale
28 Il vuoto di identità
30 Giochiamo un po’
30 Gioco. Quanti oggetti possiedo?
30 Sfida. 33 pezzi per 30 giorni
156 INDICE

31 Magia. L’acquisto immaginario


32 Sfida. Zero acquisti per 7 giorni
33 Magia. La cernita che salva
33 Gioco. Quando faccio acquisti?
34 Gioco. Il mio vero lusso

36 settimana 3 - Abbandono le idee acquisite


36 Riflettiamo un po’
37 Credenze: cosa sono?
38 Quali sono le mie credenze?
40 Come abbandonarle?
41 Giochiamo un po’
41 Gioco. La scrittura automatica
42 Sfida. Le affermazioni positive
43 Magia. Pulizia della biblioteca delle idee
45 Gioco. Disegno, proiezioni multiple
46 Sfida. Avviso contrario
46 Gioco. Fare come se
47 Magia. Lo schermo PNL

49 settimana 4 - Non sono quello che credete


49 Riflettiamo un po’
50 Le false scelte
51 Chi sono?
51 Chi tento di essere?
54 Giochiamo un po’
54 Sfida. Via la maschera
56 Magia. I miei falsi profili
57 Gioco. Bugiardo bugiardo
57 Sfida. Le mie verità
58 Magia. Niente più difetti!
59 Gioco. Specchio!
59 Sfida. Wabi-sabizzati!

61 settimana 5 - Ma, alla fine, chi sono?


61 Riflettiamo un po’
62 Sei autocentrato
63 È da egoisti
64 Giochiamo un po’
INDICE 157

65 Sfida. Ritorno all’infanzia


66 Gioco. Ribellati!
66 Magia. I lavori ideali celano un segreto
67 Sfida. Sono felice
68 Magia. Un animale mi risponde
69 Gioco. La scrittura automatica
70 Magia. Nessuna paura!
71 Sfida bonus. Appello agli amici
71 Gioco bonus. Il giardino segreto

73 settimana 6 - E ora, approfondiamo


73 Riflettiamo un po’
75 Viva l’invidia!
75 Addio paragoni!
76 Stop agli scenari inquietanti!
76 Aspettare o domandare?
78 Giochiamo un po’
78 Gioco bonus. Chi invidio?
78 Sfida. Vivo al mio ritmo ideale
79 Magia. Visualizzo e creo il mio quadro ideale
80 Gioco. La legge delle cinque persone
81 Sfida. A che punto sono con la vita?
82 Gioco. Test degli schemi triangolari
84 Magia. Le storie che mi racconto

86 settimana 7 - Ritorno sul mio passato


86 Riflettiamo un po’
87 Fallimento = Opportunità
88 Creare la propria fortuna
89 Basarsi sui successi passati
89 Scoprire le proprie motivazioni
90 Giochiamo un po’
91 Magia. La memoria del corpo
91 Gioco. Scopro i doni nascosti dei miei insuccessi
92 Sfida. Viva l’insuccesso!
93 Gioco. La linea della vita
94 Magia. Le mie risorse a portata di mano
94 Sfida. Un’esperienza nuova all’ora
95 Magia. Ho fortuna!
158 INDICE

97 settimana 8 - Adotto l’autocompassione


97 Riflettiamo un po’
99 Come il nostro tiranno interiore ci rovina la vita
99 Come ci si fa del male ogni giorno
100 Perché è necessario essere gentili con se stessi
101 Giochiamo un po’
101 Sfida. Maratona della dolcezza
102 Sfida. 21 giorni di dolcezza
103 Magia. Visualizzare la benevolenza
104 Gioco. Cose di cui essere fieri
105 Sfida. L’agenda dei piaceri
105 Magia. Cambiate il coach interiore
107 Gioco. Le mie ombre

108 settimana 9 - Trovo la mia missione


108 Riflettiamo un po’
110 L’importanza di dare un senso a ciò che si fa
111 A ognuno la sua missione
111 Frankl e la logoterapia
113 Giochiamo un po’
113 Gioco. Dissotterrare i desideri più veri
114 Magia. Crea il collage del tuo futuro
115 Sfida. Trasformati in un vecchio saggio
116 Gioco. E il vincitore è…
116 Sfida. Soddisfare i bisogni del mondo
117 Gioco. Le storie della propria vita
118 Magia. I futuri successi

119 settimana 10 - Mi circondo


119 Riflettiamo un po’
120 La cerchia degli intimi
121 I nuovi arrivati
121 Gli sconosciuti
122 Le persone che ammiro
123 Giochiamo un po’
123 Gioco. Proiezioni nella follia
124 Magia. Brainstorming familiare
125 Sfida. Dialogo con sconosciuti
126 Gioco. Ricerca di significati
INDICE 159

126 Sfida. Incontro con i miei eroi


127 Gioco. L’essenza degli altri
128 Magia. Creo il mio moai

129 settimana 11 - Passo all’azione


129 Riflettiamo un po’
131 Porre un limite alla ricerca di sé
131 La necessità di affrontare la realtà
132 Osare dire sì e provocare delle proposte
132 La sindrome dell’impostore
134 Giochiamo un po’
134 Gioco. Cose da fare
135 Magia. Azione!
135 Sfida. L’azione in tutti gli stadi
136 Gioco. Ne ho il coraggio?
137 Sfida. Dialogo con un professionista
138 Sfida. Il tasto stop
139 Magia. Seguire il proprio flow

141 settimana 12 - Risplendo


141 Riflettiamo un po’
143 La paura di brillare e i danni della modestia
143 Il mondo ha bisogno delle mie competenze
145 La gioia di sentirsi coinvolti
145 Giochiamo un po’
145 Magia. Scrivo la mia frase ikigai
146 Sfida. Una giornata ikigai
147 Gioco. Flashback ikigai
148 Sfida. Avvio la conversazione
148 Gioco. Domande essenziali
149 Magia. La formula magica
150 Gioco. Lo specchio
151 Conclusione

153 Bibliografia

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