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Dinamica Dei Terreni: Prof. Ing. Claudia Madiai

Il documento tratta della dinamica dei terreni e del comportamento dei terreni sottoposti a carichi dinamici e ciclici. Vengono definiti carichi dinamici e ciclici e illustrati alcuni esempi di sorgenti di vibrazione come terremoti, traffico e macchinari industriali. Viene spiegato come i carichi dinamici generino onde sismiche nel terreno e come queste si propaghino, e l'importanza delle deformazioni di taglio indotte.
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Dinamica Dei Terreni: Prof. Ing. Claudia Madiai

Il documento tratta della dinamica dei terreni e del comportamento dei terreni sottoposti a carichi dinamici e ciclici. Vengono definiti carichi dinamici e ciclici e illustrati alcuni esempi di sorgenti di vibrazione come terremoti, traffico e macchinari industriali. Viene spiegato come i carichi dinamici generino onde sismiche nel terreno e come queste si propaghino, e l'importanza delle deformazioni di taglio indotte.
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prof. ing.

Claudia Madiai
Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica - CLM Civile

Dinamica dei Terreni


Comportamento dei terreni in presenza di carichi dinamici e ciclici
(1/2)

Prof. Ing. Claudia Madiai


prof. ing. Claudia Madiai
Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica - CLM Civile

DEFINIZIONI
Nell’accezione generale:
 CARICHI “DINAMICI” : carichi variabili* nel tempo (in intensità e/o direzione
e/o verso e/o posizione)  stati tensionali e deformativi variabili nel tempo
* se variano lentamente in relazione alla ‘risposta’ del sistema si possono considerare statici

Nella Dinamica dei Terreni


 CARICHI “DINAMICI” : carichi con velocità di applicazione così elevata da non
poter trascurare le forze di inerzia e gli effetti sul terreno (modifica delle
condizioni di drenaggio, effetti viscosi)
 CARICHI “CICLICI” : alternanza periodica (più o meno ‘regolare’ ) di fasi di
carico, scarico, ricarico

- monotono
Un carico dinamico può essere:
- ciclico
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DEFINIZIONI
Per definire completamente un carico ciclico periodico ad andamento ‘regolare’
(es. sinusoidale, rettangolare, triangolare ) occorre conoscere:
 ampiezza (Amax)
 durata (d) o numero di cicli (N)
 periodo (T=d/N) o frequenza (f=1/T)


d (=2.4s)
max
N=3

 tempo (s)


  

-max

T (=0.8s)  f=1.25Hz
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LEGAME FREQUENZA-AMPIEZZA-VELOCITÀ DI CARICO


Relazione tra frequenza f , ampiezza Amax e velocità di applicazione A
per un carico ciclico periodico di forma ‘triangolare’

 
max

A
A
 

m
a
x
T/4
T 2T
t T 3T
t /(T/4)
-max

A
4
f
A
 

m
a
x
f = 1/T bassa f = 1/T alta
velocità velocità
di carico bassa di carico alta

4
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Caratteristiche alcune sorgenti di vibrazione

FREQUENZE
SORGENTE DI VIBRAZIONI TIPO DI CARICO
TIPICHE[HZ]

Moto ondoso ondulatorio, periodico 0.05 ÷ 0.2


Vento ondulatorio, periodico ~ 0.7
Traffico stradale e ferroviario vibratorio, periodico ~1
Infissione di pali, cadute di magli vibratorio, periodico 1÷10
Macchine (industriali/di cantiere) vibratorio, periodico >10
Terremoti casuale, irregolare 1÷10
Esplosioni impulsivo, irregolare > 100

NB: Anche carichi molto irregolari (es. terremoti) possono essere ricondotti,
applicando il teorema di Fourier, ad una sommatoria di funzioni armoniche

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CARICHI DINAMICI E ONDE SISMICHE

 Le vibrazioni meccaniche, prodotte da una sorgente nel terreno, si propagano


in tutte le direzioni imprimendo alle particelle del mezzo attraversato un moto
oscillatorio (regolare o irregolare) intorno a una posizione di equilibrio

 Si generano così delle onde progressive di sforzo e di deformazione che, per


analogia con quelle generate dai terremoti, sono denominate ‘onde sismiche’

 Le vibrazioni si attenuano con la distanza dalla sorgente e si smorzano nel


tempo a meno che la sorgente non sia continua (es. macchine vibranti)

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CARICHI DINAMICI E ONDE SISMICHE


In generale, in prossimità della sorgente:
- carichi dinamici ad andamento impulsivo e casuale (esplosioni, terremoti)
producono vibrazioni irregolari

serie di esplosioni scossa sismica

- carichi dinamici periodici (‘regolari’) producono vibrazioni periodiche (‘regolari’)

macchina vibrante moto ondoso

Nel sottosuolo allontanandosi dalla sorgente le vibrazioni sono sempre irregolari


per effetto di vari fenomeni (rifrazione/riflessione all’interfaccia fra i vari strati e
all’impatto con la superficie libera; interazione con i diversi tipi di materiali). Tuttavia
sono riconducibili ad una sommatoria di funzioni sinusoidali (teorema di Fourier) 7
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CARICHI DINAMICI E ONDE SISMICHE

 Il sottosuolo è un sistema continuo , quindi con  gradi


di libertà e  frequenze naturali di vibrazione

 Se la frequenza dell’onda che si propaga nel sottosuolo


Vibrazioni
coincide con la prima frequenza naturale del deposito si della
verifica una condizione di risonanza con significativa struttura
amplificazione delle oscillazioni alla base della struttura

 Se la frequenza delle oscillazioni è


prossima anche a quella del primo modo
di vibrare della struttura si verifica una
condizione di doppia risonanza con Direzione di 
significativa amplificazione delle vibrazioni propagazione
della struttura

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CARICHI DINAMICI E ONDE SISMICHE


 In campo dinamico le deformazioni più critiche per la stabilità dei terreni e
delle opere sono le deformazioni di taglio  dovute al passaggio delle onde
di taglio (onde S)

 Pertanto nello studio del comportamento dinamico dei


terreni l'attenzione è concentrata principalmente sul legame
tra sollecitazioni e deformazioni di taglio (piano 
v v
‐ ++ 
‐ 
H

 = /H = /G

ONDE S
 = deformazione di taglio
 = sforzo di taglio
G = modulo di taglio
(o di rigidezza al taglio)
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CARATTERISTICHE DEI PROBLEMI GEOTECNICI DINAMICI

 il carico è dinamico e ciclico (varia rapidamente e irregolarmente nel


tempo e nello spazio):
 la velocità di applicazione e la successione di fasi di carico, scarico
e ricarico producono effetti particolari sul terreno (modifica delle
condizioni di drenaggio con possibile accumulo di pressioni
interstiziali, effetti viscosi, sviluppo di deformazioni irreversibili,
variazione di rigidezza e resistenza)
 sforzi e deformazioni sono funzioni del tempo e si utilizzano
‘equazioni d'onda’ anziché ‘equazioni di equilibrio’ per descrivere le
variazioni dello stato tensio-deformativo

 il comportamento del terreno viene definito in un range molto ampio


di deformazioni (da piccolissime a grandi) principalmente in termini di
tensioni e deformazioni di taglio

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PROGETTAZIONE IN ZONA SISMICA

1. identificazione dell‘azione sismica al sito 4


2. analisi della propagazione delle onde
nel terreno (studio delle interazioni fra
vibrazioni e mezzo attraversato)
3. analisi degli effetti di interazione terreno-
struttura
4. studio degli effetti sulla struttura
(analisi strutturale)

LA DINAMICA DEI TERRENI È 3


FONDAMENTALE PER I PUNTI 2 E 3 2
(MODELLO GEOTECNICO)
1
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CARICHI DINAMICI E COMPORTAMENTO DEL TERRENO

 L’effetto indotto dai carichi dinamici sul terreno è molto più complesso
rispetto alle condizioni statiche specie nei terreni saturi in cui la velocità
di applicazione dei carichi non consente la dissipazione delle
sovrappressioni interstiziali (condizioni non drenate)

Ciò può causare:


- nei terreni a grana fine (argille) un’attivazione e rafforzamento dei
legami intramolecolari e un conseguente incremento della rigidezza e
della resistenza
- nei terreni a grana grossa (sabbie) una riduzione delle tensioni efficaci e
conseguentemente della resistenza

Sono dunque spesso identificabili condizioni di deformazione e di


resistenza molto diverse durante l’applicazione dei carichi dinamici e dopo
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CARICHI DINAMICI-CICLICI E COMPORTAMENTO DEL TERRENO

 Sotto l’azione di carichi dinamici e ciclici il comportamento del terreno


è molto più complicato rispetto a quello sotto carichi dinamici
monotoni. La ripetitività del carico in condizioni non drenate può
produrre:

- nei terreni a grana fine (argille) una progressiva degradazione dei


legami intramolecolari e una conseguente riduzione della rigidezza e
della resistenza
- nei terreni a grana grossa (sabbie) una progressiva riduzione delle
tensioni efficaci e conseguentemente della rigidezza e della resistenza

Tali effetti possono essere particolarmente rilevanti e produrre nel


terreno effetti permanenti significativi

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CARICHI DINAMICI/CICLICI E COMPORTAMENTO DEL TERRENO


 Non esistono condizioni di carico
esclusivamente dinamico (c’è a)
sempre il peso proprio, oltre a
eventuali spinte, carichi esterni…) A

 L’influenza dei carichi dinamici e


ciclici dipende dalla velocità di
0, u0
applicazione e dal rapporto tra
l’ampiezza A del carico dinamico e
ciclico e lo sforzo statico iniziale 0:
- se il rapporto è piccolo (a) b)
l’influenza è limitata; A
- in caso contrario (b)
l’influenza è sensibile e gli effetti
conseguenti dipendono da:
0, u0
- caratteristiche dell’azione dinamica
- natura dei terreni
- condizioni di drenaggio
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CARICHI DINAMICI E COMPORTAMENTO DEL TERRENO


La previsione realistica della risposta di un sottosuolo reale ad una determinata
azione sismica richiede la definizione di un modello geotecnico, ovvero per
ciascuno strato:

1. analisi del comportamento del materiale con prove di laboratorio che


riproducono condizioni analoghe a quelle del terreno in sito sotto l’azione
sismica attesa
2. adattamento di un modello interpretativo di tale comportamento ai risultati
sperimentali (legge costitutiva)
3. determinazione dei parametri dinamici che caratterizzano il modello geotecnico

Per affrontare il punto (1) è necessario:


A. identificare lo stato di sollecitazione e deformazione (in sito) indotti
nell’elemento di volume dall’azione sismica
B. applicare al provino di laboratorio una sollecitazione di taglio equivalente a
quella indotta dall’azione sismica
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A. STATI DI TENSIONE E DEFORMAZIONE INDOTTI DALL’AZIONE SISMICA

L’azione sismica determina nel sottosuolo:

 in prossimità della superficie del p.c.


onde prevalentemente di taglio che si
propagano verticalmente (onde S con
direzione di propagazione verticale),
ovvero tensioni tangenziali cyc e
deformazioni di taglio cyc dinamiche
e cicliche

 condizioni non drenate con


conseguente sviluppo di
sovrappressioni interstiziali (u)

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A. STATI DI TENSIONE E DEFORMAZIONE INDOTTI DALL’AZIONE SISMICA

1) Prima del sisma sui piani orizzontali e


verticali sono presenti:
 sforzi efficaci
’v (= v–u0) e ’h (= h–u0)
 tensioni tangenziali st
(nel caso di pendio o di carico h
applicato in superficie)

2) Durante il sisma si aggiungono


 sforzi di taglio dinamici
e ciclici cyc

DI NORMA IN LABORATORIO SI RICONDUCE IL PROVINO ALLO STATO TENSIONALE


EFFICACE MEDIO STIMATO IN SITO E POI SI APPLICA UNA SOLLECITAZIONE CICLICA
PER SIMULARE L’AZIONE SISMICA 17
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B. NUMERO DI CICLI EQUIVALENTE


Il moto del terreno prodotto dall’azione sismica è irregolare; pertanto anche gli
sforzi di taglio indotti hanno un andamento irregolare
cyc

(a)
t

In laboratorio, invece, si utilizzano sequenze regolari di forma semplice (armonica,


triangolare, rettangolare, ecc. ), con ampiezza e frequenza costanti nel tempo

Volendo riprodurre l’azione di un dato evento sismico è quindi necessario stabilire


un’equivalenza tra gli sforzi di taglio applicati in laboratorio e quelli indotti in sito
dall’evento

Seed et al., 1975


“TEORIA DEL DANNO EQUIVALENTE” “Numero di cicli equivalente”
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B. NUMERO DI CICLI EQUIVALENTE

1. Una sequenza irregolare di cicli di carico può essere ricondotta ad una


sommatoria di sequenze di cicli regolari, ognuna delle quali costituita da Ni cicli
di ampiezza i
cyc

(b)

2. Il danno prodotto dopo Ni cicli dalla sequenza di ampiezza i è Ni /Nif ; il danno


prodotto dalla sommatoria di sequenze è:
Ni
N (modello di danno lineare cumulato)
if
dove Nif è il numero di cicli di ampiezza i che portano il terreno a rottura
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B. NUMERO DI CICLI EQUIVALENTE

2. Un elemento di terreno può essere portato a rottura in infiniti modi, ciascuno


caratterizzato da una particolare combinazione di ampiezze dello sforzo di
taglio e di numero di cicli, ad esempio :
- con una sommatoria di Nif cicli di ampiezza i
- con Nef cicli di ampiezza arbitraria e

3. L’effetto di Neq cicli di ampiezza e sarà equivalente in termini di danno a quello


della sommatoria di Ni cicli di ampiezza i (b) e quindi a quello della sequenza
irregolare iniziale (a) :


N eq

Ni Ni
 N eq   Ne f
Ne f Ni f Ni f

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B. NUMERO DI CICLI EQUIVALENTE


Da un’analisi statistica basata sul modello lineare di danno cumulato e sulla
teoria del danno equivalente, Seed at el. (1975) hanno determinato una
relazione tra magnitudo del terremoto M e numero di cicli equivalente Neq per un
carico armonico regolare che induce uno sforzo di taglio pari al 65% dello sforzo
massimo indotto dal terremoto (stimabile in prima approssimazione in funzione
dell’accelerazione massima dello scuotimento)

e = 0.65 max

M Neq
81/2 26
71/2 15
63/4 10
6 5-6
51/4 2-3 Seed & Idriss, 1982

.
N 0.0011 · (R 0.987 & , 1982
.
N 0.0008 · (R 0.999 , 1999
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Modificazioni della struttura del terreno indotte da


carichi dinamici e ciclici
Il comportamento del terreno in presenza di carichi dinamici e ciclici è assai
complesso a causa di:
- natura particellare del materiale
- presenza di più fasi
- modifica delle condizioni di drenaggio
In generale, le azioni dinamiche e cicliche:
 in terreni asciutti comportano variazioni di volume
 in terreni saturi comportano variazioni delle pressioni interstiziali

Le modifiche della struttura del terreno (MICROSCALA) per effetto di carichi


dinamici e ciclici dipendono da:
 natura del terreno (coesivo o incoerente)
 stato di addensamento o di consistenza iniziale (Dr o IC )
 ampiezza dello sforzo di taglio ciclico ( c)
 numero di cicli di carico (N )
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Effetti della ciclicità


MEZZO IDEALE (sferette uguali, lisce e prive di peso)

In relazione allo stato di addensamento iniziale si avrà:


- mezzo sciolto  iniziale riduzione di volume
- mezzo denso  iniziale aumento di volume
A PRESCINDERE DALLO STATO INIZIALE:
un carico ciclico induce un’alternanza di riduzioni e aumenti di volume; il
comportamento è simmetrico (all’inversione di  corrisponde l’inversione di )
  
 
 
stato sciolto
  
 
 
stato addensato
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Effetti della ciclicità


MEZZO IDEALE (sferette uguali, dotate di peso e attrito)

Se le sferette sono dotate di peso e attrito il comportamento dipende ancora


dallo stato di addensamento iniziale ma non c’è più simmetria:


 piccolo  riduzione di volume immediata e quasi
definitiva
- stato sciolto
 grande  aumenti e riduzioni di volume con gradiente


decrescente, complessiva densificazione
(per N elevato il materiale tende a ‘dimenticare’ lo stato iniziale)
- stato addensato
 piccolo  movimento ciclico con piccole variazioni di
volume regolari

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Effetti della ciclicità - TERRENI INCOERENTI ASCIUTTI


 piccolo  riduzione di volume contenuta (spostamento verso
il basso delle particelle più piccole e rotazione delle più grandi) e
- stato sciolto comportamento quasi reversibile
 grande  riduzione di volume iniziale grande e


progressiva densificazione
 piccolo  solo movimento ciclico delle particelle con
variazioni di volume praticamente nulle
- stato addensato
 grande  alternanza di aumenti e riduzioni di volume con
gradiente decrescente; progressiva lenta densificazione

    


 
STATO SCIOLTO
(e  grande)

 
STATO ADDENSATO
(e  piccolo)
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Effetti della ciclicità - TERRENI COESIVI ASCIUTTI

- soffici
 progressiva rottura dei legami interparticellari; orientamento
delle particelle; significative diminuzioni di volume


variazioni di volume significative solo per  grandi; alternanza
- compatti di aumenti e riduzioni di volume con gradiente decrescente;
diminuzione di volume per numero di cicli elevato

   

TERRENO SOFFICE 

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Effetti della velocità di applicazione del carico


Agli effetti della ciclicità del carico (“load repetition effects”) si aggiungono effetti
legati alla velocità di applicazione (“strain velocity effects”) che complicano molto
il quadro delle possibili risposte del terreno soprattutto in presenza di acqua

Il comportamento di un terreno saturo è governato dal principio delle pressioni


efficaci e la resistenza a rottura può essere convenzionalmente descritta dal
criterio di rottura di Mohr-Coulomb

’ =  ‐ u  = ’ tg ’ + c’

L’applicazione veloce di carichi ciclici in un terreno saturo produce condizioni non


drenate e quindi una modificazione del regime delle pressioni interstiziali e delle
pressioni efficaci, con ricadute sulla resistenza al taglio (e sulla rigidezza)

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Comportamento dei terreni in condizioni di carico dinamico e ciclico

Dal punto di vista qualitativo esistono molte similitudini tra il comportamento dei terreni a
grana grossa e a grana fine in condizioni di carico dinamico e ciclico.
Tuttavia i fenomeni che avvengono a livello di microstruttura sono molto diversi tra loro.

Il comportamento dei terreni a grana grossa (interazione tra le particelle di natura


frizionale) è governato esclusivamente da:
 principio delle pressioni efficaci
 modificazioni dello scheletro solido
(legate allo stato di addensamento e allo stato tensionale  dilatanza)

Il comportamento dei terreni a grana fine è più complesso a causa della


interazione tra le particelle di natura elettrochimica
In particolare, nei terreni argillosi, l’applicazione di carichi dinamici potenzia i legami
interparticellari mentre l’applicazione di carichi ciclici opera nella direzione opposta, cioè
produce fenomeni di fatica del materiale e una progressiva destrutturazione dei legami

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Comportamento dei terreni in condizioni di carico dinamico e ciclico

Prova triassiale (ciclica)


carico monotono
d d T
1c  (o d)
1c 1c
a
(uo+ t
3c  (uo) 3c  (uo+ 3c 
u) u)
T carico ciclico
(o d)
c. monotono c. ciclico

t
Prova di taglio semplice (ciclico)

’v  ’v ’v


 T(t)  T(t)
’h  H (u0)  ’h (u0 + u) ’h (u0 + u)

c. monotono c. ciclico 29
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Prova triassiale: carico dinamico monotono (1/2)

d
1c 
1c d,max
a
(uo) (uo+
3c  3c  u)

d,max

N.B. Nella prova rapida sia la rigidezza


(E=d/a) sia la resistenza (d,max) sono più
elevate rispetto alla prova lenta
(nelle prove lente il terreno manifesta fenomeni
di creep, cioè deformazioni nel tempo a sforzo
costante, e/o di relaxation, cioè cadute di
sforzo a deformazione costante)
30
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Prova triassiale: carico dinamico monotono (2/2)

materiali argillosi e limosi


(Ip = 15-50 %; w=20-50%)
- per a < 0.2% 1
il modulo di Young secante, Ed, non è
(Ishihara, 1996)
molto influenzato dalla velocità di
applicazione del carico (Ed/Est ≅ 1)

Ed/Est
- per a > 1% 2
il rapporto Ed/Est è mediamente > 1.5
(e cresce con a fino a raggiungere
valori superiori a 2)
1 2
Deformazione assiale, a

 la resistenza in prove rapide è sempre maggiore di quella in prove statiche


e il rapporto tra resistenza dinamica e resistenza statica può raggiungere
valori anche superiori a 2
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Prova di taglio semplice: carico dinamico monotono


In generale la resistenza al taglio in condizioni di carico dinamico monotono è
maggiore di quella in condizioni statiche

  

 h

 = /h = tg()  
 = 
con A: area sezione trasversale
T: forza di taglio

 argille  F  1.5  3.0


resistenza dinamica  
F 
resistenza statica sabbie  F  1.0  1.15
 32
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Parametri che influenzano la resistenza in condizioni dinamiche


In generale la resistenza al taglio in condizioni di carico dinamico aumenta
all’aumentare del grado di sovraconsolidazione, OCR, dell’indice di plasticità, IP ,
e della velocità di deformazione, γ

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