Correlazioni NSPT-VS in Contesti Geologi PDF
Correlazioni NSPT-VS in Contesti Geologi PDF
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Sommario
Nel presente lavoro sono esaminate alcune relazioni esistenti tra il numero di colpi misurato attraverso
prove penetrometriche dinamiche (SPT) e la velocità di propagazione delle onde di taglio (VS), ottenuta
da prove down-hole, nel settore molisano dell’Appennino centro-meridionale.
Il database analizzato è, in massima parte, quello relativo allo studio di microzonazione sismica delle
aree urbane della provincia di Campobasso. L’analisi di regressione non lineare dei dati NSPT-VS
permette di definire tre funzioni di correlazione controllate dalle caratteristiche litostratigrafiche delle
diverse formazioni affioranti.
Il confronto con le correlazioni riportate nella specifica letteratura tecnica ed una preliminare analisi
statistica evidenzia la necessità di un approccio più articolato ed interdisciplinare nei contesti geologici
complessi, evidenziando, in ogni caso, la possibilità di definire relazioni, a scala regionale, tra VS e
parametri geotecnici più diffusi e di più immediata acquisizione.
Introduzione
La stima della velocità di propagazione delle onde di taglio costituisce un utile strumento per
l’analisi teorico-sperimentale del comportamento delle opere e dei sistemi geotecnici in zona
sismica. La specifica letteratura tecnica evidenzia da una parte la rilevanza di tale parametro
nella valutazione della rigidezza del terreno, della risposta sismica locale, del potenziale di
liquefazione ovvero nella classificazione sismica del sito; dall’altra la necessità di sviluppare
la conoscenza delle relazioni esistenti con altri parametri di interesse geotecnico e di più facile
acquisizione, quali quelli derivabili da prove penetrometriche dinamiche (SPT) (Richart et al,
1970; Seed e Idriss, 1970; Ohta e Goto, 1978; Sykora e Stokoe, 1983; Iyisan, 1996;
Hasancebi e Ulusay, 2006; Dikmen, 2009; Jafari et al., 2002; Ulugergerli e Uyanik, 2007;
Maheswari et al., 2010; Akin et al., 2011).
In tale ambito, numerose sono le correlazioni empiriche proposte tra il numero di colpi delle
prove SPT (NSPT) e la velocità delle onde S (Vs), talora differenziate in funzione del tipo di
terreno e/o basate su una correzione del NSPT. Tuttavia, al di là della maggiore correlazione
statistica per le leggi basate sul NSPT non corretto, si rileva che esse derivano da dati osservati
in aree poco estese e caratterizzate da una limitata complessità stratigrafica.
D’altra parte, è ben noto che dal punto di vista meccanico non può esistere una correlazione
diretta tra la velocità di propagazione delle onde S, che è proporzionale alla rigidezza a taglio
dello scheletro solido del terreno a piccole deformazioni e il numero di colpi della prova SPT
legato al complesso meccanismo della resistenza a rottura del terreno, in condizioni drenate o
non drenate, per l’avanzamento del campionatore standard. Di fatto però, rigidezza e
resistenza dipendono in qualche modo dalle stesse variabili di stato del terreno, di modo che
le due grandezze, NSPT e VS, siano pressocchè influenzate dagli stessi parametri (Mayne e Rix,
1995 come citati da Madiai, 2006).
L’estrapolazione di tali correlazioni in contesti geologici complessi, quali quelli affioranti
diffusamente lungo tutta la catena appenninica, richiedono una certa cautela e una eventuale
rivisitazione dei dati.
Nel presente studio si illustrano i risultati di correlazioni relative al settore molisano
dell’Appennino centro-meridionale, esaminandone l’affidabilità a scala regionale ed
evidenziando ruolo della genesi e dell’evoluzione geologica e morfologica sulle correlazioni.
L’area campione considerata, corrispondente all’intera provincia di Campobasso, si estende
per circa 2909 km2. Il set di dati analizzato proviene prevalentemente dallo studio di
microzonazione sismica delle aree urbane della provincia di Campobasso.
Figura 1. Carta geologica della provincia di Campobasso con indicazione dell’ubicazione delle indagini
geotecniche e sismiche
valori è relativa a misure effettuate nello stesso sito ed alla stessa profondità.
Un’analisi di regressione non lineare dei dati esaminati permette di definire tre funzioni di
correlazione controllate dalle caratteristiche litostratigrafiche delle diverse formazioni
affioranti (Fig. 2). La funzione Molise B è da ritenersi valida nelle formazioni o in quelle parti
di esse in cui prevale la componente argillosa. Se le caratteristiche geotecniche decadono per
effetto di una alterazione naturale o antropica, ovvero per le specifiche condizioni
idrogeologiche nelle medesime formazioni va considerata la funzione Molise C. Nelle parti di
esse in cui per effetto dell’evoluzione paleogeografica dell’area prevalgono interstrati o
intercalazioni a carattere litoide, invece, si registra un incremento delle VS e la funzione da
considerare è quella denominata Molise A.
Conclusioni
Lo studio effettuato nel settore molisano dell’Appennino centro-meridionale ha consentito di
individuare funzioni di correlazione fra NSPT e VS più aderenti alla complessa evoluzione
geologica e morfologica dell’area considerata. Ulteriori affinamenti scaturiranno dalla
implementazione del database e dalla integrazione delle indagini in siti campione più
significativi per l’analisi della variabilità dei parametri considerati.
Bibliografia
Antonucci, A., di Luzio, E., Lenci, F., Scrocca, D., Tozzi, M. (2002). Mesoscopic structural styles of
deformation within the Frosolone unit multilayer (Molise Region, Central Italy). Boll. Soc. Geol. It.
Volume speciale 1: 641 – 648.
Akin, M. K., Kramer, S. L., Topal, T. (2011). Empirical correlations of shear wave velocity (Vs) and
penetration resistance (SPT – N) for different soils in an earthquake – prone area (Erbaa – Turkey).
Engineering Geology 119 : 1 – 17.
Cello, G., Mazzoli, S. (1999). Apennine tectonics in southern Italy: A review. Journal of