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di ferruccio giromini
NON C PARAGONE
Siamo il paese provinciale per eccellenza. Non c altro paragone con
nessunaltra realt, neppure il pacioso Canada pi subalterno di noi ai
paesi confinanti. Questo , purtroppo. Come si pu rimediare? Un primo
passettino, che non costa niente, piantarla con i paragoni ridicoli, sempre
rivolti allestero. Perch, infatti, i giornali quando parlano del nuovo museo
di Libeskind a Milano devono dire che il Beaubourg milanese? Perch
se fanno cenno al nuovo museo di Zaha Hadid a Roma ne parlano in termini di Beaubourg romano?
LA BIENNALE? MICA CE LHA ORDINATO IL DOTTORE
Dunque, facciamo un poco il quadro complessivo della situazione a regime, ovvero tra un paio di mesi. Parliamo della Biennale di Venezia,
probabilmente la pi grande istituzione culturale italiana, una delle pi
importanti al mondo. Per le prossime edizioni avr probabilmente un presidente che non sar pi il bravo Baratta, osteggiato dal Ministro Bondi;
Bondi elegger un nuovo presidente che forse sar Alain Elkann, il quale
nominer i nuovi direttori. Gli altri enti a controllare la struttura saranno
la Regione Veneto (quasi certamente governata da un appartenente alla
Lega, partito noto per la sua sensibilit verso la cultura) e il Comune di
Venezia (quasi certamente governato da Renato Brunetta, gi proclamatosi pi volte - tramite dichiarazioni stampa - fiero nemico della Biennale).
Dato questo quadro, insomma, la provocazione la seguente: perch
non chiudiamo la Fondazione Biennale di Venezia per qualche anno e non
ci prendiamo una bella pausa di riflessione?
ARTISTI IN MEZZO A UNA STRADA
Muri ricoperti di scritte orrende, inguardabili dissuasori del traffico, arredo urbano che sarebbe inaccettabile nel quarto mondo. il panorama di
tutte le nostre citt, nessuna esclusa. Perch non prendere due piccioni
con la proverbiale fava e affidare agli artisti almeno parte degli arredi urbani e delle superfici in aree dismesse o degradate? Magari mettendoci
di mezzo qualche azienda privata, che cos potrebbe farsi pubblicit (quasi) a gratis. Trattasi di provvedimenti allordine del giorno in citt come
Berlino, mentre da noi gli esempi son pochissimi, come il Diesel Wall di
Milano e il progetto Cromiae a Roma.
vedodoppio
doppioritratto
doppiosguardo
la vignetta
4 retrocover
OK
ANCORA A SUD-EST
Bisogna dargli atto che stato il
primo a proporre la Cina in tempi
che definiremmo non sospetti. Poi,
addirittura, aprendo una galleria a
Pechino. Alla stessa maniera stato il primo, almeno in Italia, ad
analizzare cosa stava succedendo in quanto a produzione creativa
nei paesi che erano stati colpiti dalla tragedia dello tsunami,
coniando anche il termine di post-tsunami art. E adesso si butta
sullIndonesia. Un ok alla capacit del gallerista Primo Marella di
scandagliare i meandri dellarte asiatica.
IL TERRITORIO DELLA FOTOGRAFIA
Forse non si mai esaurita o forse una tendenza di ritorno.
Sta di fatto che ci sembra assolutamente il caso di rimarcarla,
perch i prodotti che genera sono di alta, altissima qualit
oggettiva. E i protagonisti in campo sono tra i migliori, nel
loro genere, in Italia e al mondo. Stiamo parlando della storia
damore tra i fotografi e il territorio. Della loro capacit di lettura
e di analisi pi unica che rara. Abbiamo visto qualche mese fa
Gabriele Basilico a Montepulciano, ora - alla fondazione Remotti
- la volta di Berengo Gardin a Camogli. Un modo diverso, utile,
laterale di vedere il nostro paesaggio.
SE IL PALAZZO COMUNICA MEGLIO
A dispetto di quello che troverete nella colonna infame dei KO
riguardo al Ministero dei Beni Culturali, qui ci siamo sforzati
anche di controbilanciare con qualche doveroso distinguo. In
particolare, parliamo della comunicazione del Ministero e di
quanto sia ottimizzata la fruizione del sito web dello stesso.
Migliorato, aggiornato, con la rassegna stampa pubblicata online
puntualmente ogni giorno alle 9 della mattina e con una grande
attenzione alla presenza sui social network come Facebook.
Insomma, qui pare che leffetto-Resca si sia fatto un po sentire...
ZONA (S)VENTURA?
Non sembrano mettersi bene le cose per larea di Lambrate
immaginata anni fa dallarchitetto Mariano Pichler come
quartiere di gallerie, creativit e arte. Zona Ventura ha sentito
la crisi, questo indubbio. E alcune gallerie iniziano a pensare
che lidea di creare un polo cos lontano dal centro di Milano si
stia rivelando troppo azzardata. Intanto andata via la Galleria
Zero..., che insieme a De Carlo era lo spazio pi rappresentativo
del quartiere. E i soliti beninformati parlano di una dipartita anche
della Galleria Klerkx...
STAFFETTA MINISTERIALE?
Quelli de LEspresso lo hanno bollato come il peggior ministro
dei Beni Culturali di sempre. Un po hanno esagerato e la loro
posizione politica non propriamente tra le pi vergini. Certo
che i quasi due anni di Bondi al Collegio Romano non possono dirsi
sicuramente costellati di successi. Con la ciliegina di questi ultimi
giorni dellirrituale nomina di Vittorio Sgarbi come commissario
per il Padiglione Italia alla Biennale del 2011. Una nomina in
grande anticipo, che potrebbe prefigurare il cambio di guardia
al Ministero. Bondi si deve occupare
del partito e Galan pressa per i Beni
Culturali. La sensazione che non si
possa peggiorare: benvenuto allex
governatore del Veneto!
KO
6 opinioni
ERGO SUM
beige! il mio colore!, esclama sorpreso un turista americano al cospetto del Partenone. In questa battuta si pu riassumere tutta la transestetica camp. La passione del camp la passione
dominante del nostro tempo. Quasi tutti gli artisti dagli anni 60 fino a oggi vi hanno fatto ricorso. In un certo senso il camp - qualcosa che sta tra la frivolezza, la bizzarria e lironia - divenuto
una specie di certificato di garanzia dautenticit del banale, ma caratterizzato per la sua espansiva eccentricit. Storicamente, il camp ratifica la vittoria del kitsch e delle sue infinite variazioni
sulle avanguardie che, venendo meno per via della massificazione della societ, hanno lasciato un territorio estetico da ricolonizzare. E il camp non s fatta sfuggire loccasione. Lavanguardia
non aveva come finalit ladattamento alla realt, ma sottrarre larte da qualsiasi contaminazione con lindustria culturale, mentre il camp - scaltro figlio dellingenuo kitsch - stato capitalizzato
con enormi investimenti, che devono dare profitti adeguati. in tale accezione che il camp rappresenta la cultura dominante. Daltra parte, la transestetica camp figlia di una societ dove
trionfa la noia. Che farsene della seriet o del rigore in una societ che aspira a infantilizzare il pianeta attraverso una babele dellimmaginario, come possiamo vedere in molte opere doggi? Sghignazzare,
sfottere, fregarsene, ostentare, scioccare, sono tutti ingredienti di una ben riuscita opera camp. Come possiamo constatare negli acidi assemblage pittorici di David Salle, o nei deliranti pastiche fotografici
di David LaChapelle, o nel deliberato infantilismo delle opere di Paul McCarthy e di molti altri. Ma il fatto che lassenza di regole - da un punto di vista estetico - sia alla base della logica del camp ha dato
luogo a unescrescenza del banale, che va ben al di l delle stesse assenze di regole. Infatti il camp servito pure per mimetizzare lidiozia. La parola dordine di Lautramont ripresa da Beuys - unarte
per tutti - lascia i suoi effetti catastrofici non appena larte del primo venuto legittimata da un museo. Anzich innalzare i pi alle condizioni che generano lartista, si preferisce il contrario. A unestetica
generalizzata si preferisce un genere estetizzato al livello planetario. I musei sono pieni di opere di questo tipo, fornendo le prove della constatazione di Duchamp, secondo cui nei musei si trovano quasi
sempre opere mediocri, e che le cose migliori sono andate perdute per sempre. Ma il camp anche il rovescio della medaglia della noia. La sventura di immaginarsi troppo felici, com avvenuto col sogno americano, si rovescia catastroficamente nel suo opposto, in una noia
fatale. La noia di esistere corrisponde allangoscia di divenire, cio di cambiare. solo con la modernit che la noia assume il significato che oggi tutti
le attribuiamo e rispetto al quale lindustria culturale, come una livellatrice
del gusto estetico, scatener i suoi incantesimi. Come gi osservava Susan
07. 008. 009. Un countdown per scacciare definitivamente quel millennium bug che si concretizzato in
Sontag nel 64, il camp lantitesi della tragedia o il buon gusto del cattivo
un decennio di guerre, attentati e crisi. Il vermicello sembrava debellato senza grandi drammi allo scocgusto. In una battuta: non mimporta se brutto o banale, ma mi piace!
care dello 000. Avrebbe dovuto mandare in tilt conti bancari, carte di credito e i sistemi informatici che
Figure goffe, antieroi, ambizione mediocre, stravaganza, la tenerezza della
ci governano. E invece quella mattina del primo gennaio di dieci anni fa - nuovo decennio, nuovo secolo,
struggente banalit delle cose ecc. Per comprendere meglio la transestetica
nuovo millennio - tutto taceva e tutto proseguiva senza disturbi apparenti. Nulla di nuovo sotto il sole. Ma
camp basti pensare che un tempo il dandy si scandalizzava della rozzezza o
forse non era cos. Il millennium bug ce lo siamo ritrovato dopo, con un ritmo impressionante di crolli,
della banalit, oggi si rallegrerebbe della loro esistenza. Ma c qualcosa che
ben letti da Marco Belpoliti: La nostra unepoca di banalit interrotta. Viviamo un tempo penultimo: una fine che non
va a favore del camp. Per essa larte non deve essere seria, ma vera. E il
finisce di finire. Con sintesi perfetta, Sergio Romano ci ha regalato, il 31 dicembre, una lista precisa di Afghanistan,
camp, con i suoi rituali del banale, con le sue tenere bruttezze, tanto vero
Twin Tower, Darfur, Tibet, Iraq, Georgia, Libano, condite da crisi petrolifere (a volte pilifere, vedi il fallimento di Cesare
come lo sono i santi invocati dai credenti. Lartista serio deve convincere con
Ragazzi) e automobilistiche (dove sono finiti i modelli di punta come la Duna della Fiat?), e giocate da personaggi come
i suoi drammi. Lartista camp si diverte di questo assurdo e banale mondo.
il nostro Callisto (collezionista) Tanzi, dai denti di latte rispetto ai globali e letterari Bernard Madoff. Il millennium bug si
Esso, con una zampata, graffia la metafisica altolocata della pedante seriosi cos attivato, colpendo Al Gore a favore di G. W. Bush, per esplodere con crisi finanziarie globali, crollo dei consumi,
t, assestandole un colpo mortale. Il camp come teoria locchio distopico
disoccupazione e bla bla bla vari di fine decennio. A compendio, Ugo Rondinone nel 99 ammoniva Where do we go
su questo tempo presente. Un occhio senza memoria, n tempo. Nulla deve
from here?, per finire con larcobaleno di Hell, yes sul New Museum. Nella storia e in arte tutto torna: ricordiamoci del
durare per il camp. La sua deliberata freddezza converge con quella della
dantesco lasciate ogni speranza, voi chentrate. Ma cos la speranza: dopo il big crash del 29 ci fu un new deal.
demenza, ma resta tuttavia lunica immagine reale di un mondo infantilizzato.
Un nuovo patto. E cos i giornali lhanno giocata con Michelle e Barack. La via di fuga stata proclamata al trotto di
Perch lideale camp fare della vita quel che si vuole. In realt, quel che si
Yes, we can. E forse qualcosa davvero cambiato. O semplicemente mutato. I motori 4.000 e 5.000 di cilindrata
fa quando non c altra soluzione. Cio a dire: il camp la ragion pratica del
sono diventati noiosi e fuori moda anche negli States. Cos tutto ci che ci sembra inquinante di una smisurata volTitanic. Cantare allegramente mentre si naufraga.
garit. Un senso di ecosostenibilit si sta diffondendo anche tra art&fashion victim. A forza e per obbligo. Forse non
basteranno pi solo i soldi per fare i progetti. Visto che ci saranno sempre meno. E che al decennio lasciamo anche
marcello faletra
due zeri. E questo, anche alla cultura e non solo, far bene. Almeno speriamo. E comunque: Io alzo il mio bicchiere!
saggista e redattore di cyberzone
Non so a che cosa, ma alzo il mio bicchiere!, brindava Ugo Tognazzi in La grande bouffe. Buon anno e buon decennio.
NEST PAS
cristiano seganfreddo
direttore di fuoribiennale e innov(e)tion valley
UN SACCO BELLO
n questi ultimi anni, lintero sistema-paese sta sperimentando una fase involutiva che, se inizialmente controversa dal punto di vista interpretativo, sta rapidamente divenendo conclamata. Nella
sua essenza, il declino italiano si riscontra non tanto nei settori economici tradizionali - nei quali,
pur con le difficolt che caratterizzano questo periodo di crisi, il sistema economico conferma
la sua capacit competitiva - quanto, piuttosto, proprio nei nuovi ambiti tipici delleconomia della
conoscenza. in questo contesto che lItalia non finora riuscita a compiere passi strategici
indispensabili per consolidare il proprio potenziale, e ci non potr non avere serie conseguenze di
lungo periodo, in uno scenario nel quale i paesi economicamente avanzati dovranno necessariamente
caratterizzare le proprie catene del valore come processi ad alta o altissima intensit di conoscenza. Il
tema delleconomia della conoscenza non riesce proprio ad acquistare una reale priorit nellagenda politica del nostro paese, e le conseguenze sono evidenti. Per ricordarne solo alcune: 1. la fuga allestero
delle intelligenze migliori, che non viene controbilanciata da un pari flusso di intelligenze straniere; 2. la
crescente difficolt a integrare figure professionali di livello elevato allinterno dei processi produttivi e la
parallela crisi di integrazione fra struttura produttiva e sistema formativo; 3. la scarsissima disponibilit
di supporto pubblico e di capitale di rischio per i progetti innovativi, soprattutto se provenienti da gruppi
di lavoro e di ricerca giovani e non supportati da disponibilit patrimoniali personali. A fronte di questo,
al momento si avvertono pochi segnali confortanti in senso contrario provenienti dai singoli sistemi
locali. E questo ancora pi allarmante per una ragione ben precisa. Nella storia recente dellItalia,
raro che la soluzione di una crisi sistemica importante sia stata
avviata da unazione promossa dal centro: piuttosto stata tipicamente la periferia, ovvero una piccola collezione di ambiti locali
particolarmente predisposti, ad aver costituito il primo laboratorio
di sperimentazione di modelli che hanno poi gradualmente assunto
una rilevanza sovra-regionale o nazionale. Per il momento, tuttavia,
anche questo apporto sembra mancare: nemmeno al livello locale
sembra di veder maturare, al di l di singole realizzazioni di indubbio valore ma riferite a uno specifico
percorso imprenditoriale o di ricerca, esperienze veramente efficaci e convincenti nel campo delleconomia della conoscenza che possano divenire modelli di riferimento per una pi ampia strategia di sistema. In molti si sono interrogati sulle cause di questa incapacit italiana di adattarsi in modo efficace
al nuovo panorama di opportunit definito dalle fasi avanzate della transizione post-industriale. Ci sono
diversi fattori allopera che contribuiscono a produrre un simile stato di cose. Il pi rilevante probabilmente lorientamento familistico ancora fortemente prevalente nelleconomia e nella societ del nostro
paese, nel quale, come ampiamente documentato dallanalisi sociologica comparata dei sistemi capitalistici degli ultimi decenni, lappartenenza di gruppo, di matrice appunto familiare o pi generalmente
legata alla promozione e alla rappresentanza di determinati interessi, predomina - in quanto fattore di
regolazione dellaccesso alle risorse e alle responsabilit - sulla competenza, sullinteresse collettivo o
sullequit. Leconomia della conoscenza richiede un forte orientamento al primato delle idee e delle
competenze, che metterebbe totalmente in discussione i criteri di governance di sistema attualmente
vigenti. Di conseguenza, contrariamente a quello che avviene in tutti gli altri principali paesi avanzati,
nei quali assistiamo oggi a uno sforzo imponente di adattamento della governance al sostegno di nuove
strategie sociali di produzione, diffusione e valorizzazione della conoscenza, il nostro paese sembra
muoversi, letteralmente, nella direzione opposta. Ce lo possiamo permettere?
pier luigi sacco
pro-rettore alla comunicazione e alleditoria e direttore del dipartimento
delle arti e del disegno industriale - universit iuav - venezia
WWW.PRESTINENZA.IT
l guaio del critico che il suo mestiere lo porta a essere un lettore perennemente
arrabbiato. Una maledizione del cielo, che corrisponde a una condizione che definirei di
default. Un critico, infatti, diversamente dalle persone normali, le quali possono scegliere ci che pi a loro piace, deve sorbirsi anche tutto ci che lo innervosisce. Ieri, per
esempio, ho subito le pagine di una rivista in cui una sprovveduta autrice americana
parlava entusiasticamente di Paolo Portoghesi. Questa, mentre elogiava la Biennale di
Venezia degli anni 80, quella per capirci del Post Modern e della Strada Novissima, affermava
che a rovinare il magnifico clima fosse stato il craxismo che poi diede vita al berlusconismo,
trascurando di ricordare che proprio allora Paolo Portoghesi era considerato larchitetto di
Bettino Craxi. Sempre su unaltra rivista, una pubblicazione inglese molto diffusa e apprezzata, ho sopportato lennesimo attacco contro la globalizzazione da parte di un autore ancora
pi sprovveduto. Costui mostrava di non essersi mai accorto che proprio attraverso il
localismo, da lui ritenuto cos liberatorio, che di norma si diffondono i costumi pi sciocchi
della tanto paventata globalizzazione. E che il suo adorato lvaro Siza, quando, per realizzare
un museo di architettura in Germania, si ispira, sino quasi a rasentare il plagio, a Ludwig
Mies van der Rohe, compie unoperazione non cos dissimile
da quella della Fiat che, dopo averla pompata con estrogeni, ripropone la vecchia Cinquecento trasformandola in
un giocattolone per nostalgici. E che questa operazione, a
sua volta, non cos diversa da quella dei centomila locali
che si chiamano Antica Trattoria o Antica Locanda che,
in nome dellestetica del Mulino Bianco, ci fanno pagare a
caro prezzo le peggiori ricostruzioni per placare la nostra
sempre pi divorante ansia nei confronti del divenire. Esiste,
infatti, un vintage dellOttocento, ma ne esiste uno, e culturalmente non meno pericoloso, del cos detto Moderno.
Ieri, per, devo dire che ho potuto assaporare un istante
di felicit e proprio da una rivista, Casabella, che compro a
scopo terapeutico. Perch mi sembra che trasudi proprio
di quei veleni reazionari ai quali chi fa il mio mestiere deve,
un po come Mitridate, assuefarsi. E poi perch, incoerentemente con i propri assunti moralistici, illustra con belle
foto buone architetture, spesso di quei progettisti che, in
teoria, dovrebbe stigmatizzare. A convincermi, un articolo
di Massimo Cacciari sulla filosofia del Futurismo nel quale sosteneva, citando Nietzsche, Bergson, Sorel, Papini,
Gramsci, Gentile, Evola e, di passaggio, anche Gunon, che
il futurismo ha rappresentato (i propri anni) con una consapevolezza e una intensit che forse
soltanto oggi possiamo comprendere e apprezzare. Cosa dire? Anche se francamente dubito
che la maggior parte degli artisti futuristi abbiano avuto chiari i riferimenti filosofici che con
tanta maestria Cacciari ha evocato, mi fa proprio piacere che queste parole siano state dette
sulle pagine di Casabella, e per di pi da un intellettuale che ha elogiato il peggiore Adolf Loos,
il pi triste Aldo Rossi, il pi miope Manfredo Tafuri e, in genere, tutta la ritirata italiana dal
Movimento Moderno. Perch cos possiamo nutrire la fondata speranza che, dopo centanni,
anche nelle pubblicazioni che tacciano gli sperimentatori di essere i divoratori indiscriminatamente bulimici che il mondo moderno ha allevato si possa fare strada, sia pure in forma
paludata, un po pi di buon senso critico.
luigi prestinenza puglisi
docente di storia dellarchitettura contemporanea presso luniversit la sapienza di roma
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A MONDO MIO
n questi anni come se i mondi virtuali avessero composto un gigantesco trailer, una straordinaria anteprima di quanto possono offrire nei vari ambiti. Le potenzialit per larte, per la politica, per
la moda, per il virtual commerce e per il design sono state prospettate in vari modi, pi o meno convincenti, ma sicuramente originali e diversificati. Con largo anticipo sui tempi, forse troppo per
consentire una corretta metabolizzazione, abbiamo visto sfilare un gran numero di esempi che hanno definito un affresco insolito e talvolta un tantino confuso. A questa indigestione, com ben noto,
seguito un calo di attenzione mediatica, che per non significa assolutamente che il capitolo mondi virtuali si sia chiuso. Anzi, dopo il boom dei social network sta irrompendo il fenomeno della
realt aumentata, che potrebbe essere il miglior alleato per una nuova, inedita riproposizione degli universi sintetici, che intanto continuano a proliferare. Mentre i media spostano la loro attenzione
verso altri ambiti, i mondi virtuali continuano infatti a crescere e a svilupparsi, tenendo fede alla famosa previsione della Gartner, secondo cui nel 2010 l80% degli utilizzatori di internet dovrebbe
avere anche un avatar. Al di l dellirruzione nella vita sociale del concetto di controparte virtuale, dovuto in buona parte al film Avatar di James Cameron, e allaccettazione nei vocabolari dellidea del
termine Second Life, pi o meno in sordina si delineano altri scenari. Universi sintetici come Twinity e Blue Mars puntano su una decisa convergenza verso la realt che, mentre sta aumentando al di
fuori del monitor, diventa sempre pi speculare allinterno del web. Nascono mirror worlds pensati per assolvere a una serie di funzioni pratiche e mondi virtuali sempre pi convincenti e meno artificiali.
E parallelamente si passa dallidea di showcase, di vetrina dimostrativa delle tante potenzialit, a una nuova idea di concretezza. come se si ripartisse da zero, per avviare una nuova era, non pi
votata alla sperimentazione e al lancio dei grandi progetti concettuali, ma a una
corretta applicazione di formule che potrebbero dimostrarsi vincenti: nei mondi
virtuali in questo momento si passati dalla fase dei prototipi a quella dei modelli
funzionali. Un cambio di rotta che naturalmente si avverte anche in Second Life,
che dopo aver abbandonato gradualmente la natura pittoresca e sensazionalistica
che lha identificato soprattutto tra il 2006 e il 2007, ora si muove piuttosto sul
ircola un grande mito tra chi sensibile al tema delleconomia della cultura (pertanto non solo
territorio delle-learning e delleducation in generale. Non solo per quanto concerne
studiosi, ma anche operatori, amministratori pubblici ecc.): si tratta dellombra lunga del famoso
listruzione a distanza, ma anche in ambito artistico, dove le grandi performance di
Morbo dei Costi di Baumol e Bowen. Tale teoria, che stata divulgata nel lontano 1965 negli
una volta sono ora affiancate da progetti rivolti a tutti, con un valido e meritevole
Stati Uniti e che rappresenta la nascita degli studi sulleconomia della cultura, malgrado sia
approccio propedeutico. Ne un esempio il lavoro fatto dal gruppo H2A - Heart
incentrata principalmente sulle arti rappresentative, per prima analizza a fondo la problematica
to Art che, con il progetto Walking in Art, ha scelto di riproporre in Second Life
dellintervento pubblico nel settore culturale, formulando la cosiddetta Legge della crescita sbilanuna serie di opere darte celebri, permettendo allutente di vivere unesperienza
ciata. Secondo tale impostazione, il settore culturale caratterizzato da una funzione di produzione a coefficienti
immersiva, sostituendo il proprio avatar al protagonista dellopera, che si trattasse
fissi, poich il rapporto tra i fattori di produzione costante, essendo - quanto meno in linea di principio - stabilito
del Wanderer di Friedrich o di un personaggio di Botero. Esperimenti di questo
dallautore dellopera. Esemplificando, vuol dire che la modalit di esecuzione di una sinfonia pi o meno sempre
genere si erano gi visti in Second Life (penso alla vasca di Marat assassinato o
la stessa e, se si vuole mantenere un elevato livello qualitativo del servizio offerto, il numero degli orchestrali, nel
al caff di Arles sotto le stelle di Van Gogh), ma in questo caso il progetto ha una
tempo, non pu che rimanere il medesimo. Ne deriva che, nel settore culturale, la produttivit fissa. Questo,
valenza differente, e per questo appare particolarmente interessante. Negli anni
secondo gli autori, denota il settore artistico come stagnante, rispetto alla possibilit di beneficiare dei miglioscorsi, con operazioni simili si puntava al riconoscimento della forza concettuale
ramenti scientifici e tecnologici frutto del progresso, come avviene negli altri settori. I due autori americani sottodi un certo esperimento; adesso, invece, il peso della bilancia pende da unaltra
lineano, inoltre, che - indipendentemente dalle variazione della produttivit - la remunerazione degli artisti cresce
parte, non verso chi realizza un dato progetto, ma verso lutilit che questo pu
in dipendenza con landamento dei salari degli altri settori delleconomia, nei quali per essendovi un aumento
avere per la comunit. Lo dimostra il fatto che H2A ha previsto delle visite guidate,
della produttivit, dovuta al progresso, possibile distribuire un reddito superiore. Cosicch landamento increin cui Matteus the voice Taurog spiegava con entusiasmo e dovizia di particolari le
mentale della remunerazione degli artisti, la stabilit della produttivit e i conseguenti costi unitari di produzione
varie opere darte. Il lavoro di H2A, promosso in rete da Giovanna Delphin, stato
crescenti generano nel settore culturale un deficit permanente tra costi e ricavi, che tende peraltro nel tempo
pensato come un invito allapprezzamento dellarte, e non come unopera darte.
ad aumentare. Questa teoria, che ha permeato tutti gli studi di economia della cultura degli ultimi cinquantanni,
Prevale un intento didattico, che daltronde caratterizza e pervade il modo di essere
seppur scientificamente corretta, indaga e risponde su ununica questione, quella della opportunit finanziaria,
dei mondi virtuali oggi. Come spiega Eros Boa, cui si deve il progetto Walking in
ma nonostante questo rimasta la legge. Negli ultimi anni la scienza economica ha compiuto un notevole sforzo
Art, questo solo linizio di un progetto pi ambizioso che possa avvicinare non
nellallargare la sua prospettiva e nel capire quanto sia profondo il suo legame con la societ. In realt gi di questo
i soliti addetti ai lavori, ma un pubblico semplicemente incuriosito o affascinato
ha parlato Adam Smith in Teorie dei sentimenti morali (forse ancor pi importante de La ricchezza della nazioni) e
allarte. Una base per comprendere larte passata e necessaria per capire quella
Amartya Sen ci ha preso un Nobel una decina di anni fa. La misura della ricchezza e della pi puntuale redditivit
che sar. Un esempio rilevante, che sigla un momento di svolta, in cui gli universi
di unattivit non pu essere compiuta esclusivamente facendo la differenza tra costi e ricavi. Se questo stato
sintetici e le forme espressive che vi si sviluppano passano dallo status di mondi di
dimostrato come necessario per tanti settori, figuriamoci quanto lo sia per quello culturale. Pi di altri, questo innicchia a quello di mondi per tutti.
fatti la sommatoria complessa di input e output. Probabilmente gli economics puntuali sono deboli, ma sul medio
e lungo termine dimostrato che questi valori virano verso un segno positivo. La cultura produce capitale sociale
mario gerosa
e relazioni, queste sono il fondamento delle istituzioni, le istituzioni sono la culla della democrazia. Fate un po voi...
docente di multimedia al politecnico di milano
ECONO-MIA
undicidecimi
fabio severino
vicepresidente dellassociazione economia della cultura
LUMIRE
egli anni 90 era molto forte la convinzione che la velocit con la quale la tecnologia aiutava a
inventare per il cinema, lo stato di salute di Dreamworks, Pixar e centinaia di piccole aziende
losangelene specializzate in digital filmaking, spingessero anche la narrativa cinematografica verso
la definitiva resa del talento a favore delleffetto speciale. In realt cos non stato: vero che
certo cinema hollywoodiano non riesce a rinunciare a trame mozzafiato, dove lazione conta pi
della storia e una battuta pi del pensiero, per anche vero che il cinema sembra in ottima
salute e si conferma come una delle arti pi in contatto con la realt. Gli anni Zero del cinema hanno, invece,
visto prevalere altre inclinazioni: soprattutto, il rapporto con la storia e la definitiva intromissione dello stile documentario allinterno della fiction cinematografica. Si tratta anche di tendenze presenti nellarte di questi anni, il
che fa riflettere sul fatto che probabilmente si tratta di esigenze sentite a livello comunitario/sociale che esulano
dal rapporto arte-intrattenimento, area nella quale sempre di pi si tende a confinare qualunque cosa abbia a che
fare con la cultura. Il 2000 lanno de Il Gladiatore, grande produzione Usa/Uk su fasti e nefasti di un impero
romano impegnato a scrivere la fine della propria storia. Il successo mondiale trascina con s qualche critica sulla
veridicit storica della trama, uno dei consulenti ritira la propria firma. Ridley Scott conferma di essere a proprio
agio sia con le incursioni nel passato (daltra parte il suo primo film I duellanti (1977) riusciva anchesso a ripercorrere la caduta di Napoleone grazie ai ripetuti duelli di due suoi ufficiali) che con le futuribili anomalie di un tempo
ormai prossimo (Blade Runner, 1982). Ma il punto che pi sembra preoccupare - e che lega questo discorso
alle disavventure del giornalismo nostrano degli ultimi tempi - : non sar mica che la digitalizzazione della storia
agevoli quella manipolazione dei fatti, dei dati, di ci che stato... a favore della spettacolarizzazione tout court
o, peggio, del revisionismo pi becero? La revisione storica uno dei pericoli allertati negli ultimi anni dalle nostre
democrazie, un microesempio lo abbiamo avuto nellarte italiana lo scorso anno con la celebrazione del centenario
del Futurismo. Non penso ci sia un equilibrio quantificabile tra realt e finzione, un film pur sempre opera dimmaginazione, tuttavia certamente grave quando lo spettatore si prepara a vedere unopera come se fosse un
surrogato di realt (come dice Bruce Willis, abbasso i surrogati), ma questo vuol dire anche che innanzitutto
il pubblico che deve essere attento nel non subire passivamente certe informazioni. Esempio tipo facciamoci del
male: andare a vedere Fur (2006) - il ritratto immaginario di Diane Arbus diretto da Steven Shainberg - pensando di conoscere cos il lavoro o la biografia di una grande artista. Molti film degli ultimi anni cominciano con
aldo premoli
lormai nota dicitura based on true events, tanto che perfino Amazon le ha dedicato lapposita sezione excellent
cool-hunter
movies based on true event. Il fatto che lo stesso pubblico abbia fame di fatti veri e poi corra a vedere Avatar (il
film che ha chiuso gli anni Zero) non vuol dire che schizzato, ma che soltanto confuso (non certo sulle scelte
cinematografiche). La fiction sempre pi documentaria: che si tratti ormai di una strategia narrativa di successo
lo dimostra il fatto che persino il classico film dedicato a un personaggio bohmien o maledetto (vedi Il cattivo
tenente di Werner Herzog, che ha come sottofondo la New Orleans devastata dalluragano Katrina, Nicolas Cage ne sopravvissuto, ma i danni fisici riportati ne condizionano la vita) a volte fonda la
propria trama su fatti veri. Film come Changeling, Gran Torino (Clint Eastwood, 2008 e 2009), A Mighty Heart (Michael Winterbottom, 2007) sono dei capolavori stilistici che riescono a fondere storia,
fiction e attualit in maniera esaltante. Last but not least, il documentario vero e proprio ormai parte dellofferta cinematografica degli ultimi anni. Non solo Michael Moore, dunque, ma prodotti una
volta confinati a ununica proiezione in sale periferiche oggi incontrano le esigenze del pubblico. Ricordiamo anche Erik Gandini con Surplus e Videocracy; il battage mediale che ha ricevuto An Inconvenient
Truth di Al Gore e Davis Guggenheim; e quella vera e propria operazione artistica a cura di Martin Kunert ed Eric Manes, Voices of Iraq (2004), un documentario realizzato distribuendo 150 videocamere
digitali, trasformando cos 150 iracheni in registi.
gianni romano
critico darte ed editore di postmediabooks
8 speednews
gea
lascer dopo un mandato quinquennale, per tornare allinsegnamento alla Columbia University.
docente al dipartimento di German and Romance Languages and Literatures alla John Hopkins University, a Baltimora.
www.aarome.org
napoli 2010
L Giorgio Armani,
qui
Pierre
Cardin.
Finiscono qui, al di l
temporale, i legami
fra i due progetti. In
quello del Burj Dubai,
inaugurato in pompa
oltre a impiantarvi il primo Armani Hotel. Qui Pierre Cardin- allanagrafe Pietro Cardin, veneto da tempo naturalizzato francese - invece lanima e il promotore del futuro Palais Lumire, grattacielo in tre
alti, si goda la vista unica sulle meraviglie della Serenissima. Un sopralluogo, assicura lo staff del couturier, gi stato fatto e la scelta
dellarea di fondamentale importanza per potere attrarre investitori
info
fino al 25 aprile
Nove100
a cura di Carlo Arturo Quintavalle
da mercoled a luned
ore 10-13 e 16-19
Palazzo del Governatore
Piazza Garibaldi - 43100 Parma
tel. 199199111 / 0521 2181
[email protected]
10 speednews
Arte e beni culturali, resta alto
il sostegno delle Fondazioni
bancarie. Le grandi aziende, invece...
synestesie
diminuite solo del 2,1%. Fra i venti settori ammessi dalla legge, al
primo posto si conferma quello denominato Arte, attivit e beni culturali, con una quota del 30,6%, stabile rispetto allanno precedente. In
32,6% sul complesso delle erogazioni al settore. Se dunque le fondazioni di origine bancaria fanno tutto sommato abbastanza, quelle
che non fanno sono le altre grandi aziende italiane. Cosa fa Eni, che
una delle pi grandi aziende del mondo? Cosa fa Finmeccanica?
civil servant? La realt che molto patrimonio, tenuto dallo Stato nel
pi totale degrado, non potr che migliorare nelle mani dei privati.
Magari in unottica che faccia invertire la rotta dei nostri flussi turistici,
le Internazionale di Scultura di
Scuola Romana di Piazza del Popolo. Per volont della figlia Ma-
Il bando di gara
prevedeva laffi-
servizio
degli allestimenti
delle mostre di
Esperienza Italia
in
programma
del Nord Italia. Ben dodici cordate, fra cui big come Gae Aulenti,
Giorgetto Giugiaro e lo studio Cerri di Milano. Alla fine a spuntarla
Fabio Mauri, scomparso nei mesi scorsi). C poi un comitato scientifico formato da Luca Massimo Barbero, Laura Cherubini e Giorgio
Verzotti, mentre il comitato tecnico animato da Maria Angeli, Laura
potrebbe avere un forte impatto sul patrimonio monumentale e paesaggistico italiano. Parliamo del cosiddetto federalismo demaniale, approvato dal Consiglio dei ministri subito prima di Natale e ora
allesame delle relative Commissioni parlamentari. Misure che preve-
dono il trasferimento di beni statali a comuni, province e regioni, edifici pubblici come caserme e altre installazioni militari, terreni, spiagge,
colletti-
dellinaugurazione
del mondo. Come il Guggenheim Abu Dhabi, che sta sorgendo sulla
Saadyat Island con progetto di Frank Gehry, e che ora annuncia di
Eastern Art. I due guideranno il team che dovr strutturare il futuro programma delle mostre e la collezione permanente, focalizzata
sullarte internazionale del dopoguerra.
www.guggenheim.org
di attirare i migliori giovani talenti da tutti i Paesi del mondo. Previsto un bando nazionale per selezionare 110 giovani da inserire in
ah, lamour!
stralciodiprova
di marco enrico giacomelli
Qui, di prove, ne abbiamo uninfinit. Si potrebbe finanche utilizzare lespressione passim, ossia: vale tutto, lintero libro, qualsiasi sua pagina. Ebbene s,
perch Le donne sono quelle di Frank Lloyd Wright, il celeberrimo architetto. Quello, per rinfrescarsi la memoria, del Guggenheim di New York e della
Casa sulla cascata in Pennsylvania. La voce narrante invece quella di un
suo storico assistente giapponese, che ripercorre a ritroso le burrascose vicende sentimentali di Wright, in un esempio assai avvincente di docu-fiction,
scritto con unattenzione di pari livello per luna e laltra parte della suddetta
parola composta. Ottimo stile, dunque, e informazioni precise. E se proprio si
dovesse scegliere una prova, quella posta in esergo sarebbe perfetta: Ben
presto nella vita mi trovai a scegliere fra una schietta arroganza e unipocrita
umilt; scelsi larroganza. La firma? Quella dellarchitetto, ovviamente.
T. C. Boyle, Le donne, Feltrinelli, Milano 2009
arte e letteratura? continuano sul blog .::raccolta differenziata::. all'indirizzo jotake.blog.exibart.com
12 speednews
nuovinuovinuovi
dallarchivio docva by careof & viafarini
LOREDANA DI LILLO
Poliedrica e sfaccettata, la ricerca di Loredana Di Lillo in corso dopera... Potere, fragilit, solitudine e desiderio sono
le fragranze caratterizzanti emanate nei
collage diurni, nei disegni dai tratti confusi e nelle sculture posticce che spesso
occhieggiano alla miniaturizzazione. Ma
limprevisto quello che mi affascina di pi,
insieme allidea che, mentre Loredana ricerca qualcosa, ottiene inaspettatamente
qualcosa daltro, che finisce per dominare
la scena. C concentrazione, ma la dispersione concomitante a conquistare
lattenzione.
di innesti scenografici,
uninstallazione
queste
in un mix insolubile
intervento, anzich
sistema integrato di offerta-risorse-servizi, pu costituire unopportunit straordinaria per la valorizzazione del nostro patrimonio storicoculturale e lo sviluppo del territorio. Con queste parole, riportate dal
quotidiano Il Centro, lex assessore comunale alla cultura di Avezzano Flavia De Sanctis espone il progetto per la creazione di un distret-
Il progetto, gi appoggiato da enti come Regione Abruzzo, Provincia dellAquila, Servizio Sismico Nazionale, Universit dellAquila, ha
site
tendono a parcel-
pi armonico lin-
Cultural
les. Un susseguirsi
valorizzare in modo
lItalian
che
fatto
EUGENIA VANNI
C qualcosa di medioevale nel lavoro di Eugenia
Vanni. Qualche forma di costrizione, sia nei
disegni che diventano talvolta collage, sia nelle
sculture, spesso punti di vista per posizionarsi
lungo lorizzonte della sua produzione. Tra
la figura e la sua assenza, o quanto meno la
sua frammentazione, preferisco questultima
direzione. E soprattutto mi avvince il momento
in cui i segni che si congiungono in piccole
installazioni trovano un loro perfetto equilibrio.
CHIARA FUMAI
Uno, nessuno, centomila... Chiara Fumai preferisce sdoppiarsi, talvolta ricongiungersi, pi spesso
moltiplicarsi in identit reali o presunte. Reali nella finzione, presunte nel richiamo autobiografico.
Prima si firmava Pippi Langstrump (Calzelunghe),
ora torna a essere se stessa, a scegliere il patronimico (e di conseguenza a proiettarsi nel padre: per
quello che , o per un romanzo familiare ora finalmente espresso?). Musica per camaleonti dovrebbe
essere incluso nella top ten dei suoi libri preferiti.
Se non lo avesse ancora letto, glielo suggerisco caldamente.
vincitori fra gli altri del Progressive Architecture Design Award; a loro
zi espositivi, 300
artists-in-residence.
mq per limman-
www.departfoundation.com
cabile caffetteria,
tatissimo shop. La
Oltre alla creazione di una mappa dettagliata di beni culturali del ter-
dellArte
rava gi da qual-
di protezione civile.
di realizzare un per-
notizia si sussur-
A pochi mesi dal lancio ufficiale, varca lOceano lattivit della Depart
nizzazione che nel proprio Dna pone al centro lo scambio delle produzioni artistiche contemporanee fra lItalia e il resto del mondo. E che
ora avvia dunque una serie di iniziative allestero, con lideazione di
ture mixmediali. In questottica si pone il progetto Later Layer, uninstallazione site specific di Johnston Marklee Architects e dellartista
Contempora-
i messaggi dellopera,
tornando allorigine del mondo dellarte, dei suoi temi e dei suoi meccanismi. Non a caso, massiccia sar la presenza di artisti internazionali
arte e la propria poetica, a partire dalla concezione dellidea, fino al momento in cui lopera diventa tale. Tra questi, nel programma disegnato
conferma bisogna
nale Design Museum aprir la sua sede a New York. E non una sede
qualsiasi: listituzione milanese ha infatti firmato il contratto di affitto
per quindici anni della ex location del Museum of Arts & Design sulla Cinquantatreesima strada, ovvero a due passi dal MoMA. 1.700
mq complessivi disposti su quattro livelli, che dovrebbero consentire lapertura a maggio, in coincidenza con limportante International
Contemporary Furniture Fair. A quattro mesi dallapertura della sede
coreana di Incheon, a sud della capitale Seul, prosegue dunque la
marcia trionfale della Triennale, fortemente impegnata in un processo
di espansione allestero, con lo scopo di rafforzare la propria missione
di centro propulsore della cultura italiana, del design, dellarchitettura,
ger. I discorsi sulle pratiche curatoriali, i percorsi nella storia dellarte, gli
www.triennaledesignmuseum.it
di alessadro riva
AlCATrAZ
14 speednews
Dovunque, in ogni istante, scorrono immagini, si fanno conti, circolano e si annullano
informazioni. La Borsa ha rimpiazzato la vita e si avventa a rotta di collo nella sua
fredda spirale. Mai abbiamo avuto nello stesso tempo tanta spettacolarizzazione, tanta
confusione, tanto rumore. Percezione virtuale, agitazione simulata, mania negativa,
cinismo, risentimento, esplosioni per niente, morti per niente: si direbbe che gli umani,
sia in pubblico che in privato, si siano messi ad abitare definitivamente in un film. Correva
lanno 1996 quando Philippe Sollers scriveva queste righe allinizio di un suo celebre saggio
su Bacon (Les passions de Francis Bacon).
A pi di dieci anni di distanza, milioni di morti in guerre, attentati terroristici,
escalation militari, pogrom etnici, tragedie nascoste sotto montagne
di pubblicit e di parole blaterate in quelleterno reality nel quale si
trasformata insieme la nostra tele-visione e la nostra vita quotidiana,
appare difficile trovare unanalisi lorgia di insensatezza, allo stesso
tempo virtuale e reale, che si impadronita di noi, del nostro
corpo, della nostra estetica, della nostra etica. La grande politica
sostituita dalla corsa disperata e cinica della finanza mondiale;
quella che un tempo chiamavamo democrazia rappresentativa
svuotata sistematicamente di ogni suo principio; i grandi gruppi
economici al comando, letteralmente, del mondo: laddove un
tempo la politica, con la sua cultura e le sue regole, faceva da
cuscinetto (a volte da cinghia di trasmissione o da paravento, ma
esistendo pur sempre come entit autonoma) rispetto agli interessi
delleconomia, oggi la finanza ha sostituito la politica al governo del
mondo: le grandi famiglie e le lobby imprenditoriali e finanziarie sono
diventate esse stesse (con rare eccezioni) il potere politico.
LItalia, da sempre laboratorio di idee e di pratica del dominio, oggi, come
in altri momenti della storia, allavanguardia nella corsa devastante allabolizione della
politica: il Re dei monopoli economici e dellinformazione al governo, lopposizione ridotta a
guerra di bande e di interessi, e sostituita con una triste parodia di quel Partito della Forca
che abita ogni brusco passaggio di potere (il Partito dei Giudici, obbrobrio culturale che solo
un tempo disorientato e corrotto quale quello attuale poteva creare), la democrazia ridotta
a nomina dallalto dei presunti rappresentanti del Popolo, e poi intolleranza diffusa, paure
alimentate a scopi politico-propagandistici, faide contrapposte, veleni, ricatti, scandali
sessuali, vecchi slogan libertari sui diritti trasformati in trappole giuridico-burocratiche
che regolano ogni istante della nostra vita, malcelati desideri poujadisti e populisti che
muovono in ogni, e da ogni, direzione: ce n abbastanza per avere il sospetto che gli
Anni Dieci ci preparino lavverarsi di ogni peggior sogno che la civilt moderna possa aver
concepito; quel cattivo sogno della moderna societ incatenata di cui parlava Guy Debord
preconizzando la presa di possesso dello spettacolo come il cuore dellirrealismo della
societ reale.
In questo contesto, che ruolo ha larte? Come sempre, larte rappresenta il proprio tempo,
ne estremizza e ne anticipa i presupposti ideologici e culturali. Ma larte, oggi, ha cessato
di rappresentare: non perch non rappresenta pi limmagine del mondo, ma perch
non rappresenta letteralmente pi nulla, se non se stessa e il proprio piccolo, debole,
inutile sistema di potere: circolo vizioso elitario e solipsistico, eterno gioco autoreferenziale
sul linguaggio (tipico di ogni epoca di crisi e di passaggio), ipertrofico e congestionato
lambicco intellettuale che, non ri-conoscendosi pi in alcun modello prestabilito, si
mimetizza con le altre forme della societ, dalla danza al cinema alla tiv allinformazione
alla politica, rinunciando alla propria specificit, per lincapacit di gestire la crisi
che da oltre un secolo lattanaglia. E, laddove le altre forme culturali hanno
ancora un proprio pubblico reale (il cinema, la letteratura, la musica, la
tiv), larte, proprio nel secolo dello spettacolo generalizzato, ha perso
il proprio fruitore: sostituito da un ristrettissimo circolo, una setta
esclusiva e inaccessibile di iperspecialisti, che parlano un linguaggio
incomprensibile ai profani, divisi al loro interno in bande, in gruppi
di potere, in cordate affaristico-economiche: essendo anche in
questo, tuttavia, e significativamente, lo specchio della medesima
societ che ha smesso di rappresentare.
Punto culminante dellarte di questo decennio pu essere presa
allora, davvero (come suggerito, ma per ragioni diametralmente
opposte, da Sandretto Re Rebaudengo sul Sole 24 ore) la Biennale
di Bonami del 2003, significativamente intitolata Dittatura dello
spettatore, ovvero la beffa dopo il danno: parodia grottesca, a suo
modo, delle rivoluzioni comuniste del Novecento: celebrate, s, in nome
del proletariato, ma fatte in funzione e per conto di una setta di burocrati
(quella che Lenin, non a caso, chiamava Avanguardia rivoluzionaria, e noi, per
quelle verit nascoste nelle pieghe del linguaggio, chiamiamo Avanguardia, e basta: ed era
il Partito, per Lenin; sono i musei, le riviste darte, le lobby di galleristi e collezionisti, per
il moderno Sistema dellArte; e dietro a loro, come dietro al Partito nei regimi comunisti,
non c pi che il nulla del disinteresse, o dellincomprensione e dellastio, della massa del
pubblico reale).
Oggi, per, anche in arte potremmo assistere al crollo dei muri: grazie alle spinte che
vengono dal basso, cio da fuori del sistema. In primo luogo dalla strada: la lezione,
malcompresa dai guardiani dello status quo, della recente ri-nascita, su basi nuove, della
Street Art proprio questa: unarte che si riprende i propri spazi, al di l e contro i diktat
dei piccoli burocrati del sistema. E poi, dal web: i blog, i forum, le riviste online, le cordate
di protesta: oggi contro premi e direzioni di musei affidate in maniera clientelare; domani,
forse, come luogo di discussione, vera e reale, sul senso del fare arte oggi, fuori dalle
logiche di fazione. Per provare - se siamo ancora in tempo - a ri-creare un pubblico vero,
e non fittizio, a quella misteriosa entit in via destinzione chiamata Arte Contemporanea.
Lobiettivo di organizzare
la conoscenza attraverso
se. Si tratta di investimen-
lassessore
Milano,
Massimiliano
Fi-
Ore. Un programma strutturato su quattro anni con investimenti vicini ai 100 milioni
DIRETTORE editoriale
Massimiliano Tonelli
[email protected]
ti strategici, condivisi, in
tagliatamente,
dietro lo stupro sistematico della citt vi sia la criminalit organizzata si fanno sempre pi pressanti e, in ogni caso, la schiacciante maggioranza dei cartelloni fuori-
SUPERVISIONE
Anita Pepe
IMPAGINAzIONE
Alessandro Naldi
legge rispetto al Codice della Strada. Nei giorni scorsi peraltro la polemica aveva...
a ridosso di San Pietro. Con manifesti che - oltre alla loro ingombrante presenza
- contengono spesso spot allusivi, doppi sensi, immagini volgari. E i vigili del XVII
Municipio pare che ultimamente debbano rispondere alle proteste di alti prelati...
di due anni (2010/2011) e sar strutturato in una serie di piccole grandi mostre sui
anche il Museo delle Culture Extraeuropee nellex area industriale Ansaldo, in zona
Tortona, anche se il progetto di David Chipperfield subir un ridimensionamento
per il mancato arrivo di 20 milioni di euro dallo Stato, sui 40 milioni preventivati.
Entro il 2012 sorger comunque ledificio principale, che ospiter oltre tremila opere
da Cina, India, America precolombiana, Giappone, attualmente al Castello Sforze-
sco ma non visibili per mancanza di spazi. Insomma, lorizzonte Expo 2015 sembra
costellato da interessanti progetti che, se Milano la pianter con i continui stop&go,
riusciranno a restituire una metropoli lombarda ben attrezzata anche dal punto di
vista espositivo e culturale. Ce lo auguriamo pi di ogni altra cosa.
STAFF DI DIREzIONE
Marco Enrico Giacomelli (vicedirettore)
Claudia Giraud (caporedattore eventi)
Massimo Mattioli (caporedattore news)
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Il progetto, promosso dalla Fondazione Musica per Roma, coprir un arco di tempo
spazi di AuditoriumArte, alla quale il curatore Achille Bonito Oliva ha voluto dare il
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IN COPERTINA
Perino & vele - Public Invasion
EDITO DA
Emmi s.r.l.
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tica sulla storia dellarte, cos come del suo unico e fertilissimo modo di lavora-
PRESIDENTE
Artico Gelmi di Caporiacco
re allunisono con gli altri artisti del gruppo Fluxus, fondendo le loro esperienze in
AMMINISTRATORE
Paolo di Rocco
DIRETTORE GENERALE
Uros Gorgone
REGISTRAzIONE
presso il Tribunale di
Firenze n. 5069 del 11/06/2001
______________________
associato:
Continua con le zone storiche del centro linvasione selvaggia dei cartelloni pubblici-
di perfomance, opere dello stesso Maciunas, di Yoko ono, Nam June Paik, la
tari che tante polemiche ha sollevato a Roma, dopo che tutta la zona semicentrale e
Il condono voluto dalla giunta Alemanno verso gli operatori che, con modalit uniche
con quella di Wolf Vostell. Nel 2011 sar la volta di Nam June Paik, Giuseppe
tutti in zone tassativamente vietate dal codice della strada. Come nel caso della foto
www.auditorium.com
galleristi ai fornelli
piattoforte
16 popcorn
CESArE CArDEllI
Cardelli&Fontana Arte Contemporanea - Sarzana (SP)
Seppie al curry
Essendo di estrazione toscana, in un primo momento avrei voluto proporre una ricetta pi legata alle mie
origini. Purtroppo per voi non ho resistito alla tentazione di consigliarvi questa mia creazione, che ritengo
veramente appetitosa e invitante. Pulite accuratamente le seppie, tagliatele a filetti piuttosto grossi (per un fatto
puramente estetico personalmente non metto i tentacoli che utilizzo diversamente, magari tritati per un buon
sugo di pesce). In una padella dai bordi alti mettete un po dolio, la cipolla tritata grossolanamente e un poco
dacqua. Fate imbiondire e quindi aggiungete le seppie. Cuocetele alcuni minuti rigirandole spesso. Salate
e pepate. Ora aggiungete mezza bottiglia di un buon vino bianco, il curry e acqua quanto basta per coprirle.
Mettete il coperchio e cuocete a fiamma bassa per circa 20 minuti. Scoperchiate, aggiungete una foglia dalloro
e completate la cottura fino al completo restringimento del sugo. Come contorno suggerisco semplici patate
lesse condite con olio buono e prezzemolo tritato. Buon appetito a tutti.
la une
te?
o dellar
d
n
o
m
l
de
onaggio
s
r
e
p
o
t
es
chi qu
indovinachi...
di laurina paperina
rsvp
invito
Adottando la teoria che il manifesto sia spesso un elemento caratteristico del paese e
della societ che lo crea, nasce il progetto
Public Invasion, che si ispira al diffuso utilizzo
dei manifesti: da quelli politici e pubblicitari
agli annunci funebri e soprattutto ai manifesti di protesta popolare scritti a mano, uno a
uno, con pennarelli neri e rossi. Specialmente
in campagna elettorale, i manifesti dei candidati politici finiscono per coprire cassonetti,
saracinesche, centraline elettriche e altro,
violando tutte le norme in materia. Lintero
progetto Public Invasion sviluppa questo strano modo di agire: un pensiero portato alleccesso, quasi ingombrante e senza regole. Public Invasion, il lavoro realizzato per Exibart,
porta con s messaggi e slogan legati alle
attivit svolte da Greenpeace o di personaggi
del mondo della politica o della cultura. Manifesti monocromatici in cartapesta, di diverso
formato e interamente disegnati a pastello
uno a uno, sono offerti allo spettatore per
essere letti singolarmente o sovrapposti, costituendo, cos, diversi contenuti.
Emiliano Perino (New York, 1973)
e Luca Vele (Rotondi, Avellino, 1975)
Lavorano con le gallerie Alfonso Artiaco
di Napoli (081 4976072; www.alfonsoartiaco.com) e Alberto Peola di Torino (011
8124460; www.albertopeola.com)
the best
18 speednews
Jewish Museum di Berlino, nel 2011
una nuova ala griffata Libeskind
Laffascinante
loca-
tion quella di un
dallinteresse verso le
tropolitano,
meta fissa per chi visita la capitale tedesca. I lavori per la nuova ala
linterpre-
del suo Jewish Museum, inaugurato nel 2001 e ormai divenuto una
relazioni, linterazione
le circonda. Il progetto
del museo, celebre per le forme che richiamano una Stella di David
www.fondazionecasoli.org
visitatori e 70mila partecipanti attivi alle iniziative didattiche e sperimentali, La Scienza in Piazza - che questanno, dall11 al 21 marzo,
www.unicaexpo.it
www.salauno.com
sentati presso la Galleria Sala 1 in una mostra dal titolo Nuove chiese
diocesi di Agrigento.
Entrambe sono infatti modi per andare oltre la realt immediata delle
cose: cos come larte non un semplice vedere, cos la scienza tro-
PENSIAMo
EXhIBITIoN AS ProCESSIoN
Giunta al suo terzo appuntamento, la rubrica Cpensiamo si volge verso una forma assai particolare di espressione
artistica: la processione, la parada. Un genere che attraversa i continenti e ha molto da dire. Ne parla una specialista,
Claire Tancons...
The Modern Procession, organizzata da Francis Als nel 2002 per rappresentare simbolicamente la rilocazione temporanea
della collezione permanente del Museum of Modern Art dalle gallerie di Midtown Manhattan al magazzino nel Queens,
paradossalmente emblematica del trend che ha visto la reinvenzione della processione come medium artistico e format
espositivo, tipica dellultimo decennio. La processione, millenaria e universale, attraverso festival popolari, rituali religiosi e parate
militari, rivela una storia molto pi consolidata di quella delle mostre come format. Lesposizione, affermatasi nelle istituzioni museali
europee dal XVIII secolo come modello dominante nel sistema dellarte occidentale, ha esteso poi la sua egemonia al resto del mondo, con lavvento dei processi
di globalizzazione, con il supporto del progressivo affermarsi del modello-biennale. In questo contesto sono stati quasi del tutto tralasciati gli aspetti legati al folk e
alla vita collettiva, che avevano reso cos popolari il Carnevale, le parate e le processioni.
possibile che la processione, grazie al coinvolgimento di spazi pubblici e degli spettatori, possa offrire una reale alternativa per gli artisti? Chi sono, fra gli altri,
i protagonisti di questo nuovo format? The Landscape is Changing (Albania, 2004) di Mircea Cantor prevedeva che i partecipanti mostrassero manifesti di carta
riflettente piuttosto che i tradizionali slogan, rispecchiando gli astanti e registrando i cambiamenti del paesaggio letteralmente e metaforicamente. Anche Jeremy
Deller, con Social Parade (San Sebastian, 2004) e Christian Philipp Mller, con Carro Largo (Rovereto, 2008), hanno inaugurato una biennale, Manifesta, con delle
processioni. In Africa si sono cimentati Pascale Marthine Tayou (Fantasia Urbaine, Douala, 2007), Dominique Zinkp, (Awobobo, Cotonou, 2008) e Gugulective
(Unauthorized March, Johannesburg, 2009), rivelando una coincidenza di fonti dispirazione e tematiche con la controparte europea: linfluenza della cultura
globale di protesta, linteresse per le forme darte popolare, il desiderio di sfidare legemonia dei musei. Ma gli artisti che maggiormente si sono distinti, i reali
inventori della moderna processione, sono di origine brasiliana e caraibica: grazie al Carnevale e ad altre manifestazioni locali, hanno reso la processione un
possibile medium artistico. Attualmente, tra questi figurano Kathryn Chan, Marlon Griffith, Nikolai Noel a Trinidad e il gruppo A Gentil Carioca Gallery a Rio, che
svilupp la propria ricerca studiando le stravaganze del carnevalesco Josinho Trinta. Da non dimenticare lamericanobrasiliano Arto Lindsay e le sue parate, tra
le quali De Lama Lamina, in collaborazione con Matthew Barney (Bahia Carnival, 2004), Multinatural (Blackout) (Biennale di Venezia, 2009) e Somewhere I Read
(Performa, New York, 2009).
Nel nuovo mondo, il Carnevale non solo si evoluto come una moderna forma darte, che spesso va oltre i confini del Carnevale medievale proposto dalla cultura
occidentale; il format della processione si inoltre sviluppato offrendo agli artisti lo spazio per un nuovo, alternativo medium artistico, con caratteristiche del tutto
particolari: la processione pu essere cos pensata anche come medium curatoriale. Molto pi di una mostra, la processione ha le sue regole e pratiche, pu
essere tematica, monografica... Come una mostra, compatibilmente con il mantra concettuale de lo spettatore che completa lopera, la processione si affida
al visitatore, per essere integrata, in una maniera che non semplicemente concettuale, ma di natura pratica, poich semplicemente non pu esistere senza
unattiva partecipazione. Come emerso a Faenza, nel corso della conversazione con Arto Lindsay, il mio lavoro come curatore si ispira al Carnevale caraibico, con
unattenzione particolare per Trinidad, piuttosto che alle esperienze brasiliane (in particolare di Salvador de Bahia), che invece influenzano le sue pratiche. Tra il
2008 e il 2009 ho realizzato due processioni: la prima, Spring, inaugurava la settima Biennale di Gwangju; la seconda, A Walk Into the Night, si svolgeva nellambito
di CAPE 09. Sebbene entrambi gli eventi richiamino una metodologia curatoriale per mostrare la processione allinterno di un contesto artistico, essi sono per lo
pi debitori di questa tradizione.
ClAIrE TANCoNS
Claire Tancons curatrice e storica dellarte, con base a New Orleans. La sua ricerca si concentra sulle tematiche del Carnevale e della processione
[email protected]
www.festivalartecontemporanea.it
20 speednews
WRIGHT IL TURNERIANO
Intervista a Richard Wright, vincitore del Turner Prize 2009 e creatore di opere nate per non durare. Quando mi si chiede se mi addolora la distruzione del
mio lavoro, forse la risposta dovrebbe essere che non va chiesto a me. Per me un elemento di sacrificio importante, ma anche una liberazione...
La fine di questo lavoro
stata pi sentita del solito,
forse per via della pubblicit. Certo, una riflessione
su qualcosa che sparito
c - anche se rivisitassi il
dipinto perderebbe innocenza e dunque potenza
-, c una perdita, ma non
tristezza, perch questa
la natura del lavoro.
In unintervista al Guardian hai dichiarato che
c troppa roba nel mondo. In termini darte,
cosa non deve essere distrutto? Perch?
Il mio lavoro intenzionalRichard Wright - No Title - veduta dell'installazione
mente in una posizione
presso la Gagosian Gallery, Londra 2009
di precariet. Ma ci non
courtesy Gagosian Gallery & The Modern Institute/Toby
Webster Ltd & BQ - photo Mike Bruce
significa che non debba sopravvivere. Se qualcosa
sufficientemente significaLa tua installazione alla Tate stata ridipintiva e necessaria, allora sopravviver (almeno
ta: non ti spiace? Capisco che il dispiacere
per un po). un fatto di per s sfortunato che
non sia il punto, ma non credi che trarremLeonardo abbia fatto alcuni errori tecnici nellUlmo beneficio da una bellezza durevole nel
tima Cena. Laffresco ha poi avuto una vita moltempo?
to tormentata. Qualcuno potrebbe dire che non
jusartis
Fotografie
e diritto dautore
pi il lavoro di Leonardo ma che il suo fantasma che ci possiede. chiaro che, ora che il
mondo che lo ha creato scomparso, abbiamo
bisogno di certe testimonianze.
Molto stato detto sulla tua pittura erudita, che elabora motivi e tecniche del passato. Chi ha influenzato la tua arte?
Avrei bisogno di un libro per questo. Una lista
potrebbe iniziare con il Maestro dellOsservanza, la pittura indiana mughal, Duccio, i Lorenzetti, Mondrian, Duchamp, Paul Rand e Rick
Griffin... Sono influenzato da circa tutto ci che
vedo e spesso guardo al lavoro di artisti i cui
nomi non sono conosciuti, forse perch di altre culture o tempi. O perch non considerati
artisti.
Il paradigma del bello stato stabilito una
volta per tutte?
Penso che il futuro ci ricorder come unet
egoista che si riflette nella nostra arte. Forse
abbiamo bisogno della cultura del passato perch questa ci mette in una luce differente; mostra che ce la possiamo fare. Da l veniamo e
senza di essa siamo vuoti. Ma ci non significa
che il paradigma della bellezza sia gi stato definito. Il passato solo uno specchio. Potrebbe
essere uno specchio in cui siamo intrappolati.
Ma proprio per questo un pittore dovrebbe
ne multimediale di colo-
ri, immagini,
che
spazzano via
il grigio urba-
no. Il grigio
urbano
Come descriveresti la relazione con lo spazio in cui/che dipingi? Chi decide cosa?
Lo spazio come se fosse gi unopera, come
se emettesse un suono o una voce. Cerco di
sviluppare il lavoro in modo tale da liberare quella voce. La cosa pi importante spesso cosa
non c, e dunque la parte principale del lavoro
lo spazio in cui collocato.
Uninvasio-
icone
da
spazzare via
lpaper, nata per dar voce agli artisti emergenti, che ha offerto la possibilit a chiunque di diventare protagonista e di
auspici la pre-
29esima
la
sotto i migliori
parazione della
zione di Arco,
programma dal
17 al 21 febbra-
io - che resta
www.absolutwallpaper.com
culture, dal titolo Crisi economica e competitivit. La cultura al centro o ai margini dello sviluppo?.
E la risposta del sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro ha appunto preso a campione la Capitale, prefigurando questa sorta di quadrilatero della cultura romana,
darte
madrilena - in
fiera
edi-
comunque
pi
la
importante
www.ifema.es
22 speednews
synestesie
di lavinia collodel
Con Synestesie Exibart.onpaper inaugura un ambito di sovrapposizioni tra arti visive e letteratura. Su
ogni numero unopera (trovala a pag. 10). Selezionata da una mostra rigorosamente in corso. A
partire da ogni opera un racconto. A firma di una giovane scrittrice, dun fiato.
GIRONZANDO
Dopo la storia dellincidente - proprio un brutto fattaccio - tutto cambiato. Non stata
colpa n mia n sua, semplicemente successo, andata cos.
Non sempre sei l a pensare che ogni volta che fai una scelta ci possa essere una conseguenza
importante. E poi le cose accadono, a volte le scegli, o qualcuno le sceglie per te, a volte
spingi per farle accadere facendo il vago di non voler sapere cosa vorresti... e poi ci sono le
coincidenze, e c il caso, e spesso un gran casino per la combinazione di tutti questi fattori
che si intrecciano insieme come i fili di telefono computer modem stampante stereo carica
cellulare sotto alla scrivania.
Non so neanche se tutto cambiato in meglio o in peggio, dopo tutti questi anni ancora non
so valutarlo. cambiato tutto, punto. Sicuramente non mi sono mai fermata abbastanza per
valutarlo.
Prima eravamo io e lui in un idillio perpetuo, un bustrofdico incedere da una situazione
piacevole ad una meravigliosa, dal bene al meglio, dal meglio al bene, avanti e indietro, indietro
e avanti. Non che fossimo due strani esemplari di ameba cigliati decerebrati, avevamo i nostri
alti e bassi, ma diciamo che i nostri bassi rimanevano, fortunatamente, sempre piuttosto in
alto.
E poi, ecco linferno. Non so neanche dove sia finito lui, perso nel caos. Io invece ho seguito
quel poco di ordine che ho trovato nel caos, e semplicemente affidandomi ai miei sensi senza
tanti pensieri, ho iniziato a girare il mondo. sempre lo stesso inferno, dai ghiacci allequatore,
sotto la pioggia o sotto il sole. Non avevo, non ho tuttora, bisogno di niente, non ho niente,
moderno San Francesco cerco un po di bene qua e l, faccio un po di bene qua e l, cerco una
scintilla che brilli diversamente nelle tante persone che incontro tra le fiamme.
Lunica cosa che possiedo la combinazione del mio corpo e della mia mente, e uso entrambi.
Sul mio corpo ho fatto passare tanti uomini, sulle mie curve posso tracciare la mappa dei miei
percorsi, le tappe delle mie soste, seppur brevi.
Sono una first aid lady, pronto soccorso ambulante per uomini che hanno speranze ma non le
vedono, accecati dai loro problemi o dallo scorrere veloce delle cose. Do a loro un po di piacere,
tutto qui. Sono il loro momento felice, e poi svanisco. Non sono perfida, assolutamente. Credo
fermamente nello stimolo positivo che posso dare, e in questo senso scelgo i miei uomini, e poi
mi faccio scegliere, non vado con chiunque. E non si pensi che mi faccio pagare: mai successo.
Me li scelgo i miei uomini, e sono uomini che non lo penserebbero neanche.
Ricordo Wim in Sudafrica, gran camminatore, lho accompagnato nelle sue ricerche sulle
correnti daria, una volta in cima a Table Mountain, Cape Town, una vista mozzafiato. C stato
Tom, in Uruguay, ma non era il suo vero nome, ne sono convinta. Sapeva anche lui che la nostra
relazione sarebbe stata breve ma intensa. Poi Georg, di un paesino in Austria di cui non ricordo
il nome, grande uomo.
capitato che mi fermassi a ricordarli tutti, i miei uomini, nei momenti di solitudine ce li ho
anche io, nonostante tutto facendoli rivivere incisi su un tronco, su una roccia, sul muro di
una casa diroccata.
Mi piace questo fatto di scomparire, ma con un congedo sentito; di essere mille persone, ma
sempre con la stessa personalit di fondo, arricchita da ogni nuovo contatto profondo con la
gente.
Non voglio diventare malinconica, continuo a viaggiare.
dalla laguna
Tanto per essere chiari. La Francia
gi annuncia Christian Boltanski
per la Biennale 2011
di Venezia, spesso a
costretti a lavorare
Questo sentore deve essere stato condiviso anche dai responsabili del Padiglione francese, che si sono voluti mettere al riparo
cune parti della mostra saranno realizzate attraverso la collaboradi punta previsti, i Sabati dellArchitettura, una serie di conversazioni, performance e momenti di discussione settimanali con ar-
www.labiennale.org
come
da
sbarca a Venezia,
Anzi,
e anche a Roma.
Come preannunciato a noi di Exi-
nostra nazione. [...] Forse Bondi ha voluto alzare la posta e spingere ancora pi avanti quella che ad alcuni sembrer una provo-
di arte contemporanea, anzi la odia. Quante volte ho sentito queste affermazioni e quante volte ho pensato ad artisti superbi come
Domenico Gnoli, Antonio Lpez Garca, Werner Tubke, e anche
Quesiti oziosi. Giacch, come evidente, tutta lArte Arte contemporanea. Il resto classificazione, mercato, moda, sindacato,
lobby, scuderie, squadre.
nazionale prima ancora che sia noto il nome del direttore della
Biennale.
tura chiarire i nuovi valori e i nuovi stili di vita dellXXI secolo? Que-
la
Francia,
tocca
allIslanda.
Mentre
sulla
Biennale
giunta nellambito
copione.
che modo essa esprima nuovi modi di vivere, e per mostrare che
Tutto
Padiglione Italia:
il curatore sar Vittorio Sgarbi.
Che si aggiudica pure
la supervisione acquisti al Maxxi
di
Venezia
tutti
gli
interrogativi
padiglione
italiano,
24 speednews
Con la testa fra le Nuvole. Si lavora
a Roma al centro congressi
di Massimiliano Fuksas
Mentre
lattenzione
Son quelli venuti in mente al gallerista Guido Cabib, e si riferisce a Cicelyn, direttore del Madre di
Napoli. Ricapitoliamo: per la mostra Barock son
stati spesi 1 milione di euro + iva; Cabib ha posto
pubblici interrogativi; Cicelyn ha risposto, ancora pubblicamente. Dov avvenuto tutto ci? Su
Exibart, naturalmente. Un botta-e-risposta in
real time, con uno strascico lunghissimo di commenti tutti da leggere.
[in calce alle notizie su exibart.com]
esposizione trasversale programmata contemporaneamente in cinque delle pi importanti istituzioni museali italiane: il Maxxi di Roma,
la Venaria Reale a Torino, il Madre di Napoli, il Mambo di Bologna e
Santa Maria Novella, Palazzo Antinori, Palazzo Budini-Gattai, Palazzo Rosselli del Turco, oltre ad alcune gallerie cittadine. Torna a
Firenze per la sesta edizione in citt Artour-O, evento - MuST, Muse-
riferimento per collezionisti, galleristi, artisti e curatori. Come la scorsa edizione, il centro dellevento il Grand Hotel Minerva, in Piazza
Santa Maria Novella, da cui si dipana un percorso che presenta il
info
www.twisterartecontemporanea.com
speednews 25
r.i.p.
CLAUDIA GIAN FERRARI
Se la conosco? la prima cosa
che leggo al mattino quando mi
alzo, e lultima che leggo alla
sera prima di dormire. Cos ci rispondeva qualche tempo addietro Claudia Gian Ferrari quando,
interpellandola telefonicamente
per un commento, timidamente
ci presentavamo come Exibart.
Questo per dire quanto eravamo
amici della grande gallerista e
storica dellarte, e con quanto dolore ci tocca annunciare
la sua scomparsa, avvenuta a Milano allet di 64 anni.
Nata a Milano nel 1945, era la figlia del grande Ettore Gian
Ferrari, uno dei principali protagonisti della scena culturale
cittadina e nazionale, ideatore nel 1942 dellUfficio Vendite alla Biennale di Venezia. Nel 1974 era divenuta contitolare col padre dellomonima galleria darte, fondata nel
1936, che aveva condotto poi in prima persona dopo la
sua scomparsa. Privilegiando il recupero e la valorizzazione di artisti fra le due guerre, da Wildt a Oppi, da Cagnaccio di San Pietro a Fausto Pirandello. Difficile in questa
sede ripercorrere anche solo parzialmente il ruolo sempre
centrale avuto nel sistema dellarte italiana, ed Exibart ci
prover quanto prima con un ampio approfondimento. Ci
piace tuttavia citare la sua ricchissima collezione, che aveva deciso fosse giusto condividere con un pubblico quanto
pi ampio possibile. Per questo ne aveva destinata unampia selezione in prestito permanente al Fondo Ambiente
Italiano, per essere esposta a Milano a Villa Necchi Campiglio, con opere di grandi maestri italiani come de Chirico,
Carr, Morandi, De Pisis, Severini, Campigli, Casorati,
Martini, Gino Rossi, Sironi. E una ancor maggiore donazione era stata quella destinata al Maxxi, circa duecento
opere, da cinque lavori di Lucio Fontana ad altrettanti di
Piero Manzoni, a opere di Munoz, Kiefer, Salle, Martin,
Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 - Firenze - Copia euro 0,0001
sommario
26 index
63
04 retrocover
06 opinioni
08 speednews
popcorn
30 trailers
44 nuovispazi
48 djvu
56 intervallo
58 tre capitali
70 o?
72 agenda
16
inteoria
free | anno nono | numero sessantatre | gennaio - febbraio duemiladieci | www.exibart.com
Se non altro ci va dato atto di averci provato, a fare una fotografia del decennio appena trascorso. La fotografia venuta, s, ma assai mossa. E non detto che sia un male. Certo, l'essenziale era non far finita di niente,
farsi scivolare la novit addosso. Sarebbe stato impossibile per una rivista che, come sapete, da sempre uno strumento reale e concreto di approfondimento e aggiornamento su cosa ci accade attorno, unantenna del
mondo dell'arte rivolta al mondo reale. L'essenziale era non far finta di niente e non lo abbiamo fatto: abbiamo tentato di vivisezionare uno strano decennio durato solo sette anni; iniziato a New York il giorno 11 settembre
del 2001 (caddero le torri del WTC) e conclusosi a New York il giorno 15 settembre 2008 (cadde Lehman Brothers, una delle pi importanti banche d'affari al mondo e diede avvio alla crisi economica in cui siamo ancora
ben invischiati dopo un anno e mezzo). A parte rilevare che New York si mantenuta, visti i fatti, indiscussa capitale mondiale della decade appena trascorsa (alla faccia di Cina e India), tutti i nostri contributor hanno
32
33
decennium bug
manifestato un vivo imbarazzo intellettuale a dipingere ritratti degli Anni Zero. Anni indefinibili, privi di una grande personalit, anni di terrore e terrorismi. Li abbiamo osservati con gli occhi dell'arte, naturalmente, ma
anche con quelli del design, del cinema, della tv. In un percorso che non dar delle risposte, ma porr ulteriori domande per decifrare un periodo che abbiamo, tutti, vissuto a pieno. Un decennio che, come tutti gli altri prima
di lui, oggi ci risulta nebbioso, ma presto sar rivalutato e torner in auge. Del resto, se gli Anni Dieci si sono inaugurati come si sono inaugurati (ogni riferimento alle volgarit della politica nella gestione delle nomine in
ambiti strategici per il nostro paese come il Castello di Rivoli o il Padiglione Italia della Biennale puramente voluto), torneremo presto a guardare gli Anni Zero con quel po' di nostalgia. Intanto girate pagina per iniziare a
inquadrarli. (Questo numero dedicato a Claudia Gian Ferrari.)(m. t.)
approfondimenti
gracias
NerA
Palazzo Lucarini
Pino Boresta
Prometeogallery
Rocca delle Macie
Spazio Gianni Testoni
The Gallery Apart
Tralevolte
Triennale di Milano
TVS spa
Unicredit
Universit di Ferrara
VM21 artecontemporanea
36
orchestrare rivoli
38
40
42
ma bugo il cantante?
rubriche
28
60
62
64
65
66
68
70
78
28 assoloshow
Vite parallele. Due frizzanti gallerie - una italiana, laltra estera - e due artisti emergenti - possibilmente alla loro prima personale
(da qui il titolo) -, in una presentazione, a mo di autoritratto bilingue, del loro lavoro. Per linkare mostre rigorosamente in
corso, affiancando realt che, forse, un domani potrebbero intrecciarsi Una nuova rubrica per Exibart.onpaper
HELEN MARTEN
(Macclesfield, 1985)
Il mio lavoro oscilla tra un effetto estetico casuale e una liscia e anonima
manifattura industriale, senza soluzione di continuit. C in esso un interesse
per il contatto, il processo e il ritmo. Sono costantemente divisa tra un eccesso
di provocazione e un iconico, formale o semplicistico gesto; con i singoli
pezzi che si evolvono attraverso un territorio dove il modernismo il razionale
ordine del giorno e il kitsch unestetica deviante. Il risultato finale potrebbe
esser letto come qualcosa che si annida fra una maldestra e adolescenziale
esuberanza e un modernismo aziendale. Superfici lisce si alternano a confuse
combinazioni, e cenni architettonici sono posti accanto a cose di nessun
valore, alla fragilit, allossessivit e a una sorta di grafica erotica.
Mi piace lidea di non essere legata troppo accanitamente a un particolare
linguaggio o immagine, e che il mio lavoro si prolunghi in loop continui e in
ininterrotte retroazioni: mi piace che un meticoloso congegno oppure un
ornamento incollato possano esser spogliati della loro gratuita collocazione
e diventare altro attraverso una sovraccoperta linguistica oppure una
formalizzante mano di vernice.
assoloshow 29
MICHELLE BLADE
(Los Angeles, 1981)
2. Painting as Vehicle: Sunset Reflection - 2009 - acrylic and ink on DuraLar acrilico e inchiostro su DuraLar
cm 160x243,8 on wall and floor su muro e pavimento
3. Our Atlantis - 2008 - acrylic, ink and salt on DuraLar acrilico, inchiostro e sale su DuraLar - cm 160x134,6
Over the past three years I have had supplementary practices to my studiobased work in which I assume various roles. Organizing community based
projects, living and working within a commune, helping form a local collective,
and curating a show based on artists who (like myself) have socially engaged
practices, I have been able to reflect on the social aspect of painting. These
events serve as research and fodder and through these roles I have seen my
painting practice expand tremendously; at times approaching the medium as a
sculptor or a writer and other times as a photographer, social event organizer,
or set designer.
One of my most recent series - Painting as Vehicle - feature installations
where paintings are hung on the wall and floor, mirroring each other and
acting as platforms for engagement. Black holes, exploding light and vortexes
create a visual arc between what the viewer is standing on and what they are
looking into, mimicking travel and transcendent experience such as walking
into a portal. By asking people to step onto my paintings with their bare feet, lie
down on it, carve their name into it, or make a wish on it; these works create
an opportunity to shift the more historical roles and functions of painting and
create a dialog around the ways social interaction can formally complete a
work. When the paint itself has been completely removed from the original
work the people who have stood in its place are essentially responsible for the
creation of a new work.
1. John Muir - 2009 - acrylic and ink on DuraLar acrilico e inchiostro su DuraLar - cm 106,7x143,5
Negli ultimi tre anni ho aggiunto altre esperienze alla mia ricerca di base,
assumendo cos ruoli diversi. Sono riuscita a riflettere sulla dimensione sociale
della pittura: organizzando progetti basati sulla collettivit, vivendo e lavorando
allinterno di una comunit, contribuendo a formare un collettivo locale, e
curando una mostra basata su artisti che (come me) sono impegnati nelle
pratiche sociali. Questi eventi mi sono serviti come ricerca e stimolo, poich
proprio tramite i ruoli diversi che ho assunto che ho visto la mia maniera
di fare pittura arricchirsi enormemente. A volte mi sono accostata al colore
come se fossi uno scultore, altre volte come se fossi uno scrittore, qualche
volta invece come se fossi un fotografo, un organizzatore di eventi sociali, o
anche uno scenografo.
Una delle mie serie pi recenti - Painting as Vehicle - consiste in caratteristiche
installazioni con i quadri posti alla parete e sul pavimento che, rispecchiandosi
gli uni negli altri, agiscono come se fossero piattaforme per linnesto. I buchi
neri, la luce e i vortici che esplodono creano un arco visivo tra ci che lo
spettatore e ci che sta cercando dentro di s, quasi come se stesse vivendo
unesperienza trascendentale oppure una sorta di cammino infinito. Chiedendo
alle persone di camminare a piedi nudi sulle mie opere, oppure di sdraiarsi,
di esprimere un desiderio, o ancora di scolpire il proprio nome su di esse, si
creata lopportunit di trasformare i ruoli e le funzioni pi tradizionali della
pittura, aprendo un dialogo sulle modalit dinterazione sociale che possono
formalmente completare un lavoro. In questo modo, lusabilit dellopera
stessa e quindi linterazione dello spettatore, diventa pienamente responsabile
di una nuova creazione.
30 trailers
RSI
ADVARTISING
di raffaele bifulco
Melius abundare
Tra i luoghi comuni degli ultimi quarantanni ce n
uno che afferma che, nonostante il continuo aumento del numero degli artisti, quello dei geni rimane
sempre lo stesso. Roberta Smith mette in fila argomentazioni convincenti che, smentendo questo
assunto, costituiscono anche un modo per sottolineare gli importanti mutamenti intervenuti soprattutto nellultimo decennio, dallaumento delle scuole
e delle istituzioni pubbliche e private che sostengono
i giovani artisti allo scenario pi democratico, aperto
alla cultura di paesi diversi da quelli anglosassoni. Un
ruolo fondamentale ha avuto la tecnologia nella diffusione dellarte e nellaggiornamento dei media tradizionali. Importante stata la professionalizzazione
del lavoro dartista, ma ancor pi il superamento della narrazione, e perci di unidea semplicistica della
storia dellarte, che oggi un albero i cui rami si sviluppano in direzioni diverse. Anche per tutto questo,
afferma la Smith, more means more better.
Chi: Roberta Smith
Dove: New York Times
Quando: 3 gennaio 2010
collezionisti
identikit
nome e cognome: Marcello Forin
luogo e data di nascita: Bassano del Grappa (VI) il 29
giugno 1951
attivit lavorativa: imprenditore
stato civile: sposato con Valeria Bosio
32 inteoria
culture, anche come let delloro della grande finzionalit televisiva. Mentre il nostro paese si attarda ancora
in deprimenti sceneggiati tra il fintostorico, il melodrammatico e il semplicemente inguardabile (naturalmente fa eccezione LIspettore Coliandro
dei Manetti Bros. e un po anche Bo-
inteoria 33
DECENNIUM BUG
Ascesa e crollo dei mercati, declino del glamour, narrazione e immobilismo, adesione al reale e negazione sembrano aver
caratterizzato questi Anni Zero, affascinanti e contraddittori, anche nellarte. Aspettando crisi e complessit del decennio che
arriva...
Attendiamo il parere degli storici,
ma per chi lha vissuto il decennio
appena concluso stato talvolta intelligente e affascinante, con connotati ben definiti, talaltra di semplice
transizione, ambiguo e lobotomizzato. Cornice dell11 settembre e
di tragici rivolgimenti naturali, ci ha
portato la crisi economica e la scomparsa di Michael Jackson, ma anche
il primo presidente americano di colore e Wikipedia. Il grafico americano
Phillip Niemeyer, art director dello
studio Double Triple, ha sintetizzato
in una tabella di 120 simboli (nellimmagine), apparsa poi sul New York
Times, gli avvenimenti, le icone e le
tendenze degli ultimi dieci anni, incasellandoli in macrovoci. Sotto culture, tra i Pokemon e American Idol
figura, accompagnando uno squalo
in formaldeide stilizzato, letichetta
Art Market, alludendo chiaramente
alla famosa asta Beautiful Inside my
head forever firmata Damien Hirst,
che nel 2008 si port a casa 111
milioni di sterline.
Fa pensare che lincidenza dellarte
nellultimo decennio sia qui semplicemente ricondotta a unoperazione di
mercato, per quanto interessante.
anche vero, per, che fra reality, telefonia mobile e il writers strike, larte
e la musica sono gli unici settori a
essere annoverati tra i fenomeni di
36 approfondimenti
orchestrare
Sprizza progettualit e suggerisce una visione la prima ampia intervista rilasciata da Andrea Bellini come neodirettore
(assieme a Beatrice Merz) del Castello di Rivoli. I fondi, lo staff, la lontananza da Torino, la divisione dei ruoli fra i due
direttori e le polemiche di dicembre durante la nomina. In un museo che vuole farsi hub di esperienze culturali, un direttore
che si d il ruolo di direttore dorchestra...
Io non mi appresto a gestire un declino, semmai un rilancio dellistituzione. Certo, i fondi a disposizione del
museo sono sempre meno, ma uno
dei compiti fondamentali del direttore
proprio quello di reperire le risorse.
Come pensi possa esser considerato Rivoli in una Regione Piemonte potenzialmente governata dalla
Lega Nord tra poche settimane?
In democrazia bisogna accettare
lidea dellalternanza e sono convinto
che nessuno schieramento politico
come co-direttore.
Jens ha affermato di aver abbandonato lincarico perch il comunicato
stampa che doveva annunciare la
nostra nomina uscito in anticipo
rispetto agli accordi. A dire il vero,
avevo capito chiaramente che il comunicato stampa sarebbe uscito due
ore dopo lincontro di Minoli con il
consiglio di amministrazione. Ci che
successo tra il Wattis Institute e
Jens Hoffman, a poche ore dalluscita del comunicato, lo ignoro, ma credo che la chiave della vicenda vada
cercata l.
Hai dichiarato di
voler restare con
un piede dentro
Artissima,
magari con un ruolo istituzionale.
Questo intento
confermato?
Ho detto semplicemente che lo
statuto della fiera
(redatto prima che io mi trasferissi in
Italia) prevede la presenza del direttore di Rivoli e del direttore della Gam
nel comitato scientifico della manifestazione. Se Francesco Manacorda
vorr chiedere qualche consiglio, saremo ovviamente a disposizione, ma
approfondimenti 37
E INTANTO AD ARTISSIMA...
Per una questione
gestita con palese
impaccio, unaltra
risolta rapidamente
e in maniera oculata. Parliamo della
nomina del nuovo
direttore di Artissima, resasi necessaria dopo che Andrea
Bellini asceso alla
vetta del Castello
di Rivoli insieme a
Beatrice Merz. La scelta ricaduta su Francesco Manacorda, torinese classe 1974; e si tratta duna scelta che si pone in continuit
con quella del suo predecessore. Vantano infatti entrambi unesperienza allestero nel campo della curatela (Londra per Manacorda,
New York per Bellini) e collaborazioni con importanti riviste darte.
Dopo la laurea pressolUniversit di Torino, Manacorda ha conseguito il Master in Curating Contemporary Art presso ilRoyal College of Artdi Londra, citt in cuiha lavorato come curatore freelance
per quattro anni e in seguito come curatore pressola Barbican Art
Gallery, per la quale ha realizzato due grandi mostre collettive Martian Museum of Terrestrial Art (2008) e Radical Nature (2009)
- evarie mostre personali con artisti emergenti. Ha inoltrecollaborato condiverse istituzioni in Italia e allestero quali la Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo, la Serpentine Gallery, la Biennale di
Lione, T1 - Triennale Torino, i Padiglioni Sloveno e Neozelandese
alla Biennale di Venezia. Da novembre 2009 lavora come curatore
esterno per lICA - Institute of Contemporary Arts di Londra, attivit
che proseguir anche sotto lattuale direzione di Artissima, con la
quale ha gi collaborato in passato, avendo fatto parte, nellultima
edizione, della commissione per le acquisizioni del FRAC - Fondo
Regionale Arte Contemporanea della Regione Piemonte. Abbandoner invece la cattedra al Royal College, per dedicarsi con maggior continuit al confezionamento di Artissima.(claudia giraud)
ti? Quali quelli che stanno proponendo soluzioni rispetto alle quali
prendere spunto?
Potrei citare molti musei ben gestiti,
dalla Tate Modern al Macba di Barcellona (un museo che a me
sembra molto interessante
in questo momento), ma
non credo abbia un senso
per noi prendere spunto da
qualcuno in particolare. Rivoli presenta delle problematiche specifiche: la sua lontananza dal centro di Torino,
la specificit di alcuni spazi
espositivi come la Manica
Lunga, la cronica mancanza
di fondi. Il progetto per Rivoli deve contenere soluzioni
valide rispetto a questo particolare
ordine di problemi.
Certo, la lontananza
di Rivoli dal centro di
Torino un problema
oggettivo, un problema
che rende la sfida
ancora pi complessa
nessun progetto espositivo veramente avviato: dovremo quindi cominciare con il nostro programma e farlo
al pi presto, perch la mostra di
Colombo gi stata prorogata una
volta.
Gestire un museo come il Castello necessita di unesperienza
pregressa, se non altro a livello
amministrativo. Ida Gianelli, ad
esempio, rivestiva anche il ruolo di
Segretario Generale. Voi vi limiterete alla direzione artistica?
No. Ci occuperemo di tutto.
[a cura di m. t.]
38 approfondimenti
costellazione
Continua linchiesta di Exibart sul non profit dellarte in Italia. Seconda puntata, ancora dedicata ai collettivi curatoriali. Sono
gruppi di lavoro che scelgono di non avere un proprio spazio espositivo, piccoli nuclei operativi senza fissa dimora, impegnati
Cap 1. I collettivi curatoriali II
Con questa seconda puntata, si chiude il focus sui collettivi curatoriali. Linchiesta
proseguir con un approfondimento sui project space, spazi espositivi indipendenti, gestiti da artisti e/o curatori, nati anchessi in ambito non profit. Qualche
nome? Brown, Peep Hole, Bocs, Nosadella.due...
info
Via Mazzini, 40
10123 Torino
[email protected]
www.artatwork.it
ERBEMATTE - CATANIA
Abbiamo iniziato per fanatismo, per sfida nei
confronti di chi si occupava da anni a Catania di
arte, anche un po per ammazzare la noia, nella
convinzione di avere buone idee e buone capacit curatoriali, nella presunzione di saperlo fare.
Prezioso stato laiuto di chi abbiamo trovato
per strada: curatori, amici, artisti, galleristi,
collezionisti, giornalisti, nemici e iettatori. A
parlare sono Alessandra Ferlito e Raffaella Leone, ovvero Erbematte, duo curatoriale nato nel
2007.
La questione del luogo stata da subito centrale nel loro percorso. Lattitudine di sempre
era quella di immaginare eventi per gli artisti,
in luoghi non convenzionali ma contestualizzati.
Poi il progetto si evoluto, man mano che siamo riuscite a liberarci realmente dalle pressioni
esercitate da un determinato spazio, spiegano. E aggiungono che ancora oggi siamo alla
ricerca del non luogo assoluto.
Ecco allora via via definirsi progetti atipici, delocalizzati, pensati per contesti insoliti o perfino
immateriali: a cominciare da Effetti collaterali,
intervento di Daniele Alonge nel locale (oggi
una farmacia) che aveva ospitato la Galleria
Artecontemporanea di Rosanna Musumeci;
o ancora la rassegna Video Trony vol. I, un
esperimento sul senso della vista in cui 300
televisori allinterno di tre centri commerciali
trasmettevano in contemporanea i video di alcuni artisti; e infine Sud Km 0, in collaborazione
con Marina Sorbello per Uqbar (Berlino), in cui
il luogo dellevento coincideva con lesperienza
stessa del viaggio e con labitacolo di un furgone, a bordo del quale le artiste Maria Domenica Rapicavoli e Janne Schaefer avevano
coperto la distanza tra Berlino e Catania.
ri) alleati possibili: Ogni collaborazione fondamentale per aumentare la forza dei legami
deboli. Ogni collaborazione utile anche per
capire di volerla chiudere; allinterno del meraviglioso mondo dellarte non tutti hanno le
stesse finalit, fortunatamente. Ed ecco allora
tutta una serie di confronti, condivisioni, scambi, che hanno consentito al progetto Erbmatte
di espandersi, continuando a mutare pelle/
luogo/voce: dallassociazione Start di Roma a
El Barrio di Torino, dal Bocs di Peppe Lana al
Centro culture contemporanee Zo, fino ai Mercati Generali, tutti in area catanese; dalla galleria palermitana Zelle di Federico Lupo (Con
il quale abbiamo scritto il progettoThe Zerbe
sound Project per 1h Art), alla Farm di Andrea
Bartoli (a Riesi) e ad Artegiovane Torino/Sicilia.
Ma non manca, in questa felice ottica collaborativa, unironica nota (auto)critica: Ammettiamo che la diplomazia non tra le nostre qualit
principali. E quindi non siamo in grado di mantenere i giusti contatti. Un peccato o una fortuna, chiss. Peraltro, la questione economica
certamente connessa a quella delle relazioni da
coltivare in maniera strategica e mirata. Erbematte, a parte il caso di Sud Km 0, che ha ottenuto un finanziamento parziale dalla Provincia
Regionale di Catania e laiuto di sponsor privati,
si sempre autofinanziata. Questo ha implicato un necessario ridimensionamnto di idee
e progetti. La scelta di non avere uno spazio
espositivo proprio, del resto, deriva s da una
motivazione programmatica e concettuale, ma
anche da una squisitamente pratica: Non potevamo permetterci uno spazio. Abbiamo dunque lavorato di notte, via email, durante cene e
pranzi con amici. A volte bastata anche solo
una frase. E poi... le erbematte crescono dove
capita, dove trovano terreno fertile. A volte anche sui muri lisci.
info
[email protected]
www.erbematte.net
approfondimenti 39
non profit
vol.ii
nellelaborazione di progetti flessibili e ramificati. Dopo 1:1 (Roma), a.titolo (Torino) e Progetto Isole (Palermo), quattro nuove
interessanti realt che operano nel segno dellautonomia, del dialogo, della libera ricerca...
HARPA - MILANO
Due percorsi di studio affini, in ambito storico-artistico; poi unesperienza di
lavoro comune, presso la redazione di
Undo.net, a Milano. E infine unamicizia
maturata parallelamente alla voglia di
scambiarsi passioni e curiosit.
Gabriella Arrigoni e Michela Gulia danno
vita nella primavera del 2009 ad Harpa,
piattaforma curatoriale in cui far convergere i diversi interessi di entrambe,
avviando una ricerca non circoscritta al
solo ambito artistico. Puntiamo a uno
spettro allargato del sapere, a tutti i
tipi di cultura, dallagricoltura alla psicoanalisi, dalla medicina allastronomia,
dalleconomia, alla scienza, agli studi di
genere, raccontano.
Versatilit e sperimentazione sembrano
essere gli orizzonti principali del progetto. Ma quando chiediamo loro di raccontarsi in quattro parole, ecco i termini che
scelgono: Progetto: perch implica un
processo di ricerca e di studio che non
si esaurisce in s ma cerca spazio nella
realt. E poi, citando Giulio Carlo Argan,
si progetta anche per non essere progettati. Dialogo: che non solo comunicazione, dal momento che se il dialogo
sempre almeno a due voci, la comunicazione pu essere anche univoca. Fantascienza: come metafora di una pratica
che fa della narrativa e della cultura popolare i suoi punti di forza, e che costruisce
universi immaginari, ma sulla base di una logica
razionale e rigorosa. Frustrazione: perch non
c ricerca senza frustrazione.
Il primo progetto una collettiva, Correspondences 2.2, ospitata dallo spazio romano
26cc. Punto di partenza fu il testo di Luce Irigaray La democrazia comincia a due, in cui lautrice sviluppa una critica alla cultura occidentale
tipicamente monosogettiva. Gli artisti dovevano rispondere a una domanda provocatoria
delle curatrici, articolando tra loro un dialogo
effimera e processuale.
Costante la presenza sul territorio, per unoperazione che, avendo una natura specificamente
pubblica, necessita della partecipazione diretta
di singole persone, istituzioni pubbliche e realt culturali locali: Siamo riuscite a coinvolgere
lassessorato alle politiche giovanili, lAccademia
di Belle Arti e le circoscrizioni dei quartieri in cui
si svolto il festival; e ancora, nel barese, la
galleria BluOrg, lo spazio Nodo, il Museo Nuova
Era, il Museo della Fotografia del Politecnico,
UfoSolar TV e RadioLuogoComune sono alcuni
di soggetti coinvolti con successo.
Abbiamo deciso di concentrarci sulle problematiche dello spazio pubblico perch ci interessa il contatto fra larte e la gente, al di fuori
delle cornici istituzionali. Finora il nostro project
space stato la citt, sottolineano. Una citt
da interpretare come un grande laboratorio a
cielo aperto, dove alimentare incontri imprevisti e reciprocit elettive, collaborazioni trasversali e condivisioni sperimentali.
info
c/o UnDo
Via Farini, 36 - 20159 Milano
[email protected]
www.undo.net/harpa
hanno a un certo punto iniziato a viaggiare molto, finch non arrivata unoccasione ghiotta:
Quando uscito il bando Principi Attivi della
Regione Puglia ci sembrato unottima occasione per tornare a casa, raccontano.
Gli intenti di Radice Quadrata? Promuovere
esperienze artistiche attente ai processi e alle
trasformazioni che riguardano la collettivit, il
territorio, le prassi abitative, la condizione del
presente. Interroghiamo lesistente, spiegano, inventiamo cartografie relazionali, creiamo
spazi di azione artistica e inneschiamo riflessioni sulle dinamiche dellarte contemporanea.
Lavventura pi significativa? Quella di A bas-
info
[email protected]
www.radicequadrata.org
[inchiesta a puntate
a cura di helga marsala]
40 approfondimenti
stra sul rapporto fra arte e attualit? Come vorresti che il pubblico
la osservasse?
Sar una mostra intima, non rumorosa, dove il punto di vista sullattualit sar quello di uno che guarda la
strada piena di gente, ma dalla finestra di casa.
A livello squisitamente organizzativo, che differenze ci sono nel
curare una grande rassegna negli
Stati Uniti e invece una a Venezia?
La Biennale del Whitney una mostra molto importante, particolarmente qui negli Stati Uniti, ma rimane una mostra. Venezia un mostro,
non ha mai la dimensione di una
semplice mostra, ma qualcosa di
molto pi complicato, diversificato
e ampio. Insomma, la Biennale del
Whitney relativamente semplice da
Il Whitney sta per iniziare la costruzione della sua nuova sede nel
Meatpacking District. Lo spazio
sulla Madison quello che ... Fa-
approfondimenti 41
... la Biennale. Non quella di Venezia, pratica ormai archiviata, bens quella del Whitney. In cabina di regia, ancora
lui: Francesco Bonami. Un italiano, pardon, un americano che - insieme a Gary Carrion-Murayari - morder la
Grande Mela. O meglio, preparer una grande torta di compleanno dai vari ingredienti...
dimenti?
Userei i soldi per creare musei efficienti e qualificare i direttori di musei
eccezionali come gli Uffizi con stipendi competitivi a livello internazionale.
Riformerei le Accademie, rendendole
pi flessibili e aperte. Licenzierei tutti
quelli che lavorano al Maxxi e butte-
rei nel Tevere il 79% della loro collezione dopo essermi fatto fare prima
un rendiconto, pezzo per pezzo, di
come sono stati acquistati, da chi, e
perch sono stati pagati la cifra che
sono stati pagati. Meglio che non diventi ministro, eh...?!
Ciascuno di noi ha i propri padri
intellettuali. I tuoi?
Ivan Illich e Napoleon Hill.
A cuore aperto: dopo biennali e
ruoli rilevanti in istituzioni internazionali, dopo libri e collaborazioni
con molti quotidiani, come vedi la
seconda parte della tua carriera?
WHOS WHO
Save the date: 25 febbraio - 30 maggio. Questo larco di tempo per visitare
la Whitney Biennial e (fino a novembre) il suo preludio/contrappunto/coda
Collecting Biennials, con opere apparse nelle edizioni scorse, da Matthew
Barney a Andy Warhol. I nomi della rassegna firmata da Bonami e CarrionMurayari sono invece quelli di David Adamo, Richard Aldrich, Michael
Asher, Tauba Auerbach, Nina Berman, Huma Bhabha, Josh Brand, The
Bruce, High Quality, Foundation, James Casebere, Edgar Cleijne and
Ellen Gallagher, Dawn Clements, George Condo, Sarah Crowner, Verne Dawson, Julia Fish, Roland Flexner, Suzan Frecon, Maureen Gallace, Theaster Gates, Kate Gilmore, Hannah Greely, Jesse Aron Green,
Robert Grosvenor, Sharon Hayes, Thomas Houseago, Alex Hubbard,
Jessica Jackson, Hutchins, Jeffrey Inaba, Martin Kersels, Jim Lutes,
Babette Mangolte, Curtis Mann, Ari Marcopoulos, Daniel McDonald, Josephine Meckseper, Rashaad Newsome, Kelly Nipper, Lorraine OGrady, R.H. Quaytman, Charles Ray, Emily Roysdon, Aki Sasamoto, Aurel
Schmidt, Scott Short, Stephanie Sinclair, Ania Soliman, Storm Tharp,
Tam Tran, Kerry Tribe, Piotr Uklaski, Lesley Vance, Marianne Vitale,
Erika Vogt, Pae White, Robert Williams.
www.whitney.org
42 approfondimenti
Trasversale, diretto, inclassificabile. Chi il cantautore? Quale lartista visivo? Dal palco alla dimensione white cube degli spazi
espositivi. Larte oltre i ruoli, le specializzazioni e le competenze tecniche. Avere le idee chiare e muoversi su terreni diversi. Incontro con un visionario che si spaccia per dilettante. Prossimamente in mostra a Roma...
ma
il cantante?
Nel mese di febbraio Cristian Bugatti esporr a
Roma in una mostra a cura di Pericle Guaglianone, negli spazi Motelsalieri (via Giovanni Lanza
162, 0648989966) e VM21contemporanea (via
della Vetrina 21, 068891365).
sopra: Cristian Bugatti - Dio - 2007 - macchina da scrivere
photo Nicola Favaron
a destra: Cristian Bugatti
un senso di claustrofobia, cos scuro e denso. New York Minute stato il tentativo di rappresentare una
scena. Forse la mostra che mi
piaciuta di pi. Cerano delle cose
notevoli. Anche il lavoro di Sissi a Venezia mi ha colpito. Non so dirti dove
sta andando larte. Dico solo che mi
sembra di sentire che c bisogno di
maggior introspezione, gli artisti si
stanno scrollando di dosso le macerie degli anni zero, c questa atmosfera spirituale che sento nellaria da
diversi anni. Ricordo che nel 2003
ho registrato canzoni introspettive
che hanno dato una svolta al mio
modo di fare musica. Certamente
c chi insegue una nuova classicit, ma mi mette ansia il pensiero di
guardarmi indietro. Personalmente
44 nuovispazi
Estetica anfibia. Al confine tra reale e virtuale. Non parla semplice, Gloria Maria Cappelletti. Larte digitale il suo interesse. E
la considera qualcosa di primitivo contemporaneo. Un bunker cemento e vetro il suo spazio. Qui ce lo introduce...
GLORIAMARIAGALLERY milano
Gloria Maria Cappelletti. Chi sei?
Ho 39 anni, laureata in Filosofia
Estetica. La prima esperienza lavorativa nel campo dellarte stata a
New York, con Michael Steinberg.
Ho successivamente curato mostre
e collaborato con artisti e fotografi
per oltre 15 anni.
Da quali esigenze la scelta di aprire una nuova galleria a Milano?
TAKEAWAYGALLERY roma
Dunque, cosa vi siete inventati?
Una galleria anti-crisi?
S, la crisi indubbiamente mi ha dato
spunto per realizzare una nuova galleria che esca fuori dai soliti canoni.
Dare quindi la possibilit a pi artisti,
sia affermati che giovani, di presentare un proprio lavoro, avvicinando
cos una clientela che possa investire
anche pochi soldi.
Chi sei, come sei diventato gallerista?
Chi siete?
Il direttore artistico della galleria
Giacomo Romano, ha esperienza de-
info
info
2010?
Ho debuttato con la street art e
Myriam e Titti non nascondono di essere due signore bene. Anzi, si espongono e creano Modaarte. Nella convinzione che i due settori (fashion e arte
contemporanea), che pure a Milano sono ben rappresentati, dialogano troppo poco. Ecco qui il loro progetto...
Monza non pu raccogliere le briciole, dice il neogallerista (ma operatore del mondo dellarte di lungo corso) Luca Tommasi. Tanto pi ora
che la capitale della Brianza diventata capoluogo di provincia. Ecco proposte e propositi di una nuova galleria lombarda...
MODAARTE milano
Il vostro pubblico?
Myriam e Titti hanno un portafoglio
clienti costruito negli anni che comprende, oltre allambiente della moda
e del teatro, gran parte dellalta borghesia milanese, collezionisti e amanti dellarte. Vorremmo che a questo
pubblico si avvicinassero anche i
giovani e - perch no? - lo stesso
mondo della moda. Molta arte contemporanea ben si lega al significato
che oggi si tende a dare a un certo
Per il 2010 gi stata fatta unaccurata selezione di artisti che ripropongono i canoni della Pop Art,
dopo lappuntamento dedicato alla
produzione astratta di Josef Bauer.
Contemporaneamente
incanaleremo la nostra grande attenzione alla
poesia visiva in una serie di mostre:
ora in corso la personale di Cristina
Ruffoni.
info
Via Statuto, 13
tel. 02 62695137
[email protected]
fino all11 febbraio Cristina Ruffoni
Arte locale. Livornese. Anzi, labronica. Senza di timore reverenziale verso gli internazionali-per-forza. La galleria diretta da
Giacomo Romano, per, abbandonando ogni tanto il Novecento, vorr puntare anche sui giovani. Anche loro livornesi...
profondo conoscitore dellarte labronica.
I vostri temi?
Larte labronica sar un punto di riferimento fondamentale per la nostra
galleria, cos come larte toscana del
primo Novecento, ma abbiamo intenzione di occuparci anche di artisti
locali contemporanei. Cercheremo di
far diventare la galleria non solo uno
info
Via Roma 92/a
mob. 335 7051360
[email protected]
www.gallerialestanze.it
Uno spazio che dovrebbe essere in continuo movimento. La trovata? Mantenere mensole in perspex in tutta la galleria e utilizzarle
per esporre opere piccole, a basso prezzo, accessibili a tutti. Una galleria anti-crisi? Il fotografo Stefano Esposito ce la racconta...
vendute) inserendo giorno dopo giorno opere nuove. Uno spazio dunque
in continuo mutamento, dove trovare
sempre qualcosa di nuovo.
info
Via Marco Aurelio, 13
tel. 06 77204253
[email protected]
www.takeawaygallery.it
nuovispazi 45
SOTTOESPOSIZIONE piacenza
Unoperazione complessa. Uniniziativa, addirittura, di marketing culturale. Grandi spazi, pieno centro, unazienda che
investe. E che presto proporr anche un concorso per video artisti. Golosi...
Cosa ti ha spinto a
scegliere Milano?
La Francia il mio
paese natale, Milano
la citt in cui sono
cresciuto e vivo. Per il mio spazio ho
scelto un quartiere ricercato e vitale:
Porta Venezia.
Cosa vuoi fare?
Mettere in luce unarte che ha il
coraggio di essere irritante e provocatoria, perch lontana e nascosta
dagli obiettivi mediatici. Smuovere
info
Via Chiapponi, 39
tel. 0523 1720408
[email protected]
www.sottoesposizione.it
Trentanni e figlio darte. Nel senso letterale del termine. Giovane, ma con le spalle ben coperte, Jerome Zodo si avventura verso lapertura
della sua maxi-galleria come un principiante. Qui di seguito, poi, ci spiega tutto il resto...
info
Via Lambro, 7
tel. 02 6571981
[email protected]
www.jerome-zodo.com
fino al 27 febbraio (Ex)communicate
Facciamolo nuovo, facciamolo ibrido. Ecco, in sintesi, il credo di questi tre giovani architetti che, nel loro studio,
ricavano uno spazio per mostre e progetti darte. Unaltra galleria non-galleria insomma....
a questesigenza.
Raccontateci che spazi avete a disposizione.
Al piano superiore lo studio di architettura e design, una vetrina su una
delle pi belle strade della Capitale.
Al piano inferiore si snodano tre ambienti per esposizioni di arti plastiche, installazioni e video.
info
Via dei Banchi Nuovi, 46
tel. 06 68801783
www.s3architetti.com
Oltre centanni di storia e un ritorno a Milano. Perch i tempi di crisi sono i migliori per espandersi e investire. E perch la capitale
lombarda dar la possibilit di seguire di pi la scena contemporanea...
info
Via dellOrso, 12
tel. 02 39663641
[email protected]
www.galleriarusso.com
fino al 13 febbraio Roberta Coni
verbania
genova
milano
rovereto(TN)
INDAGINI DI UN CANE
URS LTHI
OTTO HOFMANN
YAYOI KUSAMA
KENDELL GEERS
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo tiene a battesimo la prima mostra di Face, acronimo di Foundation
of Arts for a Contemporary Europe, un
progetto unico in Europa.
Nato con la benedizione del Parlamento Europeo, dov stato presentato il
18 aprile scorso, Face riunisce sotto
un unico nome cinque tra le fondazioni non profit darte pi note del vecchio
continente. Oltre alla fondazione torinese, ne sono membri la Deste di Atene,
lEllipse di Cascais, la Maison Rouge di
Parigi e il Magasin 3 di Stoccolma.
La stretta collaborazione di queste istituzioni ha lo scopo, a quanto si legge
dalla mission di Face, di promuovere
larte contemporanea in Europa e nel
resto del mondo, essere un supporto
per gli artisti, avvicinare un pubblico
sempre maggiore allarte e alla cultura,
promuovere le attivit e le collezioni dei
cinque partner.
Da notare che i fondatori di Face sono,
tranne il caso di Magasin 3, collezionisti privati che hanno scelto di aprire le
loro raccolte al pubblico. Segno di un
forte rinnovamento della figura stessa
del collezionista, che non si rif pi
allimmagine di un appassionato darte
chiuso in una casa-cassaforte, dove
nasconde tesori invisibili, ma assume i
tratti di un nuovo mecenate. Un profilo
che forse sarebbe piaciuto persino a
Karl Marx.
A merito di tutti, dice Francesco Bonami, direttore artistico della Fondazione
Sandretto e prossimo curatore della
Whitney Biennale 2010, plaudendo
alliniziativa, va il fatto di essere appassionati pre-boom. Veri amanti dellarte
e non speculatori. Ma, aggiunge la
padrona di casa Patrizia Sandretto Re
Rebaudengo, Face porta avanti un
progetto pi profondo, che non solo
quello di esporre le rispettive collezioni.
Si pone, infatti, anche lo scopo di produrre opere, diventando cos, spiega
David Neumann, patron di Magasin 3,
un custode e produttore didee. Un
compito fondamentale, aggiunge Alex
Melo della portoghese Ellipse, soprattutto in un periodo non facile come
questo.
Ma veniamo allattivit espositiva di
Face. Indagini di un cane, la prima mostra della neonata mega-fondazione
europea, parte proprio da Torino per il
tour che, di qui a fine 2011, porter le
quaranta opere provenienti dalle cinque
collezioni in Portogallo, Francia, Svezia
e infine Grecia. Da Kafka Indagini di un
cane non prende a prestito solo il titolo,
ma anche il tema principale: il senso
della comunit. Ne esce cos un interessante percorso dal forte carattere
sociale e politico, in cui troviamo lavori
di pezzi grossi come Maurizio Cattelan, Fischli & Weiss, Bruce Nauman,
Kara Walker, Paul McCarthy, Sherrie
Levine, William Kentridge e Jeff Koons. Accanto ai big ruotano poi i giovani
artisti, alcuni gi di chiara fama come
Roberto Cuoghi, Claire Fontaine, Urs
Fischer; altri sulla rampa di lancio per
il successo, come Aurel Schmidt, Vasco Araujo e Mircea Cantor. Per non
essere una collettiva non convenzionale, il risultato di grande armonia
e coesione. Merito, giura Francesco
Bonami, della giovane assistant curator
della Fondazione, Irene Calderoni. Dopotutto, lo scopo principale di Face non
lanciare i nomi nuovi del futuro?
Per chi non avesse mai avuto occasione di confrontarsi con le opere di Urs
Lthi (Lucerna, 1947; vive a Kassel),
questa mostra unesperienza significativa, in quanto la sua concezione
globale fortemente condizionata dal
desiderio dellartista di guidare lo spettatore nel tortuoso cammino della sua
non semplice ricerca, evidenziandone
le fasi critiche e presentandone levoluzione.
Pochi
assocerebbero
limmagine
delluomo sereno e composto di oggi
al giovane protagonista dei ritratti delle
prime sale. Negli anni 70, Lthi abbandon infatti la pittura per sperimentare
luso del mezzo fotografico e, ancor pi,
del proprio corpo come veicolo dinquietudini e sentimenti contrastanti.
Continui scatti in bianco e nero del suo
viso mostrano un giovane androgino
ambiguo e sofferente, prima uomo
lascivo, ora donna seducente, prima
fanciulla disinibita, poi santo in mezzobusto misterioso e drammatico, commosso e compassionevole.
Mai come in questa mostra, la giovinezza appare lunico vero mostro da
esorcizzare, deturpare, spogliare senza
pudore e subito coprire con maschere
orrende. Ma Lthi dichiarer che si tratta duna mera ricerca formale.
Lambiguit sessuale, che appare uno
dei temi dominanti del primo periodo,
diventa irrilevante osservando le foto
del 78 e 79: Lthi sorride, nudo e
scanzonato su un tappeto, a comunicare che non s capito nulla della sua poetica precedente. Il suo corpo non vuole
pi invitare; si dimentica cos la profondit dellinnocenza che vi si percepiva
e improvvisamente sorge il dubbio che
la sua ironia sia pi forte del narcisismo
che lo attraversa visceralmente.
La critica s sempre irritata per i suoi
immotivati salti linguistici, non accorgendosi della sua lineare saggezza:
Lthi la nudit di fronte al paesaggio,
ma soprattutto laccettazione profonda del cambiamento.
Nella sua storia, lo svizzero ha sempre
accostato la bellezza al grottesco, la
luminosit della giovinezza allopacit
della vecchiaia, la strada senza fine al
non senso delle azioni quotidiane. Eppure si comprende che sorride del mondo, come far nel 2001 in quella sala
alla Biennale di Venezia, sdraiato su un
piedistallo come le sue sculture.
Art is the better life diventa il suo inno
e spiega che tutto arte, ma che larte
non tutto. Gli occhiali rosa con cui inquadra gli stabilimenti balneari da una
piccola finestra dun albergo sono il filtro del distacco che consente alla mente di oltrepassare quello che nellesistenza arte non si pu definire. Il suo
corpo, privo della grazia della giovinezza, rimane comunque lo strumento ideale per ogni azione, e Lthi continua a
usarlo, evidenziando la stabilit di ogni
funzione e linutilit di eventuali finzioni.
Allultimo piano della villa, i suoi ritratti
diventano piccole sculture che fanno
ginnastica. Lironia continua, come il
senso di positivit del suo messaggio,
per approdare alla fotografia che chiude
la mostra dal titolo Water, che fa parte
del ciclo The remains of clarity. Ci che
rimane della chiarezza la capacit di
accettare il mutamento, nellesistenza e
nelle varie forme dellesistere.
I want to live forever il titolo della mostra che porta a Milano una selezione
di opere vecchie e nuove di Yayoi Kusama (Matsumoto, 1929; vive a Tokyo).
Niente a che fare con una retrospettiva
in senso stretto: molti dei lavori esposti
sono infatti datati 2008 e 2009, e reinterpretano instancabilmente i motivi
classici dellopera dellartista giapponese. Quelli per cui ormai la si riconosce
da lontano, veri e propri marchi di fabbrica della sua vastissima produzione.
Lossessione di Kusama per le reti e
i pois dura infatti da mezzo secolo e,
come una vera e propria malattia, si
propaga aggredendo vestiti, animali,
tele, superfici di ogni genere. Al Pac
sono comparsi enormi pois rossi persino sulla facciata. Si direbbe che leterno
ritorno delluguale non sia un problema
che preoccupa Kusama, fedele al suo
linguaggio con una coerenza che sfocia
nella patologia.
Con una tecnica abile e paziente, Kusama riempie completamente lo spazio
delle tele con i pois, quasi per un senso
fortissimo di horror vacui. Nella serie Infinity nets, tocchi minuscoli e precisi di
colore danno vita a un reticolo di puntini
distribuiti uniformemente sulla tela. Austere monocromie o vibranti contrasti a
tinte psichedeliche, queste enormi opere declinano il verbo dei pois in un numero pressoch inesauribile di varianti.
Un pittore deve dipingere continuamente un unico capolavoro - se stesso, affermava Yves Klein, che con
Kusama ha pi di un punto in comune,
a partire proprio dalla continuit espressiva reiterata in maniera maniacale (coloristica quella di Klein, formale quella
di Kusama). La ripetizione quindi non
stanca, tuttal pi ipnotizza.
Lo spettatore che visita la mostra
infatti trasportato in uno stato allucinatorio dagli ambienti a specchio, che
rimandano allinfinito deboli bagliori di
luci (Aftermath of Oblitaration of Eternity, 2009), o dal video psichedelico che
racconta lattivit performativa di Kusama negli anni 70 (Kusama Self Obliteration, 1967).
In questo modo, lartista riesce a far
percepire al suo pubblico le stesse sensazioni che la assalgono durante la creazione. La frammentazione delle forme
sulla tela, dunque, come una lacerazione dellanima. Una sensazione di vertigine che pu assalire chiunque e che si
propaga nei dipinti come ununica eco.
Apprezzato oggi soprattutto dal mercato dellarte contemporanea (che
lo premia con le quotazioni altissime
raggiunte nelle principali aste), il lavoro di Kusama fu da subito seguito con
interesse anche dagli artisti dellepoca.
Lucio Fontana aiut lartista giapponese a realizzare Narcissus Garden,
installazione che colp pubblico e critica
alla Biennale di Venezia del 1966 e che
viene riproposta al Pac.
Lintervento, durante il quale Kusama
cerc di vendere agli spettatori delle
sfere metalliche riflettenti, era una forte presa di posizione contro la mercificazione dellarte. A pi di quarantanni
dallevento, viene da chiedersi se molta
di quella forza critica non sia irrimediabilmente scemata nel lavoro di Kusama.
Il sopruso legalizzato, la violenza regolarizzata. Kendell Geers (Johannesburg, 1968; vive a Bruxelles) come
frequentatore involontario di uno dei
luoghi della pi estrema contraddizione del recente passato (e ancora del
presente), il Sudafrica, mette continuamente in scena nelle sue opere questo
meccanismo di normalizzazione della
ferocia.
Mette in fila manganelli per creare una
stella. Costruisce un attraente labirinto
con pareti di lame metalliche. Inquadra
letteralmente i vetri rotti del colmo di
muri di protezione, a formare un cubo
regolare sulle gradazioni del verde. Ripete linteriezione offensiva fuck per
creare una piacevole carta da parati in
bianco e nero. Rende uguali idoli africani, madonne e croci cristiane sotto uno
spesso strato di nastro bianco e rosso
che li ricopre, evocando un confine da
non oltrepassare, e poi li mette sullo
stesso piano... di un generico scaffale
in ferro.
Chiesa, scuola, stato e famiglia sono i
quattro elementi che condizionano la
nostra esistenza. Per questo, quando
lo incontriamo a Bruxelles e davanti a
un caff sua moglie sbotta chiedendogli
cosa vorrebbe fare se potesse tornare
indietro, lui risponde con sicurezza: Il
bambino! Ancora libero da qualsiasi costrizione!.
Quattro sono anche i termini che di solito chiede assolutamente di non usare
a chi scrive il testo dei suoi cataloghi:
Sudafrica, violenza, politica, religione.
Lo racconta Roberto Pinto nella conversazione che precede lapertura al pubblico della mostra al Mart. Ma lo stesso Kendell Geers a ripetere nel dialogo,
davvero in continuazione, le due parole-chiave Sudafrica e violenza. Crea
cos una vera e propria performance, e
del resto nella sua carriera ne ha realizzate alcune. Una performance verbale
in cui mette in scena lo stesso meccanismo di riconoscimento del sopruso
che presente nelle sue opere: parlare di violenza come se fosse una cosa
normale, senza gridare contro di essa.
Esattamente come fanno i telegiornali,
esattamente come fa la gente per strada, esattamente com stato fatto e si
fa guardando da lontano lapartheid e
le innumerevoli forme di sopraffazione.
Lo stesso artista si mostra come una
normale violenza. Il suo autoritratto
il collo tagliente e appuntito di una bottiglia di birra rotta. Unarma familiare,
che Geers vuol mostrare sul piedistallo di una vetrina. Con letichetta rivolta
verso lalto, perch si legga bene la
parola imported: importata, come la
birra; come lui, figlio di emigranti olandesi; come la violenza che propria del
vivere umano, ma che viene sempre
incrementata e mossa verso lesterno.
Importato del resto Kendell si sente
anche a Bruxelles, dove sta oramai da
anni: Amo il centro perch ci vivono o
artisti o immigrati. E io sono entrambe
le cose!
Ora, a Rovereto, viene importata la
sua mostra monografica: lultima
tappa, dopo la partenza dallo Smak di
Gent due anni fa, e dopo aver viaggiato
a Lione e al Baltic di Newcastle. Ogni
volta con un nuovo allestimento e una
differente selezione allinterno del corpus di opere.
[claudio cravero]
[mariella rossi]
[barbara reale]
[stefano riba]
FONDAZIONE SANDRETTO
Via Modane 16
fino al 7 febbraio
Indagini di un cane
da marted a domenica ore 12-20
gioved ore 12-23
intero 5; ridotto 3
gratuito il gioved ore 20-23
tel. 011 3797600
[email protected] - www.fondsrr.org
[rosa carnevale]
CRAA
Corso Zanitello 8
fino al 28 febbraio
Urs Lthi
da mercoled a venerd ore 14-19.30
sabato e domenica ore 11-19.30
intero 5; ridotto 3
Catalogo Edizioni Periferia
tel. 0323 556281
[email protected]
www.craavillagiulia.com
PALAZZO DUCALE
Piazza Matteotti 9
fino al 14 febbraio
Otto Hofmann
a cura di Giovanni Battista Martini
da marted a domenica ore 9-19
intero 8; ridotto 6
Catalogo Electa
tel. 010 5574000
[email protected]
www.palazzoducale.genova.it
PAC
Via Palestro 14
fino al 14 febbraio
Yayoi Kusama
a cura di Akira Tatehata
luned 14.30-19.30
da marted a domenica ore 9.30-19.30
gioved fino alle ore 22.30
intero 6; ridotto 3/4
Catalogo Federico Motta
tel. 02 76020400
www.comune.milano.it/pac
MART
Corso Bettini 43
Kendell Geers
a cura di Jrme Sans
da marted a domenica ore 10-18
venerd ore 10-21
intero 10; ridotto 7
Catalogo Bom Publisher
tel. 800397760
[email protected] - www.mart.trento.it
padova
modena
reggio emilia
foligno(PG)
BRIGITTE NIEDERMAIR
ZAHA HADID
Lartista dagli strani abbinamenti, autentici ossimori visivi, pronta nuovamente a scatenare domande, reazioni e
risposte. Stavolta il confronto tra due
diverse dimensioni: la realt del personaggio e la sua rappresentazione.
Lattenzione tutta puntata su un Oscar
Wilde moderno. Giocando su sdoppiamenti percettivi, linaugurazione dellultima mostra del 2009 al Museion di Bolzano si trasformata in una vera e propria performance, con spettatori poco
consapevoli di esserne i protagonisti.
Ventisei fotografie ritraggono la favola
vissuta nellultimo anno dalla signora
Renate Hirsch Giacomuzzi, nota figura del jet-set locale. A seguirla stata
lartista Brigitte Niedermair (Merano,
Bolzano, 1971; vive a Milano e Parigi).
La comparsa-apparizione di Madame
Hirsch allopening ha fatto s che lattenzione oscillasse tra due opposti: la
realt della sua presenza fisica e limmagine patinata dei suoi ritratti. Ma la
sconcertante conclusione stata che la
perfezione estetica delle foto di Niedermair e quella della persona reale coincidevano in maniera inequivocabile.
Il quarto dora di celebrit si protratto per tutta la serata, tra saluti, sorrisi,
mondanit con un pubblico eclettico,
curioso forse pi del personaggio che
del lavoro fotografico. Tutti quanti complici pi o meno ignari, proiettati nello
star system. Obiettivi fotografici, telecamere da ogni parte a immortalare Madame Hirsch e i fortunati che hanno
assistito allevento. Insomma, non solo
nelle sale cinematografiche, ma anche
al Museion riecheggia limperativo: Videocracy - Basta apparire.
questo che lartista ha fatto, valicando
la bidimensionalit del mezzo fotografico, innescando il meccanismo dello star
system e proiettandovi dentro chiunque
entrasse al pianterreno del Museion.
E mentre Lady Gaga, ritratta da Francesco Vezzoli, celebra i trentanni del
Moca di Los Angeles, unaltra icona di
stile conclude la stagione espositiva del
Museion. In comune c la celebrit,
che tanto interessava Andy Warhol.
Lui per non riusc mai ad avere Madame Hirsch, nonostante ne fosse affascinato.
E, come Warhol, Brigitte Niedermair
non vuole giudicare questa vita (vita?)
fatta di rituali, ricorrenze, balli, feste e
occasioni ufficiali pur di inseguire un sogno. La rappresenta in una maniera autentica e perseguendo una perfezione
estetica che riconduce a Robert Mapplethorpe, primo a spezzare il legame
tra foto commerciale e foto artistica.
Perch non far entrare il gossip nellarte proprio in tempo di crisi economica?
Madame Hirsch ritratta in tutte le tappe del suo rituale anno di vita. Immortalata a St. Moritz in occasione della
Cartier Polo World Cup, evento sportivo
per un pubblico dlite; allOktoberfest
in abito bavarese; a Venezia, in viaggio
verso la Fenice. Ma anche colta in momenti pi intimi, nelle feste di Natale e
di Pasqua, in cui si mette in scena lo
stesso rituale di anno in anno.
Locchio lucido e quasi scientifico di
Niedermair pronto a registrare stavolta tutti i dettagli. Lassenza e la sobriet
sembrano lasciare, a volte, il posto a un
immaginario sovraccarico, che allontana la realt e si avvicina alla pittura. E
limmagine si fa pi potente del reale.
Ventinove gli artisti provenienti da diciotto paesi, dalla Russia alla Polonia,
dalla Repubblica Ceca alla Serbia: la
Fondazione Fotografia si arricchisce
cos di altre 150 foto, film e videoinstallazioni. Storia memoria identit non
infatti solo una ricca esposizione, ma un
ulteriore nucleo di una collezione che si
amplia, a comprendere le espressioni
pi rappresentative di artisti nazionali e
internazionali, affermati ed emergenti.
Poche sono le occasioni - come questa
- che riescono a centrare una riflessione per immagini sulla storia, sui suoi
effetti e le sue conseguenze, nonch
sulla realt attuale, spesso cruda e
difficile, dove emergono situazioni problematiche che di rado sono percepite
dalle societ occidentali.
Zone geograficamente vicine, ma che
trasudano luoghi e atmosfere lontani,
mentre le fotografie e i video si connotano duna profondit che pare trarre
energie dalla solitudine di comunit
costrette ad affrontare un passato
drammatico. Il tutto con ironia e senso
estetico, che talvolta contrastano con i
contenuti e rendono grande godimento
alla visita.
Il rapporto fra il nostro mondo e lEst
Europa si arricchisce anche attraverso
il confronto tra le generazioni degli artisti: dal geniale ed esilarante progetto
U.F.O. (Universal Futurogical Operations) di Jlius Koller, che presta
anche la copertina al catalogo, alle
surreali fotografie di un campo di concentramento ricostruito con i Lego da
Zbigniew Libera, fino alle rappresentazioni sonore e per immagini del giovanissimo Gintaras Didziapetris.
Non mancano le letture dei simboli dei
poteri succedutisi nei paesi dellEst nel
corso del secolo scorso. E allora ecco i
fotomontaggi di Iosif Kirly, le sequenze prima-dopo delle icone di Tito fotografate da Mladen Stilinovic, la ricerca
di Swetlana Heger dei resti della statua
di Stalin a Berlino, oggi trasformata in
innocui animaletti bronzei.
per nelle videoinstallazioni che
emerge con crudezza e realismo una
critica sociale che mette in discussione
gli effetti della storia e pone allattenzione il problema dellidentit dei popoli,
come nel caso di How do you want
to be governed di Maya Bajevic e di
Great Expectations di Renata Poljak.
Autori consapevoli fino in fondo del
ruolo fondamentale che lartista oggi ha
nel partecipare attraverso il proprio vissuto alla determinazione di una nuova
identit nazionale collettiva difficile da
scolpire, scrive Filippo Maggia, guardando s al futuro ma senza cancellare
il passato.
Se in alcuni casi, come nelle indagini
sui popoli russi di Anastasia Khoroshilova, rintracciabile lormai classico riferimento a Marina Abramovic, il
percorso della mostra disvela linguaggi originali, spesso ricchi di fascino e
comunque sempre impregnati di contenuti profondi. Contenuti che gli artisti dellOccidente europeo sembrano
spesso dimenticare.
[antonella palladino]
[marta santacatterina]
[francesca baboni]
[stefania fois]
[stefano mazzoni]
Brigitte Niedermair
da marted a domenica ore 10-18
gioved ore 10-22
Catalogo disponibile
tel. 0471 312448
[email protected] - www.museion.it
COLLEZIONE MARAMOTTI
EX OSPEDALE SANTAGOSTINO
Via Emilia Centro 228
fino al 14 marzo
Storia Memoria Identit
a cura di Filippo Maggia
da marted a domenica ore 11-19
Catalogo Skira
[email protected]
www.mostre.fondazione-crmo.it
fino al 14 febbraio
Gert & Uwe Tobias
gioved e venerd ore 14.30- 18.30
sabato e domenica
ore 9.30-12.30 e 15-18
Catalogo disponibile
tel. 0522 382484
[email protected]
www.collezionemaramotti.org
CIAC
roma
roma
roma
napoli
STEPHAN BALKENHOL
ALEXANDER CALDER
JAN FABRE
APOCALYPSE WOW!
BAROCK
[daniela trincia]
[alessandra troncone]
FORO DI CESARE
Via dei Fori Imperiali
Stephan Balkenhol
a cura di Ludovico Pratesi
Catalogo Silvana Editoriale
tel. 06 45424396
[email protected]
fino al 14 febbraio
Calder
a cura di Alexander S.C. Rower
domenica e da marted a gioved ore
10-20; venerd e sabato ore 10-22.30
intero 12,50; ridotto 10
Catalogo Federico Motta
tel. 06 489411
[email protected]
www.palazzoesposizioni.it
[claudia paielli]
[luca arnaudo]
MACRO FUTURE
MUSEO BILOTTI
[irene tedesco]
MADRE
Via Settembrini 79
fino al 5 aprile
Barock
a cura di Eduardo Cicelyn
e Mario Codognato
da luned a venerd ore 10-21
sabato e domenica ore 10-24
intero 7; ridotto 3,50
luned ingresso libero
Catalogo Electa Napoli
tel. 081 19313016
www.museomadre.it
torino
torino
torino
genova
CHARLES AVERY
CRAIG / LAESSING
VERSO MANILA
RICHARD KERN
Da diversi anni Botto & Bruno (Gianfranco Botto, Torino, 1963; Roberta
Bruno, Torino, 1966) creano paesaggi
artificiali. Studiano la periferia e la trasferiscono ovunque, rivestendo pareti
di gallerie, musei e metropolitane. In
questultima mostra da Peola hanno voluto presentare alcune fasi del loro modus operandi, esibendo il fondamentale
passaggio intermedio, il collage manuale prima che venga virato dalla fotocopiatrice laser e poi stampato su pvc.
I luoghi che approfondiscono, com
noto, sono quelli in cui sono cresciuti, in
cui hanno maturato una visione singolare di un mondo considerato ai margini.
Possiedono un archivio di diverse centinaia di fotografie, suddivise per categorie: i cieli, i terreni, le pozzanghere,
gli edifici dismessi e cos via, secondo
un ordine che si pu definire istintivo.
Questo il materiale che custodiscono
e su cui lavorano per lelaborazione
dellopera.
Un processo accurato e minuzioso, che
consiste nella ricerca di frammenti di
luoghi diversi, ritagliati e accostati per
ottenere immagini di ambientazioni che
nella realt non esistono, ma che paiono assolutamente plausibili, possibili
scenari di uno squallore meditato, che
perde ogni connotazione negativa per
trasformarsi in una riflessione che assume una dimensione pi ampia, quasi
aulica.
Questi artisti hanno scelto di non fuggire dalle loro paure pi profonde, di
scavare nellintimo per tirare fuori pezzi
di sensazioni a brandelli, con la stessa
lente dingrandimento che usano per
assemblare i dettagli di luoghi anonimi
che non interessano a nessuno. Luoghi
che si preferisce attraversare per estrema necessit e che loro invece continuano a scandagliare.
Il fine, come dichiarato, non la denuncia sociale, semmai la realizzazione di
unutopia: la ricerca di ogni energia positiva che in questi luoghi confluisce e
si nasconde, per aprire un varco a una
dimensione esistenziale, che strappi la
patina di grigiore e incuria a un contesto
in cui le persone rifiutano di percepirsi
inferiori.
Una critica costruttiva, quella di Botto &
Bruno, densa di contenuti. Cercano di
conferire sostanza e significato al materiale ottenuto fotografando ambienti di
cui si voluto lappiattimento e lassenza dattenzione per lindividuo.
In questanalisi emergono in primo
piano i ritratti dei protagonisti della mostra: adolescenti senza volto, senza
una reale identit. Fotogrammi tratti da
film in cui la tematica della difficolt nel
raggiungere un equilibrio, in assenza
di certezze e prospettive stabili, per
i giovanissimi una conseguenza inevitabile. Il desiderio del cielo visto come
metafora di libert.
Da non perdere lallestimento della
terza sala, in cui il video ripreso con
telecamera fissa raggiunge vette di
autentica poesia nellaccostamento di
una riuscitissima colonna sonora (in cui
i versi di Cat Power vengono interpretati
dagli artisti stessi, accompagnati dalla
chitarra di Bartolomeo Migliore) alle
immagini dei fanciulli che attraversano lo schermo oltre il nulla, dove solo
un sacchetto di plastica compie la sua
danza.
Unapertura piena di umanit allinterno
dei muri fatiscenti ricostruiti in galleria.
New Entries e Premio Carbone ad Artissima 2009 - con non poche polemiche
- Norma Mangione Gallery si difende
al meglio. Con raffinata ricercatezza.
Curata da Simone Menegoi, la doppia
personale di Craig e Laessing presenta i lavori di due inglesi in una sorta di
ripensamento della scultura e della sua
trasformazione.
Nick Laessing (Londra, 1973; vive a
Berlino) si fa spazio con Free Energy,
prototipo di un dispositivo elettrico inventato negli anni 70 dallo scienziato
outsider John Bedini. Si tratta di una
macchina nuda e grezza, ma ingegneristicamente ben congegnata, che produce energia for free, gratuitamente. Perch - contrariamente al principio nulla
si crea nulla si distrugge di Lavoisier secondo Bedini lenergia si pu trovare
liberamente in natura. Apparentemente
sono sufficienti allartista una calamita,
delle bobine di fili di rame e un vecchio
chiodo, e il gioco fatto. Unoperazione
handmade che nasconde complessit
costruttive proprie della fisica.
Le opere di Laessing partono dal puntuale studio di esperimenti di scienziati,
o presunti tali, sullantigravit (nel caso
del russo Viktor Grebennikov) e sulla
ricerca dellenergia perpetua. Costituite da vecchie interviste radiofoniche
(riproposte in galleria e trascritte per
loccasione sui Bulletin), le sue ricerche
includono tutte le informazioni utili alla
ricostruzione dei dispositivi.
Linstallazione riesce cos a produrre
lenergia necessaria per autoalimentarsi, creando un surplus in seguito conservato in batterie ricaricabili adattate
ad altri meccanismi in mostra. Linteresse di Laessing dunque per quelle
sperimentazioni neglette ed escluse
dalla scienza ufficiale. Perch anche
se la parascienza non mai stata legittimata - come del resto lalchimia - il
britannico affascinato e sedotto dalla
ricerca pura, dal percorso per il raggiungimento degli obiettivi. E dove c uno
scopo preciso, unidea autentica va oltre la scienza convenzionale.
Sempre in una zona grigia, a met fra
tecnologia e innovazione, si colloca Kit
Craig (Oxford, 1980; vive a Londra).
Interessato alla scultura, in termini di
costruzione e demolizione, Craig
solito creare installazioni con materiali
di recupero, veri e propri assemblaggi
accantonati e spesso distrutti. Dei lavori, infatti, restano solo le riproduzioni:
tavole ad acquerello, inchiostro e altre
tecniche.
La distruzione delle sculture non imputabile solo a contingenze spaziali (gli
atelier nella capitale britannica sono
di piccole dimensioni in proporzione al
prezzo degli affitti, e ci influenza inevitabilmente la produzione artistica in
termini di scala), ma soprattutto a uno
slittamento concettuale nel passaggio
dalla creazione alla riproduzione. Il processo dunque inverso: prima la scultura e in ultimo il disegno.
Marchingegni per ologrammi e macchine per la rifrazione sono i dispositivi di
Craig per indagare il principio di traduzione. Poich - con tutte le distorsioni e
incongruenze proprie di ogni traduzione
- la prima idea sempre lunica.
[anita pepe]
[claudio cravero]
[claudio cravero]
[fausto capurro]
[barbara reale]
SONIA ROSSO
ALBERTO PEOLA
Via della Rocca 29
fino al 28 febbraio
Botto & Bruno
da marted a sabato ore 15.30-19.30
mattino su appuntamento
tel. 011 8124460
[email protected]
www.albertopeola.com
NORMA MANGIONE
VERSO
Via Pesaro 22
Verso Manila
da marted a sabato ore 15-19
Catalogo disponibile
tel. 011 4368593
[email protected]
www.versoartecontemporanea.com
milano
milano
milano
milano
MARCO CASENTINI
VALERIO CARRUBBA
PAOLO CHIASERA
LOTHAR HEMPEL
JOHN HILLIARD
Ha un sapore un po retr, ma da battaglia come il titolo, Caf Kaputt, la mostra di Lothar Hempel (Colonia, 1966)
da Gi Marconi. Fa pensare a un Cabaret Voltaire nel deserto, dove sfingi
metafisiche e persistenze della memoria si danno appuntamento tra scenari
catastrofici e paradossali.
Linquietudine passa, infatti, attraverso
sfondi e drappi neri che incorniciano
icone della storia dellarte, innalzate
sullaltare funebre costruito dallartista
tedesco, ma anche dalla percezione
del corpo umano, costretto ad amplessi
e innesti improbabili, a galleggiare nel
vuoto, isolato dalla realt. Hempel non
dimentica di esplicitare quale sia luniverso cui fa riferimento, chi sono i suoi
miti, quali le cose che lo entusiasmano.
Cos Arcimboldo stringe la mano alle
sue opere, che ne realizzano in 3d i
ghiribizzi pittorici, simulando tratti tipicamente teutonici, baffi e capelli tramite
elementi arborei e altre fantasie.
Tra i rifiuti compare la copertina dellalbum dei Pink Floyd Wish you were
here, allestita in modo che anche lo
spettatore meno attento non possa non
vederla, mentre in uno dei suoi quadri
pone in antitesi a una fiamma psichedelica un romanzo di Alberto Moravia,
rigorosamente tradotto in tedesco.
Ma il patrimonio lessicale non si esaurisce qui, in unopera che costruisce
nuovi immaginari semplicemente montando, e se possibile esasperando, reperti dal modernismo, con una libert
espressiva e unattenzione particolare
allo spazio, che diventa il vero protagonista. La realt, infatti, si annulla per
lasciar posto allesperienza dellopera;
il luogo che ne ospita le vicende assomiglia a un set, ormai spento, di una
pellicola surrealista, svelando i trucchi
della finzione, riportando lillusione alla
pi banale realt.
Cos si scopre che i busti di Man Ray
non sono fatti di carne n di gesso.
Hempel sottrae loro sensualit, sottolineandone laspetto simulacrale, ridicolizzandoli e magari aggiungendo ombrellini (da set) o paragonandoli a soldati di cui recupera la texture mimetica
o affigge ritratti. Entrambi, infatti, sono
immobili; entrambi vivono intrappolati in
un gioco di ruoli.
Le foto di attori e ballerini sono ombre
sbiadite, imprigionate nel pattern dei retini che ne definiscono i contorni, come
nelle coreografie che sono costretti a
eseguire. Le espressioni del volto restano cristallizzate nel frame che lartista
ha estrapolato dalla rappresentazione
cui partecipano, congelate, come in un
museo delle cere, nellattimo dello scatto di scena.
[federica forti]
[ginevra bria]
[santa nastro]
[emanuele beluffi]
[cecilia ci]
Marco Casentini
da luned pomeriggio a sabato
ore 9.30-12.30 e 17-19.30
Catalogo disponibile
tel. 0187 626374
[email protected]
www.cardelliefontana.com
GALLERIA PIANISSIMO
Via Ventura 5
Valerio Carrubba
da marted a sabato ore 14-19
tel. 02 2154514
[email protected] - www.pianissimo.it
FRANCESCA MININI
Via Massimiano 25
Paolo Chiasera
da marted a sabato ore 11-19.30
tel. 02 26924671
[email protected]
www.francescaminini.it
GI MARCONI
Via Tadino 15
Lothar Hempel
da marted a sabato
ore 10.30-12.30 e 15.30-19
tel. 02 29404373
[email protected]
www.giomarconi.com
GALLERIA ARTRA
Via Burlamacchi 1
John Hilliard
a cura di Giorgio Verzotti
da marted a sabato ore 10.30-13 e 15-19
Catalogo disponibile
tel. 02 5457373
[email protected]
milano
milano
milano
brescia
HUAN / MANETAS
ESKO MNNIKK
MARCELO MOSCHETA
OTTO ZITKO
TONYLIGHT
Ci aveva abituato a densi ritratti di solitari bachelors incorniciati negli interni della periferia rurale del nord della
Finlandia. E ci aveva abituato, ancora,
a pastosi esterni che conciliavano la
vivacit dei toni naturali allinclemente
indicazione di unassenza.
A quasi un anno esatto dalla vittoria
del Deutsche Brse Photography Prize, Esko Mnnikk (Pudasjrvi, 1959;
vive a Oulu) torna per la terza volta a
Milano con il progetto Harmony sisters,
una serie in progress dal 2005, consacrata al ritratto animale.
Im a photographer of fish, dogs and
old men, sosteneva tempo fa Mnnikk, conferendo pari dignit ai suoi
soggetti e assumendo lasse animaleoggetto-persona come perno su cui
far ruotare unintera ricerca fotografica.
Liberato il campo da ogni pregiudizio
assiologico, Harmony Sisters si dirige
allanimale come verso un simile, senza
nessuna presunta superiorit.
Mnnikk non impugna la macchina fotografica come unarma di predazione:
la carica, la punta, ma senza violenza.
Se vero infatti che fare una fotografia significa partecipare della mortalit,
della vulnerabilit e della mutabilit di
unaltra persona (Susan Sontag), il
fronteggiamento con lanimale non pu
che restare estraneo al bracconaggio.
Pur agendo nella dimensione dellindifeso, Mnnikk si mantiene in una
sospensione di giudizio, in un atteggiamento metodologico, come a voler
applicare lidea di social landscape di
Friedlander al mondo animale. Nellintento di comporre vere e proprie nature vive, Mnnikk sembra realizzare
paradossali nudi animali, non nella
sostanza dellimmagine ma nella dinamica della denudazione e dellesporre.
Linsistenza sul particolare ingigantito gli occhi perlacei e riflettenti, la texture
dei manti e dei pellami - trasforma gli
animali in oggetti di fascino che non
spiegano nulla, inesauribili nella loro
assertivit. Talvolta immersi in un bianco ottundente, accedono alla consistenza onirica delle visioni: presi come
sono, senza forzature, quei deferenti
sguardi in camera assorbono il mutismo del riverbero lattiginoso rilasciato
dalla neve.
Quello di Mnnikk non un iperrealismo vuoto e autoreferenziale; matura
gli spunti di un lavoro gi lungamente
sperimentato che, in questa fase, accede a una forma eterodossa di bioarte. Il
rischio di un fraintendimento dellobiettivismo fotografico di Mnnikk e la
confusione con un mero approccio
documentaristico viene subito evaso
dai magnifici tagli sulla fisionomia delle
bestie. La tentazione per lastrattismo
informale forza il limite della fotografia
tecnica e scientifica, e gli animali di
Mnnikk, come le sculture involontarie di Brassa, diventano anchessi
involontariamente tableaux informali e
astratti.
Comunicare un mondo senza interpretarlo allora quellattenzione per il
dettaglio e per il banale che Mnnikk
sembra imparare da un Kertsz ancora
intriso di surrealismo - il focus su occhi
lucidi, lisomorfismo di espressioni facciali umane e animali - che non conduce a una banale penetrazione psicologica, ma piuttosto a una ricerca del profilo
esistenziale della forma.
[emanuele beluffi]
[francesco sala]
[stefano mazzoni]
[renata mandis]
[simone frangi]
GALLERIA PACK
Foro Buonaparte 60
SUZY SHAMMAH
Via Moscova 25
Esko Mnnikk
da marted a sabato ore 12-19.30
tel. 02 29061697
[email protected]
www.suzyshammah.com
RICCARDO CRESPI
Via Mellerio 1
Marcelo Moscheta
da luned a sabato ore 11-13 e 15-19.30
Testo critico di Julia Trolp
tel. 02 36561618
[email protected]
www.riccardocrespi.com
MANUELA KLERKX
Via Massimiano 25
Otto Zitko
da marted a sabato ore 13-19
tel. 02 21597763
[email protected]
www.manuelaklerkx.com
Tonylight
da luned a sabato ore 15-19
tel. 030 3756139
[email protected]
www.fabioparisartgallery.com
verona
verona
bologna
roma
BLACK ATLANTIC
GIANNI DESS
ARTHUR DUFF
MARC BAUER
CONCEPTINPROGRESS
Un bacio, lo schiocco: una progressione che diviene musica, poi trasposizione geometrica dalla quale generare una
serie di rimandi audio-visivi, seguendo
la struttura di una nuova formula pseudo-magica, quella dellAbacaba. Non
abracadabra appunto, ma ci va vicino,
e Damin Turovezky ne ha curato la
composizione musicale; il resto lo hanno architettato i Conceptinprogress
(Amparo Ferrari, Buenos Aires, 1977;
Sebastian Zabronski, Buenos Aires,
1974. Vivono a Venezia).
Collettivo argentino dalle sperimentazioni site specific, ha creato per Furini
un gioco concettuale di segni e significati che ruotano attorno al senso ritmico
dellAbacaba e si disperdono in tre aree
della galleria con un disegno, una pioggia di baci in cartoline e linstallazione
audio Rond.
Primo fra tutti, larchitettonico foglio
sul fondo della parete si srotola alla
vista come se fosse una mappa lessicale e, mentre lascia che lintervenzione insegua le piccole facce dei kiss
nella mappa, la percezione auditiva
del Rond d vita a un gioco a incastri dallegorie che - sulla traccia dello
scoccare ritmico del bacio - assumono
diverse formalizzazioni o formulazioni,
ognuna delle quali pretende di essere la
migliore espressione dellidea originale,
quella stessa riappropriazione di un
linguaggio non quotidiano che non ha
bisogno di senso o obiettivo come non
ne ha bisogno unedera per continuare
a crescere, scrive Antonio Arvalo. Il
quale dimostra come il senso di una parola familiare possa vincolare la scelta
visiva e immaginaria che si ha del suo
significato, nella costruzione del significato stesso.
cos che il duo ha manipolato licona sonora e visiva di un bacio, ne ha
estrapolato il rumore e lappartenenza
semantica, creando dalla stessa un
susseguirsi di rimandi, un rond visivo
che si perde nel suo schema metrico e
si lascia violentare dalla decisione artistica dellesposizione: opere e quadri
toccano terra posando sul muro destro
della galleria, danno le spalle al visitatore, mostrandosi solamente su richiesta
dello stesso.
A turno, in base alla scelta arbitraria nel
momento della visita, il fruitore potr
vederle singolarmente e creare a sua
volta un determinato percorso visivo rispetto a quello suggerito dagli oggettisegni che costituiscono lesposizione.
Loggetto darte svanisce nonostante la
presenza fisica della sua presentazione: un camuffamento.
Il quadro scompare dietro la sua amplificazione concettuale, segna lo scarto
del rimando visivo di un de Chirico o
di un Magritte venuti male che, accatastati luno di fronte allaltro, sono l perch parte di un gioco, di uno schiocco,
dellinterpretazione dellAbacaba. Che
- per dirla con le parole del curatore appare come forma trascinante dedera che sale e si diffonde o come moltiplicazione matematica delle ramificazioni
di uno stesso albero. Perch le idee,
partendo da un unico ceppo originario,
si connettono per concetto o forma in
diversi rami e limmagine seguente si
rappresenta come la rappresentazione
di questi nuovi rapporti allinterno di un
processo in cui le biforcazioni si connettono in circoli concentrici.
[antonella palladino]
[marzia scalon]
[giulia pezzoli]
[flavia montecchi]
[marzia scalon]
AR/GE KUNST
Via Museo 29
Black Atlantic
a cura di Luigi Fassi
da marted a sabato mattina
ore 10-13 e 15-19
tel. 0471 971601
[email protected] - www.argekunst.it
fino al 27 marzo
Gianni Dess
a cura di Lrnd Hegyi
da marted a sabato
ore 10-13 e 15.30-19.30
Catalogo disponibile
tel. 045 590144
[email protected]
www.galleriadelloscudo.com
STUDIO LA CITT
Lungadige Galtarossa 21
Arthur Duff
da marted a sabato
ore 9-13 e 15.30-19.30
tel. 045 597549
[email protected]
www.studiolacitta.it
CAR PROJECTS
galleria FURINI
Via Giulia 8
Conceptinprogress
a cura di Antonio Arvalo
da mercoled a venerd ore 13-19
sabato ore 15-19
tel. 06 68307443
[email protected]
www.furiniartecontemporanea.it
roma
roma
roma
napoli
ELN HANDSTTIR
MASSIMO LIVADIOTTI
LUANA PERILLI
ARMANIOUS / SCHONTKOWSKI
Shirley Verrett non pu mostrare lemozione: rischierebbe di uscire dal personaggio di Lady Macbeth. Un breve passaggio visivo sullorchestra scaligera,
diretta da Claudio Abbado ( il 1978).
Poi la telecamera torna a inquadrare il
volto della soprano afroamericana. La
Rai riprende lopera di Verdi, momento
dopo momento, per tutti e quattro gli
atti. A Gian Domenico Sozzi (Solaro,
Milano, 1960; vive a Milano e Noto, Siracusa) bastano 5 minuti e 24 secondi.
Accogliere lovazione del pubblico,
concedersi a esso, o rimanere fedele al
personaggio e alle esigenze narrative
dello spettacolo?, scrive Gyonata Bonvicini. Questa dicotomia rende proteico
il volto della cantante; si assiste a una
battaglia estrema fra pulsioni contrastanti e fortissime, fra la rigidit del corpo, come pietrificato, e lincontrollabile
vivacit degli occhi. Questo vertiginoso
crescere di tensioni si sublima in una
lacrima, che solo la sensibilit di un
primissimo piano riesce a cogliere.
qui che Gian Domenico Sozzi sceglie di
concludere il suo frammento.
un ritrovamento fortuito quello da cui
nasce Brava (2006), video riproposto
allo Studio Miscetti per ledizione speciale della rassegna She devil. Lemozione fu molto grande, ricorda Sozzi,
per cui decisi di proporla a un pubblico
pi vasto. Quello che minteressa sempre che questa sorta di rimando sia
mio in partenza, ma che poi cresca attraverso la selezione degli sguardi degli
altri.
Lopera lirica anche loccasione per
lartista di rispolverare il dramma, ricordando di avere in casa, da anni, il
volume Shakespeare e il melodramma
romantico, tesi di dottorato di Fabio Vittorini, con un intero capitolo dedicato a
Macbeth. Dinamiche inesplorate, che
aprono lorizzonte a una serie di nuove
connessioni, rimandi, empatie, approfondimenti che appartengono al modus
artistico di Sozzi.
Mentre lovazione cresce, sfiorando
lapoteosi, lo sguardo dello spettatore
si sposta sugli altri due lavori esposti in
mostra, il collage Io Credo Applausi Finiti Per Me (2007) e limmagine fotografica di Red Carpet (2009), installazione
realizzata per la personale Whispers
alla galleria palermitana di Francesco
Pantaleone. Una circolarit di elementi intorno alla relativit transitoria di un
ideale - in questo caso il successo -,
menzogna esistenziale, segmento temporale destinato ad affacciarsi sul degrado. Sar la stessa Verrett, a conclusione di uninfelice interpretazione della
Carmen di Bizet (nel 1984, sempre alla
Scala di Milano) che, intercettata da un
giornalista lungo la traiettoria del camerino, pronuncer le fatidiche parole: Io
Credo Applausi Finiti Per Me.
su questa frase che si concentra
Sozzi, ritagliando le lettere da una
stella filante a rombi colorati (esplicito
riferimento al binomio Arlecchino/Carnevale) e incollandole su fondo bianco.
Mi piaceva molto lidea di questo passaggio, che anche un po quello del
red carpet che porta alle monnezze
che stanno al di sotto. La stella filante
Arlecchino, perch se c una figura
di teatro, per antonomasia, che non ha
mai smesso di avere applausi - per
lappunto - lArlecchino. Il carnevale
, comunque, di per s quanto di pi
pregno di malinconia ci possa essere
e racchiude questa previsione di quaresima. Mi sembrava che tutto tornasse,
anche la scelta del materiale, che si
porta addosso la maschera.
Stipato nel suo asettico completo verde, lomino che quotidianamente incontriamo alle uscite demergenza, sulle
scale anti-incendio, in fila ai bagni pubblici corre verso il nuovo, rendendo il se
stesso di ieri subito obsoleto, superato,
vecchio. Ma la sua una corsa vana,
costretto com a girare in tondo, a meditare su passi gi compiuti.
Running Man unopera paradigmatica
dellegiziano Hany Armanious (Ismalia, 1962; vive a Sydney), al suo debutto europeo, se audacemente pensata
come autoritratto dartista. Robivecchi
del contemporaneo, si muove vigile
tra corridoi di cose dismesse. Ma il suo
non un recupero in piena regola, bens un furto fugace al tempo: le opere,
infatti, sono realizzate non con oggetti,
ma mediante lassemblage di calchi dei
medesimi, ottenuti con impasti di resina e scelti prima che la loro necessit
desistenza si consumi definitivamente.
Una certa finezza e competenza tecniche lascerebbero ipotizzare qualche
legame con liperrealismo ma, a ben
vedere, questo rapporto non va oltre
unaffinit di metodo, perch se la falsificazione delliperrealismo finalizzata
proprio a denudare le alterazioni e gli
artifici del reale, nelle opere di Armanious si assiste a un capovolgimento
del processo di riproducibilit: non pi
la modernit a fagocitare larte nei suoi
meccanismi seriali, demistificandola,
ma la realt che - attraverso un tentativo di scomposizione prima e composizione poi - viene riqualificata mediante
il gesto dartista.
invece lanalisi delle possibili forme
despressione artistica lo strumento
che Norbert Schwontkowski (Brema,
1949) utilizza per condurre un personalissimo scandaglio dei rapporti fra arte
e contemporaneit. Lo mostra bene
la serie dei monotipi, ottenuti facendo
aderire una tela dipinta, ancora fresca,
su un foglio di carta; alla stregua della
pittura informale, la materia viene esibita e simula la realt (che, guarda caso,
coincide con lopera) nel suo divenire.
Ma lindagine del tedesco non ha nulla
di rigoroso, condotta senza scrupolo
filologico, piuttosto con fare divertito,
giocoso, ironico.
Il risultato unopera come Surrealistenstammtisch, dipinto in cui le atmosfere opprimenti e sospese di tanta
pittura metafisica si stemperano nei
particolari minuti che sembrano ricordare Bosch (suggerito, per associazioni
didee, dalla scritta che campeggia sul
frigo bianco). Lo stesso dicasi per Aquilea o Nachtschwimmen, paesaggi che
riscoprono la quiete e il romanticismo di
gesti semplici, quotidiani.
Una pittura scevra di istanze moralizzatrici, dunque, risolta nei suoi legami
col mondo doggi. Riproduzione = riproposizione: laura benjaminiana sembra
ripristinata per paradossi.
[lori adragna]
[chiara ciolfi]
[manuela de leonardis]
galleria ROMBERG
Piazza de Ricci 127
Eln Handsttir
da marted a venerd ore 11-19
sabato ore 15-19
tel. 06 97613696
[email protected]
www.unosolo-projectroom.blogspot.com
Massimo Livadiotti
a cura di Italo Bergantini
e Lorenzo Canova
da marted a sabato ore 15-19.30
o su appuntamento
Catalogo disponibile
tel. 06 68806377
[email protected]
www.romberg.it
Via di Monserrato 40
fino al 13 febbraio
Luana Perilli
da luned a sabato ore 16-20
o su appuntamento
Testo critico di Ilaria Gianni
tel. 06 68809863
[email protected]
www.thegalleryapart.it
[manuela de leonardis]
[carla rossetti]
RAUCCI/SANTAMARIA
56 intervallo
facciamo13con
# lemma
01.
02.
03.
04.
05.
06.
07.
08.
09.
10.
11.
12.
13.
citt preferita:
libro:
film:
cantante:
ristorante:
cocktail:
luomo politico:
il quotidiano:
lautomobile:
lo stilista:
lattore:
il programma tv:
la canzone:
Candela
Napoli e Palermo
Benjamin, Angelus Novus, e Borges, Finzioni
Blade Runner e Brazil
Van Morrison
Da Toso a Leonacco, in Friuli
Frozen Daiquiri
Sunzi (o Sun Tzu)
Corriere della Sera
Fiat 1100
Sul tema sono inattuale
Robert Lepage
Report
Imagine nella versione di Yves Teicher
ahbbellooo!!!
strafalcioni digest
Qui su Exibart, lo avrete capito, cari lettori, andiamo pazzi per larchitettura contemporanea ben
pi che per larte contemporanea. Con larchitettura non si scherza, non si bluffa, non si bara in
asta. Larchitettura sono mattoni, calcina e forme nello spazio che devono durare decenni, talvolta
secoli. Larte, per com stata ridotta, pu pure durare una stagione e nessuno si scandalizza. E
ancor pi, lo sapete, siamo tifosi sfegatati dei giovani studi italiani. Ma questo non ci fa perdonare
il profluvio di e-mail che ci sono arrivate per la mostra
58 trecapitali
Arte contemporanea sul filo del rasoio nella Londra della grande crisi finanziaria. I progetti ci sono, ma le spese che il governo sta sostenendo per contrastare
la recessione mettono tutto in discussione. Compreso un grande intervento di Tomas Saraceno per le Olimpiadi del 2012...
london
soup
2012, auspicato dal sindaco Boris Johnson, rischia di rimanere sulla carta, fagocitato dalle pressioni esercitate
sui conti delle future Olimpiadi dalle crescenti spese per la
sicurezza e le misure di prevenzione anti-terrorismo, nonch dai costi di nazionalizzazione degli enti bancari in crisi.
Sarebbe per un peccato sacrificare il landmark project
olimpionico, specie se a vincerlo fosse la proposta di un
gruppo che include largentino Tomas Saraceno: un progetto ambizioso a salvaguardia dellambiente, con lintervento di nomi come lo studio dingegneria Arup, Umberto
Eco, docenti del Mit e Google.
Daltro canto, la Bbc stata criticata per aver commissionato opere per circa 4 milioni di sterline in concomitanza
con la ristrutturazione dei quartieri generali della Broadcasting House. I pezzi? Un elicottero telecomandato ed
equipaggiato di telecamera per sorvolare il palazzo un paio
di minuti di Catherine Yass (25mila sterline); fotografie di
muratori allopera nel cantiere di Nick Danziger (70mila)
e World di Mark Pimlott, che ricopre la piazza allesterno delledificio (1.600mila). Mentre le commissioni fanno
parte del progetto gi approvato dal Westminster Council
per la ristrutturazione e sono pertanto intoccabili, il nuovo
complesso gi in ritardo di due anni e sembra aver sfondato il budget iniziale di ben 20 milioni di sterline, pagati
con la licenza televisiva dei telespettatori inglesi.
In previsione delle mostre per il 2010, una notizia non proprio buona viene dalla Royal Academy, dove il principe del
Liechtenstein Hans-Adam II sembra aver cancellato una
Dopo anni di costante euforia e perplessit, positive le aspettative per il 2010, con larte contemporanea cinese che si innalza a un maggior livello di maturit
e stabilit. Il nuovo trend? Gli Anni Dieci diventeranno astratti e pi intimi
newyork BEIJING
soup
soup
Nuove strategie museali si affacciano sulla scena. Si assiste allavvicendamento dei direttori di Metropolitan e PS1, mentre listrionico Jeffrey Deitch si trasferisce
a Los Angeles... per fare il direttore del MoCA. E al New Museum espongono la collezione di un consigliere damministrazione...
Jeffrey Deitch
Finalmente ci siamo liberati dei Naughties, i primi dieci
anni del millennio cos denominati da alcuni in mancanza
di un termine pi consono. Una decade che stata anticipata dallansia di un imminente disastro informatico - se
i computer non avessero riconosciuto lanno 2000 - ed
stata sorpresa da poderosi disastri giunti senza troppi
convenevoli.
Con l11 settembre 2001 e il pi recente tracollo di Wall
Street sullo sfondo, le vicende dellarte hanno nutrito tendenze interessanti. Un globalismo politically correct condito da un pluralismo inclusivo si intrecciato a un nomadismo sollecitato da biennali, festival e fiere; il tutto sottoline-
minato direttore del MoCA. Con questa scelta, listituzione californiana, che sembra abbia considerato anche le
candidature di Samuel Keller della Fondazione Beyeler e
di Tobias Meyer di Sothebys, apre il futuro della gestione
museale a nuove sinergie. Salvato nel 2008 dalla bancarotta con un generoso dono di 30 milioni di dollari del
collezionista Eli Broad, il MoCA punta con Deitch su una
ristrutturazione e una gestione innovativa, con scarsissimi
precedenti storici.
Un formato non inedito inaugura invece la decade del New
Museum di New York, dove il noto collezionista greco Dakis
Joannou, membro del consiglio damministrazione, espone parte della sua collezione privata a cura del maestro
Jeff Koons. Negli ultimi mesi, il direttore Lisa Phillips ha
dovuto far fronte ad accese polemiche sulla presenza di
un chiaro conflitto dinteressi. Alcuni difensori hanno sostenuto come nel corso della storia dellarte, in un modo o
nellaltro, committenti e mecenati abbiano svolto un ruolo
indispensabile a supporto dellarte, senza ipocrisie.
Scandalo o meno, sembra evidente che, per il prossimo
decennio, le istituzioni museali dovranno trovare nuove alternative per sopravvivere.
[micaela giovannotti]
60 tornaconti
Leredit ingombrante
Linizio del 2010 consente di tirare una riga, mettendosi alle spalle quello che facilmente sar ricordato come lannus horribilis
per il mercato dellarte. Ma va in archivio anche un decennio controverso. E probabilmente irripetibile...
prattutto sul fronte dellarte contemporanea. Potranno con ogni probabilit guardare con ottimismo ai prossimi mesi soprattutto coloro che,
evidentemente, il boom del mercato
lhanno vissuto solo di riflesso, non
godendone appieno i frutti. Chi ad
esempio? Beh, gli operatori del com-
ga a quella dinizio millennio. L11 settembre ha inaugurato un periodo tragico di grandi conflitti (che dura tuttora) ma ha anche determinato forti
cambiamenti negli equilibri economici
e culturali. Holland Cotter, sul New
York Times, osservava recentemente
come a fronte di radicali mutamenti
del sistema dellarte non
siano corrisposte vere rivoluzioni del campo dellarte,
rimasta
sostanzialmente
la stessa degli anni 90.
Cos, mentre si aprivano i
fronti di guerra e cresceva
linsicurezza, la cultura si
ritirata in una sorta di bolla
impermeabile
allesterno.
Una bolla che si riveler
economicamente tossica,
ma che stata anche luogo
di illusione ed evasione.
Pi artisti, pi mostre,
pi musei, pi tutto: lepoca dellartentainment ha incarnato il sogno
di un nuovo Rinascimento; un Rinascimento breve, che si chiuso
con la ben nota crisi economica del
2008/2009 e che lascia ora uneredit ingombrante.
Va bene che la benedetta ripresa
sembra gi iniziata, pi nelle parole
che nei fatti, ma rimane il problema
di che fare delle innumerevoli fiere,
biennali e festival nati ovunque, alcuni gi chiusi, altri appesi a un filo,
dei nuovi musei, che rischiano di rimanere contenitori vuoti, mentre i
vecchi si dibattono tra magri bilanci
e scioperi del personale a rischio
di licenziamento, com accaduto in
Francia nelle scorse settimane; cosa
fare, infine, degli artisti: la Triennale
al New Museum di New York appena
conclusa ne ha gettato nella mischia
altri 540 con il progetto Younger
than Jesus.
toplot
Tempi duri per larte. Il 2009, dopo il crollo dei mercati nellanno precedente,
ha registrato una lieve ripresa in autunno, che ha premiato positivamente
anche le succursali italiane delle maggiori case dasta. Da Sothebys, infatti,
lanno si chiuso con un totale di 33.382.455 euro (contro i 35.787.962 su
nove appuntamenti, nel 2008), conseguito con sette appuntamenti dasta e
con particolare soddisfazione per larte contemporanea, che ha realizzato, tra
maggio e novembre, l82% e il 72% di venduto. Fra i top lot, una Natura Morta
(1940) di Giorgio Morandi, battuta per 960.750 euro, e un Achrome (1959)
di Piero Manzoni, stimato fra i 350-450.000 euro, che realizza 624.750 euro.
Autunno caldo anche per Christies Italia. In soli tre giorni, gli appuntamenti
di Palazzo Clerici dedicati allarte moderna e contemporanea, ai gioielli e ai
dipinti antichi hanno portato a casa 9.983.430 euro, mentre gli appuntamenti
di maggio totalizzavano 9.409.240 euro, con top lot quali Concetto spaziale,
Attese (1965) di Lucio Fontana, stimato fra i 300-500.000 euro e battuto
per 600.000.
62 essai
Torniamo dopo alcuni anni a parlare di grande schermo e realt virtuale. Due film diversissimi ma paragonabili permettono
di discutere di narrazione, tecnica, tecnologia, 3D. Unanalisi di questi temi attraverso i lungometraggi Avatar e District 9...
cinema dellirrealt
recente film di alieni, che pu essere benissimo comparato con la summa di Cameron: District 9 del sudafricano Neill Blomkamp, prodotto
da Peter Jackson. Sebbene infatti
le due opere trattino un soggetto
analogo, lapproccio non potrebbe essere pi
diverso; e, cosa
pi interessante,
luso della tecnologia traduce
fedelmente il differente impianto
concettuale.
Se il mondo di
Avatar
rappresenta
davvero
un nuovo paradiso, sia cosmico che
cinematografico (New York Times),
allora il pianeta Pandora il corrispettivo immaginario del corpo Navi
che il soldato Jake Scully (Sam Worthington) usa come protesi. E dellintero dispositivo di rappresentazione
creato da Cameron: Con la mia Reality Camera System il digitale sembra
reale e viceversa. per questo che
BACIAMI ANCORA
di Gabriele Muccino
PARANORMAL ACTIVITY
di Oren Peli
INVICTUS
di Clint Eastwood
Perfetta metafora di un paese intrappolato dal passato e paralizzato, il sequel de Lultimo bacio ritrae
un gruppo di ex-giovani prede
delle loro eterne insicurezze, tra
viaggi iniziatici fuori tempo massimo e consolazioni banali e facilotte. Il gran rifiuto di Giovanna
Mezzogiorno appare lunica nota
di speranza in un quadro complessivamente posticcio e funereo.
Assolutamente straordinario! Spinto negli Stati Uniti da una campagna virale innovativa, questo horror - al tempo stesso atipico e gi
classico - una vera eccezione,
dal momento che mantiene molto
pi di quello che promette. Vi far
sobbalzare, gemere e urlare di
paura, e sar alquanto arduo affrontare con serenit le prime notti
dopo la visione...
in sala
64 infumo
Nuova decade appena iniziata. E per fortuna, in qualche dove, c aria nuova. In barba alle crisi varie e globali, c chi ha
voglia di sperimentare. E in edicola, gi da qualche mese, apparso ANIMAls. Una ventata di freschezza culturale. Ma c
anche chi tradisce le gabbie formali, osando nuovi linguaggi e rivolgendosi a un pubblico dlite. Giuda...
NUOVE BANDE
per gli ANNI 10
Il fumetto ovunque. Nelle
pubblicit, sui quotidiani, nei
fascicoli e in 3d. Ma forse non
ce ne accorgiamo. O, meglio,
fingiamo di non vedere. Come
se preferissimo ignorare questo meraviglioso modo di raccontare storie e condividere
idee e concetti, a volte anche
complessi, per non sentire lingombrante imbarazzo di una
forza espressiva che spesso
sfugge alla critica e alla massa. Ma il fumetto fatto cos:
ha potenzialit enormi, utilizzato e sfruttato e non sempre
riconosciuto.
In una fase come questa, in cui
i piccoli distributori chiudono i
battenti perch il giro daffari
crolla a picco e i fumetti sono
per lo pi allegati in serie a
quotidiani o settimanali che li
alternano ai gadget di cucina,
ci sono persone coraggiose
(pardon, artisti) che, anzich
abbandonare il tavolo da gioco,
alzano la puntata. Conseguenze? O perdi tutto o sbanchi. Gli
estremi sicuramente non fanno parte del gioco editoriale.
Ma un po di sfrontatezza certo
non guasta. Perch, al di l dei
numeri, delle tabelle e dei bilanci, se al pubblico si offre un
prodotto ben fatto, fresco, innovativo ma non presuntuoso,
beh, molto probabile che la
risposta superi le aspettative.
Prendiamo ad esempio Coniglio
La copertina di Giuda disegnata da Gianluca Costantini
Editore. Da tempo presente
courtesy Galleria Miomao, Perugia
nelle edicole, nelle fumetterie
e in libreria. Certi titoli hanno
segnato un pezzo di storia (la rivista
pensare alla rivista come qualcosa di
viste Scuola di fumetto e ANIMAls.
Blue, tanto per fare un nome). Poi
eterno, dice Laura Scarpa. DisePensare a una rivista che duri in
sono stati costretti a scomparire o
gnatrice, fumettista, sceneggiatrice,
eterno significa raggiungere il fallia trasformarsi in qualcosa di divergiornalista, per leditore Francesco
mento, prima o poi. Linus, sia beneso. Magari sul web. Non dobbiamo
Coniglio cura, fra le altre cose, le ridetto, esiste dagli anni 60. E forse
uneccezione. Limportante, se si
crede nel prodotto, insistere nel
proprio lavoro. Altrimenti? Va modificato il percorso, come accaduto
con Blue, risponde Laura. Anche
se il prodotto bellissimo, se le vendite calano si riduce la tiratura e la
discesa si sente anche in edicola.
Cos Blue diventer Touch! (a partire da marzo 2010). E due o tremila
fedeli lettori, pur molto dispiaciuti,
nel frattempo avranno avuto modo
di consolarsi con ANIMAls. Da qui
cominciano, infatti, nuovi percorsi.
Il problema, per, far recepire il
messaggio. Non solo ai lettori, ma
anche agli edicolanti. S visto ANIMAls - rivista di fumetti, storie, la vita
e nientaltro - accanto alla sezione
rossa vietata ai minori. Il porno (non
lerotismo) accanto al fumetto dautore. Strana associazione. Il primo
numero, a Torino, mi capitato di
bolle
DISNEY DI SCENA SULLIPOD
La digitalizzazione
impazza. Tutto si
trasforma e passa
prima dal web, poi
dalle infinite piattaforme di lettura
tecnologicamente
avanzate. Lo stile
sofisticato dei prodotti Apple, quindi,
ben si addice alle
sperimentazioni.
A cominciare da
iPhone e iPod Touch. In Italia la prima a farsi
avanti verso questa nuova fetta di pubblico (e di
mercato) la Disney, che lancia lapplicazione
Digicomics. La qualit dimmagine buona, ma
gli utenti lamentano i prezzi per lacquisto delle
singole storie, che giudicano eccessivi. Tiene il
passo lapplicazione Comics, con una libreria di
800 titoli (Marvel compresa). Le storie sono solo
in lingua inglese. Peccato.
www.disney.it/digicomics
link.
animals-theblog.blogspot.com
www.giudaedizioni.it
pre[ss]view 65
Il test - e che test! - col numero zero, poi il lancio del primo volume in occasione di Artissima. Per una rivista di fotografia
tutta in inglese, ma che in realt speaks Italian. Ne abbiamo discusso con Massimo Torrigiani, editore nonch vecchia
conoscenza dellartworld. Perch della Boiler Corporation si parla, e delle pagine di Fantom...
il fantasma
della fotografia
zioni dedicate alla fotografia contemporanea (e realt come la Fondazione Italiana per la Fotografia
di Torino ha subito un destino
inenarrabile). E anche sotto il profilo dellapprofondimento, a parte
i Quaderni stampati dallo stesso
museo lombardo, la situazione
piuttosto desolante. Che impressioni avete in merito?
Che il mondo della fotografia italiana
ha bisogno di prendere aria, aprire
porte e finestre e provocare una bella corrente che ossigeni qualche intorpidito e porti via un po di muffa e
di stantio. Il Museo di Cinisello Balsamo ci piace molto, ma un po come
il Deserto dei Tartari. Di fronte alla
mancanza di istituzioni si risponde
con lautorevolezza dei piccoli: fare
bene cose belle. Libera la mente, il
culo la seguir, dicevano i Funkadelic.
In questo caso il culo quello pesante della politica.
ni, un sito lo abbiamo, semplice semplice, ma con tutto quello che serve:
un archivio dei numeri precedenti e
unanteprima del numero in corso; la
lista dei collaboratori; link agli abbonamenti... Adesso siamo impegnati
a sviluppare la rivista - lavorare veramente su scala internazionale non
facile - e a preparare una piccola
collana di libri; ci piace la carta...
link.
www.fantomeditions.com
rotocalco
A VOI LA PAROLA
Va da s che alla mente torna
immediatamente il warholiano Interviews. E se di interviste sparse nei magazine quasi non se ne
pu pi, il discorso ben diverso
quando lintero progetto di una testata basato proprio sul genereintervista. E solo su quello. la
scommessa del neonato Klat.
www.klatmagazine.com
PUBBLICI SCATTI
Lo cura Roberta Valtorta il #6 dei
Quaderni di Villa Ghirlanda. Dal
Museo di Fotografia Contemporanea, una riflessione su Fotografia e committenza pubblica. Uno
sguardo ampio nello spazio e nel
tempo: dalle committenze della
regina Vittoria a quelle della Darc,
dallo svedese Ekodok -90 alla
francese Datar.
www.mufoco.org - www.lupetti.com
IL 2010 IN SACCOCCIA
Terza edizione e le ZeroGuide diventano quattro. Alla triplice Torino-Milano-Roma saffianca infatti
Napoli. Le parole dordine restano
le stesse: tascabili e gratuite. Con
un occhio scanzonato e insider
sulle citt. E lo zampino degli illustratori Gabriella Giandelli, Fabian
Negrin, Giacomo Nanni e Lorenzo
Ceccotti.
www.edizionizero.com
66 libri
Ricapitolare al principio. Non un nuovo slogan di filosofia della storia in versione loop-nietzschiana. un invito a fermarsi
un attimo. Per fare il punto su alcuni autori e istituzioni, prima di riprendere laffannoso tran-tran delle novit editoriali ad
ogni costo. Non che queste siano datate, tuttaltro. Ma hanno un respiro ben diverso dagli instant book...
RAGIONA(MEN)TI
dINIZIO DECENNIO
Alighiero Boetti - Io che prendo il sole a Torino il 19 Gennaio 1969 1969/1992 - cemento a presa rapida e farfalla cavolaia, 112 elementi
cm 177x90 - coll. privata, Torino - photo Paolo Mussat Sartor
no dust
Michal Borremans
Musei citati
Corpicrudi
no italian
Fragili eroi
libri 67
Performance di moda?
Un tempo si sarebbe usato laggettivo interdisciplinare. Un termine che calza a pennello per
Luisa Valeriani, lautrice di questa raccolta di
saggi e interventi a convegni che, come spesso
non accade, superano al meglio la prova della riunione in volume, poich i fil rouge che li
connettono sono numerosi e im-portanti. Interdisciplinare poich Valeriani attraversa con agilit i territori della storia dellarte, della moda,
dellestetica, della sociologia, della politica.
A titolo di esempio, effettuiamo loperazione
inversa, disarticolando lorganicit del libro. E
prendiamo le pagine di Vestire limmaginario.
Che si apre con una mostra statunitense di
Marcel Duchamp (uno dei fili rossi che costituiscono la trama della riflessione di Valeriani,
in particolare quellopera postuma che tant
donns...) durante la quale lartista gioca a
scacchi con una modella nuda o, meglio, con
la Bellezza messa a nudo. Lei Eve Babitz,
autrice fra laltro di un libro sulla scena Fiorucci: Fiorucci, sembra dire Babitz assumendo il
camp di Duchamp e di Warhol, la virgolettatura del mondo pop. E siamo gi al cuore della
questione, del nodo arte/moda. Nodo nel quale
non solo larte perde quella connotazione moderna attraverso la cui lente spesso ancora la
si osserva; anche la moda, il suo significato e il
suo mondo, subisce una torsione significativa.
In una parola, si tratta dintendere labito come
habitus: dunque miti che si condividono, musiche che si ascoltano, riti che si celebrano, passioni che si nutrono. Ma perch Fiorucci e il
suo immaginario sono cos importanti? Perch,
risponde Valeriani, hanno colmato un vuoto,
quello creatosi dallassenza in Italia della cultura pop, che nelle arti figurative - checch ne
dica qualche critico piuttosto superficiale - non
ha mai visto una luce reale. Perch s vero,
come prosegue lautrice, che il nostro paese ha
recepito in pieno il fenomeno anglo-americano,
come dimostra il celeberrimo premio assegnato durante la Biennale di Venezia del 1964. Ma
quello stesso riconoscimento testimonia del fatto paradossale che il pop in Italia era una questione davanguardia, che faticava a coincidere
con un tessuto sociale, proprio perch questo
tessuto sociale non era metropolitanizzato.
Ed qui che interviene Fiorucci, offrendo gli
strumenti per operare la saldatura fra cultura
e consumi. E lo riesce a fare perch sa cogliere la capacit autorappresentativa, e quindi performativa, dei nuovi soggetti. In questo
senso, non affatto davanguardia ma pienamente pop; in altre parole, non produce avanguardia, ma produce lindustria culturale che
consente semmai ai consumatori di produrre
avanguardia. Torniamo allora alla pressione
esercitata sulloggetto di/della moda, col passaggio dallabito-statua allhabitus come performance. in questaccezione che va inteso
il titolo del libro: i performer sono quei consumatori attivi, quei prosumer che agiscono e
non subiscono la moda, larte o qualsiasi altro
ambito. Calvesi lavrebbe chiamata avanguardia di massa; Valeriani preferisce lespressione
consumo multitudinario. Ma il concetto resta
pressappoco il medesimo. E non si tratta di
unutopia.
Luisa Valeriani - Performers
Meltemi, Roma 2009
Pagg. 216, 21 euro
ISBN 9788883536618
Info: www.meltemieditore.it
per le sue opere figurative. Unaporia che probabilmente , se non risolta, almeno illustrata
dal seguente statement relativo al ruolo che il
caso gioca nei suoi lavori: Its a chance that
is always planned, but also always surprising.
ancora Foster a sintetizzare chiaramente la
questione: The debasement of pictorial content on the ne hand, the preservation of pictorial form on the other, renders his painting intensely ambiguous, at once critical and formal,
critical because formal. In altre parole, Richter
supera queste distinzioni categoriali, in direzione della semblance, che non la somiglianza
rappresentativa e nemmeno la sua negazione
astrattiva: Semblance comprehends both modalities, scrive ancora Hal Foster, because it
concerns the very nature of appearance, and
it is the phenomenon taht concerns Richter
above all else. Parafrasando e rispondendo ad
Adorno, ancora possibile fare pittura dopo
Auschwitz.
Attacco al Guggenheim
La quarta di copertina ne riporta alcuni. Ci limitiamo a citarne un paio: Nessun contegno:
questo che amo (Art News); Lautore
sfrontato, eccessivo, e a volte supera il confine
delle buone maniere. Tanto meglio! (The Art
Newspaper). Sono commenti al libro esplosivo
di Paul Werner, dedicato al Guggenheim in era
Thomas Krens. Un pamphlet che in Italia, se
riferito alla realt locale, con ogni probabilit
non avrebbe mai visto la luce. Perch qui si
tirano in mezzo gli avvocati appena qualcuno
scrive nero su bianco cifre e nomi. Daltro canto, se dalle nostre parti gi il giornalismo tout
court non gode di buona salute, figuriamoci nel
mondo dellarte, dove sostanzialmente non
quasi mai esistito. Detto ci, i toni di Werner
sfiorano effettivamente pi e pi volte il limite
della diffamazione. E non si pu che dirlo con
tono divertito. Perch? Semplicemente perch
quel che scrive Werner la pi cristallina verit, che tutti sanno e nessuno, per lappunto,
scrive. Qualche esempio: i musei sono magnaccia del Bello ideale che vivono alle spalle
dei contribuenti e spacciano il primo bavoso con
un conto in banca per il salvatore dellumanit; il cervello di Krens sembrava fatto di tofu:
assorbiva il gusto degli altri senza averne uno
proprio; per un po fil tutto liscio: la navicella
68 design
il decennio
degli oggetti liquidi
Con il 2010 si conclude una decade di storia del design ricca di fermenti. Una societ sempre pi mobile e diffusa ha invaso fino
al midollo il mondo della progettazione. Il design fluido lo stadio del design presente. Ma quale sar quello futuro?
Nel 1973, il designer Victor Papanek scrisse Progettare per il mondo reale, saggio sulle vie che avrebbe
dovuto perseguire il disegno industriale per rimanere uno strumento
del popolo. Qualcosa gi verso la
fine del XX secolo stava cambiando
se la disciplina, nata come risposta
alle esigenze delle persone, veniva
messa in discussione dai suoi stessi
creatori.
Papanek aveva notato in nuce quei
sintomi che hanno
portato negli ultimi
anni del Novecento
alla modernizzazione
del design: lutilizzo di
nuove tecnologie, lintroduzione di materiali
innovativi,
lingrandimento dei mercati e il
protagonismo dei designer. Ma se questa storia recente
del design fa oramai parte del nostro
background culturale, non possiamo
dire lo stesso per la storia contemporanea, quella degli ultimi dieci anni,
che in continua e frenetica trasformazione.
Per analizzare i cambiamenti del
design, come fece Papanek, occor-
compassi
SEUL CAPITALE DESIGN 2010
Due anni fa era stata Torino a essere investita, per la
prima volta, Capitale Mondiale del Design, soffiando il
titolo a Milano. Questanno tocca invece alla Corea del
Sud e a Seul indossare lambita corona. LInternational
Design Alliance, unitamente allInternational Council of
Societies of Industrial Design, ha scelto la citt asiatica
per premiare il coraggioso investimento che Seul
ha compiuto, in questo decennio, nellarchitettura e
nel design. Infatti grandi nomi - da Ron Arad a Mario
Botta, da Rem Koolhaas a Zaha Hadid - hanno firmato
dal 2000 a oggi nuovi musei, sedi espositive e piazze.
Titolo pi che meritato.
www.worlddesigncapital.com
trasportatore
in
continuo movimento.
Lallestimento
dimostra linafferrabilit del design,
che non pu essere
osservato stando
fermi, perch
troppo veloce, va
quasi inseguito, rincorso, obbligando il fruitore a stare
al passo, non solo fisicamente, ma
anche coi tempi.
Ed cos il design che abbiamo potuto osservare in questi anni: rapido, in
perenne sviluppo, trepidante di assumere una nuova forma e poi unaltra
ancora, svincolato da vecchi principi,
libero tra gli spazi interstiziali delle
citt e, in particolar modo, diffuso. E
sono proprio la diffusione del design
e il suo sconfinare in altri campi, che
ha reso propri, come il mondo web,
del food, del graphic e della comunicazione, a conferirgli maggiormente
questa etichetta di fluidit. E quale
mondo pu essere pi pulviscolare
della rete, o pi liquido del food, o
pi immediato della grafica, o ancora pi diffuso della comunicazione?
Il design diventato talmente liquido
che, in alcuni casi, ha anche abbandonato una qualsiasi forma, lo stadio
di oggetto, ed diventato qualcosa
di pulviscolare ma altrettanto reale.
La modernit debole e diffusa del
decennio che abbiamo appena vissuto ha portato quindi loggetto a uno
stadio liquido che, seppur in continua
trasformazione, ha mantenuto come
caratteristica costante la sua viscosit. Dopo la crisi del 2009, non ancora conclusa, quale sar lo stadio
successivo che assumer loggetto
di design?
Lago nellappartamento
Com nata lidea del progetto lAppartamento? Lidea de lAppartamento nata dalla voglia di trovare nuove vie per avvicinare
la gente al design. I prodotti vengono visti nella loro collocazione
naturale e abitativa: in un mondo sempre pi patinato, la verit
spiazza. I negozi vedranno amplificata la loro potenzialit grazie
a questo diverso canale. interessante anche la presenza di
una community intorno al progetto. Come sta procedendo?
Avete trovato nuovi tenant? Quali sono le citt pi reattive? Il progetto de lAppartamento ha la sua dimensione primaria
nella socialit. un progetto che mischia economia e relazioni.
I potenziali tenant sono architetti, designer e altri professionisti.
Il primo lAppartamento lo apriremo a Venezia, molto vicino al
www.ikea.com
70 talenthunter
giovanni OBERTI
Classe 1982, studi allAccademia Carrara di Bergamo, dopo lesperienza come magazziniere nella sede di Sothebys a Milano, da tre anni Giovanni Oberti assistente di Luca Vitone.
Molti dei suoi lavori sono senza titolo: a differenziarli una sorta di sottotitolo messo tra parentesi. Grafite, object trouv nobilitati (come le forchette, giunte a 50 esemplari e regalategli
dagli amici in giro per lEuropa, o vecchie Polaroid), interventi site specific. Limportante andare al di l della superficie. Perch ci che conta quello che c dietro...
Che libri hai letto di recente?
Il De Pictura di Leon Battista Alberti,
che ho letto per la scuola ma credo
sia un testo fondamentale per chi fa
questo lavoro, Naufragio con spettatore di Hans Blumenberg e Naufragi
di Esperanza Guilln, Amate lArchitettura di Gi Ponti, Su Penone di
Georges Didi-Huberman, La pigrizia
come verit effettiva delluomo di Kazimir Malevic... Leggo in prevalenza
testi che interessano il mio lavoro,
temi che penso mi aiutino alla lettura
del contemporaneo. Nessun romanzo.
Che musica ascolti?
Radioclassica e Radio 3 mentre lavoro o scrivo, rap (italiano) in cuffia
il resto del tempo, a parte qualche
festa techno o drumnbass e quello
che passa il convento nella macchina
della mia ragazza.
Citt che consiglieresti di visitare
e perch.
Dopo tre anni sono ormai molto affezionato a Milano, citt che consiglio a
coloro che non lhanno vista o vissuta. Non sono mai uscito dallEuropa,
ma ho visitato e trovato particolarmente accoglienti Bilbao, Parigi, Anversa, il Lussemburgo, le citt olandesi come Eindhoven e LAia, oppure
Copenaghen, Gteborg... Difficile
descrivere il perch, porto con me
ricordi per ogni luogo che ho visitato.
Vorrei vedere Istanbul, il Marocco e il
Senegal, tanti altri paesi ancora.
I luoghi che ti hanno particolarmente affascinato?
Stavanger e Capo Nord in Norvegia
In famiglia hanno studiato tutti architettura. I miei genitori sono stati comunque sempre interessati allarte e
molto attenti a fare in modo che io e
mia sorella ci dedicassimo a quello
che pi ci avrebbe dato soddisfazione. Io ho fatto il liceo artistico tra
Bergamo e Treviglio, poi lAccademia
Carrara a Bergamo, dove mi sono
diplomato nel 2006, per trasferirmi
poi a Milano e tentare il corso per
labilitazione allinsegnamento che ho
abbandonato a met del secondo
anno.
72 o
ecco una selezione degli Exibart.point dove trovare Exibart.onpaper (se proprio siete cos tirchi da non abbonarvi)
Alessandria
ZOGRA - Corso Roma 123
Altavilla Vicentina (Vi)
GALLERIA ATLANTICA - Via Piave 35
Alzano Lombardo (Bg)
ALT - ARTE CONTEMPORANEA
SPAZIO FAUSTO RADICI - Via Acerbis 12
Ascoli Piceno
LIBRERIA RINASCITA - Piazza Roma 7
Asti
FONDO GIOV-ANNA PIRAS - Via Brofferio 80
Bari
TAVLI BOOK BAR / ART CAFE - Strada Angiola 23
Benevento
ARCOS - MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA DEL SANNIO
Corso Garibaldi
PESCATORE SAS - Via San Pasquale 36
Bergamo
ARS ARTE + LIBRI - Via Pignolo 116
COFFENTELEVISION - Via San Bernardino 22
GAMEC - GALLERIA DARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Via San Tomaso 52
LOG - Via San Bernardino 15
Biella
CAF - CITTADELLARTE GLOCAL RESTAURANT
Via Giovanni Battista Serralunga 27
Bologna
ART TO DESIGN - Via Porta Nova 12
BETTY & BOOKS - Via Rialto 23a
BRAVO CAFF - Via Mascarella 1
CAR PROJECTS - Viale Pietro Pietramellara 4/4
CONTEMPORARY CONCEPT - Via San Giorgio 3
FABIO TIBONI ARTE CONTEMPORANEA - Via del Porto 50
GALLERIA FORNI - Via Farini 26
GALLERIA MARABINI - Vicolo della Neve 5
LA SCUDERIA - Piazza Giuseppe Verdi 2
LEGGERE STRUTTURE FACTORY - Via Ferrarese 169a
LIBRERIA IL LEONARDO - Via Guerrazzi 20
LIBRERIA MODO INFOSHOP - Via Mascarella 24b
LINDE LE PALAIS - Via de Musei 6
MAMBO - Via Don Giovanni Minzoni 4
NEON>CAMPO BASE - Via Zanardi 2/5
SUGAR BABE - Via San Felice 25d
VILLA SERENA - Via della Barca 1
Bolzano
ANTONELLA CATTANI CONTEMPORARY
Rosengartenstrasse 1a
AR/GE KUNST GALLERIA MUSEO - Via Museo 29
CENTRO CULTURALE TREVI - Via Cappuccini 28
LIBERA UNIVERSIT DI BOLZANO - Via Sernesi 1
LIBRERIA GOETHE 2 - Via Cappuccini 26a
MUSEION - Via Dante 6
OTTO GALLERY - Via DAzeglio 55
Brescia
A PALAZZO GALLERY - Piazza Tebaldo Brusato 35
DROPLAB - Corso Palestro 37b
FABIO PARIS ART GALLERY - Via Alessandro Monti 13
GALLERIA MASSIMO MININI - Via Luigi Apollonio 68
PUNTO EINAUDI - Via Pace 16
Cagliari
EXM - Via San Lucifero 71
THOTEL - Via dei Giudicati
Camogli (Ge)
FONDAZIONE REMOTTI - Via XX Settembre 1
Campobasso
GALLERIA LIMITI INCHIUSI - Via Muricchio 1
Capannori (Lu)
TENUTA DELLO SCOMPIGLIO - Via di Vorno 67
Castiglioncello (Li)
STATION GALLERY - Via Aurelia 923
Catania
CENTRO DI CULTURE CONTEMPORANEE ZO - Piazzale Asia 6
FONDAZIONE BRODBECK ARTE CONTEMPORANEA
Via Gramignani 93
FONDAZIONE PUGLISI COSENTINO - PALAZZO VALLE
Via Vittorio Emanuele II
PAPINI STORE - Corso Italia 78
Catanzaro
LISOLA DEL TESORO - Via Francesco Crispi 7
Cesena
TEATRO VERDI - Via Luigi Sostegni 13
Cinisello Balsamo (Mi)
MUSEO DI FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA
Citt della Pieve (Pg)
IL GIARDINO DEI LAURI
Strada Statale Umbro Casentinese 80 - San Litardo
Comiso (Rg)
GALLERIA DEGLI ARCHI - Via Gioberti 41
Como
BORGOVICO 33 - Via Borgovico 33
LIBRERIA DEL CINEMA - Via Mentana 15
ROBERTA LIETTI ARTE CONTEMPORANEA
Via Armando Diaz 3
Cortina Dampezzo
LIBRERIA SOVILLA - Corso Italia 118
Daverio (va)
MOROTTI LANTICO ARREDAMENTI - Piazza Montegrappa 9
Fabriano (an)
ELICA - FONDAZIONE CASOLI - Via Dante Alighieri 288
Firenze
BASE - PROGETTI PER LARTE - Via di San Niccol 18r
CENTRO DI CULTURA CONTEMPORANEA STROZZINA
Piazza degli Strozzi 1
CUCULIA - Via dei Serragli 1r / 3r
ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Parione 47
FOR GALLERY - Via dei Fossi 45r
FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA - Via Val di Marina 15
GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI - Via Coluccio Salutati 4r
GALLERIA IL PONTE - Via di Mezzo 42b
GALLERIA POGGIALI E FORCONI - Via della Scala 35a
GRAN CAFF GIUBBE ROSSE - Piazza della Repubblica 13
LIBERA ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Piazza di Badia a Ripoli 1a
LIBRERIA CAFF LA CITE - Borgo San Frediano 20r
LIBRERIA DEL PORCELLINO - Piazza del Mercato Nuovo 1
SAN GALLO ART STATION - Via Fra Giovanni Angelico 5r
SANTO FICARA - Via Ghibellina 164r
SOCIT ANONYME - Via Giovan Battista Niccolini 3f
TEATRO DEL SALE - Via de Macci 111r
VILLA ROMANA - Via Senese 68
Foggia
LIBRERIA UBIK - Piazza Giordano 74
Foligno (Pg)
CIVICA GALLERIA DARTE MODERNA - Viale Milano 21
Gallarate (VA)
CIAC - Via del Campanile 13
Genova
C DREAM - COSTA LOUNGE&BAR - Via XII ottobre 4
LIBRERIA ELECTA EINAUDI - Salita Pollaiuoli 18/20r
MENTELOCALE - Piazza Giacomo Matteotti 5
PINKSUMMER - PALAZZO DUCALE
Piazza Giacomo Matteotti 9
ZONAFRANCA - Via Xxv aprile 16
Lecce
PRIMOPIANO - Viale Guglielmo Marconi 4
Livorno
FACTORY DESIGN - Via Ganucci 3
Lucca
LU.C.C.A. - LUCCA CENTER OF CONTEMPORARY ART
Via della Fratta 36
PUNTO EINAUDI - Via San Girolamo 19
Mantova
CENTRO BOMA - BORSA - Piazza Vilfredo Pareto 1/2
Matera
LIBRERIA PALAZZO LANFRANCHI - Via Ridola Domenico 47
Merano
KUNSTMERANOARTE - Via Portici 163
Mestre
GALLERIA CONTEMPORANEO - Piazzetta Olivotti 2
Milano
11 - Via Alessio di Tocqueville 11
ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI DI BRERA - BRERA 2
Viale Marche 71
AMT | TORRI &GEMINIAN - Via Fratelli Bressan 15
ANGEL ART GALLERY - Via Ugo Bassi 18
ANTONIO COLOMBO ARTE CONTEMPORANEA
Via Solferino 44
AR / CONTEMPORARY GALLERY - Via Marco Polo 11
ARMANI ARMANI/LIBRI - Via Alessandro Manzoni 31
ART BOOK - Via Ventura 5
ARTBOOKBOVISA - Via Lambruschini 31
ARTE STUDIO INVERNIZZI - Via Domenico Scarlatti 12
BAR MONO - Via Lecco 6
BOCCASCENA CAF - Corso Magenta 24
BOND BAR - Via Pasquale Paoli 2
BOOKS IMPORT - Via Achille Maiocchi 11
BOOKSHOP PINACOTECA DI BRERA - Via Brera 28
BROWN PROJECT SPACE - Via Bartolomeo Eustachi 3
CAFFE DEGLI ARTISTI - Viale Abruzzi 23
CAFFE JAMAICA - Via Brera 32
CAFFETTERIA DEGLI ATELLANI - Via della Moscova 28
CARDI BLACK BOX - Corso di Porta Nuova 38
CCS - CENTRO CULTURALE SVIZZERO
Via del Vecchio Politecnico 3
CHOCO CULT - Via Michelangelo Buonarroti 7
CHRISTIAN STEIN - Corso Monforte 23
CIBOH - Via Clusone di fronte al civico 6
CIOCCA ARTE CONTEMPORANEA - Via Lecco 15
CLP - Via Fontana 21
CONSERVATOIO - Viale di Porta Vercellina 6
DESIGN LIBRARY - Via Savona 11
DOMUS ACADEMY - Via Giacomo Watt 27
DREAM FACTORY - LABORATORIO ARTE CONTEMPORANEA
Corso Garibaldi 117
EFFEARTE - Via Ponte Vetero 13
FEDERICO LUGER GALLERY - Via Domodossola 17
FLUXIA GALLERY - Via Ciro Menotti 9
FOOD&DRINKS 35 - Via Panfilo Castaldi 35
FORMA LIBRERIA - Piazza Tito Lucrezio Caro 1
FRANKLIN&MARSHALL - Corso Porta Ticinese 76
FRIDA - Via Antonio Pollaiuolo
FRIP - Corso Porta Ticinese 16
GALLERIA 1000 EVENTI - Via Porro Lambertenghi 3t
GALLERIA ALESSANDRO DE MARCH - Via Rigola 1
GALLERIA ARTRA - Via Burlamacchi 1
GALLERIA CA DI FRA - Via Carlo Farini 2
GALLERIA CARDI & CO - Corso di Porta Nuova 38
GALLERIA EMI FONTANA - Via Bligny 42
GALLERIA FRANCESCA KAUFMANN - Via dellOrso 16
GALLERIA FRANCESCA MININI - Via Massimiano 25
GALLERIA GALICA - Viale Bligny 41
GALLERIA GI MARCONI - Via Alessandro Tadino 15
GALLERIA KLERKX - Via Massimiano 25
GALLERIA LUCIE FONTAINE - Via Conte Rosso 18
GALLERIA MASSIMO DE CARLO - Via Giovanni Ventura 5
GALLERIA MILANO - Via Manin 13
GALLERIA MONICA DE CARDENAS - Via Francesco Vigan 4
galleria nicoletta rusconi - Corso Venezia 22
GALLERIA NINA LUMER - Via Carlo Botta 8
GALLERIA PACK - Foro Buonaparte 60
GALLERIA PATRICIA ARMOCIDA - Via Antonio Bazzini 17
GALLERIA PIANISSIMO - Via Giovanni Ventura 5
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE - Via Alessandro Stradella 7
GALLERIA RICCARDO CRESPI - Via Mellerio 1
Padova
CAF AU LIVRE - Via degli Zabarella 23
GALLERIA FIORETTO - Riviera Albertino Mussato 89a
GODENDA - Via Francesco Squarcione 4/6
PERUGI ARTE CONTEMPORANEA - Via Giordano Bruno 24
Palagiano (Ta)
GALLERIA DARTE PI GRECO - Via Montello 8
Palermo
LIBRERIA BROADWAY - Via Rosolino Pilo 18
LIBRERIA KURSAAL KAHLESA - Foro Umberto I 21
LIBRERIA MODUSVIVENDI - Via Quintino Sella 79
RELOJ - Via Pasquale Calvi 5
RISO - MUSEO DARTE CONTEMPORANEA
Parma
LIBRERIA FIACCADORI - Strada Duomo 8a
Perugia
ARMORY ARTE - Via Guglielmo Calderini 9
GALLERIA MIOMAO - Via Podiani 19
LA LIBRERIA - Via Guglielmo Oberdan 52
Pesaro
ALEXANDER MUSEUM PALACE HOTEL - Viale Trieste 20
CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA - Via Cavour 5
Pescara
ECOTECA - Via Giovanni Caboto 19
GALLERIA CESARE MANZO - Via Umbria 48
PUNTO EINAUDI - Viale Guglielmo Marconi 4
RIZZIERO ARTE - Viale Regina Margherita 44
Pisa
PALAZZO BLU - Via Pietro Toselli 29
Pistoia
CENTRO CULTURALE IL FUNARO - Via del Funaro 16/18
PALAZZO FABRONI ARTI VISIVE CONTEMPORANEE
Via SantAndrea 18
SPAZIOA CONTEMPORANEARTE - Via Amati 13
Poirino (to)
FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER LARTE - Viale Banna
Pordenone
CAFF LETTERARIO AL CONVENTO - Piazza della Motta 2
Prato
CENTRO ARTE CONTEMPORANEA PECCI
Viale della Repubblica 277
Reggio Emilia
COLLEZIONE MARAMOTTI - MAX MARA - Via Fratelli Cervi 66
LIBRERIA ALLARCO - Via Emilia a Santo Stefano 3d
LIBRERIA LA COMPAGNIA - Via Panciroli 1a
Rivoli (to)
CASTELLO DI RIVOLI BOOKSHOP - Piazza Mafalda di Savoia
Roma
6 SENSO ART GALLERY - Via dei Maroniti 13/15
A&BI - Via Metastasio 15
ACCADEMIA DI BELLE ARTI - Via di Ripetta 222
ACCADEMIA DI FRANCIA - VILLA MEDICI
Viale Trinit dei Monti 1
AGAVE BISTROT - LIBRERIA - Via di San Martino ai Monti 7a
ALI ARTS LEARNING INSTITUTE
Via di San Giovanni in Laterano 230
AMERICAN ACADEMY - Via Angelo Masina 5
AMORE E PSICHE - Via Santa Caterina da Siena 61
B>GALLERY - Piazza di Santa Cecilia 16
BAR A BOOK - Via dei Piceni 23
BECOOL - Via del Leone 10/11
BODUM - Via di San Francesco a Ripa 141b
BOOKSHOP GALLERIA NAZionale ARTE MODERNA
Via Gramsci 73
BRANCOLINIGRIMALDI ARTECONTEMPORANEA
Via dei Tre Orologi 6a
BRASSERIE CO2 - Largo del Teatro Valle 4
CAFF FANDANGO - Piazza di Pietra 32
CAFF LETTERARIO - Via Ostiense 83
CAFF UNIVERSALE - ACANTO - Via delle Coppelle 16a
CAOS - CULTURALARTISTOPENSPACE
Via della Conciliazione 24
CASA DEL JAZZ - Viale di Porta Ardeatina 55
CHANGING ROLE - ROME - Vicolo del Bollo 13
CHIOSTRO DEL BRAMANTE - CAFFE - Arco della Pace
CIRCOLO DEGLI ARTISTI - Via Casilina Vecchia 42
CIRCUS - Via della Vetrina 15
CONTESTA ROCK HAIR - Via degli Zingari 9
DEGLI EFFETTI - Piazza Capranica 79
DOOZO - Via Palermo 51
DOP CONCEPT STORE - Via Urbana 25
DORA DIAMANTI ARTE CONTEMPORANEA
Via del Pellegrino 60
DOROTHY CIRCUS GALLERY - Via Nuoro 17
EMMEOTTO - Via Margutta 8
STILE BOOKSTORE - Via Chiana 15
ETABLI - Vicolo delle Vacche 9
EX ELETTROFONICA - Vicolo di SantOnofrio 10/11
EX MAGAZZINI DI VIA ARIMONDI - Via Giuseppe Arimondi 3
EXTRASPAZIO - Via di San Francesco di Sales 16a
FABIO SARGENTINI - LATTICO - Via del Paradiso 41
FABRICA - Via Girolamo Savonarola 8
FAFIUCHE - Via della Madonna dei Monti 28
FIRST GALLERY - Via Margutta 14
FONDAZIONE GUASTALLA - Viale Regina Margherita 262
FRENGOS MUSIC - Via della Lungaretta 65
FRENI E FRIZIONI - Via del Politeama 4
FURINI ARTE CONTEMPORANEA - Via Giulia 8
FUTURARTE - Viale Regina Margherita 262
FUZZYBAR BOTTIGLIERIA - Via Aurunci 6/8
GALLERIA ALTRI LAVORI IN CORSO
Vicolo del Governo Vecchio 7
GALLERIA DELLORO - Via del Consolato 10
GALLERIA DEL PRETE - Via di Monserrato 21
Galleria Il Ponte Contemporanea
Via di Monserrato 23
GALLERIA LORCAN ONEILL - Via degli Orti dAlibert 1e
GALLERIA MARIE-LAURE FLEISCH - Vicolo Sforza Cesarini 3a
GALLERIA MUCCIACCIA - Piazza dAracoeli 16
GALLERIA PIO MONTI - Via dei Chiavari 58
GALLERIA SALES - Via dei Querceti 4
GALLERIA TRAGHETTO - Via Reggio Emilia 25
GALLERIA VOLUME - Via San Francesco di Sales 86/88
o 73
Salita di Montecavallo 12
Rosignano (Li)
Rovereto (Tn)
Siena
ALOE6WOLF.GALLERY - Via del Porrione 23
Punto Einaudi Siena - Via di Pantaneto 66
SANTA MARIA DELLA SCALA - Piazza del Duomo 2
Taranto
LIBRERIA DICKENS - Via Medaglie dOro 129
Teramo
PIZIARTE - Viale Crucioli 75a
Terni
CAOS - CENTRO PER LE ARTI OPIFICIO SIRI
Viale Luigi Campofregoso 98
PLACEBO - Via Cavour 45
Sassari
LIBRERIA DESS - Largo Felice Cavallotti 17
Rozzano (Mi)
FONDAZIONE ARNALDO POMODORO - Via Adda 15
Salerno
GALLERIA TIZIANA DI CARO
Via delle Botteghelle 55
San Candido (bz)
KUNSTRAUM CAF MITTERHOFER - Via Peter Paul Rainer 4
San Gimignano (Si)
GALLERIA CONTINUA - Via del Castello 11
Sarzana (Sp)
Torino
ARTBOOK LINGOTTO - Via Nizza 230
ArteGiovane - Via Crescentino 25
DOKS DORA - ENNE DUE BAR - Via Valprato 82
ERMANNO TEDESCHI GALLERY - Via Carlo Ignazio Giulio 6
FONDAZIONE 107 - Via Andrea Sansovino 234
Fondazione Merz - Via Limone 24
fondazione sandretto re reubadengo - Via Modane 16
FRANCOSOFFIANTINO ARTECONTEMPORANEA
Via Rossini 23
GALLERIA ALBERTO PEOLA - Via della Rocca 29
GALLERIA CRISTIANI - Via Porta Palatina 13
GALLERIA FRANCO NOERO - Via Giulia di Barolo 16d
GALLERIA GLANCE - Via San Massimo 45
GALLERIA MAZE - Via Giuseppe Mazzini 40
GALLERIA SONIA ROSSO - Via Giulia di Barolo 11h
Gam bookshop - Via Magenta 31
GAS ART GALLERY - Corso Vittorio Emanuele II 90
IED - Via San Quintino 39
IKEB - Piazza Camillo Benso Conte di Cavour 2
Km5 - Via San Domenico 14/15
LA DROGHERIA - Piazza Vittorio Veneto 18
libreria Comunardi - Via Bogino 2
libreria Oolp - Via Principe Amedeo 29
Lucegallery - Corso San Maurizo 15
MARENA ROOMS GALLERY CONTEMPORARY ART
Via dei Mille 40a
Mood Libri E Caff - Via Cesare Battisti 3e
NORMA MANGIONE GALLERY - Via Matteo Pescatore 17
RocknFolk - Via Bogino 4
Scuola Holden - Corso Dante 118
VERSO ARTE CONTEMPORANEA - Via Pesaro 22
Wipe Out - Via Bellezia 15
YOU YOU - Piazza Vittorio Veneto 12f
Venezia
CENTRO CULTURALE CANDIANI - Piazzale Luigi Candiani 7
Fondazione Bevilacqua la Masa - Palazzetto Tito
Dorsoduro 2826
FONDAZIONE CLAUDIO BUZIOL - Cannaregio 4392
GALLERIA A+A - Calle Malipiero 3073
IMAGINA CAF - Campo Santa Margherita 3126
IUAV Biblioteca Centrale Tolentini - Santa Croce 191
IUAV CONVENTO DELLE TERESE - Dorsoduro 2206
JARACH GALLERY - Campo San Fantin 1997
libreria del campo - Campo Santa Margherita 2943
LIBRERIA EDITRICE CAFOSCARINA - Calle Foscari 3259
libreria Toletta - Dorsoduro 1214
Lt3 S.r.l. - Libreria Mondadori - San Marco 1345
MUSEO CORRER - San Marco 52
PALAZZO GRASSI - Campo San Samuele 3231
Verbania
CRAA - CENTRO RICERCA ARTE ATTUALE - Corso Zanitello 8
Verona
ARTE E RICAMBI - Via Antonio Cesari 10
GALLERIA DELLO SCUDO - Vicolo Scudo di Francia 2
libreria Gheduzzi - Corso SantAnastasia 7
STUDIO LA CITT - Lungadige Galtarossa 21
Vicenza
C4 - VILLA CALDOGNO - Via Giacomo Zanella 3
libreria Librarsi - Contr delle Morette 4
Traversetolo (pr)
FONDAZIONE MAGNANI-ROCCA
Via Fondazione Magnani-Rocca 4
Villorba (Tv)
Trento
A.B.C. ARTE BOCCANERA CONTEMPORANEA - Via Milano 128
GALLERIA CIVICA DI TRENTO - Via Rodolfo Belenzani 46
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74 agenda
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abruzzo
Pescara
dal 30/01 al 27/03
BOB AND ROBERTA SMITH
Slogan dal colorismo acceso e
supporti di riuso sono per Bob and
Roberta Smith uno strumento efficace di riflessione sulle tematiche
ambientali. Attraverso lhumour gli
artisti richiedono utopisticamente il
coinvolgimento del pubblico
da luned a sabato 10-13 e 16-20
galleria cesare manzo
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051 232013
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Bologna
fino al 31 gennaio
DEPERO &
DE(S)PERIMENTI LUDICI
di ALBANO MORANDI
Ferrara
Bologna
fino al 20 febbraio
FATHI HASSAN - AKKIJ
CAMPANIA
Napoli
dal 24/01 al 24/02
MARZIA MIGLIORA
Sei nuove opere realizzate dallartista facendo risuonare fonti diverse che spaziano dalla letteratura
alla fisica, dalla storia dellarte al
quotidiano
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10.30-13.30 e 15.30-19.30
galleria lia rumma
via vannella gaetani 12
081 19812354
www.gallerialiarumma.it
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EMILIA ROMAGNA
Bologna
Gennaio 2010
ARTE FIERA 2010
Pad. 18 Stand B 28
In galleria:
PIRRO CUNIBERTI - VOLTI
Galleria LAriete
artecontemporanea
Via DAzeglio, 42
Info: tel. 348 9870574
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www.galleriaariete.it
Bologna
dal 27/01 al 31/03
ALFREDO PIRRI
Sar esposta una grande opera
30 gennaio
IVAN IL POETA
performance metropolitana
Il verso pi lungo del mondo
incontra la pagina bianca
pi grande del mondo
PARTY by CAMPARI
a Palazzo Gnudi
evento notte bianca
di Arte Fiera
Via Riva Reno, 77
dalle 20,30
Info: Spazio Gianni Testoni
La 2000+45
Via DAzeglio, 50
Orario: da marted a venerd
16-20; sabato 10.30-13 e
16-20; domenica e luned
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fattofuori
MADRID
Istituto Italiano di Cultura - IV Biennale di Ceramica
nellArte Contemporanea di Albisola. Cambiare il
mondo con un vaso di fiori (Simone Berti, Alessandro Biamonti, Andrea Branzi Lorenzo Damiani, Paolo Deganello, Marco Ferreri, Alberto
Garutti, Corrado Levi, Alessandro Mendini, Donata Paruccini, Michelangelo Pistoletto, Denis
NEW YORK
Iscp - Terra Infirma (Rosa Barba, group show)
a cura di Chiara Sartori
fino al 14 febbraio
VARSAVIA
Center for Contemporary Art - Masbedo
fino al 31 gennaio
LAZIO
Roma
dal 26/01 al 4/03
3 DI CUORI
Un padre e i suoi figli. Una famiglia
dove larte si respira come ossigeno vitale
da marted a sabato 15-19.30
luned e mattino su appuntamento
romberg arte contemporanea
piazza de ricci 127
06 68806377
www.romberg.it
[email protected]
dal 19/01 al 19/02
ANTONIO TAMBURRO
Personale di Antonio Tamburro
dopo il grande successo di pubblico della mostra antologica a Palazzo Venezia
da luned a sabato 11-19
domenica su appuntamento
6 senso art gallery
via dei maroniti 13/15
www.sestosensoartgallery.com
[email protected]
dal 21/01 al 27/02
ARCHANA HANDE
Per la prima volta in Europa, All
is fair in Magic White, il lavoro di
Archana Hande. Una sorta di com-
agenda 75
LIGURIA
La Spezia
Dal 13 febbraio al 25 aprile
ARTE AVANZATA
Genova
dal 4/02 al 20/03
STEFANO ROMANO
A partire dal celebre paradosso di Russell, Romano realizza
uninstallazione legata allo spazio
espositivo e alla sua storia di negozio di barbiere. Il tema al centro
del lavoro, il problema dellidentit
dellindividuo, lo spunto per indagare il ruolo dellartista
da marted a sabato 16-19.30
chan
via di santagnese 19r
338 5703963
www.chanarte.com
[email protected]
LOMBARDIA
Bergamo
dal 24/02 al 9/05
IL GRANDE GIOCO
Tre grandi mostre per descrivere e
interpretare 40 anni di storia italiana. Avendo nellarte il punto focale, inserendo per le espressioni
artistiche nel contesto culturale,
sociale ed economico di decenni
rivelatisi cruciali per lItalia: quelli
dal 1947 al 1989
gamec
galleria darte moderna
e contemporanea
via san tomaso 52
035399528
www.gamec.it
[email protected]
Brescia
dal 23/01 al 6/03
MICHELE BAZZANA
Seconda personale di Michele
Bazzana, che prosegue il suo lavoro di riassemblaggio di elementi
meccanici di oggetti duso quotidiano in nuove macchine allegoriche, il cui funzionamento non pi
dettato da esigenze utilitaristiche
ma poetiche
da luned a sabato 15-19
fabio paris art gallery
via alessandro monti 13
030 3756139
www.fabioparisartgallery.com
[email protected]
dal 23/01 al 20/03
SABRINA MEZZAQUI
In occasione della sua quarta
personale presso la Galleria Minini, lartista attinge a diverse
tradizioni filosofiche, religiose e
letterarie per impostare una mostra-biblioteca
da luned a venerd 10.30-19.30;
sabato 15.30-19.30
galleria massimo minini
via luigi apollonio 68
030 383034
www.galleriaminini.it
[email protected]
dal 19/01 al 25/02
ONE MORE REALITY
Prima tappa del progetto Milano/
Marsiglia nato dal dialogo tra Careof e Documents dartistes: si
tratta di realt di riferimento per il
sistema artistico cittadino, radicate
sul territorio dazione e impegnate
nella promozione e nella documentazione della creazione artistica contemporanea
da marted a venerd 11-19
sabato 15-19
docva - documentation
center for visual arts
via giulio cesare procaccini 4
02 3315800
www.docva.org
[email protected]
dal 21/01 al 27/02
(EX)COMMUNICATE
Evento inaugurale del nuovo e innovativo spazio di via Lambro, che
presenter una collettiva di artisti
italiani e internazionali
da marted a sabato 10-19
jerome zodo contemporary
via lambro 7
02 20241935
www.jerome-zodo.com
[email protected]
dal 21/01 al 13/02
ALESSANDRO RUSSO
In mostra un nuovo ciclo di opere
dellartista calabrese, dove alterna
inedite zone industriali con le figure (comizi) tipiche della sua pittura,
da sempre caratterizzata da una
particolare tradizione della pittura
figurativa italiana
da marted a sabato ore 15.30-20
galleria antonio battaglia
via ciovasso 5
02 36514048
www.galleriaantoniobattaglia.com
[email protected]
dal 26/01 al 20/03
ALICE ANDREOLI
Nellimmaginario pittorico dellartista padovana ricorrono suggestioni di un universo giovanile stridente e spigoloso, ambientazioni
post-punk determinate da loghi,
piercing, tatuaggi e riflessioni introspettive
da marted a sabato 11-14 e 15-20
dream factory
laboratorio arte contemporanea
corso giuseppe garibaldi 117
02 65560509
www.dreamfactory.it
[email protected]
76 agenda
dal 26/01 al 28/02
CLARA BRASCA
In questa occasione lartista espone in galleria quadri inediti, dipinti
a olio su lino in formato quadrato,
eseguiti nel 2009. Nello studio presenta anche una serie di opere di
vario formato
da marted a venerd 15-19
maria cilena arte contemporanea
via carlo farini 6
02 29013026
www.mariacilena.it
[email protected]
Milano
Fino al 27 gennaio
MARICA MORO
GREENHOUSE ATTOTERZO
a cura di Angela Madesani
Dieci.due!
Via Volvinio, 30
Presentazione del
catalogo (Nomos Edizioni,
testi di Elena Di Raddo,
Angela Madesani, Marco
Meneguzzo)
24 febbraio ore 18
Triennale Bookstore
Viale Alemagna, 6
Sponsor tecnico: Gobbetto
Resine Speciali, Milano
02 875672
www.comune.milano.it/palazzoreale/
dall11/02 al 2/04
SHIN IL KIM
Lartista focalizza la sua ricerca
sulla forma interna e sulla struttura dei corpi, per addentrarsi in
profondit nella contemplazione
dellidea di attivit come generatrice della materia
da luned a sabato 15-19.30
galleria riccardo crespi
via giacomo mellerio 1
02 89072491
www.riccardocrespi.com
[email protected]
agenda 77
PIEMONTE
Torino
dal 2/02 al 4/03
PAOLA ANZICH
PAOLO PISCITELLI
La Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo inaugura Greater
Torino, nuovo ciclo di espositivo
dedicato agli artisti delle giovani
generazioni che hanno in Torino il
proprio spazio di formazione o di
lavoro
da marted a domenica 12-20
gioved 12-23
fondazione sandretto
re rebaudengo
via modane 16
011 3797600
www.fondsrr.org
[email protected]
dal 25/02 al 23/05
KEEP YOUR SEAT
La mostra propone una selezione
di accostamenti tra arte e design di
SICILIA
Palermo
dal 29/01 al 27/02
ANTONELLA ANSELMO
WOLFGANG PAVLIK
Il piccolo progetto, frutto della sinergia tra i due artisti e ispirato
allomonima poesia di Hlderlin,
unisce - come da tradizione romantica - paesaggio, sentimento e simbolo in quel uno-tutto in
cui lindividuo si deve perdere per
potersi ritrovare come espressione
della totalit
da marted a sabato 17-20
zelle arte contemporanea
via matteo bonello 19
339 3691961
www.zelle.it
[email protected]
TOSCANA
Firenze
dal 20/01 al 22/03
STUDIO ++
Il primo degli appuntamenti di Display con Studio ++, collettivo
nato a Firenze nel 2006 da Fabio Ciaravella, Umberto Daina e
Vincenzo Fiore, che concentra il
proprio lavoro sullespressione e
la sperimentazione, avvalendosi
delle nuove tecnologie per trattare
temi che appartengono alluomo
contemporaneo
luned e da mercoled
a sabato 10-17
museo marino marini
piazza di san pancrazio
055 219432
www.museomarinomarini.it
[email protected]
galleria gentili
via del carmine 11
0574 606986
www.galleriagentili.it
[email protected]
TRENTINO-ALTO ADIGE
Bolzano
dal 22/01 al 7/03
ROBERT PAN
Lartista ha realizzato per il pianoterra di Museion un nuovo lavoro
monumentale composto da una
serie di pannelli in resina colorata. La mostra mette in evidenza il
continuo evolversi dellesplorazione della materia
da marted a domenica 10-18
gioved 10-22
museion
via dante 6
0471 312448
www.museion.it
[email protected]
dall1/02 al 15/02
SUSPENSE
14 artisti attivi in Italia e soprattutto nel Triveneto riflettono sul tema
della leggerezza e della sospensione come metafora visiva di un
distacco dal terreno
tutti i giorni 10.30-17.30
fondazione bevilacqua la masa
palazzetto tito
dorsoduro 2826
041 5207797
www.bevilacqualamasa.it
[email protected]
Mestre
Fino al 17 febbraio
SERSE - GEMME,
ARCHITETTURE,
RIFLESSI
Merano
MUSeo temporaneo
Grand Hotel Minerva
Piazza Santa Maria Novella
Organizzazione:
Ellequadro Events srl
Palazzo Ducale, 44/46
Genova
Info: tel. 010 2474544
fax 010 2474475
mob. 348 3358530
[email protected]
www.artour-o.com
Galleria Contemporaneo
Piazzetta Mons. Olivotti, 2
Orario: da marted a sabato
15.30-19.30
Info: tel. 041 952010
[email protected]
www.galleriacontemporaneo.it
In collaborazione con
Galleria Continua
San Gimignano, Beijing,
Le Moulin e con Galleria
Massimo Minini - Brescia
Verona
dal 23/01 al 13/03
VINCENZO CASTELLA
In mostra i due video Cronache da
Milano e Amsterdam - in large format negative - e fotografie di grandi dimensioni
da marted a sabato
9-13 e 15.30-19.30
studio la citt
lungadige galtarossa 21
045 597549
www.studiolacitta.it
[email protected]
Verona
Fino al 27 marzo
GIANNI DESS
TUTTO IN UN FIATO
a cura di Lrnd Hegyi
VENETO
Venezia
dal 5/02 al 5/04
JIM HODGES
Lesposizione offre unampia panoramica sulla visione e sullopera dellartista americano. Riconosciuto sulla scena americana,
Hodges presenta una sessantina
di opere, offrendo una panoramica del suo lavoro e del suo singolare universo
da mercoled a domenica
10.30-17.30
fondazione bevilacqua la masa
galleria di piazza san marco
piazza san marco 71c
041 5237819
www.bevilacqualamasa.it
[email protected]
78 hostravistoxte
La Biennale
nel 2010
di Marco Senaldi
...non ci sar (per fortuna). Tanto vale proseguire la (quasi) tradizione di riconsiderare quella
passata, anzich dal punto di vista del vernissage, da quello del finissage. E, in questottica,
qualche riflessione si pu ancora fare.
Innanzitutto, questa stata una tra le Biennali
di cui pi si parlato prima ancora che venisse
inaugurata. Da una rapida indagine tra conoscenti e addetti ai lavori, risultava che molti non
avevano visto questo o quel padiglione, eppure
tutti avevano unopinione assolutamente chiara
su tutto, il che davvero, come dire, degno
di nota.
Soprattutto, ognuno aveva la sua idea precisa
a proposito del famigerato Padiglione Italia, in
particolare chi non cera stato. In piccolo si
ripetuto quello che era gi accaduto per la migliore Biennale degli ultimi decenni, cio Identit
e Alterit a cura di Jean Clair, che alcuni, in
ossequio a un odio ideologico degno di miglior
causa, si erano rifiutati di visitare, ostentando
Alla fine, per, qualcosa di buono questa Biennale lo ha rivelato davvero, e direi che lo ha rivelato come un bagliore tardivo proprio alla fine,
quasi al momento della sua chiusura autunnale.
A memoria personale, infatti, la prima volta
che al momento della sua conclusione una Biennale veneziana si presenta esattamente come
alla sua inaugurazione. Affollata di spettatori
di ogni et, a testimonianza di una raggiunta
popolarit del contemporaneo, con un ufficio
stampa efficiente, e con tutti i servizi (guardaroba, biglietterie, bookshop...) funzionanti fino
allultimo giorno. Stavolta la grande esposizione
lagunare sfoggiava finalmente tutte le installazioni attive e visitabili anche nelle ultime (di
solito agonizzanti) settimane. Insomma, tutto
perfettamente normale. Allestero.
[scrivimi:
[email protected]
illustrazione di Bianco-Valente]