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Calcolo Combinatorio

Il documento tratta di calcolo combinatorio e fornisce definizioni e concetti chiave come permutazioni, fattoriali e principi per calcolare il numero di modi in cui eventi possono accadere. Vengono forniti diversi esempi per illustrare questi concetti.

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Calcolo Combinatorio

Il documento tratta di calcolo combinatorio e fornisce definizioni e concetti chiave come permutazioni, fattoriali e principi per calcolare il numero di modi in cui eventi possono accadere. Vengono forniti diversi esempi per illustrare questi concetti.

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Liceo Lugano 1, 2009-2010 3E (Luca Rovelli)

Capitolo III : Calcolo combinatorio


1. Introduzione
In matematica, con Combinatoria si indica la disciplina che si occupa dello studio di in-
siemi finiti di oggetti. Il calcolo combinatorio1 , in particolare, studia i modi di ordinare
o raggruppare tali insiemi secondo determinate regole (le configurazioni o presentazioni),
con particolare riferimento all’enumerazione. Esso si prefigge quindi lo scopo di contare
in maniera efficiente, specialmente in quei casi dove l’enumerazione diretta risulta impos-
sibile.
Elenchiamo alcuni problemi tipici del calcolo combinatorio:

• In quanti modi posso abbinare 3 camicie e 2 cravatte?

• In quanti modi 10 persone possono disporsi attorno ad un tavolo circolare?

• Quanti sono gli anagrammi di LICEO?

• In quanti modi posso compilare la schedina del lotto?

• Quanti sono i quadrati magici di ordine n?

• Quante sono le funzioni f : {1, 2, 3, 4} → {α, β, γ} ?

• Quanti sottoinsiemi possiede un insieme di 10 elementi?

• In quanti modi posso realizzare il numero 100 come somma di 5 numeri naturali?

La prima menzione scritta di un problema combinatorio risale al 300 a.C. circa: in un


testo sacro, il Bhagabati Sutra, venivano indagati i modi in cui è possibile abbinare uno,
due o tre sapori scelti tra 6 differenti. Considerazioni di carattere combinatorio erano
comunque già presenti nell’I Ching, uno tra i più antichi testi cinesi. Probabilmente
anche Archimede da Siracusa (II sec. a.C.) si occupò di problemi di enumerazione nel
trattato Ostomachion (lo studio di un gioco simile al moderno Tangram).
Dopo secoli di predominio orientale, la combinatoria si diffuse in occidente attorno al
XIII secolo, grazie soprattutto agli sforzi di Giordano da Nemore e Leonardo Fibonacci.
Nei secoli successivi la disciplina ebbe poi un’evoluzione spettacolare, anche grazie alle
sue applicazioni al calcolo delle probabilità. Alcuni Grandi della matematica diedero
contributi all’evoluzione dell’analisi combinatoria (citiamo solo Pascal, Leibnitz, de Moivre
ed Eulero), e al giorno d’oggi essa è parte integrante della cosiddetta matematica discreta,
un campo di studio fondamentale per le applicazioni in ambito informatico.

1
chiamato anche analisi combinatoria

Calcolo combinatorio (V0.1) 34 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


2. Un principio fondamentale
Esempio 1: in quanti modi n posso abbinare 3 camicie e 2 cravatte?
Indicando con A, B e C le camicie e con a, b le cravatte potremmo facilmente elencare
tutte le possibilità:

(A, a) , (A, b) , (B, a) , (B, b) , (C, a) , (C, b) ,

concludendo che il numero di modi è n = 6. Potremmo anche ragionare in un altro modo,


rappresentando con un diagramma ad albero le scelte effettuate:

in questo modo, i rami terminali dell’albero rap-


presentano tutte le possibilità; concludiamo imme-
diatamente che n = 6.

La realizzazione (generalmente mentale) di un tale schema ad albero si rivela interessante


quando il numero delle configurazioni è considerevole.

Esempio 2: A, B, C, D, E sono 5 località, collegate nel modo indicato da strade. In


quanti modi n posso raggiungere E partendo da A (supponendo di mai tornare indietro)?

Disegnando mentalmente lo schema ad albero,


concludiamo che

n = 3 · 2 · 2 · 4 = 48 .

Potremmo intuire il seguente

Principio fondamentale: se, nell’effettuare k scelte, vi sono n1 possibilità per la


prima, per ognuna di esse n2 per la seconda, per ogni scelta delle prime 2 n3 per la
terza e cosı̀ via, allora il numero totale di scelte possibili è pari a

n = n1 · n2 · n3 · . . . · nk .

Esempio 3: in quanti modi posso compilare una colonna del totocalcio?


Per ognuna delle 13 partite in schedina vi sono tre possibilità (1, X oppure 2); i modi
possibili sono quindi
n = 3| · 3 ·{z. . . · 3} = 313 = 1 594 323 .
13 fattori

Calcolo combinatorio (V0.1) 35 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


3. Permutazioni semplici
Esempio 1: quanti anagrammi possiede la parola LICEO?
Chiaramente, il metodo meno conveniente consiste nell’elencare tali anagrammi. Pos-
siamo invece procedere secondo il principio appena introdotto: per la prima lettera di un
anagramma ci sono 5 scelte possibili, per la seconda 4, per la terza 3, per la quarta 2 e
per la quinta una sola. Il numero degli anagrammi è quindi pari a

5 · 4 · 3 · 2 · 1 = |{z}
5! = 120 .
notazione

Definizione 1: sia n intero e positivo. Allora il fattoriale di n, indicato con n!, è


definito come segue:

0! = 1 e n! = n · (n − 1) · (n − 2) · . . . · 3 · 2 · 1 .

Per n 6= 0, si tratta quindi del prodotto di tutti i numeri naturali minori o uguali a n.
Esso può anche essere definito ricorsivamente dalla regola
(
0! = 1
.
n! = n · (n − 1)! , n ≥ 1

Ad esempio, quindi

1! = 1 ; 2! = 2 · 1! = 2 ; 3! = 3 · 2! = 6 ; 4! = 4 · 3! = 24 ; 5! = 5 · 4! = 120 ; . . .

Esempio 2: in quanti modi posso allineare 4 diverse piante ornamentali?


Ragionando come sopra, concludiamo immediatamente che il numero n cercato è

4! = 4 · 3 · 2 · 1 = 24 .

Definizione 2: una presentazione ordinata di un insieme di n oggetti senza ripetizioni


è detta permutazione semplice.

Ragionando come sopra, concludiamo immediatamente quanto segue:

Lemma 1: sia Pn il numero di permutazioni di un insieme contenente n oggetti. Allora


vale
Pn = n! .

Osservazione: nel calcolo combinatorio, è spesso conveniente disporre di un campionario


di esempi ”standard” a cui fare riferimento. Per quanto riguarda le permutazioni l’esempio
più adatto è forse quello degli anagrammi.

Calcolo combinatorio (V0.1) 36 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


Esempio 3: in quanti modi una classe di 23 allievi può prendere posto in un’aula con 12
banchi?
Considerando il posto vuoto come una sorta di ”fantasma”, osserviamo che il problema
si riduce all’enumerazione delle permutazioni di un insieme di 24 elementi. La risposta è
quindi
P24 = 24! ∼
= 6, 204 · 1023 .
Il problema delle permutazioni si complica leggermente se gli oggetti presentati non sono
tutti diversi (ad esempio nel caso di anagrammi con lettere ripetute o di un’aula con più
di un posto vuoto).

4. Permutazioni con ripetizioni


Esempio 1: quanti anagrammi possiede la parola BABBO?

• Immaginiamo innanzitutto che le ”B” siano distinguibili: gli anagrammi della ”parola”
B1 AB2 B3 O sono 5! = 120;

• dal momento che le tre ”B” sono invece indistinguibili, dobbiamo identificare gli
allineamenti in cui solo esse sono permutate, ad esempio B1 AB2 B3 O, B2 AB3 B1 O e
B3 AB2 B1 O. Occorre quindi dividere 5! per il numero di permutazioni di B1 B2 B3 ,
cioè 3! : la risposta è quindi
P5 5!
= = 5 · 4 = 20 .
P3 3!

Definizione 3: una presentazione ordinata di un insieme di n oggetti alcuni dei quali


sono uguali è detta permutazione con ripetizioni.

Supponiamo quindi che degli n oggetti k1 siano uguali tra loro, k2 siano uguali tra loro
(ma diversi dai primi) e cosı̀ via. Ragionando come sopra, osserviamo che per contare il
numero di permutazioni occorre dividere n! per k1 !, k2 ! e cosı̀ via al fine di identificare gli
allineamenti indistinguibili.

Lemma 2: sia Pnk1 ,k2 ,...,km il numero di permutazioni di un insieme contenente n oggetti
di cui k1 , k2 , . . . , km sono indistinguibili. Allora vale
n!
Pnk1 ,k2 ,...,km = .
k1 ! · k2 ! · . . . · km !

Esempio 2: quanti sono gli anagrammi di ANAGRAMMA?


Dal momento che la parola è composta di 9 lettere, con 4 ”A” e 2 ”M”, basta calcolare
9!
P94,2 = = 7 560 .
4! 2!

Calcolo combinatorio (V0.1) 37 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


Esempio 3: in quanti modi può distribuirsi una classe di 23 allievi in un’aula con 15
banchi?
Vi sono 7 posti vuoti, e quindi indistinguibili. Si tratta quindi di una permutazione con
ripetizioni. Il numero cercato è

7 30! ∼
P30 = = 5, 26 · 1028 .
7!
Esempio 4: in quanti modi posso compilare uno schema del lotto (6 su 45)?
Uno schema può essere ”codificato” da una sequenza ordinata composta usando 2 caratteri
(ad esempio O e X) dove ”O” indica la casella vuota e ”X” indica la casella crociata. Ad
esempio, la scelta dei numeri 1, 11, 12, 22, 35, 45 è indicata da

XOOOOOOOOOXXOOOOOOOOOXOOOOOOOOOOOOXOOOOOOOOOX .

Di conseguenza, contare gli schemi possibili equivale a contare gli anagrammi di una
parola di 45 lettere composta da 6 ”X” e 39 ”O”: il numero cercato è quindi
6,39 45!
P45 = = 8 145 060 .
6! 39!
n!
Osservazione: se k ≤ n, il numero Pnk,n−k = k!(n−k)! è detto coefficiente binomiale, e
n

viene anche indicato con k . Ce ne occuperemo più tardi nei dettagli.

5. Disposizioni semplici
Esempio 1: in quanti modi (ordinati) posso estrarre 10 ”tombolini” da un sacchetto che
ne contiene 90 (senza reimmissione)?
Ho 90 possibilità per la prima estrazione, 89 per la seconda, 88 per la terza e cosı̀ via: in
totale
90! ∼
90 · 89 · . . . · 82 · 81 = = 2, 08 · 1019 modi.
80!
Definizione 4: sia k ≤ n; una presentazione ordinata di k oggetti scelti tra n oggetti
dove le ripetizioni non sono ammesse è detta disposizione semplice di n oggetti presi
k alla volta.

Ragioniamo come sopra: per la scelta del primo oggetto ho n possibilità, per la scelta del
secondo n − 1, ... e per la scelta del k-esimo ho (n − k + 1) possibilità. Vale quindi quanto
segue:

Lemma 3: sia Dnk il numero di disposizioni di k elementi scelti da un insieme di n


elementi (n ≥ k). Allora vale

n!
Dnk = n · (n − 1) · (n − 2) · . . . · (n − k + 2) · (n − k + 1) = .
(n − k)!

Si tratta cioè del prodotto dei numeri naturali compresi tra (n − k + 1) e n.

Calcolo combinatorio (V0.1) 38 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


Osservazione: una permutazione può essere vista come una disposizione con n = k
(tutti gli oggetti dell’insieme vengono scelti); infatti
n! n! n!
Dnn = = = = n! = Pn .
(n − n)! 0! 1
Esempio 3: da una commissione comprendente 15 membri devo scegliere un presidente,
un vicepresidente ed un cassiere. Quante possibilità ho?
Una terna (presidente,vice,cassiere) possiede un ordine. Si tratta quindi di disposizioni
semplici, e il loro numero è pari a

3 15!
D15 = = 13 · 14 · 15 = 2730 .
12!

6. Disposizioni con ripetizioni


Esempio 1: in quanti modi (ordinati) posso estrarre 10 ”tombolini” da un sacchetto che
ne contiene 90, se ad ogni estrazione il tombolino viene reimmesso?
Ho 90 possibilità per ognuna delle 10 estrazioni: in totale

· . . . · 90} = 9010 ∼
| · 90{z
90 = 3, 49 · 1019 modi.
10 volte

Definizione 5: una presentazione ordinata di k oggetti scelti tra n oggetti dove le


ripetizioni sono ammesse è detta disposizione con ripetizioni di n oggetti presi k
alla volta.

Nota che, dal momento che un oggetto può ripetersi, non è più necessario supporre k ≤ n.
Ragionando come sopra, concludiamo immediatamente quanto segue:

k
Lemma 4: sia Dn il numero di disposizioni con ripetizioni di k elementi scelti da un
insieme di n elementi. Allora vale
k
D n = nk .

Esempio 2: il totocalcio.
Come abbiamo già visto (pag. 2), le possibilità per compilare una colonna sono pari a
13
D3 = 313 = 1 594 323 .

Esempio 3: quante parole di 4 lettere, anche prive di senso, posso formare con un alfabeto
di 26 lettere?
Si tratta evidentemente di disposizioni con ripetizioni: la risposta è
4
D21 = 214 = 194 481 .

Calcolo combinatorio (V0.1) 39 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


7. Combinazioni semplici
Esempio 1: ho 20 bevande diverse; quanti cocktails composti da quattro di esse posso
realizzare?

• Se contasse l’ordine in cui le bevande vengono aggiunte, il problema sarebbe ricon-


ducibile ad una disposizione: le sequenze possibili sarebbero

4 20!
D20 = = 17 · 18 · 19 · 20 = 116 280 ;
16!

• ma l’ordine non conta: occorre quindi dividere tale risultato per il numero di modi
in cui le 4 bevande possono essere ordinate: il risultato è
4
D20 116 280 20!
= = = 4 845 .
P4 4! 16! 4!

Definizione 6: una presentazione di k oggetti scelti tra n oggetti dove l’ordine non
ha importanza e le ripetizioni non sono ammesse è detta combinazione semplice di
n oggetti presi k alla volta.

Per ricavare il numero di tali combinazioni possiamo procedere come sopra: Dnk è il numero
di disposizioni di k oggetti presi fra n; se l’ordine non ha importanza, occorre identificare
le k! permutazioni dei k oggetti. Vale quindi :

Lemma 5: sia Cnk il numero di combinazioni semplici di k elementi scelti da un insieme


di n elementi. Allora vale
Dnk n!
Cnk = = .
k! k!(n − k)!

Definizione 7: siano n, k ∈ N con n ≥ k. Il numero (naturale)


 
n n! n · (n − 1) · . . . (n − k + 2) · (n − k + 1)
= =
k k!(n − k)! k · (k − 1) · . . . · 3 · 2 · 1

è detto coefficiente binomiale.


n

Per le combinazioni di n oggetti presi k alla volta vale quindi Cnk = k
.

Esempio 2: quanti sono i sottoinsiemi contenenti k elementi di un insieme di n ele-


menti?
Dal momento che nella presentazione di un insieme l’ordine non ha importanza, con-
cludiamo che si tratta proprio delle combinazioni nk .
Questa caratterizzazione può essere usata come alternativa per la definizione di com-
binazione semplice.

Calcolo combinatorio (V0.1) 40 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


Esempio 3: è dato un insieme I di 50 punti del piano. Quanti triangoli aventi i vertici
nell’insieme I posso disegnare?
Si tratta di contare tutte le terne {A, B, C} ⊂ I di punti (diversi), cioè i sottoinsiemi di
I aventi 3 elementi. Il loro numero è (al massimo) pari a
 
3 50 50! 50 · 49 · 48
C50 = = = = 50 · 49 · 8 = 400 · 49 = 19 600 .
3 3!47! 3·2

Esempio 4: quante ”parole” di 10 lettere posso formare utilizzando 4 volte la lettera


”A” e 6 volte la lettera ”B” ?
Si tratta di scegliere, tra 10 posizioni possibili, le 4 posizioni da occupare con la lettera
”A” (le posizioni rimanenti sono automaticamente occupate da ”B”). Dal momento che
l’ordine di scelta non ha importanza, si tratta di combinazioni. Il loro numero è quindi
 
6 10 10! 10 · 9 · 8 · 7
C10 = = = = 5 · 3 · 2 · 7 = 210 .
6 6!4! 4·3·2

Osservazioni:

1) Avremmo anche potuto trattare l’es. 4 facendo uso delle permutazioni con ripe-
tizioni (vedi III.4): si tratta degli anagrammi di ”AAAABBBBBB”!
In effetti, è immediatamente evidente che vale
 
k n n!
Cn = = = Pnk,(n−k) .
k k!(n − k)!

(cfr. con l’osservazione a pag. 5).

2) Sempre nell’es. 4, avremmo potuto scegliere dapprima le 6 posizioni per la lettera


4 6
”B”. Ciò mostra che C10 = C10 . Si tratta di un caso particolare di una proprietà
del coefficiente binomiale che ci apprestiamo a studiare.

8. Proprietà del coefficiente binomiale


Lemma 6
Sia n ≥ k.
   
n n
(i) = =1;
0 n
   
n n
(ii) = ;
k n−k
     
n n n+1
(iii) + = .
k k+1 k+1

Calcolo combinatorio (V0.1) 41 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


La relazione (iii) è nota come formula di Stifel2 .

Dimostrazione:
   
n n! n! n n! n!
(i) = = =1 e = = =1;
0 0!(n − 0)! n! n n!(n − 0)! n!
   
n n! n! n
(ii) = = = ;
n−k (n − k)!(n − (n − k))! k!(n − k)! k
   
n n n! n!
(iii) + = + ;
k k+1 k!(n − k)! (k + 1)!(n − k − 1)!

scegliendo (k + 1)!(n − k)! quale denominatore comune si ricava


n! n! (k + 1)n! + (n − k)n! (
k + 1 + n−k)n!
 (n + 1)!
+ = = = .
k!(n − k)! (k + 1)!(n − k − 1)! (k + 1)!(n − k)! (k + 1)!(n − k)! (k + 1)!(n − k)!

D’altro canto,
 
n+1 (n + 1)! (n + 1)!
= = 
k+1 +1 − k 
(k + 1)!(n  −1)!
 (k + 1)!(n − k)!

Ricordando che nk rappresenta il numero di sottoinsiemi di k elementi contenuti in un




insieme di n elementi, il lemma appena dimostrato possiede anche un’interessante inter-


pretazione combinatoria:

(i) sia I un insieme di n elementi; I contiene un solo sottoinsieme di 0 elementi


(l’insieme vuoto) e un solo sottoinsieme di n elementi (I stesso);

(ii) sia nuovamente I un insieme di n elementi; per ogni sottoinsieme S di k elementi,


esiste esattamente un sottoinsieme di I con (n − k) elementi (il complemento S =
I \ S); quindi, I contiene tanti sottoinsiemi di k elementi quanti di (n − k) elementi;

(iii) sia ora I un insieme di n + 1 elementi, e sia x ∈ I; allora I contiene

• nk sottoinsiemi di (k + 1) elementi comprendenti x (ognuno di essi è una scelta




di k elementi tra n, dal momento che un ”posto” è già ”occupato” da x),


n

• k+1 sottoinsiemi di (k + 1) elementi non comprendenti x (l’elemento x è
escluso a priori, quindi le scelte disponibili sono soltanto n),

Dal momento che assommando i sottoinsiemi senza x con quelli contenenti  x otteni-
amo tutti i sottoinsiemi di I contenenti k +1 elementi, segue che k + k+1 = n+1
n n
 
k+1
.

2
Michael Stifel, 1487-1567 fu dapprima monaco agostiniano e in seguito seguace di Martin Lutero; oltre
che per i suoi risultati matematici (fra cui spicca l’invenzione delle tavole logaritmiche indipendentemente
da Bürgi e Napier) egli è noto per aver profetizzato l’Apocalisse per il 3 ottobre 1533 e per aver identificato
l’Anticristo con la figura di Papa Leone X

Calcolo combinatorio (V0.1) 42 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


La formula di
 Stifel permette di calcolare
 in maniera
 ricorsiva i valori
 ditutti icoefficienti
binomiali nk a partire dal fatto che 00 = 10 = 20 = . . . = 1 e 00 = 11 = 22 = . . . = 1.
Disponiamo i coefficienti binomiali in una struttura triangolare in modo
 tale
 che l’n-esima
riga (partendo da n = 0) sia formata dai coefficienti binomiali 0 , 1 , 2 , . . . , nn :
n n n

 
0
  0  
1 1
  0   1  
2 2 2
  0   1   2  
3 3 3 3
  0   1   2   3  
4 4 4 4 4
  0   1   2   3   4  
5 5 5 5 5 5
0 1 2 3 4 5
e cosı̀ via.
La formula di Stifel n+1 = nk + k+1
n
  
k+1
implica che ogni coefficiente binomiale ”all’interno”
del triangolo è somma dei coefficienti binomiali a sinistra e a destra di esso nella riga
sovrastante: ad esempio
                             
2 1 1 3 2 2 3 2 2 4 3 3 4 3 3
= + , = + , = + , = + , = + ...
1 0 1 1 0 1 2 1 2 1 0 1 2 1 2
Dal momento che i numeri ”all’esterno” del triangolo sono tutti pari ad 1, è facile calcolare
ricorsivamente i coefficienti binomiali:
1
1 1
1 2 1
1 3 3 1
1 4 6 4 1
1 5 10 10 5 1
e cosı̀ via. Vale quindi, ad esempio
           
5 5 5 5 5 5
=1 , =5 , = 10 , = 10 , =5 , =1 .
0 1 2 3 4 5

Lo schema numerico ottenuto è noto come triangolo di Pascal, dal


nome del celebre matematico e filosofo Blaise Pascal (1623-1662)
che ne mise in evidenza le proprietà combinatorie nel Traité di
triangle arithmétique. Nel ’600, comunque, esso era già noto da
secoli. In particolare era già stato descritto da Niccolò Fontana
(detto il Tartaglia, 1500-1577), da Yang Hui (1238-1298, v. disegno
a destra) e da Omar Khayyám (1048-1131).

Calcolo combinatorio (V0.1) 43 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


9. La formula binomiale
In questo paragrafo finale ci proponiamo innanzitutto di giustificare il metodo per lo
sviluppo delle potenze
(a + b)n (n ≥ 0)
di un binomio, già incontrato nel programma di I Liceo.
Iniziamo con una semplice considerazione: dato che

(a + b)n = (a + b) · (a + b) · . . . · (a + b) ,
| {z }
n volte

ogni termine dello sviluppo risulterà dal prodotto di n fattori scelti tra a e b, cioè di
monomi la cui parte letterale è pari a

an−k bk con k ≤ n .

Indichiamo (provvisoriamente) con Xk (k = n, . . . , 0) il coefficiente di an−k bk :

(a + b)n = X0 · an + X1 · an−1 b + X2 · an−2 b2 + . . . + Xn−2 · a2 bn−2 + Xn−1 · abn−1 + Xn · bn .

Qual è il significato di Xk ? Notiamo immediatamente che si tratta del numero di modi in


cui k fattori ”a” e (n − k) fattori ”b” possono essere moltiplicati senza tener conto della
commutatività, cioè degli anagrammi della ”parola”

a
| a {z
. . . a} |b b {z
. . . }b .
(n−k) k

Si tratta quindi di combinazioni semplici di n elementi presi k alla volta (vedi III.7)3 . In
particolare, vale quindi  
k n
Xk = Cn = .
k
Ad esempio,

(a + b)3 = (a + b)(a + b)(a + b) = a(a + b)(a + b) + b(a + b)(a + b)


= aa(a + b) + ab(a + b) + ba(a + b) + bb(a + b)
= aaa + aab + aba + abb + baa + bab + bba + bbb
= |{z}
aaa + aab {z + baa} + abb
| + aba | + bab
{z + bba} + |{z}
bbb
1·a3 3·a2 b 3·ab2 1·b3

= a3 + 3a2 b + 3ab2 + b3
       
3 3 3 2 3 2 3
= a + a b+ ab + ab3 .
0 1 2 3

3
oppure anche di permutazioni con ripetizioni (vedi III.4)

Calcolo combinatorio (V0.1) 44 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


In questo modo si dimostra il

Teorema 7 (Formula binomiale)


Siano n, k ∈ N ∪ {0}, n ≥ k. Allora
           
nn n n n−1 n n−2 2 n 2 n−2 n n−1 n n
(a+b) = a + a b+ a b +. . .+ a b + ab + b .
0 1 2 n−2 n−1 n

n n
 
Nota che vale 0
= n
= 1, e quindi che i coefficienti di an e bn sono pari a 1.

La formula binomiale (cosı̀ come il triangolo che ne descrive i coefficienti) viene general-
mente attribuita a Blaise Pascal (1623-1662), ma in realtà era già nota in precedenza:
Euclide (IV sec. a.C.) e il matematico indiano Pingala (II sec. a. C.) ne conoscevano
alcuni casi particolari, e i già menzionati Omar Khayyàm (1048-1131) e Yang Hui (1238-
1298) l’avevano derivata nel caso generale. A volte il risultato viene anche attribuito a
Isaac Newton (1643-1727), il quale ne aveva ricavata una generalizzazazione al caso di
esponenti qualsiasi (quindi non per forza interi) nel contesto delle serie infinite4 .

Esempio: calcoliamo lo sviluppo di (a + b)6 ;


         
6 6 6 5 6 4 2 6 3 3 6 2 4 6
(a + b) = a + a b+ ab + ab + ab + ab5 + b6 ;
1 2 3 4 5

possiamo leggere i valori dei coefficienti binomiali nella settima riga del triangolo di Pascal
(1,6,15,20,15,6,1), ricavando

(a + b)6 = a6 + 6a5 b + 15a4 b2 + 20a3 b3 + 15a2 b4 + 6ab5 + b6 .

In alternativa, notando che per k > 0 vale


 
n n! n · (n − 1) · (n − 2) · . . . · (n − k + 2) · (n − k + 1)
= =
k k!(n − k)! 1 · 2 · . . . · (k − 1) · k

avremmo potuto calcolare i coefficienti facendo a meno del triangolo di Pascal:

6 6 · 5 4 2 6 · 5 · 4 3 3 6 · 5 · 4 · 3 2 4 6 · 5 · 4 · 3 · 2 5
(a + b)6 = a6 + a5 b + ab + ab + ab + ab + b6
1 1·2 1·2·3 1 · 2 · 3 · 4 1 · 2 · 3 · 4 · 5
= a6 + 6a5 b + 15a4 b2 + 20a3 b3 + 15a2 b4 + 6ab5 + b6

(il calcolo può essere semplificando ulteriormente sfruttando la simmetria dei coefficienti!).
4
nel mondo della finzione, inoltre, il professor Moriarty (la nemesi di Sherlock Holmes) viene indicato
come l’autore di un Trattato sul teorema binomiale

Calcolo combinatorio (V0.1) 45 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)


Applicazione: ponendo a = b = 1 nella formula binomiale, si ricava
           
n n
n n n−1 n n−2 2 n 2 n−2 n n−1 n n
(1+1) = 1 + 1 ·1+ 1 ·1 +. . .+ 1 ·1 + 1·1 + 1 ,
0 1 2 n−2 n−1 n

cioè            
n n n n n n n
2 = + + + ... + + + .
0 1 2 n−2 n−1 n
n n
 
La somma di tutti i coefficienti binomiali da 0
a n
è quindi pari a 2n . Ricordando
che nk è il numero di sottoinsiemi contenenti k elementi di un insieme che ne contiene n


(vedi pag. 7), osserviamo che in questo modo abbiamo contato tutti i sottoinsiemi di un
insieme di n elementi:

Corollario 8
Un insieme di n elementi contiene 2n sottoinsiemi.
Questo risultato possiede anche un’interessante dimostrazione combinatoria che fa
uso soltanto del concetto di disposizione con ripetizioni:
sia M un insieme di n elementi; scelto un ordine al suo interno, i suoi sottoinsiemi possono
essere rappresentati per mezzo di sequenze che utilizzano soltanto le cifre 0 e 1 (cioè come
”sequenze binarie”)5 ; ad esempio, con

M = {a, b, c, d, e, f }

indicheremo con 000000 l’insieme vuoto, con 100000 l’insieme {a} (”c’è solo il primo ele-
mento”), con 010011 l’insieme {b, e, f } (”ci sono il secondo, il quinto e il sesto elemento”),
con 101010 l’insieme {a, c, e}, con 111111 l’intero insieme M e cosı̀ via. Grazie a questa
rappresentazione, invece di dover contare i sottoinsiemi di M , possiamo semplicemente
contare le sequenze di 0 e 1 di lunghezza n; il loro numero è proprio pari a 2n (vedi III.6).
Ciò conclude la dimostrazione ”alternativa” 

5
in maniera analoga a quanto visto per ”contare” le combinazioni del lotto, vedi pag. 5

Calcolo combinatorio (V0.1) 46 LiLu1, 3E (Luca Rovelli)

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