Cope - Nvi
Cope - Nvi
Riassunto
Scopo del presente lavoro laggiornamento della versione italiana del Coping Orientation to the
Problems Experienced (COPE). Il COPE Nuova Versione Italiana (COPE-NVI) costituisce infatti un miglioramento della precedente versione italiana del COPE, misura sviluppata originariamente negli Stati
Uniti. Il COPE-NVI stato somministrato a 458 individui (50% femmine) appartenenti alla popolazione
generale, assieme a diverse misure di psicopatologia e a una misura di benessere. Unanalisi fattoriale
confermativa ha evidenziato che lo strumento composto da cinque grandi dimensioni sostanzialmente indipendenti: Sostegno sociale, Strategie di evitamento, Attitudine positiva, Orientamento al problema e Orientamento trascendente. Queste dimensioni si sono rivelate di buona consistenza interna e
stabilit temporale; nessuna differenza effettiva stata riscontrata in rapporto al livello di istruzione,
genere ed et. Le Strategie di evitamento sono quelle maggiormente correlate con il disagio emotivo,
mentre lAttitudine positiva e lOrientamento al problema si associano a un minor disagio e maggior
benessere. Inne, il Sostegno sociale e lOrientamento trascendente non correlano con il benessere
psicologico. Il COPE-NVI pu essere considerato uno strumento utile e psicometricamente valido per la
misura degli stili di coping nel contesto italiano.
Summary
Coping Orientation to the Problems Experienced-New Italian Version (COPENVI)
This study aims to update the Italian version of the Coping Orientation to the Problems Experienced
(COPE). In fact, the COPE-New Italian Version (COPE-NIV) represents an improvement of the previous
Italian version of the COPE, a measure originally developed in the United States. The COPE-NIV was
administered to 458 individuals (50% females) belonging to the general community, together with
various measures of psychopathology and a measure of psychological well-being. A Conrmative
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Factor Analysis showed that the tool consists of ve large essentially independent dimensions: Social
support, Avoidance strategies, Positive attitude, Problem solving and Turning to religion. These ve
dimensions were found to be substantially independent of each other and proved reliable and fairly
stable in time; no essential difference was identied in relation to the level of education, gender and
age. Avoidance strategies were found to be the conditions largely associated with emotional distress,
whereas Positive attitude and Problem solving were related to less distress and greater psychological
well-being. Lastly, Social support and Turning to religion were not associated with psychological wellbeing. The COPE-NIV can be considered a useful and psychometrically valid tool for measuring coping
styles in the Italian context.
INTRODUZIONE
Il concetto di coping fa riferimento alla modalit con cui le persone cercano di gestire
eventi traumatici o situazioni quotidiane stressanti. Numerose sono le prospettive che si
sono alternate nel tempo nellanalisi di questo concetto (per una introduzione in lingua
italiana al concetto si veda Sica, Novara, Dorz e Sanavio, 1997a e Zani e Cicognani, 1999).
Tradizionalmente, il coping stato considerato una caratteristica relativamente stabile di
personalit, la quale determina le differenze individuali nel modo di reagire a eventi di
vita traumatici. Il coping stato anche definito come una modalit che comporta reazioni
flessibili e mutevoli a eventi di vita quotidiani stressanti (Eckenrode, 1991). Attualmente,
il coping viene considerato un processo che nasce in situazioni che mettono fortemente
alla prova le risorse di un soggetto: in questa ottica lobiettivo consiste nellidentificare la
valutazione cognitiva di tali eventi da parte della persona, le eventuali reazioni di disagio,
il tipo di risorse personali e sociali, gli sforzi di coping propriamente detti e gli esiti a
breve e a lungo termine di tali sforzi. In questo modo viene messa in risalto la natura
ciclica e cumulativa del processo, con una influenza reciproca tra gli elementi coinvolti
(Lazarus, 1996). Tale processo pu inoltre essere analizzato sia a livello individuale che
sociale.
Le ricerche sul coping si sono concentrate principalmente su quattro temi: 1) la
descrizione delle caratteristiche fondamentali delle strategie di coping (quali e quante
sono); 2) la descrizione dei fattori che influenzano lacquisizione e luso di risposte di
coping, includendo gli aspetti socio-contestuali e di personalit; 3) cosa rende efficaci o
meno gli sforzi di coping e 4) quali aspetti del coping sono modificabili e come (Carver e
Scheier, 1982; Endler, 1997; Endler e Parker, 1993; Folkman e Moskowitz, 2004; Lazarus,
1996; Lazarus e Folkman, 1984; Lester, Smart e Baum, 1994; Perrez e Reicherts, 1992).
Per quanto riguarda le questioni che concernono la validit di costrutto e quindi anche
la misurazione degli sforzi di coping, ci concentreremo su quattro aspetti: a) leffettivo
numero delle strategie di coping; b) la natura pi o meno disposizionale di tali strategie;
c) le relazioni tra queste strategie e le variabili demografiche; d) le relazioni tra queste
strategie e la psicopatologia e/o il benessere.
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studiate. Kobasa (1979) ha elaborato il concetto di hardiness per definire una costellazione
di caratteristiche di personalit che proteggono lindividuo dagli effetti dannosi dello stress:
controllo (convinzione di poter influenzare gli eventi della propria vita), impegno (senso
di risolutezza, coinvolgimento nelle attivit e nei rapporti con le persone che fanno parte
della propria vita) e senso di sfida (aspettativa che nella vita sia normale il cambiamento
e che questo rappresenti unopportunit di crescita). Le persone con un alto livello di
hardiness sembrano adottare una filosofia di vita che limita limpatto debilitante di alcuni
eventi stressanti. Studi recenti sembrano confermare che le persone con elevato livello
di hardiness vedano la propria vita con maggior positivit e maggior grado di controllo
(Beasley, Thompson e Davidson, 2003; Feifel e Strack, 1999). Per quanto riguarda la
propensione allottimismo, Scheier e Carver (1987) hanno ipotizzato che le persone
ottimiste hanno una maggiore probabilit di considerare i problemi alla propria portata e
quindi di perseverare per raggiungere i propri scopi anche in situazioni di difficolt. Gli
ottimisti, inoltre, hanno maggiori probabilit di impegnarsi in forme di coping focalizzate
sul problema, mentre i pessimisti tendono a far ricorso alla negazione e al distanziamento
come strategie di coping. Queste relazioni sono state confermate empiricamente, ed stata
riscontrata una diversit negli stili di coping in relazione allottimismo. Ad esempio, si
dimostrato che lottimismo correlato positivamente con un coping orientato al compito
e alla ricerca di sostegno sociale, mentre negativamente correlato a un coping orientato
alle emozioni e allevitamento (Hatchett e Park, 2004).
Altri aspetti di personalit che possono favorire uno stile stabile di coping riguardano
la propensione a cercare un sostegno sociale; inoltre, certe caratteristiche individuali
potrebbero influenzare la stessa percezione che le persone hanno dei livelli di sostegno
sociale. Ad esempio, stato rilevato che persone con alti livelli di nevroticismo tendono
a riferire livelli pi bassi di sostegno percepito. Inoltre, queste persone hanno maggior
probabilit di riferire livelli pi elevati di eventi esistenziali stressanti e di sintomi
psicologici e somatici.
Costa, Somerfield e Mc Crae (1996) hanno studiato la relazione esistente fra le dimensioni
di personalit misurate dai Big Five e il coping: linstabilit emotiva sembra associarsi
con la tendenza ad attribuire colpe a se stessi o agli altri e al coping focalizzato sulle
emozioni, lestroversione con la ricerca di sostegno sociale, lapertura con la ricerca di nuove
informazioni, prospettive e soluzioni, la coscienziosit con la perseveranza negli sforzi e la
ricerca di significato personale e, infine, la gradevolezza con la condiscendenza.
In questa prospettiva, quindi, alcune caratteristiche stabili di personalit influenzerebbero
ladozione di determinati stili di coping influenzando la valutazione cognitiva degli eventi
da parte dellindividuo (Magnus, Diener, Fujita e Pavot, 1993).
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2001). In realt questi risultati vengono considerati come frutto di un artefatto. La differenza
di genere nelladozione delle strategie di coping viene attribuita da diversi autori come il
risultato delle differenze nelle situazioni stressanti affrontate dagli uomini e dalle donne.
Le donne, infatti, affronterebbero maggiormente situazioni stressanti associate alla famiglia
e alla salute, mentre gli uomini, situazioni pi legate al lavoro e alla situazione economica
(Matud , 2004; Stefani, 2004). Occorre, comunque sottolineare che, parallelamente ai
cambiamenti nei ruoli di genere, si stanno appianando anche le differenze nelle strategie
di coping utilizzate (Felsen, 1998; Matud, 2004).
Abbiamo invece scarse informazioni circa il rapporto tra let e lutilizzo delle
strategie di coping. stato evidenziato che gli adolescenti utilizzano pi comunemente
strategie di coping disadattive per fronteggiare situazioni stressanti comuni e, non a caso,
costituiscono una popolazione a elevato rischio per lo sviluppo di problemi psicologici e
comportamentali (Hampel e Petermann, 2005; Wilson, Pritchard e Revalee, 2005). Non vi
dubbio, comunque, che la relazione tra et e strategie di coping un settore della ricerca
ancora da esplorare.
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COPE: lo strumento
Il Coping Orientations to Problem Experienced (Carver, Scheier e Weintraub, 1989)
un questionario self-report che prende in considerazione diverse modalit di coping.
Tali modalit di coping non sono state ricavate a posteriori come spesso avviene nella
costruzione di nuovi questionari, ma rappresentano altrettanti domini concettuali sviluppati
in diversi anni di ricerche. Il modello concettuale che ha guidato la costruzione dello
strumento richiama i processi di auto-regolazione. In breve, si sostiene che le persone
tendono a regolare il proprio comportamento in funzione di una gerarchia di obiettivi pi
o meno consapevole (per una trattazione esaustiva si veda il volume in lingua italiana
di Carver e Scheier, 2004). Secondo questi studiosi, le strategie di coping utilizzate
dipenderanno sostanzialmente dalle aspettative che le persone hanno di raggiungere i propri
obiettivi (ad esempio, di risolvere un dato problema): se le aspettative sono buone, allora
le persone tenteranno anche strenuamente di raggiungere il loro obiettivo; se le aspettative
sono negative, le persone rinunceranno a raggiungere i propri obiettivi e cercheranno un
diverso modo per gestire leventuale stress psicologico causato dal mancato raggiungimento
dei propri fini.
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si veda Litman, 2006). Il numero e la natura delle dimensioni varia nei diversi studi in
funzione della versione del COPE utilizzata (in alcune versioni non erano incluse tutte
le 15 scale) e delle diverse caratteristiche culturali delle popolazioni prese in esame. Ad
esempio, la versione estone ha messo in luce tre fattori (coping orientato al problema,
evitamento e sostegno sociale) ma nel fattore evitamento erano anche comprese le scale
di contenimento e accettazione, che in genere saturano fattori quali visione positiva o
orientamento al problema.
In una versione studiata in Gran Bretagna, invece, i fattori erano 4 poich, oltre il
coping orientato al problema, levitamento e il sostegno sociale, era presente un fattore,
visione positiva, saturato dalle scale reinterpretazione positiva e crescita e accettazione.
Ancora, si visto che nella struttura della versione italiana, venivano messe in evidenza
cinque dimensioni tra cui spiccavano il sostegno sociale e la religione (Sica, Novara, Dorz
e Sanavio, 1997b).
Infine, dal punto di vista della validit, numerose ricerche hanno confermato lutilit
e la validit del COPE sia su soggetti normali che di interesse clinico (ad esempio, per
limitarsi allambito italiano, Rinaldi et al., 2006; Sica et al., 2001; Sica, Steketee, Ghisi,
Chiri e Franceschini, 2007). Molti degli studi citati nella rassegna precedente sono stati
peraltro condotti per mezzo del COPE.
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METODO
Scopo di questo articolo quello di presentare una nuova versione del COPE (COPE-NVI,
Nuova Versione Italiana; nellAppendice presentato il questionario) che possa ovviare ai
limiti della versione attuale dello strumento. Cos, nel presente lavoro vogliamo verificare:
1. la struttura fattoriale del COPE-NVI
2. la consistenza interna e la stabilit nel tempo del questionario
3. se il genere, let e il livello di istruzione influenzano i punteggi del COPE-NVI
4. la relazione tra il COPE-NVI e misure di psicopatologia
5. la relazione tra il COPE-NVI e una misura di qualit della vita.
In particolare, si ipotizza che la struttura fattoriale del COPE-NVI non sia troppo
dissimile da quella della versione precedente dello strumento; qualche differenza potrebbe
comunque emergere dato lutilizzo di un campione differente e la parziale modifica del
questionario. Ci aspettiamo inoltre una buona consistenza interna delle diverse scale, ad
eccezione di quelle che fanno riferimento alle strategie di evitamento, poich tutti gli
studi precedenti tendono a sottolineare leterogeneit di questa dimensione (ad esempio,
Carver, Scheier e Weintraub, 1989). Per quanto riguarda la stabilit temporale, poich lo
strumento indaga dimensioni pi simili a dei tratti (le istruzioni fanno riferimento a come
abitualmente ci si comporta nelle situazioni stressanti), logico aspettarsi una buona
stabilit nel tempo dei diversi punteggi.
In linea con gli studi riportati, non ci aspettiamo di trovare relazioni particolarmente
significative tra genere e strategie di coping. Per quanto riguarda let, gli studi precedenti ci
suggeriscono che soggetti pi giovani presentano strategie meno adattive di coping rispetto
agli adulti; di riflesso, anche se non evidenziato in letteratura, ipotizziamo che gli anziani
possano riportare strategie differenti rispetto agli adulti e ai giovani. Infine, difficile fare
delle ipotesi circa il rapporto tra livello di istruzione e strategie di coping poich non vi
sono praticamente studi a riguardo; tuttavia, ipotizziamo che il livello di istruzione non
debba influenzare le strategie poich presumibile che i meccanismi di apprendimento che
riguardano queste abilit abbiano poco a che fare con listruzione formale.
Infine, dalle rassegne presentate nei paragrafi precedenti, ci aspettiamo relazioni
positive significative tra strategie di evitamento e psicopatologia e relazioni negative
tra strategie orientate al problema, strategie orientate allaccettazione/reinterpretazione
positiva e psicopatologia. Per converso, ci attendiamo che le strategie di evitamento siano
in relazione negativa con la qualit della vita e che le strategie orientate al problema e le
strategie orientate allaccettazione/reinterpretazione positiva siano associate positivamente
con la qualit della vita. Non ci aspettiamo invece relazioni significative tra altre dimensioni
del COPE e psicopatologia o qualit della vita.
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ambiguo, mentre altri erano poco aderenti alla traduzione originale. Per ovviare a questi
problemi, tutti gli item del COPE originale sono stati tradotti nuovamente in lingua italiana
da due ricercatori indipendenti che non avevano partecipato allo sviluppo della versione
italiana precedente. I ricercatori hanno prestato particolare attenzione affinch la loro
traduzione non contenesse colloquialismi e termini tecnici che avrebbero potuto causare
difficolt interpretative. Nella fase successiva, le due versioni italiane sono state tradotte
in inglese (back-translation o retro-traduzione) da una persona bilingue con una estesa
conoscenza del lessico psicologico. Dal confronto delle due retro-traduzioni scaturita la
nuova versione italiana del COPE, il COPE-NVI. Come passo finale, gli item del COPENVI sono stati valutati da 5 psicologi esperti. Ciascun esperto ha valutato la misura in cui
gli item erano formulati con chiarezza su una scala a 5 punti (1 = per niente chiaro, 5 = del
tutto chiaro); le valutazioni degli esperti hanno indicato che gli item del COPE-NVI erano
formulati in maniera ottimale (media delle valutazioni = 4,6; DS = 0,3).
Il COPE-NVI si pu considerare una versione aggiornata dello strumento, poich il
60% degli item risultato differente rispetto alla precedente versione italiana.
Partecipanti e procedura
Il COPE-NVI stato somministrato a 458 individui (50% femmine) appartenenti alla
popolazione generale. Met del campione stato reclutato nel Nord Italia e met nel Sud
Italia. Le caratteristiche del campione sono le seguenti: et media = 49,2 (DS = 16,2), range
20-80; scolarit media = 13 anni (DS = 4,3); stato civile = 30% single, 59% coniugati o
conviventi, 4% separati o divorziati, 7% vedovi; occupazione = 6% studenti, 47% occupati
a tempo pieno, 7% occupati part-time, 7% casalinghe, 26% pensionati, 2% disoccupati;
5% altro.
Un sottocampione di 50 partecipanti (50% femmine; et media = 50,6; scolarit media =
13 anni; 75% coniugati), ha completato il COPE in due occasioni a distanza di un mese.
I partecipanti sono stati reclutati in occasione di alcuni incontri rivolti al pubblico
(a partecipazione libera) su tematiche psicologiche di generale interesse. In ogni sito,
alcuni psicologi hanno preso contatto con ciascun partecipante, chiedendo la disponibilit
a compilare una batteria di questionari allinterno dei quali erano presenti gli strumenti
oggetto di questo studio. Lanonimato stato garantito cos come la libert di rifiutare la
richiesta. Gli psicologi sono stati presenti tutto il tempo della compilazione per chiarire
eventuali dubbi. A ciascun soggetto i questionari sono stati consegnati in ordine casuale,
per evitare che le risposte dei partecipanti fossero sistematicamente influenzate dallordine
in cui venivano compilati i questionari stessi.
I partecipanti scelti per compilare un seconda volta il questionario hanno fornito il
consenso scritto alla partecipazione allo studio.
Strumenti di misura
Oltre al COPE-NVI e a una scheda contenente delle domande di tipo demografico, i
partecipanti hanno compilato una batteria di self-report contenente le seguenti misure:
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Analisi statistica
La maggior parte delle analisi stata effettuata con il pacchetto statistico SPSS versione
11.0. Per le analisi di consistenza interna si fatto riferimento allindice alfa di Cronbach,
mentre per evidenziare possibili correlazioni si utilizzato il coefficiente prodottomomento di Pearson. Le variabili demografiche sono state valutate tramite lanalisi della
varianza o della covarianza. Lanalisi fattoriale esplorativa stata condotta con il metodo
delle componenti principali con rotazione ortogonale varimax.
Per quanto riguarda lanalisi fattoriale confermativa (CFA), abbiamo utilizzato il
pacchetto statistico LISREL 9.0. Lanalisi stata condotta con il metodo di massima
verosimiglianza e la corrispondenza tra il modello testato e la struttura ipotizzata del
COPE-NVI (goodness of fit) stata valutata per mezzo di una pluralit di indici come
raccomandato da Cole (1987): Root Mean Square Error of Approximation (RMSEA),
Non-Normed Fit Index (NNFI), il Comparative Fit Index (CFI), lIncremental Fit Index
(IFI) e il rapporto chi-quadrato/gradi di libert (gdl) (Cole, 1987; Kline, 1998). Inoltre,
per scegliere il modello migliore, abbiamo utilizzato il criterio di Akaike (AIC) (Akaike,
1987); secondo questo criterio, il modello che ottiene il valore minore di AIC considerato
il migliore.
RISULTATI
Struttura fattoriale del COPE-NVI
UnAnalisi Fattoriale Confermativa (CFA) stata condotta prendendo innanzitutto
in considerazione le cinque dimensioni di secondo ordine che caratterizzavano la prima
versione italiana del COPE (Sica, Novara, Dorz e Sanavio, 1997a). Questa struttura non
stata confermata dagli appositi indici di goodness of fit. Seguendo le classiche indicazioni
della letteratura psicometrica (ad esempio, Gorsuch, 1997), abbiamo allora diviso il
campione dei partecipanti in due gruppi di uguale numerosit, mediante una procedura
randomizzata. Sulla prima met dei soggetti abbiamo eseguito unanalisi fattoriale
esplorativa per individuare la struttura semplice del questionario; sullaltra met dei
soggetti abbiamo eseguito una CFA per verificare la bont della soluzione individuata
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con lanalisi fattoriale precedente. In continuit con la letteratura precedente sul COPE,
abbiamo utilizzato come dati grezzi per lanalisi fattoriale esplorativa i punteggi che
ciascun soggetto ha ottenuto alle 15 scale di base del COPE-NVI. Dallanalisi fattoriale
esplorativa sono emerse tre possibili soluzioni, rispettivamente a tre, quattro e cinque fattori
che spiegavano il 47%, 57% e 63% della varianza totale dei punteggi. Queste tre soluzioni
sono state quindi sottoposte a CFA, utilizzando laltra met dei soggetti del campione. Nella
tabella 1 possibile osservare che la soluzione che meglio esprime la struttura interna del
COPE-NVI quella che raggruppa le scale di base in cinque fattori: Sostegno sociale (gli
item fanno riferimento alla ricerca di comprensione, di informazioni e allo sfogo emotivo),
Strategie di evitamento (scala molto eterogenea che comprende lutilizzo di negazione,
uso di sostanze, distacco comportamentale e mentale), Attitudine positiva (atteggiamento
di accettazione, contenimento e reinterpretazione positiva degli eventi), Orientamento
al problema (utilizzo di strategie attive e di pianificazione) e Orientamento trascendente
(gli item fanno riferimento alla religione e allassenza di umorismo).1 Nella tabella 2
possibile osservare che i valori di inter-correlazione tra i diversi fattori sono trascurabili
con la prevedibile eccezione della relazione tra Attitudine positiva e Orientamento al
problema.
Tabella 1 Riepilogo delle statistiche di goodness of t per i diversi modelli fattoriali
proposti per il COPE-NVI nel campione italiano
COPE
RMSEA
NNFI
CFI
IFI
2/df
AIC
5 fattori
0,08
0,82
0,83
0,83
2,12
4267,00
4 fattori
0,08
0,81
0,82
0,82
2,20
4643,47
3 fattori
0,09
0,76
0,77
0,77
2,56
5323,46
SS
SE
AP
OP
0,05
0,09
0,25
0,04
-0,17
0,50
0,07
0,06
-0,02
39
rtot
medio
rtot
range
test
retest*
Sostegno sociale
0,91
0,64
0,26-0,81
0,85
Strategie di evitamento
0,70
0,30
0,15-0,42
0,68
Attitudine positiva
0,76
0,40
0,27-0,48
0,78
Orientamento al problema
0,83
0,50
0,25-0,65
0,82
Orientamento trascendente
0,85
0,56
0,24-0,82
0,93
40
Desideriamo precisare che siamo consapevoli che queste divisioni corrispondono solo
molto approssimativamente alla intenzione di confrontare adolescenti, adulti e anziani;
tuttavia, nonostante questa limitazione data dalla composizione del campione, ci sembrava
comunque importante fornire dei dati in relazione allet. Dal confronto tra queste tre
fasce di et emergono delle differenze statisticamente significative per quanto riguarda le
dimensioni di Orientamento al problema (F(2, 455) = 3,8, p < 0,02), Sostegno sociale (F(2, 455)
= 7, p < 0,001) e Orientamento trascendente (F(2, 455) = 19, p < 0,0001). Pi in dettaglio,
gli anziani hanno ottenuto punteggi pi bassi degli altri due gruppi nella dimensione di
Orientamento al problema e Sostegno sociale; inoltre, i tre gruppi differiscono tra loro
nellOrientamento trascendente, presentando punteggi progressivamente pi elevati con il
crescere dellet. Il calcolo tramite lindice 2 ha messo in luce che lampiezza dei risultati
ottenuti comunque trascurabile (rispettivamente, 0,02, 0,03 e 0,07).
Infine nella tabella 5 riportiamo le medie e le deviazioni standard dellintero campione
per le cinque dimensioni del COPE-NVI. I risultati appena riportati non forniscono
giustificazioni per presentare norme disaggregate per livello di istruzione, genere o et.
Sostegno sociale
0,16*
Strategie di evitamento
-0,22*
Attitudine positiva
0,03
Orientamento al problema
0,16*
Orientamento trascendente
-0,28*
DS
Sostegno sociale
27,7
8,4
Strategie di evitamento
23,5
5,1
Attitudine positiva
30,9
Orientamento al problema
32
6,7
Orientamento trascendente
22,7
5,6
41
BDI-II PSWQ
SAT-P
(FP)
Sostegno sociale
0,10
0,09
0,30
0,03
0,16
0,12
-0,05
Strategie di evitamento
0,26
0,33
0,18
0,19
0,29
0,30
-0,15
Attitudine positiva
-0,20
-0,18
-0,05
-0,20
-0,04
-0,03
0,30
Orientamento al problema
-0,16
-0,22
0,03
-0,18
-0,01
Orientamento trascendente
0,25
0,19
0,30
0,05
0,21
0,34
0,31
0,02
Nota: BAI = Beck Anxiety Inventory ; BDI-II = Beck Depression Inventory-II; PSWQ= Penn
State Worry Questionnaire; SIAS = Social Interaction Anxiety Scale; OCI-D = ObsessiveCompulsive Inventory Disagio; OCI-F = Obsessive-Compulsive Inventory Frequenza; SAT-P
(FP): Satisfaction Prole, scala di funzionamento psicologico.
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
Il vasto utilizzo del processo di coping in psicologia richiede misure dalle caratteristiche
psicometriche rigorose. Lo strumento presentato in questo studio caratterizzato da: 1)
un campione eterogeneo e di numerosit adeguata; 2) una struttura interna nota, testata
con unanalisi fattoriale confermativa; 3) dimensioni non sovrapposte tra loro, quindi tutte
potenzialmente utilizzabili e informative; 4) dimensioni stabili nel tempo e sufficientemente
omogenee al loro interno; 5) dimensioni correlate a misure di disagio emotivo o di benessere
in linea con la vasta ricerca internazionale sul coping.
42
43
non solo rispetto al dato psicometrico. Dalla letteratura (e anche dai risultati qui presentati)
emerge in effetti che questa dimensione del COPE una delle pi utili; in ogni caso, studi
futuri potrebbero indicare se questa scala pu essere abbreviata e resa pi omogenea,
rimuovendo alcune strategie meno utilizzate dagli individui.
Ancora, poich il nostro lavoro non si focalizza su uno strumento totalmente nuovo,
ma sulla modifica di un questionario ormai da anni utilizzato anche in Italia, non
abbiamo effettuato indagini che mettessero in relazione il COPE-NVI con altri strumenti
concettualmente simili. In effetti, gli studi italiani citati offrono chiari ed espliciti dati sulle
propriet del questionario e ci sembrava ridondante offrire altri dati che dimostrassero
che il COPE-NVI misura il coping. Abbiamo quindi ritenuto che fosse pi importante
mostrare, seppure in via preliminare, le potenzialit dello strumento quando messo in
relazione con altri costrutti. In ogni caso, senza dubbio sono necessari studi futuri che
forniscano dati anche su questo aspetto.
Infine, studi su popolazioni cliniche potrebbero fornire preziosi suggerimenti sul
funzionamento del COPE-NVI.
In conclusione, con il COPE-NVI confidiamo di avere presentato uno strumento
che possa essere utile sia per lassessment clinico e sia per la ricerca in psicologia della
personalit, clinica e della salute.
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APPENDICE
Coping Orientation to Problems Experienced-Nuova Versione Italiana
Siamo interessati a conoscere il modo con cui le persone reagiscono
quando devono far fronte agli eventi difcili o stressanti della vita. Ci
sono molti modi per cercare di fronteggiare lo stress. Questo questionario
le chiede di indicare che cosa generalmente fa e che cosa generalmente
sente quando fa esperienza di eventi o situazioni stressanti. Ovviamente,
eventi diversi portano ad agire in modi in qualche misura differenti, ma
pensi a che cosa generalmente fa quando sottoposto/a a un notevole
stress. Per favore risponda a ciascuna delle seguenti affermazioni segnando
il numero che corrisponde alla sua risposta. I numeri vanno interpretati in
questo modo:
1 = Di solito non lo faccio.
2 = Lo faccio qualche volta.
3 = Lo faccio con una certa frequenza.
4 = Lo faccio quasi sempre.
Per favore cerchi di rispondere a una domanda per volta e non tenga
conto delle risposte che ha dato precedentemente. Scelga con attenzione
la risposta che meglio descrive il suo modo di comportarsi. Per favore
risponda a ogni affermazione. Non ci sono risposte giuste o sbagliate,
perci scelga la risposta pi appropriata per lei e non quella che la maggior
parte delle persone, secondo lei, darebbe. In sintesi, dica che cosa di solito
fa quando affronta unesperienza stressante.
45
46
21. Accetto che ci sia accaduto e che non possa essere cambiato.
29. Cerco di vedere le cose in una luce diversa, per farle sembrare
pi positive.
30. Parlo con qualcuno per fare qualcosa di concreto per risolvere
il problema.
45. Chiedo alle persone come hanno agito di fronte ad esperienze simili.
46. Mi sento molto stressato/a e lascio andare i miei sentimenti.
58. Faccio quello che deve essere fatto, un passo alla volta.
47
Griglia di correzione
Per ottenere il punteggio complessivo per ogni scala del COPE-NVI, sommare i valori
segnati da colui che ha compilato il questionario, secondo lo schema seguente.
48
Bibliografia
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Corrispondenza
Claudio Sica
Dipartimento di Psicologia
Universit di Firenze
Via San Niccol 93 - 50125 - Firenze
Fax: 055-2345326
e-mail: [email protected]
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