PCI Al Governo 44-47
PCI Al Governo 44-47
PCI Al Governo 44-47
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no senza prospettive di lavoro; mentre il vecchio Stato monarchico-fascista si era prattutto sulla questione istituzionale, anche perché il PCI si era im-
disintegrato con la sconfitta militare e con esso l'esercito, la classe operaia del set- pegnato a fianco agli altri partiti antifascisti nell'opposizione alla mo-
tentrione, dietro la spinta della lotta antifascista, aveva raggiunto un alto grado di narchia e al governo Badoglio; ma gli argomenti per respingere que-
( tensione rivoluzionaria. A differenza del 1919-20, esistevano (...) i quadri sufficien- ste obiezioni erano relativamente semplici ed efficaci: in una situazio-
temente preparati a dirigere uno sforzo rivoluzionario. Ma per lo scoppio di un ten-
) tativo insurrezionale mancava un fattore decisivo: la volontà dei capi che avrebbe-
ne di sfacelo, di emergenza, sull'orlo della catastrofe nazionale, col
I ro dovuto dirigerlo" 1. pericolo ancora aperto di una vittoria nazista (anche se l'apertura del
secondo fronte proprio nel '44 allontanava sempre piu questa pro-
Il PCI in una situazione di questo tipo si impegna a fondo, prima nel spettiva), impongono che tutti gli sforzi si concentrino sull'obiettivo
governo Badoglio, poi nei due governi Bonomi (nel secondo rifiutano piu urgente, accantonando per il dopoguerra le altre questioni di as-
invece di entrare i socialisti e azionisti, per dissenso rispetto ai criteri setto istituzionale e anche di definizione dei rapporti tra le classi.
larghissimi con cui veniva impostata l'epurazione, recuperando la
"La classe operaia non è mai stata estranea agli interessi della Nazione. Guardate al
quasi totalità dell'apparato statale fascista! poi, dopo la Liberazione, passato, ricordatevi come agli inizi del Risorgimento nazionale, quando esistevano
nel breve governo Parri, che sembra raccogliere la spinta del ' 'vento soltanto piccoli gruppi di operai distaccati gli uni dagli altri e ancora privi di co-
del Nord" (un maggiore rapporto con il CLNAI e piu in generale con scienza di classe e di una ricca esperienza politica, questi gruppi dettero i combat-
la problematica delle grandi città industriali) e contro cui si scatena tenti phi eroici per le lotte di massa che si svolsero nelle città e nelle campagne per
liberare il paese dal predominio straniero. Operai e artigiani furono il nerbo dei
una campagna isterica da parte di tutte le componenti di destra. Il combattenti delle cinque giornate di Milano... nelle legioni di Garibaldi... dovun-
PCI sarà accusato allora e successivamente di tiepidezza verso il go- que ci si battesse per la libertà e l'indipendenza del Paese. Noi rivendichiamo que-
verno Parri, che indubbiamente non difese troppo. Analogo atteggia- ste tradizioni... La bandiera degli interessi nazionali, che il fascismo ha trascinato
mento ebbe il PSI, che per bocca di Morandi salutò nella crisi e nel nel fango e tradito, noi la raccogliamo e la facciamo nostra...' '2.
nuovo gabinetto De Gasperi, che lo sostitui, un progresso delle sini- Rivendicando questo modello di subordinazione di singoli operai agli
stre. Togliatti esaltò addirittura come una rottura di una tradizione interessi della nascente borghesia italiana, molto efficace su persone
reazionaria e un fatto storico di grande importanza positiva l'avvento educate da decenni di retorica patriottica, Togliatti chiama a confer-
di un cattolico alla presidenza del consiglio. Ma al termine dei tre an- ma della sua proposta anche i grandi maestri del socialismo, di cui as-
ni di fedele collaborazione, lo Stato borghese, che nel 1945 usciva serisce di seguire l'esempio:
frantumato dalla guerra, dalla divisione del Paese in due, dall' esisten-
"Siamo sulla linea della dottrina di Marx ed Engels, i quali mai rinnegarono gli inte-
za di due governi contrapposti e per giunta sottoposti a pesanti condi- ressi della loro nazione, sempre li difesero, tanto contro l'aggressore ed invasore
zionamenti stranieri, dallo scioglimento come neve al sole dell'eserci- straniero, quanto contro i gruppi reazionari che li calpestavano... Siamo nella linea
to dopo 1'8 settembre, dall'esistenza di consistenti embrioni di duali- del grande Lenin, il quale affermava di sentire in sé l'orgoglio del russo... Non vi di-
smo di potere nelle zone partigiane e nelle fabbriche, era stato nel ce nulla il fatto che sia proprio l'Unione Sovietica, il paese del potere proletario e
frattempo ricostruito ed era pronto a riprendere in pieno la sua fun- del socialismo, quello che dà l'esempio a tutti gli uomini liberi del mondo di unirsi
e combattere per salvare la patria ed il mondo intero dalla barbarie hitIeriana?"3.
zione repressiva nei confronti della classe operaia, dei partigiani, di
quegli stessi partiti che pure avevano avuto un ruolo determinante In base a queste considerazioni, per impegnarsi a fondo nella guerra
non solo nella resistenza, ma anche nella restaurazione capitalistica, e di liberazione nazionale e "antitedesca" (spesso la caratterizzazione
che, una volta esaurito il loro compito, venivano gettati via come li- in chiave nazionalistica prevale su quella antifascista), diventa logico
moni spremuti. accantonare ogni preoccupazione di parte ed entrare direttamente nel
governo, per superarne i limiti, lavorando al suo interno:
Le motivazioni della partecipazione al governo "Mentre sembrava all'inizio che si potesse arrivare rapidamente e senza troppe dif-
ficoltà alla creazione di un governo democratico e antifascista di guerra, a poco a
La partecipazione al governo fu decisa non senza l'opposizione di set-
2 Togliatti, rapporto ai quadri della organizzazione comunista napoletana su La politica di unità na.
tori consistenti del partito. Inizialmente la resistenza si concentrò so- zionale dei comunisti, 1114/44, in P. Togliatti Per la salvezza del nostro paese, Einaudi, Torino, 1946, p.
111.
1 G. Mammarella, L'Italia dopo il fascismo: 1943-73, Il Mulino, Bologna, 1974, p. 106. 3 Ibidem, pp. 112-3.
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poco si è venuta creando, in seguito, una scissione, la quale è diventata sempre piu preesistente sono stati assimilati e sono strettamente intrecciati alle
profonda, tra due campi opposti, nell'uno dei quali si trovano i partiti democratici e
liberali, nell'altro il governo attuale con gli elementi che lo sostengono... se si vuole
forme peculiari del capitalismo industriale, per cui diventa velleitario !I,
uscire dalla situazione in cui l'Italia non è in grado di fare uno sforzo di guerra ordi-
cercare di scindere rendita da profitto, profitto monopolistico dal .
nato e serio, bisogna superare questa scissione"4. "giusto profitto capitalistico" e, piii in generale, illudersi di poter al-
learsi con una parte dei capitalisti per colpirne un'altra, la piii poten- I
Oltre al riferimento costante all'URSS (Togliatti ricorda piii volte, in te e moderna.
quello come in tutti i discorsi di quel periodo, di essere appena giunto
da quel grande e invincibile paese), ritorna anche il modello (non del Per questo la formula di "democrazia progressiva" si risolverà in una
tutto felice) della partecipazione dei comunisti al governo di Fronte fumosa teorizzazione, assai piii apparentata alle utopie che al "reali-
Popolare in Spagna senza reclamare posti dirigenti. Anche per il do- smo" cui tanto ci si richiama:
poguerra, Togliatti accenna a un programma non socialista, ma de- "Democrazia progressiva è quella che guarda non verso il passato, ma verso l'avve-
mocratico e progressivo, basato su una Assemblea nazionale costi- nire. Democrazia progressiva è quella che non dà tregua al fascismo, ma distrugge
tuente e sulla libertà per tutti, compresa ogni possibilità di un suo ritorno. Democrazia progressiva sarà quella che distrug-
gerà tutti i residui feudali e risolverà il problema agrario... toglierà ai gruppi pluto-
"la libertà della piccola e media proprietà di svilupparsi senza essere schiacciata dai cratici ogni possibilità di tornare ancora una volta a concentrare nelle loro mani le
gruppi avidi ed egoisti della plutocrazia5" .Questa nuova democrazia dovrà mettere risorse del paese, a prendere nelle mani il governo... liquiderà l'arretratezza econo-
fuori legge ogni residuo di fascismo e dovrà inoltre prendere delle misure per estir- mica e politica del Mezzogiorno... Democrazia progressiva è quella che organizzerà
pare le radici da cui sorse il fascismo nel passato e da cui potrebbe risorgere in futu- un governo del popolo e per il popolo e nella quale tutte le forze sane del paese
ro"6. avranno il loro posto, potranno affermarsi ed avanzare verso il soddisfacimento
delle loro aspirazioni"s.
Le misure concrete saranno una riforma agraria che distrugga i "resi-
dui feudali" e imprecisate misure per mettere "nell'impossibilità di In ogni caso, per giustificare la collaborazione di classe piii o meno
nuocere... i gruppi plutocratici, i quali sono i responsabili della in- mascherata dietro queste formulazioni equivoche e vaghe, Togliatti
staurazione in Italia del regime fascista e gli autori diretti della cata-
strofe nazionale odierna"7. .
scomoda persino uno scritto di Lenin del 1905, fingendo di ignorare
che l'opuscolo "Due tattiche della socialdemocrazia" alludeva ad
(
un'alleanza con la democrazia rivoluzionaria identificata sostanzial-))
È evidente l'ambiguità e contraddittorietà di queste formulazioni: è
mente con i contadini, escludendo esplicitamente l'alleanza con la:'
impossibile" estirpare le radici del fascismo", se intanto si è deciso di
collaborare con i partiti e le forze capitalistiche, a patto che si siano borghesia liberale anche se antizarista9. \
date una riverniciatura antifascista (cosa che non mancheranno di fa- Il compito di dare un minimo di riverniciatura "ortodossa" a questa
re praticamente tutti i massimi responsabili dell'avvento del fasci- decisione che sembrava tanto simile al collaborazionismo del vecchio
smo, ottenendo dalle componenti borghesi e conservatrici della Resi- riformismo fu assunto da Mauro Scoccimarro, uno dei piiiprestigiosi
stenza attestati che permetteranno a tutti i capitalisti di "riciclarsi", dirigenti della vecchia guardia l0.
sfuggendo a commissioni di epurazione e a ogni inchiesta sui profitti
di regime!. E come distinguere e saparare i "plutocrati" dal resto del- La "prospettiva greca"
la classe capitalistica? Come dare concretezza alla distinzione tra "ca- In ultima analisi, a vincere le resistenze a giustificare la partecipazio-
pitalisti democratici" o anche "onesti" e quelli "egoisti" e "reaziona-
ne del partito a governi di coalizione con forze conservatrici sotto la
ri"? In realtà la mistificazione principale sta già nell'attribuire alla ri-
voluzione italiana compiti democratici, di superamento di residui 8 Discorso al teatro Brancaccio in Roma, in Togliatti, "Per la salvezza del nostro paese", cil. pp. 191-
I feudali, di sacche di arretratezza, dimenticando che ormai, una volta 192.
9 A proposito delle deformazioni e revisioni teoriche di quel periodo, un' esposizione ampia e docu.
\ superata la fase ascendente del .capitalismo, i residui della società mentata è contenuta nei primi capitoli del volume di Livio Maitan, PCl 1945.1969, stanilismo e op.
portunismo, Savelli, Roma, 1969, che rimane ancor oggi l'analisi piu rigorosa e puntuale da un punto
4 lbidem, p. 120. di vista marxista rivoluzionario.
5 lbidem, p. 133. lO Mauro Scoccimarro, Nuova democrazia, Editori Riuniti, Roma, 1958. Si veda, ad esempio, Una
6 lbidem, p. 134. discussione sulla politica di Unità nazionale, risposta a critiche di sinistra emerse nel V congresso del.
7 lhidem. p. 134. le federazione milanese nell'ottobre 1945, pp. 63.80.
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loro egemonia sarà determinante un riferimento al contesto interna- vecchio ordine conservatoreI3. Comunque, è fuori dubbio che
zionale/ sia pure con argomentazioni abbastanza distorte e deformate l'esempio greco fu usato larghissimamente e in chiave ricattatoria da
dal rifiuto del PCI di ammettere una spartizione del mondo in sfere di tutti gli esponimenti del PCI e del PSI, e fu presente anche in altre
influenza (anche se pare che Togliatti vi facesse riferimento in con- componenti della resistenza, soprattutto nel dicembre '44, quando i
versazioni con De Gasperi, sostenendo peraltro che, in base agli ac- rappresentanti del CLNAI firmarono l'atto politico piu importante e
cordi di Yalta il PCI avrebbe avuto diritto ad entrare sia pure in modo gravido di .conseguenze: i Protocolli di Roma, in cui senza ottenere
subordinato in ogni governo italiano. De Gasperi se ne lamentò con nessun riconoscimento per sé di funzioni di governo, il CLNAI accet-
l/ambasciatore americano James Dunn, ottenendo nel febbraio 194,7 tò di cedere ogni autorità precedentemente assunta al governo milita-
una documentazione su quegli accordi che lo tranquillizzò sulla possi- re alleato; la sottomissione arriva a prevedere dettagliatamente che
bilità di escludere i comunisti dal governo I I. "tutti i partigiani passeranno nel territorio liberato alle dipendenze dirette del co-
mandante alleato, ed eseguiranno qualsiasi ordine dato da lui o dal governo milita-
L/argomento principale che sarà usato per far comprendere alla base re alleato in suo nome, compresi gli ordini di scioglimento e di consegna delle armi,
irrequieta la "necessità di scartare, anzi attivamente impedire, la tra- quando ciò fosse richiesto" 14.
sformazione della rivoluzione antifascista in rivoluzione socialista e
Nel dibattito violento nel CLNAI dopo quell/accordo, contro i firma-
mantenere invece la prospettiva di una repubblica democratica par-
lamentare" 12,sarà la "prospettiva greca". Già dall/ottobre 1944, su- tari (che furono Parri, Pajetta, Edgardo Sogno e Alfredo Pizzoni) piu
volte verrà evocato, piu o meno direttamente, lo spauracchio della
bito dopo la liberazione di Atene da parte dei partigiani dell/ELAS, le
GreciaI5. Sarà una argomentazione costante: ad esempio 1/8 settem-
truppe inglesi sopraggiunte, con esplicita carta bianca da Stalin, han-
bre 1947/ in un discorso a Bologna, Pietro Nenni si giustificherà di-
no cominciato una repressione sistematica che culmina nel massacro cendo:
del 3 e 4 dicembre (con centinaia di manifestanti inermi massacrati
dalle truppe "alleate"). In realtà, come è stato documentato ampia- "sin dal 25 aprile 1945 avremmo potuto dire ai partigiani: avete liberato il paese e
ora liberate il popolo; ma non l'abbiamo detto ed è stato bene, perché ci saremmo
mente/ la massima responsabilità per la tragica sconfitta greca non trovati dinanzi alla tragica prospettiva greca"I6.
era certo da attribuire a orientamenti estremisti del PC greco (ci sa-
ranno/ ma molto piu tardi, a sconfitta già avvenuta, con una insurre- Inutile dire che si sorvolava tranquillamente sull' esempio della Jugo-
zione tardiva che avviene dopo che già il grosso del movimento parti- slavia, in cui il movimento partigiano aveva rifiutato fin dall/inizio le
giano è stato disarmato e paralizzato da una subordinazione politica imposizioni di Stalin, e aveva sviluppato durante tutta la resistenza
al restaurato governo monarchico, in cui compaiono persino ex colla- antinazista iniziative anticapitalistiche che avevano reso indissolubili
borazionisti dei nazisti). Il gruppo dirigente del PC greco si trovò ad i due processi, la liberazione del fascismo e la rivoluzione socialista,
applicare la politica di collaborazione di classe imposta da Stalin, con rendendo vani tutti gli accordi tra Churchill e Stalin, che nell'ottobre
una classe borghese che non era disposta ad accettarla neppure per 1944 a Mosca con un segno di penna avevano previsto per quel paese
un mese e che anelava solo all'immediata distruzione di ogni movi- un 50% di influenza britannica e un 50% di influenza russa l7.
mento di sinistra, per cui buona parte dei "partigiani" monarchici La scorrettezza nell'utilizzazione dell/esperienza greca come deter-
non aveva esitato già durante la guerra a realizzare accordi con i nazi- rente per scoraggiare qualsiasi ipotesi diversa dalla collaborazione di
fascisti.
13 Vedi André Kedros, Storiadella resistenzagreca, Marsilio Editore, Padova 1967,pp. 505-541.
14 In "Il movimento di liberazione in ltalia", anno 1 , n. l, Luglio 1949.
Da questa contraddizione nacquero le molte incertezze, le esitazioni, 15 Vedi Paolo Spriano, Storia del Partito comunista italiano, voI. 5°, Einaudi, Torino 1975, pp. 420-
i cedimenti successivi, e a volte i sussulti di protesta, a rimorchio del- 450.
16 "Avanti", Milano, 9 settembre 1947.
le esplosioni di indignazione popolare per la brutale restaurazione del
17 Sul noto episodio, che concretizzò brutalmente quello che poi comunemente si chiamò "lo spiri.
to di Yalta", anche se per l'esattezza la conferenza di Yalta si svolse solo nel febbraio 1945, vedi Er.
Il L'episodio è riportato nella copiosa documentazione tratta dagli archivi segreti americani in Ro- nesto Ragionierinell'introduzione al volume Da Teherana Yalta,I verbalidelleconferenzein cui si de-
berlo Faenza e Marco Fini, Gli americani in ltalia, Feltrinelli, Milano, 1977, p. 181. ciserole sorti del mondo, Editori Riuniti, 1965,edizionefuori commercioper gli abbonatia Rinascita,
12 Sono parole di uno storico comunista, G. Manacorda, Il socialismo nella storia d'Italia, Laterza, p. XXXIV,e, naturalmente, Churchill, La secondaguerra mondiale,parte VI,voI. I, (L'ondadella vit-
Bari, 1966, p. 741. \
toria) Mondadori, Milano 1953,p. 257.
I
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tuazione di emergenza, e non per soddisfare solo i propri interessi di classe, ma per
classe con la borghesia, naturalmente, sta non solo nella deformazio- rispondere alle esigenze generali della Nazione... Il posto dei padroni assenti fu pre-
ne di quella che fu realmente la lezione della Grecia e nella reticenza so dai commissari designati dai CLN. Accanto ad essi, rappresentanti della proprie-
nell'esaminare l'opposta esperienza jugoslava, ma piu in generale tà, i Consigli di Gestione rappresentavano le maestranze nella gestione degli im-
nell'ignorare la grave difficoltà che avrebbero avuto nel 1945 Stati pianti... I proprietari avevano preferito abbandonare operai e tecnici di fronte alle
difficoltà del momento, col piano preciso di dimostrare la loro incapacità nella ge-
Uniti e Gran Bretagna ad affrontare la repressione simultanea di pro- stione... Lo sforzo compiuto dai CLN fu invece quello di arrivare a un ritorno dei
cessi rivoluzionari avviati in paesi come la Francia, il Belgio, l'Italia, padroni nelle fabbriche, ma ad un ritorno democratico, "controllato" dai nuovi or-
la stessa Spagna (in cui una nuova generazione rivoluzionaria atten- gani della classe operaia, perché vi assumessero le loro responsabilità, reinvestisse-
deva come logica conseguenza della sconfitta nazista aiuti per spazza- ro nelle aziende i capitali distorti e nascosti, e accettassero il controllo dei consigli
re via il franchismo), anche tenendo conto dei movimenti tendenti ad di gestione" 18.
anticipare il rientro in patria che portarono a clamorose manifestazio- Nella stessa relazione (e d'altra parte in moltissimi altri documenti uf-
ni di protesta delle truppe americane in Europa. ficiali) si precisa naturalmente che il compito dei Consigli di Gestione
Queste argomentazioni acquisteranno un peso maggiore nei dibattiti era solo consultivo (ed erano d'altra parte paritetici, formati cioè a
interni durante il biennio di collaborazione di governo, ogni volta che metà di rappresentanti dei "lavoratori", compresi ingegneri e diri-
la burocrazia del PCI o del PSI avrà difficoltà a difendere caso per ca- genti democratici, per metà di rappresentanti diretti del capitale), e si
so il proprio operato, quando gli atti concreti di governo indicheran- esclude un controllo operaio in nome di un "controllo democratico"
no che ovviamente la "politica dei due tempi" aveva un carattere del o "controllo nazionale", ecc. Quel che non dice Amendola è che i pa-
tutto mistificante; già nel corso della lotta antifascista si gettavano le droni, fuggiti per paura di essere messi al muro per le loro complicità
basi concrete del nuovo Stato dal momento che il compito della rico- nel fascismo, nella guerra, nella collaborazione con i nazisti, una vol-
struzione si rivelava strada facendo tutt'altro che "neutro" e che quella ta invitati a tornare per "assumersi le loro responsabilità", ripresero
che veniva chiamata "ricostruzione naziònale" era chiaramente la ri- presto il loro ruolo tradizionale, licenziando appena possibile proprio
costruzione del sistema capitalistico, del suo apparato statale, del suo quegli operai che avevano avuto un ruolo determinante nella stessa
meccanismo di accumulazione, che portava ben lontano da quelle salvaguardia degli impianti dalle distruzioni dei nazisti in ritirata.
"magnifiche sorti e progressive" tratteggiate nella descrizione della Abbiamo citato Amendola per la sua autorevolezza e per il carattere
futura Bengodi della "nuova democrazia". di panoramica retrospettiva di quella sua relazione sui rapporti tra
Cercheremo di ricostruire nei suoi concreti passaggi questo processo, classe operaia e capitale durante la resistenza. Ma non si creda che sia
partendo proprio dalla restaurazione capitalistica nelle fabbriche del una voce isolata. Era la linea ufficiale di allora, documentata in infini-
Nord. ti articoli de l'Unità e di altri organi, in opuscoli, ecc. Ad esempio lo
stesso argomento era avanzato nella relazione del presidente (comu-
La restaurazione dell'ordine nelle fabbriche nista) del CLN lombardo, Emilio Sereni, in un'assemblea dei membri
dei Consigli di Gestione al teatro Odeon di Milano il 16 settembre
Giorgio Amendola, che ha sempre avuto il merito di esprimere con 1945:
brutale franchezza quanto altri dirigenti avvolgevano in nebbie fumo- "Sarebbe troppo comodo per le vecchie classi dirigenti che hanno portato l'Italia al-
se, descrisse nel 1962, in una relazione al convegno dell'Istituto la catastrofe poter dire ai lavoratori: ora arrangiatevi da soli... I lavoratori non sono
Gramsd sulle "tendenze del capitalismo italiano" il ruolo egemone caduti nel tranello, hanno saputo esigere che i rappresentanti della proprietà pren-
del PCI nei CLN di fabbrica con queste parole: dessero la loro parte di responsabilità nel ricostruire" 19.
"Nelle giornate insurrezionali i padroni, gli industriali collaborazionisti, e anche Nonostante l'inesperienza della maggior parte degli operai, che parte-
molti altri che avevano colpe minori sulla coscienza, avevano abbandonato i loro
posti. Gli operai, i tecnici, gli impiegati, raccolti intorno ai Comitati di Liberazione
cipavano per la prima volta alla vita politica dopo vent'anni di fasci-
nazionale di azienda, avevano assunto la direzione degli stabilimenti, non per in- smo, non mancarono dubbi che non fosse esattamente questo il J'tra-
staurare un regime di classe con l'eliminazione dei proprietari, ma per assicurarne
la gestione nell'interesse della collettività nazionale... La diserzione dei padroni po- 18 G. Amendola, Lotta di classe e sviluppo economico, Editori Riuniti, Roma, 1962, pp. 30-32.
19 Citato da G. Galli, Storia del PCl, Schwarz, Milano, 1958, p. 236.
neva alla classe operaia il compito di dirigere la ripresa produttiva, in una tragica si-
19
18
nello" teso dai padroni. L'Unità di quel periodo era piena di denunce pi di crisi ed invitarle cosi alla maggiore disciplina e senso di respon-
contro "provocatori trotskisti" che "incitavano all'odio" tra le com- sabilità"22.
ponenti dello schieramento nazionale e di episodi in cui risultava che In seguito ad un'ispezione alla Magneti Marelli di un rappresentante
silenziosamente, dovunque possibile, comparivano formazioni clan- del CLN lombardo, verrà cosi criticato "l'atteggiamento irresponsabi-
destine che non deponevano le armi e provvedevano a liquidare le e demagogico di alcuni compagni che affiggono manifesti e critica-
esponenti fascisti rimessi troppo presto in circolazione e soprattutto no l'andamento dei rappresentanti del CLN23. Pili in generale il CLN
padroni e dirigenti (anche se in certe zone, soprattutto nelle campa- lombardo in una circolare ai CLN aziendali precisa che:
gne emiliane, l'odio di classe esplodeva in forma pili ingenua con la "I CLNA devono fare ad ogni costo all'interno dell'azienda gli interessi del governo
ripulitura silenziosa anche di sostenitori marginalissimi del vecchio e della nazione, allo scopo superiore della ricostruzione. Non fanno, e non devono
regime, come marescialli dei carabinieri, parroci, ecc. che finivano a fare gli interessi particolaristici dei lavoratori di quella tale azienda. Su tutti i pro-
«concimare qualche pioppo»!. blemi il CLN deve sempre assumere un atteggiamento di organo dal governo e di
Ma nell'insieme l'operazione riusci, anche attraverso pressioni diret- giustizia nazionale, non di organo di classe e di demagogia... Se in qualche momen-
to il CLN si trova a dover assumere atteggiamenti e prendere iniziative contrarie
te dei massimi dirigenti, circondati dall'aureola prestigiosa di anni di agli apparenti immediati interessi delle maestranze, deve avere il coraggio di farlo.
esilio e dall'avallo di Stalin. Togliatti, Roveda, Di Vittorio intervengo- Esso non si deve preoccupare di perdere la propria popolarità, anche prendendo
no personalmente a Torino per arginare "l'operaismo" della locale decisioni per cosi dire impopolari,,24.
federazione comunista e far applicare concretamente la linea nazio- Ma i Consigli di Gestione, pur privati per legge di qualsiasi potere de-
nale. Togliatti ad esempio critica i criteri con cui gli operai hanno te- cisionale autonomo e finalizzati esplicitamente a "migliorare la pro-
nuto lontano dalla fabbrica ben "1200 esperti" soltanto perché "invi- duzione secondo uno spirito veramente nazionale"25 ed anzi a per-
si alle masse"20.
mettere' 'una piena e cosciente collaborazione tra i due grandi fattori
Nel giro di pochi mesi una pressione sistematica dei dirigenti del par-
della produzione"26, continuano ad assumere in molti casi una fun-
tito fa rientrare in fabbrica la quasi totalità degli epurati: dal presi- zione di controllo operaio in chiave tutt'altro che collaborazionista,
dente Valletta (che insieme a Giovanni Agnelli, senatore del Regno, e suscitando quindi perplessità e proteste dei padroni: anche per que-
a Giancarlo Camerana era stato inizialmente allontanato per collabo- sto il PCI si impegna a modificare la composizione dei Consigli, inse-
razione attiva al regime fascista, la costituzione di una milizia fascista rendo forzatamente elementi conservatori. Quando alla Mirafiori
interna, l'assunzione a cariche di dirigenti di noti criminali fascisti! ai
vengono eletti 6 comunisti su 7 membri del CdG, essi vengono fatti
numerosi capi e capetti allontanati dagli operai come' 'indesiderabili" dimettere per decisione del partito, che propone nuove elezioni in cui
per la loro collaborazione all'intensificazione dello sfruttamento per verranno eletti separatamente i rappresentanti operai e quelli impie-
la produzione bellica21.
gatizi, in modo da garantire 3 impiegati e 4 operai. In una relazione
Uno dei problemi cruciali, a Torino come a Milano e in tutte le zone tenuta dal segretario della federazione provinciale all' assemblea dei
industriali, era la cancellazione delle misure prese spontaneamente comunisti della FIAT, si propone di concordare le liste in modo che
dagli operai insorti, che andavano dalla cacciata dei capi alla soppres- siano eletti 2 comunisti, 2 socialisti 1 democristiano, 1 rappresentante
sione del cottimo e di ogni altra forma di incentivazione. A Milano, del Partito d'Azione e un apolitico, per evitare che una maggioranza
per esempio, il commissario alla Magneti Marelli, ingegner Brasca, di comunisti induca gli avversari a "dimostrare che non siamo capaci
chiede aiuto al presidente comunista del CLN Sereni, perché si rechi e osteggiare le nostre iniziative"27. Cosi si cerca di limitare al massi-
in fabbrica "a tenere una conferenza alle maestranze illuminandole mo ogni assunzione diretta di responsabilità da parte della classe ope-
sui problemi ed i pericoli che incombono sulla nazione in questi tem-
22 ArchiviCLN,citoin Rugafiori,Vento,Levi, Il triangolo industrialetra ricostruzionee lotta di classe,
20 Discorso di Togliatti al congresso provinciale di Torino del 3 novembre' 45, citato da L. Lanzar- 1945-48, Feltrinelli, Milano, 1974, p. 129.
do, Classe operaia e partito comunista alla FIAT - 1945-49, Einaudi, Torino, 1971, p. 102. 23 Ibidem.
21 Sul bilancio complessivo dell'epurazione, vedi la comunicazione di Marcello Flores al convegno 24 Il triangolo industriale, cito p. 131.
int"rnnzionale di Firenze del 26.28 marzo 1976, ora in L'Italia dalla liberazione alla repubblica, atti 25 L'Unità, ed. torinese, 30/101'46.
di'i convegno organizzato dall'Istituto per la storia del movimento di liberazione in Italia, Feltrinel. 26 Nuova Stampa, 17/10/'46.
li, Milnno. 1977, pp. 413/467. 27 Lanzardo, op. cit., p, 242.
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raia e dei suoi settori piu coscienti, inventandosi rappresentanti DC o "A questa CdL risulta che da qualche elemento non ancora identificato vengono
apolitici con cui mediare le decisioni.
promossi qua e là scioperi assolutamente inconsulti. Mentre si richiama l'attenzio-
L'indottrinamento delle nuove leve del partito viene condotto con si- ne delle masse operaie e in modo particolare delle commissioni interne sull'errore
gravissimo di eccedere in queste manifestazioni, si dichiara senz'altro che non sa-
stematicità utilizzando come modello il famoso Stachanov, perforato- ranno riconosciuti i movimenti e le agitazioni che non abbiano avuto il preventivo
re delle miniere di carbone del Donec, esaltato per aver aumentato di
5 o 6 volte la produttività del lavoro col cottimo. La sua figura di per
sé non poco discutibile - è presentata sistematicamente in chiave
_ benestare da parte della segreteria generale della CdL. Si invitano formalmente i
componenti delle C.I. a voler denunciare senza riguardo i promotori di queste agi-
tazioni che - dato il particolare momento che attraversa il Paese - devono essere
eroica sulla stampa comunista, ignorando tranquillamente il proble- considerati alla stregua di provocatori e, come tali, duramente colpiti"29.
ma di chi si impossessa dei risultati di ogni aumento di produttività in Il segretario della Camera del Lavoro, Alberganti (che ha successiva-
un paese capitalistico.
mente rotto col PCI divenendo negli anni Settanta dirigente del MLS),
Riassumendo le conclusioni del convegno economico del PCI, il 28 d'altra parte aveva denunciato la "tendenza alla scioperomania come
agosto '45, l'Unità scrive che il compito fondamentale è "innanzitutto costume che distruggerebbe ogni possibilità di ripresa economica 30,
fare appello agli operai, affinché aumentino il rendimento, e in se- mentre un altro dei segretari comunisti della CdL, G. Nicola, parlan-
condo luogo di imporre alle classi possidenti il pagamento delle impo- do agli scioperanti che agli inizi del '46 sono scesi in piazza per chie-
ste". Come ognuno ha potuto verificare, il primo compito è stato as- dere un'indennità invernale di 3.000 lire e il pagamento delle ferie
solto subito, il secondo... non ancora!
non godute nel' 45 sono andati in corteo alla CdL, li invita a tornare al
Sui giornali comunisti si esalta l'attaccamento al lavoro degli operai: lavoro perché "scioperare adesso significherebbe gettare le basi per
ad esempio su Voce Comunista del 5/10/'46 (organo della federazione una nuova crisi governativa"31.
milanese del PCI) un servizio sull' Alfa Romeo afferma Altre manifestazioni, soprattutto dei numerosissimi disoccupati e in
"1'Alfa, dicono gli operai con legittimo orgoglio, non è un porto di mare, all'Alfa ci particolare di quelli che - reduci dalla guerra e dalla resistenza - si
si attacca e ci si affeziona, vi si impara il mestiere in modo imbattibile, si diventa sentono due volte truffati restando senza lavoro in una società in cui
partecipe del nome che essa gode".
si incominciano a scorgere le tracce della riorganizzazione della vec-
Analoghe esaltazioni ci sono per la Pirelli, dove la CdL si impegna a chia classe dominante (che rientra dopo la grande paura dell'insurre-
fondo per far reintrodurre il cottimo, rifiutato dagli operai dalla Libe- zione antifascista e del permanere di operai in armi), assumono un
razione, e arriva a istituire una propria scuola per cottimisti. carattere violentissimo. Il 4 gennaio del '46 un corteo di reduci, dopo
Nel bilancio che Giancarlo Pajetta tira nel settembre '46 alla confe- aver imposto alla radio la lettura di un comunicato, arriva in piazza
Duomo e se la prende con le vetrine dei caffé e dei negozi di lusso che
renza provinciale milanese, afferma con parole attualissime: "il par- hanno riaperto i battenti: per disperdere la folla i carabinieri inter-
tito ha offerto quest'anno non una politica demagogica ai lavoratori,
ma una politica di sacrificio e dì lavoro"28. vengono a bordo di autoblinde. L'Unità commenta in questo modo:
"Le manifestazioni incomposte, i tumulti improvvisati, gli atti di violenza contro
La repressione dell'opposizione operaia privati, la cui azione è estranea o ai margini dei problemi in discussione, non posso-
no produrre utili frutti a chi onestamente, in tutta coscienza, vuoI fare valere i suoi
Nonostante l'inesperienza di gran parte delle nuove generazioni ope- fondati diritti. L'esperienza di un secolo di battaglie della classe operaia ci insegna
raie,PCI.
non tutti accettarono la politica "di sacrifici e di lavoro" offerta che la lotta deve essere organizzata, che le masse che protestano devono avere dei
dal capi democratici in cui hanno riposto la loro fiducia, devono essere disciplinate alle
direttive di questi capi"32.
Un comunicato della Camera del Lavoro di Milano, ad esempio, pub-
blicato da l'Unità sotto il titolo "Denunciare i provocatori di manife- Nell'estate le manifestazioni dei disoccupati si ripeteranno piu vio-
stazioni inconsulte", rivela una realtà tutt' altro che immobile e sotto lente, dopo la verifica che i padroni non hanno mantenuto la promes-
controllo:
29 L'Unità, 6/9/'45.
28 Voce comunista, 26/10/'46. 30 L'Unità, 12/8/'45.
31 L'Unità, 3/11'46.
32 L'Unità, 5/1/'46.
22
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sa fatta in gennaio di assumere 10.000 reduci in tutte le aziende mila- munista. Togliatti telegrafa immediatamente, in veste di Ministro di
nesi superiori alle 200 unità e mentre si verificano gli effetti deva- Grazia e Giustizia: "Apprendo arbitraria destituzione direttore carce-
stanti dell'accordo siglato il 18 gennaio '46 tra CGIL e Confindustria re e sua sostituzione con funzionario non competente. lnvitola imme-
sullo sblocco dei licenziamenti. Un corteo si scontra con la polizia in diatamente a revocare provvedimento"35.
piazza Duomo, invade la RAI in corso Sempione, e fa leggere un co- Successivamente una nuova rivolta scoppia nel marzo' 46 in seguito
municato che preannuncia ulteriori e piu violente forme di lotta. La all'uccisione di un detenuto da parte di una guardia che lo ha visto far
CdL sconfessa la manifestazione avallando la versione della polizia, segni ad una persona sulla strada. La rivolta ha un carattere chiara-
dichiarando che:
mente antifascista; i detenuti appena usciti dalle celle pestano dura-
"coloro che provocarono incidenti nella manifestazione jnon concordata con la se- mente Vito Mussolini e il noto repubblichino Basile. La polizia inter-
greteria cameralel non erano lavoratori disoccupati, ma furono riconosciuti come v:ene uccidendo altri due carcerati, il che non impedisce a ['Unità di
clienti abituali dei diversi commissariati e di S. Vittore"33.
eJogiare "Il chiaro senso di responsabilità degli agenti che ha evitato
che gli scontri diventassero tragici"36.
Lo stesso Togliatti, che è ministro della Giustizia nel governo Pani e
nel primo governo De Gasperi, invia severe disposizioni alla magi- In aprile la rivolta si ripete per ben 4 giorni, con rivendicazioni ele-
stratura perché "faccia rispettare la legge e la proprietà". Giorgio mentari (celerità di giudizio, restituzione dei depositi confiscati per
Bocca riporta una delle circolari di Togliatti ai procuratori generali indennizzo dei danni provocati nella rivolta del mese precedente, in-
del Regno: dulgenza per i giovani incensurati); i tre membri comunisti milanesi
d~lla Consulta nazionale che funge da parlamento provvisorio Inon è
"Non sarà sfuggito all'attenzione delle SS.LL.ILL.me che, specie in questi ultimi a:1cora stata eletta l'Assemblea costituente), Pajetta, Montagnani e
tempi. si sono verificate in molte province manifestazioni di protesta da parte di di-
soccupati, culminanti in gravissimi episodi di devastazione e di saccheggio a danno
Alberganti, si rivolgono al ministero dell'Interno e a Palmiro Togliatti
di uffici pubblici nonché di violenze contro i funzionari. Pertanto questo ministero, con questo calunniatorio telegramma:
pienamente convinto della necessità che l'energica azione intrapresa dalla polizia "La rivolta nel carcere di S. Vitto re è una nuova prova della riorganizzazione delle
per il mantenimento dell'ordine pubblico debba essere validamente affiancata e ap- forze fasciste e una seria minaccia per l'ordine democratico della nostra provincia.
poggiata dall'autorità giudiziaria, si rivolge alle SS.LL. invitandole a voler impartire Chiediamo l'immediato intervento del governo per accertare le responsabilità e col-
ai dipendenti uffici le opportune direttive affinché contro le persone denunciate si pire la complicità e le ingiustificabili tolleranze".
proceda con la massima sollecitudine e con estremo rigore. Le istruttorie e i relativi
giudizi devono essere espletati con assoluta urgenza onde assicurare una pronta ed In realtà i rivoltosi non sono affatto fascisti, tanto è vero che hanno
esemplare repressione,,34. c:1iesto come interlocutore il segretario dell' ANPI milanese, il co-
Anche nei confronti delle proteste delle carceri, in cui la crisi sociale mandante partigiano Giovanni Pesce, comunista, con cui avevano
c~rcato di concordare la resa in cambio della promessa che non ci sa-
acutissima ammucchia migliaia di sbandati, di disoccupati che hanno
r~bbero state rappresaglie, della sostituzione del direttore, Tonini, e
tentato di arrangiarsi in qualche modo per sfamarsi, di giovani ex par- rella concessione della libertà provvisoria per i piu giovani e incensu-
tigiani che hanno creduto di poter continuare individualmente o in nti. Ma Pesce viene di fatto sconfessato dalla federazione comunista
piccoli gruppi la loro lotta, il PCI è di una durezza sorprendente, a eda un duro comunicato del CLN lombardo che dichiara "non si de-
senso unico. Le preoccupazioni di dimostrare ai borghesi che il PCI \e assolutamente scendere a patti con i detenuti, perché questo signi-
non turba l'ordine, ma ne è il piu zelante tutore, porta a decisioni in-
fcherebbe sminuire il prestigio delle autorità democratiche"37. D'al-
credibili. Durante una prima sommossa di S. Vittore, nell'agosto del ta parte, sulla stessa Unità, pochi mesi prima 126/8/'45) si era potuto
'45, Riccardo Lombardi, che è allora il prefetto di Milano nominato
hggere un commento al dilagare delle rapine a danno dei ricchi e dei
dal CLN (appartiene al Partito d'Azionel si reca nel carcere a discute-
tenestanti, che proponeva l'applicazione della pena di morte per i ra-
re con gli insorti, accoglie le loro richieste, che si coneretizzano nella
pnatori!
sostituzione del direttore incapace e autoritario con un partigiano eo-
:5 Da una testimonianza di R. Lombardi. in Bocca. op. cit., p. 453.
33 Battaglie del lavoro, in "Il triangolo industriale", cit., p. 171,25/7/'46. :t) L'Unità, 16/3/'46.
34 G. Bocca, Palmiro Togliatti, Laterza, Bari, 1973, p. 452. ~7 L'Unità, 24/4/'46.
24 25
Intanto le carceri si sono svuotate rapidamente dei fascisti, liberati richiamo a ritornare all'adozione delle vecchie forme di lotta partigiana, da qualun-
grazie alla benevolenza della magistratura (rimasta compattamente que parte esso provenga, quale che sia l'animo con cui si accoglie, non può non co-
stituire di fatto un attentato alla libertà e alla democrazia" 39.
fascistizzante, per la morbidezza delle commissioni di epurazionel e
poi in seguito con una amnistia, promulgata dal solito Togliatti in ve- Il grosso degli incerti finisce per indietreggiare (o è troppo confuso
ste di ministro Guardasigilli, e formulata in modo da lasciare uscire per formulare un'alternativa organica), qualche altro tenta di organiz-
tutti: l'unica esclusione è per chi si è reso colpevole di "sevizie parti- zarsi ugualmente "alla vecchia maniera partigiana" e finisce in gale-
colarmente efferate" (in origine il testo parlava genericamente di "se- ra, bollato per giunta come "trotskista" e naturalmente come ex spia
vizie", ma la precisazione ulteriore servi a far uscire anche i peggiori dell'OVRA... Il nuovo ordine che si sta costruendo assomiglia tre-
aguzzini di Salò, tranne qualche caso al limite della patologia psichia- mendamente a quello vecchio!
trica... I.
L'inquietudine dei partigiani, nel primo anno dopo la liberazione si
Le stesse carceri si riempiono rapidamente di partigiani e di dissidenti. manifestò prevalentemente come rifiuto di consegnare le armi, nono-
Non piu solo quelli che vivacchiano di espedienti, per difficoltà di stante le pressioni dei dirigenti e le parate al termine delle quali i par-
riadattamento, ma anche giovani che cercano di sviluppare con mag- giani avrebbero dovuto consegnare le armi40.
gior o minore coerenza un'iniziativa che riprenda la battaglia inter-
rotta. Successivamente, soprattutto nell'agosto del '46, si moltiplicheranno
i casi di ritorno in montagna, documentati da Piscitelli, e, per il Pie-
Il caso piu clamoroso e impressionante è quello dei sette giovani par- monte, da Liliana Lanzard041.
tigiani di Schio che nel luglio '45, appresa la notizia che un gruppo di
fascisti stanno per essere liberati, entrano nel carcere mandamentale
La politica economica dei governi di unità nazionale
della cittadina veneta e fucilano 51 fascisti; l'Unità denuncia subito la
"provocazione trotskista" (anche se poi i sette risulteranno tutti La responsabilità del PCI nella politica economica dei governi di uni-
iscritti al PCI e con valoroso passato di partigiani combattenti nella tà nazionale non fu marginale: uno dei massimi esponenti del partito,
brigata Garibaldi "martiri di VaI Leogra"l. L'Unità chiederà pene se- Scoccimarro, mantenne tra l'altro l'incarico di ministro delle Finanze
verissime, anche se quando la sentenza della corte alleata condanne- per un anno cruciale, dal gennaio '46 al gennaio '47. Altri comunisti
rà a morte Renzo Franceschini, Valentino Bortolosso e Antonio Fo- ebbero, per periodi piu o meno lunghi, incarichi di ministri o sotto-
cassato, e all'ergastolo altri due compagni partigiani, ci sarà in tutto il segretari in dicasteri economici (Agricoltura, Assistenza post-bellica,
Nord un moto enorme di protesta che costringerà l'Unità a criticare la Posta, Marina mercantile, Trasporti, Commercio estero). Nella Rela-
sentenza nell'edizione milanese (mentre l'edizione romana manterrà zione sull'attività del PCI dal V al VI Congresso, presentata dal CC
un tono di compiacimento per il "ripristino dell'ordine", anche se uscente al VI Congresso (voiumetto fuori commercio, riservato ai de-
con perplessità sull'entità della penaj38. lega li), si esalta l'opera di Scoccimarro e in particolare le misure di fi-
nanza straordinaria che avevano:
Pochi giorni prima della sentenza, d'altra parte, di fronte all'inquietu-
dine del partito, ha dovuto prendere la parola Luigi Longo, affrontan- "come obiettivo di avviare il risanamento finanziario e la ricostruzione, evitando
che il costo dell'uno e dell'altra oberasse i larghi strati popolari ed invece colpisse i
do di petto la crisi che serpeggia tra gli ex-partigiani:
ceti piu facoltosi e soprattutto coloro che hanno, piu o meno, approfittato del regi-
"In molti bravi combattenti della guerra di liberazione nazionale c'è malessere e in- me e della guerra. Le misure di finanza straordinaria sono state: il progetto di impo-
certezza sulla via da seguire. Le cose non vanno come dovrebbero andare: non si sta straordinaria progressiva sul patrimonio, l'avocazione dei profitti di regime, di
epura, non si democratizza, non si ricostruisce. Alcuni pensano che si può porre ri- guerra e di speculazione; l'imposta -
a favore dei Comuni -
sulle spese di lusso.
medio facendo da sé, alla vecchia maniera partigiana. Altri esitano o si scoraggiano Questi provvedimenti si inquadravano in un piano finanziario, imperniato sul caro-
o abbandonano la partita. Errore gravissimo. Oggi non si tratta piu di ribellarsi con-
tro un regime, ma di costruire il nuovo ordine che le battaglie e le vittorie di ieri ci 39 "La via da seguire", articolo di fondo, L'Unità, 22/8/'45.
permettono di elaborare nell'atmosfera e nella disciplina democratica... Qualunque 40 "Le solenni cerimonie, alla presenza del piii vicino comandante di unità o formazioni alleate.
dovevano apparire come richieste dai partigiani e non imposte" secondo H.L. Coles e A.K. Wein-
38 Un ampio rapporto sull'episodio è stato recentemente pubblicato negli atti del CLNAI . Verso il berg, Disarmament wil/ be tactful, citato da Enzo Piscitelli, Da Parri aDe Gasperi, Storia del dopoguer.
lIoverno del popolo. Feltrinelli, Milano, 1977, pp. 394-97. ra 1945.1948, Feltrinelli 1975, p. 69.
41 E. Piscitelli, op.cit., pp. 168.175; L. Lanzardo, op.cit., pp. 328-332.
26
27
-
bio della moneta, che non ha avuto attuazione causa il sabotaggio del cambio stes- decadenza) diede .un gettito complessivo di 19 miliardi per 24.823 accertamenti, di
so, reso alla fine impossibile,,42. cui ben 7804 archiviati e appena 115 seguiti da confisca,,44.
...
rio nella sua relazione al l° Congresso della CGIL dell'Italia liberata: po può essere considerata se non soddisfacente, almeno sopportabile per il lavora-
tore italiano" S\ .
"ci è stilto osservato che la scala mobile potrebbe essere un mezzo per precipitare le
finanze e l'economia del Paese, perché la bassezza dei salari e degli stipendi sareb-
I toni critici e non trionfalistici di Di Vittorio su questa importante
be il solo mezzo di resistenza al tracollo della moneta,,49. conquista si spiegano col malcontento per la sua inadeguatezza, dovu-
la già allora alla artificiosità del paniere (o "pacchetto viveri" come si
Il primo vero e proprio accordo che prevede un adeguamento auto- diceva allora, anche perché conteneva un numero ridottissimo di pro-
matico senza dover ricontrattare volta per volta la "contingenza" (il dotti essenziali). In particolare una nota della CGIL alla Confindu-
nome doveva sottolineare la provvisorietà dell'indennità), viene rea- stria dell' aprile '46 segnalava che gli scatti erano rallentati perché
lizzato il 6 dicembre' 45 ed è ancora limitato geograficamente alla so- "il pacchetto viveri convenzionalmente stabilito come corrispondente ai bisogni
la Italia del Nord, in cui maggiore era la pressione operaia. Solo minimi della famiglia operaia pone sullo stesso piano la parte che si riferisce all'ac-
nell'ottobre del '46 l'accordo, parzialmente modificato, viene esteso a quisto di generi alimentari e quella che si riferisce ai generi di abbigliamento. 1pri-
mi sono aumentati, i secondi hanno avuto un certo ribasso, neutralizzato dall'au-
tutta l'Italia, nella speranza che possa "determinare una sospensione mento dei primi: ne consegue che i lavoratori subiscono l'aumento dei prezzi dei
di tutte le agitazioni, anche alla periferia, ridonando alla fine la tran- generi alimentari, ma non fruiscono della riduzione degli altri prezzi"sz.
quillità e aumentando il ritmo di lavoro nelle officine e nei cantieri"
(come dichiarò l'allora presidente della Confindustria Angelo Costa Quale fosse il risultato complessivo di questa politica si può capire
al Corriere della Sera, in una dichiarazione che esaltava il "pesante sa- dal tono amareggiato e angosciato di una risoluzione della Direzione
crificio" che gli industriali avevano accettato). In realtà, come scrisse del PCI riunita congiuntamente con il comitato direttivo del Gruppo
successivamente uno dei massimi specialisti della CGIL in materia, comunista all' Assemblea Costituente il 7 maggio 1947, alla vigilia
E. Giambarba, della cacciata dal governo:
"la richiesta della scala mobile dei salari fu accolta senza eccessive opposizioni dal- "A questo proposito si deve rilevare che mentre i lavoratori (operai, impiegati, pen-
la Confindustria. Fu il prezzo che le classi padrona li italiane si rassegnarono a paga- sionati, reduci, disoccupati) hanno dato prova di un alto senso di disciplina e di un
re per impedire che il processo inflazionistico agisse come acceleratore del movi. elevato spirito di sacrificio nell'interesse comune, lo stesso non può dirsi per gruppi
mento rivendicativo dei lavoratori, che si sviluppava in quel periodo con una am- determinati delle classi abbienti. Mentre i lavoratori hanno accettato una tregua dei
piezza senza precedenti"so. salari a cui non ha corrisposto un blocco dei prezzi, hanno contenuto le loro riven-
dicazioni e frenato le loro agitazioni per non creare soverchio disagio allo Stato e al-
In realtà la Confindustria accettava quell'accordo non solo perché era la Nazione, si nota nelle classi piu ricche una preoccupante tendenza a sottrarsi ai
necessari sacrifici e a far ricadere sui lavoratori e sullo Stato tutto il peso della situa-
ancora grandissima la forza ed in crescendo l'inquietudine della clas- zione"s3
se operaia di fronte al tipo di ricostruzione capitalistica che stava av-
venendo, ma perché aveva una precisa contropartita: la tregua sala- Non è chiaro come si potesse essere realmente sorpresi dalla' 'preoc-
riale concordata per periodi brevi, ma regolarmente prorogata, e la cupante tendenza a sottrarsi ai necessari sacrifici" da parte dei capi-
accettazione della richiesta confindustriale di un rigido sistema cen- talisti, anzi di "gruppi determinati" di essi, come si preferisce dire
tralizzato nella definizione dei rapporti di lavoro, che escludeva ogni per sostituire a una definizione in rigorosi termini classisti una valu-
contrattazione articolata e affidava la determinazione dei salari esclu- tazione che privilegi la scelta soggettiva "egoistica" da parte di alcuni
sivamente a trattative interconfederali (accordi interconfederali del 6 "plutocrati" (termine assai in auge e assolutamente privo di ogni ca-
dicembre '45 e del 25/5/'46). Di Vittorio, al primo congresso unitario rattere scientifico, ma evidentemente utilizzato per la sua popolarità
della CGIL del giugno '47 giustificava l'accettazione della tregua esat- dovuta all'uso larghissimo fattone dal fascismo quando era in vena di
tamente con il conseguimento della scala mobile, che, anche se demagogia). In realtà i sacrifici per i lavoratori erano stati definiti in
modo molto concreto e materialistico dagli accordi tra CGIL e Con-
"compensa solo in parte i lavoratori di fronte al crescente costo della vita... costitui-
sce una garanzia minima che in determinate circostanze e per brevi periodi di tem- 51 l Congressi della CGIL, Atti, cit., voI. Il, p. 108.
52 L'Unità. 18/4/'46.
49 In Atti, cit., voI. l, p. 113. 53 L'Unità delle forze democratiche per lo difesa della lira e del tenore di vita dei lavoratori, in La politica
50 Carmela D'Apice, La scala mobile dei salari, ESI, Roma, 1975, pp. 6.7 e E. Giambarba, La scala dei comunisti dal Vai VI Congresso, risoluzioni e documenti raccolti a cura de/l'ufficio di segreteria del
mobile storia e problemi, in Rassegna sindacale, al V, n. 17lgiugno) e 18-19 (luglio-agosto), 1959. PCI, edizione riservata ai delegati al VI Congresso, gennaio 1948, p. 248.
30 31
findustria e nella legislazione governativa (ad esempio svuotando su-
si possano licenziare "i lavoratori che hanno altri cespiti o sufficienti
bito dopo la firma parte dei contenuti dell'accordo sulla contingenza risorse personali o familiari" e "i lavoratori assunti dopo il 30 giugno
con l'applicazione ad essa dell'imposta di ricchezza mobile), mentre 1943"56.
le proposte del piano della CGIL alla Confindustria erano del tutto
Il grave provvedimento viene presentato con tutte le mistificazioni
platoniche e astrattamente moraleggianti. Ad esempio, le prime due possibili, a partire dal negare che si tratti di licenziamenti:
proposte di Di Vittorio al Congresso di Firenze alla Confindustria so-
no:
"Oggi non si tratta di licenziamenti, si tratta di rimandare alla loro categoria d'origi-
ne dei lavoratori affinché... possano contribuire all'opera di ricostruzione... Vi sono
"l) rinuncia da parte degli industriali a realizzare alti profitti e accontentarsi di pro- cumuli di macerie da sgomberare e non si trovano manovali disposti a compiere ta-
fitti normali, abbassando i prezzi;
le lavoro. Vi sono case, ponti, officine da ricostruire e non si trovano i muratori. I
21pubblicazione dei prezzi di vendita all'ingrosso, per poter seguire i prodotti e ve- lavoratori edili italiani devono uscire dagli stabilimenti per riprendere il loro antico
dere dove sorge la maggiorazione speculativa"54; e nobile mestiere"5'Z
La fine del blocco dei licenziamenti Ma questo accordo assai parziale rimase in buona parte inapplicato e
la trattativa per un vero e proprio sblocco dei licenziamenti generaliz-
La questione dei licenziamenti era l'altra cartina di tornasole dell'atti- zati si protrasse a lungo.
vità del PCI e del PSI nel governo e nel paese. Fin dalle giornate im- L'accordo in tal senso fu realizzato il 18 gennaio 1946 e Di Vittorio lo
mediatamente successive alla Liberazione, gli esponenti della bor- presentò come un grande successo, perché i licenziamenti sarebbero
ghesia nel CLN avevano posto in modo piuttosto duro la loro rivendi- stati scaglionati con questi criteri: 5% in febbraio, 4% nella prima me-
cazione di una piena libertà di licenziamento. Già il 9 maggio' 45 Ce- tà di marzo e 4% nella seconda metà dello stesso mese. I licenziati
sare Merzagora, dimettendosi polemicamente dalla presidenza della avrebbero avuto per due mesi un'indennità pari al 66% del salario
Commissione centrale economica del CLNAI (protestando contro gli globale e avevano da subito un mare di promesse su futuri sbocchi
"eccessi" dell'epurazione dal basso e piu in generale contro "gli abu- occupazionali, attraverso lavori pubblici e riconversione produttiva.
si, manifestazione di un vero sgretolamento del potere centrale" che Anche se ['Unità presentò con molto favore l'accordo, assicurando
sarebbero stati commessi in quei giorni), poneva apertamente la que- che i sacrifici "contribuiranno in misura notevole all'abbassamento
stione delle "maestranze esuberanti", proponendo una presa di posi- dei costi di produzione, unico mezzo per salvare il patrimonio indu-
zione chiara del CLNAI, che avrebbe dovuto promuovere striale del Paese" 58, non mancarono le proteste, anche della CdL di
"la costituzione di compagnie di lavoro presso le quali convogliare le maestranze Milano, col risultato di costringere i padroni a ritardare ulteriormente
esuberanti, autorizzando le ditte a provvedere ad allontanare il personale non uti- l'applicazione dell'accordo, almeno nelle grandi roccaforti operaie.
lizzabile, che comunque potrà essere impiegato o mantenuto da un ente collettivo e
Vittorio Foa ha scritto a questo proposito che i due accordi del settem-
non dalle singole imprese che non ne hanno possibilità materiale. Il problema è po-
litico e di urgente soluzione: già per la settimana ventura molte imprese non po- . bre '45 e del gennaio '46
tranno materialmente dar corso alle paghe"55.
"rimasero praticamente lettera morta per la resistenza operaia. Basti pensare che in
Nonostante la comprensione e a volte la collaborazione aperta dalle molte grandi fabbriche, e in particolare (come ci dimostra Levi) alla FIAT, l'occupa-
zione aumentò nei due anni sucessivi alla fine della guerra. L'accordo del '46 era
direzioni sindacali, le imprese a cui alludeva Merzagora dovettero
stato esaltato dalla CGIL come prova di realismo e di rispetto delle esigenze della
avere molta pazienza ed aspettare assai piu di una settimana. Le pri- produzione, sulla linea generale dei partiti di sinistra nel 1945. Ma Vento ci ricorda
me deroghe al blocco dei licenziamenti strappato sull'onda della pre- che la CdL di Milano criticò apertamente l'accordo e Rugafiori fa cenno alle violen-
ponderanza operaia nell'insurrezione di aprile si hanno in autunno: il te proteste degli operai genovesi. 10 sblocco dei licenziamenti era per i padroni
27 settembre un primo accordo tra Confindustria e CGIL prevede che molto ph1 che un vantaggio economico o una necessità tecnica, era una questione
54 l <":ullxressidella CGlL. cil. voI. Il, p. 110. 56 "Bollettino della CdL di Milano", l o ottobre '45, in G. Galli, Storia del partito comunista italiano,
cil. 268.
55 Appunti di Merzagora sul funzionamento del CLNAl in rapporto alla situazione economica. 9 maggio
1945, in Verso il governo del popolo, Atti e documenti del CLNAl1943-46, a cura di G. Grassi, Feltri- 57 lbidem. Cf. anche Danilo Montaldi, Saggio sulla Politica Comunista in ltalia (1919-1970), Ed. Qua-
nelli. Milano, 1977, p. 349. derni Piacentini, Piacenza, 1976, p. 260.
58 L'Unità, 18/11'46.
32
33
di principio, una discriminante di potere. Lo sblocco voleva dire possibilità di licen- dosi nel lavoro, entro e fuori l'officina, in modo che le maestranze, pur partecipan-
ziare e quindi di intimidire i lavoratori con il ricatto della disoccupazione. Di fronte do ai lavori piu svariati, rimangano raggruppate e legate alla proprie officine e mes-
all'inadempimento dell'accordo la Confindustria non si irrigidi, raccomandò ai suoi se in condizione di mantenere la propria qualifica professionale"61.
associati di comprendere l'applicazione collegandola a contropartite di politica eco-
nomica o di poteri delle commissioni interne. Alla Confindustria interessava che il Per quanto riguarda Torino, appare chiaro che la locale CdL si richia-
blocco dei licenziamenti fosse abbandonato in linea di principio dall'organizzazione ma a questo deliberato per rifiutare i licenziamenti e anche la cassa
operaia, che le masse in lotta avessero un fianco scoperto. La linea della stabilizza-
zione e del produttivismo poteva non essere immediatamente vincente nel movi-
integrazione prolungata per una parte degli operai. Richieste di avvi-
mento operaio, potevano provvisoriamente prevalere le tendenze combattive delle cendamenti fra gli operai, per ripartirsi il lavoro, vengono avanzate
organizzazioni periferiche; ma il solo fatto che la linea della stabilizzazione ci fosse già il 25 maggio '45, e successivamente, dopo aver strappato un pri-
e fosse quella ufficiale costituiva a medio termine un elemento di drammatica de- mo impegno alla FIAT a non ridurre l'organico (in data 5 settembre,
bolezza"s9.
mentre si sviluppano già le trattative nazionali per lo sblocco dei li-
Nello stesso tempo a Torino violentissime proteste accolsero il discor- cenziamenti), la CdL di Torino richiede che nessun operaio esca di
so tenuto alla Consulta da Cavinato, commissario unico alla FIAT nel fabbrica, ma il lavoro sia ripartito fra tutti riducendo l'orario a 40 ore
periodo in cui non era stato ancora accettato il rientro di Valletta, per tutti (anche a costo di accettare una riduzione proporzionale del
Agnelli, Carne rana ed altri dei massimi esponenti dell'azienda nel pe- salario). È singolare che Fabio Levi, riportando quest'episodio non
riodo fascista. Cavi nato, che era rappresentante socialista nella Con- riesca a intuirne il segno politico, considerando questa richiesta come
sulta, aveva sostenuto in quella sede: dettata dalla volontà di evitare danni al meccanismo di accumulazio-
ne, anziché da una pressione operaia e da una maggiore sensibilità
"La manodopera improduttiva, in quanto fattore negativo di massimo rilievo, ri-
schia di far fallire le industrie e le trasforma in istituti di beneficienza, perciò chie-
della classe operaia e dei quadri torinesi alla tematica della ridistribu-
do lo sblocco dei licenziamenti"6o. zione del lavoro tra tutti per evitare i licenziamenti e divisioni all'in-
terno della classe. 62.
Il risultato era stato una levata di scudi violentissma, soprattutto in
seno al PSI, proprio alla vigilia dell'accordo nazionale del gennaio Il vero dramma fu comunque la sterilità di queste pur consistenti sac-
'46. Nel Nord l'applicazione dell'accordo fu contestata e bloccata (o che di resistenza operaia nelle grandi concentrazioni industriali, una
meglio ritardata, perché il mutamento della situazione politica e so- volta che gli effetti disgregatori dell'avvio dei licenziamenti avevano
ciale nazionale era facilitato anche dall'applicazione di quell'accordo cominciato ad agire sul tessuto operaio delle zone periferiche e nelle
nel resto del paese), riferendosi ai deliberati del I Convegno delle stesse fabbriche piccole e medie del triangolo, provocando demora-
CdL del Nord, tenutosi a Milano il 24 luglio '45, che era stato nettissi- lizzazione e risentimenti.
mo a questo proposito: La situazione era particolarmente grave nel Sud e nel centro Italia, e
"Le CdL del Nord concordano nell'opporsi vigorosamente alle pretese padronali di in determinate aree (come il pubblico impiego) che vengono colpite
risolvere il problema della manodopera resa esuberante dalle contingenze attuali . piU duramente dalla politica governativa e che diventano presto riser-
col licenziamento dei lavoratori in sovrannumero. La CGIL non può permettere va di caccia della demagogia di destra del Partito dell'Uomo Qualun-
che i lavoratori, che con il loro eroismo hanno salvato le officine, oltre all'onore
que di Guglielmo Giannini e di organizzazioni monarchiche, (e anche
dell'Italia, vengano allontanti dagli stabilimenti e gettati nel lastrico e nella dispera-
zione... Il convegno afferma che le aziende uscite d,dIa guerra con un'efficienza al- - ben presto - di formazioni apertamente filofasciste).
meno parziale debbono mantenere in servizio la totalità dei propri dipendenti, con Il PCI aveva preso l'iniziativa diretta di pròporre i licenziamenti nel
gli opportuni adattamenti, anche se questo sforzo dovesse esigere, da parte degli in- settore Enti locali (nel quale aveva in molte regioni un peso notevole),
dustriali, di rimettere una parte degli alti profitti realizzati sotto la dittatura fascista
e specialmente nel corso della guerra... Per normalizzare la situazione delle indu- sia pure con una formulazione volutamente ambigua:
strie sovraccariche di manodopera, il Convegno impegna le CdL a chiedere l'istitu-
zione di turni di lavoro in modo che l'intera maestranza sia occupata: la parte ne- 61 I Congressi della CGTL, cit., voI. I, pp. 251-252.
cessaria nella rispettiva azienda e l'altra in lavori vari di ricostruzione, avvicendan- 62 F. Levi. li triangolo industriale, cit., pp. 230 e 232; a proposito della particolare sensibilità sulla
tematica dell'orario di lavoro del PCI torinese e in particolare dei quadri di provenienza dall'espe-
rienza dell'Ordine Nuovo, si veda l'interessante articolo di Celeste Nagarville, Un dibattito sulle 36
59 Prefazione di Vitlorio Foa a: Levi, Rugafiori, Vento. li triangolo industriale, cit. p. XXIII. ore, sul n. Il.12 - anno XI, 1954, di "Rinascita", numero speciale dedicato a Problemi e discussioni
60 L. Lanzardo op. cit., p. 248.
per la TVconferenzanazionaledel PCI, pp. 765-768.
34 35
L
"Data la situazione pletorica del personale di ogni grande amministrazione comu- sottili mistificazioni, ma il fatto che effettivamente, per le forze ope-
nale, si dovrà procedere alla eliminazione di quella parte che non dà sufficienti ga- raie meglio organizzate e piu concentrate, lo sblocco dei licenziamen-
ranzie di moralità e di rendimento, evitando però una politica di licenziamenti tale ti è rimasto (per il momento) lettera morta, non è stato sentito sulla
da aggravare la situazione già critica del mercato dellavoro"63.
carne, grazie alla pazienza padronale nell'articolare e graduare l'at-
La formulazione è tale da dar l'impressione di escludere i licenzia- tacco, per creare progressivamente le condizioni per l'attacco succes-
menti, mentre in realtà si escludono solo quelli "tali da aggravare la sivo (che verrà, tremendo, anche nelle maggiori fabbriche, alla fine
situazione già critica del mercato del lavoro' " ribattezzando pudica- degli anni quaranta e nei primi anni del decennio successivo). Nello
mente gli altri "eliminazione"... Non è un caso isolato. Di questo lin- stesso programma avanzato dai dirigenti del PCI alla vigilia dell'ulti-
guaggio, che sembra ispirarsi alla tradizione gesuitica non meno delle ma crisi, che li vedrà allontanati dal governo, ci sono formulazioni
formulazioni che nei trenta anni successivi hanno caratterizzato analoghe tra le proposte concrete:
l'oscuro linguaggio politico italiano (con una particolare maestria del "La riduzione dei costi di produzione da ottenersi non con la riduzione dei salari,
personale politico del partito egemone, che arriverà a veri capolavori né con una piena libertà di licenziamento che non farebbe che spostare il problema
di mistificazione linguistica, come le "convergenze parallele", ecc.), e porrebbe un grave turbamento nei rapporti tra capitale e lavoro, ma con una in-
tensificazione dell'attività produttiva della nazione e un aumento della produttività
sono pieni i discorsi e i documenti ufficiali di quel periodo. del lavoro, facilitata dalla liquidazione di ogni inutile vincolo burocratico,,65.
Nella citata relazione di attività al VI Congresso, ad esempio, parlan-
do delle attività dei comunisti "in difesa del popolo", un intero para- Di fatto, non c'è dubbio che questo "duro" rifiuto della "piena liber-
grafo è dedicato allo sblocco dei licenziamenti, in termini tali che uno tà di licenziamento" equivale a una via libera a misure parziali ma
storico che si dovesse basare solo su di esso potrebbe dedurne che non meno dolorose. La carta fondamentale dei dirigenti del PCI di
questo sblocco non è mai stato accettato: fronte alla propria base è quella di presentarsi come garanti di un ri-
dimensionamento dell' attacco padronale, trasformando in successo
"La CGIL si è battuta contro lo sblocco indiscriminato dei licenziamenti e risponde
no alle pressioni degli industriali e del governo per ottenere la libertà di licenziare. I parziale quella che è in realtà la prima rata e la premessa di una scon-
padroni intendono, attraverso lo sblocco, buttar fuori dalle aziende gli operai piu fitta di portata storica.
combattivi, i dirigenti sindacali e politici, screditare le commissioni interne, ren- Intanto nel Sud la situazione si è aggravata, ed è una significativa am-
dendole corresponsabili dei licenziamenti. ridurre non già i costi, ma la produzione
missione il paragrafo dedicato allo squadrismo fascista già nella riso-
e tener alti i prezzi sul mercato. Ma il tentativo padronale... non può riuscire. La
battaglia contro lo sblocco dei licenziamenti non è combattuta soltanto per salvare luzione approvata al V Congresso del PCI:
centinaia di migliaia di famiglie dalla miseria e dalla fame, ma per aumentare la "Per questo si assiste oggi... ad una vera e propria ripresa organizzata di criminalità
produzione, per difendere la nostra economia dagli attacchi del dollaro e per raffor- fascista, sia sotto bandiera schiettamente mussoliniana, sia con insegna monarchi-
zare la democrazia in Italia"64.
ca. Per questo le condizioni economiche dei lavoratori, degli impiegati, dei reduci,
dei disoccupati, degli abitanti delle zone sinistrate e devastate, destano preoccupa-
È evidente che nel frattempo il PCI e il PSI sono stati allontanati dal zioni sempre piu gravi,,66
governo, e hanno dovuto - con non poche difficoltà - riadattarsi a
compiti di opposizione, assumendo un atteggiamento meno disponi- Il nesso tra la disgregazione economica che investiva certe zone del
bile verso le richieste padronali. Ma la formulazione cerca di nascon- paese e il proliferare di una opposizione di destra (l'unica opposizione
dere anche che già piu volte le direzioni sindacali hanno firmato ac- visibile, data l'esiguità delle formazioni rivoluzionarie alla sinistra
cordi per lo sblocco dei licenziamenti: l'ipocrisia sta tutta nel termine del PCI) era colto correttamente, ma le proposte di soluzione erano
indiscriminato, che nasconde e giustifica l'accettazione di una politica quanto mai inadeguate:
di licenziamenti "diversa". D'altra parte all'origine dell'accettazione "Il Congresso del PCI dà mandato al CC di rafforzare l'azione dei comunisti nel Go-
operaia di questa politica non c'è solo la difficoltà a sfuggire a cosi verno, nella Consulta e nel Paese, per ottenere che veramente siano garantite le li-
bertà riconquistate, che tutto l'apparato dello Stato agisca con energia a tutela di
63 Coordinare e potenziare il nostro lavoro nei comuni, mozione proposta dalla Commissione Enti Lo.
cali alla Conferenza nazionale di Organizzazione, 10 gennaio '47, in La politica dei comunisti dal Vai 65 Perla stabilizzazionedellalira e peralleviareil disagiodellemasse,risoluzionedella direzione del
VI congresso, cito p. 215. PC\, 27/41'47,in La politicadei comunistidal Val VI Congresso,citopp. 243-244.
64 Due anni di lolla, cit., pp. 175-176. 66 Stroncarele velleitàdi squadrismofascista,in La politicadeicomunisti,citop, 9.
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- -
queste libertà e per distruggere ogni velleità di squadrismo, per ottenere che si sol-
levino con67.
misure efficaci le miserie dei lavoratori, dei reduci, dei disoccupati, dei
cettabile dai partiti borghesi, va assai avanti non solo nel rinunciare a
sinistrati"
proporre, almeno propagandisticamente, parti essenziali del pro-
gramma originario, ma anche nel formulare richieste assai lontane e
Al di là della delega all'apparato statale (sempre piu solidamente in
anzi nettamente contrastanti con gli interessi operai, come' 'una sag-
mano - a tutti i livelli - a funzionari formatisi nel ventennio fascista gia politica di emigrazione che protegga i nostri lavoratori e nello stes-
e pronti a feroci vendette contro i partigiani e operai, come si vedrà so tempo riattivi il flusso delle rimesse"71.
appena dopo la cacciata del PCI e PSI dal governo, quando si scatene-
rà la repressione anticomunista), questo appello resterà del tutto va- L'esclusione dei partiti operai dal governo nella versione del
no, proprio perché la scelta della collaborazione di classe come unica PCI
strada esporrà il PCI sempre piu pesantemente ai ricatti delle compo-
nenti borghesi dei governi di Unità nazionale, a mano a mano che Seguendo nella raccolta ufficiale dei documenti del PCI un ordine
queste, con l'aiuto determinante dei comunisti, si rafforzano e rico- cronologico, ci si trova di fronte a un sorprendente silenzio prolunga-
struiscono il loro Stato.
to per alcune settimane decisive: dopo l'accorata risoluzione del
7/5/'47 che abbiamo già ricordato, la prima presa di posizione ufficia-
Questi arretramenti successivi imposti dal progressivo deteriorarsi le sulla crisi di governo è de131 maggio e la riportiamo integralmente:
dei rapporti di forza per il venir meno in molti settori operai e popola- "Contro ogni intrigo delle forze plutocratiche e reazionarie
ri della fiducia nel movimento organizzato che aveva accompagnato Ad opera di determinati organi del ministero degli Interni sono state diffuse tra le
la caduta del fascismo, si riflettono nelle diverse stesure del program- forze di polizia e nei quadri dell' esercito voci allarmistiche circa pretesi ed assurdi
ma del PCI formulato nel corso del biennio '45-'47. propositi di ricorso alla violenza e a forme di lotta insurrezionale che esisterebbero
nel partito comunista in seguito alla soluzione antidemocratica che è stata data alla
Basta confrontare, ad esempio, le tre formulazioni successive delle crisi del governo.
proposte di nazionalizzazioni:
La Segreteria del PCI ritiene superfluo dare una smentita a queste voci. Esse fanno
"nazionalizzazione dell'industria elettrica, dei servizi pubblici, delle società di assi- parte della solita campagna di provocazioni che da tempo viene condotta per diso-
curazione, della grande industria chimica monopolistica IMontecatini); nazionaliz- rientare l'opinione pubblica e mettere in pericolo la democrazia. Il fatto che da par-
zazione della Banca d'Italia e delle altre banche d'interesse nazionale"68. te del ministero degli Interni si sia prestata fede oppure si sia dato corso a simili vo-
"Nazionalizzazione della Banca d'Italia, come base per la riorganizzazione del cre- ci è segno di irresponsabilità e leggerezza, particolarmente grave in un momento
dito di un sistema unitario sul piano nazionale; nazionalizzazione dell'industria come l'attuale, in cui non deve essere messa in pericolo, ma rafforzata, l'unità della
elettrica e misure preparatorie a quella dell'industria chimica"69. nazione.
"Effettivo esercizio nell'interesse della collettività delle leve economiche fonda- I comunisti disapprovano e respingono nel modo piu reciso la soluzione che è stata
mentali giuridicamente già in possesso dello Stato, e piu precisamente dell'IRI, che data alla crisi di governo, costituendo un ristretto e settario gabinetto di parte pro-
dovrà essere conservato come coordinatore del settore industriale già controllato prio nel momento in cui, invece, era necessaria la piu larga unità di forze democra-
dallo Stato... e delle banche di diritto pubblico e di interesse nazionale, che dovran- tiche e repubblicane. I comunisti invitano tutto il popolo ad unirsi per esprimere
no essere coordinate al fine di orientare il credito al finanziamento della ricostru- apertamente questa disapprovazione, nelle forme legali che sono proprie della de-
zione e a impieghi produttivi; nazionalizzazione delle industrie monopolistiche e mocrazia, in modo da rendere a tutti evidente che il grave errore commesso da chi
soprattutto delle industrie elettriche" 70. ha voluto creare questo governo deve essere corretto al piu presto nell'interesse su-
premo della Nazione.
È chiarissimo come svanisca, attraverso la formulazione intermedia Appunto per questo i comunisti respingono quelle forme di lotta che creerebbero
delle "misure preparatorie", ogni riferimento alla nazionalizzazione nel corpo della Nazione fratture insuperabili e denunciano come una provocazione
delle industrie chimiche. Il già citato programma dell'aprile '47, adat- gli allarmi pazzeschi diffusi dal ministero degli Interni e l'azione di tutti coloro i
tandosi in nome del cosiddetto "nuovo corso" a quel che.si ritiene ac- quali contribuiscono in qualsiasi modo a dar loro anche solo una parvenza di giusti-
ficazione.
67 lbidem.
Le classi lavoratrici si sono conquistate attraverso la guerra di liberazione il diritto
68 ci!.
"Proposte di dire una parola decisiva su tutti i problemi nazionali, anche partecipando al go-
sti. p. 63. del PC! per un programma immediato di governo", 26/6/46. in La politica dei comuni- verno del Paese.
69 Le proposte per un programma di governo, 24111'47, op. cit., p. 227.
70 Per la stabilizzazione.della lira, 27/4/'47, op. cito pp. 244-245.
71 lbidem, p. 244.
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Esse hanno dato sufficiente prova di disciplina e maturità democratica perché que- nide... La direzione del PC denuncia al1'opinione pubblica queste campagne di pro-
sto diritto non debba venir negato. Lottando sul terreno democratico e mantenendo vocazione e mette in guardia contro l'attività che provocatori e avventurieri posso-
la loro unità, esse sapranno affermare questo diritto e farlo valere contro ogni intri- no tentare di svolgere nelle file del movimento operaio e nelle file stesse del
go di forze plutocratiche e reazionarie"n. partito"75.
È sintomatico del profondo disorientamento dello stesso gruppo diri- Al tempo stesso, anche verso le forze borghesi, si continuavano a of-
gente del partito il tentativo di ininimizzare la rottura, mettendo in frire garanzie non solo di senso di responsabilità e rifiuto di forme di
primo piano la denuncia delle "voci allarmistiche" (anche per tener lotta "avventuristiche", ma anche di disponibilità a moderare ulte-
fermi settori di ex partigiani di cui poteva essere prevedi bile una rea- riormente il programma, facendo concessioni persino alliberalismo
zione violenta all'ultimo atto della liquidazione dei risultati della Re- fino allora respinto:
sistenza); incredibilmente miope l'analisi di quella che fu una scelta "1 comunisti continueranno a prppugnare un programma di ricostruzione, che sen-
di fondo e di lunga durata dell'insieme della borghesia italiana, e che za opprimere le sane forze produttive con eccessivi interventi del10 Stato restituisca
viene ridotta a "intrigo di forze plutocratiche", mentre il gabinetto a tutti la fiducia nel1'avvenire,,76.
monocolore viene presentato come "settario" e frutto di un errore Ma nonostante l'ottimismo del documento citato, che con involonta-
soggettivo, da riparare al piu presto. rio umorismo si conclude con il paragrafo dal titolo "Preparare nuove
Anche nel piu ampio e organico documento della direzione del parti- vittorie democratiche del Partito", che appare per lo meno un po' sin-
to dell'8 giugno le argomentazioni sono tutte in questo senso: golare all'indomani di una pesante sconfitta che avrà ripercussioni
"Tanto la crisi di governo del mese di gennaio quanto quel1a del mese di maggio so- profonde per decenni, il partito rimane a lungo scosso e passivo. Un
no state provocate dal1'on. De Gasperi senza alcun serio motivo... Non esistevano piu ampio documento viene cosi preparato dalla direzione per orga-
nel governo contrasti insuperabili... Nel suo desiderio di provocare ad ogni costo nizzare la discussione in tutti i comitati federali e, successivamente,
una crisi, l'on. De Gasperi e alcuni dei suoi col1aboratori piu vicini non hanno esita- in tutti i comitati direttivi di sezione.
to ad accrescere il turbamento del Paese con dichiarazioni e discorsi inconsulta-
mente allarmistici... Nel corso delle conversazioni con l'on. De Gasperi non è Gli scopi del documento sono due: fornire una spiegazione un po' me-
emerso nessun punto di insuperabile dissenso programmatico: è bensi emerso il no infantile e personalizzata della crisi e riorientare il partito, argi-
proposito deliberato del1'attuale Presidente del Consiglio di costruire artificialmen- nando gli eccessi "estremistici" che si sono manifestati qua e là, ma
te e ad ogni costo un dissenso con i partiti di sinistra,,73.
anche i frequenti casi di debolezza. Per quanto riguarda la crisi, si in-
Il documento prosegue poi insistendo nell'attribuire "a una parte del- troduce un minimo di valutazione in termini di classe, presentandola
la DC" tutte le responsabilità, e tirando ne quindi questa conclusione: secondo lo stile stalinista in polemica con imprecisati compagni diso-
"Perciò è da augurarsi che al piu presto si possa, attraverso le vie democratiche,
rientati:
correggere questa situazione, rendendosi conto gli stessi dirigenti democristiani i "Molti compagni, nel periodo in cui durava la partecipazione al governo, si erano
quali hanno un senso del1e loro responsabilità davanti al Paese, del1a necessità che lasciati prendere. dalla illusione che le cose potessero procedere ormai in modo
questo avvenga"74. molto tranquillo, attraverso la graduale estensione in ampiezza e profondità del1a
nostra attività costruttiva e una marcia tranquilla verso la conquista del1a maggio-
Il grosso del documento era volto a tranquillizzare le irrequietezze in- ranza. Le ultime crisi di governo hanno attirato con forza l'attenzione di tutti sul1a
terne, insinuando tra l'altro che vivace lotta di classe che si combatte nel Paese, e sui contrasti che si approfondisco-
"uno degli obiettivi che le forze reazionarie interne e internazionali si proponevano no nel campo internazionale. Esse hanno fatto capire a molti, che prima ancora non
e propongono di raggiungere, escludendo il PC dal governo, è, in particolare, di lo avevano capito, che le nostre prospettive sono legate nel modo piu stretto a come
spingere le forze comuniste sulla via di avventure antidemocratiche le quali do- si sviluppano tanto i contrasti internazionali quanto la lotta di classe nel1'interno
vrebbero offrire alla reazione la possibilità di isolare la classe operaia dal1e altre for- del nostro paese,,77.
ze democratiche e repubblicane, di batteria, di stroncare in questo modo il consoli- Come conseguenza di questa lentezza nel capire che le prospettive
damento e lo sviluppo della democrazia e preparare il ritorno a un regime di tiran-
72 Roma, 31/5/'47, in La politica dei comunisti, cil. pp. 250-251. 75 Ibidem, p. 265.
76 Ibidem, p. 266.
73 Unità dei lavoratori e delle forze democratiche contro ogni tentativo di ripresa reazionaria, in La poli-
77 L'orientamento politico e di lavoro dei comunisti nel momento presente, lettera della Direzione del Par-
tica dei comunisti, op.ci!.. p. 260-261.
tito a tutte le organizzazioni, 16/8/'47, in La politica dei comunisti, cil. p. 273.
74Ibidem, p. 264.
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dei <omunisti al governo dipendono anche dai rapporti e dalla lotta tamento del partito, che lo porterà in un tempo relativamente breve a
tra l~classi a livello internazionale e nazionale, si osserva che: riconquistare la fiducia degli elementi piti combattivi della classe
"!'el suo complesso il partito è stato debole nel passaggio all'opposizione. Forse per operaia, presentandosi con un volto nuovo e "duro" (pur nell'assolu-
le abitudini contratte durante la partecipazione al governo, forse per il timore di da- ta continuità strategica con il periodo in cui la borghesia aveva accet-
re esca a correnti estremiste e di far perdere alla nostra attività il suo carattere co- tato la sua collaborazione di governo!.
stluttivo, le nostre organizzazioni e la nostra stampa quotidiana non hanno ancora
déltoprova di saper condurre una larga campagna di opposizione al governo... In
el1sodi singoli ci è stata e vi è alle volte una vivacità anche esagerata, ma nel com- Le cause profonde della rottura dell'unità antifascista
pl~sso la nostra opposizione, al di fuori dei comizi dove parlano i dirigenti del parti-
to non si manifesta ancora come sarebbe necessari078. Le spiegazioni fornite dal PCI sulla sua esclusione dal governo, anche
Un altro elemento di confusione è la tattica verso la DC, su cui si ri- se a mano a mano, con un maggiore distacco, assumono un carattere
torn~ in vari punti del documento: meno schematico e soprattutto personalizzano un po' meno le re-
sponsabilità, rimangono nel complesso insufficienti. D'altra parte, su
"la maggioranza del partito ha praticamente ignorato la direttiva che tendeva a im-
P~ire che si creasse un abisso tra noi e la DC... Insensibilmente... il Partito tende a questo drammatico momento della sua storia il gruppo dirigente del
sc'volare sul terreno della lotta aperta e persino violenta contro la DC"79. PCI ha scritto poco e in genere di sfuggita. Ad esempio, solo poche tra
le 260 pagine del quaderno di Rinascita dedicato a ''Trenta anni di vi-
"p. proposito delle relazioni con la DC bisogna riuscire a modificare la pratica di ta e lotte del PCI"sono dedicate all'esperienza di governo e addirittu-
m~lte organizzazioni, le quali ignorano questo problema, oppure lo vedono come ra solo poche righe affrontano il problema della rottura8Z. Analoga re-
pr~blema di lotta aperta. Non si deve ricadere nell'errore che si commetteva in
m~lte parti prima del 2 giugno, quando per non guastare i rapporti con la DC non si ticenza su quel periodo nella prima biografia ufficiosa di Togliatti83, e
P~emizzava con essa e non si rispondeva ai suoi attacchi... Consigliamo alle orga- nel manuale usato per anni nelle scuole quadri del partit084.
llI~zazioni del partito di studiare la possibilità di organizzare un contatto regolare Una ricostruzione ricca e complessa viene invece da vari saggi, tra
tra quadri e militanti del nostro partito e quadri e militanti della DC. Questo contat-
tO.potrebbe prendere la forma di riunioni ristrette convocate per discutere proble- cui spicca quello di Guido Quazza85, (le cui ultime 250 pagine sono
mI singoli della situazione italiana, allo scopo di chiarire le posizioni reciproche,,8o. dedicate alla "liquidazione degli istituti di movimento", alla "con-
troffensiva padronale e la politica dei due tempi" e alla fine del
Gli accenni del documento agli errori commessi prima del 2 giugno, "compromesso antifascista"), e il volume di Enzo Piscite1li86, che de-
alludono probabilmente a eccessi di moderatismo che avevano susci- dica notevole attenzione alle vicende della politica economica, pur ri-
t~to ~reoccupazioni durante quella campagna elettorale e in quella, conducendo la rottura alla concomitanza di molti altri fattori, tra cui
di pOco precedente, per le amministrative: quelli internazionali.
"Per quanto riguarda i problemi economico-sindacali che in questo momento agita- La tregua tra i due schieramenti, quello riformista e quello conserva-
no il Paese, la Direzione è di opinione che sia errato l'atteggiamento di quei compa- tore, che hanno fin dall'inizio coesistito all'interno della fittizia unità
gni che ritengono sia nostro dovere e interesse intervenire sempre e in ogni caso
n~l senso di sedare a ogni costo le agitazioni stesse. Nostro preciso dovere è invece antifascista, aveva dato segni di incrinatura da tempo, e soprattutto
di tener vive e deste le agitazioni stesse, sempre che giustificate, avendo cura piut- dopo i primi risultati elettorali della primavera del' 46 e del 2 giugno
tO~todi evitare che esse sfocino in atti inconsulti. Il problema non è tanto di frenare dello stesso anno, sostanzialmente sfavorevoli per i partiti di sinistra
o rallentare l'azione delle masse quanto di disciplinarla e controllarla, esercitando
(comunque inferiori alle loro attese e alla loro forza di mobilitazione
una permanente pressione in senso democratico sulle autorità e sul governo... Nel
~rSmuovere le agitazioni aver cura di sceglierle e condurle in modo tale da ottenere all'interno delle fabbriche e in genere tra le masse). Ma soprattutto la
Il Inigliore dei risultati anche dal punto di vista elettorale"81. parziale correzione tattica del PCI, con le critiche agli eccessi di mo-
Ma ritorneremo successivamente sul complesso processo di riorien- 82 Trenta anni di vita e lotta del PCI, a cura di P. Togliatti, Quaderni di Rinascita, Roma, 1951.
83 Conversando con Togliatti, Note biografiche a cura di Marcella e Maurizio Ferrara, Ed. di Cultura
sociale, Roma, 1953.
78 lbiqem, pp. 275-276. 84 Breve corso, "Togliatti" sul Partito Comunista italiano, a cura del PCI, senza indicazione di data,
79 lbiqem, p. 277. ma del 1953.
80 lbiqem, pp. 283.284. 85 Guido Quazza, Resistenza e storia d'italia, problemi e ipotesi di ricerca, Feltrinelli, Milano, 1976.
81 Portaretutto il partito sul piano elettorale,2/3/'46, op. cit., pp. 22-23. 86 Enzo Piscitelli, Da Parri a De Gasperi, Storia del dopoguerra 1945/48, Feltrinelli, Milano, 1975.
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deratismo che abbiamo già ricordato e l'allontanamento di Togliatti ammette che "per De Gasperi era essenziale sentire di avere il soste-
dal governo proprio per dedicarsi maggiormente all'orientamento del gno americano"88, anche se ribadisce che la crisi aperta subito dopo il
partito (che comincia a sviluppare in modo piu articolato la propria rientro dagli Stati Uniti non puntava a una rottura totale, perché
azione, in modo da poter raccogliere e recuperare almeno una parte "non voleva rompere con le sinistre prima della firma del trattato di
del malcontento contro i governi a cui pur partecipava e di cui era pace"89.
pienamente corresponsabile), provoca un vivo allarme tra i conserva-
Intanto però il risultato della oscura crisi di fine gennaio è un rimpa-
tori, che accusano sistematicamente il PCI di doppio gioco, perché
sto che ridimensiona pesantemente le sinistre, togliendo a Nenni il
partecipa a movimenti di massa di fatto rivolti contro il governo. I ri-
ministero degli Esteri e a Scoccimarro quello delle Finanze (unito a
sultati delle elezioni amministrative in alcuni grossi comuni avevano
quello del Tesoro ed assegnato al democristiano Campilli).
visto in autunno un miglioramento delle posizioni della sinistra e un
arretramento della DC, ero sa a destra dal Fronte dell'Uomo qualun- Come osserva Enzo Piscitelli, "pur di rimanere al governo, socialisti e
que, che tra la sorpresa generale si era affermato già il 2 giugno come comunisti accettano qualunque condizione posta dal leader democri-
una grossa forza (30 deputati, contro i 7 del Partito d'Azione e i 2 della stiano, prendendovi parte in condizioni molto subordinate"9o. Leo
Concentrazione democratica repubblicana di Ferruccio Parri!), e che Valiani afferma che "i ministri socialcomunisti, privi della presenza
beneficiava ora dell'impatto sull'opinione pubblica della sua inspera- dei loro maggiori capi, estromessi da ogni effettiva leva di comando,
ta affermazione. Il Fronte dell'Uomo qualunque supera tra l'altro la all'infuori del ministero dell'Industria che rimaneva a Morandi, si
DC a Roma, Napoli e Palermo, mentre la grossa affermazione del PCI trovavano prigionieri di una situazione che doveva necessariamente
come primo partito a Torino, Genova e Firenze (seguito dal PSIUP evolversi ai loro danni"91. Intanto è arrivato al pettine il nodo 'tanto
nelle prime due città, dalla DC, ma con un forte distacco, nella terza), temuto da De Gasperi, del trattato di pace, che il governo può solo fir-
nonché in molte altre città minori dell'Italia centro-settentrionale, mare senza essere stato ammesso alle trattative, e di cui ha voluto
provoca sgomento nella DC. I risultati autunnali, scaglionati in sei rendere corresponsabili i partiti di sinistra per avere almeno su quel
domeniche dal 6 ottobre allO novembre, secondo il macchinoso mec- fianco una copertura (dato che da destra invece l'attacco' su questo
canismo elettorale predisposto dal ministro socialista Romita87, ri- terreno è particolarmente violento e, soprattutto sulla questione giu-
guardano quasi tutti i centri rossi, e vedono in essi uno spostamento liana, vedrà per un lungo periodo un rafforzamento neofascista).
impressionante di voti dal Partito Socialista al PCI (anche attraverso Nel frattempo De Gasperi è oggettivamente incoraggiato dalla tran-
le preferenze, nelle città in cui si sperimentano i primi listoni unitari!. quillità con cui a Parigi il PCF viene allontanato dal governo Rama-
Questo dato accelera senza dubbio il processo di differenziazione in- dier (che si costituisce ai primi di maggio), nonostante le numerose
terna al PSIUP (che culminerà nel gennaio '47 nella scissione di Pa- prove di "responsabilità" e di zelo nella repressione dei movimenti
lazzo Barberini), ma anche le prime contromisure nella DC, che si ve- per l'indipendenza delle colonie (ancora alla vigilia della crisi il CC
de erodere da destra la posizione preminente emersa dal 2 giugno, e del PCF approvò il voto dei ministri comunisti a favore dei crediti che
che vede con allarme la crescita del PCI. Il problema è solo quello di dovevano finanziare la guerra nel Vietnam92.
trovare il tempo e l'occasione piu opportuni. Il viaggio di De Gasperi L'inasprirsi della guerra fredda si è manifestato tra l'altro con l'inter-
negli Stati Uniti (proprio mentre si consuma la scissione saragattiana) vento diretto degli Stati Uniti in Grecia a partire da marzo, per la re-
viene considerato l'elemento decisivo per la rottura governativa, e pressione delle formazioni partigiane che sono sfuggite alle persecu-
senza dubbio nel viaggio americano (presentato ambiguamente come 88 G. Andreotti, InteTllista su De Gasperi a cura di A. Gambino, Laterza, Bari, 1977, pp. 75-76.
un viaggio semi-privato, per conferenze al Forum di Cleveland, ma in 89Ibidem, p. 65, Analoghe affermazioni anche a pp. 36.37.
cui trattò e ottenne promesse di forti aiuti economici), De Gasperi ot- 90 E. Piscitelli, Da Parri a De Gasperi, cit., p. 176.
91 Lco Valiani, L'awento di De Gasperi, Tre anni di politica italiana, Silva, Torino, 1949, p. 106.
tenne spinte e incoraggiamenti per una rottura dell'unità antifascista.
92 Jacob Moneta, Le PCF et la question coloniale, Maspero, Paris, 1971, p. 149; a proposito dello
Lo stesso Andreotti, che a De Gasperi fu vicinissimo in quegli anni, sfrenato sciovinismo del PCF, che provocò una polemica aperta tra PC! e PCF sulla questione dei
danni di guerra. si veda il comunicato della Segreteria del PC! de123/4I' 46, in La politica dei comuni.
87 Vedi a questo proposito, C. Ghini, 11voto degli italiani, Editori Riuniti, Roma, 1975, pago 22. sti, cit., pp. 35.36.
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zioni tornando in montagna - sia pure alla spicciolata e in condizioni capacità di rispondere su questo terreno, della delega impotente a
che determineranno l'inevitabilità della sconfitta finale93. una polizia e a una magistratura che in realtà sono indulgenti se non
Gli Stati Uniti, dal marzo 1947, teorizzano ormai apertamente, con la complici degli assassini. È proprio a pochi giorni dalla crisi di gover-
cosiddetta dottrina Truman, il diritto di intervenire contro "pressioni no che si ha lo spaventoso eccidio di Portella delle Ginestre, il 10
esterne o sovversioni interne" in Grecia e in Turchia (ma vari accen- maggio 1947.
ni lasciano capire che la dottrina Truman è estensibile all'Italia). La Il PCI e il movimento operaio nel suo complesso, da tempo, arretrano
cacciata dei comunisti dal governo viene non a caso preceduta da in- sotto i colpi senza reagire adeguatamente, per timore di "fare il gioco
tense campagne allarmistiche contro presunti piani insurrezionali del dell'avversario". Diventa sempre piti difficile recuperare la propria
PCI, su cui si sbizzarriscono gli organi di stampa "indipendente" (re- credibilità scossa da tanti arretra menti successivi.
stituiti tutti nel frattempo ai vecchi padroni, che erano stati cacciati o Non c'è dubbio, inoltre, che il PCI fu colto di sorpresa dalla guerra
erano fuggiti alla caduta del fascismo). Anche diversi esponenti della fredda, dal momento che tutta la sua analisi della situazione internazio-
resistenza "bianca" o "azzurra", in particolare personaggi come Ed- nale aveva sistematicamente presentato come indistruttibile l'alleanza
gardo Sogno, legato ai servizi segreti occidentali, svolgono un ruolo tra l'Unione Sovietica e le grandi potenze imperialiste occidentali (nei
importante in questa campagna che attacca sempre piti apertamente cui confronti naturalmente si evitava accuratamente questa caratteriz-
le formazioni partigiane Garibaldi, accusandole di crimini compiuti zazione); per anni questo tasto era stato ribattuto, contrastando le diffi-
durante la lotta e soprattutto di preparare una nuova insurrezione ar- denze istintive alla base, con formulazioni di questo tipo:
mata. Tra i finanziatori spiccano naturalmente gli industriali, che già
"Noi non diremo una parola, non faremo un gesto il qualE!possa in qualsiasi modo
nel giugno 1945 avevano scritto agli alleati per sollecitarli a non parti- contribuire a un peggioramento qualsiasi delle relazioni che esistono tra le grandi
re dall'Italia e ad assumere direttamente il controllo delle fabbriche e Nazioni democratiche' ,95.
che si impegnavano da parte loro a portare avanti una "intensa cam-
pagna di stampa e di propaganda", autofinanziata con 120 milioni de- Togliatti aveva spinto il suo zelo in tal senso fino al punto da accettare
positati nella Città del Vaticano, e a "organizzarsi autonomamente imposizioni persino da un sergente americano, come riferi compia-
per combattere il comunismo" eventualmente anche con le armi (tra ciuto ai suoi biografi-agiografi, Marcella e Maurizio Ferrara, che ri-
i finanziatori di quell'appello comparivano i nomi significativi del portano cosi l'episodio: .
presidente della FIAT Valletta, di Piero Pirelli, di Enrico Falck, dei "A Milano... una folla enorme si riuni sotto le finestre della federazione milanese,
Piaggio, di Angelo Costa presidente della Confindustria, di Pierluigi sui bastioni, non appena si seppe del suo arrivo. Subito arrivò un sergente america-
no e comunicò che non si poteva fare un comizio. Togliatti si affacciò, disse al po,
Roccatagliata, proprietario della Nebiolo)94.
polo: 'Ci comprendiamo lo stesso, anche senza parlare' e si ritirò tra il delirio della
Al tempo stesso - elemento essenziale troppo spesso sottovalutato da folla"96.
parte comunista - alla accresciuta 'volontà' di liquidare l'esperienza
Probabilmente Togliatti aveva piti chiaro della maggior parte del
della collaborazione tripartita tra DC, PCI e PSI e alle indubbie pres-
sioni esterne si accompagna una 'possibilità' di farlo in modo relati- gruppo dirigente (per non parlare dei quadri di base ed intermedi) co-
vamente indolore. L'attacco contro i movimenti di protesta nel Sud, sa significavano gli accordi di Yalta (o meglio l'insieme delle com-
in cui si è cimentato con ferocia il ricostruito apparato statale borghe- plesse trattative, svoltesi in varie sedi, per la spartizione del mondo in
zone di influenza). Senza dubbio la coscienza di questo contesto inter-
se, che ha represso senza pietà i moti del Fucino e di Licata già nel '44
nazionale è stata determinante per la scelta di respingere qualsiasi
e poi ha sparato negli anni successivi ad Andria, a Bisceglie, a Molfet-
ta, a Minervino Murge, a Bitonto , a Palmi e in molte altre località del possibilità di forzare la situazione italiana, di sviluppare un'azione in-
meridione, comincia ad essere affiancato da formazioni irregolari che dipendente della classe operaia nella prospettiva della conquista del
attaccano apertamente il movimento operaio anche nelle sue manife- potere. Ma i servizi resi non solo alla burocrazia sovietica interessata
stazioni piti pacifiche, approfittando della sua debolezza, della sua in- 95 Togliatli, discorso al teatro Brancaccio in Roma, 9/7/'44.
96 M. e M. Ferrara, op. cit., p. 355; I due dirigenti comunisti riferiscono l'episodio per esaltare l'at.
93 André Kedros, Storia della resistenza greca. Marsilio, Padova, p. 549. teggiamento del sergente americano, che subito dopo volle rimanere un momento solo con Togliatli
94 G. Quazza, Resistenza e Storia d'Italia, ci!. p. 381. per abbracciarlo e chiedergli un autografo. '
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al mantenimento dello status quo, ma anche alla borghesia italiana antipartigiana anzi viene accelerata anche da questo episodio. Gli ar-
aiutata a rimettersi in piedi, avevano creato realmente l'illusione che resti sistematici di partigiani erano cominciati, col plauso del PCI, in
la collaborazione interclassista potesse mantenersi a lungo, se non in- modo selettivo contro frange estremiste e non sempre ben delimitate
definitamente. D'altra parte, anche se con minori illusioni di quelle rispetto al banditismo comune che ovviamente prosperava nel caos
che erano state sciaguratamente riposte nella stabilità della alleanza del"dopoguerra (vedi un ampio comunicato ufficiale, sulle "provoca-
con la Germania nazista, la stessa URSS staliniana aveva considerato zioni in Emilia", che in data 29 ottobre '46 aveva bollato come provo-
l'accordo con le "grandi democrazie" come un'intesa di lungo perio- catori o addirittura neofascisti i numerosi sbandati che avevano' 'per-
do. Per questo il rapidissimo deterioramento dei rapporti tra gli ex- petrato delitti a danno di agrari, professionisti e commercianti
alleati e la conseguente spaccatura delle coalizioni interclassiste crea- onesti"), insinuando naturalmente che tutte queste piccole bande,
te in quel contesto, trovarono particolarmente impreparato il movi- nonché il Movimento di Resistenza Partigiana sorto a Milano per ini-
mento comunista occidentale. ziativa di numerosi ex-partigiani "siano collegati da una direzione
Comunque, sia il PCI sia il PSI affrontarono il dibattito parlamentare unica"97.
sul governo senza tentare una pressione di massa, e anzi utilizzando A partire dalla cacciata dei comunisti dal governo, la repressione si
come argomento principale contro il nuovo governo non la sua carat- estende fino a raggiungere dimensioni di massa (in provincia di Mo-
terizzazione di classe, ma una contestazione della sua legittimità co- dena, 3.500 fermi o arresti su un totale di 18.411 partigiani, pari cioè
stituzionale (in senso lato, perché la Costituzione non era ancora ter- al 20% circa)98.
minata). Sia Togliatti che Nenni, nelle sedute dell' Assemblea Costi- Il vero test della portata della sconfitta subita (e consolidata con la
tuente del 19 e 20 giugno '47, sostengono che il governo debba essere passività immediatamente successiva alla cacciata dal governo) si
composto da tutte le forze parlamentari, anche perché l'Assemblea avrà il 18 aprile 1948, quando dopo molti rinvii si hanno le prime ele-
costituente non potrebbe a rigore neppure votare la fiducia al gover- zioni generali per Camera e Senato nel quadro della nuova Costituzio-
no essendo priva di poteri legislativi (che fino alla elezione delle due ne repubblicana. La lista unitaria presentata da PSI e PCI avrà un tra-
camere, che avverrà il 18 aprile, sono affidati al governo). collo pauroso, anche in molte città industriali, e la DC avrà addirittu-
"A Montecitorio noi facciamo la Costituzione, mentre le leggi le fa il ra la maggioranza assoluta degli eletti nelle due Camere (passando dal
governo", afferma Nenni; quindi il vero parlamento non è a Monteci- 35% al 48,5% dei voti). Per giunta compaiono numerose liste aperta-
torio ma al Viminale, e quindi"il governo non può essere di parte o mente fasciste, a partire dal MSI, che raccoglierà però solo 526.670
di classe, ma deve essere rappresentativo di tutte le forze democrati- voti, perché il grosso dell'elettorato di destra è stato attratto dalla DC,
che del Paese" . Ma i giochi sono fatti, e su questi argomenti formali è che si presenta come il baluardo anticomunista ed ha all'attivo la li-
difficile sviluppare una mobilitazione di massa. Il governo sarà tem- quidazione indolore della partecipazione comunista e socialista al go-
poraneamente un monocolore DC con qualche "tecnico" liberale, e verno.
appoggiato da liberali, monarchi ci e qualunquisti (i socialdemocrati- Il segno piu grave del massiccio spostamento a destra fu l'arretra-
ci, che sono una pedina importante nell'operazione, non se la sentono mento della lista del Fronte Democratico Popolare, che ebbe appena il
ancora di assumere direttamente la corresponsabilità di governo; en- 31 % rispetto al 40% conseguito nel' 46 dai due partiti separati nelle
treranno a dicembre, insieme ai repubblicani). elezioni del 2 giugno (che pure erano state considerate un test defor-
Nel giro di pochi mesi la restaurazione sarà piena e totale. L'ultimo mante, che aveva dato un risultato inferiore alle previsioni e alla for-
prefetto di origine partigiana, Ettore Troilo, viene destituito alla fine za reale di mobilitazione dei due partiti e soprattutto del PCI in quella
di novembre, di sorpresa, a Milano, provocando una mezza insurre- fase).
zione in sua difesa (con occupazione degli edifici pubblici e dei punti Le spiegazioni ufficiali attribuirono il risultato "all'intervento del cle-
nevralgici, compresi telefoni e radio, da parte di 5.000 ex-partigiani e ro, dello straniero e delle autorità di governo per coartare la volontà
decine di migliaia di operai). Ma è solo un'indicazione della straordi-
naria disponibilità di energie per una politica piu decisa ed energica. 97 La politica dei comunisti, cit., pp. 140-148.
L'episodio rimane isolato e quindi fallisce l'obiettivo. La repressione 98 P. Secchia, La resistenza accusa, Mazzotta, Milano, 1973, p. 72.
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degli elettori" e Togliatti defini drasticamente le elezioni "né libere, che lo eguagli per ampiezza, slancio, spontaneità... Occorre soprattutto tener pre-
sente che non fu preparato, che non fu preceduto da alcun lavoro di organizzazio-
né democratiche". Ma nessuna di queste argomentazioni spiegava ne" 100.
perché queste manovre avevano trovato una rispondenza di massa,
perché si era indebolita l'area di consensi intorno ai partiti di sinistra, Per ammissione unanime degli stessi avversari politici, lo sforzo del
perché settori larghi delle stesse masse operaie e contadine avevano gruppo dirigente fu solo teso a far rientrare la protesta, a incanalarla,
perso la fiducia nella lotta e cominciavano a rivolgersi verso i partiti ad esempio facendo camminare per chilometri e chilometri sotto il
del sottogoverno, della corruzione, del paio di scarpe in cambio di un sole i 200.000 manifestanti romani, mandando li a sfilare intorno al
voto. Soprattutto nel Sud, il PCI era diventato il capro espiatorio di Policlinico per sottrarli alle piazze romane che avevano sanguinosa-
una politica che in misura notevole aveva solo subito e anzi cercato di mente conteso alla Celere (il primo morto operaio fu a poche centi-
contrastare in parte dall'interno del governo, ma che aveva difeso ze- naia di metri da Montecitorio, in Piazza Colonna).
lantemente tra le masse, attirandosi gli odi che proprio i maggiori re- Le fabbriche del Nord furono in gran numero occupate e spesso pre-
sponsabili della situazione attizzavano giocando su tavoli diversi. sidiate con le armi rapidamente disotterrate (varie testimonianze con-
fermano che spesso i nascondigli erano nelle stesse fabbriche). In una
Il 14 luglio 1948 recente intervista a la Repubblica, Luigi Longo ha ricordato che tutto
il gruppo dirigente, senza eccezioni, si ritenne vincolato dalle ultime
Il disorientamento e la passività che hanno reso sostanzialmente in- parole sussurrate da Togliatti a D'Onofrio e a Scoccimarro, prima di
dolore l'allontanamento del PCI dal governo hanno probabilmente andare sotto i ferri: "State calmi, non perdete la testa".
indotto la borghesia a farsi qualunque illusione e a tirare la corda piu
Anche senza perdere la testa, il gruppo dirigente si trovò sull'onda di
del dovuto. Il clima di caccia al comunista si fa rapidamente isterico,
assume quasi toni "greci", e sempre piu spesso si parla apertamente uno sciopero generale ad oltranza, che in molte città e anche in mol-
tissimi centri minori assunse caratteristiche insurrezionali. Il bilancio
di mettere fuori legge il PCI, con polemiche vivaci tra chi ritiene indi-
ufficiale parla di 20 morti, 600 feriti, oltre 7.000 lavoratori arrestati
spensabile farlo con leggi straordinarie e chi invece sostiene che si
nel periodo immediatamente successivo le altri ancora saranno colpi-
possano usare le leggi ordinarie della Repubblica (che, vedi caso, sot-
ti piu tardi, passata la grande paura). I morti sono relativamente po-
to la vernice di proclamazioni platoniche del preambolo costituziona-
chi, anche perché in molti casi la polizia è rimasta disorientata
le, sono rimaste in gran parte quelle del codice fascista Rocco, ed ef-
dall'ampiezza delle mobilitazioni e si è anche fatta disarmare. A Ge-
fettivamente si prestano senza bisogno di eccessive modifiche a un
nova, già alle 15 del pomeriggio dello stesso 14 luglio, una prima ca-
pesante uso repressivo!. Tuttavia la forza della classe operaia e degli
mio netta è stata presa dai dimostranti e bruciata, mentre poco dopo
altri strati sfruttati che era emersa nella grande ascesa rivoluzionaria
vengono catturate in via XX Settembre 5 autoblinde della polizia, i
del' 43-44, è stata mal utilizzata, in parte logorata, in parte dispersa o
cui occupanti vengono portati in una "prigione del popolo" nel palaz-
frammentata, ma non è stata distrutta. Lo si vedrà quando un fanati-
zo delle poste presidiato. In tutte le città chiodi. a quattro punte bloc-
co anticomunista, Antonio Pallante, tenta di uccidere con quattro col- cano istantaneamente tutte le vie d'accesso, mentre accanto alle armi
pi di Smith and Wesson Palmiro Togliatti mentre esce da Montecito-
dissotterrate compaiono sempre piu frequentemente armi nuove
rio. Entro un'ora la capitale, e nel giro di un paio d'ore tutto il Paese,
sono paralizzati da uno sciopero generale che nessuno ha proclamato strappate a commissariati o ad agenti isolati. Scontri a fuoco ci sono a
Taranto, a Venezia, a Livorno, ad Abbadia San Salvatore, dove gli in-
e che ci vorrano 36 ore per cominciare a fermare. Pietro Secchia lo ha
sorti hanno occupato una importante stazione telefonica sull' Amiata,
definito' 'il piu imponente, il piu spontaneo, il piu forte che la storia
attraverso cui passano gran parte delle comunicazioni tra il Nord e il
del movimento operaio ricordi"99.
Sud. Per riconquistare Abbadia, come altri piccoli centri completa-
Sull' Unità, sempre Secchia aggiunse: mente in mano agli insorti, occorreranno vere e proprie operazioni
"se guardiamo gli stessi scioperi generali del 1919-20, non ne troviamo nessuno militari in grande stile101.
99 P. Secchia. La resistenza accusa, cit., p. 58. 100 M. e M. Ferrara, Conversando con Togliatti, ci!. pp. 378-379.
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Il giorno 1510 sciopero è talmente violento e massiccio che i dirigenti naio '48 e il settembre '54, in cui vengono arrestati anche, per azioni
della CGIL (che non l'hanno proclamato I non tentano neppure anco- di guerra, 1.697 partigiani, dei quali 884 condannati a 5.806 anni di
ra di fermarlo. Il giorno 15 il gruppo dirigente del PCI è cosi sgomen- carcere; i dati sarebbero parziali perché riferiti solo a 38 province) 103.
to e incapace di dare indicazioni che non esce neppure l'Unità (che I dirigenti del PCI e del PSI sostennero allora, e hanno ribadito in segui-
aveva fatto tre edizioni straordinarie il giorno primal e solo in serata to, che il loro comportamento prudente il 14 luglio evitò una tragedia,
viene annunciato che lo sciopero si dovrà concludere alle ore 12 del dato che c'era "il sospetto che l'attentato fosse stato organizzato ap-
giorno 16. In realtà continuerà quasi ovunque ancora per ore e anche posta per far cadere il partito nella trappola di un movimento incon-
per giorni, ovviamente senza prospettiva alcuna, e anzi con l'amarez- sulto, e poi scagliarsi sopra le sue organizzazioni e tentar di schiac-
za di vedere che le eroiche iniziative locali rimangono senza coordi- ciarle" 104.
namento, senza uno sbocco, senza un minimo di proiezione politica Ma rimane il fatto, abbondantemente verificato, che la borghesia e il
nazionale. I dirigenti del PCI e del PSI e quelli della CGIL ancora uni-
taria (si romperà poco dopo, anche col pretesto della adesione allo suo maggior partito si scagliarono ugualmente contro le organizzazio-
sciopero spontaneo per Togliattil tenteranno invano di trattare col go- ni operaie, "tentando di schiacciarle". Non si trattava tanto "di ap-
verno, di cui hanno chiesto inizialmente le dimissioni e da cui mendi- profittare del momento buono" il 14 luglio (come peraltro pensarono
cheranno successivamente un gesto distensivo, che dalla richiesta in- ingenuamente quei proletari romani che insistentemente chiesero a
D'Onofrio: "A d'Ono', dacce er via"). quanto di utilizzare sistemati-
termedia delle dimissioni del sanguinario ministro degli Interni Scel-
ba si ridurrà alla generica richiesta di ' 'un cambiamento di situazione camente l'enorme potenziale di lotta emerso in mille episodi sponta-
per ristabilire un regime di libera convivenza", come dichiarò lo stes- nei di quegli anni, e di cui lo sciopero generale del 14, 15 e 16 luglio
fu un macroscopico rivelatore.
so Di Vittorio reduce dall'incontro. Ma il governo - riunito in seduta
permanente - non cede di un palmo, e mano a mano che si rende
conto del carattere spontaneo e scollegato degli episodi insurreziona- Cos'è rimasto di quel triennio?
li, indurisce il suo atteggiamento, dichiarando che dal momento che Il significato della Costituzione
la CGIL era andata contro il governo, "a sua volta il governo sarebbe Il bilancio dei tre anni di partecipazione comunista e socialista al go-
andato contro la CGIL" 102. Invano, nella seduta parlamentare del 16 verno di unità nazionale può apparire forse troppo sommariamente
luglio, Di Vittorio cerca di dimostrare che la CGIL si è inserita sullo
negativo da quanto abbiamo messo in evidenza finora. Tuttavia, an-
sciopero esattamente per poterlo poi "tenere in pugno". Nenni nella che gli scritti piu smaccatamente apologetici, come abbiamo già os-
stessa seduta afferma che " è vera ottusità politica e morale il non servato, si tengono sul vago per quanto riguarda il bilancio di quel pe-
aver compreso da parte del governo il significato della decisione pre- riodo: un esempio tipico è il capitolo su Rivoluzione antifascista e tran-
sa dalla CGIL in contrasto con la volontà della classe operaia". Il go- sizione al socialismo in Italia - 1944-47,nel libro di Giuseppe Vacca su
verno ha deciso di approfittare della dispersione del movimento e di Togliatti, che valorizza come conquista fondamentale del periodo la
sferrare un colpo duro all'insieme del movimento operaio, senza te- "Costituzione programmatica", premessa di una "democrazia pro-
ner conto delle "benemerenze" acquisite dai suoi dirigenti come gressiva" 105.In realtà i trenta anni successivi non hanno confermato
"pompieri" e preoccupandosi di disarticolare al massimo soprattutto troppo il carattere "progressivo" della democrazia repubblicana: ci
la struttura sindacale. Oltre alla scissione già in preparazione, ci pen- sono voluti rispettivamente 8 e 22 anni perché venissero attuate le
serà Scelba a togliere di mezzo un gran numero di avanguardie ope- due maggiori novità della Costituzione, la Corte Costituzionale e le
raie e contadine (Sereni fornisce la cifra di 75 morti, 5.104 feriti, Regioni, e gran parte delle trasformazioni in senso democratico di
148.269 arrestati, 61.243 condannati a 20.426 anni di carcere e 18
questi ultimi anni (dallo Statuto dei lavoratori al divorzio, al sindaca-
condanne all'ergastolo per conflitti di lavoro nel periodo tra il gen- to di polizia, alla liberalizzazione dell'etere) sono state il sottoprodot-
101 Renzo Del Carria, Proletari senza rivoluzione, storia delle classi subalterne in Italia. Savelli, Roma, 103 R. Del Carria, op. cit., p. 212.
1976, voI. IV, pp. 200.211. 104 M. e M. Ferrara, op. cito pp. 379-380.
102 Ibidem, p. 207. 105 Giuseppe Vacca, Saggio su Togliatti e lo tradizione comunista, De Donato, Bari, 1974, pp. 278 sgg.
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to in riforme di una poderosa ondata che ha scosso tutto l'assetto so-
"enunciazioni propagandistiche della prima parte, che, pur non essendo arretrate ri-
ciale e politico italiano, a partire dal 1968, in una prospettiva poten- spetto alla maggior parte delle costituzioni occidentali, sono, da un lato, il frutto di
zialmente tutt'altro che riformista e con un ruolo inizialmente margi- un non brillante né originale compromesso teorico fra la tradizione cattolico-
corporativa popolare e quella marxista, dall'altro l'alibi per avviare una politica di
stra. o addirittura frenante delle maggiori forze politiche della sini-
nale
congelamento della Carta, quale effettivamente De Gasperi mise subito in
atto" 107.
Eppure raramente - anche nelle esaltazioni propagandistiche meno
rigorose - si può valorizzare qualche altro risultato positivo di quel Piero Calamandrei, erede della tradizione gobettiana, era stato piu
triennio la meno che non si voglia, del tutto scorrettamente, attribui- drastico nel giudicare il testo costituzionale, osservando che "per
re al merito della partecipazione comunista al governo quelli che fu- compensare le forze di sinistra di una rivoluzione mancata, le forze
rono i risultati generali dell'ondata rivoluzionaria che spazzò via il fa- della destra non si opposero ad accogliere nella Costituzione una rivo-
scismo, e che, nonostante tutte le velleità democristiane degli anni luzione promessa" IO!!. Altri criticarono soprattutto il "compromesso"
successivi, impedf una completa restaurazione totalitaria). Non dipe- del PCI con la DC sul famoso articolo 7 che inseriva il Concordato tra
se certo dalla partecipazione al governo la conquista della scala mobi- le norme costituzionali (anche se è stato osservato che questa discus-
le, frutto di una poderosa pressione operaia ed anzi già in quegli anni sa ed improvvisa decisione assomigliava ben poco a un "compromes-
intaccata dai primi accordi peggiorativi la volte su proposta delle stes- so", in quanto il PCI dava senza ottenere nulla in cambio, neppure un
se direzioni sindacali, come nel caso della trasformazione dell'inden- po' di gratitudine).
nità di contingenza da uguale per tutti a differenziata proporzional- Piu in generale si può dire, con un certo distacco, che la maggiore
mente alle categorie, sesso, età e regioni, cioè nella forma che sareb-
conquista politica di quel periodo si risolse in due parti nettamente
be stata rimessa in discussione dalla nuova ascesa operaia iniziata nel
staccate, l'una astrattamente progressi sta in termini di proclamazioni
'68 e '69 e modificata radicalmente nella "vertenza generale" del
di diritti senza possibilità di concretizzazione, l'altra assai piu mode-
1974, l'ultima delle grandi lotte di questo ciclo).
sta, concreta e niente affatto progressista. Il 7 febbraio 1948, una sen-
Nulla di concreto fu allora raggiunto sul terreno della cosiddetta "de- tenza fondamentale delle sezioni riunite della Corte di Cassazione for-
I
mocratizzazione dello Stato", allora ed oggi cavallo di battaglia essen- niva una interpretazione gravida di conseguenze sulla portata delle
ziale del PCI. Che tipo di forze armate, di polizia, di servizi segreti, di diverse parti della Costituzione, distinguendo tra norme "program-
magistratura siano stati rimessi in piedi è stato verificato in modo co- matiche" e "precettizie", e suddividendo queste ultime a loro volta in
stosissimo nei decenni successivi. Anche su questo terreno, le modifi- "complete" e "incomplete", precisando che le sole norme precettizie
cazioni profonde che hanno investito una parte della magistratura e complete abrogano le leggi preesistenti eventualmente contrastanti,
degli strati inferiori dell'apparato militare e repressivo in questi ulti- mentre tutte le altre hanno un platonico valore di orientamento: è la
mi anni sono assai piu legati alla profondissima crisi politica e morale chiave per il mantenimento di gran parte della legislazione fascista e
della borghesia, dei suoi valori, della sua ideologia, e ai riflessi della prefascista, che rimarrà operante anche se in palese contrasto con lo
nuova ascesa operaia in Italia e in Europa, che alle premesse astratta- spirito della Resistenza, a cui la Costituzione voleva originariamente
mente iscritte nei preamboli "programmatici" della Costituzione. In richiamarsi.
realtà, se Vacca arriva con molta fantasia a vedere nella Costituzione
In ogni caso nulla rimaneva degli organismi unitari nati nella Resi-
una "rielaborazione originale e un adattamento alla situazione italia-
stenza, liquidati insieme al governo Parri e comunque bloccati e
na di un altro classico esempio di strategia leninista, tratto dall'espe- svuotati di ogni autorità fin dai primi giorni successivi alla Liberazio-
rienza della NEP" 106,ben diverse sono le valutazioni di giuristi come ne. Piu volte sono emersi accenni autocritici, anche pesanti, a questo
Massimo Severo Giarinini o di politici democratici come Calaman-
proposito, sia in "oppositori" come Donini 109,sia anche in dirigenti
drei, o storici come Guido Quazza, il quale concorda con il giudizio
dato da M.S. Giannini sulle
107 G. Quazza, Resistenza e Storia d'Italia, cil. p. 438.
108 lbidem.
106 Ibidem, p. 279. 109 Si veda ad esempio l'intervista all'''Espresso a proposito" raccolta di scritti di Secchia "Chi so-
no i comunisti", Mazzotta, Milano, 1977.
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-Il!.
rigorosamente in linea, come Pajetta, che pure scrisse nel 1971: sue grandi ali, si addivenisse ad un preciso compromesso. La natura del compromes-
"non si riusci neppure a tenere il congresso nazionale del CLN, che pure era stato so non poteva essere basata che su questi punti: rinunzia a impostazioni economi-
previsto e da noi richiesto... Che il veto democristiano e liberale sia passato senza che di tipo rivoluzionario; direzione della vita economica -
e quindi anche del risa-
una resistenza effettiva, senza una piu dura lotta politica e, soprattutto, senza un namento finanziario e della ricostruzione -
lasciata, nei punti decisivi, alle forze
appello alla base, dimostra come una incomprensione del valore di questi strumen- conservatrici; impegno di tutti i partiti alle soluzioni politiche fondamentali; difesa
ti per far crescere e radicare un movimento democratico popolare ci fosse anche sul terreno sindacale da eventuali conseguenze, minacciosamente antisociali e anti-
nel nostro partito. Va ricordato che il tema generale era quello dell'alleanza dei par- nazionali, di una politica economica conservatrice che venisse improntata a un li-
titi di massa, e che sulle questioni del CLN non poche erano le resistenze di fatto berismo sfrenato; perciò libertà di azione sindacale, riforme minime, sul terreno
degli stessi socialisti, che vedevano in ogni movimento di democrazia diretta una agrario e, contemporaneamente, sviluppo dell'iniziativa popolare per sopperire in
posizione che offriva vantaggi al nostro partito piu di quanto avrebbe potuto le di qualche modo alle necessità piu urgenti e venire incontro all'angosciosa situazione
fatto cosi fuI il confronto elettorale" 110. delle masse... Il compromesso lasciavaaperte, quindi, due prospettive: quella della
democratizzazionedel paese nel suo complesso, permettendo il conseguimento de-
Ma in realtà, tanto in questo raro momento di riflessione di Pajetta, gli obiettivi politici fondamentali, e quella della democratizzazionedegli stessi con-
quanto in altri piu sistematici e continuativi del filone "secchiano", servatori italiani, ove avessero saputo, e voluto, prendere coscienza delle condizio-
manca completamene l'ipotesi di una alternativa globale alle scelte ni reali della vita economica e della lotta politica in Italia. Il compromesso del fron-
te antifascista apriva una grande ipoteca, garantita dalla possibile intelligenza pos-
fatte: il dubbio è se, valorizzando un po' piu i CLN e altri istituti piu o seduta dai conservatori italiani. Disgraziatamente si deve riconoscere, oggi, che
meno di democrazia diretta, si sarebbe potuto allargare qualche spa- mai ipoteca fu peggio garantita" 111 .
zio, ampliando i margini della democrazia borghese e contenendo un
po' l'offensiva restauratrice. È, in definitiva, un'ottica angusta, che È un brano verosimilmente attribuibile a Togliatti, dicevamo, perché
minimizza lo scontro di classe che attraversò tutta la Resistenza e si rivela la capacità (che pochi altri dirigenti del PCI ebbero) di lasciar
protrasse e acutizzò nell' Assemblea costituente. Da quello scontro cadere in certe occasioni le abituali mistificazioni propagandistiche,
non sarebbe stato comunque possibile uscire senza la vittoria recuperando in pieno la lucidità analitica. Ma concordiamo piena-
dell'uno o dell'altro campo, una volta finite le condizioni eccezionali mente con il secco giudizio con cui Livio Maitan ha commentato que-
che avevano costretto la classe dominante a fare buon viso a cattivo sto passo:
gioco e accettare la scomoda e insicura collaborazione con i propri av- "Questo si chiama parlar chiaro: e questo parlar chiaro spazza via tutte le variazio-
versari di classe. ni teoriche, rivelandone il carattere strumentale. Il presupposto di tutta una politi-
ca è qui espresso nella sua sostanza.
Ben piu lucida, anche se senza nessuna implicazione pratica, la rifles- Ora nessuno vorrà, in nome di una pretesa ortodossia marxista e leninista, respin-
sione che comparve in un editoriale di Rinascita nell'agosto del 1946 gere il compromesso in quanto tale. Ma c'è compromesso e compromesso, e in ulti-
(al momento del relativo indurimento sotto l'impatto del risultato in- ma analisi, il giudizio dei fatti è decisivo. Del compromesso di cui parla Rinascita
sufficiente del 2 giugno) e che può essere attribuito con molta proba- chi ha fatto le spese e chi ci ha guadagnato?
bilità a Togliatti. In esso compare per la prima volta, per definire l'in- -
Giudicando con i criteri realistici del marxismo leninismo, non era difficile ren-
dersi subito conto di come sarebbero andate le cose necessariamente. In ogni modo
tesa antifascista, il termine "compromesso", che sarà poi ripreso suc- oggi la risposta si riduce a una constatazione pura e semplice. Sono le forze borghe-
cessivamente da Berlinguer per definire la rinnovata proposta di col- si conservatrici che hanno avuto la meglio perché, pagando un prezzo in fondo sop-
laborazione di classe:
portabile, sono riuscite a ricostruire il loro Stato e la loro economia nonché a ripren-
"Era evidente - ed era anche, bisogna riconoscerlo, normale - che i conservatori dersi in un secondo tempo larga parte di quanto avevano ceduto. Questa è la so-
italiani potessero aderire alla politica delle forze piu avanzate del blocco antifasci- stanza delle cose e lasciamo pure che l'editorialista di Rinascita ironizzi sulla "possi-
bile" intelligenza dei conservatori. Se il discorso concerne l'intelligenza politica,
sta unicamente al patto di avere tra le mani solide garanzie. I conservatori italiani
non è di quella dei conservatori che in questo caso vien fatto di dubitare..."llz.
dovevano assicurarsi che la liquidazione politica del fascismo, il raggiungimento
delle condizioni politiche di un normale sviluppo democratico, non coincidessero con
modificazioni profonde o addirittura rivoluzionarie della struttura economica italiana.
Esistevano tutte le condizioni, dunque, perché, in seno al fronte antifascista, tra le
110 Giancarlo Pajetta, Dalla liberazione al/a repubblica. Le scelte del PCI fino al passaggio all'opPosi-
zione, in AA.VV., Problemi di storia del Partito Comunista Italiano Editori Riuniti, Roma, 1971, pp.
98.99. 111 Rinascita, anno m, n. 8, agosto 1946.
112 L. Maitan, PCI 1944-69, Stalinismo e opportunismo, ci!. pp. 42-43.
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ANTONIO MOSCATO
SINISTRA E POTERE
L'ESPERIENZA ITALIANA 1944 - 1981