Coordinate: 41°52′35.03″N 12°28′47.8″E

Cimitero acattolico di Roma

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Cimitero acattolico di Roma
Vista del cimitero.
Tipocivile
Confessione religiosadiverse dalla cattolica o nessuna
Stato attualein uso
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàRoma
Costruzione
Periodo costruzione1716
Data apertura11 ottobre 1821 (data ufficiale)
Tombe famoseJohn Keats, Percy Bysshe Shelley, Antonio Gramsci, Carlo Emilio Gadda, Emilio Lussu, Dario Bellezza, Andrea Camilleri, Lindsay Kemp, Giorgio Napolitano
Mappa di localizzazione
Map

Il cimitero acattolico di Roma, già cimitero degli inglesi (o dei protestanti, e colloquialmente cimitero del Testaccio o degli artisti e dei poeti[1]) si trova nel rione Testaccio, vicino a Porta San Paolo, a lato della Piramide Cestia.

«Una mescolanza di lacrime e sorrisi, di pietre e di fiori, di cipressi in lutto e di cielo luminoso, che ci dà l'impressione di volgere uno sguardo alla morte dal lato più felice della tomba.»

Vista sulla parte centrale del cimitero.

Nella prima età moderna, mentre Roma si trovava sotto il potere temporale del papa, le norme dello Stato Pontificio vietavano di seppellire in terra consacrata i non cattolici – tra cui i protestanti, gli ebrei e gli ortodossi – nonché i suicidi e gli attori (questi, dopo morte, erano "espulsi" dalla comunità cristiana cittadina e inumati fuori dalle mura o al margine estremo delle stesse). Le inumazioni avvenivano di notte per evitare manifestazioni di fanatismo religioso e per preservare l'incolumità di coloro che partecipavano ai riti funebri.[2] Ancora nel 1821 Sir Walter Synod riuscì a far seppellire la propria figlia in pieno giorno e, per farsi tutelare da eventuali incursioni di fanatici, si fece accompagnare da un drappello di guardie.[1]

Si creò quindi la necessità pratica di individuare appositi luoghi di riposo per queste categorie; un cimitero dedicato agli attori si trovava, ad esempio, fuori Porta Pinciana, dove adesso corre via del Muro Torto. Il cimitero degli ebrei invece era sulla collina dell'Aventino di fronte al circo Massimo: ora vi si trova il roseto comunale.

Nel XVIII secolo la zona del cimitero acattolico era chiamata "prati del popolo romano". Si trattava di un'area di proprietà pubblica, dove si pascolava il bestiame e si conservava il vino nelle cavità createsi nel Monte dei cocci, meta di scampagnate del popolo.[1] Dominava il tutto la Piramide Cestia, che da secoli era uno dei monumenti più visitati dell'Urbe.

Furono gli stessi acattolici a scegliere quei luoghi per le sepolture grazie a una deliberazione del Sant'Uffizio, che nel 1671 acconsentì che ai "Signori non cattolici" cui toccava di morire in città venisse risparmiata l'onta di trovare sepoltura nel cimitero del Muro Torto. La prima sepoltura di un protestante di cui si abbia notizia – ma altre dovettero quasi certamente precederla – fu quella di un seguace del re esule Giacomo Stuart, dal nome di William Arthur, che morì a Roma dove era giunto per sfuggire alle repressioni seguite alle sconfitte dei giacobiti in Scozia. Seguirono altre tumulazioni, che non riguardarono solo cortigiani del sovrano Stuart - cattolico - che si era intanto stabilito a Roma. Il cronista Francesco Valesio riporta per il 1732 la notizia che il tesoriere del re d'Inghilterra, William Ellis, fu sepolto ai piedi della Piramide, accennando a un uso consolidato. Nel tempo l'area aveva infatti acquisito la qualifica di "cimitero degli inglesi" anche se i sepolti non provenivano solo dal Regno Unito.[3]

Le prime sepolture non furono evidenziate da alcuna memoria sepolcrale, il cui utilizzo prese avvio solo nella seconda metà del '700. Così ad esempio avvenne per quella di uno studente di Oxford, chiamato Langton,[1] morto nel 1738 a 25 anni battendo violentemente la testa cadendo da cavallo. Secondo una diceria, Langton aveva avuto un colloquio con il papa, nel quale espresse il desiderio di essere sepolto a Roma presso la Piramide Cestia.[1] Quando, nel 1928, si tennero degli scavi presso la Piramide Cestia, fu ritrovata la tomba di Langton, con la stessa iscrizione che ora è apposta sulla sua lapide.[1]

Per quanto molti abbiano creduto di individuare concessioni papali, il sepolcreto si sviluppò senza alcun riconoscimento ufficiale e solo alla fine del '700 le autorità presero a occuparsene: a essere investiti di funzioni furono autorità sia laiche, nella figura dei Conservatori del Campidoglio, sia ecclesiastiche, Vicario di Roma e Vicegerente. Negli anni 1820 il governo pontificio incaricò un custode di sorvegliare l'area e le funzioni cimiteriali. Il disinteresse pubblico era soprattutto determinato dal fatto che nella mentalità corrente, ove i cattolici concepivano la sola sepoltura nelle chiese, la disponibilità di un cimitero che prevedeva tumulazioni nella nuda terra non veniva considerata un privilegio.[4]

Nel 1803 fu sepolto uno dei figli di Wilhelm von Humboldt, ministro di Prussia presso la Santa Sede, che aveva chiesto un appezzamento di terreno per seppellire sé stesso e i suoi familiari. Questo terreno, che anticamente era delimitato, si trova ora all'interno dell'area cimiteriale e sono rimasti alcuni pilastri della recinzione.[1] Successivamente vi trovò sepoltura anche la moglie del ministro.[1]

All'inizio del XIX secolo nell'area cimiteriale sorgevano solo degli agrifogli, e non vi erano altri ripari per le tombe sparse nella campagna, ove pascolavano le greggi. I cipressi che adornano il cimitero sono stati impiantati successivamente[1].

Negli anni 1820 la parte originaria del sepolcreto fu chiusa e si provvide alla realizzazione di un nuovo "recinto", delimitato oltretutto da mura, che fu poi seguito da altre estensioni.

Nel 1824 venne fatto erigere un fossato che cingeva la parte antica del cimitero. Anticamente erano vietate le croci o le iscrizioni, come in tutti i cimiteri acattolici, perlomeno fino al 1870.[1] Nel 1918 furono vietate le inumazioni.[1]

Da tempo vi sono tombe comuni suddivise per nazioni: Germania, Grecia, Svezia e Romania (destinata ai romeni ortodossi apolidi).[1]

Al 2011 la custodia e la gestione del cimitero erano affidate alle rappresentanze straniere in Italia.

I grandi, centenari cipressi, il prato verde che circonda parte delle tombe, la bianca piramide che svetta dietro la recinzione di mura romane, insieme ai gatti che prendono il sole e passeggiano indisturbati tra le lapidi redatte in tutte le lingue del mondo, conferiscono a questo piccolo cimitero uno stile inimitabile. Come d'uso solitamente nei cimiteri anglosassoni, sono assenti fotografie sulle lapidi.

Come indica il nome ufficiale, il Cimitero acattolico di Roma è destinato all'estremo riposo in generale dei non-cattolici, senza distinzione di nazionalità ma essenzialmente stranieri. A causa dello spazio esiguo a disposizione e per mantenere intatta l'originaria vocazione del luogo solo eccezionalmente viene concessa la sepoltura a italiani illustri che, per la cultura alternativa espressa in vita ("straniera" rispetto a quella dominante), per le caratteristiche della loro opera o per le circostanze della vita siano considerati "stranieri" nel proprio Paese, in particolare nella non adesione al cattolicesimo. Recentemente è molto raro che si aggiungano nuove sepolture anche per gli stranieri, sempre a causa dei limiti di spazio.

Tra loro, i politici Antonio Gramsci (poiché ateo e marito di una donna russa) e Emilio Lussu e altri che hanno ricevuto la concessione, come lo scrittore e poeta Dario Bellezza, gli scrittori Carlo Emilio Gadda e Luce d'Eramo, la stilista Simonetta Colonna di Cesarò e pochi altri. Nel 2014, nonostante la richiesta del Comune di Roma e della Regione, l'amministrazione ha rifiutato la sepoltura nel cimitero acattolico dei due antifascisti Rosario Bentivegna e Carla Capponi.[5] Il 18 luglio 2019 vi sono state portate le spoglie di Andrea Camilleri. L'ultimo è Giorgio Napolitano, l'11º Presidente della Repubblica Italiana, che è sepolto il 26 settembre 2023.

Tomba di John Keats.
Tomba di Percy Bysshe Shelley.
Tomba di Antonio Gramsci.
Angelo del dolore, tomba della famiglia Story
Tomba di Dario Bellezza.
Tomba di Gregory Corso.
Tomba di Walther Amelung.
Tomba di Karl Pavlovič Brjullov.
Tomba di Devereux Plantagenet Cockburn.
Tomba di Belinda Lee.
Tomba di August von Goethe, opera di Bertel Thorvaldsen.
Tomba di Victor Hoving.
Tomba di Hans von Marées.
Tomba di Amelia Rosselli.
Tomba di Feliks Feliksovič Sumarokov-Ėl'ston.

Tra le numerose tombe di personaggi celebri è da ricordare quella del poeta inglese John Keats (1795-1821). Keats morì a Roma di tubercolosi. Il suo epitaffio, che non lo cita per nome, fu commissionato dai suoi amici Joseph Severn e Charles Armitage Brown:

(EN)

«This grave contains all that was mortal, of a YOUNG ENGLISH POET, who on his death bed, in the bitterness of his heart, at the malicious power of his enemies, desired these words to be engraven on his tombstone: Here lies one whose name was writ in water.»

(IT)

«Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua”.»

Poco distante, una lastra marmorea reca la risposta all'epitaffio:

«Keats! Se il tuo caro nome fu scritto sull'acqua, ogni goccia è caduta dal volto di chi ti piange.»

L'amico di Keats, Joseph Severn, nelle sue lettere indica con esattezza la data e l'ora della morte del poeta: Keats sarebbe morto intorno alle undici della sera del 23 febbraio 1821. L'iscrizione sulla sua tomba, tuttavia, riporta la data del 24 febbraio 1821; non si tratta, però, di un errore dell'incisore. A Roma, in quel periodo, il nuovo giorno iniziava nel momento in cui, la sera, le campane suonavano l'Ave Maria, e in tutte le chiese veniva cantato o recitato l'Angelus. Questo avveniva all'incirca mezz'ora dopo il tramonto, quindi anche l'inizio del canto poteva variare a seconda del periodo dell'anno. Severn si attenne al metodo inglese di calcolare l'inizio del giorno, mentre per le autorità romane il giorno del 24 febbraio era già iniziato quando Keats morì, e perciò la data del 24 venne registrata nei documenti ufficiali.

Percy Bysshe Shelley

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Shelley (1792-1822) fu un poeta inglese che annegò nell'affondamento del suo vascello al largo della costa tirrenica fra Portovenere e la Toscana e fu cremato sulla spiaggia vicino a Viareggio, là dove le onde avevano spinto il suo corpo. Le sue ceneri furono sepolte nel cimitero protestante; il suo cuore, che l'amico Edward John Trelawny aveva strappato dalle fiamme, fu conservato dalla vedova, Mary Shelley, fino alla sua morte e quindi sepolto con lei a Bournemouth.

L'epigrafe, in riferimento alla sua morte in mare, riprende tre versi del canto di Ariel dalla Tempesta di Shakespeare:

(EN)

«Nothing of him that doth fade, but doth suffer a sea change, into something rich and strange.»

(IT)

«Niente di lui si dissolve ma subisce una metamorfosi marina per divenire qualcosa di ricco e strano.»

Antonio Gramsci

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La sepoltura di Antonio Gramsci è stata immortalata dai versi di Pier Paolo Pasolini ne Le ceneri di Gramsci:

«Uno straccetto rosso, come quello/ arrotolato al collo ai partigiani/ e, presso l'urna, sul terreno cereo,/ diversamente rossi, due gerani./ Lì tu stai, bandito e con dura eleganza/ non cattolica, elencato tra estranei/ morti: Le ceneri di Gramsci…»

La lapide apposta sopra l'urna contiene le semplici parole "Cinera Antonii Gramscii"; la frase latina è in realtà imprecisa, dovrebbe recitare infatti: "Cineres Antonii Gramscii".

Poiché il cimitero accoglie soltanto i resti di persone non appartenenti alla religione cattolico-romana (sebbene sia stata fatta qualche eccezione per alcune persone famose), potrebbe sembrare che per Gramsci, italiano e battezzato cattolico, la regola non sia stata applicata; in realtà non è così. Le ceneri di Gramsci furono trasferite solo nel 1938 nella tomba di famiglia concessa l'anno precedente a sua cognata, Tatiana Schucht, residente a Roma. Gli Schucht erano cittadini sovietici di confessione ortodossa, e Gramsci aveva diritto a essere sepolto nel cimitero in quanto marito della sorella di Tatiana, Giulia. Alla fine, comunque, nessuno degli Schucht venne sepolto nella tomba di famiglia. Sul retro della lapide, tuttavia, è riportata un'iscrizione commemorativa dedicata al padre delle due sorelle, Apollo Schucht, e alla sorella maggiore Nadine.

William Wetmore Story

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Lo scultore statunitense William Wetmore Story riposa con la moglie Emelyn ed il figlio Josep. Sopra la sua tomba è installata la celebre scultura realizzata dallo stesso Story per la morte della moglie. L'opera, Angel of Grief, raffigura un angelo gemente disteso sul sepolcro. L'artista morì poco dopo averla ultimata.

Elisabeth Wegener-Passarge

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In una nicchia ricavata nelle Mura Aureliane si trova la tomba di Elisabeth Wegener-Passarge (1884-1902), ragazza tedesca morta all'età di diciotto anni, scomparsa a soli quindici giorni dal matrimonio[6]. Era fidanzata con lo scultore tedesco Ferdinand Seeboeck, che scolpì egli stesso il monumento funebre.

L'epigrafe è in lingua italiana e tedesca:

«ELSBETH M. WEGENER PASSARGE/ 5 JUNI 1902/ Ella passò da un dolce sogno d'amore/ alla vita degli angeli!/ Die sanften edlen Züge/ Verewigte in diesem Marmor/ Der Verlobte./ Ferdinand Seeboeck/ (I gentili tratti nobili/ Immortalò in questo marmo/ Il fidanzato./ Ferdinand Seeboeck)»

La fanciulla è ritratta addormentata al capezzale, con le gambe coperte da un lenzuolo, vestita con un corpetto ricamato. La mano sinistra è posata semichiusa sotto il petto. Spesso i visitatori del cimitero sono soliti lasciare un fiore nella mano sinistra della statua. Ciò pare essere legato a una tradizione secondo cui la ragazza defunta esaudirebbe un desiderio a chiunque le offra in dono un fiore[senza fonte].

Rosa Bathurst

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Rosa Bathurst era una ragazza inglese, già orfana di padre, che nel 1824 morì tragicamente appena quindicenne cadendo nel Tevere: a lei il Belli ha dedicato un'elegia. L'epigrafe alla base della tomba induce a meditare sulla caducità e instabilità della vita.[7]

Personaggi illustri sepolti

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A

B

C

D

F

G

H

J

K

L

  • Antonio Labriola (1843 - 1904), filosofo e promotore della dottrina marxista in Italia
  • Belinda Lee (1935 - 1961), attrice cinematografica inglese
  • Maurizio Lodi-Fè (1918-2015), produttore cinematografico italiano
  • Emilio Lussu (1890 - 1975), scrittore, militare e politico italiano

M

N

P

R

S

T

U

V

W

Z

  • Mario Zagari (1913 - 1996), giornalista, politico e partigiano

Colonia felina e tomba del gatto Romeo

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Tomba del gatto Romeo

Nel perimetro del cimitero si trova una colonia felina, una delle tante presenti nella capitale.[10] È infatti molto comune imbattersi in gatti che si aggirano indisturbati fra le tombe. Sempre all'interno del cimitero si può vedere la tomba del gatto Romeo, un esemplare di felino ospite del locale gattile. Pare che in vita sia stato molto amichevole e benvoluto dai visitatori.[11] È situata in un angolo appartato e seminascosto dalla vegetazione, nei pressi del sepolcro di Antonio Gramsci. Sulla pietra sono incisi la sagoma di un gatto, il nome e l'anno della morte (2006).

  1. ^ a b c d e f g h i j k l Autori Vari, Il cimitero acattolico di Roma, Malmö, AB Sllvhrm Tryckerier, 1956.
  2. ^ Il Cimitero Acattolico di Roma, su protestantcemetery.it. URL consultato il 19 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2011).
  3. ^ Amici del Cimitero Acattolico di Roma, Una sepoltura protestante a Roma nel 1720 (PDF), su cemeteryrome.it. URL consultato il 19 settembre 2013.
  4. ^ Antonio Menniti Ippolito, Il Cimitero acattolico di Roma. La presenza protestante nella città del papa, Roma, Viella, 2014.
  5. ^ RomaToday, Niente cimitero Acattolico, le ceneri di Carla Capponi e Rosario Bentivegna riposano nel Tevere, su romatoday.it. URL consultato il 22 gennaio 2016.
  6. ^ Dario Biocca, IL RAVVEDIMENTO DI GRAMSCI, la Repubblica, 25 febbraio 2012.
  7. ^ Bruce Ware Allen, Tiber: Eternal River of Rome, University Press of New England, 2018, p. 236.
  8. ^ Axel Munthe morì a Stoccolma. Dopo la cremazione, le sue ceneri furono sparse in mare. Nel cimitero è ricordato in una lapide. Fonte: sito Find a Grave, la cremazione e la dispersione delle ceneri, la lapide che lo ricorda nel Cimitero romano.
  9. ^ Marco Tiberi, morto a 51 anni lo scrittore e sceneggiatore. Il ricordo dei colleghi: «Non amavi il lieto fine ma così non si può nemmeno pensare», su www.ilmessaggero.it, 23 marzo 2024. URL consultato il 26 marzo 2024.
  10. ^ (EN) Uta Süße-Krause, Katzen in Rom auf dem Cimitero Acattolico, Petersberg, Michael Imhof Verlag, 2018, OCLC 1188512621.
  11. ^ Lilli Garrone, Monica Cirinnà, I gatti di Roma (capitolo "Romeo, una tomba nel cimitero acattolico"), Roma, Newton Compton Editori, 2015.
  • Nicholas Stanley-Price, Il Cimitero Acattolico di Roma. Ripercorre la storia del cimitero della prima sepoltura conosciuto (il 1716), fino ai giorni nostri. Pubblicato dal Cimitero Acattolico di Roma, 2014.
  • Alessandro Rubinetti, Cimitero acattolico. Guida romanzata del cimitero settecentesco di Roma, Iacobelli, 2011.
  • Antonio Menniti Ippolito, Il Cimitero acattolico di Roma. La presenza protestante nella città del papa, Roma, Viella, 2014, ISBN 8867281143.

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