La crisi degli influencer. Lo strapotere degli algoritmi. L'ascesa dei creator. E la fine di un modello di business e di condivisione dei contenuti durato 20 anni. Sono i temi del bookazine trimestrale (edizione estate 2024) di Wired in edicola da alcuni giorni e intitolato “Chi ha rotto i social?”. Come sempre, i temi sono affrontati da molteplici punti di vista e con i contributi dei più importanti esperti del settore. La storia dell’evoluzione dei social e di internet, per esempio, è raccontata dall scrittore Kyle Chayka in modo personale, attraverso ciò che l’autore ha man mano fatto e scoperto, fino alla constatazione che tutti i contenuti sono regolati da algoritmi. Tra gli altri approfondimenti, Davide Piacenza, autore del libro La correzione del mondo, mostra come i social media hanno portato alla polarizzazione totale delle nostre vite, ricablando le menti degli utenti e generando disinformazione, attriti sociali e persino guerre civili. Sofia Torre ci spiega come gli algoritmi si sono insinuati nel modo in cui ci approcciamo alle cause politiche e sociali, cambiando il nostro sguardo sulla società, mentre Raffaele Alberto Ventura racconta come gli effetti dell’uso massiccio dei social network si ripercuotono soprattutto sulle nuove generazioni. Tra le altre firme del numero, gli scrittori Elizabeth Weil, Jay Caspian Kang, Daniele Chieffi e Andy Greenberg, oltre al fotografo spagnolo Fernando Molera, autore di un crudo reportage da un centro cinese di disintossicazione da internet e dai social network. Insieme al numero estivo di Wired, in edicola c'è il consueto allegato business in formato tabloid, dedicato stavolta ai centri di innovazione, ai poli tecnologici, alle startup e alle università del Lazio. Ricordiamo infine che ci si può abbonare a Wired in edizione carta+digitale (18 euro/anno) o solo digitale (9,99 euro/anno) – https://lnkd.in/dZjy2A2U
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Un mondo migliore. Un mondo nuovo. Ogni giorno. Wired, riconosciuto come la “bibbia” della rivoluzione digitale, è sbarcato in Italia nel 2009 ed è oggi diretto da Federico Ferrazza. Tre sono le "anime" del brand: digitale, magazine ed eventi. Il sito Wired.it conta oltre 5.2 milioni di utenti mensili; il nuovo magazine si presenta con un aspetto molto simile ad un libro - un bookazine - di approfondimento monotematico firmato dai protagonisti della rivoluzione tecnologica in corso a livello internazionale; gli eventi avvicinano il grande pubblico al brand e si traducono in manifestazioni sul territorio, tra i più rilevanti merita una menzione il Wired Next Fest. Seguici anche su Facebook, Twitter, Instagram, TikTok, Pinterest e Youtube @wireditalia
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Aggiornamenti
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L'ultimo tentativo per eliminare i vaccini obbligatori, bloccato invero da parti della stessa maggioranza di centrodestra, è arrivato dal senatore leghista Claudio Borghi, convinto che si possa tornare alla semplice raccomandazione per il vaccino quadrivalente. Ovvero quello che protegge contro morbillo, parotite, rosolia e varicella. In altre parole, un ritorno alla situazione antecedente l'introduzione del decreto Lorenzin, che non solo ha reso obbligatori dieci vaccini dell'età pediatrica, ma ha anche vincolato l'iscrizione a scuola all'adempimento di questo obbligo. #vaccini #salute #health
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2 marzo 1994. Un elicottero militare della Guardia di finanza ridenominato Volpe 132 si inabissa in Sardegna, al largo delle coste di Muravera, poco dopo le 19. Nell’impatto muoiono i due piloti Fabrizio Sedda (28 anni) e Gianfranco Deriu (41 anni), di cui non verranno mai trovati i corpi. Del velivolo invece verranno rinvenuti solo pochi frammenti. Cosa è successo? E com’è possibile che un velivolo militare posso fare questa fine? Il Volpe 132 stava effettuando una missione di ricognizione costiera notturna per la repressione di traffici illeciti organizzata dal comando dell’aeroporto di Elmas (Cagliari). Per questo era affiancato da un’imbarcazione guardacoste della Guardia di finanza (Gdf) ridenominata G63 Colombina, con cui l’elicottero era in costante contatto.
Un elicottero precipita all'improvviso nella notte in Sardegna nel 1994. E trent'anni dopo ancora non sappiamo perché
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È difficile farlo in un minuto ma vi ringraziamo davvero tanto per la grande partecipazione al Wired Next Fest 2024 di Milano. È stato bello, grazie 🫶 Ci vediamo a Rovereto a fine settembre! Il #WNF24 è organizzato con il patrocinio del @comune_milano, in collaborazione con Audi Italia. Grazie a Politecnico di Milano (partner scientifico) e i main partner Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Visa Grazie ai partner del festival: BlackRock, Bosch Italia, Eni, Generali, Università Telematica Pegaso, PagoPA S.p.A., Sisal e Sky Italia. E grazie anche a Brothering Milano (catering partner), NH Hotel Group (hotel partner), Caffè Moak S.p.A. (coffee partner), Urbanvision (media partner), Piano B (production), RTL 102.5 (radio partner), Holding Terra Moretti (wine partner), LIU JO Living (living design partner), Ape Milano (party partner) e Gamers Arena (gaming partner).
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Il 3 luglio segna per l’Unione europea l’inizio dell’obbligo a vendere solo contenitori per le bevande in plastica che presentino un tappo progettato per rimanervi attaccato da un lembo. Come ricorda l’agenzia Ansa, si tratta del cosiddetto tappo solidale, inventato al fine di prevenirne la dispersione nell’ambiente e far sì che i consumatori lo smaltiscano insieme alla bottiglia. E voi, che ne pensate di quest'obbligo? Non siete ancora riusciti a bere senza impicciarvi col tappo? Dai, è facile.
I tappi attaccati alle bottiglie diventano un obbligo in Europa
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L’1 luglio 2024 passerà alla storia come il giorno che ha inaugurato la nuova era di Tim, senza rete. In tale data, nello studio milanese del notaio Carlo Marchetti è stato infatti perfezionato l’accordo che prevede la cessione al fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co (Kkr) di Netco, lo spin-off della società di telecomunicazioni che comprende, oltre alla rete fissa, anche Fibercop. Accordo che, come ricorda La Stampa, chiude anche definitivamente le porte della storica sede della società di telecomunicazioni in corso d’Italia a Roma.
Come cambia Tim, che adesso è una compagnia telefonica senza rete
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L’influencer economy, percepita quasi come un effetto secondario della rivoluzione digitale, è il fenomeno che ha sconvolto lo stato della società negli ultimi vent’anni, con la creazione di identità individuali e collettive dal nulla e la loro monetizzazione, l’invenzione di nuove carriere e un approccio al lavoro completamente diverso, più amatoriale e meno istituzionale. Ha risemantizzato la definizione di popolarità, intrattenimento e autenticità: le piattaforme social hanno permesso a chiunque di accumulare follower e fan, e gli influencer sono riusciti a raggiungere milioni di persone a un costo decisamente inferiore rispetto a una vecchia campagna pubblicitaria. Per un attimo sembrava realizzarsi il sogno di un’imprenditoria digitale democratica e meritocratica: d’altronde gli influencer vendevano sé stessi e il loro stile di vita, percepito più autentico perché orizzontale e diretto. Parrebbe quasi inverosimile che tale rivoluzione sia passata dai profili Instagram di quelle che prima erano fashion blogger e beauty vlogger. Fa effetto rivedere per esempio il vecchio profilo Flickr di Chiara Ferragni, aperto prima ancora di The Blonde Salad: si discostava totalmente da chi postava paesaggi e tramonti, pubblicava una sorta di diario fotografico in cui esibiva il viso da Barbie, i ciondoli Tiffany, le sciarpone con i teschi, le borse Balenciaga forse comprate su eBay. Nessuno aveva il numero di mi piace e commenti che aveva lei. Nessuno aveva neanche il numero di hater che aveva lei: ma proprio la polarizzazione era la chiave del successo online. L’importante era mantenere gli hater fuori dalla propria community, farli passare per invidiosi e misogini; la community invece veniva coccolata, stabilendo un rapporto di fiducia reciproca con un patto di fede: tu mi dirai come vestirmi, cosa mangiare, che esercizi di ginnastica fare, dove andare in vacanza; ci renderai partecipi della tua vita, dalle storie d’amore ai figli e noi ti daremo la massima fiducia, anche in presenza dell’hashtag #adv. [Questo articolo è originariamente apparso su Wired n.109, in edicola ora]
L'epoca degli influencer è davvero finita
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Le aziende non trovano circa metà dei laureati che cercano. Avviso di cui tenere conto per le future matricole. Gli studenti che in questo momento sono alle prese con gli esami di maturità, molto presto si troveranno a dover fare una scelta importante per la loro vita. Infatti, nel corso dell’estate dovranno decidere a quale università iscriversi e, quindi, da quale porta fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro. Questa decisione viene indirettamente influenzata anche dalla tenuta economica del nostro paese. E per prenderla in maniera totalmente conscia, diventa utile analizzare il report 2023 che Unioncamere ha realizzato in sinergia con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali sulle opportunità di lavoro per i laureati. Nel dettaglio, lo scorso anno le imprese italiane dell’industria e dei servizi hanno pianificato l’assunzione di oltre 768mila laureati, un dato pari al 13,9% dei 5,5 milioni totali di contratti di lavoro programmati. Allo stesso tempo, esse hanno però fatto fatica a trovare quasi la metà dei laureati ricercati, ovvero 376mila figure professionali.
I 10 profili di laureati che le aziende cercano di più (e che non trovano)
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Lo scontro tra Unione europea e Apple sale di livello. E fa sospettare che il colosso di Cupertino sia la testa d’ariete di un cambio d’approccio (o forse una ribellione) di tutta la Silicon Valley, di cui a pagare il prezzo sarebbero gli utenti europei. Prima di capire quale sia lo scenario che potrebbe prefigurarsi, riavvolgiamo il nastro di qualche giorno. Lo scorso 24 giugno, l’Unione europea ha annunciato che potrebbe a breve multare Apple per aver violato il Digital markets act (Dma), il nuovo regolamento pensato per incentivare la concorrenza e arginare gli abusi di posizione dominante da parte di Big Tech. La ragione di questa multa – trovate una spiegazione più dettagliata qui – è che, secondo l’Unione Europa, Apple impedirebbe agli sviluppatori di app di indirizzare liberamente gli utenti dell’App Store verso alternative più economiche. Se l’indagine preliminare della Ue venisse confermata, Apple potrebbe ricevere una multa fino a 38 miliardi di dollari (il 10% del suo fatturato annuo, come da termini del Dma).
Apple ha deciso di ribellarsi alle regole dell'Europa?
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Nubi sul mondo delle auto elettriche. Vendite che non soddisfano le aspettative, difficoltà relative alla catena di approvvigionamento, problemi di sicurezza. Sono queste le cause alla base di una vera e propria moria delle case automobilistiche statunitensi produttrici di auto elettriche, tra le quali l’ultima in ordine di tempo, come riporta Il Sole 24 Ore, è la californiana Fisker.
I produttori di auto elettriche che stanno fallendo
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