Evil West - Recensione

A caccia di vampiri nel vecchio west.

Evil West - La recensione

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Un action shooter non troppo originale ma comunque divertente, in cui affrontare orde di nemici in tantissimi combattimenti carichi di adrenalina.
  • La possibilità di combinare diversi tipi di attacchi (in mischia e con le armi da fuoco) impreziosisce un gameplay che non è il più profondo mai visto in un gioco d'azione, ma che sa in ogni caso regalare soddisfazioni.
  • I livelli sono fin troppo lineari e l'esplorazione praticamente non è pervenuta, mentre storia e personaggi non risultano particolarmente memorabili.

Dopo essersi presentata all'inizio dell'anno con Shadow Warrior 3 (Voto: 7.3 - Recensione), Flying Wild Hog è pronta a tornare in scena con un altro gioco, ricco di azione come da tradizione per lo studio polacco ma anche con alcune novità, come la visuale che passa dalla prima alla terza persona e l'ambientazione che ci porta in un western pieno fino al midollo di vampiri e altre minacce sovrannaturali.

Evil West ci vede vestire i panni di Jesse Rentier, cacciatore di vampiri professionista al soldo di un'agenzia (l'Istituto Rentier, fondato dalla sua famiglia) il cui compito è di proprio contrastare qualunque minaccia sovrannaturale che possa mettere in pericolo gli Stati Uniti e i suoi abitanti. Un compito piuttosto impegnativo ma per cui il nostro protagonista è decisamente attrezzato, grazie a un discreto arsenale di armi e strumenti che lo rendono pronto per affrontare qualunque sfida all'orizzonte. E ce ne saranno diverse.

Pugni, calci e proiettili

Per quanto ci sia anche qualche altra attività con cui tenersi impegnati, il nucleo fondante dell'esperienza di gioco ruota indubbiamente attorno ai combattimenti con i nemici: passeremo la maggior parte del nostro tempo saltando da un'arena all'altra e affrontando dozzine (se non centinaia) di avversari per livello, sfruttando il discreto arsenale del nostro protagonista per farci valere tanto in mischia quanto sparando dalla distanza, combinando ai suoi colpi pure alcune abilità come la possibilità di curarsi nel mezzo dell'azione oppure di stordire momentaneamente gli avversari.

 
Avremo armi da fuoco con cui fronteggiare le minacce sovrannaturali della frontiera americana, ma più spesso dovremo affidarci ai nostri pugni.

In effetti, rispetto ad altri giochi sviluppati da Flying Wild Hog, le sparatorie qui hanno un ruolo meno importante e capita più spesso di ritrovarsi a scambiare calci e pugni coi nemici, o di schivare gli attacchi in arrivo scattando (o rotolando) di lato all'ultimo momento. Certo, sta a noi scegliere come gestire gli scontri, ma le armi da fuoco a nostra disposizione non sono tantissime (specie nelle prime fasi della partita), hanno munizioni limitate che ci impediscono di usarle continuamente e in alcuni casi, come per il revolver o la doppietta, non richiedono nemmeno di prendere la mira: quando decidiamo di far fuoco con la nostra rivoltella il nostro avatar aggancia in automatico uno dei bersagli in linea di tiro, mentre la doppietta infligge ingenti danni a chiunque si trovi di fronte a noi, meglio se a pochi metri.

Ci sono comunque alcune armi, come fucile e balestra, che permettono di prendere la mira manualmente e regalano qualche soddisfazione in più a chi vuole colpire dalla distanza e puntare alla testa dei nemici o ad altre parti vulnerabili, ma è evidente che la componente "shooter" del gameplay sia stata un po' semplificata e messa in secondo piano rispetto all'azione in mischia, che evidentemente ha invece ottenuto maggiori attenzioni da parte degli sviluppatori e ci fornisce infatti qualche opzione in più durante le battaglie, tra attacchi semplici e più pesanti, attacchi in salto che permettono di coprire grandi distanze rapidamente, altri con cui scagliare per aria gli avversari e poi colpirli mentre sono ancora in volo o lanciarli contro oggetti dello scenario o altri nemici, oppure ancora attirare velocemente a sé un mostro lontano e stordirlo per poi massacrarlo rapidamente. E ovviamente è possibile combinare ognuno di questi attacchi fra loro per dar vita a combo dal potenziale devastante.

Il gameplay sembra aver tratto una certa ispirazione anche dagli ultimi God of War, per quanto non manchino richiami pure ai recenti Doom (per esempio con una meccanica simile a quella della Glory Kill, con cui eliminare con stile un avversario indebolito e rigenerare al contempo parte della propria salute) e per padroneggiare al meglio il sistema di combattimento pensato dal team polacco saranno necessarie alcune ore, nelle quali capire per bene come combinare le nostre mosse e abilità e quale tattica si adatti meglio al nemico che ci troviamo di fronte, ma una volta imparato come muoversi il sistema ideato da Flying Wild Hog sa senz'altro regalare delle belle soddisfazioni, in scontri numerosi ma per fortuna pure intensi, carichi di adrenalina e divertenti.

C'è una sezione del diario dedicata ai mostri che affrontiamo e che si arricchisce di nuove voci non appena incontriamo nuovi nemici sul campo di battaglia: il primo avversario che intralcerà il nostro cammino non è poi così pericoloso.

Merito anche di un bestiario piuttosto variegato, dato che nelle varie missioni che compongono la nostra partita saremo chiamati ad affrontare numerosi tipi di avversari dalle capacità differenti: si parte con umani recentemente infettati dal morbo vampiriresco, lenti e impacciati nei movimenti e incapaci di costituire una grande minaccia a meno di non contare su numeri soverchianti, passando per kamikaze da eliminare prima che si avvicinino troppo, mostri volanti che colpiscono da lunga distanza, colossi in grado di resistere a molti dei nostri attacchi e che si proteggono frontalmente con uno scudo, vampiri di alto rango capaci di sferrare attacchi devastanti in mischia o da lontano e capaci di volare velocemente da un punto all'altro del campo di battaglia, e tanti altri ancora.

A tutto ciò si aggiunge poi qualche potenziamento da sbloccare nel corso della partita: possiamo spendere i nostri soldi (che troviamo esplorando un po' i livelli) per migliorare le nostre armi, oppure spendere alcuni punti bonus (che sblocchiamo quando otteniamo abbastanza esperienza da passare di livello) per sbloccare nuove abilità o capacità che aumentano le possibilità offensive e difensive a nostra disposizione. Niente di troppo complicato, ma un'aggiunta comunque utile a fornire un qualche senso di progressione durante l'avventura.

Non solo combattimenti

Quello di Evil West non è probabilmente il sistema di combattimento più complesso mai visto in un gioco d'azione, ma il lavoro svolto dal team è comunque convincente. Un po' meno soddisfacente è la navigazione ed esplorazione dei livelli: sono tutti molto lineari e la sensazione spesso è quella di essere praticamente su binari prestabiliti, senza potersi allontanare dal percorso prestabilito se non di pochissimi metri.

I livelli sanno offrire viste piuttosto suggestive ma non offrono molto spazio per esplorare.

Esistono piccole aree opzionali nelle quali possiamo trovare alcune note che ci raccontano qualche dettaglio in più sul mondo di gioco e i suoi abitanti e soprattutto forzieri che nascondono denaro e ogni tanto qualche nuova abilità da sbloccare, ma non servono grandi sforzi per trovare questi "segreti" disseminati nei livelli (anzi) e una volta fatto si torna subito sulla via principale per arrivare alla prossima arena e al prossimo combattimento. Accade anche regolarmente che, una volta che ci siamo spinti in avanti sul sentiero corretto per proseguire nella missione, ci venga negata la possibilità di tornare sui nostri passi per dare un'occhiata a quell'area opzionale che ci siamo lasciati alle spalle ma che volevamo esaminare sperando di trovarvi qualcosa di utile. Insomma, diversamente dagli scontri, l'esplorazione non regala grandi gioie ed è evidente che gli sviluppatori si siano limitati al compitino su questo versante.

C'è invece una buona varietà nei paesaggi che attraversiamo di missione in missione, che ci portano tra location e scenari tipici dei western ma anche in ambienti rivisitati in una chiave un po' più cupa e talvolta macabra. La grafica non è chiaramente al livello delle maggiori produzioni a tripla-A, ma sa in ogni caso offrire degli scorci più che piacevoli in più di un'occasione e le prestazioni si sono mantenute sempre piuttosto stabili, almeno durante la mia prova. Peraltro, se avete intenzione di giocarlo su PC potete anche scegliere di attivare soluzioni come il DLSS di NVIDIA o l'FSR di AMD (a patto di possedere hardware in grado di sfruttare tali tecnologie) per irrobustire ulteriormente il frame-rate, anche nei momenti più concitati.

Per quanto ci siano un buon numero di cut-scene prima, durante e dopo ogni missione, che vengono utilizzate per introdurci alla prossima sfida ma anche per raccontarci la storia o per sottolineare qualche evento (tutti elementi che fanno comprendere come il team abbia comunque profuso degli sforzi anche nell'impianto narrativo), la storia ideata dagli sceneggiatori di Flying Wild Hog non è sicuramente di quelle che ricorderemo negli anni a venire. Non è nemmeno tra le peggiori mai viste in un videogioco, intendiamoci, e ogni tanto può capitare di sorridere per una battuta o quando il protagonista o uno dei comprimari fanno del loro meglio per assumere atteggiamenti da veri "macho", ma è evidente che l'attrazione principale di Evil West sia l'azione piuttosto che la sceneggiatura.

Probabilmente era già chiaro dai trailer, ma la maggior parte del tempo la passeremo in combattimenti come questo. Le chiacchiere non mancano, ma sono secondarie.

Fortunatamente comunque il gioco non si prende mai troppo sul serio e gli autori sembrano essere consapevoli dei loro limiti, o perlomeno di quali siano le priorità per questo genere di progetto, cosa che permette in ogni caso di godersi qualche momento più spettacolare e sopra le righe e per il resto seguire una storia senza particolari guizzi o pretese che è lì soprattutto per fornire un pretesto per menare le mani. Tutto sommato un discorso simile può valere anche per il gioco nel suo insieme: non è l'opera più originale o ambiziosa di questo 2022, di certo non ci troviamo di fronte a un capolavoro in grado di scuotere l'industria dei videogiochi nelle sua fondamenta ma Evil West non aspira nemmeno a essere niente di più che un videogame piacevole e divertente grazie a cui trascorrere una dozzina di ore. E in questo senso Flying Wild Hog è senz'altro riuscita nel suo obiettivo.

Verdetto

Con Evil West, gli sviluppatori di Flying Wild Hog han dato vita a un gioco in cui sparatorie e scazzottate si uniscono in un mix intrigante e divertente. Il combat system non è tra i più stratificati mai visti in un gioco d'azione ma è comunque soddisfacente: tra armi, abilità e altri strumenti a disposizione, c'è abbastanza varietà (anche in termini di nemici contro cui lottare) da mantenere sempre una certa freschezza. Fuori dai combattimenti le cose si fanno decisamente meno interessanti, con i livelli che risultano fin troppo lineari e limitati, mentre un'esplorazione più approfondita e soddisfacente avrebbe potuto valorizzare meglio ogni location e fornire qualche motivo in più per rivisitarle in una nuova partita.

In questo articolo

Evil West

Flying Wild Hog | 22 Novembre 2022
  • Piattaforma
  • XboxOne
  • XboxSeries
  • PS4
  • PS5
  • PC

Evil West - La recensione

7.5
Discreto
Un gioco d'azione non originalissimo e senza grandissime pretese ma comunque capace di divertire per tutta la sua durata.
Evil West
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