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Bozzeide
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Bozzeide

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Bozzeide è la raccolta completa di tutti i racconti dello scrittore genovese Paolo Bozzo

Contiene:
La cascata del drago
La ragazza della costa
Il libro bastardo
Genovesi sulla Luna 
Delitto al castello
I fiori del tempo
Una vita precaria - Viaggio semiserio all'interno di una coscienza lavorativa ferita
Ad Monilia
Le mura del cuore


Paolo Bozzo è un giovane autore genovese che cerca di mettere l'anima in ogni suo testo. Di solito risulta molto facile identificarsi nei suoi personaggi. Ma attenti a non ritrovarci troppo di voi stessi.
LanguageItaliano
PublisherPasserino
Release dateMar 11, 2024
ISBN9791223016572
Bozzeide

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    Book preview

    Bozzeide - Paolo Bozzo

    copertina

    Paolo Bozzo

    Bozzeide

    The sky is the limit

    UUID: cf497eb3-f3d8-45c4-95c7-0180843fce0b

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    La cascata del Drago

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    La ragazza della costa

    Il libro bastardo

    Prefazione

    Donne

    Guerre e Politica

    Conclusioni

    Genovesi sulla luna

    Scena 1

    Scena 2

    Scena 3 Parte Prima

    Scena 3 Seconda Parte

    Delitto al castello

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    I fiori del tempo

    Scena 1

    Scena 2

    Scena 3 Parte Prima

    Scena 3 Parte Seconda

    Scena 4 Parte Prima

    Scena 4 Parte Seconda

    Scena 5 Parte Prima

    Scena Quinta Parte Seconda

    Scena Sesta Parte Prima

    Scena Sesta Parte Seconda

    Scena 7 Parte Prima

    Scena 7 Parte Seconda

    Scena 8

    Scena 9

    Scena 10

    Eternità

    Una vita precaria

    Introduzione

    Un lavoro da cani con un cane al tuo fianco

    La megalomania avanza

    Inizia una nuova vita

    Tempi difficili – Paolo vs la burocrazia

    Conclusioni

    Ad Monilia

    Le mura del cuore

    Prologo

    Introduzione

    Scena prima

    Scena seconda

    Scena terza

    Scena quarta

    Scena quinta

    Scena sesta

    Scena settima

    Scena ottava

    Scena nona

    Scena decima

    Scena undicesima

    Scena dodicesima

    Scena tredicesima

    Epilogo

    La cascata del Drago

    Capitolo 1

    La scuola imperiale viveva quel giorno una di quelle giornate

    particolari in cui la solita tranquillità veniva turbata dall'arrivo

    dei nuovi bambini che dovevano iniziare il loro percorso di

    addestramento. Oramai i veterani si erano abituati ad assistere a quel trambusto

    che avveniva ogni anno all'inizio della primavera e ben ricorda

    vano quando era toccato a loro.

    La dinastia Ming regnava oramai da una ventina d'anni e una

    delle sue prime scelte era stata quella di ripristinare l'antica

    tradizione del Mai – Tong.

    Il Mai - Tong era una filosofia antichissima improntata al

    sacrificio del singolo per il bene dello stato ed in particolare

    per il bene dell'Imperatore vero Dio in terra che regnava e

    doveva proteggere tutto il popolo.

    In base ad essa si preparavano i bambini più dotati fin dalla

    più tenera età per entrare al servizio dello stato.

    C'erano le scuole per diventare amministratore provinciale,

    quelle da cui proveniva il corpo diplomatico, quelle che crea

    vano i funzionari commerciali e appunto, forse le più importan ti, quelle atte a formare il corpo delle guardie scelte del

    Palazzo Celeste.

    Questi bambini e queste bambine dovevano superare una

    durissima selezione e anni di addestramento per essere pronti

    un giorno a morire per proteggere l'Imperatore.

    La nostra scuola, appunto, apparteneva a ques'ultimo tipo e

    quella mattina appena dopo l'alba si aprirono le porte e

    subito ne varcò la soglia uno degli insegnanti anziani seguito

    in una rigida e marziale fila da una ventina di bambini spauriti

    e timorosi. Quanto dovevano apparire alte le mura della scuola per

    bambini di quell'età strappati alle loro famiglie per un

    destino incerto, non era raro infatti che qualcuno di loro

    morisse durante l'addestramento, o ne uscisse storpio o

    mentalmente distrutto.

    Il Gran Maestro osservava quei piccoli volti sui quali si

    poteva anche scorgere qualche lacrima a stento trattenuta.

    Quante volte aveva osservato volti simili e quante volte

    aveva subito compreso chi ce l'avrebbe fatta e chi no.

    Dopo un primo sguardo alla prima fila il suo sguardo iniziò

    a soffermarsi sulla seconda rimanendo incuriosito più del

    solito da due bambini che gli sembrarono subito anomali

    La prima era una bambina, una delle poche ma non così rare,

    che non mostrava alcun segno di paura e anzi sosteneva il

    suo sguardo indagatore, il secondo un maschietto che non

    riusciva bene a percepire.

    Il suo sguardo sembrava attratto da tutt'altro come se la sua

    mente fosse slegata dal corpo.

    "Una bambina estremanente fiera e forte ed un sognatore...

    ma chi ci hanno mandato quest'anno Maestro Uei?" disse

    il Gran Maestro rivolgendosi al suo vice.

    "Come lei ben sa Eccellenza non tutto è come appare... solo

    il tempo ci dirà chi saranno i campioni del domani" rispose

    con calma l'anziano assistente.

    Ciò che comunque era importante era quanta energia spiri tuale ogni bambino possedesse, certo l'allenamento e la

    costanza erano sempre stati fondamentali, ma senza un buon

    ki, o come dicevano allora senza una buona energia del drago

    poco avrebbero potuto fare.

    Vi erano stati in passato ragazzi con molta energia del drago

    ma poca perseveranza negli allenamenti, che poi alla fine

    erano risultati altalenanti come ad esempio Nao Chi detto

    appunto due facce, e vi erano stati altri estremanente devoti

    al lavoro ed all'allenamento ma con un'energia molto limitata

    come ad esempio Lao Tze il costante, che però poco aveva

    potuto giovare alla causa ma che comunque era sempre stato

    rispettato da tutti.

    In fin dei conti all'ordine erano sempre stati più utili figure

    intermedie e se poi capitavano bambini dotati e volitivi allo

    stesso tempo, ecco, allora si erano trovati i campioni del

    domani.

    Il Grande Maestro quella mattina scese dal palco interno e

    si avvicinò lentamente alle nuove reclute per poi dire con

    fare al contempo serio e solenne.

    "So che per voi qui è tutto così nuovo, so che quasi nessuno

    è venuto volontariamente, ma sappiate che siete stati scelti

    per un compito importantissimo che porterà grande onore a

    voi ed alle vostre famiglie di origine! Da ora in poi non

    contate più nulla come singoli... guardatevi attorno e osser

    vate i vostri nuovi fratelli e sorelle e ripetete dopo di me

    il nostro motto. Il gruppo prima dell'uno! Lunga Vita alla

    Dinastai Ming!"

    Il gruppo prima dell'uno! Lunga Vita alla Dinastia Ming!

    ripeterono i bambini in coro con voce stentorea.

    Intervenne allora Maestro Uei che disse: " Bambini ripetetelo

    con tutta la vostra voce!"

    Il gruppo prima dell'uno! Lunga vita alla dinastia Ming!

    ripeterono le reclute con maggiore convinzione.

    Il Gran Maestro si tolse dal collo un pendente e aggiunse:

    "Questo è l'anello di Giada, la lacrima degli dei, da sempre

    appartiene ai grandi maestri e da sempre scorge nelle nostre

    anime"

    I visi dei ragazzini si illuminarono tra il curioso e lo spaven tato, sebbene la spiegazione del Gran Maestro fosse inutile

    perchè tutti già conoscevano il famoso anello di giada e quali

    poteri avesse, ma il maestro così ligio alle tradizioni ci teneva

    lo stesso a presentarlo ai novizi.

    La sua particolarità, tra il magico ed il mistico, era sempre

    stata quella di illuminarsi via via più intensamente al contatto

    con le persone a seconda di quanta energia del Drago

    possedessero.

    In fondo era semplicemente una prima verifica che la scuola

    effettuava sulle nuove reclute per iniziare a valutarne il poten

    ziale.

    L'atmosfera era carica di tensione mentre il maestro passava

    tra i bambini e li toccava con l'anello, perchè questo era un

    primo momento fondamentale per il loro futuro, e c'erano

    allievi di seconda terza generazione che speravano ardente

    mente che l'anello si illuminasse intensamente almeno quanto

    aveva fatto con i loro genitori.

    Lo sguardo del Grande Maestro parve rasserenarsi quando

    l'anello brillo intensamente con tre dei bambini della prima

    fila, in certe annate infatti non si era illuminato mai, ed

    invece ques'anno vi erano già tre bambini promettenti.

    Passò infine alla seconda fila e senza grande sorpresa vide

    l'anello illuminarsi intensamente anche al tocco con la

    bambina dallo sguardo di ghiaccio.

    Lo sapevo le disse a bassa voce "abbiamo già avuto anche

    diverse grandi guerriere sai?" riuscendo a strapparle un sorriso.

    Toccava ora al sognatore ed ebbe l'istinto di non toccarlo

    per evitargli l'umiliazione di un anello completamente spento,

    ma appena lo toccò la giada si illuminò di una luce rossa

    intensissima ed abbagliante tra lo stupore generale.

    Il Gran Maestro riprovò più volte ottenendo lo stesso risultato

    e dopo aver finito con tutti i bambini si allontanò pensieroso.

    cercando con lo sguardo il maestro Uei che annuì sorridendo.

    Una volta che i due maestri furono soli dopo aver congedato

    i nuovi arrivati il Gran Maestro eruppe: "E' possibile? i

    nostri occhi non ci hanno ingannati? Chiese al suo vice

    in cerca di risposte.

    No Eccellenza abbiamo visto bene rispose l'anziano

    assistente "A noi è toccato ciò che non accade oramai da 600

    anni.. è una benedizione!"

    O una maledizione se non è un ragazzo adatto...rispose

    il Gran Maestro preoccupato " Quando lo feci io il gioiello

    non si illuminò neanche la metà di quanto ha fatto oggi con

    quel bambino... e guarda cosa sono diventato, come si chiama

    quel prodigio? " chiese ansioso.

    Mi sembra si chaimi Shao Long eccellenza rispose Uei

    prontamente " e quella piccola tigre al suo fianco è Li Mei

    figlia del grande Toci Mei" aggiunse.

    E' la figlia di Toci? allora capisco molte cose rispose il

    Gran Maestro con ritrovata serenità " ha la stessa forza e

    fierezza del padre....e tu Shao Long sarai la nostra croce o

    la nostra delizia?"

    Capitolo 2

    Erano passati quasi sette anni dal loro ingresso nella scuola

    e oramai questo gruppo di bambini si era trasformato in un

    gruppo di adolescenti.

    Dei venti bambini ne erano rimasti sedici perchè tre erano

    stati mandati via per gravi incidenti che li avevano menomati

    e uno era addirittura morto in uno scontro.

    Le loro giornate passavano in ogni tipo di prova fisica e

    psicologica e molto spesso i ragazzi dovevano anche misu rarsi tra di loro per saggiare le rispettive capacità.

    I tre ragazzi della prima fila che avevano fatto illuminare il

    gioiello di giada stavano puntualmente rispettando le aspetta

    tive dei maestri: Lao Tang, Jin Sung, e Mao Tze erano infatti

    cresciuti molto in potenza e capacità e si era iniziato a

    chiamarli le tre tigri della Corte.

    Nessuno poteva rivaleggiare con loro in uno scontro tranne

    Li Mei che era diventata una ragazza abilissima e fortissima

    di cui tutti erano più o meno segretamente innamorati.

    Certo neanche lei poteva battere una delle tre tigri, ma

    puntualmente batteva tutti gli altri ragazzi della scuola eccetto

    Shao Long con cui regolarmente perdeva.

    La cosa risultava assai strana perchè il nostro era di

    gran lunga l'allievo più debole e distratto della scuola

    perdendo sempre da chiunque....eppure quando affrontava

    Li Mei in un modo o nell'altro vinceva sempre lo scontro.

    Il Grande Maestro voleva vederci chiaro e decise di assistere

    di persona al loro scontro successivo che puntualmente si

    concluse dopo pochi minuti con Li mei al tappeto che non

    riuscendo a rialzarsi si complimentò con Shao Long.

    Li Mei sei stata convocata dal Grande Maestro le annunciò

    poco dopo l'ormai vecchio maestro Shu.

    Subito Maestro rispose la ragazza con un pò di imbarazzo

    e si diresse verso la sala dove per milioni di volte lo stesso

    Grande Maestro aveva loro concesso l'onore di allenarli.

    Li Mei hai superato ogni mia più rosea aspettativa le disse

    il capo della scuola " è sempre stato molto difficile per una

    ragazza farsi accettare e competere con un gruppo quasi

    totalmente composto da ragazzi e uscirne spesso vincitrice."

    "Grazie Maestro! io mi considero una di loro. il sesso non

    conta! " gli rispose lei con la solita fierezza che con il suo

    sviluppo fisico la rendeva sempre più desiderata ed amma

    liante.

    "Eppure Li Mei non capisco perchè tu puntualmente non

    riesci a superare Shao Long, lo studente più debole del grup po, certo aveva dimostrato una grandissima energia del drago

    ma come ben sai non serve a nulla se non sviluppata

    adeguatamente....mi devi dire qualcosa? " aggiunse col tono

    ironico di chi già intuiva la risposta.

    "No Sensei... è che Shao Long è un grande guerriero e mi

    sorprende ogni volta" rispose lei ora si arrossendo come

    una donna.

    "Li Mei non mentire, ti ho visto battere facilmente ragazzi

    molto più forti di lui....secondo me tu vuoi perdere apposta"

    " Assolutamente no Sensei! ripeto lui ha delle capacità

    che forse ancora non vedete...io dò sempre il massimo!

    anzi la prossima volta lo batterò!" aggiunse la ragazza

    mentendo al maestro

    "Li Mei tu non ti senti donna con i tuoi compagni, ma

    ti senti donna con lui....e credimi non stai facendo il suo

    bene ricordatelo! ora vai a riposare e pensa a ciò che ti

    ho detto."

    Quella sera mille pensieri affollarono la mente della ragazza,

    fino ad un anno prima per lei essere maschio o femmina

    non aveva contato nulla, vi erano solo compagni con cui

    lottare, ma dopo la pubertà il suo corpo e la sua anima

    semplicemente si rifiutavano di affrontare Shao Long.

    Bisognava perdere, bisognava fargli fare bella figura!

    E poi che genere di uomo avrebbe voluto una donna più

    forte di lui??? No no mai! bisognava essere sconfitte!

    solo che alle volte era diventato difficile farlo apparire

    realistico... il suo Shao Long era proprio negato e le era

    stato difficile trattenersi ... ma poi pensando a lui e

    potendosi sfogare sugli altri ci era riuscita....ma ora il

    Grande Maestro l'aveva scoperta e peggio le aveva fatto

    capire che stava sbagliando...ma cosa avrebbe dovuto fare?

    umiliarlo? sconfiggerlo facilmente? Mentre la guerriera lo

    capiva la donna innamorata lo rifiutava ferocemente.

    Shao Long non l'avrebbe più voluta! se solo quello stupido

    si fosse un pò applicato sarebbe stato più facile mettere in

    scena la loro pantomima! addirittura certe notti aveva

    sognato che lui la battesse veramente! ma, si diceva da sola,

    ti rendi conto in cosa speri Li mei? sei la quarta guerriera

    della scuola e speri di essere sconfitta da un tuo compagno...

    ma non lo è un mio compagno...è il mio Shao Long!|

    Dal canto suo Shao Long non era uno stupido e aveva

    subito capito che Li Mei lo lasciava vincere... ma lei lo

    aveva sempre negato e anzi lo incoraggiava ed esaltava

    davanti agli altri.

    La lotta non era cosa per lui, nel suo animo c'erano molte

    altre cose...la natura, la pittura e naturalmente la sua Li Mei

    di cui più di tutti capiva l'animo e la natura.

    Dietro la fredda ed altera guerriera si nascondeva una tre dicenne dolce ed innamorata.

    No non era questo il modo per dimostrargli il suo amore!

    Per lui non contava nulla che lei fosse più forte ed abile nella

    lotta ma maledizione per quella maledetta cocciuta era molto

    importante!

    Decise dunque di applicarsi maggiormente per poterla

    rendere felice: per amore di Li Mei sarebbe diventato più

    forte anche delle tre tigri!

    Nello stesso momento lei capì che bisognava dargli una

    lezione per farlo smuovere; il giorno dopo all'allenamento

    della Cascata del drago l'avrebbe sconfitto senza pietà

    perchè amare è anche saper rinunciare a se stessi per il

    bene della persona amata...

    Li Mei passò tutta la notte a piangere, a pensare a come

    si sarebbe sentito il suo amore, a chiedersi se poi fosse

    davvero la cosa giusta da fare.

    Non mi rivolgerà più la parola pensava terrorizzata... o

    peggio avrà paura di me... ma perchè non sono una donna

    normale? Desidero baci e carezze non lotta e sangue...

    eppure per amore suo lo dovrò fare!

    E

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