L´ultimo Prefetto
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Il 31 dicembre del 2001 sono state definitivamente abolite le prefetture del Venezuela. Si trattava di istituzioni regolamentate da una legge anticostituzionale, ingiusta e immorale: la legge dei vagabondi e dei malviventi. I prefetti erano autorizzati a ordinare l'arresto di una persona fino a 72 ore, o a farla rinchiudere a tempo indeterminato in terribili case di reclusione, senza alcun ordine giudiziario previo.
Questa legge era stata ereditata dall'ultima dittatura che c'era stata in Venezuela, quella del Generale Marcos Pérez Jiménez, ed era stata quasi del tutto copiata da una simile che c'era in Spagna durante il franchismo.
Secondo tale legge, tutti coloro che non avevano un lavoro noto potevano essere considerati vagabondi o malviventi, ed essere sanzionati dai prefetti. Perfino gli omosessuali venivano considerati in questo modo.
Per quanto i fondamenti giuridici ed etici di questa legge fossero assurdi, essa era ancora in vigore, e i funzionari incaricati di applicarla non potevano rifiutarsi di farlo. Finché era in vigore, i prefetti erano obbligati ad applicarla e farla rispettare.
Purtroppo o per fortuna, il destino ha voluto che fossi uno di quegli ultimi prefetti.
Questi sono i racconti di alcuni dei casi più sorprendenti che mi sono trovato ad affrontare.
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Anteprima del libro
L´ultimo Prefetto - Franklin Díaz
L'ultimo Prefetto
Scritto da:
Franklin Díaz
L’ultimo Prefetto
Scritto da Franklin Diaz
Tutti i diritti riservati.
Design, impaginazione e sviluppo della copertina a cura del suo autore: Franklin Díaz.
Utilizzare la licenza per l'edizione digitale.
La sua diffusione con qualsiasi mezzo è vietata se non espressamente autorizzata per iscritto dal suo autore, in quanto protetta dalle leggi sulla proprietà intellettuale.
Si prega di rispettare il duro lavoro dell'autore.
@Copyright Gennaio 2024 Franklin Díaz
Madrid, Spagna
Contenuto
PRESENTAZIONE
CON LE MANI NELLA MERDA
L’OSSESSIONATO
LIBERATA
LA MADRE DEL CORNUTO
PRESENTAZIONE
Il 31 dicembre del 2001 sono state definitivamente abolite le prefetture del Venezuela. Si trattava di istituzioni regolamentate da una legge anticostituzionale, ingiusta e immorale: la legge dei vagabondi e dei malviventi. I prefetti erano autorizzati a ordinare l’arresto di una persona fino a 72 ore, o a farla rinchiudere a tempo indeterminato in terribili case di reclusione, senza alcun ordine giudiziario previo.
Questa legge era stata ereditata dall’ultima dittatura che c’era stata in Venezuela, quella del Generale Marcos Pérez Jiménez, ed era stata quasi del tutto copiata da una simile che c’era in Spagna durante il franchismo.
Secondo tale legge, tutti coloro che non avevano un lavoro noto potevano essere considerati vagabondi o malviventi, ed essere sanzionati dai prefetti. Perfino gli omosessuali venivano considerati in questo modo.
Per quanto i fondamenti giuridici ed etici di questa legge fossero assurdi, essa era ancora in vigore, e i funzionari incaricati di applicarla non potevano rifiutarsi di farlo. Finché era in vigore, i prefetti erano obbligati ad applicarla e farla rispettare.
Purtroppo o per fortuna, il destino ha voluto che fossi uno di quegli ultimi prefetti.
Questi sono i racconti di alcuni dei casi più sorprendenti che mi sono trovato ad affrontare.
CON LE MANI NELLA MERDA
Il giorno stesso in cui iniziai il mio lavoro di prefetto, mi toccò uno dei casi che più mi lasciarono a bocca aperta. Mi fece capire subito il tipo di lavoro che mi aspettava.
Davanti a me c’erano una signora sopra la cinquantina, che qui chiameremo María, e il suo vicino di casa, anche lui in là con gli anni, che identificheremo con il nome di Pancracio.
Spiegai subito come sarebbe funzionato il dialogo:
-La signora María ha presentato presso questa prefettura una denuncia contro il suo vicino, il signor Pancracio. Sarò io a darvi i turni per parlare, quindi siete pregati di non interrompervi a vicenda. Ciascuno dei due avrà la possibilità di dire tutto quello che vuole, poi alla fine parlerò io. Tutto chiaro?
Entrambi annuirono con la testa.
Il signor Pancracio era un uomo dalla pelle scura, terribilmente trasandato: portava dei vestiti vecchi, rotti e sporchissimi. Inoltre, il suo odore era decisamente ripugnante. Portava delle vecchie infradito, che mostravano dei piedi con unghie lunghe e annerite, sporchi di terra e altro sudiciume. Un unico dente, sporco e annerito, si affacciava dalla sua bocca ogni volta che parlava. La signora María, invece, era una signora ben vestita (anche se umile) e profumata. Quando invitai i due a sedersi di fronte a me, lei allontanò un po’ la sua sedia da quella di Pancracio.
-Molto bene- dissi rivolto a lei –Mi spieghi il motivo di questa denuncia.
-Dunque, signor prefetto, questo signore è il mio vicino di casa da un po’ di anni. Ultimamente ha preso il vizio di cagare sul marciapiede davanti casa, come se fosse il bagno di casa sua.
-Cosa???- domandai sorpreso.
-Sì, ha capito bene. E il problema è che non si può camminare sul marciapiede perché è sempre pieno degli escrementi di questo signore. E poi c’è il problema dell’odore: ora la mia casa puzza sempre di merda. Per quanto io chiuda porte e finestre, l’odore entra lo stesso. Non si può più vivere in pace.
Il signor Pancracio rimase tutto il tempo impassibile e inespressivo, come se la cosa non lo riguardasse o se non si stesse parlando di lui.
Mentre la signora María parlava lo guardai varie volte, ed era sempre uguale: sereno, impavido e imperturbabile.
-Che orrore!- dissi –E poi? C’è dell’altro?
-Sì- rispose lei –Vorrei anche far notare che non è il massimo vedere questo signore che si tira giù i pantaloni e si siede lì, a qualunque ora del giorno, a fare i suoi bisogni in mezzo alla strada, sotto gli occhi di tutti. Oltre a cagare piscia anche. Ogni volta che deve pisciare esce di casa, si tira fuori il membro incurante di chi lo vede, e fa partire tranquillamente il getto. Io ho delle nipotine piccole, e nel quartiere ci sono molti altri bambini e bambine. Non c’è motivo per cui debbano vedere le parti intime di questo signore. E poi c’è il problema delle mosche e dei vermi: con tutta quella sporcizia, si accumulano in grandi quantità sul marciapiede, e finiscono per entrare nelle nostre case.
-Che cosa terribile!- esclamai ancora, sorpreso –E... Avete parlato con lui o con la sua famiglia?
-Certo, dottore. Tutti non fanno altro che dirglielo, di fare le sue