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Uomini! e italiani ogni giorno
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E-book255 pagine3 ore

Uomini! e italiani ogni giorno

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Info su questo ebook

Chi è un uomo?  La vita è mancanza di equilibrio! Il cibo sano e una vita secondo natura! Penso quindi sono: filosofia e mutamento! La verità esiste ma cosa è? Le società! Orgoglio! Pregiudizio! La società che si evolve motivata da pungoli costanti e differenti verso un futuro determinato dall’azione nel presente che deriva dal pensiero del passato. Quella italiana in particolare, tra pregi e difetti, azione e mancanza di azione, dubbi incertezze, criticità irrisolte. Un colosso ma dai piedi di argilla che davanti al cambiamento mostra di essere un semplice monumento.  Pur sempre uno splendido monumento.
LinguaItaliano
EditoreAB line
Data di uscita11 mag 2020
ISBN9788835825562
Uomini! e italiani ogni giorno

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    Uomini! e italiani ogni giorno - Antonio Balzani

    Antonio Balzani

    UOMINI! e italiani ogni giorno

    UUID: e636c487-74bb-4976-82c9-c2f3ef9c1c6d

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    CHI È UN UOMO?

    L’UOMO

    Nel 210° anniversario della nascita di Darwin

    LA VITA È MANCANZA DI EQUILIBRIO

    LA VITA DAL CAOS ALLA MELODIA

    AVE O MARIA!

    EMPATIA e MOTIVAZIONE

    DIVAGAZIONI FILOSOFICHE

    GIUSTO E INGIUSTO

    VERITÀ

    RITRATTO DI UN RICERCATORE DELLA VERITÀ

    ALLA RICERCA DELLA VERA VERITÀ

    DESTRA E SINISTRA

    IL CONCETTO DI STATO

    SOCIETÀ E SODDISFAZIONE: il senso dell’arte

    ANARCHIA È FILOSOFIA

    GLI ANIMALI

    Il SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO

    LA FORZA DI UN TERRITORIO

    QUALIFICAZIONE E PROFESSIONALITÀ

    RIFLESSIONI

    IL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO

    Chi Si Loda Si Imbroda:

    ORO E ROSSO SANGUE

    DNA: FUTURO e BIODIVERSITÀ.

    UN MONDO SANO

    ALIMENTARSI

    VIVERE SECONDO NATURA

    ALIMENTI E SALUTE.

    SICUREZZA ALIMENTARE E BONTÀ DEL CIBO

    LUSSO E DISPONIBILITÀ.

    PROTEZIONE CIVILE E VOLONTARI.

    FORMAZIONE per il VOLONTARIATO

    EDITORIA E INFORMAZIONE

    AMBIENTE PUBBLICITÀ SOCIETÀ DEMOCRAZIA

    DISGRESSIONE o TRASGRESSIONE

    GIOCO D’AZZARDO, TRADING.

    ADOLESCENZA E SCUOLA

    NULLA CAMBIA, NULLA RIMANE.

    CONCLUSIONI PIACEVOLI

    CHI È UN UOMO?

    Uno fra tutti lo rappresenta: Paul Verlaine il poeta dell'amore.

    Poeta capace di scrivere auliche e ancora famose frasi sdolcinate; lo faceva al servizio della nobiltà parigina di cui fu anche un noto e molto apprezzato parassita. Le sue frasi restano ancor oggi patrimonio comune dell’amor parlato. Ma l’uomo… egli si mise in luce soprattutto per la sua pedofilia gay e per l'aberrante successivo comportamento come capo comunardo di Parigi alla caduta di Napoleone III, un breve periodo di terrore, rivalsa e vendette sadiche e cruente, contro la stessa nobiltà che lo aveva a lungo mantenuto, nutrito e usato… ben felice di esserlo. I suoi comportamenti restano emblema dell’ipocrisia e dell’odio possibile, il più assoluto e crudele, nei confronti del diverso. Alla fine del periodo, con la restaurazione, lui si salvò comunque, fuggendo, nascondendosi, scomparendo alla vista nel silenzio. L’amore nella bocca e l’odio nel cuore!

    Ad ogni aumento delle comodità materiali corrisponde un aumento del disagio spirituale che si manifesta con l'attivazione nevrotica di aberrazioni mentali, delitti violenti, conflitti meschini: un vulcano che cova sotto la superficie apparentemente placida delle civiltà sociali, alimentato dalla fiamma dell'orgoglio individuale che ribolle sotto un apparentemente continuamente raggiunto, stabile, equilibrio mentale.

    L’UOMO

    L’uomo! Ecco la definizione che mette tutti in crisi.

    Cosa è un uomo? Un essere umano, per essere più precisi, indipendentemente dal sesso dall'età dal colore della pelle o dall'ambiente in cui vive o da cui proviene. Un unico individuo umano è una società, un’enorme società composta da miliardi e miliardi di singoli individui che cooperano, combattono, si organizzano, si strutturano si evolvono, nascono, si ammalano, si riproducono, muoiono, producono, consumano. Ognuno di loro altrettanto unico, immerso nel suo ambiente e nella sua più piccola società di esseri simili a lui. Una immensa società per ogni individuo umano, ogni individuo una società formata dal doppio circa degli organismi viventi di tutta l’umanità presente sulla terra, governata nel bene e nel male da una più ridotta ma sempre enorme comunità di vertice, composta da centinaia di milioni di individui; una comunità iper-tecnologica, che complessivamente si definisce Cervello. Ce ne sono circa otto miliardi di queste immense società-uomo al mondo e in questo contesto, ognuna di esse, perdendo la connotazione di società assume l’identità e la consistenza locale di una semplice comunità per quanto popolosa. Un uomo tra tanti. Ecco perché così facilmente nell'affrontare problematiche comuni e nel comune sentire, definite molto all'incirca, ma anche nelle discussioni accademiche, si scivola sempre nella confusione tra uomo e umanità identificando arbitrariamente l’uno con l’altra, equalizzando le azioni e la descrizione dell’ambiente di vita di uno, o più o tanti uomini, con quello dell’intera umanità. Antropocene: il tempo dell’uomo… una semplice e ancora breve epoca storica, ancora presente, durante la quale l’uomo imperversa come specie dominante sul pianeta facendo danni soprattutto, se non solamente, a sé stesso. È un misero ma l’unico possibile tentativo, di trovare punti in comune tra gli individui che compongono la società umana o meglio l’insieme delle comunità che complessivamente la compongono. L’unica possibilità di provare arrotondamenti e approssimazioni che possano individuare standard comuni o possibili per descriverla, capirla, governarla. La conta degli errori apprezzabili per gli effetti manifesti e manifestati. Si comincia col parlare di società, evoluzione delle società e si prosegue imperterriti perdendo di vista ogni contesto spazio temporale, finendo per identificare sé stessi e i propri vicini ritenuti simili, col modello ideale da proporre se non imporre, a tutti gli altri. L'unica ricetta utile, l'unica cura. L’unica speranza per la specie umana di trovare un rimedio al rischio non probabile per ora ma comunque concreto, di estinzione o almeno di una grave riduzione numerica. Più o meno come se il fegato e l’intestino oppure il cuore, decidessero di ascrivere a sé stessi ed al proprio modello fisico ambientale e culturale, l’intera società che costituisce un individuo. Dalla confusione dei termini nasce la discussione, teorica, che ha come limite il dover sempre e solo rincorrere, persa nel suo labirinto critico, le azioni operate contemporaneamente da altre comunità, altri modelli sociali che si accavallano e sovrappongono interferendo concretamente tra le parole mutandone i percorsi. Giungere alla spiaggia, alla barca o comunque raggiungere un punto fermo e solido dovrebbe essere l’obiettivo di chiunque nuoti a lungo in mare o in un grande fiume. Purtroppo, essendo l’attività di nuotare divertente, coinvolgente, insomma piacevole, la tentazione di continuare a farlo il più a lungo possibile è forte. Molti giungono allo stremo e annegano o rischiano di farlo, a due metri dalla riva. Questa è la metafora del piacevole permanere, crogiolandosi del problema e nel problema che contraddistingue l’essere umano, l’uomo sapiens, quello che pensa e soprattutto comunica. Ci sono anche molti che non sanno nuotare o non se la sentono di affrontare il mare e allora rinunciano semplicemente ad affrontarlo. Se non entrano in acqua, costoro non si porranno il problema di dover puntare alla riva. Non sapranno mai cosa si prova e cosa può comportare il fatto di trovarsi a nuotare eppure questo gli basta e avanza; si limiteranno ad apprendere dai racconti degli altri che hanno nuotato. Impareranno che allontanarsi dalla sicurezza della terraferma è un'attività stancante e a volte pericolosa. Tutti comunque avranno qualcosa da raccontare. Entrambi gli atteggiamenti pur comuni e diffusi, sono sbagliati: occorre conoscere le situazioni le problematiche e riconoscere i problemi che ci sono, quando ci sono, per affrontarli; farlo senza crogiolarsi in essi ma concentrandosi esclusivamente sulla soluzione possibile. Anche quelli che stanno a riva sono importanti per chi è in acqua, potrebbero avere qualche consiglio utile da dare, magari indicando una direzione preferenziale visibile solo a loro, ai nuotatori che nel caso, farebbero meglio ad ascoltare. Solo saper individuare e arrivare rapidamente e possibilmente con piacere e gratificazione alla soluzione, è ciò che rende anche divertente e piacevole oltre che anche utile, l’affrontare ogni nuova situazione.

    Nel 210° anniversario della nascita di Darwin

    (12 febbraio 1809). Divagazioni sul progresso.

    Una discussione immaginaria tra Darwin ed Einstein nella dimensione incorporea. Ma cosa è dopotutto il progresso? Rispetto a cento anni fa le cose sono molto cambiate, in meglio grazie alla scienza ed alla tecnologia? Darwin ed Einstein incontrandosi in cielo, dalla dimensione incorporea, in cui il gatto nella scatola chiusa non è né vivo né morto, si ritroverebbero in qualità di perfetti osservatori esterni al sistema. Se decidessero di studiare oggettivamente, il mondo attuale avrebbero molte osservazioni da fare, vedrebbero che rispetto a cento, duecento e mille anni fa le cose sono molto cambiate sul pianeta Terra. Il nome del cambiamento: il progresso! Einstein: - Certamente l’uomo odierno può fare di tutto, meglio e più velocemente, grazie alla scienza ed alla tecnologia! Indiscutibile affermazione. Darwin: - Il progresso li affranca dal bisogno! Potrebbero, non esserci più fame né bisogno, né rischio di vita, per popoli e popolazioni sulla terra. - Allora l’argomento che deve essere studiato ed approfondito ora non è l’uomo nella sua evoluzione biologica ma in quella scientifica e tecnologica. - Sono d’accordo: Progresso? Certamente è uguale a cambiamento ma cambiamento di cosa? L’uomo tecnologico ha creato arte? – - Non direi, l’hanno solo modificata nella forma e nella struttura ma non nella proposta. - Dunque, l’arte non è sinonimo di progresso? Pare esserne solo il manifesto. Allora l’uomo tecnologico avrà inventato nuovi cibi e nuove tecniche per produrli in abbondanza? - In effetti producono molti più ingredienti per fare cibi. Anche la quantità pare essersi moltiplicata grazie ai metodi di coltivazione tecnologici alla chimica e alla capacità industriale. - Dunque, il cibo è progresso? - Non pare, anche perché la sua coltivazione, produzione, distribuzione, e disponibilità non sono affatto migliorate. Oltre il cinquanta percento delle popolazioni soffrono ancora la fame, come sempre. - C’è anche da osservare che i cibi di qualità non sono affatto cambiati e certamente non sono migliorati. Allora cosa è cambiato? I ricchi possono e i poveri no? Non mi pare ci siano grosse differenze. Facciamo un po' di statistica allora: mi pare ci siano molti più ricchi ora, dunque le cose sono migliorate. Io vedo anche molti più poveri però dunque i numeri generali sono sempre quelli, cosa è cambiato allora? La demografia. È evidente: i paesi ricchi calano in popolazione, quelli poveri ne aumentano. Il bilancio è negativo. E non cambia neppure il fatto che muoiono meno ricchi che poveri ma solo perché questi sono di più. - Vediamo allora almeno se la tecnologia ha aiutato l’uomo a costruire meraviglie: dovrebbe. Forse la scienza e la tecnologia non creano niente, ma trasformano tutto, modificano, migliorano, ampliano le possibilità di produzione di costruzione. In effetti hanno cambiato molto; hanno costruito cose imponenti come i grattacieli, forse è questa l’unica cosa molto più imponente e grandiosa o più tecnicamente perfetta degli anfiteatri greci oppure del colosso di Rodi, delle piramidi Egizie o ancora dei templi di Petra. - Parli di anfiteatri greci e scopri che i moderni ne studiano l’acustica per tentare di eguagliarli. I ponti invece: ci sono veramente tanti ponti, bellissimi. E strade lisce e nettamente disegnate. Questo è un deciso miglioramento no? - È vero. Ci sono tante auto, viaggiano in fretta loro. E tante navi e gli aerei. - Ma sono diminuiti i pesci nel mare, il cielo è oscurato da nuvole puzzolenti sopra le città. Dovremo restringere la visione e applicare il vecchio metodo, guardare da vicino, sezionare, analizzare: chiediamolo ad uno di loro, prendiamolo svizzero che è da sempre un paese neutrale, al centro di tutto ciò che succede. - Ciao, puoi rispondere alla domanda cosa è il progresso? Cosa ha cambiato? - Certo ma mi pare tempo perso: ma non vedete? C’è pace sulla terra, controllata dai paesi evoluti grazie alle tecnologie distruttive, costruttive, produttive. Le malattie sono sotto controllo e la vita dell’UOMO, si allunga a dismisura. All'ospedale, se devi morire, muori confortevolmente in un bel letto pulito e vieni sepolto in una splendida cassa di mogano, quasi estinto ora, proprio come gli scettici, i critici, i liberi pensatori, che siete stati voi. Il progresso ha creato benessere! Oggi nelle aree sviluppate, una famiglia non è più così numerosa come ai vostri tempi. Solo tre persone e si riesce ad avere un elevato tenore di vita. Il marito lavora, la moglie lavora, il figlio studia, si procura qualche soldo lavorando o spacciando un po’ di sostanze di ristoro; certo alcune di quelle svogliate delle ragazze moderne ogni tanto si prostituisce ma non per bisogno o necessità, solo per soldi e comunque lo fa anche qualche svogliato ragazzo: in perfetta parità. Esiste la parità tra i sessi sapete? Si è affermata l’uguaglianza tra disuguali e viene continuamente abolita la povertà. - Ma guarda cosa sono riusciti a fare: questo sì che è progresso, qualcosa di differente e innovativo che noi non credevamo possibile! - Tutti hanno tre televisori per aggiornarsi sui massacri e la malavita che esiste in altri posti, posti molto lontani, per ricordarsi cosa il progresso ha allontanato. Televisori e telefoni cellulari per rilassarsi con musichette e varietà, per sognare, vivere avventure coinvolgenti con film tecnologicamente perfetti e perfino senza attori. Non hanno più bisogno di assillarsi a pensare, a porsi problemi. Tutti hanno tre cellulari, per informarsi sul mutuo da pagare, per parlarsi e durante il giorno, nelle ore in cui sono al lavoro, senza interrompere, senza necessità di permessi, neppure per partecipare alle condoglianze quando capita: si fa con un SMS, o con whattsapp o su facebook; ci sono i social sapete… che tengono informati ed in contatto, indiretto, la gente: - R.I.P. – Mi piace! Non serve neppure incontrarsi per partecipare. Tutto o quasi si può fare senza assentarsi senza dover viaggiare, senza interrompere ciò che si sta facendo. Tutte le famiglie hanno due o tre macchine comunque: necessarie per spostarsi comodamente a lavorare molto lontano da casa; nessuno muore di fatica lavorando la terra. Si possono fare lavori come l’assicuratore o il concessionario d’auto, o il bancario o il cuoco, quello della gastronomia sotto casa, la casa degli altri naturalmente, è bene evitare odori e fumigazioni cumuli di rifiuti: bisogna pur tenere pulito questo magnifico mondo no? Si possono avere magnifici panini di produzione industriale, controllata, standardizzata e garantita, perfettamente confezionati, in plastica sterile per rifocillarsi. La cucina offerta è ampia e variata con diete integrate, mirate alla perdita di peso ed al successivo recupero necessario del benessere fisico. Noi facciamo prevenzione sapete cosa vuol dire? Ci curiamo prima di ammalarci. Credetemi tutti possono rivolgersi al farmacista e scegliere la confezione del medicinale e dell’integratore preferito e poi andare dal medico per la ricetta. Tutti oggi possono permettersi, con gli stipendi elevati e l’elevata qualità della vita raggiunti, di pagarsi il canone della televisione e la bolletta del telefono, l’assicurazione delle macchine e l’assicurazione sulla vita, il congelatore per i pasti confezionati e salubri, il microonde per riscaldarli. Guardateli, non hanno bisogno di case grandi e spaziose perché si servono durante il giorno solo di un locale soggiorno – cucina: proprio come facevate voi ma con un divano indistruttibile su cui sdraiarsi e volendo, a sera, rientrati a casa, ascoltare il telegiornale che fornisce notizie dell’intero mondo tutto il giorno. Pensate che meraviglia quando, stanchi e nervosi, rientrano a casa: a cena il telegiornale gli fornisce sostanziose documentazioni della altrui vita grama, gli fornisce una serie di preziosi consigli per il domani e gli evita una insana e non salutare litigata a base di - te l’avevo detto, - non l’hai fatto - etc. Un posto per dormire ce l’hanno, certo, è la cosa più importante di una casa moderna. Basta molto poco per dormire: una o due camere da letto, solo per la notte. Le lenzuola non si stirano, non ci sono più le coperte ma soffici piumini sintetici leggerissimi e caldissimi. Oggi non devono neppure lavare i piatti; se proprio qualcuno vuole fare lo snob e ci tiene, invece di mangiare direttamente dalle molto più igieniche confezioni monouso con posate e tovaglioli da gettare, può sempre usare i piatti ma poi ci pensa la lavastoviglie a lavarli. Leggere dite? Ma sì, si può sempre leggere o sfogliare qualche rivista che informa sul gossip…, il gossip sì, i pettegolezzi sulla gente importante, quella che fa gli spettacoli in televisione, i famosi, i calciatori… il giornale? No, ormai il giornale non lo compra quasi più nessuno se non i vecchi per controllare la fotografia dei conoscenti o personaggi noti ma non famosi che sono morti quel giorno, poverini… perlopiù, essendo sempre connessi con tutti è bello appisolarsi con la tele che parla e non rompe. I libri? Ah, ne fanno di bellissimi, vere opere d’arte, perfetti per arredare le case e conferirgli un senso un po' retrò, vi piacerebbero certamente. Leggere libri? Ma siete matti? C’è internet se vogliono sapere qualcosa che non sanno: su internet c’è tutto. I libri si leggono a scuola, basta e avanza, con quel che costano. Volete mettere un bel film? Un bel gioco interattivo? Una bella e appassionante serie televisiva? È grazie al progresso signori che tutti possono, infine, dopo aver vissuto giornate intense, sdraiarsi sui soffici, igienici materassi a molle, avvolti nel lattice, asettici, con pochi acari e ricoperti della meravigliosa e salutare lana merinos… unica specie animale ancora esistente in Nuova Zelanda caro Darwin, assieme a qualche mucca; …finalmente possono addormentarsi, pensando alle ferie nel fresco della loro aria, condizionata a piacimento perfettamente, o quasi. Basta pagare! Voi ve le sognavate le ferie; credetemi ancora: le ferie sono un diritto sacrosanto; se tutto va bene naturalmente; in caso di necessità potranno anche rinunciare, ma sempre e solo in cambio di soldi, che serviranno ad altro: una libera scelta. Viaggiare? Oggi tutti lo fanno con facilità. Per voi viaggiare era un duro lavoro ma per loro le Galapagos sono una meta raggiungibile nella settimana di Natale: immaginateveli, piacevolmente accalcati sulle spiagge assolate del mondo, tutti insieme a condividerne la bellezza con le foto in tempo reale per gli invidiosi rimasti a casa; sempre che l’economia continui a tirare naturalmente ma perdonatemi il dubbio, sono pur sempre uno svizzero. - Caro Darwin, hai sentito? E tu che hai impiegato affrontato disagi e sacrifici, anni per visitare, raccogliere, catalogare; tu insistevi sulla necessità dei sistemi chiusi per l’evoluzione, della conservazione della biodiversità e dell’integrazione delle differenze per la sopravvivenza. Te l’avevo detto, tutto si trasforma, tutto è relativo: siamo superati. Non vedi che ogni giorno questa gente lavora solo dieci ore non di più, dedicano al viaggio ben due ore e la domenica fanno code socializzanti al supermercato per una? E in tutto questo tempo la loro giornata non conosce mai la solitudine? Utilizzano il tempo molto meglio di quanto facevamo noi e anche lo spazio: pensa a quanto ne occupano a parità di tempo. Ma con quale soddisfazione e facilità! Ma vuoi mettere il progresso? - Sai cosa ti dico Einstein? Hai ragione, mi sono sbagliato! L’evoluzione delle specie non può limitarsi ed essere condizionata dai sistemi chiusi in cui l’ambiente agisce come catalizzatore o ritardante ma deve utilizzare, necessariamente e solo, il motore genetico, lo scambio. - Soltanto quello? Non è riduttivo? - Guarda: solo l’Italia è piena di cinesi, russi, africani, asiatici; la pizza la fanno in Cina, ci sono granchi giganti giapponesi nel mare in Sicilia e siluri del Danubio nel Po; a Roma ci sono le moschee a fianco delle chiese. Con internet traduttore tutti parlano la loro lingua e si possono comunque capire: incredibile. Ho deciso, cambierò la mia teoria: la chiamerò Teoria della Globalizzazione. Parola di Darwin… ed elimino anche il caso; a questo punto mi arrendo, deve per forza far tutto parte dell’unico disegno cosmico universale di cui ciarlano quei saccenti illuminati dei creazionisti. Peccato. Non li ho mai potuti sopportare, neppure a scuola; avevano e volevano avere sempre e comunque ragione loro. Tanto è destino… dicevano. - Hai ragione caro Darwin, però pensando alla vita di duecento anni fa, quando lavorava tutta la famiglia solo per mangiare, incurvando la schiena, costretta vicino a casa, a portata di scarpa; quando si doveva far legna, cucinare e rammendare e conservare senza frigorifero; quando si doveva, per forza di cose, andare al mercato una volta a settimana, alla fiera una volta l’anno e bisognava riunirsi ed aspettare per la

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