Stella mattutina
Di Ada Negri
()
Info su questo ebook
Edizione integrale con indice navigabile.
Leggi altro di Ada Negri
I Canti dell'isola Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFatalità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe solitarie Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe solitarie Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDal profondo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTempeste Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDal profondo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFatalità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOrazioni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFinestre alte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStella mattutina Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEsilio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSorelle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOrazioni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe Sorelle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl dono Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe solitarie: Storie di donne Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMaternità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFinestre alte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTempeste Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStella mattutina Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Correlato a Stella mattutina
Ebook correlati
Stella Mattutina Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl mio bel sole Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'altare del passato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa fanciulla e l'acrobata Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa freccia del parto ed altre novelle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVico dell'Amor Perfetto: Un'indagine per taglie forti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn nido Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl cedro del Libano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMaria Zef Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMilano sconosciuta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'isola Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSymposium - Lungo la strada Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuattro Passi nel Settecento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI colloqui Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFrida Kahlo: Strappi, voli e bizzarrie. Una vita oltre Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL’amore nonviolento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPer non dirlo a nessuno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPrimadonna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl doppio volto di Isabella Gluck Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Sogno Americano Di Sofia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn gioco di specchi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa figlia dell'aria Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTOP Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Full-Minei Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa casa matrioska Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEduard Epstein Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSarrasine Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La fuga in Egitto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFacino Cane Valutazione: 2 su 5 stelle2/5La casa di Cerri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Critica letteraria per voi
La Divina Commedia Facile - Inferno canti 1-7: Il testo spiegato attraverso riassunti, mappe concettuali e schemi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria della letteratura italiana Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Antichità - La civiltà romana - Letteratura: Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 16 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAntologia di Giorgio Caproni: a cura di Francesco De Nicola e Maria Teresa Caprile Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il Novecento - Letteratura (72): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 73 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria della letteratura italiana (Edizione con note e nomi aggiornati) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMi si scusi il paragone: Canzone d'autore e letteratura da Guccini a Caparezza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEsame di coscienza di un letterato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniScrivere - Manuale di tecnica narrativa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl nome della rosa di Umberto Eco (Analisi del libro): Analisi completa e sintesi dettagliata del lavoro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'altra parola: Riscritture bibliche e questioni radicali Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Parolacce Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEneide Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDelos Science Fiction 229 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL Ottocento: Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 67 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe Anime Morte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLo straniero di Albert Camus (Analisi del libro): Analisi completa e sintesi dettagliata del lavoro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAntichità - La civiltà greca - Letteratura: Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 9 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDragon Ball Z “It’s Over 9,000!” Visioni del mondo in collisione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Fiaba di Goethe e la Magia Verde Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniManuale di semiotica della traduzione: Osnovy obŝego i mašinnogo perevoda Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFilmacci: 100 film italiani da evitare dal 2000 a oggi Valutazione: 1 su 5 stelle1/5Fantacomics Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVita Nuova Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il canzoniere di Francesco Petrarca in ebook Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOpere e Grandi Musicisti in pillole Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Medioevo (secoli XI-XII) - Letteratura e teatro (29): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 29 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDelos Science Fiction 222 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Recensioni su Stella mattutina
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Stella mattutina - Ada Negri
Ada Negri
STELLA MATTUTINA
© 2019 Sinapsi Editore
A te Biancolina, gioia mia
Io vedo – nel tempo – una bambina. Scarna, diritta, agile. Ma non posso dire come sia, veramente, il suo volto: perché nell'abitazione della bambina non v'è che un piccolo specchio di chi sa quant'anni, sparso di chiazze nere e verdognole; e la bambina non pensa mai a mettervi gli occhi; e non potrà, piú tardi, aver memoria del proprio viso di allora.
L'abitazione della bambina è la portineria d'un palazzo padronale, in una piccola via d'una piccola città lombarda.
Nel palazzo non vi sono che due inquilini, occupanti alcune stanze del secondo piano: un vecchio pensionato, magro, con la sua governante Tereson: una vecchia signora, grassa, che ogni mese cambia domestica. Il resto è tutto abitato dai padroni: gente ricca, gente nobile.
Quando rientrano in carrozza dalla passeggiata, bisogna spalancare il cancello del portone; e, siccome la nonna (custode della portineria) è troppo indebolita dagli anni, è la bambina settenne che deve farlo. Non ha mai pensato, naturalmente, che tale atto le possa essere di umiliazione; ma non lo compie volentieri.
Molto vecchia è la nonna.
Fa sempre la calza, movendo di continuo le labbra su parole senza suono, che son preghiere. Non è né buona, né cattiva. Non racconta favole. Ha una suprema indifferenza per ogni cosa. Curva, minuta, claudicante fin dai primi anni della fanciullezza, con un viso di calme linee chiuso in una cuffiettina nera allacciata sotto il mento, se qualche noia o dolore le sopravviene, non sa pronunciar che una frase, a bassa voce:
— Quell che Dio voeur.
Così avanzata nell'età, e tarda nei movimenti, vien tuttora compatita, dai padroni, nella portineria; perché da piú di quarant'anni appartiene al servizio della famiglia. Potrebbe ritirarsi presso un suo figlio, che è maestro di scuola e vive in bastante agiatezza. Non vuole: preferisce lavorare, fin che può, fino all'ultimo.
Fu, in giovinezza, governante di fiducia di Giuditta Grisi, la meravigliosa contralto, sorella della meravigliosa soprano Giulietta: la seguì fedelmente su tutti i palcoscenici, udì dalle quinte le acclamazioni dei pubblici, vide alle porte dei teatri le folle in delirio staccare i cavalli dalla carrozza della cantatrice: custodì nelle camere di locanda e durante lunghi viaggi in diligenza sacchetti di gioielli e di monete d'oro, carte preziose, preziosi costumi. Udì in silenzio la Diva bestemmiare come un comprimario, nei momenti di malumore: la vestì in silenzio per la scena, mentre ella stoicamente premeva il fazzoletto sulla bocca, per soffocare gli urli che le strappava il male: un male uterino, ch'ella non aveva il tempo di curare.
Fu a lei che, dopo la prima notte del suo matrimonio con un magnifico patrizio di Cremona, disse la Diva, dal letto, allargando le braccia e dilatando le nari all'aroma del caffè
— Peppina, ah!... finalmente sono contessa Barni!...
Fu lei che l'accompagnò nella villa gentilizia di Robecco sull'Oglio: infermiera vigile fino alla morte, nel tempo in cui l'insidioso male, non curato in principio nelle sue radici, doveva ucciderla in pienezza di rinomanza e di amore.
Dal suo letto di spasimi, tentava la cantatrice note filate, picchiettature e trilli:
— Peppina, la voce c'è ancóra.
Sul punto di morire, mormorò al marito:
— Conte Barni, ti raccomando Peppina.
E la fedele seguace rimase a lui, come un lascito: assunse, umilmente, devotamente, la direzione della casa: vi allevò i propri figli, un maschio e una femmina: condivise la fortunosa sorte del padrone, finché, lui spento, venne passata a un ramo secondario, già imbastardito, della famiglia.
Nella portineria che rappresenta l'ultima tappa della vecchia Peppina, alcuni ricordi si conservano di Giuditta Grisi.
Un ritratto: antica stampa in cornice nera: busto scollato fin sotto le spalle, magro collo elegante, cortissime maniche a sbuffi, viso appuntito, non bello ma di chiusa intensità, sotto l'alta pettinatura a bande lisce intorno alla fronte e a tre rigonfi a sommo del capo.
Una cassetta da viaggio, per diligenza pesantissima, di noce massiccio. È chiusa a chiave: dentro, forse, ci sono, in custodia, le strade che percorse, le cose che vide, le avventure che incontrò.
Un singolare astuccio da lavoro, anch'esso per viaggio: formato d'un rotolo di pelle di bulgaro, tenacemente profumata, con fodera di velluto rosa stinto, divisa in tanti piccoli scompartimenti.
La bambina ama quegli oggetti, con dispotica padronanza. Ne conosce la storia; e, guardando il ritratto, sedendo sulla cassetta, accarezzando il velluto rosa stinto dell'astuccio, se la ripete, dentro di sé, con avida gioia.
È una sua personale ricchezza, della quale è gelosa.
Pensa: «Anch'io andrò sul teatro».
Accanto alla portineria v'è una cameruccia bassa, buia, con un letto matrimoniale in cui vanno a dormire in tre nonna, mamma e bambina. Due cassettoni, un tavolino, qualche sedia; e una tenda a righe grige e blu, dietro la quale, contro una parete, in mancanza dell'armadio, vengono appesi gli abiti.
Quella tenda è il sipario.
La bambina lo solleva quando vuole. Le flosce vesti pendenti (vesti di pulita povertà) si riempiono, quando vuole, di ossa e di carne: spuntan da esse mani e teste: voci ne escono: un moto illusorio le anima. Giuditta Grisi canta. Il pubblico immaginario applaude.
Un vero pubblico assiste talvolta alle rappresentazioni: le figliole dei padroni di casa.
Maura, Clelia, Pia: tre bei nomi, tre belle fanciulle. Ascoltano in silenzio, con sgranate pupille, le favole sceneggiate: ridon sommesse: una ve n'è fra loro, la piú bella, la meno buona, che ha di continuo, negli occhi e nella bocca, il guizzo d'un ghignetto schernitore. Non gliene importa niente, né della Grisi, né delle favole bizzarre, né del teatro di stracci.
La piccola artista ne soffre in cuore: ne è ferita, già come qualcuno che dia il meglio di se stesso, e senta di non essere compreso.
Ma l'oscuro corruccio dura poco. Basta che una di loro gridi: – Andiamo a giocare!... – E si precipitano in giardino.
Giardino sempreverde: pini, magnolie, un cedro del Libano: pochi fiori, molta erba, profondità di ombre, sapienza di nascondigli. Giardino piú bello al mondo non c'è.
Le bambine giocano a rincorrersi: quattro saette. Poi, a palla: ciascuna ha la propria: sotto la palma della mano deve rimbalzar venti, cinquanta, cento volte, senza che la mano fallisca un sol colpo. La gara le eccita: piú di tutte esalta la scarna portinaretta. Dopo la palla, il salto alla corda, semplice e in due tempi: il salto su un solo piede, cioè zoppin zoppetta, sino a quando il piede resiste: il salto dai gradini dello scalone d'onore, progressivo fino al rischio d'insaccarsi di schianto.
Gioia del sangue, tensione della volontà, ignara eleganza di muscoli e nervi in moto. La scarna portinaretta non si dà vinta a nessuno: dimostra a volte il freddo coraggio d'una funambula: vuole ad ogni costo sorpassar la Pia, che è la piú svelta e par fatta di gomma. Miracolo se non si spezza una caviglia o l'osso del collo; ma vuole esser la prima, deve esser la prima, perché è povera.
Son le sette, e la mamma torna dalla fabbrica: oh, adesso è ben altra vita!...
La mamma non è piú giovine (s'è sposata tardi) e ha già molti capelli grigi; ma la sua voce è squillante, di ragazzetta, e tutto in lei è chiaro ed energico: il passo, il movimento, lo sguardo, la parola. Visse libera nella villa di Robecco sull'Oglio, con la nonna, fin dopo i trent'anni: sposa, fu cucitrice di bianco: rimasta vedova e nella piú dura miseria, dovette collocarsi come operaia in uno stabilimento di filatura e tessitura di lane.
Guadagna una lira e settantacinque centesimi al giorno: lavora tredici ore filate: spesso è costretta alla «mezza giornata» della domenica.
Ma è gaia e ride, è creatura piccola e vocale come gli uccelli, e cinguetta e canta. Vive in lei il fremito pennuto dei passeri, un'elasticità sempre nuova, una così fresca simpatia per le cose e gli esseri, che