Accogliente e piacevole cittadina risalente all’epoca romana, San Giovanni in Persiceto, grazie alla sua posizione strategica è diventata nel tempo uno fra i più interessanti e dinamici centri economici e culturali dell’Emilia-Romagna. Nel corso degli anni la mia attenzione verso questa vivace cittadina, a cavallo fra Modena e Bologna, è aumentata in relazione alla dimensione laica e mistica del territorio, in cui la gente ha saputo coniugare il Sacro e il Profano con intelligenza, sensibilità, arguzia e buon gusto. Interessante, a questo proposito, la fusione della parola di origine Persiceto (persicetum), ovvero un frutteto con alberi di pesco, con il santo Giovanni Battista inserito in seguito. E fu proprio per una diatriba di carattere anticlericale che dal 1912 al 1927 il nome del comune tornò ad essere solo Persiceto. Oggi, per i trentamila abitanti può essere sianonostante le profonde dissensioni politiche, si trovavano d’accordo e cioè nel divertirsi e nel far divertire in tempo di carnevale”. Aconferma che il carnevale è un tempo sospeso che permette la dissacrazione ed il dileggio del potere. Sono ben dieci le società carnevalesche alle quali aderiscono i cittadini che per mesi, nel tempo libero e a proprie spese, si dedicano alla costruzione di elaboratissimi carri, un lavoro spesso notturno che coinvolge ed entusiasma tutti i ceti sociali. Sono costruttori di socialità, volontari che si fanno carico di arricchire e inventare forme di aggregazione che si evolvono con il susseguirsi delle generazioni.
ILLIMITATO
TRA SACRO E PROFANO
Jan 31, 2023
5 minuti
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