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mercoledì 1 marzo 2017 13 vostri commenti

C'era una riVolta


1 marzo 1968, Valle Giulia, Roma.
Spesso mi domando dove sia finita tutta quella partecipazione che tra gli anni sessanta e settanta invadeva le piazze e le vie delle città.
Manifestazioni spontanee nate al momento, coinvolgimento di gruppi a 360 gradi nella vita delle persone, movimentismo a volte anche esagerato, assemblee interminabili dove l'esserci voleva dire esistere, dove parlare significava fare parte di qualcosa. 
Ci sono stati degli sbagli, degli errori, delle vie sbagliate prese, in alcuni casi anche troppa violenza verbale e fisica. Senza quei movimenti e quegli anni molte delle cose di cui ora godiamo non ci sarebbero. Alcuni degli interpreti si sono persi, altri sono diventati ciò che odiavano, altri ancora hanno conosciuto la clandestinità per la scelta della lotta armata, altra magari in questo momento quando vedono una manifestazioni scuotono la testa o si commuovono.
Di certo c'è che adesso non esiste più quella partecipazione, per alcuni il massimo sforzo coincide con un "mi piace" messo on line e al limite una condivisione. Prima gruppo significata un'insieme di persone che si vedevano, discutevano, si arrabbiavano anche ora per molti vuol dire solo tanti contatti su un social.
Quella che in quegli anni voleva essere un rivolta politica ha finito per essere una rivoluzione più che altro sociale. Oggi le tematiche sono ancora presenti, ma le piazze latitano così come probabilmente le coscienze.
martedì 10 gennaio 2017 12 vostri commenti

Mancano anche le comparse

Esattamente 49 anni fa gli studenti torinesi occupavano Palazzo Campana, quella che viene considerata la prima occupazione del '68, anche se in realtà nel dicembre del 1967 c'erano già state delle occupazioni.
Il resto bene o male lo sappiamo. Il Movimento Studentesco, la Statale, Trento, una infinita quantità di leader e via di seguito.
Quello che mi domando spesso è dove sia finita la voglia di protestare, di cambiamento, di mettersi di traverso, di fare sentire una coscienza critica.
La risposta la sappiamo purtroppo forse la lunga scia del riflusso degli anni '80 non è mai finita e alla fine ci ha portato a sostituire il Noi con l'Io, ad odiare la politica come argomento lasciando via libera a personaggi che hanno massacrato lo Stato.
Sappiamo anche che molti di quelli che hanno partecipato al '68 poi sono andati ad occupare delle posizioni che prima detestavano, altri sono confluiti nei movimenti emersi successivamente, altri nelle tante sigle dell'eversione,  mentre altri si sono semplicemente persi.
Ma oggi che siamo davanti all'annullamento di molte conquiste fatte in quegli anni, allo scempio dello Statuto dei lavoratori, allo Stato di abbandono delle scuola italiana, alle guerre sparse per tutto il mondo al limite nelle strade e nei posti di lavoro regna il silenzio.
Anche i cortei si sono trasformati in mini spot e molti di noi in comparse di film muti.

lunedì 13 settembre 2010 27 vostri commenti

Quando abbiamo dimenticato come si tolgono le scarpe per salire su una macchina e parlare?


Dicembre 1964.
Berkeley.
California.
Un ragazzo di origini italiane, si toglie le scarpe sale col megafono sul tetto di una macchina della polizia e comincia a parlare...
"Che cosa diventeremo? Clienti delle università, del governo. dell'industria, del sindacato organizzato. Ma noi siamo esseri umani. Se tutto e macchina, arriva un momento in cui il funzionamento della macchina diventa così odioso, ti fa così male al cuore , che non si può più partecipare, non si può nemmeno partecipare in modo passivo, bisogna buttare i nostri corpi in mezzo al motore e alle ruote e alle leve, in tutto l'apparato, bisogna farla fermare. E dobbiamo dire in modo chiaro al popolo, e a chi guida la macchina, ai suoi padroni, che se non saremo liberi, impediremo per sempre a questa macchina di funzionare"
Dove sono andate quelle parole, per quale motivo non riusciamo più a comunicarle, perché non le ascoltiamo più. Costretti invece a commentare ancora altre morti sul lavoro come quelle di Capua, altre dichiarazioni di un premier che vede comunisti ovunque anche nei campi di calcio, testimoni di un uomo che va all'estero dall'ex capo del Kgb, suo grande amico, accusando i giudici di Tangentopoli di aver risparmiato solo i "rossi" per la loro complicità col Cremlino, dopo aver lanciato un messaggio ai russi su quanto sono fortunati ad avere Putin e Medved "dono del Signore", chissà magari i parenti dei giornalisti uccisi e scomparsi non la pensano proprio in questa maniera. Seduti a guardare un'opposizione che non sa nemmeno da dove iniziare.
Già, che cosa diventeremo, o meglio... cosa siamo diventati?!?

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