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venerdì 2 marzo 2018 10 vostri commenti

Avvertimento

In questi giorni in cui da destra a sinistra (?) si chiede il licenziamento dell'insegnante di Torino mi è tornato in mente il silenzio sostanzialmente generalizzato di fronte alle tante promozioni dei condannati della "macelleria messicana" della Diaz. Di fronte alle parole di violenza nella caserma di Bolzaneto o alle manganellate gratuite ad anziani inermi in corso Italia a Genova.
Non ricordo la stessa indignazione, davvero. Sempre tutti al proprio posto.
Io non manifesto in quella maniera, che mi fa tornare in mente l'adoslescienza,  probabilmente avrò anche urlato frasi pessime soprattutto in età più giovane, anche in quella avanzata non mi ergo su un piedistallo, ma ciò non toglie che gli ultimi risvolti mi portino a pensare che siamo in un momento in cui si fa il filo all'elettorato di destra. Una condanna a fini elettorali.
Ho parecchi vuoti e non ricordo nessuna dichiarazione rispetto all'insegnante che si fa fotografare inneggiando al fascismo.
Non ho visto indignazione per quel personaggio candidato di Forza nuova che inneggia al nazismo che se votato potrà sedersi in parlamento e quindi futuro dipendente pubblico. 
Andando a memoria, perchè è molto tempo che non frequento quei luoghi, ricordo cori di tutta una gradinata contro la polizia, le stesse parole della professoressa. Per non parlare dei cori contro l'arbitro. 
Mi pare che ci sia una bella dose di ipocrisia del bel paese in questa vicenda condita con lo storico lato illiberale italico.
Evito di commentare quelli che non so per quale motivo tirano in ballo gli insegnanti sessantottini. Gente che dovrebbe riflettere su quel momento storico, dove sono anche stati commessi errori, ma dopo un'attenta lettura potrebbero magari capire che molte delle cose di cui abbiamo goduto fino ad oggi sono state fatte anche grazie alla spinta del sessantotto.
Al di là del fatto in questione, rischiare di essere licenziati per avere urlato determinate frasi in un corteo mi sembra un precedente molto pericoloso.
Una sorta di avvertimento per il futuro.
Sempre più nero. 
lunedì 4 maggio 2015 28 vostri commenti

I soliti noti



A Genova ce le ricordiamo ancora quelle tute nere che hanno devastato la città senza essere toccati dalla polizia. Li ho visti di persona andare in giro per le strade distruggendo tutto mentre i vari reparti li guardavano a pochi metri di distanza. Tutto questo nella stessa piazza dove qualche minuto prima le forze dell'ordine avevano caricato i non violenti di Mani tese.
La storia continua a ripetersi e noi siamo ancora una volta testimoni di una manifestazione, con la quale si può essere d'accordo o meno, che viene offuscata dalle violenze di questa gente.
Pagati dai servizi? Autoonomi? Infiltrati?
Francamente non lo so, ma credo proprio che a prescindere dalla loro origine siano utilizzati bene dal palazzo che preferisce sacrificare dei quartieri e delle macchine per evitare che si parli delle ragioni della protesta. Il copione è lo stesso del G8 di Genova dove ci fu una vera e propria carneficina, un massacro di donne, anziani e uomini.
E poi Bologna... dove non si può contestare il premier che non è nemmeno stato eletto, dove la polizia in questo caso carica i manifestanti, spezzando un braccio nel vero senso della parola ad una persona.
Lo ripeto da mesi, forse ormai anni... pensate se tutto questo fosse accaduto sotto un governo di Berlusconi. 
Scusate dimenticavo che non è cambiato niente.
venerdì 25 novembre 2011 24 vostri commenti

La vera sconfitta di tutti noi... in un operaio che insulta il corteo

Ogni giovedì qui a Genova davanti alla Prefettura il Forum del terzo Settore organizza un presidio per ricordare a tutti i tagli che il governo ha fatto e vuole fare e che di conseguenza le Regioni metteranno in atto nel sociale, colpendo in particolar modo le cooperative.
Per ricordare a tutti che esiste una quantità infinita di persone che si occupa di bambini, anziani, disabili e tutte le altre persone che molte volte la nostra società reputa fantasmi fastidiosi.
Ieri diversamente dalle altre volte il presidio si è trasformato in corteo, marciando per le via della città, un breve tragitto, ma importante, per far conoscere la realtà di questa vicenda che troppe volte passa senza creare nessun tipo di reazione. Una delegazione di Fincantieri ha marciato assieme al corteo, una notizia davvero importante.
Fin qua direte che novità c'è?
Verso la fine del corteo, in quel momento fermo in una delle gallerie del centro cittadino, un uomo un operaio, credo di una società della manutenzione delle strade (ma non ci giurerei), veniva in direzione contraria alla manifestazione.
Insulti... solo insulti al corteo. Perchè lui doveva andare a casa e noi in quel momento bloccavamo la strada. Una scena surreale con l'uomo allontanato dai carabinieri.
Capisco la fatica di fine giornata, soprattutto di uno che usa il proprio fisico per lavorare... ma in quel gesto c'è una sconfitta. La sconfitta delle ragioni collettive, la tristezza nel vedere una persona che dovrebbe stare dalla tua parte inveire contro un corteo. Il risultato ottenuto dal sistema che porta un uomo a non domandarsi neanche perchè quelle persone sono in piazza.
Qualche giorno fa su questo blog ci siamo domandati dove è la sinistra. Ecco la sinistra è proprio quella vocina che dovrebbe nascere in tutti noi richiamandoci all'ordine mentre stiamo per difendere una nostra priorità non tenendo conto della collettività, quel "si ma però io" che dovrebbe essere sostituito da un "si ma noi", quella frazione di secondo in cui il nostro cervello pensa al singolare e non al plurale.
Ieri sono andato via dal corteo alla fine con un'immensa tristezza dentro.

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