Raymond Aron
Aspetto
Raymond Aron (1905 – 1983), filosofo francese.
Citazioni di Raymond Aron
[modifica]- Decisi allora di essere un «osservatore impegnato». Volevo essere l'osservatore della storia mentre si realizzava, preoccupandomi di essere, rispetto a questa storia che si realizzava, quanto più possibile oggettivo e insieme non del tutto distaccato, ma impegnato. Volevo unire insieme l'atteggiamento dell'attore con quello dell'osservatore.[1]
- Ogni nuova fede comincia con un'eresia.[2]
- Quanto più si vuole essere obiettivi [...] tanto più è necessario sapere da quale punto di vista, da quale posizione ci si esprime e si considera il mondo.[3]
Il concetto di libertà
[modifica]- Il liberalismo teme la tirannia della maggioranza così come teme la tirannia dello Stato, dal momento che esso aspira alle libertà dell'individuo.
- L'ordine liberale lascia a ciascuno il compito di trovare, nella libertà, il senso della propria vita.
- L'occidentale autentico è colui che della nostra civiltà accetta totalmente soltanto la libertà che gli viene data di criticarla e la possibilità che gli viene offerta di migliorarla.
[Raymond Aron, Il concetto di libertà, traduzione di Teresa Compagna, Ideazione Editrice, Roma, 1997.]
L'etica della libertà
[modifica]- Se mi autodefinisco con il rifiuto del partito unico, giungo naturalmente alla nozione di pluralismo, e dalla nozione di pluralismo a una certa rappresentazione del liberalismo.
- Se gli unici alleati accettabili fossero quelli che rispettano i diritti dell'uomo, penso che le democrazie occidentali non avrebbero altre alleate all'infuori di se stesse.
- Trovo normalissimo, giustissimo il fatto di dare un sollievo alle miserie, di salvare gli infelici. Quando è possibile bisogna farlo. Quando degli uomini di qualità dedicano la loro vita a questa attività, li ammiro. Non ho assolutamente niente, nessuna specie di rimprovero da formulare contro di loro. Purtroppo, la politica non si esaurisce in questo genere di azioni da samaritano.
- La presunzione di [...] pochi oligarchi di conoscere la verità sulla storia e sull'avvenire è insopportabile.
- Una cultura esige della memoria.
[Raymond Aron, L'etica della libertà. Memorie di mezzo secolo: colloqui con Jean-Louis Missika e Dominique Wolton, traduzione di Marc Le Cannu, Mondadori, Milano, 1982.]
L'oppio degli intellettuali
[modifica]- La sinistra si è formata stando all'opposizione, e si è data una propria ideologia. Essa denunciava un ordine sociale, imperfetto come ogni realtà umana. Ma, quando la sinistra ha vinto e ha raggiunto a sua volta un ruolo di responsabilità di governo, la destra, diventata forza d'opposizione o controrivoluzionaria, è riuscita senza sforzi a dimostrare che la sinistra rappresenta non la libertà contro il potere o il popolo contro i privilegiati, ma un potere contro un altro, una classe privilegiata contro un'altra.
- Si afferma che i valori della sinistra possono affermarsi senza la violenza: ma l'affermazione contraria è più vicina alla realtà. Un potere rivoluzionario è per definizione un potere tirannico.
- Rivoluzione e democrazia sono nozioni in antitesi.
- La rivoluzione di stampo marxista non si è realizzata perché la sua stessa concezione aveva un carattere mitico: né lo sviluppo delle forze produttive né la maturazione della classe operaia preparano il rovesciamento del capitalismo ad opera di lavoratori consapevoli della loro missione. Le rivoluzioni che fanno appello al proletariato, come tutte le rivoluzioni del passato, causano solo la sostituzione violenta di un'élite con un'altra. Non presentano alcun carattere che le autorizzi a salutarle come fine della preistoria.
- Chi denuncia la sorte riservata all'uomo da un universo privo di significato, si ricollega talvolta ai rivoluzionari, perché l'indignazione e l'odio prevalgono su ogni altra considerazione, e perché la distruzione è l'unica a consolare, al limite, una coscienza disperata.
- Non che noi ignoriamo il bene e il male, ma ignoriamo il futuro.
[Raymond Aron, L'oppio degli intellettuali, traduzione di Teresa Compagna, Ideazione Editrice, Roma, 1998.]
Le tappe del pensiero sociologico
[modifica]- Buon storico è chi conserva il senso della specificità di ogni età, della successione delle epoche e, infine, delle costanti che, sole, ci permettono di parlare di un'unica e medesima storia. (introduzione, p. 21)
- La sociologia è lo studio che pretende di essere scientifico della realtà sociale in quanto tale, sia al livello elementare delle relazioni interpersonali, sia a quello macroscopico dei vasti insiemi, classi, nazioni, civiltà o, per far uso dell'espressione corrente, società globali. (introduzione, p. 21)
- La conoscenza scientifica dovrebbe dare agli uomini il dominio della società o della storia umana proprio come la fisica e la chimica hanno dato loro il dominio delle forze naturali. (introduzione, p. 22)
- [Alexis de Tocqueville] Troppo liberale per il partito da cui proveniva, non sufficientemente entusiasta delle nuove idee agli occhi dei repubblicani, non fu adottato né dalla destra né dalla sinistra e continuò a essere sospetto agli occhi di tutti. (introduzione, p. 23)
- Tollero a fatica il sociologismo nel quale sfociano le analisi sociologiche e le intuizioni profonde di Émile Durkheim. (introduzione, p. 25)
- Costretto a farmi violenza per riconoscere i meriti di Durkheim, non avendo simpatie per Pareto, mantengo per Max Weber l'ammirazione che ho avuto per lui sin dal tempo della mia gioventù, anche se su numerosi punti, anche importanti, mi sento molto lontano da lui. La verità è che Max Weber non mi irrita mai, anche quando gli do torto, mentre per Durkheim provo un senso di disagio, anche quando i suoi argomenti mi convingono. (introduzione, p. 26)
[Raymond Aron, Le tappe del pensiero sociologico, traduzione di Aldo Devizzi, CDE, Milano 1984]
Citazioni su Raymond Aron
[modifica]- In Francia l'ex marxista Raymond Aron, gran sociologo della società industriale, continua la sua polemica anti-ideologica [...] Dopo quindici anni, dato su dato, Aron non cessa di scomporre il marxismo-leninismo nei suoi meccanismi di «falsa coscienza e deformazione interessata del reale», di ricavare tutte le conseguenze dalla rovina dello stalinismo, «la forma estrema, caricaturale, di ciò che chiamavo ideologia, ossia la messa in forma pseudo-sistematica d'una visione globale del mondo storico». (Alberto Ronchey)
Bibliografia
[modifica]- Raymond Aron, Il concetto di libertà, traduzione di Teresa Compagna, Ideazione Editrice, Roma, 1997.
- Raymond Aron, L'etica della libertà. Memorie di mezzo secolo: colloqui con Jean-Louis Missika e Dominique Wolton, traduzione di Marc Le Cannu, Mondadori, Milano, 1982.
- Raymond Aron, L'oppio degli intellettuali, traduzione di Teresa Compagna, Ideazione Editrice, Roma, 1998.
- Raymond Aron, Le tappe del pensiero sociologico, traduzione di Aldo Devizzi, CDE, Milano, 1984.
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Raymond Aron
- Commons contiene immagini o altri file su Raymond Aron
- ↑ Da Le spectateur engagé.
- ↑ Da Ce que je crois; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
- ↑ Citato in Ralf Dahrendorf, Erasmiani, traduzione di M. Sampaolo, p. 65.