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Goffredo Mameli

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Goffredo Mameli

Goffredo Mameli, nato Gotifreddo Mameli dei Mannelli (1827 – 1849), scrittore, poeta e patriota italiano.

  • Come narran sugli Apostoli, | Forse in fiamma sulla testa, | Dio discese dell'Italia. | Forse è ciò, ma anch'è una festa. | Nelle feste che fa il popolo, | Egli accende monti e piani; | Come bocche di vulcani | Egli accende le città. [...] | Un fanciullo [Giovan Battista Perasso] gittò un ciottolo: | Parve un ciottolo incantato, | Ché le case vomitarono | Sassi e fiamme da ogni lato. | [...] Quando il popolo si desta, | Dio combatte alla sua testa, | La sua folgore gli dà.[1]
  • Del cener dell'Italia / La nuova prole è uscita. / Salve, sublime apostolo / Del verbo della vita / Che il nuovo sogno errante / Stringi al pensier di Dante.[2]

Canto nazionale

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Fratelli d'Italia, | l'Italia s'è desta, | dell'elmo di Scipio | s'è cinta la testa. | Dov'è la vittoria?! | Le porga la chioma | ché schiava di Roma, | Iddio la creò.

Citazioni

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  • Uniamoci, amiamoci, | l'unione e l'amore | rivelano ai Popoli | le vie del Signore.
  • Dall'Alpi a Sicilia | dovunque è Legnano. | Ogn'uom di Ferruccio | ha il core, ha la mano, | i bimbi d'Italia | si chiaman Balilla, | il suon d'ogni squilla | i Vespri suonò.

Citazioni sul Canto nazionale

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  • Farò una piccola rivelazione impopolare [...]. Quando cantavo l'Inno di Mameli, prima delle partite, tutti in fila abbracciati, tra me e me, baravo. Fin dai primi anni di Nazionale, ho iniziato nell'ultima strofa a far cadere una T. Ammutolivo una T. Siam pronti all'amor-e, l'Italia chiamò. Era un gioco un po' brigante, per cui provavo a trasformare in azioni le parole che pronunciavo. E preferivo visualizzare le azioni trasformate dell'amore piuttosto che quelle della morte. (Luca Vettori)
  • Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49. (Giosuè Carducci)
  • Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tutt'ora in voga! (Rino Gaetano)
  • Ogni volta che canto l'inno di Mameli mi vengono tanti pensieri, rivedo tutto il percorso che ho fatto e per questo motivo che io quel momento lo sento tanto. Rappresentare l'Italia è qualcosa di veramente grande che sento dentro, come pure cantare l'inno insieme ai compagni. (Jorginho)
  • Ogni volta che sento l'Inno di Mameli mi dà una sensazione bellissima, particolare. Non è per forza legata alla vittoria del Mondiale, perché la sentivo anche prima. Le parole, secondo me, sono molto belle e io non vedo per quale motivo si debba sostituire con il Và Pensiero. Bossi ritiene che debba essere cambiato? Non dico che sbagli, ma io, ogni volta che ascolto le prime note, avverto un qualcosa dentro e provo una bellissima sensazione. (Marcello Lippi)

Incipit di Pagine politiche

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Mi permetterete alcune brevi parole. Ciò ch'io vi dirò sarà esposto peggio che da qualsiasi altro, ma credo che esprimerà il pensiero di quanti qui siamo. E vi hanno idee care cosí che non basta il pensarle, ma piace ripeterle a sé medesimi, e si sente la necessità d'incarnarle nella parola, come l'artista che vagheggia il suo concetto espresso nell'opera della sua mano. Concedete adunque che io per pochi istanti pensi, direi cosí, a voce alta ciò che pensate voi tutti nell'anima vostra.

Citazioni su Goffredo Mameli

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  • Goffredo, che io avevo trattenuto al mio fianco per la maggior parte di quel giorno siccome aiutante mio, mi chiese supplichevole di lasciarlo procedere avanti ove più ferveva la pugna, sembrandogli ingloriosa la posizione presso di me. Dopo pochi minuti egli mi ripassava accanto, trasportato gravemente ferito, ma radioso e brillante nel volto, fiero di aver potuto spargere il suo sangue per il suo Paese. Non scambiammo una parola. Ma gli occhi nostri s'intesero nell'affetto che ci legava da tanto tempo. Egli proseguiva come in un trionfo. (Giuseppe Garibaldi)
  • Goffredo Mameli era un buon patriota, mazziniano e garibaldino, che morì a ventidue anni sul Gianicolo per una ferita alla gamba. Ora è un eroe risorgimentale ma allora era un giovane bacelliere che fu curato male come capita. Non fece a tempo a diventare un poeta ma ha scritto un inno (anzi due, uno musicato da Giuseppe Verdi che forse è meglio) che dura da centocinquant'anni e non è poco. Aveva un viso triste e una grande barba, per sua fortuna non ha avuto biografi. (Luigi Pintor)
  • Mentre il cannone francese si avvicinava lentamente alle mura, ei si accostava ai momenti supremi. Avreste detto che dovesse morire con Roma. (Giuseppe Mazzini)

Note

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  1. Da Dio e il popolo, in Il Canto degli Italiani. Poesie d'amore e di guerra, Rizzoli, Milano, 2010, pp. 114-116. ISBN 978-88-17-04249-9
  2. Da Dante e l'Italia; citato da Federico Mollicone nella Seduta n. 251 della Camera del 4 novembre 2019.

Bibliografia

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Altri progetti

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Opere

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