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Lingua ligure

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Mappa dei dialetti liguri nell'Italia settentrionale

Citazioni sulla lingua ligure (o genovese).

Citazioni

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  • Bizzarro dialetto dal suono nasale e irritante, dalle strane abbreviazioni, vocaboli arabi o turchi. (Paul Valéry)
  • Credevo di detestare le cadenze liguri: dopo una settimana di immersione nei superstiti odori delle friggitorie di Genova mi penetrava l'orecchio come una guzla araba, col contrappunto solare di un tamburo semita. In quell'accento che strapiomba sul mare, dove attira e fa precipitare l'idea la funerea sirena della u, che si ripete fino al trionfo del Sonno in cui dolcemente tutto farà naufragio, c'è come una tranquillità di contemplativi, un pessimismo ascetico e lontano. (Guido Ceronetti)
  • Genova, come le grandi metropoli, è diventata una città cosmopolita. Ormai qui si sente parlare in tutti i modi meno che il genovese. Una volta, quando uno voleva sentire parlare il vero genovese, dove andava? A Prè, dalla Marina, dalla Maddalena... Andateci un po' adesso...?!
    Sì, dico "andateci un po' adesso" per dirvi che quei pochi genovesi che sono di casa in quelle zone si sono messi a parlare italiano anche loro, altrimenti non li capisce più nessuno! (Giuseppe Marzari)
  • Voi mi direte che le tre lingue toscana, francese e spagnola se sono date delle regole e hanno messo al mondo delle grammatiche e dei dizionari. Verissimo: ma questo con tutta facilità se può fare anche per la lingua genovese: che i Genovesi non abbiano stampato le regole della loro lingua, ciò non vuol dire che non le abbiano; e che le abbiano di fatto lo si vede bene nella facilità con la quale si intendono tra di loro, e distinguono perfettamente quel che è errore da quel che no: si intendono e si parlano nei consessi più rispettabili del governo, trattando le materie più serie; si intendono e si parlano dagli avvocati innanzi ai tribunali della maggiore autorità. (Steva De Franchi)
  • I dialetti sono idiomi non imposti dall'autorità, ma inventati dalle etnie che hanno avuto l'urgenza di comunicare: dico l'urgenza ma in effetti hanno avuto miracoli di tempo a disposizione per inventare, per impegnarsi nell'affinare linguaggi che sempre più rassomigliassero a loro e al loro circostante. Forse non è azzardato dire che le lingue locali assomigliano un po' ai posti dove vengono parlate: così certe asperità che riscontro nell'aostano e che sembrano rispondere, fare da eco, alla durezza delle rocce delle montagne che le circondano, si addolciscono nel piemontese della grande pianura, che suona dolce come dolce suona la lingua della vicina Francia.
    Allo stesso modo la vischiosità del ligure, del genovese in particolare, non è poi tanto lontano dal lepego, dalla scivolosità dei ponti delle barche e dei moli.
  • Il genovese sembra la lingua creata per le canzoni come l'ebraico quella delle profezie.
  • Mi sono nascosto dietro il dialetto genovese perché certe parole, che in italiano hanno un significato fortemente volgare, in genovese perdono questa connotazione. A Genova "belin", che individua l'organo genitale maschile, è un lubrificante del linguaggio, del tutto privo di valenza negativa. La stessa cosa per "mussa", che invece indica l'organo genitale femminile e, per traslato, vuol dire balla. Forse perché Genova è piccola, ha imparato ad usare tutti i propri vecchi vocaboli.
  • Quello genovese per me non è un dialetto, ma una lingua; del resto i dialetti assurgono a dignità di lingua per motivi politici e militari. [...] Il genovese ha come minimo 2.500 vocaboli di importazione araba: ciò dimostra come i contatti con gli arabi siano stati molto intensi. Del resto Genova, dal punto di vista commerciale, a parte i rapporti con l'Europa (Inghilterra e Olanda) che erano piuttosto saltuari, ha dovuto focalizzare i propri commerci sull'Africa, perché dall'altra parte c'era Venezia, e ogni volta che le navi genovesi si provavano ad affacciarsi oltre Creta erano botte da orbi. Ma a quei tempi il genovese ed il veneziano erano i linguaggi internazionali, come oggi il francese e l'inglese.

Voci correlate

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