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Michela Cescon

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Michela Cescon (1971 – vivente), attrice italiana.

Citazioni di Michela Cescon

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Citazioni in ordine temporale.

  • [Su Alan Bennett] Un genio. E imparandolo a memoria, alla fine capisci quanto sapiente sia la costruzione dei testi, così ricchi, pieni, stratificati. Bennett semina benissimo i passaggi, e tutto poi torna. [...] Dietro il tocco ironico e apparentemente leggero, si cela il disastro delle vite. Bennett sa racchiudere quelle vite attraverso pochi tratti. Che però hanno una profondità ineguagliabile.[1]
  • [«Come si prepara?»] Ti devi mettere lì a ripetere e ripetere per ore e ore. Avendo bambini, devo per forza dividere il lavoro: ogni giorno mi ritaglio del tempo per impormi un tot di righe. Prima arriva la memoria, poi c'è l'interpretazione. La memoria è una brutta bestia. Dopo un po' che lavori, vedi parole ovunque. Di solito io cammino e parlo, ormai a casa lo sanno. Sono in memoria. Io devo imparare la parte facendo altro.[1]
  • A me piace avere molto tempo, sono una che non ha fretta nel progetto artistico. [...] poi magari le prove si fanno in venti giorni però quando ho l'intuizione scelgo il testo, ci lavoro molto, attendo a lungo che il lavoro lavori da solo [...][2]

Elena Dal Forno, film.it, 12 aprile 2007.

  • [Su Primo Amore di Matteo Garrone, il film del suo debutto nel cinema] Avevo molta paura all'inizio, di non piacermi, di fermarmi ad un livello puramente estetico. Venendo dal teatro sono abituata a "quello che sento" e non a "quello che vedo", invece ho colto delle cose di me con cui adesso convivo meglio. Tanto per dirne una, io odio il mio naso, invece ho visto che sullo schermo rendeva, creava delle ombre forti, giuste, così come molte espressioni drammatiche che adesso ho rivalutato. Ho capito che posso fare del cinema e non è poco e poi gli applausi a Berlino, quasi da stadio, mi hanno dato una fiducia immensa.
  • [Sulle scene di nudo interpretate in Primo Amore] È una scelta precisa che ho fatto. Due anni fa non avrei mai potuto, ma proprio perchè oggi sono più adulta e consapevole non mi pesa. Dopo che mi sono cimentata con i testi di Pasolini in un teatro-corpo/parola mi sono davvero liberata. E adesso mi piace scuotere l'idea banale che abbiamo del corpo-vetrina mettendo invece in evidenza il vero corpo, quello che porta i segni, di qualunque cosa, anche della vecchiaia. Il film di Matteo ha aperto ancora di più questa strada, ho dovuto recitare così com'ero, senza nemmeno un filo di trucco. È stato un passaggio molto forte per me come attrice. Che poi resto una che nella vita tende a non farsi notare, sono molto normale, ma in scena mi va di colpire, di scalfire.
  • [Su Jon Fosse, il drammaturgo norvegese di cui ha portato a teatro un testo] Fosse è considerato un genio della drammaturgia in quasi tutto il mondo, fino in Cina e Giappone, in Francia e Germania è osannatissimo, come un nuovo Ibsen. Altri invece lo trovano vuoto. Lui pensa che non si possa dire veramente niente di ciò di cui valga la pena parlare, afferma addirittura che il punto più intenso della parola è la pausa. Questo cumulo di "non detto" lo trovo molto interessante perchè è quasi una partitura musicale per virtuosi del violino.

Intervista di Gloria Satta, grazia.it, 26 ottobre 2016.

  • [«Com'è stata la sua infanzia nel segno della collettività?»] Libera e spensierata, piena di giochi. Eravamo dieci famiglie e abitavamo in un condominio solidale chiamato "La betulla". Mettevamo in comune tutto e ancora oggi sono legatissima ai miei 18 fratelli sparsi nel mondo.
  • Più passa il tempo, più mi convinco che i figli si fanno e si crescono in coppia.
  • Tanti pensano che sul set una madre possa creare problemi o pretendere un esercito di tate. Non parliamo poi di quando sei incinta: ci sono registi che non ti vogliono nemmeno incontrare. [«A lei è capitato?»] Sì, ed è stato uno choc. Avevo nella pancia Violetta quando Marco Bellocchio preparava il film Vincere e io ero in lizza per fare la protagonista. Ma il regista non volle nemmeno sottopormi al provino. Mi affidò un altro ruolo solo dopo il parto.
  • [«[...] è difficile trovare dei bei ruoli dopo i 40?»] Proprio così, il nostro cinema non considera le donne della mia età e molte attrici sono costrette a ripetersi. Ma non c'è solo la madre, sono tanti i personaggi interessanti.
  • Se aspetti il ruolo della vita, non vai lontano. Devi giocartela tutta, crearti l'occasione. E molte porte si apriranno.

Intervista di Elvira Serra, corriere.it, 22 dicembre 2023.

  • Ho detto no a Luca Ronconi, con cui avevo debuttato. Ma a 23-24 anni non volevo più fare il suo teatro. "Qui non metterai più piede", disse. [«E andò così?»] Capii che non dovevo entrare io nel progetto degli altri, ma far entrare gli altri nel mio. Non ho una visione narcisista del ruolo dell'attore. [«Poi vi chiariste?»] Ogni volta che lo incontravo era sempre molto affettuoso e di me diceva cose bellissime. Ma chiedeva dedizione totale, estrema, le relazioni in compagnia erano dure. È stato come un padre, ma dovevo seguire la mia strada.
  • Faccio poca tivù, patisco il riconoscimento. Prendiamo Blanca: la madre è un personaggio cattivo, che solo alla fine si redime. Non potevo uscire di casa senza che sconosciuti mi rimproverassero. Era pure divertente, ma al regista ho detto che avremmo dovuto farla cattiva fino in fondo!
  • [«Con quale attore/attrice trascorrerebbe un paio d'ore?»] Con nessuno, perché ho paura di restare delusa. E poi non vorrei entrare in un'intimità che non mi riguarda.
  • [«Da bambina sognava di fare l'attrice?»] Macché! Mi piaceva disegnare e mi sono iscritta ad Architettura. Poi vidi Kieslowski al cinema Edera di Treviso e sentii la chiamata alle armi.

Note

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  1. a b Da Chiara Pavan, L'intervista, ilgazzettino.it, 28 novembre 2017.
  2. Da Giulia Pernaselci, Intervista a Michela Cescon: L'attesa, una condivisione di tempi duraturi, quartapareteroma.it, 20 marzo 2022.

Filmografia

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Altri progetti

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