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Samuele Abarbanel

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Samuele Abarbanel o Samuel Abarbanel (Lisbona, 1473Ferrara, 1547) è stato un banchiere e mecenate portoghese naturalizzato italiano.[1]

Soggiorno nel Regno di Napoli

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Membro della famiglia degli Abrabanel, figlio di Isaac Abrabanel e fratello di Leone Ebreo, dopo un breve periodo di studio a Salonicco si stabilì a Napoli.[1] Là divenne finanziere del viceré del Regno di Napoli, Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, mentre la moglie Benvenida si occupò dell'educazione della figlia di quest'ultimo.[1] Dopo la morte del suocero Giacobbe di Giuda Abarbanel gli subentrò come capo della comunità ebraica.[1] In questo ruolo sfruttò l'influenza presso il viceré per ritardare l'applicazione del decreto del 5 gennaio 1533 sull'espulsione degli ebrei dal regno.[1] Nel 16 febbraio 1535 ottenne un privilegio che funse da base dei nuovi capitolati del 24 novembre 1536.[1] Tuttavia ciò non bastò ad impedire la definitiva espulsione degli ebrei dal regno nel 1539.[1]

Trasferimento a Ferrara

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Abrabanel restò a Napoli ancora due anni, e infine accettando un invito del Duca di Ferrara Ercole II d'Este si trasferì a Ferrara con la famiglia.[1] Il viceré di Napoli gli accordò un salvacondotto che gli permise di portare con sé mobili e suppellettili preziose senza ostacoli e senza pagamento di tasse.[1] Continuò la sua attività di banchiere e mecenate fino alla sua morte, nel 1547.[1]

Ebbe quattro figli: Letizia, Gioia, Giacobbe e Giuda.[1] La moglie Benvenida fu in buoni rapporti con Cosimo I de' Medici e fu in grado di mantenere dei legami finanziari con la Toscana.[1]

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