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Maria Beccadelli di Bologna

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Maria Anna Beccadelli di Bologna (ritratto di Franz von Lenbach, 1873)

Maria Anna Zoe Rosalia Beccadelli di Bologna e Acton dei Principi di Camporeale, Marchesa d'Altavilla (Napoli, 6 febbraio 1848Roma, 20 gennaio 1929) è stata una nobile italiana, moglie del cancelliere tedesco Bernhard von Bülow.

Villa Malta, residenza dei Bülow a Roma (olio su tela di Frederic Leighton, 1860, National Gallery di Londra)

Maria Anna Beccadelli fu erede di due dinastie da cui uscirono numerosi politici e diplomatici, del Regno delle Due Sicilie prima e successivamente del Regno d'Italia. Nacque infatti a Napoli da Domenico Beccadelli di Bologna e da Laura Acton. Il padre apparteneva alla famiglia aristocratica siciliana dei Beccadelli di Bologna, essendo figlio primogenito del IX Principe di Camporeale, ma morì in giovane età nel 1863[1].

La madre, figlia del brigadiere generale nella Marina delle Due Sicilie e consigliere di Stato Carlo Acton (1783-1863), era sorella di Guglielmo e di Ferdinando Acton, che furono entrambi Ministri della Regia Marina negli anni settanta e ottanta del XIX secolo; rimasta vedova nel 1863, Laura Acton si risposò l'anno successivo col presidente del Consiglio dei Ministri italiano Marco Minghetti dando vita a uno dei più importanti salotti politici dell'epoca. Un fratello di Maria Anna, Pietro Paolo, ultimo principe di Camporeale, sarà sindaco di Palermo e senatore del Regno d'Italia[2].

Maria Beccadelli sposò il 15 maggio 1867, a Lugano, il diplomatico prussiano Karl August von Dönhoff (1833-1906). A Vienna, dove risiedette al seguito del marito, Maria Beccadelli ospitò un salotto frequentato soprattutto da musicofili, analogo a quello di Marie von Schleinitz[3]. Il matrimonio col conte Dönhoff terminò con un divorzio in Prussia nel 1882 e con l'annullamento da parte della Sacra Rota nel 1884. Dal matrimonio col conte Dönhoff nacque l'unica figlia di Maria, Eugenie (1868-1946), che sposerà il diplomatico Nikolaus von Wallwitz (1852-1941)[4].

Dopo il matrimonio con Bernhard von Bülow (1886) Maria Beccadelli seguì il marito a Pietroburgo (fino al 1888) e poi a Bucarest (1888-94). Infine nel 1894 i coniugi si recarono a Roma, dove von Bülow fu ambasciatore di Germania. Il matrimonio con la principessa italiana rese favorevole a von Bülow l'ambiente italiano e contribuì a rendere molto forti, quanto meno fino al 1915, i rapporti fra la Germania e l'Italia.

Se ne ebbe una prova con la missione svolta da Bülow in qualità di ambasciatore straordinario tra il dicembre 1914 e il maggio 1915 per sostenere la neutralità italiana: l'ottima conoscenza del mondo politico italiano permise a Bülow di sfiorare l'obiettivo, non raggiunto per il colpo di mano di Vittorio Emanuele III[5]. Peraltro lo stato italiano mantenne rapporti amichevoli con i principi von Bülow restituendo loro nel 1922 le loro proprietà incamerate dal demanio come riparazione di guerra in quanto cittadini dell'impero germanico secondo il R.D. 10 aprile 1921 n. 470[6][7].

  1. ^ Almanach de Gotha: annuaire genealogique, diplomatique et statistique 1917, Gotha: Justus Perthes, A. 154, p. 300, 1917 (Google libri)
  2. ^ S. Indrio, "CAMPOREALE, Pietro Paolo Beccadelli e Acton principe di". In: Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. XVII, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1974
  3. ^ Petra Wilhelmy, Der Berliner Salon im 19. Jahrhundert: (1780-1914), Berlin; New York: de Gruyter, 1989, p. 325 (Google libri)
  4. ^ Deutsches Adelsarchiv, Deutscher Adelsrechtsausschuss, Hans Friedrich von Ehrenkrook (a cura di), Genealogisches Handbuch des Adels, Band 40, Graliche Hauser A, Band 5, C.A. Starke, 1967, p. 89
  5. ^ Alberto Monticone, La Germania e la mentalità italiana: 1914-1915, Bologna: Il Mulino, 1971, ad indicem'
  6. ^ ISGI, Prassi italiana di diritto internazionale, 695/3 - Le proprietà della Principessa von Bülow, su prassi.cnr.it. URL consultato il 9 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  7. ^ ISGI, Prassi italiana di diritto internazionale, 652/3 - Le proprietà von Bülow Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.

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