Vai al contenuto

Katsuwonus pelamis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Tonnetto striato
Katsuwonus pelamis
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEukaryota
RamoBilateria
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
ClasseActinopterygii
SottoclasseNeopterygii
InfraclasseTeleostei
SuperordineAcanthopterygii
OrdinePerciformes
SottordineScombroidei
FamigliaScombridae
SottofamigliaScombrinae
GenereKatsuwonus
Kishinouye, 1915
SpecieK. pelamis
Nomenclatura binomiale
Katsuwonus pelamis
(Linnaeus, 1758)
Sinonimi

Euthynnus pelamis
(Linnaeus, 1758)
Scomber pelamides
Lacepede, 1801
Scomber pelamis
Linnaeus, 1758
Thynnus vagans
Lesson, 1829

Banco di K. pelamis

Il tonnetto striato[2] (Katsuwonus pelamis, Linnaeus, 1758), a cui spesso ci si riferisce con il vecchio nome Euthynnus pelamis, è un pesce di mare appartenente alla famiglia Scombridae. È l'unica specie nota del genere Katsuwonus Kishinouye, 1915.

Simile al tonnetto alletterato da cui si distingue per la sagoma più panciuta ("da tonno") e per la colorazione. La livrea è del tutto diversa: blu acciaio sul dorso e bianco madreperlaceo sul ventre, percorso da 4-7 caratteristiche linee scure orizzontali che lo rendono inconfondibile.

Può raggiungere, raramente, 1 m di lunghezza per un peso di circa 20 kg.

Alimentazione

[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di piccoli pesci pelagici, soprattutto di clupeidi.

Si riproduce in estate.

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]

È una specie cosmopolita presente in tutti i mari temperati e caldi; nel mar Mediterraneo è complessivamente rara, e così anche nei mari italiani. È pelagico e raramente si avvicina alle coste. Vive in banchi fittissimi, talvolta composti da migliaia di individui.

Si tratta di una specie molto importante per la pesca commerciale. Viene catturato dai pescatori sportivi con la tecnica della traina utilizzando esche artificiali[3]. Le sue carni sono considerate di qualità leggermente inferiore a quelle del tonnetto alletterato[4].


Il tonnetto striato è conosciuto nella cucina giapponese come katsuo. Viene di solito affumicato, essiccato e tagliato in finissime scagliette per fare il katsuobushi, il principale ingrediente del dashi (brodo di pesce). Le scagliette vengono usate anche come guarnitura/condimento finale per diverse pietanze, tra le quali i takoyaki e l'okonomiyaki. Il pesce tagliato in pezzi viene marinato per fare il katsuo no shiokara. Un piatto tipico della cucina di Kōchi, nell'isola giapponese di Shikoku, è il Katsuo no Tataki, in cui il tonnetto viene scottato leggermente alla griglia, tagliato a fette, servito con cipolline, aglio e zenzero e condito con sale o salsa di soia, aceto e succo di limone.[5] Viene inoltre consumato crudo come sashimi e nel sushi.

Nella cucina indonesiana è chiamato cakalang; il piatto più popolare in cui viene impiegato è il cakalang fufu, tipico dei minahasa di Sulawesi.[6] Si utilizza anche nella cucina delle Maldive.[7]

Sull'isola di Madeira (Portogallo) si chiama gaiado e viene mangiato fresco (bollito) o, più tradizionalmente, seccato al sole con sale e poi bollito e condito con escabeche (misto di olio extravergine di oliva, aceto, cipolla, aglio, prezzemolo). È tipico della zona di Machico e Caniçal.[8]

Da qualche tempo è utilizzato anche per il confezionamento in scatola sott'olio[9].

Galleria d'immagini

[modifica | modifica wikitesto]
Ciclo biologico del tonnetto striato
Katsuo no Tataki (鰹のタタキ)
Cakalang fufu
  1. ^ (EN) Collette, B., Acero, A., Amorim, A.F., Boustany, A., Canales Ramirez, C., Cardenas, G., Carpenter, K.E., de Oliveira Leite Jr., N., Di Natale, A., Fox, W., Fredou, F.L., Graves, J., Guzman-Mora, A., Viera Hazin, F.H., Juan Jorda, M., Kada, O., Minte Vera, C., Miyabe, N., Montano Cruz, R., Nelson, R., Oxenford, H., Salas, E., Schaefer, K., Serra, R., Sun, C., Teixeira Lessa, R.P., Pires Ferreira Travassos, P.E., Uozumi, Y. & Yanez, E., Katsuwonus pelamis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it. URL consultato il 6 maggio 2018.
  3. ^ (EN) Katsuwonus pelamis, su FishBase. URL consultato il 05.01.09.
  4. ^ Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, ISBN 8842510033.
  5. ^ (EN) Katsuo no Tataki, japan-guide.com
  6. ^ (ID) Cakalang Fufu Jadi Pilihan di Sulut Archiviato il 1º gennaio 2013 in Internet Archive., su MediaIndonesia.com
  7. ^ (EN) Tuna fishing in the Maldives: the fairest catch|, su Telegraph.co.uk
  8. ^ (PT) saberescruzados, Gaiado seco: modo de preparar (Caniçal, Madeira), su Saberes cruzados, 3 ottobre 2011. URL consultato il 28 giugno 2019.
  9. ^ Copia archiviata, su asdomar.it. URL consultato il 28 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2015).
  • Costa F. Atlante dei pesci dei mari italiani Mursia 1991 ISBN 88-425-1003-3
  • Louisy P., Trainito E. (a cura di) Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo. Milano, Il Castello, 2006. ISBN 88-8039-472-X

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàJ9U (ENHE987007548638205171 · NDL (ENJA00565230