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Eylettersite

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Eylettersite
Classificazione Strunz8.BL.10[1]
Formula chimicaTh0,75Al3(PO4)2(OH)6[2]
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinodimetrico
Sistema cristallinotrigonale[3][4]
Parametri di cellaa = 6,99 ± 0,004 Å, c = 16,70 ± 0,10 Å[3][4]; a = 6,98 ± 0,03 Å, c = 16,66 ± 0,08 Å[3][4]
Gruppo puntuale3 2/m
Gruppo spazialeR3m[3][4]
Proprietà fisiche
Densità misurata3,38 ± 0,10 - 3,44 ± 0,10[4] g/cm³
Densità calcolata3,44 ± 0,05 - 3,50 ± 0,06[4] g/cm³
Durezza (Mohs)3-4[1]
Coloreda bianco a bianco panna[4]
Lucentezzavitrea[1]
Strisciobianco[1]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

L'eylettersite è un minerale appartenente al gruppo della plumbogummite[2] descritto nel 1972 in base ad un ritrovamento avvenuto nella pegmatite Kobokobo nella regione di Kivu, Repubblica Democratica del Congo[4].

Il nome del minerale è stato attribuito in riferimento alla moglie dello scopritore Léopold Van Wambeke[4].

L'eylettersite si scioglie lentamente nell'acido solforico a caldo[4] e presenta una debole fluorescenza ai raggi ultravioletti di colore bruno panna a grande lunghezza d'onda e giallo verde a corta lunghezza d'onda[4].

Questo minerale è radioattivo[4].

L'eylettersite è stata scoperta sotto forma di noduli polverulenti[4].

Origine e giacitura

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L'eylettersite è stata trovata nella pegmatite associata a feldspato, apatite, columbite, cyrtolite, fosfuranilite[4].

Il minerale si formato a partire da vene di minerali fosfatici ricchi di calcio ed alluminio che hanno subito una profonda alterazione nella pegmatite. Le soluzioni di fosfati hanno prodotto un'alterazione parziale l'uraninite producendo ossidi e soprattutto fosfati simili alla fosfuranilite causando quindi la liberazione del torio e del piombo contenuti nell'uranilite. Il torio, nella prima fase di ossidazione si presenta come un composto amorfo idrato associato ad ossidi di uranio come la schoepite, l'arrivo della soluzioni di fosfato ricche di alluminio porta ad una nuova fase di lisciviazione dell'uranio che causa un arricchimento in metalli nei fosfati di alluminio pertanto localmente si verificano le condizioni opportune alla formazione dell'eylettersite e delle crandalliti radioattive[4].

  1. ^ a b c d (EN) Eylettersite, su mindat.org. URL consultato il 21 agosto 2013.
  2. ^ a b (EN) P. Bayliss, U. Kolitsch, E.H. Nickel e A. Pring, Alunite supergroup: recommended nomenclature (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 74, n. 5, ottobre 2010, pp. 919–927. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2012).
  3. ^ a b c d (EN) L. van Wambeke, The problem of cation deficiencies in some phosphates due to alteration processes (PDF), in American Mineralogist, vol. 56, 1971, pp. 1366-1384. URL consultato il 21 agosto 2013.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (FR) L. van Wambeke, Eylettersite, un nouveau phosphate de thorium appartenant à la série de la crandallite (PDF), in Bulletin de la Société Française de Minéralogie et de Cristallographie, vol. 95, 1972, pp. 98-105. URL consultato il 21 agosto 2013.

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