Embryo (Pink Floyd)

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Embryo
ArtistaPink Floyd
Autore/iRoger Waters
GenereRock psichedelico
Data1968
EtichettaHarvest
Durata4:39

Embryo (o anche The Embryo) è un brano musicale dei Pink Floyd risalente al 1968 ma pubblicato solo nel 1983.[1][2][3]

La versione in studio venne registrata nel 1968[4][5] e avrebbe dovuto fare parte dell'album Ummagumma.[6][7][8] David Gilmour cantò la voce principale e l'accompagnamento includeva pianoforte e mellotron; la traccia finisce con un assolo di organo e un canto vocale acuto, col bassista Roger Waters che registrò la propria voce accelerata[9].

La prima sessione di registrazione iniziò il 26 novembre; venne ritenuta buona la prima registrazione ma poi venne sostituita con una nuova versione registrata il 3 dicembre; il giorno dopo vennero registrati degli overdub ma poi la traccia venne abbandonata. Gilmour disse in seguito che "per qualche ragione ce ne siamo andati tutti".[8] L'album Ummagumma che avrebbe dovuto contenere il brano, era costituito da due dischi, il primo con versioni live di vecchi brani e il secondo con nuove composizioni; il gruppo poi decise che il disco in studio avrebbe contenuto brani solisti di ciascun membro e così "Embryo", che era invece un brano registrato dal gruppo, venne accantonato.[10]

Il brano venne comunque suonato nei concerti del gruppo dal 1970 al 1971[4] (l'ultima volta che fu suonata dal vivo dal gruppo fu il 20 novembre 1971 a Cincinnati, alla conclusione del tour nordamericano della band[11]) ma non venne mai pubblicato in nessun album ufficiale fino al 1983 quando venne inserito della compilation Works nella stessa versione già pubblicata nel 1970 nell'album antologico sampler Picnic - A Breath of Fresh Air, album che era però stato ritirato dal mercato su richiesta del gruppo che non ne aveva autorizzato la pubblicazione.[3] Nel 2007 venne inserito nell'album antologico A Breath of Fresh Air - A Harvest Records Anthology 1969-1974.[12] Una versione più breve venne registrata dal vivo durante una sessione alla BBC il 2 dicembre 1968. Il brano originale del 1968 venne ripubblicato nel cofanetto antologico Early Years nel 2016 che contiene anche la versione live del 1968 e altre versioni dal vivo del periodo 1970-1971.

  1. ^ Martin C. Strong, The Great Rock Discography, 7th, Edinburgh, Canongate Books, 2004, p. 1177, ISBN 1-84195-551-5.
  2. ^ Andy Mabbett, The Complete Guide to the Music of Pink Floyd, London, Omnibus Press, 1995, ISBN 0-7119-4301-X.
  3. ^ a b Andy Kellman, Works - Pink Floyd | AllMusic, in allmusic.com, 2011. URL consultato il 13 settembre 2012.
  4. ^ a b Toby Manning, Soundtracks, Compilations & Bootlegs, in The Rough Guide to Pink Floyd, 1st, London, Rough Guides, 2006, p. 227, ISBN 1-84353-575-0.
  5. ^ Jones, Malcolm The Making of The Madcap Laughs, 1982
  6. ^ Manning, Toby (2006). "Soundtracks, Compilations & Bootlegs". The Rough Guide to Pink Floyd (1st ed.). London: Rough Guides. ISBN 1-84353-575-0.
  7. ^ Mabbett, Andy (2010). Pink Floyd: The Music and the Mystery: The Music and the Mystery. Omnibus Press. ISBN 978-0-857-12418-0.
  8. ^ a b Guesdon, Jean-Michel; Margotin, Philippe (2017). Pink Floyd All the Songs – The Story Behind Every Track. Running Press. ISBN 978-0-316-43923-7.
  9. ^ Shea, Stuart (2009). Pink Floyd FAQ: Everything Left to Know... and More!. Backbeat. ISBN 978-1-617-13395-4.
  10. ^ Kopp, Bill (2018). Reinventing Pink Floyd: From Syd Barrett to the Dark Side of the Moon. Rowman & Littlefield. ISBN 978-1-538-10828-4.
  11. ^ Povey, Glenn (2007). Echoes: la storia completa dei Pink Floyd . Mind Head Publishing. ISBN Numero di telefono: 978-0-955-46241-2.
  12. ^ A Breath of Fresh Air: A Harvest Records Anthology, 1969-1974 - Various Artists : Songs, Reviews, Credits, Awards, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 13 settembre 2012.

Collegamenti esterni

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