Aramatle-qo era figlio e successore del re Aspelta e della regina Henuttakhebit.
Ebbe svariate spose[2]:
Atamataka, la cui piramide si trova a Nuri (Nu. 55). Uno scarabeo del cuore a suo nome è stato rinvenuto nella tomba Nu. 57;
Piankh-her, sepolta a Nuri (Nu. 57);
Akhe(qa?) era una figlia di Aspelta e possibilmente di Henuttakhebit, sarebbe quindi potuta essere una sposa-sorella di Aramatle-qo. Venne sepolta a Nuri (Nu. 38);
Amanitakaye era una figlia di Aspelta e sposa-sorella di Aramatle-qo. Fu la madre del successore al trono di Nubia, Malonaqen. Venne sepolta a Nuri (Nu. 26) ed è nota da una ushabti ed altri oggetti funerari;
Maletasen è nota da una ushabti. Fu sepolta a Nuri (Nu. 39).
Aramatle-qo è noto innanzitutto dalla sua piramide, la Nu. 9 della necropoli di Nuri. Da qui proviene anche un pezzo di collana d'oro recante i suoi cartigli, che poteva essere appartenuta a lui stesso oppure ad un membro della sua corte.
Il suo nome è attestato anche su di un oggetto votivo proveniente da Meroe[3].
^Derek A. Welsby, The Kingdom of Kush, British Museum Press, 1996. p.207
^Dows Dunham and M. F. Laming Macadam, Names and Relationships of the Royal Family of Napata, The Journal of Egyptian Archaeology, Vol. 35 (Dec., 1949), pp. 139-149
^László Török: Meroe City, an Ancient African Capital, London 1997, S. 236-39, ISBN 0-85698-137-0
^László Török, The kingdom of Kush: handbook of the Napatan-Meroitic Civilization