Vai al contenuto

Museo egizio (Il Cairo)

Coordinate: 30°02′52″N 31°14′00″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Museo egizio
Ingresso del museo egizio del Cairo
Ubicazione
StatoEgitto (bandiera) Egitto
LocalitàIl Cairo
IndirizzoPiazza Tahrir
Coordinate30°02′52″N 31°14′00″E
Caratteristiche
TipoMuseo archeo-storico
Istituzione1902
FondatoriAuguste Mariette
Apertura1902
Sito web

Il Museo egizio del Cairo[1], anche conosciuto come il massimo[2] Museo di antichità egiziane, ospita la più completa collezione di reperti archeologici dell'Antico Egitto del mondo. Gli oggetti in mostra sono 136.000 e molte altre centinaia di migliaia sono conservate nei magazzini.

Il museo nel 1904 (a destra)

Il museo è un'emanazione del servizio egiziano delle antichità costituito dal governo nel 1835 nel tentativo di fermare l'esportazione selvaggia di reperti e manufatti.

Il primo nucleo del museo venne aperto nel 1858 con le collezioni raccolte da Auguste Mariette, archeologo francese al servizio di Isma'il Pascià ed aveva sede nel quartiere di Bulaq davanti all'isola di Gesira.[3]

Ma lo spazio presto divenne insufficiente per la grande quantità di reperti ed a peggiorare la situazione vi fu una notevole inondazione del Nilo avvenuta nel 1878.

Così nel 1891 il museo venne spostato all'interno del palazzo di Isma'il Pascià a Giza, chiamato "Palazzo di Giza". Ma questo edificio non era idoneo ad ospitare la collezione di reperti, il cui numero cresceva in maniera esponenziale e quindi fu bandito un concorso internazionale vinto da un progetto francese, il cui architetto fu Marcel Dourgnon (1858-1911) e la realizzazione degli italiani Giuseppe Garozzo e Francesco Zaffrani.

Nel 1902[4] il museo attuale venne inaugurato, con lo stile di un edificio in stile neoclassico e appositamente costruito in Piazza Tahrir, nel centro del Cairo. La facciata è decorata con due altorilievi dello scultore francese Ferdinand Faivre.

Nonostante la sua grande fama, il museo egizio del Cairo non è molto esteso come superficie. Consta di due piani, entrambi di forma rettangolare, con una serie di stanze disposte attorno ad un atrio centrale e collegate da un corridoio. Gli oggetti esposti al piano terreno sono raggruppati per ordine cronologico. Appena entrati, a sinistra sono disposte le sale dell'Antico Regno. Continuando in senso orario si trovano le sale del Medio e Nuovo Regno ed infine quelle dell'età greco-romana. Salendo lo scalone si arriva al primo piano, organizzato in aree tematiche.

Il museo ha subito un saccheggio nel corso delle sommosse popolari del 2011, che hanno portato alla distruzione di due mummie.[5] Durante le stesse proteste, è stato colpito da alcune bombe molotov. L'esercito è immediatamente intervenuto per spegnere le fiamme.[6] Molte delle opere e delle collezioni andate disperse o razziate, a causa dei disordini provocati dalla rivoluzione araba, sono tornati nelle disponibilità del museo, grazie anche alla collaborazione tra autorità egiziane e organizzazioni internazionali.[7]

E' pianificata l'apertura del Grande museo egizio situato a Giza, dove sono verranno trasferiti oltre 5000 reperti del Museo egizio del Cairo, tra i quali la collezione completa della tomba di Tutankhamon, attualmente ancora presente nel museo Egizio di Cairo. [8][9]

I pezzi di maggior pregio sono rappresentati dalla collezione dei reperti trovati nella tomba di Tutankhamon, rinvenuta intatta nella Valle dei Re, dall'archeologo inglese Howard Carter nel 1923.

La "sala delle mummie", che contiene 27 mummie reali di epoca antica, fu chiusa al pubblico nel 1981 per ordine del presidente egiziano Anwar Sadat. Nel 1985 è stata riaperta al pubblico una selezione di mummie di re e regine del Nuovo Regno di cui è visibile solamente il volto.

Opere celebri

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Mattew Firestone, p. 621.
  2. ^ Egitto. razzie e danni al Museo Egizio del Cairo, su Sky TG24. URL consultato l'8 luglio 2014.
  3. ^ Franco Brussino, p. 278.
  4. ^ Franco Brussino, p. 279.
  5. ^ (EN) Looters destroy mummies during Egypt protests, su ABCnews, 29 gennaio 2011. URL consultato l'8 luglio 2014.
  6. ^ Egitto, morti negli scontri. Molotov contro il museo egizio, su Corriere della Sera, 2 febbraio 2011. URL consultato l'8 luglio 2014.
  7. ^ Il Cairo mostra i tesori rubati e ritrovati, su artemagazine.it, 10 ottobre 2013. URL consultato l'8 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  8. ^ (EN) For the First Time, All 5,000 Objects Found Inside King Tut’s Tomb Will Be Displayed Together, su smithsonianmag.com, 21 dicembre 2016.
  9. ^ (IT) Nel 2022 aprirà il più grande museo al mondo della civiltà egizia, su arte.sky.it, 1º Gennaio 2022.
  • Franco Brussino, Amenofi II, 1ª ed., Torino, Ananke, 2009, ISBN 978-88-7325-296-2.
  • Mattew D. Firestone (a cura di), Egitto, 5ª ed., Torino, EDT/Lonely Planet, 2008, ISBN 978-88-6040-296-7.
  • Milva Giacomelli, Ernesto Basile e il concorso per il museo di antichità egizie del Cairo (1894-1895), 1ª ed., Firenze, Polistampa, 2010, ISBN 978-88-596-0729-8.
  • Maria Cristina Guidotti e Valeria Cortese, Antico Egitto, Firenze, Giunti Editore, 2002, ISBN 88-09-01818-4.
  • Giovanna Magi, I capolavori del Museo egizio del Cairo, 2ª ed., Firenze, Bonechi Editore, 1989 [1970], ISBN 978-88-7009-234-9.
  • Francesco Tiradritti e Araldo De Luca, Tesori egizi nella collezione del Museo egizio del Cairo, Vercelli, Edizioni White Star, 1999, ISBN 88-8095-323-0.
  • Ezio Godoli e Mercedes Volait, Le concours international de 1894 pour le musée des Antiquités égyptiennes du Caire, Parigi, Éditions A. et J. Picard, 2010 [Il Cairo, Institut français d'archéologie orientale, 12 novembre 2007], ISBN 978-2-7084-0856-2.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN123996097 · ISNI (EN0000 0001 2106 4802 · BAV 494/4215 · ULAN (EN500284802 · LCCN (ENn50059667 · GND (DE2019134-0 · BNE (ESXX106555 (data) · BNF (FRcb11877478v (data) · J9U (ENHE987007265156405171 · NSK (HR000252971