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Leucanthemopsis alpina

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Margherita alpina
Leucanthemopsis alpina
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAnthemideae
cladeEurasian grade
SottotribùLeucanthemopsidinae
GenereLeucanthemopsis
Specie L. alpina
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
GenereLeucanthemopsis
Specie L. alpina
Nomenclatura binomiale
Leucanthemopsis alpina
(L.) Heyw., 1975

La margherita alpina (nome scientifico Leucanthemopsis alpina (L.) Heyw., 1975) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (clade Eurasian grade) e sottotribù Leucanthemopsidinae).[1][2]

Il nome generico (Leucanthemopsis) deriva dalle parole greche ”leucanthos” (= bianco), ”anthemon” (= fiore) e "opsis" (= aspetto) e fa ovviamente riferimento al colore dei fiori.[3] L'epiteto specifico (alpina) è relativo alle zone nelle quali questa pianta vegeta.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Leucanthemopsis alpina) è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) con il nome di Chrysanthemum alpinum, perfezionato successivamente dal botanico e biologo inglese Vernon Hilton Heywood (nato il 24 dicembre 1927) nella pubblicazione “An. Inst. Bot. AJ Cavanilles 32 (2): 182” del 1975[4].

Il portamento
Le foglie basali
Il capolino

Portamento. La specie di questa voce è erbacea perenne. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); ossia sono piante perennanti con gemme poste al livello del suolo e con fusto allungato e poco foglioso. L'indumento è formato in prevalenza da peli medifissi.[5][6][7][8][9][10][11]

Radici. Le radici sono secondarie a partire dal rizoma.

Fusto. Altezza media: 5 – 15 cm massimo.

  • Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma a portamento orizzontale.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente e nella parte alta afilla e più o meno arrossata. Alla base il fusto è strisciante e più o meno lignificato. I fusti sono monocefali (un solo capolino), ma sono presenti anche getti sterili.

Foglie. Le foglie sono in prevalenza tutte basali e a consistenza carnosa. Lungo lo scapo può essere presente una o poche foglie disposte in modo alterno e ridotte quasi di tipo squamiforme. La forma delle foglie basali è spatolata a lamina ovata, pennatifida o pennato-partita con 5-7 lacinie per lato. La forma delle lacinie può essere strettamente triangolare oppure sono oblunghe ad apice acuto. Le foglie cauline sono lineari ed intere. Lunghezza delle foglie: 2 – 3 cm.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini solitari. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato. I capolini sono formati da un involucro, con forme da emisferiche a coppa o meniscoidi, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, con forme triangolari sono glabre o raramente cigliate, mentre i bordi sono anneriti, sono disposte in modo più o meno embricato su 3 - 4 serie. Il ricettacolo, convesso, è sprovvisto di pagliette avvolgenti la base dei fiori. Diametro dei capolini: 2 – 4 cm. Diametro dell'involucro: 12 mm.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): sono femminili, fertili e sono disposti su una serie; la forma è ligulata (zigomorfa); a volte possono essere neutri;
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi e fertili.
*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [12]
  • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata; la ligula può terminare con alcuni denti; il colore è bianco; dimensione delle ligule: larghezza 4 mm; lunghezza 12 mm;
  • fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore è giallo.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; il collare filamentare è a balaustra. Le antere alla base sono ottuse. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.

Frutti. I frutti sono degli acheni senza pappo. La forma è strettamente obovoide a sezione trasversale rotonda. I lati possono essere percorsi da alcune (da 3 a 10) coste longitudinali. All'apice del frutto è presente solo una piccola coroncina scariosa. Il pericarpo possiede delle cellule mucillaginifere lungo le coste, ma senza sacche resinose. Dimensione degli acheni: 3 - 4 mm.

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[13] – Distribuzione alpina[14])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita – Sud Ovest Europeo.

Distribuzione: nelle Alpi è una specie comune; mentre negli Appennini è considerata rara. Oltre confine sempre nelle Alpi è comune sia in Francia che in Svizzera che in Austria. Sugli altri rilievi europei si trova nei Pirenei, Alpi Dinariche e Carpazi.[14]

Habitat: l'habitat tipico di questa specie sono i pendii franosi, i ghiaioni e rupi; ma anche nelle vicinanze dei corsi d'acqua, nelle prateria rase alpine e vallette nivali d'alta quota. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2000 fino a 3600 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e in parte quello subalpino.

Fitosociologia

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Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]

Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Juncetea trifidi
Ordine: Caricetalia curvulae

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][9]

Il basionimo per questa specie è: Chrysanthemum alpinum L., (1753)

Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Leucanthemopsis (insieme alla sottotribù Leucanthemopsidinae) è incluso nel clade Eurasian grade.[8]

I caratteri distintivi della specie Leucanthemopsis alpina sono:[11]

  • il ricettacolo è convesso;
  • gli acheni hanno 3 - 10 coste longitudinali;
  • le coste sono prive di canali resiniferi.

Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 18, 36 e 54. I cromotipi diploidi (quelli di base) si trovano soprattutto a oriente; la diploidia aumenta verso occidente fino ai Pirenei.[11]

La Leucanthemopsis alpina è una pianta polimorfa soprattutto nella dimensione e forma delle lacinie delle foglie basali, nella pubescenza delle foglie e nella colorazione delle ligule. Ma secondo le indicazioni delle attuali classificazioni di questa specie non sembra che questi caratteri variabili siano sufficienti a determinare varietà e sottospecie stabili da un punto di vista tassonomico.[18] Al momento attuale sono riconosciute solo le seguenti sottospecie:[2]

  • Leucanthemopsis alpina subsp. alpina - Distribuzione: Alpi
  • Leucanthemopsis alpina subsp. minima (Vill.) Holub, 1977 - Distribuzione: Alpi e Pirenei
  • Leucanthemopsis alpina subsp. pseudotomentosa (Fiori) Tomasello & Oberpr., 2017 - Distribuzione: Alpi
  • Leucanthemopsis alpina subsp. pyrenaica (Vierh.) Tomasello & Oberpr., 2017 - Distribuzione: Pirenei
  • Leucanthemopsis alpina subsp. tatrae (Vierh.) Holub, 1977 - Distribuzione: Europa orientale
  • Leucanthemopsis alpina subsp. tomentosa (Loisel.) Heywood, 1975 - Distribuzione: Corsica
  • Leucanthemopsis alpina subsp. vranicae Tomasello & Konowalik, 2020 - Distribuzione: Penisola Balcanica

Di seguito sono descritte le sottospecie presenti nella flora spontanea italiana.

Sottospecie alpina

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  • Nome scientifico: Leucanthemopsis alpina subsp. alpina.
  • Descrizione: tutta la pianta è glabra ed è alta 8 - 15 cm; le foglie basali sono glabre con 7 - 9 lacinie (lunghezza delle foglie: 20 - 25 mm); le foglie cauline sono 2 - 3 ed hanno una forma lineare; le brattee involucrali sono verdi, glabre o raramente ciliate; diametro dell'involucro emisferico: 12 mm; dimensione delle ligule: 4 x 12 mm; lunghezza degli acheni: 3 mm.
  • Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Orofita Ovest Centro Alpico.
  • Distribuzione: Alpi occidentali e centrali e Appennino Tosco-Emiliano
  • Cromosomia: diploide e tetraploide.

Sottospecie pseudotomentosa

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  • Nome scientifico: Leucanthemopsis alpina subsp. pseudotomentosa (Fiori) Tomasello & Oberpr., 2017
  • Descrizione: si distingue per le foglie ricoperte da fitti peli su entrambi i lati; la forma è pennato-partita con 5 - 7 lacinie; le brattee involucrali sono ciliate e tomentose; le ligule arrossiscono all'antesi.
  • Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Orofita Ovest Alpico (Endemico).
  • Distribuzione: Alpi Marittime.
  • Habitat: l'habitat tipico sono le stazioni a gres e terreni cristallini.
  • Distribuzione altitudinale: 2300 - 3000 metri di quota.
  • Cromosomia: diploide.

Sottospecie minima

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  • Nome scientifico: Leucanthemopsis alpina subsp. minima (Vill.) Holub, 1977.
  • Descrizione: altezza media: 5 - 15 cm; i fusti sono monocefali; le foglie sono tomentose su tutte e facce; le foglie basali sono spatolate con 5 - 7 lacinie triangolari; quelle cauline sono lineari; diametro dei capolini; 2 - 2,5 cm; le brattee sono glabre e verdi; le ligule sono bianche.
  • Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Orofita Ovest Alpico-Pirenaico.
  • Distribuzione: Alpi sud occidentali.
  • Distribuzione altitudinale: da 2000 a 3400 metri.
  • Cromosomia: diploide e tetraploide.

Altre sottospecie presenti in Italia

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Nella "Flora d'Italia" di Sandro Pignatti è indicata la sottospecie Leucanthemopsis alpina subsp. cuneifolia (Murr) Tomasello & Oberpr., 2017 che altre checklist viene presentata come sinonimo della subsp. minima.[19]

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Chamaemelum alpinum (L.) E.H.L.Krause
  • Chrysanthemum alpinum L.
  • Leucanthemum alpinum (L.) Lam.
  • Matricaria alpina (L.) Desr.
  • Pontia alpina (L.) Bubani
  • Pyrethrum alpinum (L.) Schrank
  • Tanacetum alpinum (L.) Sch.Bip.

Specie simili

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Una specie molto simile alla Margherita alpina e la specie Bellis perennis L. (Pratolina). In montagna solo verso i 2000 m s.l.m. si possono trovare entrambe, e si distinguono soprattutto per le foglie: quella della Pratolina sono intere (o al massimo appena dentate) e a forma decisamente spatolata.

Altre notizie

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La Margherita alpina in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Alpenmargerite
  • (FR) Leucanthémopsis des Alpes'
  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 19 settembre 2024.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 5 maggio 2011.
  4. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 5 maggio 2011.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860
  7. ^ a b Judd 2007, pag.517
  8. ^ a b Oberprieler et al. 2022
  9. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 367.
  10. ^ a b Funk & Susanna, pag. 646.
  11. ^ a b c Pignatti 2018, vol.3 pag.864
  12. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  13. ^ Conti et al. 2005, pag. 120.
  14. ^ a b c Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 504.
  15. ^ Judd 2007, pag. 520.
  16. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  17. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  18. ^ Catalogazione floristica - Università di Udine, su flora.uniud.it. URL consultato il 6 maggio 2011.
  19. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 19 settembre 2024.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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