Frank Costello faccia d'angelo
Frank Costello faccia d'angelo (Le samouraï) è un film del 1967, diretto da Jean-Pierre Melville.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Frank Costello[1], killer solitario, uccide su commissione il padrone di un night. Preciso e determinato, si costruisce un alibi inattaccabile costruito in due fasi distinte, grazie anche all'aiuto della sua fidanzata Jane Lagrange. Nel night viene però visto dalla pianista Valérie proprio dopo avere commesso il crimine. Stranamente lei lo copre, facendo finta di non riconoscerlo durante l'interrogatorio. Frank viene anche aiutato da Jane, che testimonia come i due siano stati insieme nell'orario dell'omicidio, e viene inoltre riconosciuto da Wiener, che così ne conferma l'alibi quale amante di Jane.
Rilasciato, Frank si trova così ad essere braccato da ogni parte. La polizia, in particolare l'ispettore incaricato delle indagini, non crede al suo alibi meticolosamente preparato, e cerca in ogni modo di intrappolarlo. I mandanti dell'omicidio, temendo che le indagini possano arrivare sino a loro, lo vogliono eliminare. Costello riesce a sfuggire ai pedinamenti grazie alla conoscenza perfetta di strade, vicoli e metropolitana. Gli viene commissionato un altro omicidio, e questa volta il bersaglio è la pianista del night. Quando Frank la raggiunge al locale e le punta contro la pistola, viene crivellato di colpi dalla polizia in agguato. Ma una volta esaminata l'arma del killer, il commissario scopre che era completamente scarica.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Il film segna l'inizio della collaborazione tra Jean-Pierre Melville e Alain Delon che sarebbe continuata con I senza nome (1970) e Notte sulla città (1972), sino alla morte del regista.
Il direttore della fotografia del film è Henri Decaë, esponente di spicco della Nouvelle Vague.
Benché venga dichiarato che il soggetto è ispirato a un romanzo dell'autore americano Goan McLeod, tale libro sembra introvabile[2], così come esistono scarsissime e contraddittorie informazioni sul McLeod stesso, che a volte viene citato come "Joan McLeod", nome corrispondente a una drammaturga canadese, la quale però nel 1967 aveva 13 anni[3]. La stessa epigrafe presente in testa al film (soppressa nell'edizione italiana dell'epoca) e attribuita al bushido «non viene da nessun codice dei samurai, da nessun testo sacro impregnato di antica sapienza giapponese. È un'invenzione di Melville»[4].
Frank Costello per muoversi è solito rubare un solo tipo di auto, all'epoca molto diffusa in Europa e specialmente a Parigi, la Citroën DS[5]. Ha infatti sempre con sé un mazzo di circa quaranta chiavi che gli consentono di mettere in moto l'auto scelta per l'occasione. La prima "DS" rubata, a inizio film, è un modello dotato di cambio semiautomatico.
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]In originale, il protagonista del film si chiama Jef, ma la distribuzione italiana l'ha cambiato in Frank, richiamando così Frank Costello, un personaggio della criminalità italo americana esistito veramente, ma la cui biografia non ha niente in comune con la storia del film. Una scelta che ha fatto infuriare Melville[6].
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Critica
[modifica | modifica wikitesto]È forse uno dei punti più elevati del polar (connubio, alla francese, dei generi poliziesco e noir)[7][8]. In effetti, sin dalla frase che appare all'inizio ("Non esiste solitudine più profonda del samurai, se non quella della tigre nella giungla") e che spiega il titolo originale (Le Samouraï), è evidente l'ispirazione di Melville, da sempre ambasciatore del cinema americano in Francia a quel modello di "killer esistenziale"[9], di cui Renato Venturelli individua il prototipo nel Philip Raven, interpretato da Alan Ladd, in Il fuorilegge di Frank Tuttle, ispirato al romanzo Una pistola in vendita di Graham Greene: «...non il gangster come esponente della malavita organizzata o comunque come criminale immerso in un preciso quadro sociale, ma assassino solitario che si distacca anche dagli abituali connotati etnici per risolvere il suo tragitto in un personale confronto con la morte»[10].
La tessitura del film è arricchita da riferimenti alla cultura giapponese, come la sobria e perfezionistica ritualità dei gesti nello svolgere i suoi lavori[11] - ma che rimanda anche al Robert Bresson[12][13] di Diario di un ladro[14] o di Un condannato a morte è fuggito[15].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Jef nella versione originale
- ^ (FR) Antoine Oury, Le Samouraï : Jean-Pierre Melville s'inspire du roman The Ronin de Goan McLeod, su ActuaLitté, 9 agosto 2016. URL consultato il 17 settembre 2024.
- ^ (EN) Anne Nothof, MacLeod, Joan, su Canadian Theatre Encyclopedia. URL consultato il 17 settembre 2024.
- ^ Giancarlo De Cataldo, Il tempo della visione (Le samuraï), in Mauro Gervasini, Emanuela Martini (a cura di), Jean-Pierre Melville, Il Castoro-Torino Film Festival, 2008.
- ^ In morte Delon, su Valerio Caprara - Blog ufficiale, 28 settembre 2024. URL consultato il 3 ottobre 2024.
- ^ Gervasini
- ^ Giancarlo De Cataldo, Le Samouraï, su Il Cinema Ritrovato Festival. URL consultato l'8 ottobre 2024.
- ^ Raffaele Meale, Frank Costello faccia d'angelo (1967) di Jean-Pierre Melville - Recensione, su Quinlan, 12 febbraio 2021. URL consultato l'8 ottobre 2024.
- ^ Brunetta
- ^ Venturelli
- ^ Marco Venditti, Le Samourai - Frank Costello faccia d'angelo, su Labyrinth Production. URL consultato il 6 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2015).
- ^ (EN) Le samouraï, su Harvard Film Archive, 5 luglio 2024. URL consultato l'8 ottobre 2024.
- ^ (EN) Derek Malcolm, Perfectly executed, in The Guardian, 13 luglio 2000. URL consultato l'8 ottobre 2024.
- ^ (EN) Nick Schager, 'Le Samouraï' Review: A Masterpiece of Doomy Existentialism, su Slant Magazine, 24 ottobre 2005. URL consultato il 10 ottobre 2024.
- ^ (FR) Olivier Rajchman, Jean-Pierre Melville, un regard d'illusionniste sur le film noir, su L'Express, 21 ottobre 2017. URL consultato l'8 ottobre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gian Piero Brunetta, Storia del cinema mondiale, vol. 2, n. 2, Einaudi, 1999, p. 1205, ISBN 9788806145316.
- Mauro Gervasini, Cinema poliziesco francese, Le Mani, 2003, p. 133, ISBN 9788880122616.
- Renato Venturelli, L'età del noir - Ombre, incubi e delitti nel cinema americano, 1940-1960, Einaudi, 2007, ISBN 9788806187187.
- Valerio Carando, Il clan dei cineasti. L'estetica del noir secondo Jean-Pierre Melville, José Giovanni, Henri Verneuil, Civitavecchia, Prospettiva Editrice, 2011, ISBN 978-88-7418-741-6.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Frank Costello faccia d'angelo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Frank Costello faccia d'angelo, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Frank Costello faccia d'angelo, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Frank Costello faccia d'angelo, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) The Godson, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Frank Costello faccia d'angelo, su FilmAffinity.
- (EN) Frank Costello faccia d'angelo, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- Frank Costello faccia d'angelo, su Moving Image Archive, Internet Archive.
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