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Cibali

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Cibali
Cìfali
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneBandiera della Sicilia Sicilia
Provincia  Catania
CittàCatania
CircoscrizioneCentro San Giovanni Galermo - Trappeto Cibali
Altri quartieriSan Giovanni Galermo, Trappeto, una parte di San Nullo
Codice postale95123
Nome abitantiCibalini o Cifaloti
PatronoMadonna delle Grazie
Giorno festivoSeconda domenica di ottobre
Catania
Municipi

Cìbali (in siciliano Cìfali, anche Cìfuli in dialetto catanese, oppure italianizzato in Cìbbali), è un quartiere della città di Catania, facente parte del IV Municipio, che comprende anche i quartieri San Giovanni Galermo, Trappeto e una parte di San Nullo.

Origini del nome

Pietro Carrera (1574-1647)

Il toponimo Cìbali fu elaborato dal sacerdote Pietro Carrera nel suo manoscritto Delle memorie historiche della città di Catania del 1641, attribuendone l'origine dall'antica presenza nella zona di un tempio dedicato alla dea greca Cibele, andato poi in rovina a causa di un terremoto, cosa dimostratasi un falso storico[1].

In realtà il nome originale con cui il quartiere viene citato nei documenti storici (come anche nella novella del 1878 Rosso Malpelo di Giovanni Verga, quale zona dove andò poi ad abitare la madre del protagonista) è Cìfali, proveniente dal greco antico Kephalé, che significa testa - anche di fiume, quindi in questo caso fonte - in riferimento alla sorgente del fiume Longàne, in latino Lògnina, che a sua volta dà il nome al quartiere Ognina, dove sfociava il corso d'acqua[2].

Secondo uno scritto del 1441 di Pietro Biondo dal titolo De rebus siculis notandis, dedicato al re Alfonso V d'Aragona, in età antica la borgata era appellata anche come "Demetria", in onore alla divinità greca Demetra[3]. Tuttavia la reale esistenza storica di Pietro Biondo e della sua opera è quantomeno controversa[4].

Nel dialetto catanese è consuetudine riferirsi al quartiere con il nome Cìfuli, e ai suoi abitanti con l'appellativo cifalòti[5].

Geografia

Il quartiere Cibali è situato nella parte centrosettentrionale del territorio di Catania, e confina a nord con il quartiere Trappeto, a nord-ovest con San Nullo, ad ovest con Sacra Famiglia, a sud con i quartieri Curìa, Àrcora, Sant'Antonio di Padova e La Mecca, ad est con i quartieri Consolazione e Santa Maria di Gesù.

Il nucleo di Cibali si sviluppa attorno alle tre piazze principali: Piazza Michelangelo Bonadies, Piazza Vincenzo Spedini e Piazza Santa Maria Ausiliatrice. È il più importante punto di riferimento della semiperiferia della città di Catania per le numerose vie che ospita, di cui le maggiori sono Via Cibele, Via Cìfali, Via Galermo (che conduce in direzione di San Giovanni Galermo attraversando Trappeto), Via Giuseppe Fava (già "Via dello Stadio"), Via Santa Sofia e Via Sabato Martelli Castaldi. Il Viale Mario Rapisardi (uno dei più importanti viali catanesi che i cittadini spesso chiamano con il nome di "Viale") segna il confine a sud di Cibali, mentre la Circonvallazione segna il confine nord-ovest e nord del quartiere, chiamandosi in questo tratto Viale Fratelli Vivaldi e Viale Antoniotto Usodimare.

Il suo territorio contiene cinque contrade: Cristaldi, Gelsi Bianchi, Ogliastro, Stazzone e Susanna.

Storia

Le origini del quartiere risalgono al X secolo a.C., quando l'odierno sito su cui sorge fu popolato dai Siculi, che vi introdussero le attività di pascolo del gregge.[6] Più tardi, nel 729 a.C., alcuni coloni greci calcidesi giunti in Sicilia orientale e guidati più probabilmente da Evarco che da Tucle, fondarono nelle immediate vicinanze il villaggio di Katane (Kατάvη), ma si stabilirono anche a Cifali.[6] I Calcidesi ingrandirono il villaggio, che dieci anni dopo il loro insediamento arrivò a contare oltre 1.400 anime, e lo adornarono di grandiose opere, edificando un tempio dedicato alla dea Cibele, costruito intorno al II secolo a.C..[6] Sotto i Romani, il villaggio, denominato "Demetria", ospitava un magazzino per la conservazione del frumento e vi fu introdotto il culto della corrispondente dea romana, Cerere, con l'edificazione di un tempio ad essa dedicato.[7]

La diffusione del Cristianesimo avvenuta in Sicilia dopo il V secolo, portò alla costruzione di edifici sacri, che interessò anche Cifali: il Papa Gregorio Magno, che in queste zone possedeva dei terreni, nel 591 fondò su uno di essi un cenobio femminile sotto la regola benedettina, sollecitato da un suo amico, un nobile catanese di nome Giuliano.[8] La "Badia di Cifali" ebbe assegnata da Papa Gregorio una rendita annuale e verso la fine del IX secolo essa verrà intitolata a San Giuliano.[9] Prosperò fino al 974, anno in cui Catania cadde in mano agli Arabi, per poi riprendere la sua attività monastica nel 1094, quando i Normanni conquistarono la Sicilia strappandola ai possedimenti saraceni.[10] Le monache della badia dedicarono la loro chiesa al culto della Divina Sapienza, ossia della "Santa Sofia", che a Catania era particolarmente diffuso in epoca bizantina.[11] L'antico monastero diede il nome all'omonima collina a nord di Cifali, che diede a sua volta il nome al quartiere dell'attuale cittadella; in seguito però le suore benedettine che vi dimoravano, essendo l'edificio in cattive condizioni, lo abbandonarono nel 1293 e si trasferirono in uno nuovo edificio alla Civita.[12]

Nel 1383, fu edificata la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, accanto alla quale nel 1551, l'Ordine dei Cappuccini guidato da frate Bernardino da Reggio, eresse un monastero grazie alle donazioni fatte dalla nobildonna Caterina Fimia.[13][14] Il monastero fu poi abbandonato dai Frati Cappuccini nel 1622, per trasferirsi presso un altro complesso sorto in un'area dove oggi vi è l'odierno Palazzo della Borsa.[14][15]

Nel XVII secolo, la borgata, che cominciò ad essere chiamata Cibali, si presentava come piccolo nucleo di case sparse.[13] Nel 1625, il Vescovo Innocenzo Massimo e Teodosio, abate del Monastero di San Nicolò l'Arena, stipularono un accordo per la canalizzazione delle abbondanti acque della zona, che portarono alla costruzione dell'acquedotto che doveva rifornire Catania, avvenuta nel 1643.[16]

L'eruzione dell'Etna del 1669, che seppellì e distrusse con la lava i casali situati a ridosso del vulcano, spinse gli abitanti di quegli insediamenti a fuggire: a Cibali trovarono infatti rifugio numerosi profughi provenienti in maggioranza da Misterbianco vecchia, e circa un migliaio di essi vi si stabilirono definitivamente.[17] Queste persone sfollate, che aprirono numerose attività artigianali, scelsero Cibali per l'abbondanza di acqua delle sue sorgenti, ed in particolare le donne diedero inizio alla tradizione delle «lavandaie di Cifali», cosicché venne costruito un lavatoio pubblico che sfruttasse la fonte del fiume Lognina, già coperto fino alla foce dalla lava di un'eruzione dell'Etna che non si è riusciti a ricostruire, forse del XIII o del XIV secolo.[18] La sorgente di Cibali, che dal 1092 era di proprietà della Diocesi di Catania, essendo stata una donazione fattale dal Gran Conte di Sicilia Ruggero, dopo il 1669 fu ceduta al Senato di Catania da parte del Vescovo Michelangelo Bonadies per il canone annuale di 5 onze, allo scopo di farla utilizzare dai cittadini: in questo modo l'acqua venne finalmente portata agli altri nuovi quartieri, come il Borgo, anch'esso popolato per lo più dagli sfollati di Misterbianco vecchia.[18] Per questa gente, lo stesso Vescovo Bonadies fece erigere la chiesa intitolata al culto della Madonna delle Grazie, patrona della loro cittadina[19], e alla sua morte, avvenuta nel 1686, lasciò in eredità agli abitanti del sobborgo proprio questa fontana, dalla quale affluiva l'acqua per il lavatoio pubblico: per i suddetti motivi gli fu intitolata la piazza principale, sita appena ad ovest dei lavatoi.[20]

Il terremoto del Val di Noto del 1693, che colpì duramente la Sicilia sud-orientale, fu particolarmente catastrofico a Catania, dove i decessi furono oltre 18.000. Distruzioni e morti si ebbero quindi anche a Cibali, zona totalmente rasa al suolo, e il Senato catanese provvide alla sistemazione dei superstiti, erigendo capannoni nel giardino della Madonna del Conforto.[21] Dei sopravvissuti della borgata cifalota si occuparono il protomedico conte Nicolò Tezzano e il canonico don Giuseppe Cilestri: quest'ultimo, vice cancelliere dell'Università degli Studi di Catania, insieme al Tezzano fece costruire tre ampi capannoni negli orti di Cibali dove svolgere le lezioni universitarie, che ripresero 39 giorni dopo il disastro tellurico.[22] Il timore, infatti, era quello per cui Palermo e Messina, col pretesto del terremoto, potessero far togliere a Catania il titolo e i privilegi dell'Almo studio, in loro favore.[22]

Un altro terremoto che colpì il sobborgo catanese fu quello del 20 febbraio 1818, che danneggiò gran parte degli edifici, ma fortunatamente non causò vittime.[23] Nel 1834, la popolazione di Cibali contava 1.466 anime, composta in prevalenza da manovali e braccianti agricoli, che abitavano in case terrane.[24] Alcuni decenni più tardi, nel 1884, Cibali fu colpita da un ciclone originatosi a Misterbianco, che causò vittime e danni agli edifici e che si spostò in seguito al Borgo e ad Ognina.[23] Sempre nel corso del XIX secolo, molti abitanti dei quartieri catanesi del centro storico, durante le epidemie di colera del 1854-55, 1866 e del 1887, trovarono rifugio proprio a Cibali per sfuggire ad essa.[25]

All'inizio del XX secolo Cibali conservava però ancora le sue caratteristiche di borgata rurale nei pressi del centro della città di Catania, e in quel periodo molte famiglie facoltose catanesi vi edificarono le proprie ville, in cui trascorrevano il periodo estivo.[26] Nel 1906, venne inaugurata la linea tramviaria "Piazza Duomo - Piazza Bonadies", che collegava Cibali al centro della città etnea.[27] Lo sviluppo dei collegamenti fra il quartiere e il centro storico di Catania favorì un significativo flusso migratorio dagli altri quartieri verso di esso ed un primo processo di espansione edilizia, che avvenne soprattutto dopo la prima guerra mondiale.[28] Inoltre, Cibali fu scelta come borgata dove poter edificare lo Stadio Angelo Massimino, inaugurato nel 1937. Durante la seconda guerra mondiale, furono frequenti le incursioni aeree operate dall'aviazione militare anglo-americana che colpirono Cibali, delle quali la più tragica fu quella del 19 luglio 1943, che, oltre a causare molti decessi, distrusse completamente la parrocchia "principale" del quartiere.[29]

Nel secondo dopoguerra, il sobborgo fu interessato da un importante sviluppo urbanistico, per via dell'espansione della città all'interno del Comune di Catania, al quale Cibali in ogni caso apparteneva, realizzato attraverso la creazione di nuove strade e nuovi insediamenti abitativi: venne perciò costruito anche attorno allo stadio, sito in un terreno che ormai è inglobato a tutti gli effetti dal tessuto viario cittadino, e pure da tempo, non a caso quella è una delle zone con più traffico di Catania; la sua popolazione, ritenuta quindi giustamente facente parte della città, a metà degli anni sessanta superò la soglia dei 20.000 abitanti.[30]

Monumenti e luoghi d'interesse

La Chiesa della Divina Maternità Beata Vergine Maria
Antico lavatoio pubblico di Cibali

Cibali, per la sua originaria caratteristica di borgo rurale, non presenta monumenti e beni architettonici di particolare rilievo. Prima della grande speculazione edilizia della seconda metà del XX secolo, notevole era la presenza di villette in stile liberty, di proprietà di facoltose famiglie catanesi che la scelsero come luogo di villeggiatura.

Il monumento più significativo è rappresentato senz'altro dalla Chiesa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria, situata nella piazza centrale di Cibali. Fu costruita tra il 1946 e il 1952 su una preesistente chiesa intitolata al culto della Madonna delle Grazie risalente alla fine del XVII secolo, distrutta da un'incursione aerea dell'aviazione anglo-americana del 1943.[31] Altro luogo di culto cattolico del quartiere è la Chiesa della Natività del Signore, che sorge in piazza Santa Maria Ausiliatrice, nella parte ovest, costruita nel 1923 su un terreno donato dalla famiglia Marletta-Calì ed eretta a parrocchia nel 1973.[32] Sul Viale Rapisardi si trova ubicata la Chiesa di San Luigi Gonzaga, eretta nel 1964.[33] In contrada Susanna, nel lato sudovest, sorge una chiesa di culto evangelico delle Assemblee di Dio in Italia, ospitata nei locali di un ex sala cinematografica dismessa nel 1982.[34]

Degno di menzione è il lavatoio pubblico, che sorge a ridosso di Piazza Bonadies. Costruito nel 1671 da maestranze locali, ed alimentato dalle acque del fiume Lògnina, era utilizzato dalle massaie del borgo, e fu sottoposto ad una prima opera di restauro nel 1864. Ristrutturato nel 2008, il monumento è inaccessibile al pubblico.[35][36]

Nella parte nordorientale del quartiere, sorge un giardino pubblico, dotato di parco giochi, e la cui superficie è di 6080 m², il Parco Gandhi, costruito negli anni sessanta e intitolato dal 1998 al filosofo indiano, di cui all'interno sorge una sua statua, donata in quell'anno dal governo della Repubblica dell'India.[37][38]

Società

Istituzioni, enti e associazioni

A Cibali, in via Raimondo Franchetti, si trova la sede del Tribunale per i minorenni del capoluogo etneo.[39]

Nel quartiere è presente l'Istituto San Francesco di Sales, casa salesiana attiva dal 1889, tra le più antiche della Sicilia, il cui complesso ubicato tra via Cifali e viale Mario Rapisardi, nell'angolo sud-est del quartiere, comprende scuole di istruzione primaria e secondaria, nonché un oratorio, una chiesa dedicata a San Giovanni Bosco, un teatro e una biblioteca.[40]

Cultura

Sede del Dipartimento di Agricoltura dell'Università degli Studi di Catania

Archeologia

Cibali, per la sua antichità è stata oggetto di ricerche archeologiche e speleologiche da parte di molti studiosi del campo. Nel XVI secolo fu scoperta un'iscrizione greca che indica il nome della borgata con il nome Demeter, nella zona in cui oggi è situata la stazione ferroviaria.[41] Nella zona, è stata inoltre rinvenuta una statua marmorea della dea Cerere, alta 8 pollici, conservata al Museo civico.[41]

Nel 1601, è stata rinvenuta una moneta in bronzo risalente al III secolo a.C., che nelle due facciate riporta le raffigurazioni della testa di Giano (nel recto) e di Cerere (nel verso), e l'indicazione Katanaion.[42]

All'epoca romana risale pure l'acquedotto che fino all'eruzione del 1381 trasportava le acque del fiume Longane, di cui oggi si conservano pochi resti nella piazza principale.[43]

Istruzione

Nonostante la sua grandezza, nel quartiere sorgono poche strutture scolastiche pubbliche, limitate ad una scuola materna, due scuole di istruzione primaria di primo e secondo grado, ed un liceo scientifico.[44]

In via Valdisavoja, sorge una sede del "Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente" dell'Università degli Studi di Catania.

In via Raimondo Franchetti, sorge una sede dell'Accademia di belle arti di Catania.

Teatro

A Cibali, nella parte meridionale, sorge il Teatro Giovanni Verga, fondato nel 1969, che consiste in una delle due sedi del Teatro Stabile di Catania.

Economia

L'economia di Cibali, che fino al periodo compreso tra le due guerre, si reggeva in massima parte sull'agricoltura e l'artigianato, oggi si regge quasi esclusivamente sul commercio al dettaglio e all'ingrosso.[45]

Importante è l'attività del mercatino rionale, che si svolge una volta la settimana nel giorno di sabato in piazza Spedini.

Infrastrutture e trasporti

La stazione di Cibali della Ferrovia Circumetnea, ristrutturata, 18 ottobre 2022.

In via Galermo si trova la stazione di Catania Cibali, fermata del servizio ferroviario a scartamento ridotto offerto dalla Ferrovia Circumetnea, attivo dal 1895, che collega Catania con Riposto. In corrispondenza della stazione ferroviaria sorge anche la stazione sotterranea di Cibali, della metropolitana di Catania, in funzione dal 27 luglio 2021.[46]

Il quartiere Cibali è inoltre servito dai mezzi pubblici dell'AMT: vi transitano gli autobus delle linee 433, 642, 702, 726.

Sport

Interno dello stadio "Angelo Massimino", visto dal settore ospiti

A Cibali, nella piazza Vincenzo Spedini, sorge lo stadio di calcio comunale, inaugurato nel 1937 con il nome di Stadio Cibali, dove la squadra del Catania disputa le proprie partite interne, e che dal 2002 è intitolato ad Angelo Massimino, storico presidente della società rossoazzurra.

Adiacente allo stadio, vi è il palazzetto dello sport, che dal 2018 è intitolato a Luciano Abramo, dirigente sportivo di pallavolo maschile, vincitore dello scudetto con la Paoletti Catania nel 1977-78.[47]

Note

  1. ^ Casagrandi, pp. 97-98.
  2. ^ Casagrandi, pp. 99-102.
  3. ^ Foti, p. 59.
  4. ^ cfr. S. Cammisuli, Il Catanense decachordum di Giovan Battista de Grossis, pp. 18-20.
  5. ^ Foti, p. 55.
  6. ^ a b c Caruso, p. 7.
  7. ^ Foti, pp. 59-61.
  8. ^ Foti, pp. 136-137.
  9. ^ Foti, pp. 138-139.
  10. ^ Foti, p. 141.
  11. ^ Foti, pp. 142-143.
  12. ^ Foti, pp. 143-145.
  13. ^ a b D'Amico, p. 155.
  14. ^ a b V. Cordaro Clarenza, Osservazioni sopra la storia di Catania cavate dalla storia generale di Sicilia, vol. 3, Riggio, 1833, p. 130.
  15. ^ Catania, su cappuccinimessina.it. URL consultato il 22-11-2019.
  16. ^ L. Gazzè, L'acquedotto di Cibali, in Archivio Storico per la Sicilia Orientale, n. 2, Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale, 2009, pp. 23-31.
  17. ^ Foti, pp. 154-156.
  18. ^ a b Foti, pp. 164-166.
  19. ^ Foti, p. 162.
  20. ^ G. Fichera, Catania di ieri e di oggi, 1967, p. 115.
  21. ^ Foti, p. 183.
  22. ^ a b Foti, pp. 183-184.
  23. ^ a b Foti, p. 190.
  24. ^ Caruso, p. 10.
  25. ^ Caruso, p. 11.
  26. ^ Caruso, pp. 10-11.
  27. ^ Caruso, pp. 11-12.
  28. ^ Caruso, p. 12.
  29. ^ Foti, pp. 190-191.
  30. ^ Fichera, p. 121.
  31. ^ Chiesa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria <Cibali, Catania>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 02-10-2019.
  32. ^ Chiesa della Natività del Signore, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 02-10-2019.
  33. ^ Chiesa di San Luigi Gonzaga, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 02-10-2019.
  34. ^ Domanda per Paolo Lombardo, pastore della Chiesa ADI di Catania, su giacintobutindaro.org. URL consultato il 02-10-2019.
  35. ^ N. Puglisi, Non solo lo stadio: Cibali, la storia e le sue curiosità, in .IT Catania, 24 gennaio 2018. URL consultato il 02-10-2019.
  36. ^ D. Scala, Catania, lo storico lavatoio di Cibali ripulito dopo anni di abbandono, in La Sicilia.it, 12 giugno 2019. URL consultato il 02-10-2019.
  37. ^ Parchi e Giardini: Parco Gandhi, su comune.catania.it. URL consultato il 06-10-2019.
  38. ^ Redazione, Parco Gandhi, atto di vandalismo alla statua del filosofo indiano, in Catania Notizie, 9 gennaio 2018. URL consultato il 06-10-2019.
  39. ^ Tribunale per i Minorenni di Catania, su tribunaleminorenni.catania.it. URL consultato il 30-11-2019.
  40. ^ Storia - Salesiani Cibali, su salesianicibali.it. URL consultato il 30-11-2019.
  41. ^ a b Foti, p. 61.
  42. ^ Foti, p. 62.
  43. ^ Foti, p. 51.
  44. ^ Servizi - 4ª Circoscrizione Centro San Giovanni Galermo - Trappeto - Cibali, su comune.catania.it. URL consultato il 02-10-2019.
  45. ^ L'economia, su comune.catania.it. URL consultato il 25-11-2019.
  46. ^ Andrea Tartaglia, Catania, da oggi anche il quartiere di Cibali ha la sua fermata metro operativa, in Mobilita.org, 27 luglio 2021. URL consultato il 27-07-2021.
  47. ^ Redazione, “Paoletti day” al Palazzetto Luciano Abramo, sport ed emozioni nel nome di una squadra che ha fatto grande Catania, in Cronaca Oggi Quotidiano, 15 maggio 2018. URL consultato il 25-11-2019.

Bibliografia

  • G. Cutore, Le sventure di Borgo, Cibali ed Ognina, Catania, Galati, 1884.
  • V. Casagrandi, Cifali/Cibali (Il fiume e la fonte), in Archivio Storico per la Sicilia orientale, n. 19, Società di Storia patria per la Sicilia orientale, 1923.
  • G. Fichera, Catania di ieri e di oggi, Catania, 1967, pp. 115-122.
  • A. Caruso Patané, La parrocchia di Cibali e la corona di Don Pietro Caruso Lazzaro, Catania, Edizioni della SSC, 1968.
  • M. Foti, Cifali. Volto storico, angolazioni critiche, elevazioni., Catania, 1971.
  • R. D'Amico, Catania: i quartieri nella metropoli, Catania, Le Nove Muse, 2001, ISBN 8887820139.

Collegamenti esterni

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