Bioluminescenza: differenze tra le versioni

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Versione delle 08:50, 14 ott 2012

Lucciola

La bioluminescenza è un fenomeno per cui organismi viventi emettono luce[1] attraverso particolari reazioni chimiche, nel corso delle quali l'energia chimica viene convertita in energia luminosa.

Essa è legata soprattutto agli organismi marini a volte tassonomicamente distanti tra loro (Ctenofori, Anellidi, Molluschi, Pesci, Dinoflagellati), ma riguarda anche animali terricoli come ad esempio le lucciole (Lampyris noctiluca), alcune specie di vermi (Phrixothrix hirtus) e di funghi (Omphalotus olearius, Gerronema viridilucens, specie appartenenti al genere Mycena[2]).

Tra gli Cnidari le specie in grado di emettere luce appartengono all'ordine Siphonophora.

Negli organismi marini gli organi produttori di luce prendono il nome di fotofori.

Il fenomeno della bioluminescenza è diffuso anche in molti batteri, alcuni dei quali (es. Vibrio harveyi) originano l'effetto "milky sea" (mare di latte) che si verifica soprattutto nell'Oceano Indiano, dove il mare assume una luminescenza intensa tale da conferirgli il colore bianco del latte.[3][4]

Krill bioluminescente

Meccanismo della bioluminescenza

Il principio alla base della bioluminescenza è lo stesso di quello della chemiluminescenza, in cui alcune molecole, prodotte in uno stato elettronico eccitato, emettono parte di energia sotto forma di radiazione luminosa (fotoni) tornando allo stato fondamentale.

Studi biochimici hanno dimostrato che i meccanismi di emissione di luce da parte di organismi viventi sono molto vari e quindi, con buona probabilità, tale proprietà si è sviluppata in maniera indipendente nei vari gruppi biologici.

È stato accertato che in molti organismi viventi, tra i quali la lucciola, la bioluminescenza implica l'azione di almeno due composti chimici: un substrato organico che emette la luce, chiamato "luciferina", e un enzima catalizzatore chiamato "luciferasi". Nella maggior parte dei casi il fenomeno è appunto dovuto alla luciferina, che in presenza di ATP (adenosintrifosfato), magnesio e dell'enzima luciferasi, cede elettroni, i quali, passando ad un livello minore di energia, liberano energia sotto forma di luce.

Nei batteri (Photobacterium) la bioluminescenza è associata al consumo di ossigeno (O2) e quindi avviene solo in condizioni di aerobiosi.

Note

  1. ^ (EN) IUPAC Gold Book, "bioluminescence"
  2. ^ Desjardin D.E., Capelari M., Stevani C., Bioluminescent Mycena species from São Paulo, Brazil, in Mycologia, vol. 99, n. 2, 2007, pp. 317-331, DOI:10.3852/mycologia.99.2.317. URL consultato il 19 marzo 2009.
  3. ^ Miller S.D., Haddock S.H.D., Elvidge C.D. , Lee T.F., Detection of a bioluminescent milky sea from space (PDF), in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 102, n. 40, 2005, pp. 14181-14184. URL consultato il 16 gennaio 2007.
  4. ^ Nealson K.H., Hastings J.W., Quorum sensing on a global scale: massive numbers of bioluminescent bacteria make milky seas (PDF), in Applied and Environmental Microbiology, vol. 72, n. 4, aprile 2006, pp. 2295-2297. URL consultato il 16 gennaio 2007.

Bibliografia

Voci correlate

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