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Papa Aniceto: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Aniceto proveniva da [[Emesa]] in [[Siria (provincia romana)|Siria]], ma tradizione vuole che suo padre fosse un certo Giovanni di [[Vico Morcote]], in [[Canton Ticino]] ([[Svizzera]]), emigrato in [[Siria (provincia romana)|Siria]] in qualità di [[legionario romano]]<ref>Una targa posta sulla [[chiesa parrocchiale dei Santi Fedele e Simone (Vico Morcote)|chiesa parrocchiale]] di [[Vico Morcote]] ricorda la presunta origine del [[Papa|Pontefice]]: FIGLIO DI QUEST'UMILE VILLAGGIO / MUOVENDO CON L'AQUILE DI ROMA / GIOVANNI LEGIONARIO IN SIRIA / DIEDE DECIMO SUCCESSORE A S. PIETRO / IL FIGLIO PAPA SANT'ANICETO MARTIRE + 167</ref>. Non si sa per quale motivo Aniceto si fosse ritrovato a [[Roma]]; sembra, tuttavia, che fosse stato allontanato dalla Chiesa d'oriente, quale [[eresia|eretico]] mentre si opponeva al movimento [[gnosticismo|gnostico]].
Aniceto (o Anicito) proveniva da [[Emesa]] in [[Siria (provincia romana)|Siria]]. Non si sa per quale motivo Aniceto si fosse ritrovato a [[Roma]]; sembra, tuttavia, che fosse stato allontanato dalla [[Chiesa di Antiochia]] quale [[eresia|eretico]] mentre si opponeva al movimento [[gnosticismo|gnostico]].


In quegli anni a Roma era particolarmente in voga il pensiero di [[Marcione]] e nei primi anni del suo episcopato, Aniceto, appoggiato dalla scuola che aveva fondato [[san Giustino martire]], concentrò i suoi sforzi per opporvisi.
In quegli anni a Roma era particolarmente ascoltata la predicazione di [[Marcione]] e nei primi anni del suo episcopato, Aniceto, appoggiato dalla scuola che aveva fondato [[Giustino (filosofo)|san Giustino]], concentrò i suoi sforzi per opporvisi. Durante il suo episcopato contrastò tali movimenti filosofici ergendosi a difensore della fede apostolica. Secondo il ''[[Liber Pontificalis]]'', inoltre, Aniceto decretò che ai [[presbitero|sacerdoti]] non fosse permesso portare i [[capelli]] lunghi, in nome di una moralità degli ecclesiastici che doveva anche essere visibile.
Durante il suo episcopato contrastò tali movimenti filosofici ergendosi a difensore della fede apostolica. Secondo il ''[[Liber Pontificalis]]'', inoltre, Aniceto decretò che ai [[presbitero|sacerdoti]] non fosse permesso portare i capelli lunghi, in nome di una moralità degli ecclesiastici che doveva anche essere visibile.


Fu durante il suo episcopato che [[Policarpo di Smirne]], l'ultimo dei [[discepolo|discepoli]] degli [[Apostolo|apostoli]], all'età di 80 anni, decise di recarsi a Roma. La visita di Policarpo fu dovuta alla controversia sulla data in cui celebrare la [[Pasqua]].
Fu durante il suo episcopato che [[Policarpo di Smirne]], l'ultimo dei [[discepolo|discepoli]] degli [[Apostolo|apostoli]], all'età di 80 anni, decise di recarsi a Roma. La visita di Policarpo fu dovuta alla controversia sulla data in cui celebrare la [[Pasqua]]. Policarpo e la sua chiesa di [[Smirne]] celebravano la Pasqua nel [[Quartodecimani|quattordicesimo giorno]] del mese di ''[[Nissan (mese)|Nisan]]'', come gli [[ebrei]], indipendentemente dal giorno della settimana, mentre secondo la Chiesa Romana bisognava celebrare la Pasqua di domenica. Policarpo ed Aniceto non si accordarono su una data comune, ma si lasciarono in buoni rapporti, evitando quindi un doloroso [[scisma]] tra la Chiesa Romana e quella Greca, benché ciascuna adottasse una propria liturgia. Secondo [[Eusebio di Cesarea]]: «Policarpo non poteva persuadere Aniceto, né Aniceto Policarpo. La controversia non fu risolta, ma le relazioni non furono interrotte».<ref>Eusebio di Cesarea, ''Storia ecclesiastica'', Libro V, capitolo 11.</ref> La questione, però, si sarebbe protratta nei secoli successivi.
Policarpo e la sua chiesa di [[Smirne]] celebravano la Pasqua nel [[Quartodecimani|quattordicesimo giorno]] del mese di ''[[Nissan (mese)|Nisan]]'', come gli [[ebrei]], indipendentemente dal giorno della settimana, mentre secondo la Chiesa Romana bisognava celebrare la Pasqua di domenica. Policarpo ed Aniceto non si accordarono su una data comune, ma si lasciarono in buoni rapporti, evitando quindi un doloroso [[scisma]] tra la Chiesa Romana e quella Greca, benché ciascuna adottasse una propria liturgia. Secondo [[Eusebio di Cesarea]]: «Policarpo non poteva persuadere Aniceto, né Aniceto Policarpo. La controversia non fu risolta, ma le relazioni non furono interrotte». La questione, però, si sarebbe protratta nei secoli successivi.


Lo stesso Eusebio riportava che, durante l'episcopato di Aniceto, anche lo storico cristiano [[Egesippo]] visitò Roma. Questa visita veniva spesso citata come segno dell'importanza della sede romana già dagli albori del cristianesimo.
Lo stesso Eusebio riportava che, durante l'episcopato di Aniceto, anche lo storico cristiano [[Egesippo]] visitò Roma.ref>Eusebio di Cesarea, ''Storia ecclesiastica'', Libro IV, capitolo 24 Questa visita veniva spesso citata come segno dell'importanza della sede romana già dagli albori del cristianesimo.


Dopo il [[161]], sotto l'imperatore [[Marco Aurelio]], prese vigore un nuovo movimento settario: il [[Montanismo]]. Questa [[eresia]], portando ad una [[Ascetismo|ascesi]] estrema, faceva tenere ai suoi appartenenti dei comportamenti antisociali che irritavano la componente non cristiana di Roma (che deteneva il potere statale) che non si preoccupava di distinguere tra cristiani "ortodossi" e cristiani "eretici". A causa di queste esagerazioni moltissimi [[vescovo|vescovi]] furono condannati a morte e le [[Persecuzione dei cristiani nell'impero romano#Persecuzione di Marco Aurelio|persecuzioni]] ripresero a ritmi accelerati. Gli stessi san Policarpo e san Giustino patirono il [[Martirio (religione)|martirio]].
Dopo il [[161]], sotto l'imperatore [[Marco Aurelio]], prese vigore un nuovo movimento cristiano: il [[Montanismo]]. Questa [[eresia]], portando ad una [[Ascetismo|ascesi]] estrema, faceva tenere ai suoi appartenenti dei comportamenti antisociali che irritavano la componente non cristiana di Roma (che deteneva il potere statale) che non si preoccupava di distinguere tra cristiani "ortodossi" e cristiani "[[Eresia|eretici]]". A causa di queste esagerazioni moltissimi [[vescovo|vescovi]] furono condannati a morte e le [[Persecuzione dei cristiani nell'impero romano#Persecuzione di Marco Aurelio|persecuzioni]] ripresero a ritmi accelerati. Gli stessi san Policarpo e san Giustino patirono il [[Martirio (religione)|martirio]].


=== Morte e sepoltura ===
=== Morte e sepoltura ===
Gli storici successivi sostenevano che anche Aniceto avesse patito il martirio, ma la data varia tra il [[16 aprile|16]], il [[17 aprile|17]] e il [[20 aprile]], e nessun dettaglio è conosciuto sul tipo di martirio, né se ne hanno conferme documentarie.
Gli storici successivi sostenevano che anche Aniceto avesse patito il [[Martirio (cristianesimo)|martirio]], ma la data varia tra il [[16 aprile|16]], il [[17 aprile|17]] e il [[20 aprile]], e nessun dettaglio è conosciuto sul tipo di martirio, né se ne hanno conferme documentarie.


Secondo la tradizione fu il primo Vescovo di Roma ad essere sepolto in quelle che poi sarebbero diventate le [[catacombe di San Callisto]].
Secondo la tradizione fu il primo vescovo di Roma ad essere sepolto in quelle che poi sarebbero diventate le [[catacombe di San Callisto]].


Nel [[1604]] il suo corpo fu traslato nella [[cappella]] di [[Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps#Palazzo Altemps|Palazzo Altemps]], dopo che [[papa Clemente VIII]] ebbe autorizzato la richiesta del duca Giovanni Angelo Altemps di avere i resti di questo papa nella cappella di famiglia.
Nel [[1604]] il suo corpo fu traslato nella [[cappella]] di [[Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps#Palazzo Altemps|Palazzo Altemps]], dopo che [[papa Clemente VIII]] ebbe autorizzato la richiesta di [[Giovanni Angelo d'Altemps, II duca di Gallese]] di avere i resti di questo papa nella cappella di famiglia.<ref>{{cita pubblicazione | nome=Niccolò |cognome=Del Re |linkautore=Niccolò Del Re |titolo=Giovanni Angelo d'Altemps e le reliquie di s. Aniceto Papa |rivista=[[Strenna dei Romanisti]] |editore=Editrice Roma Amor |città=Roma |volume=62 |anno=2001 |pp=175-190}}</ref>


== Culto ==
== Culto ==
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Dal [[Martirologio Romano]] (ed. 2004):
Dal [[Martirologio Romano]] (ed. 2004):
{{quote|20 aprile - A Roma, sant’Aniceto papa, della cui fraternità godette l’insigne ospite san Policarpo, quando venne per discutere insieme con lui la determinazione della data della Pasqua.}}
{{Citazione|20 aprile - A Roma, sant'Aniceto, papa, della cui fraternità godette l'insigne ospite san Policarpo, quando venne per discutere insieme con lui la determinazione della data della Pasqua.}}


Una tradizione vuole che il padre di Aniceto fosse un certo Giovanni, originario di [[Vico Morcote]], non lontano dal [[Lago di Lugano]], emigrato in [[Siria (provincia romana)|Siria]] in qualità di [[legionario romano]]. Una targa posta sulla [[Chiesa dei Santi Fedele e Simone|chiesa parrocchiale di Vico Morcote]] ricorda la presunta origine del Pontefice: FIGLIO DI QUEST'UMILE VILLAGGIO / MUOVENDO CON L'AQUILE DI ROMA / GIOVANNI LEGIONARIO IN SIRIA / DIEDE DECIMO SUCCESSORE A S. PIETRO / IL FIGLIO PAPA SANT'ANICETO MARTIRE †167.
== Bibliografia ==
* [[Catholic Encyclopedia]], Volume I. [[New York]] [[1907]], Robert Appleton Company. [[Nihil obstat]], [[1 marzo]] 1907. Remy Lafort, S.T.D., Censor. [[Imprimatur]] +[[Cardinale]] [[John Murphy Farley]], [[Arcidiocesi di New York|Arcivescovo di New York]].
*[http://www.treccani.it/enciclopedia/aniceto_(Enciclopedia-dei-Papi)/ Enciclopedia dei Papi - Aniceto Vescovo]
* Claudio Rendina, ''I Papi. Storia e segreti'', Newton & Compton, Roma, 1983
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.treccani.it/enciclopedia/aniceto_%28Enciclopedia_dei_Papi%29/ Aniceto] nell'[[Enciclopedia dei Papi]] della [[Treccani]]
*{{santiebeati|49750|Sant'Aniceto}}


== Note ==
== Note ==
<references />
<references />

== Bibliografia ==
* [[Ireneo di Lione]], ''[[Adversus Haereses|Adversus haereses]]'' III, 3, 3-4, a cura di A. Rousseau-L. Doutreleau, Paris 1974 ([[Sources Chrétiennes]], 211), pp. 36-41.
* [[Eusebio di Cesarea]], ''[[Storia ecclesiastica (Eusebio di Cesarea)|Historia ecclesiastica]]'' IV, 11, 1, 7-9; 14, 5; 19; 22, 3; V, 24, 16-17, a cura di E. Schwartz, Leipzig 1903 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, II, 1), pp. 320, 324, 332, 368, 370, 496.
* Eusebio di Cesarea, ''Chronicon'', ad aa. 157, 168, a cura di R. Helm, Berlin 1956 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, VII), pp. 203, 205.
* [[San Girolamo|Girolamo]], ''Commentarii in Hiezechielem'' XLIV, 17-21, a cura di Fr. Glorie, Turnhout 1964 (Corpus Christianorum, Series Latina, 75), p. 658.
* {{cita libro|titolo=Le Liber pontificalis|curatore=[[Louis Duchesne|L. Duchesne]]|anno=1886|città=Paris|volume=I|pp=LXI, 58-9, 134}}
* ''Catalogo Liberiano'', ibid., pp. 2-3; J. Dubois-G. Renaud, ''Le Martyrologe d'Adon. Ses deux familles. Ses trois recensions. Texte et commentaire'', ivi 1984, p. 223.
* ''Martyrologium Romanum'' [...] ''scholiis historicis instructum, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris'', Bruxellis 1940, pp. 281-82.
* {{cita libro|titolo=Calendarium Romanum ex decreto sacrosancti oecumenici concilii Vaticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum|città=In Civitate Vaticana|anno=1969|p=120}}
* {{catholic encyclopedia|Pope St. Anicetus}}
* {{Treccani|santo-aniceto_(Enciclopedia-dei-Papi)|ANICETO, santo|autore=Francesco Scorza Barcellona}}
* [[Claudio Rendina]], ''I Papi. Storia e segreti'', [[Newton Compton Editori]], Roma, 1983.


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[[vi:Giáo hoàng Anicêtô]]
[[war:Papa Aniceto]]
[[yo:Pópù Anicetus]]
[[zh:教宗启德]]

Versione attuale delle 17:59, 9 ott 2024

Papa Aniceto
11º papa della Chiesa cattolica
Elezione154
Fine pontificato166
Predecessorepapa Pio I
Successorepapa Sotero
 
NascitaEmesa, ?
Morte166 circa
SepolturaMuseo nazionale romano di palazzo Altemps

Aniceto (Emesa, ... – 166 circa) è stato l'11º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa, all'incirca, dal 154 al 166.

Sant'Aniceto
 

Papa

 
NascitaEmesa, ?
Morte166 circa
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza20 aprile

Aniceto (o Anicito) proveniva da Emesa in Siria. Non si sa per quale motivo Aniceto si fosse ritrovato a Roma; sembra, tuttavia, che fosse stato allontanato dalla Chiesa di Antiochia quale eretico mentre si opponeva al movimento gnostico.

In quegli anni a Roma era particolarmente ascoltata la predicazione di Marcione e nei primi anni del suo episcopato, Aniceto, appoggiato dalla scuola che aveva fondato san Giustino, concentrò i suoi sforzi per opporvisi. Durante il suo episcopato contrastò tali movimenti filosofici ergendosi a difensore della fede apostolica. Secondo il Liber Pontificalis, inoltre, Aniceto decretò che ai sacerdoti non fosse permesso portare i capelli lunghi, in nome di una moralità degli ecclesiastici che doveva anche essere visibile.

Fu durante il suo episcopato che Policarpo di Smirne, l'ultimo dei discepoli degli apostoli, all'età di 80 anni, decise di recarsi a Roma. La visita di Policarpo fu dovuta alla controversia sulla data in cui celebrare la Pasqua. Policarpo e la sua chiesa di Smirne celebravano la Pasqua nel quattordicesimo giorno del mese di Nisan, come gli ebrei, indipendentemente dal giorno della settimana, mentre secondo la Chiesa Romana bisognava celebrare la Pasqua di domenica. Policarpo ed Aniceto non si accordarono su una data comune, ma si lasciarono in buoni rapporti, evitando quindi un doloroso scisma tra la Chiesa Romana e quella Greca, benché ciascuna adottasse una propria liturgia. Secondo Eusebio di Cesarea: «Policarpo non poteva persuadere Aniceto, né Aniceto Policarpo. La controversia non fu risolta, ma le relazioni non furono interrotte».[1] La questione, però, si sarebbe protratta nei secoli successivi.

Lo stesso Eusebio riportava che, durante l'episcopato di Aniceto, anche lo storico cristiano Egesippo visitò Roma.ref>Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, Libro IV, capitolo 24 Questa visita veniva spesso citata come segno dell'importanza della sede romana già dagli albori del cristianesimo.

Dopo il 161, sotto l'imperatore Marco Aurelio, prese vigore un nuovo movimento cristiano: il Montanismo. Questa eresia, portando ad una ascesi estrema, faceva tenere ai suoi appartenenti dei comportamenti antisociali che irritavano la componente non cristiana di Roma (che deteneva il potere statale) che non si preoccupava di distinguere tra cristiani "ortodossi" e cristiani "eretici". A causa di queste esagerazioni moltissimi vescovi furono condannati a morte e le persecuzioni ripresero a ritmi accelerati. Gli stessi san Policarpo e san Giustino patirono il martirio.

Morte e sepoltura

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Gli storici successivi sostenevano che anche Aniceto avesse patito il martirio, ma la data varia tra il 16, il 17 e il 20 aprile, e nessun dettaglio è conosciuto sul tipo di martirio, né se ne hanno conferme documentarie.

Secondo la tradizione fu il primo vescovo di Roma ad essere sepolto in quelle che poi sarebbero diventate le catacombe di San Callisto.

Nel 1604 il suo corpo fu traslato nella cappella di Palazzo Altemps, dopo che papa Clemente VIII ebbe autorizzato la richiesta di Giovanni Angelo d'Altemps, II duca di Gallese di avere i resti di questo papa nella cappella di famiglia.[2]

La sua memoria liturgica si celebra il 20 aprile.

Dal Martirologio Romano (ed. 2004):

«20 aprile - A Roma, sant'Aniceto, papa, della cui fraternità godette l'insigne ospite san Policarpo, quando venne per discutere insieme con lui la determinazione della data della Pasqua.»

Una tradizione vuole che il padre di Aniceto fosse un certo Giovanni, originario di Vico Morcote, non lontano dal Lago di Lugano, emigrato in Siria in qualità di legionario romano. Una targa posta sulla chiesa parrocchiale di Vico Morcote ricorda la presunta origine del Pontefice: FIGLIO DI QUEST'UMILE VILLAGGIO / MUOVENDO CON L'AQUILE DI ROMA / GIOVANNI LEGIONARIO IN SIRIA / DIEDE DECIMO SUCCESSORE A S. PIETRO / IL FIGLIO PAPA SANT'ANICETO MARTIRE †167.

  1. ^ Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, Libro V, capitolo 11.
  2. ^ Niccolò Del Re, Giovanni Angelo d'Altemps e le reliquie di s. Aniceto Papa, in Strenna dei Romanisti, vol. 62, Roma, Editrice Roma Amor, 2001, pp. 175-190.
  • Ireneo di Lione, Adversus haereses III, 3, 3-4, a cura di A. Rousseau-L. Doutreleau, Paris 1974 (Sources Chrétiennes, 211), pp. 36-41.
  • Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica IV, 11, 1, 7-9; 14, 5; 19; 22, 3; V, 24, 16-17, a cura di E. Schwartz, Leipzig 1903 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, II, 1), pp. 320, 324, 332, 368, 370, 496.
  • Eusebio di Cesarea, Chronicon, ad aa. 157, 168, a cura di R. Helm, Berlin 1956 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, VII), pp. 203, 205.
  • Girolamo, Commentarii in Hiezechielem XLIV, 17-21, a cura di Fr. Glorie, Turnhout 1964 (Corpus Christianorum, Series Latina, 75), p. 658.
  • L. Duchesne (a cura di), Le Liber pontificalis, I, Paris, 1886, pp. LXI, 58-9, 134.
  • Catalogo Liberiano, ibid., pp. 2-3; J. Dubois-G. Renaud, Le Martyrologe d'Adon. Ses deux familles. Ses trois recensions. Texte et commentaire, ivi 1984, p. 223.
  • Martyrologium Romanum [...] scholiis historicis instructum, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris, Bruxellis 1940, pp. 281-82.
  • Calendarium Romanum ex decreto sacrosancti oecumenici concilii Vaticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, In Civitate Vaticana, 1969, p. 120.
  • (EN) Pope St. Anicetus, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
  • Francesco Scorza Barcellona, ANICETO, santo, in Enciclopedia dei Papi, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000.
  • Claudio Rendina, I Papi. Storia e segreti, Newton Compton Editori, Roma, 1983.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore
Papa Pio I 155 - 166 Papa Sotero
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