Calo in seguito all'escalation della guerra tariffaria di TrumpLa coppia EUR/USD ha registrato un ribasso questa mattina, spinta dall'annuncio di Donald Trump di nuove tariffe, che hanno riacceso i timori di una guerra commerciale globale. L'appeal del dollaro statunitense come bene rifugio è aumentato, provocando pressioni sull'euro.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82,12% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Fattori fondamentali che pesano su EUR/USD
L'attuale guerra commerciale tra gli Stati Uniti e i principali partner commerciali ha creato nuove incertezze, con le tariffe di Trump sulle importazioni da Canada, Messico e Cina che hanno aggravato le tensioni. Una tariffa del 25% sulle merci provenienti da Canada e Messico, unitamente ad una tariffa del 10% sulle importazioni cinesi, suscita preoccupazioni circa l'impatto sul commercio globale e sulla crescita economica. Alla luce di questi annunci, il dollaro americano si è rafforzato, esercitando un'ulteriore pressione sulla coppia EUR/USD.
A pesare sull'euro vi sono anche le divergenti politiche monetarie tra la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea (BCE). La BCE ha recentemente tagliato i tassi di interesse, esprimendo preoccupazione riguardo alla crescita fiacca dell'Eurozona, mentre la Federal Reserve mantiene la sua posizione, tenendo i tassi fermi al 4,25%-4,50%. Inoltre, gli scarsi risultati economici dell'Europa, tra cui una contrazione dello 0,2% del PIL tedesco nel quarto trimestre e un lieve aumento dello 0,9% su base annua per l'Eurozona, si contrappongono alla più solida economia statunitense, che nel quarto trimestre ha registrato una crescita del PIL del 2,3%, pur risultando inferiore alle aspettative.
Un gap segnala l’ipotesi di un forte momentum ribassista
L'ampio gap ribassista su EUR/USD di questa mattina riveste un'importanza significativa. Esso segnala un netto aumento del momentum ribassista, in linea con il trend ribassista dominante. negli ultimi sei mesi, L'EUR/USD ha registrato una tendenza ribassista che ha portato a un incrocio della media mobile a 50 giorni al di sotto della media mobile a 200 giorni. Dopo aver toccato nuovi minimi a metà gennaio, la recente ripresa delle quotazioni trova resistenza nella media mobile a 50 giorni, per poi rovesciarsi alla fine del mese. Questo ha formato un nuovo massimo di oscillazione inferiore.
Con il ribasso, l'RSI è sceso bruscamente ma resta al di sopra del territorio di ipervenduto, mentre la price action pare ora destinata a testare il supporto chiave intorno ai minimi di gennaio. In prospettiva, si prevede che la volatilità rimanga elevata, poiché i mercati potrebbero reagire alle politiche commerciali di Trump, anticipando i dati sui non-farm payrolls di venerdì. È possibile che la parte superiore e inferiore del gap fungeranno da resistenza in futuro, condizionando così la price action di breve termine nella coppia EUR/USD.
Grafico a candela giornaliero di EUR/USD
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
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Idee della comunità
USDCHF - Rimbalzo su Trendline?Il prezzo dopo aver seguito un trend rialzista iniziato nei primi di ottobre sostenuto dalla trendline ascendente tracciata giungendo i minimi crescenti, si riavvicina per la quarta volta a quest'ultima lasciando un interessante rifiuto. Un eventuale presa di forza, dimostrata da una candela rialzista decisa, potrebbe presagire un nuovo allungo rialzista.
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Oltre l'analisi portugallografica!
BTCUSDTMantenendo il supporto EMA 50 sul grafico giornaliero. Una chiusura al di sotto potrebbe portarci a testare i minimi di gennaio intorno a 90K prima di qualsiasi potenziale rimbalzo.
Per ora, ci aspettiamo un rimbalzo entro la chiusura giornaliera.
I tori devono presentarsi qui per salvare la giornata. Terrò d'occhio questi livelli da vicino nei prossimi 7 giorni.
BTCUSD - ORA O MAI PIU'2 scenari su btc, per valutare un long, siamo stretti con i tempi, febbraio è iniziato e da ora fino a meta marzo dovrebbe verificarsi il secondo cannone long, il prezzo ha poco tempo per cincisciare su questi livelli, per ora ad oggi se da qua lunedi riparte non c'è nessun problema ma ecco dovrebbe ripartire veramente a momenti per confermare la continuazione del bull market.
GOLD | Inizio mese.Buongiorno Traders.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
| ANALISI |
Inizia oggi un nuovo mese per il metallo giallo.
Resterei sulla scia LONG ma non valuterei in TF sotto il daily inizialmente, fino a nuovi massimi giornalieri in chiusura netta.
Vi lascio piuttosto delle zone in HTF per la valutazione SWING.
Questo Venerdì sarà l'NFP DAY.
Operate responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Buona valutazione.
Buon Trading.
Ciau.
Azimut e le onde di Elliott: focus su onda 4MIL:AZM
Analizziamo Azimut su ciclo intermediate (trimestrale) secondo la teoria delle onde di Elliott su TF Weekly che ben si adatta all'andamento del titolo.
Dai top di marzo 2024, il titolo ha completato uno Zig Zag correttivo A-B-C, toccando il minimo di 20,16€ ad agosto. Da lì, è iniziato un impulso in 5 onde ben contenuto in un canale rialzista. Onda 2 si è chiusa a settembre, dando il via a onda 3, che ha rispettato il rapporto onda 1 = 1,618 onda 3, con massimo a 25,90€.
Ora sembra avviata onda 4, con supporto chiave a 22,84€ (top di onda 1): una rottura invaliderebbe l’intera struttura. Alert impostato a 23,30€, in prossimità della EMA 200 e del primo obiettivo volumetrico (POC).
Massima attenzione ai dati in uscita a inizio marzo, potenziali driver di volatilità. Stagionalità sfavorevole, come dimostrato dalla tendenza degli ultimi tre anni.
Ethereum affonda: -32% in due sedute!BINANCE:ETHUSD
ETH crolla sulla scia delle notizie sui dazi imposti da Trump, rompendo al ribasso il triangolo e raggiungendo con precisione il target della proiezione del 100%, coincidente con il minimo del 5/08/24. Ora possibile fase di consolidamento su questi livelli: focus sui timeframe minori (almeno 1H) per individuare possibili segnali di ripresa.
Dazi e dollaro, cosa accade?Sino ad oggi, ogni volta che il neo eletto Presidente Trump ha parlato di dazi e tariffe sui prodotti provenienti dall’estero, in particolar modo da Messico, Canada, Cina e UE, il biglietto verde si è rafforzato, schiacciando le valute concorrenti e rompendo quasi tutte le resistenze che ha incontrato. La ragione principale è che il biglietto verde è stato visto come valuta rifugio in condizioni di incertezza, e i dazi creano tale insicurezza nelle decisioni degli investitori.
Ma non è la sola ragione. I dazi costringono, e in alcuni casi provocano, la reazione dei paesi concorrenti degli USA, che tendono a svalutare la propria moneta per attutire l’effetto negativo che le tariffe hanno sull’export. Ciò ha implicazioni significative sull’inflazione in queste aree, poiché la svalutazione produce un aumento dei prezzi. I prezzi tendono a salire anche con i dazi, anche negli USA, poiché le tariffe colpirebbero i consumatori americani a causa dell’aumento dei prezzi importati.
Occorre valutare con attenzione l’impatto dei dazi e quello delle svalutazioni per comprendere quale delle due pratiche generi maggiori danni, non solo ai concorrenti degli USA, ma anche agli stessi Stati Uniti e al commercio globale. Gli USA sono i primi produttori di petrolio, ma sono anche i maggiori consumatori, ed è per questo che Trump ha chiesto all’OPEC di abbassarne il prezzo.
Poi c’è la componente bilancia commerciale, che è il nodo cruciale della politica del Presidente, il quale vorrebbe riportarla in attivo. È improbabile che le tariffe possano ridurre il debito commerciale, come già dimostrato nel primo mandato di Trump, dal 2016 al 2020, in cui non ci furono significativi miglioramenti del deficit, che allora era di 40 miliardi di dollari al mese di passivo, mentre oggi è circa 89 miliardi.
Pertanto, la narrativa del Presidente potrebbe ben presto cambiare, specie se la luna di miele con gli elettori, a causa delle tariffe, dovesse terminare. La via, a quel punto, potrebbe essere una sola: il deprezzamento del biglietto verde, che aiuterebbe i concorrenti a pagare meno per l’energia e le materie prime, pagate in dollari. Con l’incognita però di essere meno competitivi sull’export. Insomma, la coperta è corta, ma visto il precedente fallimento delle tariffe, non ci meraviglieremmo di vedere il dollaro invertire nel medio termine. Nel breve, questa eventualità sembra ancora remota.
VALUTE
Mentre Wall Street ha chiuso in rosso venerdì sera, nei cambi, l’ultima sessione della settimana scorsa ha visto il dollaro tornare prepotentemente alla ribalta, dopo che Trump ha confermato l’applicazione delle tariffe a Messico, Canada, Cina e UE. In aggiunta, il presidente ha parlato di dazi su petrolio, gas, alluminio, acciaio e rame. Il tutto comincerà tra febbraio e marzo, le tariffe sono imminenti.
EurUsd è a ridosso di 1.0340-50, supporto chiave, con l’eventualità di ritorno verso 1.0175 in caso di rottura. Tutti i dollari tirano e potrebbero rompere le resistenze chiave, ma attenzione, perché il dollaro eccessivamente debole è il contrario di ciò che vorrebbe Trump, che vuole il riequilibrio di una bilancia commerciale in pesante passivo. Ma da solo non può certo svalutare e di accordi simil Plaza se ne parla, ma non sembrano possibili, perché nel 1985 c’era intento comune a livello globale per svalutare il dollaro, oggi tutti sono su posizioni opposte. Trump vorrebbe il dollaro debole, i paesi concorrenti degli USA, invece, vogliono mantenere debole la propria valuta. Il mercantilismo è più che mai vivo e la chiave del successo di ogni paese.
USA, I CONSUMI CRESCONO
L'indice dei prezzi delle spese per consumi personali negli Stati Uniti è aumentato dello 0,3% su base mensile a dicembre 2024, il guadagno più alto degli ultimi otto mesi, rispetto allo 0,1% di novembre, e in linea con le aspettative. I prezzi dei beni sono aumentati dello 0,2%, mentre quelli dei servizi sono aumentati dello 0,3%, al di sopra del mese precedente.
L'indice PCE core, che esclude cibo ed energia, è aumentato dello 0,2%, leggermente superiore allo 0,1% del mese precedente, in linea anche con le previsioni. I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati dello 0,2%, come a novembre, ma l'energia è balzata del 2,7%, rispetto allo 0,2%. Su base annua, il tasso di inflazione PCE principale è salito al 2,6% dal 2,4%, segnando il terzo aumento mensile consecutivo, mentre l'inflazione PCE core è rimasta stabile al 2,8%, entrambi in linea con le previsioni.
GERMANIA, INFLAZIONE IN CALO
L'inflazione annuale dei prezzi al consumo in Germania è scesa al 2,3% a gennaio 2025, in calo rispetto al 2,6% di dicembre e al di sotto delle aspettative di mercato del 2,6%. L'inflazione nel settore alimentare ha rallentato significativamente allo 0,8%, rispetto al 2,0% del mese precedente, mentre i prezzi dei servizi sono aumentati a un ritmo leggermente più lento. Nel frattempo, i costi energetici sono diminuiti dell'1,6%, mantenendo lo stesso tasso di calo di dicembre. L'inflazione core è scesa al 2,9%, il dato più basso degli ultimi tre mesi. Su base mensile, i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,2% a gennaio, dopo un aumento dello 0,5% a dicembre e mancando le aspettative di mercato di un avanzamento dello 0,1%.
CANADA, CRESCE IL PIL
Il PIL canadese è cresciuto dello 0,2% rispetto al mese precedente, a dicembre 2024, con un forte sostegno da parte del commercio al dettaglio, della produzione e delle costruzioni che hanno compensato le contrazioni nei trasporti, nel settore immobiliare e nel commercio all'ingrosso. Se confermata, la cifra si tradurrebbe in un tasso di crescita annuale dell'1,4% nel 2024, in linea con le aspettative della Banca del Canada.
Il dollaro canadese, dopo aver perso terreno ed aver visto i minimi di periodo contro dollaro, con il UsdCad a ridosso di 1.4600, si è ripreso. UsdCad infatti ha mollato tornando a 1.4430 per poi rimbalzare venerdì sera, sull’onda emotiva dettata dalle dichiarazioni di Trump, e tornare a 1.4520. Ci aspettiamo ancora alta volatilità sul cambio, perché da un lato Trump vorrebbe UsdCad più basso per riequilibrare il deficit commerciale con il paese nordamericano, dall’altro le tariffe possono, nel breve termine, spingere UsdCad ancora più in alto.
Saverio Berlinzani
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