Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri

film del 1994 diretto da Lee Tamahori

Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Il sobborgo di Ōtara in South Auckland, dove gran parte del film fu girato

Titolo originale

Once Were Warriors

Lingua originale inglese, māori
Paese Nuova Zelanda
Anno 1994
Genere Drammatico
Regia Lee Tamahori
Soggetto Alan Duff (romanzo)
Sceneggiatura Riwia Brown
Produttore Robin Scholes
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani


Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri, film neozelandese del 1994 con Temuera Morrison, diretto da Lee Tamahori.

Incipit

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Reihi era una taniwha[1] che viveva in fondo a un enorme lago. Lei passava tutto il suo tempo ad occuparsi del muro di granito. Il muro impediva alle acque del lago di rovesciarsi sulla gente che viveva lì vicino. Una volta al mese, la gente portava un enorme masso di granito per aiutarla a mantenere forte il muro. (Grace Heke)

Citazioni

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  • Se volevo bere con le donne, avrei bevuto in un bordello. (Jake Heke)
  • [Dopo aver pestato un teppista] Devi rispettare chi è meglio di te. Se lo vuoi sapere, io sono Jake. [Gli tira un calcio] Jake la Furia. [Ai suoi amici] Tanti muscoli e poi è lento come una tartaruga. Testa di cazzo. (Jake Heke)
  • La gente mostra quello che è, quando è sbronza. (Grace Heke)
  • [Accettando Nig nella banda] Fratello, ti presento la tua nuova famiglia. He whānau kotahi tātou, toa[2]! (Taka)
  • [A Nig, appena tatuato, e ai suoi compagni] Buona sera, signore. Ho appena vinto un bel po' di quattrini e visto che siete così porche e belle, ho pensato di offrirvi da bere. La più carina sei tu, col giubbottino colorato. Amico mio, sei frullati al latte. Non esagerare con la panna! [Nig si volta] Come non detto! Eri molto più sexy quando mi mostravi il culo. Sembri un cazzo dipinto. Se vuoi diventare come il tuo vecchio, impara a stare in piedi da solo. (Jake Heke)
  • [Prima di violentare Grace] Mamma e papà si arrabbieranno con te se sanno che mi provochi così, che mi strofini addosso con questa magliettina trasparente. (Bully)
  • Proverò a dirti una storia, Grace. Una storia che parla di una ragazza che era cresciuta in questo bellissimo posto. Le fu fatto l'onore di essere eletta Puhi della Marae, la prescelta. Be', in ogni caso quella ragazza si innamorò come fanno tutti i giovani. Vedi, il problema era che la sua famiglia non approvava quel ragazzo. La ragazza, che era testarda, andò lo stesso con lui. Suo padre disse: "Tornerai alla tua famiglia. Quando tutto ti andrà male, tornerai alla tua famiglia". Così la ragazza fece una promessa a sé stessa, che non sarebbe mai tornata per nessuna ragione. Mai! Vedi Grace, io sono capace di mantenere una promessa. L'ho fatto. (Beth Heke)

Dialoghi

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  • Huata: Che cos'è una taniwha[1]?
    Grace: Una creatura che fa sempre del bene.
  • Beth: Allora, da dove viene tutto questo bel pesce?
    Jake: Una botta di culo. Mi hanno licenziato.
    Beth: Cosa?!
    Jake: Buona, calma! Su, lasciami finire.
    Beth: Jake Heke! Hai una famiglia da mantenere, hai le bollette da pag—
    Jake: Ho firmato per il sussidio. È solo diciassette sterline meno della mia paga. Non fare quella faccia! Non è la fine del mondo.
    Beth: E la nostra casa, allora?
    Jake: Abbiamo una casa. Il Governo non ci butterà mai fuori e l'affitto è basso.
    Beth: Io voglio che noi abbiamo una casa nostra. Già così non riusciamo mai a risparmiare un soldo.
    Jake: Ma chi se ne frega della casa? Parliamo nella camera da letto.
    Beth: No, Jake!
    Jake: Devi per forza rovinare tutto, non è vero? Vaffanculo!
  • Poliziotto: [Dopo aver detenuto Boogie] Frequentava cattive compagnie.
    Beth: Prima o dopo che lo beccaste voi due?
  • Dooley: Hai visto, fratello? Quello sì che tira pugni.
    Jake: Sarà stato dietro le sbarre.
    Dooley: Eh, giusto. Quelle dello zoo.
  • Jake: Io ci provo sempre a far sorridere la mia. Mi piace vederla contenta. Oggi le ho portato un bel mucchio di pesce. C'era proprio tutto il cibo di mare. Volevo solo che sorridesse un po'. Pensate che l'ha fatto? Neanche morta. E solo perché mi hanno licenziato. A sentire lei, pareva che mi era caduto il cazzo.
    Dooley: Licenziato due volte nello stesso giorno! Sei andato in bianco.
  • Bully: Ehi, mi friggi due uova, Beth? E un po' di bacon?
    Beth: Vaffanculo!
    Jake: Che cazzo succede?
    Bully: Le ho chiesto due uova, fratello.
    Jake: E fagli due uova, Beth.
    Beth: Vuoi le uova? [Getta le uova per terra] Prenditele tu!
    Jake: È tutto a posto. Fa queste uova del cazzo a mio fratello.
    Beth: Fattele da solo, okay? [Jake gli tira un pugno in faccia] Io non sono una povera schiava come te, Jake!
  • Taka: Hai successo con le donne, bello?
    Nig: Sì, me la cavo.
    Taka: Per quel sorriso radioso. Ci tieni ai denti? Sei fiero del tuo bel faccino? Ti chiamano Michael Jackson. Be', ti faremo carino come noi. Tu pensaci bene, bello, prima di desiderare il mio marchio.
  • Mavis: [Notando la faccia ferita di Beth] Ma che ti è capitato? Il risultato di un orgasmo spaventoso o che? Che diavolo è successo?
    Beth: Sempre la stessa storia. Non tengo mai la bocca chiusa. Versati un po' di birra.
    Mavis: All'inferno! È un miracolo se è rimasta. Hai scordato la regola d'oro? Tieni la bocca chiusa e le gambe sempre aperte.
  • Jake: Non si può neanche dormire in questa casa, che cazzo! Cazzo Beth! Fai proprio schifo! Vatti a ripulire un po'.
    Beth: Non mi posso ripulire di più, bastardo. Ho provato a ripulirmi per ore per poter accompagnare mio figlio, nostro figlio, Jake.
    Jake: Ma che cazzo ha combinato Nig?
    Beth: Non sai neanche di chi parlo, vero? Boogie!
    Jake: Boogie? Ne sei sicura?
    Beth: Se n'è andato, Jake. Ce l'hanno portato via, e tu hai dormito come se non fosse successo niente.
    Jake: Tutto qui? È per questo che sbatti così le porte di casa, piangi e fai cazzate da stronza? Vaffanculo! Il ragazzo è un debole. Così si farà le ossa. E che cazzo! Pareva che era morto, dal casino che hai fatto. Vatti a dare una bella ripulita. Mi fai vomitare da quanto fai schifo, stamattina.
    Beth: Tu mi hai ridotto in questo modo, bastardo. Spero che ti vomiti anche l'anima, allora.
    Jake: Lo sai che cazzo di problema hai, bella mia? Hai la lingua troppo pronta, ti dai troppe arie. Sei un cattivo esempio per questa figlia del cazzo. [A Grace] E tu stai sempre a scrivere. Sei troppo furba. Finirai come tua madre.
  • Jake: Sei ancora una donna molto attraente, sai?
    Beth: A sì? Anche dopo che mi hai pestata? Mi fai schifo.
    Jake: Dai, tesoro. Pensi ancora a una settimana fa? Ti ho già chiesto scusa. Ti ho detto che devi sparire quando sono in quello stato, ma tu non fai che provocarmi. Lo sai quanto mi incazzo quando mi provochi.
    Beth: Sei ridicolo.
    Jake: [Avvolge il fianco di Beth con un braccio] Be', almeno cerco di farmi perdonare.
    Beth: [Lo respinge] Lasciami stare, Jake.
    Jake: Sei una donna difficile. Ehi, dove credi di andare? Siediti qui e fammi compagnia.
    Beth: Ho altre cose a cui pensare.
    Jake: Tipo che cosa?
    Beth: Da quando in qua ti interesso?
    Jake: Be', se non te ne accorgi da come ti ho afferrato, ho perso il tocco magico.
  • Bennet: [Avanzando verso Boogie mentre spacca una finestra con una taiaha] Se vuoi rompere qualcosa, prova a rompere me! [Boogie lo attacca, ma viene bloccato] Tu non sei abbastanza uomo per la taiaha.
    Boogie: Lo odio questo cazzo di posto.
    Bennet: Non ti deve piacere.
    Boogie: Lasciami, negro bastardo!
    Bennet: Siamo della stessa razza, noi due. [Lo butta per terra e gli punta la taiaha al collo] Gli inglesi pensavano che la baionetta fosse la più letale di tutte le armi bianche mai inventate, finché non incontrarono i nostri guerrieri che usavano la taiaha. Credi che i pugni siano un'arma? Io ti insegnerò a combattere con la mente. Diventerai tu stesso una taiaha.
  • Grace: Che cos'è quel posto laggiù?
    Beth: Taku whenua tuturu.
    Grace: Che?
    Beth: Il mio pezzo di terra. È dove sono cresciuta, bambini.
    Polly: Cosè quella grande casa lì di mezzo?
    Beth: Quella è la wharenui[3]. È molto diversa da quando ero piccola, ma è sempre rimasta imponente.
    Huata: Cosa vuol dire?
    Beth: Favolosa. È rimasta favolosa. E dentro è piena di sculture favolose.
    Grace: Continua, mamma.
    Beth: Ci sono anche le foto degli anziani del nostro popolo e i pannelli tukutuku[4]. Sapete? Io aiutavo nonna e zia Matawai a ripararli.
    Polly: Perché noialtri non ci andiamo mai?
    Beth: Un giorno ci finiremo tutti lì. Vedete lì, sulla destra? Quello è l'urupā, il cimitero della famiglia. Tutta la mia famiglia è sepolta lì.
    Grace: Vorrei andarli a trovare.
    Beth: Non prima di me. Non ti azzardare. Tuo padre e io dovevamo sposarci lì.
    Jake: Ma non è successo. Non ero abbastanza importante per lei, non per sua altezza reale. Perché non gliela racconti tutta? Vostra madre era bellissima. Era l'orgoglio di quel cazzo di tribù. E poi se l'è rubata questo vecchio culo nero senza soldi. E sapete da dove vengo io? Da una lunga stirpe di schiavi. Schiavi di merda. Vorrei vedere quei testa di cazzo chiamare schiavo Jake la Furia.
  • Grace: Cazzo! Vivi di speranze.
    Beth: No, Grace. Ma questo è il destino delle donne. Un giorno lo capirai anche tu.
  • Allenatore: Taringa whakarongo! | Kia rite! Kia rite! Kia mau![5]
    Ragazzi: Au! Hi![6]
    Allenatore: Taka takahia![7]
    Ragazzi: Hi!
    Allenatore: Taka takahia!
    Ragazzi: Hi!
    Allenatore: Taka takahia!
    Ragazzi: Hi!
    Allenatore: Turi pakia! | Tōia aha?[8]
    Ragazzi: Whakatōria mai te wairua | O ngā matua tīpuna | Ki roto i tō taku manawa | Hei arataki i ahau e | Ki roto i tēnei ao[9]
    Bennet: No no no, fermi, fermi, fermi! Va abbastanza bene, ma ancora non ci siamo. Vi ho detto mille volte che questo haka non verrà mai finché non farete bene la prima mossa. Whakatōria mai te wairua. Dovete afferrare la vostra terra ancestrale e dovete tirarla giù fino dentro al vostro corpo, il wairua dei vostri antenati. Sembra che andiate a caccia di farfalle e di non so che cosa. Avanti, adesso riproviamo. E svegliatevi! Toru, whā...[10]
  • Beth: Questa vita non la sopporto più. Mi hai sentito, Jake Heke? Ora basta. Non siamo stati a trovare Boogie. Non ti permettero più di riempirmi la casa di quei luridi schifosi ubriaconi dei tuoi amici. Non va bene. Non va bene per i ragazzi. Ormai Grace è cresciuta.
    Jake: Di un po', ma chi cazzo ti credi di essere? Con l'aria da santarellina e quella faccia da stronza. Tu mi vieni a dire chi devo o non devo invitare a casa mia?! Verrano i miei amici stasera e tu li tratterai bene. Mi hai capito?! E te ne puoi andare a fanculo se non ti piace.
    Beth: [Vede Grace uscire di casa] Grace!
    Jake: E lasciala andare. Questo è il problema. Tu li vizi troppo. Ecco perché sono diventati tutti mezzi scemi.
    Beth: E tu non c'entri niente con questo, non è vero, Jake Heke? Sei un padre talmente perfetto tu! Hai cacciato via Nig e non te ne frega niente di che fine fa Boogie. Non farai mai più del male ai miei bambini. Te lo giuro. Non finché io sarò viva per impedirtelo.
  • Grace: Perché è tutto così nero, Toot?
    Toot: Non lo so. Forse perché siamo sporchi māori.
  • Grace: Hai notato che non si vede mai il nero nell'arcobaleno? Solamente colori chiari.
    Toot: Sarà dentro la pentola. La pentola alla fine del coso.
  • Jake: Ma che cazzo succede qui?
    Beth: Voglio riportare a casa mia figlia, dalla mia gente.
    Jake: Che cazzo dici? Questa è casa sua.
    Beth: No, non è vero. Questa non è mai stata casa sua. Mai, Jake.
    Jake: E quel posto del cazzo sì? Porci māori che si credono di essere meglio del resto del mondo. Mi fanno schifo. Bastardi che vivono in un passato di merda.
    Beth: È un passato anche nostro, Jake.
    Jake: E questo che cazzo significa?
    Beth: Voglio che Grace riposi con la sua famiglia. Dovevamo tornare a casa molto tempo fa.
    Jake: Vaffanculo! Tu non la porti da nessuna parte.
    Beth: Io ce la porto, Jake. Con o senza di te. Non c'ero mai quando lei aveva bisogno di me. Ma almeno ora voglio essere una buona madre per lei, e tu non riuscirai a fermarmi.
    Jake: Tu provaci e non mi trovi più quando ritorni. Capito?
    Beth: Vattene allora. Fuori. Va all'inferno, fuori di qui! Io la porto a casa.
    Jake: [Afferra Beth per il collo] Io ti ammazzo prima.
    Beth: Dai. Coraggio! Fallo. Sei ancora uno schiavo, Jake. Schiavo dei tuoi pugni. Schiavo del bere. Schiavo di te stesso. Ammazzami, su! Ammazzaci tutti, coraggio.
    Jake: [Urla e spacca una bottiglia sul muro] Non mi rompere più le palle, o ti distruggo.
  • Boogie: Bel tatuaggio.
    Nig: Ne vuoi uno anche tu?
    Boogie: No grazie, Nig. Io porto il mio dentro di me.
  • Beth: [A Bully] Lurido schifoso animale!
    Jake: Ma come cazzo—
    Beth: Donne e bambini, eh?! Vigliacco schifoso!
    Bully: Tieni a freno quella stronza di tua moglie.
    Jake: Chi cazzo credi di essere per venire qui a insultare i miei migliori amici? Vaffanculo fuori di qui o ti sfondo la testa a calci!
    Beth: La violenza è sempre la tua unica risposta. Eh, Jake? Usarla qui è già una cosa che fa schifo, ma l'hai portata anche a casa e stronza io che te l'ho permesso.
    Jake: Ma che dici? Che cazzo ti prende adesso?
    Beth: È stata la violenza che ha ucciso la mia Grace. Lei non sapeva neanche che cosa è la violenza, Jake. Abbiamo fatto di tutto perché ce l'avesse addosso.
    Jake: Grace si è suicidiata.
    Beth: Schifoso bastardo! È stato questo stronzo che l'ha costretta a farlo.
    Bully: Ehi, io non ho proprio idea di che cosa parli.
    Nig: Stronzo vigliacco!
    Beth: Sta zitto, Nig. Schifoso animale! Hai violentato una ragazzina di tredici anni e te ne stavi a bere con suo padre mentre noi la seppellivamo.
    Bully: Tua moglie è completamente pazza.
    Beth: Andava in giro per casa mia e metteva le sue luride schifose mani di merda addosso alla mia bambina, la mia Grace.
    Jake: Non sei nel tuo villaggio di merda, adesso. Non venire qui ad accusare di merdate i miei amici.
    Dooley: Ehi, calma, amico. Senti, siamo tutti troppo nervosi. Siamo una famiglia. Giusto? Beth, siediti. [Offre un bicchiere] Bevi una birra.
    Beth: [Butta il bicchiere per terra] Io non bevo con uno stronzo maiale. [Jake si alza per colpirla, ma viene bloccato da Nig, che lo passa il diario di Grace]
    Nig: Leggilo!
    Jake: [Legge lentamente per poi cambiare espressione] Lo zio Bull... Quel cazzo di Bully!
  • Jake: Dove cazzo vai?
    Beth: Ho trovato una vita migliore, Jake. E voglio essere certa che i miei figli la possano vivere. Da ora in poi le prendo io le decisioni per la mia famiglia.
    Jake: Vaffanculo, allora! Non otterrai niente da me.
    Beth: Tu non hai niente che io voglia. Il nostro popolo era un popolo di guerrieri, ma non come te, Jake. Era un popolo nobile, fiero, che aveva una grande anima. E se la mia anima è sopravvissuta a diciotto anni con te, può sopravvivere a qualsiasi cosa. Almeno questo me l'hai insegnato.

Explicit

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Vaffanculo a quella merda di guerrieri del cazzo. Vedrai se ritorni. Ritorni, garantito. Hai bisogno di me. Mi vuoi a letto, troia. Ritornerai. Vaffanculo, Beth! Beth! Vaffanculo! Vattene! (Jake Heke)

Citazioni su Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri

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  • Certo, il cinema americano storie così ce ne ha raccontate con frequenza, in cornici non dissimili, con personaggi egualmente ai limiti della norma, ma il tocco neozelandese del film trapela da tutti i suoi contesti (si veda, per un esempio, il rilievo dato ai tatuaggi), in cifre che, nel diverso modo di guardare e di rappresentare, nel gusto del colore, nella vitalità degli snodi narrativi, raggiungono subito una originalità tutta speciale. (Gian Luigi Rondi)
  • Ci vorrebbe Lévi Strauss per le rifiniture, ma ai fini dell'impatto emotivo il film dà tutte le coordinate morali, sociali e somatiche (compresi gli eleganti tatuaggi) per parteciparvi: ci si emoziona, si soffre, si parteggia, si tira un mezzo respiro di sollievo. (Maurizio Porro)
  • Con qualche semplificazione melodrammatica che non disturba, Tamahori imbastisce una tragedia familiare dai risvolti antropologici che corre veloce verso lo showdown sanguinario. [...] Anatomia di una famiglia marginale, ma anche di un pezzo di società in bilico tra ritualità tribali e omologazioni consumistiche, Once Were Warriors si propone come un pugno nello stomaco dello spettatore. (Michele Anselmi)
  • Dietro l'immagine di maschile durezza e di violenza si cela per un verso una complessa trama di sensibilità femminile umiliata e offesa dalla prepotenza maschile che trova il solo possibile riscatto nell'unità familiare (la madre con i figli, in una prospettiva rovesciata, rispetto a quella paternalistica) e nel ritorno alle proprie origini maori, ossia alla terra natia abbandonata. (Maurizio Fantoni Minnella)
  • Questo Rocco e i suoi fratelli degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di R. Owen. (il Morandini)
  • Volevo una luce arancione, al sodio, come quella dei lampioni, per dare l'idea del ghetto e creare un'atmosfera claustrofobica. Mentre per quanto riguarda scene e costumi ho cercato di usare i colori tradizionali della cultura maori che sono il nero, il bianco e il rosso. (Lee Tamahori)
  • Un duro spaccato urbano, insolito nel cinema della Nuova Zelanda. Partendo dalla violenza, dalla miseria e dall'emarginazione che aliena la famiglia (ma senza cadute nel vittimismo), Tamahori gira con l'energia combattiva di Milius e la rabbia di Loach, alla ricerca della cultura maori perduta da consegnare alle nuove generazioni insieme alla ritrovata dignità femminile. (Il Mereghetti)
  1. a b Cfr. Taniwha
  2. "Noi siamo una famiglia unita, eroi!"
  3. Cfr. Wharenui
  4. Cfr. Tukutuku
  5. "Ascoltate! Preparatevi! Mettetevi in fila! Tenetevi forte!"
  6. "Sissignore!"
  7. "Preparatevi ad agire!"
  8. "Colpitevi le ginocchia! Che cosa vi trattiene?"
  9. "Che lo spirito dei miei antenati mi venga impiantato nel cuore per guidarmi in questo mondo"
  10. "Tre, quattro..."

Voci correlate

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