Vittorino Zanibon (Feltre, 1915Selanj, 9 marzo 1941) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Vittorino Zanibon
NascitaFeltre, 1915
MorteSelanj, 9 marzo 1941
Cause della mortemorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Anni di servizio1936 - 1941
GradoSottotenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Biografia

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Nacque a Feltre, provincia di Belluno, nel 1915, figlio di Paolo e Nilla Cavagnari.[3] Conseguito il diploma di ragioniere nell’ottobre 1936, pochi giorni dopo fu arruolato nel Regio Esercito ed ammesso a frequentare il corso allievi ufficiali di complemento della specialità alpina a Bassano del Grappa.[4] Nominato sottotenente di complemento nel 1937 venne assegnato in servizio al 7º Reggimento alpini della 5ª Divisione alpina "Pusteria", venne posto in congedo il 4 febbraio 1938. Il 28 agosto 1939 fu richiamato in servizio attivo e destinato al battaglione alpini "Val Cordevole", con cui entrò in guerra l'11 giugno 1940 segnalandosi sul fronte alpino occidentale, dove rimase ferito una prima volta, e fu decorato con una medaglia di bronzo al valor militare.[4] Sciolto il "Val Cordevole", fu trasferito al battaglione alpini "Feltre", e il 24 novembre 1940 si imbarcò a Brindisi per l'Albania, al comando del reparto arditi del battaglione. Cadde in combattimento a quota 729 di Selanj, sul Monte Tomori, il 9 marzo 1941.[4] Rimasto mortalmente ferito dopo un duro combattimento, lanciò contro il nemico il suo elmetto insanguinato e si buttò poi da un burrone con la bandiera tricolore in pugno.[4] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

A Vittorino Zanibon è intitolata la scuola primaria I.C. "Vittorino Zanibon" di Padova.

Onorificenze

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«Comandante volontario di plotone arditi, febbricitante da più giorni, rifiutava di recarsi all’ospedale, desiderando partecipare ad una azione contro munita posizione nemica, sistemata su aspra quota montana. Per due volte, alla testa del suo reparto, attaccava l’avversario a bombe a mano e baionetta e benché ripetutamente ferito, raggiungeva, dopo sanguinoso corpo a corpo, la vetta duramente contesa, sulla quale spiegava al vento un drappo tricolore, segretamente custodito sotto la giubba. Contrattaccato da forze soverchianti, ferito una terza volta al petto, continuava a lottare con leonina, indomabile energia, alla testa dei suoi eroici alpini, finché colpito mortalmente, scagliava, in un supremo sforzo, il suo elmetto insanguinato contro l’avversario irrompente, precipitando poi con il tricolore in pugno in un sottostante burrone. Altissimo esempio di coscienti, eccezionali virtù militari e di ardentissimo amor patrio. Quota 729 di Selanj (Fronte greco), 9 marzo 1941 .[5]»
— Regio Decreto 10 aprile 1942.[6]
«Si offriva volontariamente per prendere parte ad una operazione. Attaccato da forze molto superiori, per quanto ferito, non desisteva dall’azione senza aver prima costretto il nemico a ripiegare. Bell’esempio di sprezzo del pericolo e di spirito di sacrificio. Les Masures, 22 giugno 194 0
  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.591.
  2. ^ a b Bianchi, Cattaneo 2011, p.291.
  3. ^ Combattenti Liberazione.
  4. ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p.292.
  5. ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2016
  6. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 2 giugno 1942, registro 20 guerra, foglio 95.

Bibliografia

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  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 591.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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