Virginio Bianchi (Massarosa, 26 giugno 1899Massarosa, 25 aprile 1970) è stato un pittore italiano.

Biografia

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Dopo essersi diplomato nel 1921 all’Istituto di Belle Arti di Lucca, dove frequentò i corsi di Alceste Campriani, concluse la propria formazione a Roma. Nella capitale realizzò un ritratto del cardinale Tacci, opera grazie alla quale ricevette una generosa remunerazione. Soggiornò per quattro anni a Milano, dove lavorò da disegnatore in ambito pubblicitario sotto i nomi di "Virbia" e "Vubi" e collaborò con il Corriere della Sera. Di ritorno nella città natale, ebbe modo di entrare in contatto con Alfredo Meschi, Lorenzo Viani, Renato Santini e Alfredo Catarsini. In occasione del Carnevale di Viareggio del 1927, presentò al concorso per la realizzazione del manifesto il disegno ‘’Vele di ritorno’’[1], con il quale vinse all’unanimità dei giudici. Nel 1932 espose per la prima volta a Viareggio. Nel 1936 sposò Enrica Biagi, la quale dette alla luce Alberta Ida Rossana. Per esigenze economiche, soggiornò nuovamente a Milano.
Nel 1942 fu assunto come disegnatore di cartoni animati alla casa produttrice Beta Film di Firenze, fino a quando questa non fu distrutta da un bombardamento. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’insediamento di truppe tedesche a Massarosa costrinse Bianchi a fuggire insieme alla famiglia e a nascondersi prima a Montigiano, poi a Fibbialla. Finita la guerra, i coniugi Bianchi e la figlia tornarono a casa, dove Virginio decise di ritirarsi a vita privata. A metà degli anni Cinquanta gli amici dell’artista, fra cui Alfredo Catarsini, Renato Santini, Elpidio Jenco, Carlo Pellegrini, Felice Del Beccaro e Bruno Fattori, lo convinsero a rompere il proprio isolamento e a riprendere la vita di società. Anche se fu afflitto da un'artrosi deformante, non abbandonò l’attività di pittore, continuando a ricevere consensi dal pubblico e dalla critica.
La sua pittura viene collocata nella corrente del Post-impressionismo.

I soggetti preferiti sono la natura e i suoi paesaggi, nella cui realizzazione dimostra una particolare attitudine nell’immortalare fiumi, ruscelli e acquitrini.

Esposizioni

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Ordinò diverse personali e partecipò ad alcune esposizioni collettive, fra cui il Premio Cremona (1940), nel cui ambito la sua opera fu selezionata per la riproposizione ad Hannover nello stesso anno, e il Premio Michetti (1950).

  1. ^ raffigurante sullo sfondo il Mar Tirreno in cui navigano delle vele triangolari bianche e rosse e in primo piano la maschera Pierrot

Collegamenti esterni

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