Valmontone
Valmontone è un comune italiano di 15 710 abitanti[1] della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio, situato su un rialzo tufaceo, lungo la via Casilina a circa 35 km dalla capitale.
Valmontone comune | |
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Palazzo Doria e la Collegiata visti da Colle Sant'Angelo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Città metropolitana | Roma |
Amministrazione | |
Sindaco | Veronica Bernabei (liste civiche) dal 15-5-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 41°47′N 12°55′E |
Altitudine | 303 m s.l.m. |
Superficie | 40,91 km² |
Abitanti | 15 710[1] (31-7-2023) |
Densità | 384,01 ab./km² |
Frazioni | Colle Belvedere, Colle San Giudico, Colle Vallerano, Cruci, Valle Pera |
Comuni confinanti | Artena, Cave, Colleferro, Genazzano, Labico, Palestrina |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 00038 |
Prefisso | 06 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 058110 |
Cod. catastale | L639 |
Targa | ROMA |
Cl. sismica | zona 2B (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 715 GG[3] |
Nome abitanti | valmontonesi |
Patrono | san Luigi Gonzaga |
Giorno festivo | 21 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Valmontone nella città metropolitana di Roma Capitale | |
Sito istituzionale | |
Geografia fisica
modificaTerritorio
modifica«[...] Valmontone, la tonda cittaduzza che sorge cinta di mura sulla montagna [...][4]»
Valmontone ha un'altitudine di circa 303 m s.l.m. ed è parte di un sistema orografico formato da piccole valli, e modesti rilievi. Il territorio rientra nel bacino idrografico dell'Alta Valle del Sacco, e difatti il piccolo fiume si incontra al confine tra i comuni di Valmontone e Colleferro, attraversato da un ponte. Il sottosuolo è inoltre ricco di acque e falde freatiche.
Clima
modifica- Classificazione climatica: zona D, 1715 GR/G
Nonostante la modesta altitudine renda il territorio considerabile "bassa collina" ("collina interna"[5]), Valmontone gode di un clima di tipo mediterraneo, benché in inverno non siano rari fenomeni di gelate o neve.
Sismicità
modifica- Classificazione sismica: zona 2 (sismicità media)
Storia
modificaEpoca romana
modificaIl territorio che circonda Valmontone è stato abitato fin da tempi antichi: tuttavia le prove archeologiche non permettono ancora oggi di stabilire se fosse esistito o meno un vero e proprio insediamento urbano.[6] Una ipotesi fu portata avanti nel XVIII secolo dall'antiquario Francesco de' Ficoroni, che identificò alcuni resti nelle campagne di Lugnano come antiche vestigia di “Labicum”, colonia albana, la cui reale posizione geografica non è ancora chiara, benché la localizzazione più probabile sarebbe tra gli attuali comuni di Monte Compatri e Colonna.[7] Lugnano cambiò nome in Labico nel 1880, mentre Valmontone sostituì lo stemma allora in uso con quello attuale che rappresenta un guerriero labicano.[8] Un'altra ipotesi più recente e fattibile è l'identificazione con l'antica Tolerium (o Toleria), città laziale distrutta dai Volsci nel V secolo a.C.[9]
In territorio valmontonese è archeologicamente provato che vi transitasse la via Labicana (alcuni resti sono visibili a Colle San Giovanni) ed è certa la presenza di strutture di epoca romana, dal momento che sono stati rinvenuti numerosi reperti: si va dalle epigrafi latine rinvenute nel 1789 ad alcuni sarcofaghi di epoca imperiale. Inoltre, nel 1996-1998, durante i lavori per la linea AV sono riemersi i resti di varie strutture, le più importanti sono le "carbonaie" di Colle Carbone, il sito produttivo di Colle dei Lepri, la statio di Colle Pelliccione, comprensiva di un piccolo complesso termale, collegata alla vicina Via Labicana.[6]
Medioevo ed epoca moderna
modificaLa storia della Valmontone odierna inizia comunque nel Medioevo. Risale al 1052 la prima menzione finora rinvenuta dell'esistenza di un castrum, una cittadella fortificata, definito come Castrum Lateranensis, in quanto patrimonio della Chiesa:[10] tuttavia, già nell'VIII secolo dei Benedettini avevano fondato il convento di San Zosimo sull'attuale Colle Sant'Angelo.[11] Inoltre a Colle Sant'Ilario sorgono i resti di un complesso religioso formato dalle catacombe paleocristiane utilizzate fino al IV secolo d.C., dal cimitero in uso fino al VII secolo d.C. e la basilica edificata intorno all'VIII secolo d.C. su parte del cimitero[6].
Il nome Vallis Montonis appare per la prima volta in un documento del 1139, con il significato di "valle sovrastata da un monte" oppure "valle sovrastata dal Montone",[12] cioè la piccola altura su cui sorge il centro storico, affacciata ad occidente sulla valle del Casaleno (Prato della Madonna). Nel 1208 Innocenzo III della famiglia dei Conti[13] acquistò la terra di Valmontone e l'affidò in gestione al fratello Riccardo conte di Sora. In questo fiorente periodo Valmontone fu meta ricercata da importanti personaggi come re Carlo VIII di Francia, Urbano VI ed altri pontefici. Successivamente (prima metà del Cinquecento) alleanze sbagliate portarono Valmontone in disgrazia, finché, nel febbraio del 1528 il paese fu saccheggiato dai lanzichenecchi di Carlo V: in uno di questi assalti, Valmontone fu messa a ferro e fuoco, e gli archivi bruciarono, provocando il "buio" riguardante la storia antica del paese.
Nel 1575 il feudo passò agli Sforza e nel 1634 iniziò, previa compravendita delle terre, la breve parentesi di Taddeo Barberini: egli cominciò la demolizione del vecchio castello fortificato, con l'intenzione di costruire un nuovo palazzo, di gusto più moderno. Tuttavia realizzerà solo un'esigua parte dell'edificio.[14]
Dal 1651 Valmontone è compresa nelle proprietà del principe Camillo Pamphilj, per la cui famiglia fu eretta in principato. Il principe voleva realizzare una sorta di utopica città ideale, la Città Pamphilia, e promosse la costruzione di svariate opere architettoniche per elevare Valmontone da semplice feudo al rango di città. Lo zio paterno, il papa Innocenzo X, visitò la cittadina nel 1662, e soggiornò nel Palazzo Doria. Nel XVIII secolo, i Pamphilj rischiavano di estinguersi, così, con un matrimonio ad hoc, la famiglia si fuse con i Doria-Landi, diventando Doria-Landi-Pamphilj. Nel 1843 Valmontone ricevette la visita di papa Gregorio XVI.
La seconda guerra mondiale
modificaDurante la seconda guerra mondiale Valmontone subì ingenti danni. Nel 1944, gli Alleati pianificarono lo sbarco di Anzio con l'obiettivo di riprendere il controllo su Roma. Valmontone, trovandosi sulla strada per la capitale, era un obiettivo sensibile, in quanto situato sulla Via Casilina e sulla ferrovia Roma-Cassino-Napoli. Quindi, nel maggio-giugno 1944, gli Alleati attaccarono ripetutamente la città con bombardamenti aerei a tappeto, ipotizzando la presenza di soldati tedeschi asserragliati al suo interno. Valmontone fu colpita pesantemente: l'80% dei suoi edifici fu raso al suolo, i restanti ne uscirono comunque notevolmente danneggiati e pericolanti. Per i danni subiti e per il valore dimostrato alla fine della seconda guerra mondiale la città fu insignita della Medaglia d'argento al Valor Militare.
Simboli
modificaLo stemma è stato riconosciuto con D.P.C.M. del 27 maggio 1961.[15] Lo stemma è d'azzurro, con un guerriero labicano che impugna con la mano destra una lancia d'argento e con la sinistra uno scudo ovale, anch'esso d’argento; su quest'ultimo è raffigurata un'aquila di nero su una campagna di rosso, sormontata dalla scritta PICTI SCUTA LABICI in caratteri neri; dallo scudo pende un drappo azzurro con uno stemma inquartato: nel primo e nel quarto due file di scacchi argentati e rossi; nel secondo e nel terzo tre monti all'italiana di verde su fondo d'argento. Ornamenti esteriori da Città.
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 6 giugno 1961[15], è un drappo tagliato di giallo e di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaPer via della ricostruzione successiva, la città ha perso il suo aspetto medievale-barocco, se non in alcuni preziosi scorci del centro storico, miracolosamente scampati alla guerra e al dopoguerra.
Architetture religiose
modificaLa Collegiata
modificaLa chiesa di Santa Maria dell'Assunta fu costruita sull'omonimo tempio gotico del XII secolo, per volere di Gianbattista Aldobrandini Pamphilj, nell'ambito del rinnovamento del paese voluto dal padre Camillo Pamphilj, morto nel 1666: i lavori cominciarono intorno al 1683 e terminarono nel 1689. I resti della precedente struttura, ormai troppo piccola per il paese in fase di crescita, sono stati rinvenuti nei sotterranei di Palazzo Doria-Pamphilj, mentre tratti dei vecchi muri sono incastonati nelle pareti del cortile retrostante la chiesa attuale. :La nuova struttura fu progettata dall'architetto Mattia de Rossi, fidato allievo del Bernini, con cui si occupò della costruzione di Chiesa di Santa Maria in Montesanto, a Roma: De Rossi si rifece proprio a questa chiesa per il disegno della pianta del nuovo edificio, mentre per l'esterno e la facciata, si ispirò a Sant'Agnese in Agone a Piazza Navona, realizzata da Borromini.[16] Quindi si tratta di una chiesa a pianta ellittica, con quattro cappelle simmetriche rispetto all'asse centrale che dà sull'altare. Internamente alla chiesa si possono vedere alcuni elementi risalenti alla precedente struttura gotica, come il vecchio fonte battesimale all'ingresso di destra, e una striscia di mosaico su uno scalino. Esternamente la chiesa si presenta con un pronao concavo decorato da quattro colonne a capitello ionico, compreso tra i due campanili gemelli. L'elegante cupola non è circolare, ma ellittica, per seguire la pianta dell'edificio.
Opere conservate nella chiesa:
- Cappella del Crocifisso: "Crocifissione", quadro di Giacinto Brandi (1623-1691), databile tra il 1683 e il 1691[17]
- Cappella di San Francesco: "Estasi di san Francesco", tela attribuita a Stefano Pozzi (1699-1768), realizzata attorno alla metà del secolo XVIII[17]
- Cappella del Rosario: "Madonna del Rosario", quadro di Agostino Scilla (1629-1700), risalente agli anni Ottanta del Seicento[17]
- Sacrestia: "Madonna tra i santi Luca e Giovanni Evangelista", dipinto attribuito a Giovanni Conca da Gaeta (1690-1771) , secondo quarto del secolo XVIII[17]
- Altare maggiore: "Assunzione della Vergine", opera di Lorenzo Gramiccia (1702-1785) della metà del Settecento[17]
- Cappella del Suffragio: "San Michele arcangelo", quadro attribuito a Giovanni Conca, datato alla metà del Settecento, e "Adorazione dei pastori", di autore ignoto[17][18]
- Cappella dell'Annunciazione: "Annunciazione" attribuita a Ciro Ferri (1634-1689) e Pietro Lucatelli (1637-1710), collocabile tra il 1683 e il 1689[17]
- Cappella di San Nicola: "San Nicola tra i santi Ilario, Bernardo e Benedetto abate", tela di Pietro Lucatelli[17]
- Statua di San Luigi Gonzaga, su trono disegnato da Andrea Busiri Vici, architetto della famiglia Doria-Pamphilj[19]
Convento Sant'Angelo
modificaSull'omonima collina si trovano il cimitero di Valmontone e il Convento Sant'Angelo, costruiti, sembrerebbe, secondo alcune fonti storiche, sul sito di un antico tempio pagano, forse dedicato a Mercurio.[20] Eretto nell'VIII secolo da monaci dell'Ordine Benedettino, con la chiesa dedicata a San Zosimo, fu poi convertito in convento francescano nella prima metà del XIII secolo e la chiesa fu intitolata a San Michele Arcangelo, che poi diede il nome attuale al colle:[11] il complesso resistette fino alla guerra, quando fu praticamente polverizzato: venne ricostruito subito, in quanto simbolo molto importante nella vita dei valmontonesi. Tuttavia si possono ancora vedere alcuni preziosi resti del vecchio monastero nel chiostro, dove è visibile una serie di lunette con scene della vita di San Francesco, parte originali del 1607-1608, e nel refettorio: inoltre due campane, una del 1523, l'altra del 1744, sono in mostra nel chiostro. Nonostante i continui rimaneggiamenti nel corso dei secoli, la distruzione bellica e la ricostruzione parziale, il convento è l'edificio più antico di Valmontone che sia giunto ai giorni nostri.
Sant'Antonio
modificaAnche questa piccola chiesa non scampò ai bombardamenti dell'ultimo conflitto, tuttavia è uno dei pochissimi edifici di epoca medievale a non essere andato completamente perduto. La sua vera denominazione è Santa Maria delle Grazie e fu eretta nel XI secolo in stile romanico: per la costruzione sono stati usati blocchi di tufo, la facciata arricchita da due piccole finestre cieche, una delle quali decorata da un piccolo archetto. L'interno è decorato con stucchi barocchi, una Madonna con il Figlio, e un Sant'Antonio Abate, entrambi anonimi.
Santuario della Madonna del Gonfalone
modificaCostruito nel 1508 al di fuori della cerchia muraria con il titolo di Sancta Maria Nova extra Muros, in località Prato della Madonna. Nel 1738 il santuario fu restaurato e ristrutturato dall'architetto Gabriele Valvassori, che ne ridisegnò la vecchia pianta, lasciando dell'originale chiesa il portale d'ingresso e la zona absidale. L'edificio fu gravemente danneggiato durante i bombardamenti del 1944, ma fu restaurato negli anni Cinquanta: è quindi possibile ammirare ancora l'elegante portale timpanato in stile rinascimentale, recante incisa la data MDVIII, che introduce nella chiesa. Internamente sono degni di nota la zona absidale con l'altare maggiore e un affresco su tufo con una Vergine che allatta Gesù, collocabile approssimativamente tra la seconda metà del secolo XIV e la prima metà del XV.[21]
Santo Stefano
modificaLa piccola chiesa, dalle linee semplici, si ritiene fosse stata costruita nel 1624 in seguito alla distruzione, nel 1557, di un'ancora più antica chiesa sita nei pressi di Porta Romana. Ampliata dal principe Pamphilj nel 1733, fu in seguito restaurata altre volte, fino al 1914 ad opera di Monsignor Oreste Giorgi: ovviamente ci sono stati i restauri post-bellici. La chiesa presenta tre altari, quello maggiore dedicato a Santo Stefano, quello a destra alla Madonna di Loreto e quello a sinistra a Sant'Anatolia;[8] attualmente Santo Stefano è una chiesa di rito ortodosso ad uso delle comunità romene di Valmontone e dei paesi confinanti.
San Giovanni in Silva
modificaSi tratta di una piccola chiesa di campagna sita a Colle San Giovanni e costruita nell'XI secolo, ma restaurata più volte; sono ancora visibili degli affreschi del XVI secolo, le due colonne dell'VIII secolo, che sorreggono il baldacchino sopra l'altare, e un'acquasantiera di epoca incerta. Resti di affreschi del Seicento, asportati per ragioni di conservazione, sono visibili nella Stanza dell'Aria di Palazzo Doria. La chiesa è tuttora utilizzata per la messa domenicale a servizio del quartiere.
Sant'Ilario
modificaIl complesso è formato dalle catacombe e dai resti dell'antica basilica di Sant'Ilario, siti non lontano dalla via Casilina, in aperta campagna; le prime sono sepolture paleocristiane scavate nel IV-V secolo d.C. secondo un impianto a sei tunnel e cinque cubicoli, illuminati da pozzi di luce. Parte del complesso è all'aperto, una necropoli utilizzata dal IV al VII secolo d.C., importante per il ritrovamento di sarcofaghi in tufo decorati con colonnine a spirale. La basilica di Sant'Ilario, di 6 × 10 m, fu costruita nel IX secolo d.C. sulla necropoli, ed utilizzata per servire messa fino al XIV secolo: i ritrovamenti includono lanterne, pietre tombali, monete del IV-V secolo. Al momento il complesso non è visitabile.
San Sebastiano Martire
modificaPiccola chiesa dalle linee semplici, edificata negli anni Cinquanta del Novecento, a servizio del quartiere Rinascita, in sostituzione di una più antica chiesetta rurale, distrutta dai bombardamenti.
Sant'Anna
modificaLa piccola chiesetta originale fu demolita nel 1973, per l'allargamento della via Casilina, mentre l'attuale complesso architettonico è stato inaugurato nel 1992.
Architetture civili
modificaPalazzo Doria-Pamphilj
modificaÈ il palazzo baronale, la cui costruzione iniziò per volere di Taddeo Barberini nella prima metà del XVII secolo, per sostituire l'antico castello medievale. Tuttavia, gran parte dei lavori furono finanziati dal principe Camillo Francesco Maria Pamphili, che ottenne il feudo nel 1651. Il piano nobile mantiene dei mirabili cicli di affreschi, realizzati da artisti del calibro di Mattia Preti, Guillaume Courtois, Francesco Cozza, Pier Francesco Mola e Gaspard Dughet. Attualmente, il palazzo ospita la biblioteca comunale, il Museo Archeologico di Valmontone e la sede della Pro loco.
Fontana del Colle
modificaQuesta fontana fu eretta in stile barocco, come parte del progetto di espansione urbana di Camillo Pamphilj. Formata da un piedistallo che sostiene quattro vasche circolari, una per angolo, decorate con teste di leone. Sul piedistallo si erge poi una colonna sul cui capitello troneggia una statua in bronzo del Labicano, il guerriero romano simbolo di Valmontone dal XIX secolo. La fontana fu quasi completamente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, eccezion fatta per una delle vasche e il piedistallo: il monumento fu restaurato e ricostruito 1968. La colonna attuale, di epoca imperiale, è un regalo della città di Roma.
Porte delle mura
modificaPrima della guerra a Valmontone erano presenti almeno tre porte murarie, ma una di esse, Porta Romana, in stile rinascimentale, fu completamente rasa al suolo e di lei rimane solo il toponimo della via. Le altre due sono Porta Napoletana e Porta Nuova: la prima era una massiccia porta medievale fortificata, con due solidi torrioni merlati sui lati, parzialmente visibili ancora oggi. L'altra fu eretta all'inizio della Via Nuova per volere di Camillo Pamphilj, in stile barocco, come porta per la strada che conduceva alla piazza sulla cima della collina, sul fianco di Palazzo Doria: di questa rimane solo parte della struttura e uno dei cardini.
Altro
modificaIl territorio comunale ospita il MagicLand, parco divertimenti a tema fantasy.
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[22]
Etnie e minoranze straniere
modificaSecondo i dati ISTAT[23] al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 1 969 persone. Le nazionalità più rappresentate erano:
- Romania: 1 293
- Albania: 86
- Marocco: 81
- Macedonia: 68
- Egitto: 39
- Polonia: 32
- Cina: 30
- Bulgaria: 27
- Kosovo: 23
- Bangladesh: 23
Religione
modificaA Valmontone sono presenti tre parrocchie, dipendenti dalla sede suburbicaria di Velletri-Segni[24].
In città è presente anche la Sala del Regno del movimento religioso cristiano dei Testimoni di Geova; inoltre, la Chiesa di Santo Stefano è adibita da diversi anni a rito cristiano-ortodosso.
Cultura
modificaIstruzione
modificaMusei
modificaIl Museo di Palazzo Doria-Pamphilj è situato al piano terra del Palazzo Doria-Pamphilij; dislocato in quattro sale, offre un'introduzione ai diversi siti archeologici presenti intorno Valmontone e argomenti ad essi correlati, attraverso i reperti, plastici e altri media.
Cinema
modificaValmontone è stato, suo malgrado, un ideale set cinematografico per i film di guerra, negli anni '60 del Novecento, visto l'aspetto diruto che vi si poteva ancora trovare. Tra i film ivi girati si possono citare sicuramente:
- Il federale, diretto da Luciano Salce nel 1961, con Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli: alcune scene sono state girate nei pressi del piccolo quartiere di San Francesco a Valmontone, dietro la chiesa di Santo Stefano, nei pressi dell'attuale Piazza del Paradiso. Si possono notare le rovine della ormai scomparsa chiesa di San Francesco, della quale si vede la parete con l'altare.
- Il colonnello Von Ryan, diretto da Mark Robson nel 1965, con Frank Sinatra ed una giovane Raffaella Carrà: viene usata la stazione di Valmontone come location per una scena.
Infrastrutture e trasporti
modificaStrade
modifica- A1 del Sole (Casello di Valmontone)
- SR6 Casilina
- SP600 Ariana
- SP55/a di Palestrina
- SP60/a Via Genazzano
- SP108/a della Selce
- SP12/a di Cave
Ferrovie
modificaLa località è servita dalla stazione di Valmontone, posta sulla ferrovia Roma-Cassino-Napoli, in passato era servita anche dalla stazione di Artena-Valmontone, ubicata sulla linea Velletri-Segni.
Il territorio comunale è attraversato dalla linea ad alta velocità Roma-Napoli
Mobilità urbana
modificaI trasporti urbani vengono svolti con autoservizi di linea gestiti della società Cerci Srl,[25] i collegamenti interurbani sono gestiti da COTRAL, che effettua corse quotidiane con Roma e le altre città della provincia.[26]
Amministrazione
modificaPeriodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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21 novembre 1993 | 19 novembre 1995 | Valerio Cannone | Lista civica | Sindaco | |
19 novembre 1995 | 16 novembre 1997 | Massimo Pilozzi | L'Ulivo | Sindaco | |
16 novembre 1997 | 26 maggio 2002 | Angelo Miele | Lista civica | Sindaco | |
26 maggio 2002 | 27 maggio 2007 | Angelo Miele | Lista civica | Sindaco | |
27 maggio 2007 | 15 maggio 2011 | Angelo Angelucci | Lista civica | Sindaco | |
15 maggio 2011 | 26 maggio 2013 | Egidio Calvano | Lista civica | Sindaco | |
26 maggio 2013 | 15 maggio 2023 | Alberto Latini | Lista civica | Sindaco | |
15 maggio 2023 | in carica | Veronica Bernabei | Liste civiche | Sindaco |
Gemellaggi
modifica- Benifaió, dal 1987
- Ovindoli, dal 1987[27]
- Weiler-Simmerberg, dal 2005
- Tursi, dal 2005
- Fagnano Alto, dal 2009
- Goychay
Sport
modificaAtletica leggera
modificaCalcio
modificaLa principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Città di Valmontone che milita nel girone D laziale di Promozione. È nata nel 1921.
Pallacanestro
modifica- Special Days Virtus Valmontone che nel 2015-2016 milita nel campionato maschile di Serie B.[29]
- Olimpia Valmontone Basket che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di Promozione.[30]
Impianti sportivi
modificaA Valmontone è presente lo Stadio dei Gelsi, sito sulla via Casilina. Le partite di calcio si svolgono presso il Campo Comunale Rossi-Nardecchia in Via della Pace. La squadra di basket si allena e gioca il campionato nella tensostruttura di via Gramsci.
Note
modifica- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ La versione originale in inglese: [...] that is Valmontone the round, walled town on the mount opposite [...]
- ^ Clima e Dati Geografici di Valmontone, su comuni-italiani.it.
- ^ a b c AA.VV., Il Museo Archeologico di Valmontone e il Palazzo Doria Pamphilj, 2008, Carsa Edizioni
- ^ Francesco de Ficoroni, Le memorie ritrovate nel territorio della prima, e seconda città di Labico e i loro giusti siti, descritti brevemente da Francesco de' Ficoroni socio della Reale Accademia di Parigi dedicate a Monsignor illustrissimo, e reverendissimo Giovanni Bottari. Roma : Nella stamperia di Girolamo Mainardi, 1745
- ^ a b Gabriele de Bianchi, Storia di Valmontone, 1981
- ^ AA. VV., Il Museo Archeologico di Valmontone e il Palazzo Doria Pamphilj, 2008, Carsa Edizioni.
- ^ Gennaro Farina, Preesistenze architettoniche dal Medioevo all'arrivo dei Pamphilj, in Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone, 2004, pp. 13-17.
- ^ a b Stanislao Fioramonti, Valmontone e i Francescani, 1994
- ^ Gabriele de Bianchi, Storia di Valmontone, 1981, p. 42.
- ^ Gabriele de Bianchi, Storia di Valmontone, 1981, pp. 327-328.
- ^ Luca Maggi, La Fabbrica Pamphiliana di Valmontone: il Palazzo e la Collegiata, in Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone, 2004 - "Taddeo Barberini comprò la terra di Valmontone da Mario Sforza e dal Tesoriere deputato da Urbano VIII per scudi 427.500", p. 19.
- ^ a b Valmontone, su Archivio Centrale dello Stato.
- ^ Luca Maggi, La Fabbrica Pamphiliana di Valmontone: il Palazzo e la Collegiata, in Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone, 2004, pp. 23-24
- ^ a b c d e f g h Monica Di Gregorio, La visita del Palazzo e della Collegiata, in Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone, 2004
- ^ Sulla scorta di un'iscrizione che riporta "D.1622", si è ipotizzata l'attribuzione all'ambito dei Bassano o addirittura a Domenichino e Gaspard Dughet.
- ^ "Percorrendo la nostra storia", Valmontone, 2007
- ^ [...] Infatti verso la fine degli anni cinquanta, nel rimuovere le macerie della chiesa francescana distrutta dai bombardamenti del 1944, furono casualmente rinvenuti reperti archeologici attribuibili ad un santuario romano [...] - Stanislao Fioramonti, Valmontone e i Francescani, 1994, p. 7
- ^ Stanislao Fioramonti, Regina Gonfalonis, Valmontone, 2005
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Statistiche demografiche ISTAT
- ^ Valmontone - Diocesi suburbicaria Velletri-Segni
- ^ Comune di Valmontone - Trasporti, su comune.valmontone.rm.it.
- ^ Orari COTRAL Valmontone Archiviato il 27 agosto 2010 in Internet Archive.
- ^ Siglato il patto d'amicizia tra i Comuni di Ovindoli e di Valmontone, su terremarsicane.it, Terre Marsicane, 26 settembre 2016. URL consultato il 26 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2016).
- ^ a b c La società sul sito della Fidal (funzione cerca sulla mappa)
- ^ La squadra sul sito della Lega Pallacanestro, su legapallacanestro.com.
- ^ Il campionato regionale sul sito della FIP, su fip.it.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Valmontone
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su comunevalmontone.it.
- Valmontone, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Roberto Almagià, VALMONTONE, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
- Valmontóne, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 167468901 · LCCN (EN) n2005045293 · GND (DE) 4729852-2 · BNF (FR) cb15125644x (data) · J9U (EN, HE) 987007489571205171 |
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